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Racconto i segreti di mamma... a Suor Teresa


di geppettino2003
28.10.2012    |    89.019    |    7 9.6
"Ho chiamato più volte mamma dalla mia cameretta ma non mi ha sentito..."
Sabato 10 marzo 2001
Suor Teresa ci ha chiesto, per tutto il periodo che manca alla nostra prima comunione, di descrivere la nostra famiglia attraverso la stesura di una specie di diario. Dobbiamo parlare in particolare delle nostre mamme. Cosa fanno in casa, come passano il loro tempo. Cercare di scoprire qualche lato a noi oggi sconosciuto. - Perché la mamma è l’angelo del focolare. Loro lavorano anche quando voi non ci siete. Non si fermano mai, sempre indaffarate a fare qualcosa per il vostro papà e anche per voi. Descrivete ogni suo atteggiamento che vi colpisce. Fate un bel componimento che poi glielo regaleremo nel giorno della vostra I° comunione come un pensiero del vostro affetto verso di lei. Mi raccomando non le dite niente altrimenti potrete rovinare la sorpresa. Poi chi avrà fatto il più bel componimento avrà un bel premio. Una cosa che vi farà sicuramente piacere. Li leggerò solo io così a ciascuno di voi posso dare qualche consiglio, uno spunto per migliorare il componimento. E mi raccomando non vi rubate le idee. -
E ci ha consegnato un piccolo quadernetto nero sul quale trascrivere ciò che ha richiesto.

Domenica 11 marzo 2001
La mia è una bella famiglia. Papà fa l’ingegnere. Lavora sempre. Sta fuori tutta la settimana. Va via il lunedì mattina che ancora io dormo e rientra il venerdì sera molto tardi, quando io sono già a letto. Riusciamo a stare assieme solo la domenica, quando mi porta al parco. Mi lascia scorazzare con la bicicletta un regalo del suo ultimo viaggio di lavoro. Voglio bene al mio papà e mi dispiace vederlo così poco. Anche mamma ciò scoccia. Dice sempre che le piacerebbe se stesse un po’ più a casa. Che è poco stare assieme il solo sabato e la domenica. Ma lui risponde sempre che non si può avere tutto dalla vita. Anche a lui piacerebbe starle sempre vicino vicino ma il suo è un lavoro difficile.
Io passo le mie ore libera con mamma. Dopo i compiti gioco in casa, mi diverto con i miei videogiochi, lei non vuole che scenda in cortile dice che sono ancora troppo piccolo e i miei amici dicono un sacco di parolacce. La mia mamma è bella, con quei suoi occhioni chiari, i lunghi capelli lisci, sempre sorridente. È buona la mia mamma sempre a giustificare con papà le mie marachelle poi sempre pronta a soddisfare ogni mio capriccio, certo non tutti, ma qualcuno si. È brava la mia mamma riesce a dare sempre una risposta ai miei continui perché. Voglio tanto bene alla mia mammina.
Mi piace stare con la mia mamma. Specialmente la sera quando prima di addormentarmi mi lascia guardare un po’ di televisione. La guardiamo assieme. Io mi sdraio con la testa appoggiata sul suo grembo, e con le dita mi diverto a giocare con la catenina che porta alla caviglia. Mi piace molto sentire tra le dita le sue calze di seta mentre lei mi fa i grattini alla testa. Mi piacciono tanto le sue coccole. Dal polpaccio faccio risalire le dita sino al ginocchio poi lentamente le faccio riscendere sino a lambire la caviglia. Ripeto questo movimento fino a quando non mi addormento.
Durante la settimana mamma cucina, sistema la casa, stira, così il sabato ha il tempo per prepararsi per stare accanto a papà. Il sabato e la domenica mamma vive solo per papà. Già il sabato mattina è un continuo, prima dal parrucchiere, poi a comperare cose da una sua amica che vende mutandine e reggipetti, poi a fare la spesa. Ed io sempre a starle dietro. Uffa! Il pomeriggio comincia a preparare cena e poi a farsi bella per papà. Non so cosa facciano il sabato sera, ma quasi sempre la domenica mattina sento mamma lamentarsi. Sembra che le abbia fatto male ciò che ha mangiato la sera prima. La mia camera è vicina a quella dei miei genitori ed al silenzio del giorno di festa riesco anche a sentire quando bisbigliano. Sono lamenti a dir la verità piuttosto strani. Come se respirasse a fatica, con gemiti lunghi e prolungati, sembrano singhiozzi. Papà le resta accanto per tutto il tempo. Ma fortunatamente tutto dura poco. Poi durante l’intera giornata è particolarmente contenta.
Oggi sono veramente felice. Fuori c’è il sole e papà dopo pranzo mi ha portato al parco e mamma è venuta con noi. Ho scorazzato in bici un paio d’ore e mi sono divertito veramente tanto. Adesso sono stanco ma, prima di andare a letto, devo finire il mio componimento da dare a Suor Teresa.
Speriamo che lo abbia fatto bene.

Sabato 17 marzo 2001
Suor Teresa ha apprezzato il mio compito. Però è rimasta un po’ delusa dei pensieri di tutti. Ci ha detto che dobbiamo scoprire qualche segreto in più di mamma. Ogni mamma ha un suo piccolo segreto e se siamo così bravi dallo scoprirlo potremmo farle una bella sorpresa. ha detto - Ogni mamma non sempre dice quello che pensa o fa quello che vorrebbe fare.-
Ma io non so come scoprire i segreti di mamma, anzi sono sicuro che non ne ha.
Segreti che secondo Suor Teresa mamma, invece, deve avere. Per esempio mi chiede di scrivere qualcosa di più su quei suoi lamenti alla domenica mattina.
Sono un po’ preoccupato non so se riesco ad accontentare Suor Teresa!

Domenica 18 marzo 2001
Non mi è facile spiare mamma per scoprire qualche suo lato a me sconosciuto. Stasera mamma e papà erano in cucina ed io, prima si andare letto, mi sono fermato in salotto a guardare un po’ della partita dell’inter. Papà era ancora a tavola. Mamma era in ginocchio davanti a lui. Ridevano assieme. Lo facevano sottovoce. In penombra mi è parso che la mano di mamma cercava chissà cosa nel pantaloncino di papà. Forse papà si era sporcato durante la cena. Mamma tastava risalendo tra le sue gambe e papà, forse per agevolarla, allargava le gambe cercando anche lui chissà cosa sotto la gonna di mamma. Il tavolo della cucina no mi permetteva una buona vista. Erano passati alcuni minuti e la testa di mamma sembrava ondulasse sul pancino di papà. Vedevo poco ma riuscivo a sentire - come è grosso e duro. E’ proprio bello -, e papà rispondere - ehi sei tutta bagnata.-
Non sono riuscito a capire cosa era duro e così grosso da far sorridere mamma così tanto, e come lei si fosse bagnata. E ancora, perché mamma parlava come se stesse masticando qualcosa. Mi ha sempre rimproverato di non parlare con la bocca piena. Strano!
Comunque qualsiasi cosa stesse facendo papà le diceva che era bravissima e quello che stava facendo lo faceva veramente bene.
Ho guardato solo qualche minuto per ascoltare gli stessi lamenti che sento la domenica mattina. Poi ho avuti paura che mamma si accorgesse di me e mi rimproverasse quindi sono andato di corsa a letto.
Ho avuto solo il tempo per vedere un dito di mamma raccogliere qualcosa dalle sue labbra e portarselo alla bocca e dire - come è buono. -
Certo non so se questo può essere un segreto della mia mamma. Lo chiederò a Suor Teresa.

Sabato 24 marzo 2001
- Ecco bravo è proprio questo quello che volevo dire. Vedi a tua mamma piace tanto stare con il tuo papà. Deve volergli un gran bene. Sicuramente il tuo papà era felice per quello che mamma stava facendo. Un gioco sicuramente bello. Sei stato veramente bravo. Continua così, ma fai attenzione a non farti scoprire, nascondi il quadernino per non farlo trovare a lei, mamma potrebbe arrabbiarsi e la nostra sorpresa non riuscire. -

Domenica 15 Aprile 2001
Per due settimane Suor Teresa è mancata per un po’ e ci ha detto che in sua assenza di non dire del nostro impegno a Suor Chiara la sua sostituta.
Io, però, ho continuato a cercare un qualche segreto di mamma.
E proprio oggi forse ho scoperto qualcosa.
Papà nel pomeriggio mi ha dato il permesso di scendere in cortile, mamma non era d’accordo ma lui ha insistito. Così ho passato un po’ di tempo con i miei amici. Mi sono veramente divertito.
Ho dovuto suonare due volte prima che mamma mi aprisse. Quando mamma mi ha aperto aveva stranamente i capelli un po’ spettinati, ed era rossa in viso. Mi ha subito mandato a fare la doccia ma lei non è venuta. - Comincia tu che fra poco vengo - mi ha detto.
Mi ero lavato tutto ma mamma non era ancora venuta ma la sentivo parlare sottovoce con papà.
Forse si era dimenticato di me.
Con l’accappatoio indosso sono andato in cucina. Ricordando le parole di Suor Teresa. Mamma mi dava le spalle, una gonna lunga copriva le gambe tanto da arrivarle quasi alle caviglie. Papà la teneva in braccio sostenendola con le sue mani sul culetto, le gambe di mamma erano attorno al corpo di papà e con le sue mani si reggeva dal suo collo di papà. Non so che giochetto stavano facendo ma a mamma doveva piacere molto diceva - oh mamma mia che bello - strano lo diceva quasi sillabando.
Papà sollevava il corpo di mamma che invece aveva una certa fretta a ricadere sul corpo di papà. Era come se mamma fosse sull’altalena. Papà diceva - come sei calda dentro -. Calda? ma se mamma non aveva niente addosso che potesse bruciare. Aveva tolto anche le mutandine che erano a terra vicino ai miei piedi. Le avrà tolte perché forse si era rovesciata qualcosa addosso perché prendendole in mano mi sono accorto che erano un pò bagnate.
Un giochino che però doveva essere bello visto che mamma ripeteva - continua così dai non ti fermare. Tesoro sto venendo. Aspettami amore si eccomi, si vengo, vengo -
Ero convinto che parlasse con me - mamma ma io ho già finito!-
Non so cosa è successo ma c’è stato un po’ di trambusto. Mamma mi ha sgridato mandandomi in camera mia e papà si è subito girato quasi scappando nella piccola dispensa.
Bho!
Sono un po’ preoccupato per la reazione di mamma ma sono anche contento perché credo veramente di aver scoperto il segreto di mamma. Alla sua età mamma si diverte a fare giochetti con papà. Ma devo chiedere a Suor Teresa se ho combinato qualche guaio. Non vorrei che la nostra sorpresa si fosse vanificata.

Sabato 28 Aprile 2001
È tornata Suor Teresa e, dopo il catechismo, ha voluto leggere il mio diario. Lo ha voluto leggere per ultimo dopo che gli altri ragazzi erano andati via. Era proprio contenta perché l’ha letto due volte. Sono sicuro che stava già pensando a quale sorpresa fare a mamma nel giorno della mia prima comunione anche se pure lei mi ha rimproverato - devi stare più attento. -

Domenica 29 Aprile 2001
Ormai ho capito che quando mamma e papà credono di essere soli fanno dei giochini. È come se anche loro tornassero bambini.
Ieri sera, era tardi, papà era dietro a mamma che in ginocchio, sul grande tappeto del soggiorno, sembrava un cagnolino di quelli che scodinzolano contenti con il padrone. Muoveva il corpo proprio come fanno i cagnolini.
Avevo tanta sete. Ho chiamato più volte mamma dalla mia cameretta ma non mi ha sentito. Lei dice sempre di chiamarla, non vuole che al buio giri per casa. Posso farmi male. Ho anche gridato ma non mi ha sentito. Allora mi sono alzato e sono andato solo in cucina. Avevo veramente sete. Subito sono tornato a letto ma prima sono passato dal salotto. La televisione era ancora accesa ma le luci erano tutte spente.
Non so dire perché papà era a torso nudo e mamma con la camicetta stranamente sbottonata e con il solo reggipetto. Il suo petto non riusciva a stare fermo, si muoveva forte quasi le mammelle stavano per uscire fuori. Mamma si stava lamentando - ahi mi fa male non c’è la faccio - e aveva un viso sofferente, le labbra strette tra i denti e gli occhi chiusi. Ma non si fermava. Continuava come se volesse opporre resistenze alla spinte che papà da dietro le stava dando e lo incitava - dai spingi più forte - mentre le braccia tese sul pavimento le davano la possibilità di resistere ai colpi di papà. -
Non capisco ma se si faceva male perché stava in ginocchio. Forse il dolore era meno del divertimento. Ed a papà doveva piacere tanto quel giochino perché le diceva - dai muoviti, brava dai così -
Stavolta sono stato attento a non farmi scoprire. Ho subito pensato a quanto sarebbe stata contenta Suor Teresa a leggere il mio componimento. Mi sono nascosto dietro la porta ad ascoltare. - È veramente duro ed è bellissimo -. Ma insomma cosa ha papà di tanto duro che a mamma piace tanto. Sono sicuro che Suor Teresa lo sa ma non me lo vuol dire.
Intanto nascondo il mio quadernino dietro la mia collezione di Topolino.

Sabato 26 maggio 2001
Stavolta Suor Teresa ha voluto che l’accompagnassi nella sua celletta. Voleva che si facesse una prova su come si svolge il rito della confessione. Si perché a breve dovrò fare la prima della comunione. Prima però ha letto il mio ultimo resoconto. Mentre leggeva era proprio compiaciuta - è proprio brava la tua mamma, chissà che bel giochino farà la prossima volta con il tuo papà. -
Le ho detto che questo fine settimana papà non può tornare. Una scadenza improvvisa lo ha obbligato a restare fuori. Mamma non l’ha presa bene - e tu? - è stata la domanda di Suor Teresa. Le ho confessato che io, invece, ero contento.
- come mai? Non è che hai qualche piccolo segreto che non mi hai detto. Non è che nascondi qualcosa. Lo sai che non si dicono le bugie? Chi dice le bugie ha le gambe corte e gli si allunga il naso. Non lo sai? -
- A dir la verità è successo qualcosa ma siccome riguarda me, non penso che possa essere interessante. -
- Va bene allora devi sapere che perchè la confessione sia valida devi dire tutto quello che credi sia peccato perché solo così il prete ti potrà dare l’assoluzione - Ha quindi insistito perchè confessassi il mio segreto.
Si perché anch’io ho un piccolo segreto qualcosa che è successo proprio oggi. Non vorrei che questo possa essere peccato.
Suor Teresa si è seduta su di una sedia, le gambe un po’ divaricate e mi ha fatto mettere in ginocchio davanti a lei su di un tappeto. Per farlo ha dovuto alzare un po’ la tunica che indossava.
- Prima di accompagnarmi al catechismo mamma ha voluto farsi la doccia lasciando chissà per quale ragione la porta del bagno socchiusa.
Solo qualche minuto e ho cominciato a sentire quei lamenti che fa al mattino della domenica quando c’è papà. Sono subito corso per vedere se stava bene.
In bagno mamma era coperta da una enorme quantità di schiuma. Era la prima volta che vedevo mamma completamente nuda. Le mani lavano tutto il corpo. Le cosce, prima una e poi subito l’altra. Si chinava piano piano. Poi sul petto con le dita stringeva i puntini rossi che ha al centro del petto. Doveva farsi male per quanto li stringeva forte, ecco perché si stava lamentando. Ho visto che sobbalzava. Mamma dice sempre che l’igiene del corpo è importante.
Poi le mani lentamente sono scivolate sulla pancia, e poi sulla passerina come la chiama lei quando parla con papà in mia presenza. Ci ha passato una mano sopra poi anche l’altra a strofinare quei ciuffetti neri che sembrano dei piccoli capelli. Li insaponava passandoci sopra le dita con la schiena appoggiata alla parete. Mi è sembrato avesse avuto un piccolo mancamento. Stava per perdere l’equilibrio, forse per questo ha allargato un po’ le gambe. Mamma ci tiene tanto all’igiene perchè ho visto un dito sparire dentro il piccolo buco pieno di capelli - oh come è bello - una frase che ha ripetuto più volte come se stesse parlando con qualcuno. Ma non c’era nessuno.
A mamma deve proprio piacere farsi la doccia
La testa sotto l’acqua gli occhi chiusi e tanti singhiozzi ripetuti, uno dietro l’altro. Ma non stava piangendo il suo viso sembrava particolarmente soddisfatto. - Suor Teresa come mai mamma aveva una spazzola in mano? -
Suor Teresa sembra assente non risponde al mio perché, (mamma sicuramente mi avrebbe dato una spiegazione) e mi ha invitato a continuare mentre con le mani mi accarezzava i capelli ed io con le mie sfioravo le sue gambe.
- Proprio in quel momento mamma si era resa conto della mia presenza. Subito si è coperta con un telo. Io ero tutto rosso in viso e, stranamente, mi era cresciuto un pò il pisellino. Era diventato come i piccoli wurstel che piacciono tanto a lei. Avevo paura che mi sgridasse perché, credo, se ne fosse accorta anche lei per come guardava il mio basso ventre, invece, ha insistito a fare la doccia anche a me.
Strano generalmente me la fa fare quando rientriamo a casa. In un attimo mi ha completamente spogliato messo otto la doccia ed ha incominciato ad insaponarmi. Con lo spugnone e tanta schiuma dalle gambe risaliva il mio corpo. La schiena, poi ancora le gambe, il culetto, poi il petto, le braccia, per poi scendere sul pisellino. La schiuma era tanta che il pisellino quasi non si vedeva, strano perché era più lunghetto del solito. Forse per questo mamma vi si era soffermata. Era molto delicata nel prenderlo tra le dita, le mani insaponate scivolano su tutto il cosino, i suoi occhi erano interessati mentre scopriva la cappellina rossa e non si era accorta che il telo stretto sotto le braccia si era allentato lasciandola praticamente quasi tutta nuda.
- E tu? - una domanda che Suor Teresa mi fa sussultando un po’. Almeno questa era la mia impressione e, nel suo improvviso movimento, aveva ancor di più alzato la sua lunga tunica nera.
- Sorella era una sensazione strana. Sentivo come un piccolo formicolio al pancino. Mamma mi guardava e sorrideva. Mamma è sempre amorevole nel suo fare - - Dai puliamolo ben bene - La mano scivolava lentamente sul pisellino che, mi creda non mi era mai successo, era rimasto lungo e duro - - E poi? - - È successo una cosa strana. Mi tremavano le gambe, avevo il fiato corto, e mi batteva forte il cuore. Mamma come se sapesse continuava a tenerlo in mano mentre mi è scappata la pipì. Non sono riuscito a trattenerla. Ma era una strana pipì. Sembrava acqua che usciva a piccoli spruzzi. Schizzi che misti a schiuma hanno colpito mamma più volte. La schiuma sul petto, e sul viso. Mamma è rimasta sorpresa. Pensavo si arrabbiasse perché l’avevo sporcata con la schiuma sul petto e una goccia l’aveva colpita anche vicino alle labbra. Invece non ha detto niente, anzi ha raccolto con la lingua quella schiuma portandola alla bocca guardandomi negli occhi mentre andava via dicendomi - sei diventato grandicello è proprio il caso che da oggi in poi la doccia tu te la debba fare da solo. -
- oh mamma mia - Suor Teresa ha ancora un altro sobbalzo - però è proprio brava la tua mamma…. Sai perché ti è venuto il pisellino duro, sono cose normali alla tua età. Da ora in poi potrà succedere spesso, ogni qualvolta vedi un qualcosa della tua mamma che ti piace e stimola la tua fantasia. Non c’è niente di cui vergognarsi. Ma devi tenere il segreto, perché quasi sempre è così, sono cose che succedono in casa, specialmente se si ha una bella mamma come la tua -
- Se ho capito bene se guardo la mia mamma e mi cresce il pisellino è tutto normale ma allora perché non dirglielo -
- No! sai sono quelle cose che una mamma immagina ma non vuole sapere -
Sono tornato a casa più confuso che persuaso, ma mi sono dimenticato di dire a Suor Teresa che dopo la doccia con mamma il pisellino mi era tornato normale ma, mentre le ho raccontato l’accaduto mi era di nuovo cresciuto grosso grosso.

Domenica 17 giugno 2001
Oggi ho fatto la mia prima comunione. Era la mia festa ma era mamma che sembrava in tensione. Io ho indossato il saio francescano bianco mentre il corpo di mamma era fasciato da un particolare vestitino rosso, molto stretto e corto, con le bratelline che lasciavano completamente scoperte le braccia e che dalle spalle risalivano per sostenere una specie di pettino sul petto. Forse il vestitino era un po’ stretto perché le mammelle erano un po’ compresse e così vicine tale che si notava il profondo solco che le divideva. Aveva delle scarpe così alte che non capivo come stesse in equilibrio. Mamma stava proprio bene ed era bellissima. La guardavo seduta in macchina accanto a me con la gonna un po’ sollevata e mi è diventato un’altra volta grosso il pisellino. Mamma deve essersene accorta perché con una mano lo ha sfiorato più volte.
Per tutta la funzione religiosa avevo il pisellino teso e facevo difficoltà a nasconderlo è un po’ che il pisellino mi è diventato più lungo e più grosso.
Dopo la funzione Suor Teresa ha cominciato a donare ad ogni mamma presente quel quadernino nero facendo la gioia dei mie compagni e delle loro mamme.
A me ha voluto regalarmi un telefonino cellulare, dicendomi che il mio componimento era proprio fatto bene e che ero stato veramente il più bravo, invitandomi a scrivere ancora perché lei ancora non era riuscita bene a capire quale è il segreto di mai madre e quale migliore sorpresa potevamo farle. Poi si è avvicinata a mamma ed insieme hanno fatto una lunga chiacchierata. Devo essere sincero sembrava avesse in mano il mio quadernino. Mi sono distratto per ricevere gli auguri dei miei zii e per un po’ non le ho più viste.
È sera e discutendo con papà ascolto mamma sostenere che Suor Teresa, sua coetanea, abbia scelto di farsi suora, per nascondere chissà quale intimo segreto, non si spiegherebbe altrimenti perché una bella donna abbia preso i voti.
È strano Suor Teresa è convinta che mamma abbia segreti e mamma sostiene la stessa cosa.

Sabato 14 luglio 2001
Suor Teresa mi ha chiamato sul telefonino che mi ha regalato chiedendomi di raggiungerla in canonica. Aveva il mio quadernetto nero in mano. Stava rileggendo tutto il mio componimento. Una lettura sempre più interessata.
Era con un corto accappatoio rosso, aveva appena fatto la doccia, i lunghi capelli sciolti ed indossava anche lei scarpe con tacchi molto alti. Seduta con le gambe accavallate, era la prima volta che vedevo le sue cosce fasciate da calze nere, ma non quel solito nero che indossa sempre, questo era trasparente quasi invisibile molto simile alle calze che indossa spesso mamma. Suor Teresa assomiglia moltissimo a mamma.
- Oggi facciamo lo stesso gioco che la tua mamma fa con il tuo papà. Così ti svelo quel suo segreto che il tuo scritto mi ha aiutato a scoprire. Io faccio la parte di tua mamma tu invece fai quella del tuo papà ed il giochino che fanno è il gioco dell’amore -
Lascia scivolare a terra l’accappatoio. Suor Teresa era vestita con un reggiseno e delle piccole mutandine nere molto simili a quelle che ho visto mettere a mamma quando si prepara per passare il sabato sera con papà. Il reggiseno era tutto bucherellato con le tette appoggiato alle coppe. I suoi grossi bottoncini rosa del petto erano quasi tutti scoperti. Lo slippino aveva un piccolo taglio al centro che lasciava scoperti dei piccoli ciuffetti neri. Il bordo delle calze erano sorrette da gancetti che partivano da una stretta fascia nera che le cingeva i fianchi. Però che bella gambe ha Suor Teresa. Lei si gira ed io, con un po’ di vergogna le guardo, e gli occhi senza una precisa volontà risalgono fino al punto dove le cosce si uniscono al culetto. Lo slippino aveva un bordino così stretto che si nascondeva tra le chiappe. Suor Teresa è bella come mamma.
Ha in mano una cosa lunga con una forma strana, sembra una grossa suppostina, la tiene in mano, sento un ronzio e mi pare che nella sua mano vibra. - Sai cosa faceva la tua mamma con la spazzola in mano sotto la doccia - Lentamente si passa la punta di quell’affare sulle labbra, sembra che lo voglia baciare, con la punta della lingua ne bagna la punta, poi lo porta sulle tette. Lo fa sparire in mezzo alle mammelle. Si siede ed allarga contemporaneamente le gambe, strofina la punta sui ciuffetti di pelo nero che ha tra le gambe. Come mamma trema e respira forte. Con le mani spinge la grossa supposta tra le gambe e geme. Ascolto i suoi lamenti quasi sussurrati - …è bellissimo…- Allora mamma non stava piangendo. Suor Teresa muove il corpo sulla sedia, le lunghe gambe sembra accompagnino il corpo a muoversi in sincronia a quella sua mano che stringe forte quel suo giocattolino. Ma se a lei piace così tanto quello che sta facendo, allora anche a mamma piaceva giocare con il manico della spazzola.
L’espressione del viso di Suor Teresa era strana mentre in piedi mi veniva accanto. Le sua mani sul mio pantaloncino cercavano qualcosa. Non so spiegarmi perché mi era cresciuto il pisellino. Ho quasi contemporaneamente realizzato subito cosa faceva mamma e cosa aveva papà di grosso e duro. Era delicata Suor Teresa nello stringere tra una mano il mio uccello. Lo stringeva forte, lo ha avvinato alla sua bocca. Lo picchiettava sulle lebbra. In ginocchio davanti a me mi guardava con i suoi grandi occhioni mentre nella sua bocca l’uccello crescendo diventata muro. - ti piace? - Capisco perché mamma quella volta parlasse male e perché a papà piaceva così tanto ciò che stava facendo. Ecco perché la testa di mamma ondulava su e giù sul pancino di papà. Come era calda la bocca di Suor Teresa.
- Non sei ancora grande per prendermi in braccio, stai seduto, io mi siedo su di te. Tu fai quello che ti dico vedrai è tutto naturale e sarà bellissimo -
Non so cosa mi deve venire naturale ma ero già completamente nudo seduto davanti a lei. Suor Teresa ha stretto le sua gambe alle mie cosce sedendosi lentamente su di me. Con una mano ha preso alla base il mio diventato grosso pisello dirigendolo verso i suoi ciuffetti neri. Ho tremato quando l’uccellone è scivolato lentamente dentro lo spacchetto del suo grazioso slippino.
Ora capisco cosa piaceva tanto a mamma. Suor Teresa stava cavalcando sulle mie gambe e singhiozzava come mamma, e quel calore che sentiva papà lo sentivo anch’io sul mio duro uccello.
Il suo seno sballottalava davanti ai mie occhi impazziti, i grossi puntini rosa sfregano ripetutamente sulle mie labbra - prendili in bocca - Cosa che ho fatto subito - Mordili forte -
Non mi sono preoccupato di farle male e ho stretto la delicata carne tra i denti mi è piaciuto tanto giocare con la mia lingua sui bottoncini delle sue tette.
Anche lei come mamma si lamentava ma il suo era un pianto di piacere. Ecco perché mamma e papà si stavano divertendo così tanto.
- Si vengo -
Anche Suor Teresa stava per venire, lo diceva con un filo di voce incitandomi a non fermarmi. Ma io non stavo facendo niente era lei che faceva tutto. Ma ho capito dove mamma voleva andare ….- ancora tesoro mio, sai hai un bel pisellone - …e cosa papà aveva di duro e grosso
- si è proprio bellissimo….ooooohhhhhhhh….. -
Suor Teresa muoveva forte la testa, i suoi lunghi capelli le coprivano il viso, con gli occhi chiusi la lingua impazzita scorreva veloce sulle labbra. Respirava forte ed intensamente, lamentandosi per come sento fare a mamma. Io ho continuato ancora e mordere e sempre più forte le sue grosse tette mentre mi sentivo riscaldare le gambe di uno strano liquido che tanto usciva dalla sua passerina.
Dovevo essere stato veramente bravo perché Suor Teresa ha cominciato a baciarmi. Prima sulla fronte, poi sulle guance. Tanti baci, le labbra scivolavano sul mio viso e si sono fermate sulle mie. Non so perché ho aperto la bocca quando la sua lingua leccava le mie labbra. Era bello avere la sua lingua nella mia bocca.
- Adesso facciamo il trenino e sai perché desidero tanto farti venire - e mentre lo diceva avevo il suo culetto davanti agli occhi. Era in ginocchio e, come mamma, con le mani appoggiate in terra. Suor Teresa carponi ed io in piedi dietro di lei proprio come papà era con mamma. Ma non sapevo cosa fare. Avevo il pisello veramente grosso vicino vicino al suo bel culetto. Tanto vicino che la mia rossa punta sfiorava la sua pelle. Non sapevo se stavo facendo la cosa giusta ma ho spinto il mio corpo contro quello di Suor Teresa. Il suo dirmi - bravo così spingi forte mettilo dentro…si nel culetto - mi stava confermando che stavo facendo la cosa giusta.
Spingevo forte il mio corpo contro il suo, e Suor Teresa muoveva il suo di corpo contro il mio duro uccello. Il seno di Suor Teresa ondulava ripetutamente avanti in dietro
Anche lei si lamentava ma il suo non era dolore ed il viso non era sofferente come quello di mamma anzi al contrario gioioso e sorridente, ma come mamma stringeva tra i denti le labbra e la lingua nervosa bagnava le labbra
Ecco cosa stava facendo il mio papà e, come lui, con le mani sui fianchi di Suor Teresa anch’io spingevo il pisello grosso grosso dentro al bel culetto di Suor Teresa. Era una cosa che mi piaceva assai. Capisco perché a papà piaceva così tanto e mamma voleva avere un grosso coso nel bel culetto - Dai spingi forte sei bravissimo – mentre le sue dita di erano tra le sue belle cosce ed accarezzandosi la passerina sfiorava anche il mio pisello.
- Suor Teresa sto per fare la pipì - - si falla non ti preoccupare - E’ stato un attimo il suo girarsi e, sdraiatasi a terra, ha diretto il mio uccello tra la sua labbra. La bocca aperta e la lingua tutta fuori. Non so cosa stava succedendomi perché tremavo tutto, il corpo mi si è irrigidito e di nuovo ho spruzzato. Non è più acqua ma gocce color latte che schizzavano violente e ripetute dalla punta del mio uccello. Solo la prima le ha colpito il seno, tutte le altre, ed erano tante, Suor Teresa le indirizzava tutte nella sua bocca e, raccogliendole con la lingua, le ingoiava.
Poi si è messa in ginocchio, ha stretto il mio bel pisellone alla base e con la lingua ha cominciato a raccogliere quelle gocce che erano cadute su tutto il mio pisello. Era come se raccogliesse gocce di gelato che sciogliendosi scivolano sulla cialda di un bel cono. Una cosa strana ma che mi piaceva tantissimo. La lingua scorreva lenta dalle palline alla punta. Una volta, una seconda sempre lentamente. E mi è piaciuto di più quando si è messa in bocca tutto quanto il pisello. La sua bocca era veramente caldissima. Le mani tra i suoi lunghi capelli spingevano la testa sul pisello e lei leccava spargendosi sul corpo quella corposa goccia che l’aveva colpita sul seno.
È stato molto bello.

Mentre scrivo mi è diventato una altra volta duro il pisello. Ma come mai ogni volta che mi succede sembra che diventi sempre più grosso. La punta spinge sul pantaloncino e mi fa quasi male Mi è venuto una gran voglia di accarezzarlo. Lo stringo tra le dita di una mano e, come se mi fosse naturale, la faccio scivolare giù e su. Lo faccio guardando la grande foto di mamma ch c’è sulla mia scrivania. Guardandola aumento la velocità del mio movimento. Non sento più quel formicolio al pancino sento invece un qualcosa di diverso che non so descrivere ma che mi piace tantissimo. Mi alzo in piedi e schizzo una altra volta quel mio liquido denso e corposo sulla foto di mamma. Stringo forte l’uccello e continuo a sporcare il viso di mamma. Mi piace tantissimo farlo. Non so se è peccato ma dovesse esserlo so che Suor Teresa saprebbe come assolvermi.

Oggi sono veramente stanco. Vado da mamma che è seduta sul divano. Sta guardando la Tv. È proprio bella la mia mamma, le guardo le lunghe gambe raccolte fasciate con le sue belle calze. Mi avvicino dandole un grosso bacio sulla guancia per la buonanotte. Lei risponde accarezzandomi amorevolmente il viso. Ho un intenso pensiero : - Chissà se alla mia mamma piacerebbe fare quei suoi giochini anche con me, magari quando papà non c’è! -
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