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Mamma ha il colpo delle strega - il massaggio


di geppettino2003
22.05.2011    |    94.317    |    3 9.2
"Resto interdetto quasi al limite della vergogna, ma non ho cosa fare, l’alternativa è lasciarla cadere… Sistemo due cuscini dietro la testa un lenzuolino per..."
Mamma si sta dedicando alle faccende di casa, dice sempre che il tempo non le basta mai, l’emancipazione femminile non ha risolto il problema delle pulizie domestiche. È in camera sua che sfaccenda, papà come ogni fine settimana, è partito all’alba per le sue interminabili battute di caccia, non tornerà prima di domani sera, rimango io che stamattina sono in camera mia a giocare alla play.

Pantaloncino e maglietta e mi aspetta un bel week end!

Un grido, oserei dire straziante, mi distoglie dalla mia concentrazione, chissà cosa è successo. Raggiungo trafelato mamma in camera sua. La trovo piegata su se stessa le mani su un fianco, il viso trasfigurato da un dolore lancinante
IL COLPO DELLA STREGA!!!
Mi verrebbe voglia di ridere per la buffa posizione assunta da mamma, ma non mi sembra proprio il caso. Il fiato a mala pena riesce a farle spiaccicare una implorazione di aiuto. Mi avvicino offrendole un braccio quale valido ausilio al suo precario equilibrio.
Il dolore deve essere forte perché non riesce a parlare, mi fa cenno di accompagnarla a letto per potersi sdraiare un attimino.
Impieghiamo qualche minuto per percorrere si e no quattro metri!
Soffre maledettamente. Riesco a farla sedere sul letto, le raccolgo le gambe e, tra lamenti al limite del singhiozzo, si distende. Mi adopero per consentirle di trovare una posizione che le riduca il forte dolore, talmente intenso che con un filo di voce: “nella nostra cassetta del pronto soccorso… trovami un antidolorifico… dai fai presto”.
In un casino trova la bustina azzurra, sciolgo la polverina in un bicchiere d’acqua e l’aiuto sorseggiarla. La sollevo cingendole il busto le mani, inavvertitamente, sfiorano il suo seno. Mamma non ha l’abitudine di indossare il reggiseno quando è in casa. Lo comprimo leggermente per qualche secondo. Resto interdetto quasi al limite della vergogna, ma non ho cosa fare, l’alternativa è lasciarla cadere… Sistemo due cuscini dietro la testa un lenzuolino per coprirle le gambe, chiudo le imposte per creare quel minimo di penombra che possa aiutarla a riposare ed al farmaco di fare il suo effetto.

Due ore sono passate, mamma è ancora assopita. Sono quasi le 11,30, mi affaccio alla sua camera, è girata su un fianco, il viso semicoperto dai lunghi capelli, una gamba leggermente raccolta mentre l’altra completamente distesa, il lenzuolo ha abbandonato la sua figura adagiandosi sul pavimento. Il corto scamiciato le si è raccolto sul grembo. Il respiro è ancora un po’ affannato, segno chiaro che il dolore non è ancora del tutto cessato.
Piano, per non svegliarla mi avvicino, raccolgo il lenzuolo, con l’intenzione di coprirla, sono invece calamitato dalle gambe, belle, lunghe, affusolate. La postura assunta scopre il bordo del piccolo slippino nero che indossa. Seguo il percorso che dalle cosce sale intrigante sino a congiungersi con i glutei. Il contrasto con lo slip è forte e rende molto attraente il suo culetto. Un seno timidamente è appoggiato alla sua mano e traspare accattivante dalla scollatura, il capezzolo dell’altro fa invece capolino tra l’abbottonatura del vestito. Entrambe le mammelle seguono la cedenza del suo respiro gonfiandosi ritmiche.
Mamma è veramente una gran bel tocco di fica, un fisico perfetto, ha compiuto quarantatre anni due mesi fa. Lunghi capelli neri, alta e slanciata, gambe ben disegnate e proporzionate al corpo, un seno pieno e sodo e un sedere che è un vero piacere ammirare. Papà continuamente la riempie di complimenti e non perde occasione per qualche apprezzamento particolare e, nella convinzione di non essere visto, approfitta di qualche toccatina fugace alle tette e, provocatoriamente, palparle il culettino. Mamma non disdegna anche se, con una buona dose di contegno, si ritrae bisbigliandogli con sorrisi maliziosi che ci sono sempre io in casa.
Le mie riflessioni sono, fortunatamente, interrotte dal debole lamento di mamma. La ricopro mentre lentamente si rigira. Dal viso contrito traspare tutta la sua sofferenza. Cerca una posizione che le possa dare un minimo di ristoro dal dolore. Soffre, le è precluso ogni movimento, le gambe non rispondono al comando, vuole alzarsi ma non ci riesce, si muove nel letto a stento e quei piccoli movimenti hanno di nuovo fatto scivolare a terra il lenzuolo, calamitando ancora una volta i miei occhi sul suo corpo. Il leggero vestito scopre adesso completamente il suo bacino, le cosce si piegano lentamente, lo slip nasconde a malapena i neri ciuffetti che le adornano l’intimo. Il seno è di fatto debordato dalla scollatura e richiama il mio interessato sguardo.
Resto affascinato dalla sua attraente figura!
Ho una forma di morbosa attrazione per mamma, o per meglio dire del suo corpo, è parecchio che mi perdo dietro il suo sculettare civettuola per casa. Il rapporto dei miei genitori è all’impronta di una complicità reciproca che materializza tutta la sua essenza nell’oscurità della loro alcova quando, soli si abbandonano al piacere della carne.
I miei primi istinti sessuali sono nati seguendo il suo accattivante ancheggiare. È tanto che passo parecchio del mio tempo a sbirciare ogni particolare momento che sono di impulso alla repentina crescita del mio attributo. Una crescita così forte, così dura che, naturalmente, cresce il bisogno di timide e solitarie carezze. È un po’ che la guardo con sempre più intensi strani formicolii che incessantemente, mi prendono lì in mezzo alle gambe, diffondendosi in tutto il loro piacevole effetto. Mi accovaccio alla porta del bagno mentre fa la doccia, od ancora la spio mentre si prepara per uscire dando sfoggio alla sua enorme sensualità. Poi mi perdo in carezze che sono diventate accattivanti e morbose pugnette!

Porca miseria e adesso mi sto eccitando!
Ritorno in camera mia mi rimetto a giocare ma per quanto tenti di concentrarmi ho il corpo di mamma stampato in mente.
Passa ancora un’ora ritorno da lei, è sveglia il dolore non le è passato, l’antidolorifico non deve averle fatto alcun effetto, il restare a letto l’affligge, ha tante cose da fare e poi c’è il pranzo da preparare. Con un filo di voce impastata dal dolore che le prende dalla schiena al costato comprimendole la parola, riesce a farmi comprendere che nell’armadietto dei medicinali c’e una pomata contro le contratture. Corro a prenderla, e resto interdetto davanti a lei….
Il problema adesso è chi le friziona la schiena, la mia esuberanza potrebbe crearmi qualche problema ed inoltre non credo di essere capace in massaggi terapeutici.
Impacciato cerco di aiutarla a rigirarsi su un fianco, il dolore è così forte che stenta a sbottonare il vestito “… dai aiutami….”
Timidamente armeggio sui bottoni, sul primo, le dita sfiorano la candida pelle, sul secondo la mano è a contatto con il delicato e morbido seno. Comincio a non riuscire a governare i miei movimenti. Sul terzo un capezzolo mi resta tra le dita.
Che bel contatto!
Una vampata di indescrivibile calore mi colora il viso diffondendosi su tutto il corpo, e specialmente lì. Al quarto i miei movimenti si bloccano, il seno completamente nudo sembra volermi parlare. Resto incantato davanti a mammelle sode e belle. È spesso che le sogno, e ammirarle adesso completamente alla mia mercè mi sconvolge di una eccitazione che da latente sta diventando bestiale.
Quasi balbetto!

Si rende conto della mia difficoltà, ma nulla riesce a fare per limitarne gli effetti. Cerca di coprirsi ma niente, il suo petto nudo provoca i miei istinti “… che fai lì imbambolato…. sbrigati… “ con un rimbrotto mi riporta alla dura realtà. Il problema è che devo metterla a pancia in giù. Le mani morbose impazzano sul suo corpo alla morbosa ricerca di un perverso contatto. Più volte le tocco morboso il seno! Raccolgo il vestito quasi sino al sedere, con la scusa di non doverlo sporcare, mi soffermo sulle natiche, e approfitto della situazione per cominciare timidamente a toccare…
Un po’ di gel tra le mani, sfrego entrambi i palmi per scioglierlo e riscaldarlo, l’ho visto fare a papà, poi, sempre più impedito, comincio a massaggiarle la schiena “… fai piano … non farmi male…”
Seduto sul bordo del letto, lentamente e con molta delicatezza, avvio i miei terapeutici massaggi.
Un brivido mi percorre la spina dorsale al primo superficiale contatto, il calore cresce di intensità, le mani tremano ad ogni frizione. Stare al suo fianco non mi aiuta. Mi sovviene papà che per massaggiarle la schiena si posiziona sopra di lei. Lo faccio anch’io. Le gambe sfiorano timidamente i suoi fianchi. Mamma ha una pelle vellutata.
Mi appoggiato sul suo bel culetto, come papà, e comincio a sfregarle la pelle.
Con i palmi aperti, mi impossesso del suo dorso, lentamente per non farle male, cerco di far assorbire la pomata che sembra intrappolata tra le mie dita. Più volte parto dall’alto percorrendo tutto il suo corpo e fermarmi al bordo dello slip sino quasi a toccarmi, proprio lì in corrispondenza del mio bacino. Le dita scivolano sui suoi fianchi e nel risalire sfiorano le mammelle schiacciate dal peso del suo e del mio corpo, “… AHIA! piano … fai piano piano… mi fai male…………ecco … così…” il suo lamentarsi mi conferma il persistere del dolore ma anche un primo sollievo che comincia a procurargli la mia azione.

I minuti passano e con essi cessa il mio iniziale impaccio. Con le gambe stringo sempre più forte i suoi fianchi. Per poterla massaggiare, quasi mi stendo completamente su di lei. L’intimo muscolo struscia più volte sulle sue chiappe e cresce senza che possa fare niente per fermare la perversa spinta, e come cresce mi fa quasi male. Cerco di darle discorso per distrarmi, ma l’uccello mi è diventato così duro e non ho alcuna possibilità per contenermi
“bravo… così… piano… sempre piano… OOHH… mmhhh…”

Sdraiato sul suo corpo, scivolo su di esso, il suo lamento copre il mio respiro, che è diventato profondo, faccio leva con le mani all’altezza del seno per rialzarmi. Mamma ha una pelle morbida e liscia. Assaporo l’odore che emana il suo fantastico corpo di femmina. Continuo i miei massaggi sopra di lei, continuo a strusciare il mio intimo sui suoi glutei, stringo forte le gambe ed il calore del suo corpo si diffonde al mio.
Mi sdraio su di lei, l’uccello spinge ripetutamente contro le sue natiche. Ondulo mentre spargo sulla schiena la pomata. Continuo aggiungendo un po’ più di pressione alla mia forza. Ma ad essa si aggiunge anche una dose di sottile perversione. Le dita si fanno intriganti e più volte sfiorano la morbida pelle del seno. Cerco di percepire una qualsiasi sua reazione.
Nulla!
Allora continuo, le sue mani raccolte sotto il cuscino agevolano il contatto delle dita sulla pelle, ormai palpo il suo seno senza alcun pudore, le dita, infide, si incuneano tra il suo corpo ed il materasso alla morbosa ricerca del contatto con i capezzoli. Li trovo, ci gioco, mentre, contemporaneo è il suo, forse, involontario, spingere il suo culetto contro il mio pube. Intanto lento risalgo con le dita dai fianchi sino a raggiungere le chiappe, per soffermarmi in un intrigante contatto con il mio uccello diventato teso e duro… “AHIA! fai pia…nnoo… ohhh… mmmhhhh…”. Una esclamazione mista ad una implorazione con il respiro che è diventato intenso!

Sdraiato sul suo corpo, insisto nel perverso contatto. Ripasso più volte sulle mammelle, le dita affondano libere tra la morbida pelle, si fermano in contatti scellerati, provo una sensazione di intensissimo piacere.
Sfioro la pelle nuda del suo corpo con la mente persa in fantasie indecenti!
Brividi intensi scuotono il mio corpo nei ripetuti contatti del mio bacino con il suo bel culetto, il muscolo tra le gambe continua a crescere, e cresce come non mai, una voglia irrefrenabile lo spinge ripetutamente tra il solco che divide le conturbanti mezze lune del bellissimo fondoschiena di mamma
“MMMMHHhhhh” Il suo è un gemito quasi represso!
Le sue naturali contrazioni sono una tortura per me, meno male che il suo essere di spalle non le consente di vedere quanto sono morbosamente eccitato. Credo però che lo percepisca. E l’infido specchio lo fa chiaramente notare a me!

Incurante appoggio tutto il corpo sul suo, la sua reazione ai miei massaggi è tutta nelle contrazioni delle chiappe che sembra vogliano avvolgere il mio intimo ad ognio contatto, mi soffermo sempre di più sdraiato su di lei, le mani impazziscono sul suo corpo e il cazzo gioisce dei suoi naturali spasmi “sei bravo… così… dai continua… OHH SIIIiiiii”
Ancora non mi è chiaro se i suoi sono lamenti procurati dal dalore, o sono gemiti prodotti da una forma di piacere che infido le sta crescendo. Di una cosa, però sono certo, io e specialmente il mio cazzo, sono in preda ad una eccitazione bestiale.
Steso su di lei, l’ennesima contrazione anale che, stavolta, chiaramente stringe forte il mio uccello ed una scossa assurda mi prende, mi irrigidisco completamente al suo ultimo gemito.
“AAAAHHHHH” Devo averle fatto male, perché anche lei si irridisce di colpo, stringe con più forza le natiche, emette un intenso lamento, lungo, prolungato, forte, attutito dal morbido cuscino, nello stesso istante che un calore intenso mi pervade il bacino.
Tremo sopra il suo corpo, violente contrazioni si impossessano di me, tento, ma inutilmente di contenere i violenti schizzi che si distribuiscono, copiosi, nel box!
Sono completamente sdraiato su mamma, e lei è totalmente succube del mio corpo, respiro a fatica “ooohh! mmhhh! Sssiii ssi" mamma quasi singhiozza, sillabando i suoi gemiti. Vorrei alzarmi ma una forza innaturale spinge l’uccello durissimo tra i suoi glutei, le mani non massaggiano più, sono ferme sulla porzione di mammelle in perversi tocchi, le dita cercano spudoratamente i capezzoli… li trovano ancora… li stringo, li sento gonfi al tatto.
Che bel seno che ha mamma!!
Secondi lunghissimi di un piacere assurdo, con il calore che continua a spargersi tra il mio pube, le contrazioni anali di mamma che si fanno ripetute, incessanti, continue: “così… bravo…ecco”; Lusinghe accompagnate dal suo respiro profondo.
Pur sdraiato su di lei continuo ancora un pò nei miei massaggi che più nulla hanno di terapeutico. La crema è stata completamente assorbita dalla sua pelle. Mamma si è rilassata. Sono cessate le sue contrazioni e per paura di essere scoperto in un attimo zompo dal letto e corro in bagno, con la scusa di lavarmi le mani. Rinuncio finanche al piacere di ricoprirla, sarebbe troppo, potrei correre il rischio di rendere chiaro il mio stato e poi è enorme la vergogna che mi ha assalito!...
Che figlio degenere approfittare del suo malore per toccarla perverso. Ma che bella sensazione! Il cazzo perso sull’incavo del suo culetto, le naturali contrazioni delle chiappe ad ogni mio massaggio, steso su di lei con l’intimo muscolo teso che spingeva subdolo, le mani su entrambe le mammelle. Bellissima è stata l’eccitazione che il culetto di mamma mi ha procurato.
Però strano, nessuna reazione da parte sua non posso credere che non abbia percepito che gran maiale sono stato!

Qualche minuto per pulirmi alla meno peggio ed indossare un pantaloncino pulito e le sono di nuovo accanto. Seduto sul bordo del letto, celo la naturale vergogna e scopro che i miei massaggi sono riusciti a lenire in qualche modo la sua sofferenza. L’espressione del viso, appoggiato al guanciale, è diventato un attimino più sereno, i lineamenti si sono addolciti, riesce a parlare con meno sforzo, mi accarezza il viso ringraziandomi per l’affettuoso aiuto.

Sapesse!

Riesce a rigirarsi, il leggero lenzuolino a mala pena riesce a coprirle l’opulento seno. È nuda i capezzoli stranamente duri spingono sul tessuto, guardo tra il solco nella speranza di poter vedere di più.
Le faccio compagnia ancora qualche minuto mentre si assopisce nella speranza che il dolore le cessi definitivamente o quanto meno le consenta di alzarsi……
La lascio per rispondere al telefono. È papà al quale riferisco del malore di mamma. Si duole ma prima di domani sera non potrà rientrare, per cui dovrò forzatamente badare a lei e l’unica soluzione per il suo dolore, secondo il parere di papà, sono le supposte!……

Mamma non vuole pranzare, a me basta un panino e riprendo a giocare ma la mente non mi accompagna.
Ancora due ore e torno in camera, mamma dorme, caspita è nuda, solo lo slip mi priva della sua totale nudità, ancora una volta il lenzuolo ha abbandonato il suo corpo, il seno, prosperoso è completamente libero alla mia vista, mi verrebbe voglia di accarezzarlo, solo due passi per guardarlo meglio, mi blocco ancora, di nuovo lo stesso friccico tra le gambe, è meglio che esca.
Accendo la TV ma niente sono sconvolto dal suo corpo, una esperienza travolgente, bellissima, non riesco a pensare ad altro, sono di nuovo eccitato ho voglia di menarmi l’uccello fantasticando sul suo corpo.
Mamma mi chiama, è sveglia, il dolore le è ritornato ancora, più forte, dal viso traspare netta la sua sofferenza, la informo della telefonata di papà e del suo pratico consiglio.

LA SUPPOSTA!..............
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