incesto
Scopo mamma... per sbaglio...e...
di geppettino2003
07.01.2012 |
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"In pista per circa tre ore ho mosso il corpo come se stessi scopando..."
Un guasto all’ascensore ci tiene bloccati già da circa dieci minutiNel piccolo vano, dopo un inevitabile iniziale disagio ci ritroviamo stretti in dodici in una cabina che può ospitarne al massimo dieci. L’ascensore si è fermato appena iniziata la discesa dall’ultimo piano verso la hall. Immediati sono i soccorsi del personale alberghiero, subito si sono prestati per risolvere il problema. Dovranno provvedere alla manovra manuale. Lentamente la cabina sarà portata al piano terra dove potremo finalmente uscire.
Sono con mamma e papà in un albergo del profondo sud dove i miei intendono partecipare ad una gara di ballo. Mamma gestisce una scuola di danza latino americano, papà le fa da compagno oltre a coordinare tutte le attività occorrenti per l’organizzazione delle gare ed io, partecipo per la prima volta alle loro manifestazioni in qualità di sparring partner.
A dire di mamma ho un ottimo futuro come ballerino. Il mio corpo plastico e muscoloso mi è di aiuto. Secondo mamma, però, mi manca ancora quel certo quid per poter gareggiare. Sostiene che devo acquisire un maggior controllo della menta sul fisico.
Un controllo che ammetto la mia mascolina esuberanza rende particolarmente difficile!
Per papà quel futuro è molto vicino e conferma che quello che mi succede non è solo da attribuire a me ma alle maialone alle quali ogni tanto mi accompagno. Il suo consiglio “scegliti una partner, possibilmente gran fica, (questo attecchisce sulle giurie) coltiva un buon feeling, te la scopi mezz’ora prima dell’esibizione così ottieni un doppio effetto: tu sarai meno deconcentrato e lei piuttosto soddisfatta e pronta per una splendida esibizione e magari, dopo, un’altra bella scopata”
Ovviamente mamma dissente con ferma determinatezza. La sua è una scuola seria e non un volgare puttanificio!
Mamma è una brava esperta di Bachata ed è il ballo che maggiormente le viene chiesto di insegnare. La sua riflessione è che “questo ballo è un rituale di passione, sensualità e gioco scandito al ritmo incalzante di una musica travolgente che deve svilupparsi fra passi sinuosi, abbracci serrati, studiati ammiccamenti, il tutto per rendere concreta una finzione erotica che lega una coppia. Rappresenta il dominio dell’uomo prestante sulla donna disponibile che, complice si lascia guidare con fare provocante e consenziente. Nel ballo seduzione e sensualità devono fondersi in un corpo in cerca di maschie avventure provocanti.”
Per motivi diversi la bachata è anche il mio ballo preferito. Mamma mi ha insegnato i primi passi evidenziando che “il segreto del ballo è nel movimento morbido del corpo. Il bacino deve muoversi ritmico al suono. Nei poco più dei tre minuti di musica l’esibizione deve poter fare evocare sentimenti di passione, di profondo ardore.” Per cui mi ha insegnato come devo stringere il mio corpo a quello della mia compagna. Come i corpi devono parlarsi, come devono toccarsi, come i volti devono sfiorarsi, come le mani devono tenersi. “Ogni movimento deve materializzare l’intrigo che lega i ballerini. È importante che la donna sappia intuire cosa l’uomo sta per fare, e l’uomo percepire ciò che la donna desidera che le venga fatto.”
Le risultanze delle prime lezioni hanno materializzato però il mio reale problema Strusciarmi al plastico corpo di mamma, stringermi al suo percependone la morbidezza del suo seno, accostarmi con il bacino al suo splendido fondoschiena, insinuarmi con le mie tre la sue lunghissime cosce hanno avuto l’effetto della crescita di quel muscolo che ha manifestato proporzioni licenziose e difficilmente mascherabili.
Certo la vergogna stata enorme! Non sapere governare le mie erotiche fantasie mi hanno creato più di un problema e mamma, da donna esperta e matura, ha percepito immediatamente il mio stato di ragazzo erotomane. I suoi continui sguardi di amorevole rimprovero, comunque, sono serviti a poco. Il solo pensiero che ballando posso gestirmi un corpo femminile mi manda in estasi!
Confesso che mi sono avvicinato al ballo non certo per il piacere della danza, ma nella ferma convinzione che, se sei bravo, fai anche sesso! Le neofite del ballo che frequentano la scuola di mamma sono per la stragrande maggioranza delle belle fiche. Donne mature ed avvenenti che in pista manifestano tutta la loro voglia di sesso represso. Dal commento di papà ho appurato che molte si avvicinano alla danza per soddisfare, specialmente nei periodi estivi, il loro essere sessualmente trascurate e piene di libidine. Lo fanno stuzzicare fantasie che sconfinano con l’erotismo con il preciso intento di ricercare qualche piccante avventura.
Mi sono bastati, quindi, sei mesi per diventare un buon “bachateros.” Ho appreso bene gli insegnamenti di mamma ed ora so come strusciami ad una bella figura femminile, come trasmetterle la passione dell’uomo e, principalmente, come farle capire la mia voglia di scopare e soddisfare la mia fame di gnocca!
È vero mamma ha dilatato nel tempo le sue lezioni private ma, fortunatamente, la possibilità che mi viene offerta dalle sue clienti soddisfano le mie perniciose fantasie!
Sedici anni mi fanno apparire, per donne mature ed esperte, come l’oggetto di un irrefrenabile desiderio. Furbescamente approfitto del fatto che questo ballo rappresenta un loro un desiderio nascosto insito nell’inevitabile risvolto sessuale. Aggiungo alle quattro classiche battute personalissimi virtuosismi piuttosto erotici, equivoci e sensuali. Mi scateno in pista in compagnia di accattivanti signore rapite dalla concupiscenza delle mie movenze il cui unico obiettivo è ricercare un contatto fisico ed intimo. Sono sempre io a condurre il movimento con una sottile strategia che prevede di spingere e tirare il corpo della mia partner in maniera provocatoria. Strusciatine sul basso ventre, intriganti palpeggiamenti piuttosto osè e qualche volta un attimino volgari con il solo fine di comunicare il mio desiderio di possederla selvaggiamente.
Ed è già due settimane che ho avuto modo di girare in pista con Lidia. Con lei, più di ogni altra ho materializzato quella mia strategia scopareccia ma oltre a megagalattici rasponi non sono riuscito, ancora ad andare. Lidia è una avvenente quarantenne, coetanea di mamma, veramente una gran bella fica. Un bel seno prosperoso e ancora sodo, tale mi si presenta al provocante contatto con il mio corpo, fianchi ben disegnati si collegano ad uno splendido culo, lunghe gambe affusolate ne esaltano la figura e, nell’insieme, ne fanno una donna piuttosto intrigante.
Mamma, credo, se ne sia accorta e le sue pesanti occhiate confermano il suo dissenso.
Da ieri siamo impegnati in prove, lunghe ed estenuanti. Mamma è abbastanza esigente con le sue atlete, dividendosi a correggere errori su qualche passo e il suo impegno a perfezionare la sua esibizione con papà. Io pronto a sostituire qualche atleta non in grado di resistere a lunghe sedute di allenamento.
Stamattina una banale distorsione del compagno di Lidia ha rischiato di compromettere la sua partecipazione all’esibizione. Un veloce conciliabolo con mamma e, pur con un forte suo dissenso, si è deciso che sarò io il compagno che stasera la farà ballare una focosa bachata!
Abbiamo iniziato subito le nostre prove. In pista per circa tre ore ho mosso il corpo come se stessi scopando. Ho ondeggiato, prima lateralmente e poi perpendicolare al suo corpo. Ho ballato appiccicato alla sua provocante figura, dondolando con espressione gaudente e con un malizioso sorriso sulle labbra. Al ritmo della musica Lidia ha accettato il mio sensuale gioco fingendo, da perfetta attrice, un disincantato rifiuto. Mentre io inteso trasmetterle la mia immensa voglia di fica e contestualmente accendere il suo appetito sessuale coinvolgendola nei miei più sensuali, e piccanti, virtuosismi.
Dopo l’allenamento ho percepito distintamente la forte attrazione fisica di Lidia verso di me con un particolare interesse a quella parte del mio corpo che, sfrontato, ho ostentato. Il rossore diffuso in viso, le sue occhiate languide e gli atteggiamenti ambigui me ne hanno dato la conferma. Ma per quanto questo mi sia apparso palese il suo stato deve esservi qualcosa che inibisce la sua voglia di concedersi al selvaggio ballerino.
Io, ben pronto a soddisfare la sua esigenza, mi sono consumato il cazzo a pugnette!
Un frugale pranzo, in compagnia di mamma per rivedere un attimo la nostra coreografia e decidiamo quale sarà il nostro modo di rappresentare la nostra performance. Si decide che la nostra coreografia prevedrà che un aitante contadino domenicano circuisca la sensualissima moglie del signorotto proprietario della fazenda in un ballo lussurioso e dai forti contenuti passionali. A torso nudo, scalzo e con indosso un bermuda in jeans sfilacciato mi accompagnerò in un coinvolgente ballo che vede la mia compagna ballare, anche lei scalza, con una morbida e larga gonna sfrangiata il cui rosso fuoco è il colore dominante ed un variopinto foulard che fasciando il collo copre il seno annodandosi sulla nuda schiena.
Così vestiti cominciamo la sezione pomeridiana delle nostre prove.
Lo sguardo di mamma mi impone di contenere le mie esuberanze e mascherare la mia reale strategia. Della gara a me interessa ben poco il mio intendimento è trasmettere a Lidia la mia gran voglia di fica. Certo non sarà facile ma il mio impegno, giuro, sarà massimo!
Ed in effetti la mia maschile sfacciataggine non ha avuto limiti. Piroettando ho stretto più volte il provocante corpo di Lidia a me, il suo procace seno si è schiacciato sul mio petto. I nostri sguardi si sono incrociati più volte. Nei suoi occhi la sorpresa mista ad una forma di ammirazione. Le mie mani nervose hanno accarezzato i suoi fianchi, alla quarta battuta le ho lasciato saggiare la corposità di un bel cazzo tra chiappe invitanti. Sono stati attimi intensi dove la mia eccitazione è cresciuta di intensità. Poi ancora un giro, l’ho stretta di nuovo, un colpo pelvico e tra le cosce ho sbattuto, quasi con violenza, un muscolo che frenetico pulsava di eccitazione.
Lidia ha perfettamente seguito ogni mia iniziativa il suo sguardo era intenso. Ha ballato rapita dalla mie movenze. Abbiamo ripetuto più volte i passi delle quattro battute che, in fretta, si sono ripetuti dieci, cento, mille volte. Eravamo padroni assoluti della pista.
Io padrone assoluto del suo corpo. Lei padrona assoluta della mia licenziosa fantasia!
Mentre la musica stava per cessare la nostra performance si è chiusa nel più passionale, e travolgente, dei modi. Un ultimo giro poi il mio finale virtuosismo. Le mani sui suoi fianchi, ho sollevato di quel giusto la sua gonna, ho infilato una coscia tra le sue gambe, adagiando il suo corpo pesantemente sulla mia anca, ho spinto con mani tese il suo busto all’indietro e, al ritmo caliente della musica, ho pettinato morboso la fica. Contemporaneamente un mio sguardo intenso con le labbra strette tra i denti le ho lanciato un messaggio chiaro ed inequivocabile “ti voglio scopare!”
Ho percepito netto il suo intenso fremito. Solo per un attimo ha perso la battuta sul terzo tempo ma non ha inteso, o non ha voluto, interrompere il mio licenzioso attacco al suo invitante corpo.
Sono certo che ho stimolato la sua erotica fantasia con il perverso invito trasmesso dal mio provocante fare. Sfrontato, come non mai, ho inteso risvegliare quel suo bisogno di minchia!
Un applauso dei presenti ha dato merito alla nostra esibizione gettando le basi per la sicura ottima prestazione che tra un paio d’ore andremo a fare.
La mia azione non è stata, però, condivisa da mamma. Secondo lei ho oltrepassano il limite che deve esistere tra il sensuale e l’erotico. Redarguisce il mio fare avendo, da esperta, notato il grave errore di Lidia sull’ultima battuta dovuta sicuramente alla situazione imbarazzante che ha letto nelle espressione lasciva della mia compagna nel percepire il mio erotico massaggio!
Il suo commento “ti stava mangiando con gli occhi certo tu non ti sei trattenuto sei stato un attimino osceno ma anche lei con quelle suo movenze sensuali al limite della decenza. Sarà una bella sfida quella di stasera”
Ora siamo chiusi in questo piccolo ascensore, io in un angolo percepisco l’odore della selvaggia femmina che mi è davanti. Mi intriga il profumo di un corpo sicuramente eccitato.
Il vano lentamente ha iniziato la sua discesa. Circa mezz’ora è già trascorsa e siamo completamente al buio.
Tra un piano e l’altro dalla fessura delle porte dell’ascensore filtra un fascio di luce. Davanti a me c’è la figura di un corpo femminile. Un sobbalzo della cabina ed il corpo sussulta indietreggiando. Il trambusto nel piccolo vano aumenta. Il vociare si amplifica, così come i contatti tra i corpi diventano più intensi.
E allora perché non approfittarne!
Volutamente appoggio un bel cazzo su accattivanti natiche. Sento che si volta, percepisco netto il suo movimento. Si scosta allontanandosi.
Papà si fa carico dall’interno di collaborare con il personale impegnato nel nostro salvataggio. Chiede un po’ più di spazio danti alle porte dell’ascensore. Inevitabilmente ci stringiamo ancor di più!
È troppo forte l’impulso di appoggiarmi ancora ad invitanti chiappe. Gli occhi si sono abituati al buio, ma distinguo l’essenza di sesso che emana una femmina intrigante.
L’ascensore sobbalza ancora una volta. Il filo di luce mi consente di scorgere lunghi capelli neri che coprono nude spalle. Le sono dietro, mi accosto a splendide chiappe che, sembra, reclamino una morbosa porzione di minchia. Mi avvicino ancora di più. Mi appoggio, o meglio unisco il mio attributo sul suo invitante culo.
Decido di continuare nel mio morboso attacco. Al massimo riceverò un ceffone! Un sussulto conferma che la sua reazione è tutta nel brivido che le percorre la nuda schiena.
Sono eccitato!
Spingo il mio corpo contro il suo. Sa di avere il suo culo a diretto contatto un uccello possente. È palese il suo sobbalzare al perverso contatto! La mia è una morbosa eccitazione! Attimi nei quali mi aspetto un reazione. Reazione che, invece, tarda ad avvenire. Un altro fremito mi conferma che l’iniziale sorpresa repentinamente si sta trasformando in qualcosa di altro!
Percepisce la pressione del cazzo che, insistentemente, spinge sui glutei. Si accosta di più a me, mi conferma che apprezza il fisico contatto del mio duro cazzo tra le sue calde chiappe.
Sfacciata la mia mano penetra dalle nude spalle nascondendosi tra le pieghe del suo foulard. Con il palmo della mano palpeggio il seno. Percepisco voluminosi capezzoli!
Slaccio il reggiseno lo stringo in un pugno e lo infilo in tasca. Le procaci mammelle, belle piene sode, sono tra le mie mani. Spingo perverso il suo corpo al mio. Stringo forte i capezzoli. Sono gonfi. Pulsano tra le mie dita al ritmico scandire di un respiro forzatamente strozzato.
Freme!
Ho un suo capezzolo tra le mie dita. È turgido e duro.
È una conferma che il mio attacco sortisce effetti. Ho un culo splendido a diretto contatto con il mio uccello!
La mancanza da chissà quanto tempo di un bel cazzo che la possieda in un amplesso coinvolgente ed il contemporaneo provocante contatto di un muscolo ne stanno risvegliando sopiti ardori.
La sua è voglia di essere scopata. Un convincimento che mi è confermato dal sentirla abbandonare il corpo.
Manifesto ogni movimento che renda palese il mio stato. Mi avvinghio a lei per accentuare l’erotico contatto.
Dai movimenti del suo corpo percepisco che il troione è ormai rapita dalla eccitazione. Struscia il suo culo sul mio uccello percependone distintamente una eccitazione che ormai a stento riesco a controllare. Il suo respiro cresce di intensità. Si fa profondo e ritmico.
Sento cedere le sue gambe all’intimo contatto. Il mio sta diventando un fare deciso ed intrigante.
L’ascensore continua nella sua lente discesa. Credo abbia percorso si e no due, o forse tre piani. Ho ancora una decina di minuti a disposizione per materializzare la mia perversa strategia!
Un attimino ed il pensiero corre verso mia madre. Sapesse cosa sto facendo a così poca distante da lei. Dovesse accorgersene sarebbero veramente problemi. Ma confesso, adesso questo è l’ultimo dei miei problemi!
Sfacciato ed incurante delle persone presenti accanto a noi continuo imperterrito nel mio morboso attacco! Un attimo e, in preda ad un incontenibile colpo di libidine, libero un cazzo che velocemente prende la sua splendida forma. Sono un pazzo, incurante della situazione accosto il nudo uccello all’eccitante culo. Lo struscio perverso tra cosce calde, sul conturbante culetto. Appoggio una pulsante cappella tra provocanti chiappe.
Stavolta il sussulto è intenso. Un attimo e reagisce strusciando sapientemente l’una contro l’altra le cosce. Il cazzo ben stretto e avvia una morbosa sega. Ne sta godendo!
Ciò esalta ancora di più la mia eccitazione!!!
Ancora un sobbalzo della cabina.
E’ splendido come con le contrazioni delle chiappe, abilmente, governa alla base il mio potente uccello.
Sono in estasi, è tutto talmente eccitante. Sto impazzendo, complice l’intrigo dettato dalla presenza di tante gente accanto a noi.
il muscoloso cazzo spinge verso un culo invitante e ormai pienamente disponibile. Nitide deve percepire le pulsazioni di una verga che spinge forte tra invitanti chiappe!
Con un dito percorro labbra carnose. Lei le schiude. La lingua nervosa ne permea la lunghezza, mima in contemporanea, l’azione fallica di un eccitante pompino. L’altra mano impazza ancora su provocanti duri capezzoli. Lentamente lascio scivolare la mano su una caldissima fica. Il fine tessuto del costume è completamente bagnato. Divarica lentamente le cosce consentendomi di impossessarmi dell’umida fessura. Respira intensamente mentre possiedo la clitoride spingendo le mie dita nel suo corpo e spingo il suo culo contro la mia mazza.
Il suo gemere fortunatamente si confonde con il vociare dei presenti. La sua eccitazione supera ogni pudore. Il respiro è continuo ed intenso. La sorpresa ha definitivamente lasciato il posto alla lussuria.
Il mio maestoso cazzo si fa strada verso il piccolo foro di un culo splendido e lentamente comincia a spingersi contro.
E’ superba nel suo fare per godersi la morbosa inculata.
Senza più alcun pudore allargo, con entrambe le mani chiappe sode e, spostato il sottilissimo filino del perizoma, senza foga appoggio il duro cazzo nel suo scuro orifizio. Lento spingo.
Un po’ della sua saliva sulla cappella e, al massimo della reciproca eccitazione, immolo, il radioso culo che, con un gemito soffocato la mia porcona si gode.
Sconvolto dall’eccitazione, con colpi fermi mi impadronisco dell’intimo corpo della mia porca. Uno strozzato gemito accompagna la mia penetrazione. Vorrei afferrarle i fianchi per cadenzare i miei movimenti, ma evito per non rendere palese la morbosa situazione che coinvolge due corpi in mezzo ad altri dieci ignari soggetti di ciò che sta avvenendo nel piccolo vano,
È stupendo!!
Ormai posseduta dal piacere mi offre il meglio di se. Contrae le eccitanti chiappe come una femmina che la mancanza di un cazzo ha trasformato in quella gran puttana a cui sto facendo il bel culo!
Governa lenta senza alcuna fretta il mio uccello con tutto il corpo, i continui fremiti sono la certezza di un piacere da tanto tempo agognato,
Complici scopiamo!
Ancora lentamente l’ascensore percorre la sua discesa. Sento papà dire che ancora manca un piano. Ancora pochi minuti.
Percepisco un altro sussulto della mia amante. Stavolta credo dalla paura di essere sorpresa in un atteggiamento ambiguo e sporco.
Devo sbrigarmi!
Le mie mani, stringono forte il procace seno, reso vellutato dalla forte eccitazione. Lei muove nervosa i glutei. Stringe ripetutamente tra le chiappe l’enorme cazzo e, contemporaneamente, geme sommessa! L’eccitazione priva anche lei della ragione.
Spinge con trasporto il suo culo contro il mio uccello. Una intensa contrazione del mio corpo ed è forte la libidine che mi pervade mentre le scarico, in un caldissimo culo, tutta la mia eccitazione. Una enorme quantità di sborra. Un primo schizzo, un secondo ed ancora tanti. Stringo le labbra per non rendere palese a tutti il mio stato.
Anche lei gode. Sento scorrere caldissimo tra le mie gambe i caldi umori di una fica eccitata.
I nostri gemiti si confondono al buoi di un vano tra la concitazione delle gente pronta ad uscire verso una riconquistata libertà.
Faccio appena in tempo a posizionare un grosso uccello al suo posto che la porta, si apre.
“adesso sentire il calore della tua bocca. Voglio un pompino!...”
La fretta di uscire dei nostri inconsapevoli complici, la loro esigenza di respirare aria non mi consentono di poter parlare con la mia amante. La cerco con gli occhi. Non la trovo. Sarà scappata via. Forse per vergogna!
Papà resta con il tecnico mentre mamma mi invita, perentoriamente, a rientrare in camera.
Mamma corre subito in bagno. Io in quei pochi minuti cerco di riprendermi dall’intrigo di un culo che era stratosferico. Quelle pulsazioni, ritmiche, il modo di contrarre i glutei, l’irrigidirsi al massimo dell’eccitazione. Scaricare la mia morbosa eccitazione tra bellissime chiappe. E poi quel calore scorrere tra le mie gambe.
In mano stringo quel piccolo reggiseno. Il mio personalissimo trofeo che ho conquistato sul campo!
Corro in bagno. Ho il cazzo che mi scoppia di nuovo duro e teso. Sono ancora morbosamente eccitato.
Ricordo le riflessioni di papà. “SCOPALA PRIMA DELLA GARA!” mentre già stringo tra le dita un cazzo stratosferico.
Ho voglia di una megagalattica sega.
Gli occhi in terra intravedo il pezzo di sotto del costume di mamma…è dello stesso modello e colore del reggiseno che ho in mano…lo raccolgo… è bagnato….
NO…. MINCHIA HO INCULATO MAMMA!!!!!
Neanche il tempo di realizzare la dura realtà che la vedo sorridere appoggiata provocatoriamente alla porta… “e allora hai ancora voglia di un bel pompino” mentre porta un suo dito in bocca mimando quell’azione che ha fatto al mio di dito in ascensore
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