incesto
Sto perdendo l’amore di mio figlio
di geppettino2003
26.11.2024 |
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"Atteggiamenti che cominciano ad indispormi, anche se devo ammettere che l’interesse verso Caterina lo ha allontanato anche dagli amici di sempre con i quali, ..."
Il citofono di casa suona, come ormai avviene da un paio di mesi conferma, puntuale alle 7,00 del mattino, l’arrivo di Caterina che viene a svegliare il fidanzatino. Io, disponibile, le faccio trovare la macchinetta del caffè che sbruffa sul fornello e, pronta, preparo il piccolo vassoietto affinché possa andare a svegliare il nostro bel pupillo. Si perché ho abituato Chico al dolce risveglio a letto con l’aroma intenso di un bel caffè preparato con tutto l’affetto che una mamma ha nei confronti del suo unico figliolo.
Il privilegio del servirglielo, mio malgrado, adesso non è più mio. Ho permesso, a malincuore, che fosse la ragazzina a portarglielo a letto, nella sola convinzione che ciò potesse fargli piacere, anche se la cosa non mi è molto gradita. Devo ammettere che apprezzo la sua particolare attenzione nei confronti del mio bambino, certamente, un po’ viziatello. Entrambi diciassettenni, frequentano lo stesso istituto. Lei si fa accompagnare dal padre sottocasa e, alle sette in punto, viene a riportare nel regno dei vivi il mammone che aspetta, di buon grado, il caldo risveglio.
Pochi minuti, ed ascoltare il loro chiacchiericcio. Un interminabile parlottare, interrotto solo da piccoli risolini che, impercettibili, mi arrivano dalla stanza di Chico. Poi, mentre lui si veste, io intrattengo la bella figliola.
Dopo la scuola, interi pomeriggi di lunghe chiacchierate al telefono. Chico in camera, trascura i suoi compiti, per conversare di cose così futili, e senza senso. Cosa avranno poi da dirsi di tanto interessante? Si giurano amore eterno?
La cosa mi fa sorridere, entrambi ancora acerbi, chissà quante promesse li dividono da una vita di coppia che, per Chico, spero avvenga il più tardi possibile. Caterina devo ammettere è un bel tipino, lunghi capelli neri che cascano fluenti su un corpo gia ben formato, un visino delicato con dei vispi occhi azzurri. Sapientemente sa proporsi in tutte la grazie che madre natura le ha donato. Jeans attillati sanno esaltare il bel fondoschiena e rivalutano le lunghe ed affusolate gambe, il seno, già abbastanza procace è, con malizia, esaltato a turno o da strette magliettine, dai giovanili colori accesi, o da camicette che indossa in un ricercato equilibrio del vedo non vedo.
È veramente una gran bella fichetta!
Devo, però, prendere atto che da quando lei è, prepotentemente, entrata nella vita di Chico ho notato lento, ed inesorabile, il suo distacco nei miei confronti. Atteggiamenti che cominciano ad indispormi, anche se devo ammettere che l’interesse verso Caterina lo ha allontanato anche dagli amici di sempre con i quali, quotidianamente, si incontrava giù in cortile per le solite chiacchiere tra adolescenti. La qual cosa non mi è, comunque, di gran conforto. Confesso che sono un po’ seccata, cominciano a mancarmi il contatto filiale, le accese discussioni serali davanti alla TV a litigare su quale programma guardare, se una partita di calcio, trasmesse ormai a tutte le ore e a tutti i giorni, o invece qualche film beccato sulle pay TV. Poi, al solo scopo di fargli piacere, cedere al punto che mi sono fatta una discreta cultura di calcio anch’io.
Il padre, da uomo di cultura qual’è, costantemente chiuso nel suo studio a completare le ricerche per i suoi studenti di storia dell'architettura romana. Ventanni di matrimonio alle spalle, dopo la laurea in storia, io giovane laureata, lui assistente all’università, professionista già affermato, mi ha inserito nel mondo accademico togliendomi dal piccolo paesello di provincia. L’esuberanza della giovane ragazza, unita alla esperienza dell’uomo maturo, hanno fatto di me una donna invidiata.
Ma oggi tanti anni di vita di coppia, e la differenza di età, si fanno sentire! La stima, ed il rispetto, hanno lentamente scalzato gli ardori dei primi anni di vita di coppia, tanto che le giornate mi passano secondo il lento scandire del pendolo (e non è un eufemismo!)
Di sesso neanche a parlarne, la sera sono stanca e distrutta, figurarsi se ho voglia di restare sveglia, sino a tarda notte, per un qualcosa che, già da tempo, dura solo qualche minuto, per ritrovarmi poi sporca e sempre più sola.
La solitudine è diventata la mia attuale, e unica, compagna di pomeriggi lunghi ed interminabili. Dopo le lezioni in facoltà, il mio sfaccendare per casa è l’unico impegno di ore interminabili, e la presenza di Chico mi era di gran conforto.
So che il periodo delle coccole è ormai un lontano ricordo, il mio ragazzo ora si diletta con la fidanzatina. Chissà quali piccoli spazi si ricuciono per stare un attimino soli! Il sacrificio di una vita è adesso compensato da un fugace bacio sulla guancia, piuttosto freddo e distaccato mentre mi informa che sta uscendo per una passeggiata con Caterina, oppure la domenica pomeriggio quando, accantonando i suoi interessi da fantacalcio, si ricuce, non so dove, qualche momento di intimità per pomiciare. Mi sento defraudata, rubata, giorno dopo giorno del contatto con mio figlio, unico sollievo di una quotidianità fatta di impegni di lavoro e di una casa da gestire. Caspita sto rischiando la depressione!
Il tentativo di avviare qualche discussione non ha sortito effetti, ricevendo risposte dure, esplicite del suo ritenersi ormai padrone assoluto della sua vita, come se i suoi diciassette anni fossero il chiaro segnale di una maturità raggiunta che lo legittima ad una forma di indipendenza dalla sua famiglia e in particolar modo da me, sua madre! Resto quasi interdetta ai suoi pensieri, praticamente vivo il classico scontro generazionale che mi trova impreparata.
Può più il giovane pelo di fic… che l’amore di mamma, è la sciocca considerazione che il suo atteggiamento mi spinge a fare io, che lo immagino verginello ed ancora inesperto, sentirmi quasi redarguire da pensieri che offendono il mio ruolo di mamma e di donna! “Dai mamma non fare così, trovati degli interessi diversi, vai a fare shopping, impiega meglio il tuo tempo libero, dedicati più a te che alla casa, e vedrai starai meglio. Io ormai sono grande e so cosa voglio. Credimi so badare a me stesso!” Certo sentirmi suggerire da mio figlio quale soluzione adottare per accettare il distacco da un epidermico contatto non è il massimo.
Non avendo molto alternative e, pur controvoglia, ho cominciato ad uscire nei pomeriggi. La scusa di rinnovare qualcosina del mio già ricco guardaroba fornito si, ma di abiti importanti da utilizzare nelle continue serate con suo padre, o di casti tailleur per le mie mattine in facoltà. Molti sono gli abitini domestici più idonei ad una colf che non a me. 49 anni in un corpo che non è da buttare, figura esile, alta con le curve ben proporzionate e una voglia di vivere ancora presente. Eppure ultimamente ho abbandonato la mia femminilità al punto che Chico me lo ha anche fatto notare. Sembra ieri che, furtivamente, ascoltavo gli apprezzamenti dei suoi amici giù in cortile, i loro discorsi, divisi tra gli interessi calcistici e qualche giudizio, anche un po’ sconcio, su qualsiasi soggetto di sesso femminile passasse nelle loro vicinanze. Sono stata oggetto anch’io di più di qualche considerazione, un po’ pesante sul mio fondoschiena, la cosa mi aveva un attimino indisposta, uno sguardo truce, e fermo, nei loro confronti, ed una peternale a Chico protetto dalla complicità domestica, per poi sorridere, tra me e me, alla riflessione che le loro lusinghe rappresentassero la soglia che li separava dalla pubertà all’adolescenza. Lo spunto offerto però rinverdiva i miei ricordi di giovincella che, con malizia, si dedicava a sfotticchiare sensualmente i compagni di scuola e ancor di più i colleghi universitari, con più di uno ho anche flirtato per soddisfare il mio essere femmina. Amavo propormi in tutta la sensualità di un fisico intrigante rivalutato da ammiccanti decolletè e tailleurini aderenti e ben fascianti. Quante belle soddisfazioni! Solo il tempo, e le responsabilità di madre, hanno sopito un carattere un po’ dissoluto che, però, in parecchi mi invidiavano. Ed ora davanti allo specchio mi ritrovo invecchiata, se non nel corpo, che ancora difende la tonicità delle sue curve, sicuramente nello spirito e nella mente.
L’aver accantonato la mia femminilità incide adesso sul mio presente e sul mio stato d’animo.
Ed ora, in cucina, sono quasi complice di Caterina! L’aspetto al mattina, un casto bacio sulla guancia, il caffè pronto e i lunghi minuti di attesa.
Ma so cosa succede in quei pochi minuti. Qualche giorno fa, particolarmente curiosa, ho lanciato una occhiata fugace in camera di Chico accorgendomi di una mano di Caterina sotto le lenzuola che ondeggiava ritmica all’altezza del suo pube. Il viso estasiato del mio bambino nel godersi il piacere di intime carezze.
Esterrefatta, rendermi conto dell’estremo piacere che stava vivendo il mio bambino.
“Tira così, brava, fallo piano… ….dai…non ti fermare…”
La sgualdrinella, dandomi le spalle, tirava di mano con malcelato impegno e, particolare, dedizione. E non sembrava avere alcuna fretta!
Gli occhi di Chico chiusi e, l’intero corpo fremere a colpi lenti ma ripetuti. Sfrontata una sua mano tra le gambe della zoccoletta, immediato il suo allargarle disponibile a lasciarsi toccare.
“Cosi ti voglio. Senza slip! Cazzo come sei calda dentro!”
Immediato il portarsi in bocca il dito permeato del caldo piacere della troietta.
“Mmmhhh che bel sapore”
Poi sfacciato.
“Ora succhiami!”
“Ma sei pazzo! C’è tua madre in casa.”
La responsabile reazione della puttanella.
“Tranquilla lei rispetta la mia privacy… dai prendimelo in bocca…ti prego leccalo. Ne ho voglia. Fallo!”
Un attimo lo scoprirsi, ed offrire, ad una pronta bocca un uccello spaventosamente duro che, stretto nella mano della ragazza, sfidava morbide, e disponibili, labbra.
Solo un attimo per vederlo sparire tutto nella giovane bocca e seguire il capo ondulare veloce per la fretta di portare il mio bambino al piacere.
Lunghi secondi e il suo corpo contorcersi ad una intensa emozione. Le mani sul capo, ed il bacino sollevarsi
“Ssssiiii…….Dio che bello!”
e godere di un fare sporco!
Alla paura che il suo sguardo, quasi perso nel vuoto, potesse incrociare il mio, con vergogna, scappare imbarazzata in cucina. Aspettare il loro andare a scuola per correre velocemente a controllare le lenzuola del suo letto e scoprirle pulite!
La troietta ha ingoiato tutto! Ecco cosa fanno in quei pochi minuti. La puttanella si impegna in morbose effusioni per addolcirgli il risveglio, e il porco subire godurioso, pretendendo il suo piacere!
Lei ci sa proprio fare, e Chico è particolarmente esigente!
L’intenzione di fargli una ramanzina dai toni accesi, che mai avrei voluto fare al mio figliolo ma evito, forse guidata più da una strana forma di gelosia che non dalla rabbia, e la paura di subire una sua reazione scomposta, portandomi dietro, però, un magone indescrivibile.
Diversi giorni passano da quella mattina durante i quali è un continuo struggermi, su cosa possa fare e, principalmente come, per aspirare ad un maggiore contatto con mio figlio. I miei pensieri ossessionati dal viso estasiato di Chico al mattino, chiara espressione di un piacevole supplizio partecipato. Nei suoi occhi quasi la conferma della ragione del suo distacco da me. E ogni mattina i suoi intimi patimenti sempre più incessanti. Ed il suo allontanarsi da me mi fa star male!
Difficile farmene una ragione, e non vorrei che il mio malessere possa incidere nel mio rapporto con lui. Per cui faccio buon viso a cattiva sorte ma, voglio, e devo riconquistare il suo rapporto con me. So che ci vorrà tanta pazienza, e tutto l’amore di mamma.
Riappropriarmi della mia femminilità è un primo segnale. Chico, è qualche giorno che sembra più attento al mio propormi in casa. Si complimenta per il mio buon gusto, apprezza i miei nuovi accostamenti, anche se domestici. Si è accorto della mia nuova acconciatura, il solo taglio dei capelli a caschetto, e qualche colpo di sole, mi hanno ringiovanito di almeno cinque anni. Non vedermi più trasandata in casa, e con lo spirito un po’ più gioviale, lo ha riavvicinato a me, è ritornato affettuoso, ed ho anche notato che sottrae parte del suo tempo a Caterina per restare di più in casa. La cosa mi riempie di gioia, nel ritrovare il gusto del mio essere sempre stata un po’ civettuola, felice apprezzo il riavvicinarsi del mio ragazzo.
È chiaro che non posso competere con la sfrontatezza della ragazzina che, con me presente in casa a pochi metri, continua a farlo gemere di una passione rubata in una manciata di minuti, ed il continuo pretendere sfacciato il suo sporco piacere continua ad indispormi.
Ma i suoi abbracci al mattino, ritornati più stretti ed affettuosi, ed averlo in casa nei lunghi pomeriggi, allietano il mio tempo, ed affievoliscono la mia rabbia.
Tanto una settimana passa in fretta, devo accontentarmi delle sole domeniche, e devo farmele bastare!
Si, perché la domenica mattina, il caffè a letto, è rimasto di mia unica prerogativa. Nel portarglielo resto seduta accanto a lui ad aspettare il suo lento risveglio. Non desidero altro che i soli materni contatti che, so, gli fanno estremamente piacere.
È immensa la mia gioia.
Chico è cresciuto sano e forte, un fisico ben formato, l’espressione del viso sempre allegra, è proprio un bel ragazzo.
Il cuscino tra le gambe, steso su un fianco, le mie mani tra i suoi capelli arruffati, le dita, a fil di pelle, scivolano lente sulle spalle, le unghie segnano il percorso sulla schiena. Lunghi piacevoli minuti che accompagnano il suo aprire gli occhi. Lentamente si stiracchia allunga le gambe, stende le braccia, dolcemente gli accarezzo il viso, si gira in posizione supina offrendomi il petto dove mi soffermo sondando al tatto la forza dei muscoli, sino a quando, come un gatto impegnato a fare le fusa, sorride, gustandosi le amorevoli coccole. Sorrido mentre sorseggia il suo caffè, poi riprende la sua posizione ed è come se pretendesse il riprendere i miei affettuosi vezzeggiamenti, per il mio e, sicuramente, anche per il suo piacere. Solo il silenzio ci fa compagnia, è un silenzio carico di affetto. Nessun altro pensiero governa il mio fare.
Solo gli impegni domenicali mi distolgono. Qualche secondo ancora di mie moine e, alzandomi resto colpita della potente protuberanza in prossimità del basso ventre che, prorompente fa capolino dal lembo dell’esile lenzuolo. L’innocente mio fare ha reso possibile il crescere di un sesso che sembra enorme, teso e duro. Un attimo per rendermi tangibilmente conto che Chico non è più il mio ragazzino, anzi! Immediato il pensiero corre alle iniziative mattutine di Caterina, ma io sono sua madre e non la zoccoletta che, piacevolmente, lo risveglia!
Compiaciuta, e per niente preoccupata della sua naturale erezione mattutina, figlia dell’esuberanza mascolina del diciassettenne e di chissà quali erotiche fantasie incentivate dal suo rapporto amoroso con Caterina. Sorrido ritenendo normale che ciò possa avvenire. Sarei preoccupata del contrario considerando che ci può stare, alla sua età gli ormoni vanno a palla!
Con l’orgoglio di mamma lo lascio solo, so che ama crogiolarsi a letto prima di alzarsi, per cui mi dedico alle mie faccende domestiche. Sono bastati pochi minuti di innocenti carezze per affrontare i miei impegni di mamma di famiglia con diverso animo. Il lavoro è sempre lo stesso ma lo spirito con il quale oggi lo affronto è differente, e saperlo in casa lo rende quasi piacevole.
In tarda mattinata, ancora a letto lo raggiungo e chiacchierando gli confesso delle piacevoli ore trascorse nei miei ultimi acquisti. Decanto la gonnellina corta, un po’ più sotto del ginocchio, in morbidissima pelle, frivolo lo spacchetto laterale. Lo informo della mia indecisione se abbinarla con un top bianco, forse un po’ aderente, e leggermente scollato, sotto alla camicetta in seta nera semitrasparente, oppure con il maglioncino d’angora così morbido, che il solo contatto sulla pelle mi procura una piacevole sensazione di calore diffuso. Segue con interesse le mie parole, contento del mio fare, offrendosi disponibile ad aiutarmi nelle mie scelte.
Un po’ frastornata dal suo complimentarsi cedo, quindi, al suo invito a misurare i capi acquistati. Ricomincio a sentirlo più vicino, e poi una strana curiosità mi spinge a voler ascoltare i suoi commenti. Pochi secondi e, rallegrandomi del mio portamento, mi faccio ammirare soddisfatta.
La gonnellina mi sta veramente bene, forse è un po’ corta, ho sempre un’età, però l’accostamento con il top e la camicetta che, per fare prima, ho indossato senza reggiseno, è veramente azzeccato. Pavoneggiandomi seguo il suo guardarmi, interessati occhi mi scrutano dalla testa ai piedi, lenti risalgono dalle caviglie, sostano sulle cosce scoperte, si soffermano sulla leggera scollatura all’altezza del seno sino ad incrociare il mio sguardo. “Mamma stai d’incanto!”
Con un giro di parole, anche un po’ impacciato, aggiunge
“La indosserei con delle preziose calze di seta, magari autoreggenti e con il bordo impreziosito da delicati ghirigori. Faresti la gioia di papà, e poi, vuoi mettere l’effetto di un bel reggiseno a balconcino, anche se devo ammettere stai meglio senza…”
Quasi naturale il portarmi le mani al seno arrossendo alla sua, azzardata, considerazione. Comunque piacevolmente colpita della sua fantasia, e del buon gusto, mi convinco che basta poco per rivalutare le mie forme e riappropriarmi di un po’ di quella mia femminilità abbandonata. Sorrido offrendogli il mio riscontro: “Mha vedremo, ci penserò!”
Certo avessi percepito che bastava solo un po’ più di attenzione alla mia figura, per piacevoli momenti in sua compagnia, non avrei atteso così tanto. Contenta torno in camera per indossare il pantalone bianco, piuttosto attillato, che abbino al delicato maglioncino e, ancor più civettuola, mi ripresento al suo cospetto, “Whou! complimenti mamma, veramente notevole!” Piroetto su me stessa, mi faccio ammirare, aspetto trepidante il suo commento. “Vorrei sperare lo indossassi con le scarpe di vernice rosse, quelle alte con il tacco a spillo, ti slancerebbero molto di più e, se posso permettermi, sotto vedrei un bel perizoma bianco, è fastidioso quel contorno dello slip sul culetto. Devi ammettere che il colore scuro che traspare dal bianco tessuto non è per niente trend.” Quasi balbetto alle sue parole, seguendo il suo sguardo sulla mia figura diventare intenso, oserei definire penetrante.
Però ha buon gusto il mio ragazzo! “Si ma non sono mica una ragazzina! Queste cose lasciale fare a Caterina” “Perché solo le ragazzine possono farlo? La sensualità che sa esprimere una bella donna fa la differenza, e non può competere, nei confronti di una qualsiasi, sia pure bellissima, ragazzina.”
Mi lascia di sasso!
È quasi l’ora di pranzo, lo invito ad alzarsi abbandonando il ruolo di manquin e ritorno mamma.
Uscendo noto una sua mano sotto le lenzuola, nascosta alla mia vista, ma non alla mia considerazione. Si trastulla un uccello che mi appare, ancora, più lungo e duro.
Forse ho esagerato!
Purtroppo, per lui oggi non c’è Caterina!
Felice del suo ritrovato interesse a me, apprezzo le sue particolari attenzioni a parti del mio corpo e rifletto, certo non posso competere con Caterina, è la inevitabile legge di natura, è solo questione di tempo, il suo distacco da me, per quanto lento, purtroppo avverrà.
Però oggi è una giornata particolare, oggi posso godermi la presenza di mio figlio.
Indosso i nuovi leggings elasticizzata, un po’ attillati e, per non sbagliare, anche il reggiseno, sotto un lungo maglioncino. Non si sa mai è sempre un ragazzo con gli ormoni a palla! Dopo pranzo la consueta partita in TV con tutto il seguito che ne consegue, più di una telefonata di Caterina, alla quale, stancamente, Chico risponde declinando l’invito per il solito cinema. Senza rendercene conto, discutendo del suo rapporto con la fidanzatina non senza qualche mia battutina ambigua sul suo mattutino subire, per passare poi ai suoi consigli sulla mia ritrovata femminilità, arriva l’ora di cena.
Dopo, un paio d’ore di tv. Accovacciato sulle mie gambe ed io a gioire del calore del suo respiro, finalmente, a me così vicino. Me lo coccolo felice del ritrovato piacevole contatto.
I suoi lunghi respiri sono le confortanti risposte alle mie materne effusioni e mi regalano le belle emozioni di mamma.
Sospiri che, però, mi sembra poco abbiano del sano rapporto tra madre e figlio! Mi scuoto alla sensazione che appaiono più governati da un qualcosa che sembra sfociare nel morboso.
Impacciato il tentativo delle sue mani di nascondermi la sua attuale emozione.
NO! le mie sono solo assurde congetture.
Essendo quasi mezzanotte è meglio andare a letto. Qualche minuto per la toilette serale poi di nuova da lui, una ultima amorevole carezza al viso, un bacio affettuoso sulla fronte, non so perché, ancora, una occhiata verso il suo basso ventre per rendermi conto del suo, persistente, stato di grazia. Esuberante però il mio ragazzo! Per sua fortuna domani, a lui, ci pensarà Caterina.
Con una punta di sconforto mi avvio alla mia notte. Anche stanotte suo padre farà le ore piccole. Peccato!
Ormai il suo è un continuo assentarsi dal nostro letto, ma per me stasara è diverso sono veramente felice di una giornata passata con mio figlio tutto per me. A letto rivivo la mia giornata, rifletto sui suoi commenti sulla mia persona, sui suoi consigli per valorizzare la mia figura, rivedo il suo sguardo interessato al mio corpo. Appagata mi rendo conto di aver suscitato una particolare attenzione in mio figlio, quell’interesse che si era sopito con l’avvento di Caterina. Una presenza che, ora, mi pare di aver percepito come più esigenza di soddisfazione sessuale che non amore. Certo con quel bigolo che si ritrova farebbe la gioia di tante ragazzine.
E non solo! Lunghi minuti di pensieri senza accorgermi di un calore diffuso che si diffonde sul mio corpo, mentre penso alle parole di Chico sulla sensualità della donna, matura aggiungo io!
Una sensazione strana cresce latente, un certo non so che si spegne nel grande letto alla ricerca di una contatto purtroppo assente. Un crescente formicolio ai capezzoli, il desiderio del mio uomo al mio fianco guida lente le mie mani sul seno, un contatto che scuote una pelle che si infuoca. Mi accarezzo con la gradevole sensazione di piacere intimo, un’arsura rinsecchisce le labbra, la lingua timida ne inumidisce i contorni, sento crescere la voglia di femmina. Il respiro aumenta di intensità facendosi greve, in poco si trasforma in gemiti, come risposta ad una bella asta, lunga e dura, che sappia risvegliare i miei sopiti ardori.
Ma sola a letto, con un forte desiderio di maschio contatto che mi prende, il corpo invoca una sua voglia, mi assale violenta il bisogno di farmi sbattere, di godere di un bel cazzo duro tra le gambe. L’intimo si infuoca a pensieri perversi, un calore incontrollato si sparge tra le gambe, le mani libere spaziano sui seni, pizzicano ripetutamente duri capezzoli che sembrano scoppiarmi tra le dita. Voluttuosa una mano scivola lenta sulla seta del baby doll, sosta sulle cosce, un dito sfiora i riccioli che adornano la mia fessura È UMIDA! Bagnata di un qualcosa che si è impadronito del mio cervello, è un bisogno di cazzo che governa i miei movimenti, le gambe si divaricano piano senza un preciso comando, entrambe le mani a contatto con la mia intimità, comincio a gemere di un piacere sconvolgente mentre le dita stimolano le piccole labbra e, agevolate dai caldi umori che le permeano, si impossessano del mio intimo. Il corpo reagisce sussultando mentre il medio entra libero di iniziare un eccitante gioco. Godo di un piacere profondo, intenso, gemiti mi restano strozzati in gola da un falso pudore, sto godendo di un un qualcosa di immenso.
NON È POSSIBILE! Non posso pensare a queste cose che sono ben oltre il limite della decenza.
Senza volerlo chiudo gli occhi e non riesco ad oppormi a flash di immagini sul bel cazzo duro di Chico in tutta la sua splendida forma. Tremo nel vederlo lungo, duro, grosso, palpitare furioso tra le dita della sua puttanella. In testa il suo gemere all’esplosione di un caldo seme nella bocca della sua troietta. Non controllo il corpo che pretende le sue emozioni, ad lungo sospiro, stringo le labbra per non gridare un piacere intenso. Vengo con tra le dita il calore di uno sconvolgente eccitazione.
Un lungo tempo per calmare il mio respiro, riacquistare il mio razionale essere e condannare la mia fantasia ma non il mio fare che, incolpevole, è stato BELLISSIMO MA… ASSURDO!
Due settimane passare, durante le quali ho giustificato il mio segreto fare riconducibile ad un solo momento di debolezza della femmina sola. Nessun senso di colpa!
Caterina, resasi conto del progressivo distacco di Chicco dell’ultimo periodo, accentua il suo mattutino fare, diventato più sfacciato. Amplificati mi giungono i profondi gemiti di Chico nei pochi minuti nei quali la zoccoletta si prodiga per il giovane puledro che, ascolto sempre più sfrontato nelle sue pretese.
Più volte sul punto di intervenire in maniera decisa ma rinuncio.
Però una latente forma di gelosia caratterizza il mio rapporto con lei. Di contro il suo atteggiamento nei miei confronti è diventato più intimo, al punto che ricevo sue confidenze. Mi chiede se Chico frequenta qualche altra ragazza, magari riceve qualche telefonata, il tutto perché ha notato una certa freddezza nel loro rapporto. Certo non sembrerebbe dai pompini che, mattiniera, gli propina.
Io crogiolata dalle sue riflessioni, che mi sono state di ausilio alla sopportazione, ho continuato nei miei acquisti. I suoi commenti mi sono stati da incentivo per una capatina nel negozio di intimo di una carissima amica.
So del suo buon gusto nello scegliere capi che lasciano spazio a mille piccanti fantasie che, per me, sono un intrigante invito. Angela contenta nel rivedermi, dopo gli inevitabili convenevoli, ed il mio confessarla il desiderio di rinnovare il mio intimo, si prodiga nel servirmi. Con le considerazioni di Chico in mente, mi lascio guidare dal sapiente suo fare. Subito mi propone una serie di capi particolari.
Un bel perizoma blu notte abbinato al suo reggiseno, un completino verde smeraldo veramente intrigante, completo di un reggicalze della stessa fattura, poi un corpetto di pizzo bianco traforato, delicatissimo, che chiedo di poter abbinare a particolari autoreggenti di finissima seta nera. Indumenti di ottima fattura, piuttosto trasgressivi che stimolano la mia esigenza di ritornare sensuale, anche se mi sembrano un attimino troppo azzardati per me. La capacità di Angela, e forse la mia ritrovata voglia di piacermi, mi accompagnano nell’accogliente camerino. Titubante mi denudo per misurare subito il due pezzi, proprio quello che Chico mi ha suggerito, il blu del reggiseno a mala pena riesce a contenere il mio seno, certo questo è l’effetto del balconcino. Rido ammirando le tette che sembra aspirano di essere palpate, denudate e magari baciate. Con il minutissimo perizoma, ammiro il piccolo filino esaltare il bel culetto a mandolino che mi ritrovo. Il grande specchio restituisce la bella gnocca del mio tempo migliore. Il corpo è veramente esaltato dal provocante abbinamento, un leggero rossore compare sulle guance alle parole di Angela che mi conferma di quanti bei studenti riuscirei ancora ad emozionare nel propormi cosi provocante. Con ritrovata euforia misuro anche il corpetto bianco, che con le sue trasparenze, l’accattivante reggicalze e le delicate calze vellutate, mi danno un’immagine di maliziosa femmina.
In ultimo Angela mi impone un body di seta color rosso fuoco, i cui giochi di chiaro scuro sono un chiaro invito erotico se riferiti agli intrecci dei lacci di raso rosso che abbelliscono i fianchi e che ne fanno un trasgressivo capo.
“Con questo sono sicura che risvegliarsi i sensi del tuo uomo!” Forse sto esagerando, ma offrirmi un po’ troia non mi dispiacerebbe!
Però che bella batosta quasi mille euro per soli quattro completi!!!
Al sabato una cena di lavoro con mio marito e, con in testa le riflessioni di Chicco, offrirmi l’opportunità di indossare il delicato corpetto bianco esaltato dal suo minuscolo perizoma, il pantalone bianco con il nude look nero in seta, le scarpe di vernice rossa che abbino ad una cintura dello steso colore, un giro di perle al collo e sono pronta per la serata con il padre.
Uscendo saluto Chico, incrociando il suo sguardo che, complice, mi conferma l’essere veramente seducente, il suo sguardo è estasiato dal corpo della bella mammina in tiro. Il procace seno spinge sul morbido tessuto del corpetto, l’incavo delle tette è delicatamente accentuato dal reggiseno, ed i capezzoli sembrano voler forare l’esile camicetta. Il bel culetto esaltato dal piccolo triangolino di pizzo che, nel confondersi con il colore del pantalone, disegna accattivanti glutei. Noto negli occhi di Chico un particolare interesse che, nel salutarmi, si complimenta del mio look “Ti avevo sognato così….ma sei andata ben oltre…” Chiara conferma del mio ritrovato spirito trasgressivo e del suo ritornato interesse alla mammina.
La serata scorre piacevolmente agli ammiccamenti vari dei colleghi del mio uomo, occhi pieni di interessi lussuriosi, e sguardi di ammirazione, ed invidia, delle signore presenti, anche qualche garbato complimento sulla mia figura, ne riempono il lento avanzare. Devo ammettere mi ha fatto piacere essere adulata, con il pensiero rivolto a Chico unico artefice di questa mia rinascita. Al mio rientro a casa, con la soddisfazione della ritrovata donna, ammirata ed apprezzata, vorrei svegliare Chico per condividerne il piacere, ma è già molto tardi, però un salto in camera voglio comunque farlo. Dorme con la TV accesa, la luce dello schermo illumina flebilmente la stanza e,sembra fatto apposta, si concentra sul suo basso ventre completamente scoperto. Sorpresa ammiro un uccello in piena erezione, teso duro, una tumida cappella svetta dal bacino ergendosi verso il soffitto in tutta la sua imperiosa forza.
È veramente bello in tutta la sua splendida forma!
Tra le braccia di Morfeo spontaneo, forse più naturale, il suo intrigante toccarsi.
Nel sonno geme! Qualche secondo davanti a lui, turbata, copro le sue grazie, incolpevoli dita sfiorano il lungo palo di carne dura che, al tocco, reagisce con un palpitare osceno, unendosi ad un lunghissimo gemito.
Immobile, come rapita dalla sua eccitazione, guardo il suo corpo tremare, l’uccello gonfiarsi, una mano stringerlo forte quasi pronto ad esplodere di piacere.
Al crescere del suo respiro, impaurita da un qualcosa che rifiuto e che mi spaventa, immediato spegnere la tv e scappare in camera mia, con una assurda riflessione accompagnarmi: Purtroppo, per lui, domani è domenica.
Suo padre si è già chiuso nello studio, lui dice solo qualche minuto, ed io sotto il forte getto della doccia mi preparo ad un’altra lunga, e solitaria, notte…
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