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Intrigo e strategia per mamma (ovvero la presa di coscienza di non essere solo madre...)
di geppettino2003
31.03.2019 |
24.855 |
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"Le mani sul viso cercano di contenere un grido di paura..."
Anche oggi, in giro per negozi, abbiamo subìto i maliziosi sguardi di chi fantastica sul nostro poter essere una fedifraga coppia.
Ormai ci capita sempre più spesso!
All'inizio arrossivo, con vergogna ed imbarazzo, consapevole che i miei naturali portamenti di donna matura, dal giovanile aspetto, bassina formosa, non grassa, bionda, capelli lunghi, una interessante 3^ di seno, con un bel fondoschiena sporgente, potessero, certamente, offrire tale opportunità.
Nei mie atteggiamenti, forse appariscenti, ma non certamente volgari, autorizzo occhi interessati a risalire il mio corpo, quasi accarezzarlo, soffermarsi sulle mie accattivanti grazie, apprezzarne le sinuose forme.
È vero, quando mi va, so stuzzicare, senza esagerare, graduando sapientemente malizia, e una naturale sensualità, e saperlo, e poterlo, fare a 50 anni mi da quella senso di soddisfazione che, è inutile dirlo, gratifica noi donne.
Ma sono anche una apprensiva mamma per cui, con garbo, ho più volte dovuto riportare il tutto in un contesto più veritiero per non mettere il mio ragazzo a disagio, rendendo palese l’evidente, affettuoso, legame che ci unisce.
Ho, così, cominciato a sfidare quegli sguardi con, nei miei occhi, il chiaro segnale che non sono la vogliosa tardona in cerca di avventure, ma una amorevole madre con accanto il piccolo uomo della sua vita.
Poi Manu confortarmi “non ti curar di loro ma guarda e passa” e, implicitamente confermarmi che solo bizzarre fantasie possono prevaricare l’affetto di una madre, sottolineando la sua fortuna di avere una così piacente mamma che, sicuramente, stimola pensieri ed invidia nell’avermi accanto.
Così, piano piano, come se una forma di tacita intesa guidasse il nostro segreto, ho gradito i suoi primi, garbati, complimenti sul mio attraente fisico, piacevolmente sorpresa delle sue attente riflessioni sulla mia figura e sul come, gli piacerebbe, esaltarla.
Non me le aspettavo!
Quale donna, sia pure madre, non ama essere adulata e lusingata. Compiaciuta, e disponibile, ho, quindi, accettato i suoi consigli su cosa indossare, sorpresa dell’invito a mettere in risalto le mie accattivanti forme.
“Mamma oggi li faremo impazzire!”
Quell’iniziale fastidio per strada è, così, diventato un divertente gioco. Ed ora, ammetto che quei penetranti sguardi per strada, le sicure piccanti fantasie, stuzzicano i mie pensieri facendomi piacere. L’imbarazzo è andato sempre più scemando lasciando il posto a complici sorrisi di intima intesa tra di noi, e poi lunghe risate commentandone gli episodi.
“Hai visto come ti guardavano”
“Si e ho anche sentito qualche commento!”
“Dai che ti sei divertita”
“...e, sicuramente, anche tu!”
Oggi mi ha chiesto di indossare il giubbotto in pelle nera, era anni che oziava nell’armadio, scegliendo una leggera camicetta bianca da abbinare ad aderenti jeans, leggermente strappati, completando la mia mise con un scarpe con un bel tacco alto.
Fa piacere essere ammirata ed è ancora più bello che lo faccia tuo figlio, una mamma non può che gioirne, allora perché non accontentarlo.
Allo specchio ammiro il corpo di donna a cui piace essere in forma, i jeans esaltano la mia plastica figura su alti tacchi, raccolti i lunghi capelli biondi per lasciare, a sicuri occhi interessati, di apprezzare il discreto décolleté. Un filo di rossetto, rigorosamente rosso, disegnano il contorno di pronunciate labbra e un po’ di fard colorano le gote, e mi rivedo la bella pin up dei miei trasgressivi anni 90.
Lungi da ma voler passare per una donna dai facili costumi, non credo essere da condannare se solo voglio ancora credere di poter suscitare emozioni al solo scopo di sentirmi viva. Me ne rendo conto, sono un pò esibizionista, mi a chi non piace sentirsi osservata e desiderata, consapevole dell’intrigante fascino della terza età. Ed il malizioso sorriso di ammirazione di mio figlio, devo dire, invoglia sempre più il mio fare.
“Mamma oggi sei super... farai faville!”
“E tu invidiato con accanto la trasgressiva femmina!!!”
Confesso con una naturale forma di empatia mi è stato facile, per strada, leggere piccanti pensieri, interpretate maliziosi sguardi, immaginare particolari fantasie e, forse anche per questo, nel nostro passeggiare, ho permesso che oggi, cingesse il mio corpo. Le sue forti braccia tenermi stretta, le sue mani scivolare sui fianchi, sfiorarmi più volte i glutei, tastarli rendendo veramente possibile fare intendere di essere il giovane puledro, orgoglioso della conquista della matura femmina!
Tocchi forse oltre il lecito tali a spingermi a pensare se qualche fantasia non stia nascendo anche in lui. Che stesse materializzando qualche fantasia un po’ azzardata su di me.
È normale, non dico sia giusto ma può starci!
“Tesoro è meglio non esagerare”
“Dai lasciamoli nel dubbio!”
Tornata a casa, Emanuele subito in camera ad armeggiare al computer io, rapida, sciolti i lunghi capelli biondi, riprendo le mie casalinghe mise con l’intento di sistemare un po’ il suo regno.
Magnifici Rem, dal suo computer, in sottofondo, mi accompagnano nel domestico fare nel suo territorio.
Il disordine impera!
Mi lascia fare chiudendosi in bagno per una rinfrescante doccia.
Sfaccendo, la musica dei miei anni migliori mi obbliga a sfiorare il touch per la voglia di ascoltare “Out of Time”
Subito lo screen saver scorre su mie immagini. Il mio volto, primi piani dei miei occhioni chiari, in dissolvenza le mie innocenti, e
naturali, espressioni, secondi di fermi immagini, poi a seguire,
istantanee che, sembra, crescano di intensità.
Forse un po’ azzardate quelle in costume!
Ricordo la divertente mia battaglia interiore quel giorno in boutique, in bilico se esagerare con indosso un piccante modellino, ovvero cedere ad anonimi costumi interi, sicuramente più adatti al mio ruolo di donna di famiglia.
Con tra le dita un fine tessuto in tulle bianco e pizzo chiedermi perché non sfidare il mio saper provocare. Bello l’intrigante taglio, piuttosto sgambato, accattivante il profondo décolleté del frivolo triangolino di tessuto adatto per valorizzare la mia,piena, terza di seno.
Allo specchio, sola nel camerino, bello il colore, originale il modello, perfetta la vestibilitá, ho ammirato la mia interessante silhouette valorizzata da un frivolo incrocio di laccetti. Un modello sicuramente poco adatto per abbronzarmi (avrei rischiato quell’antipatico effetto zebra), ma immaginavo come la bronzea mia pelle, baciata dal sole nel contrasto con il candido colore bianco, potesse creare sensuali effetti.
Civettuola, per come sono, mi sono lasciata convincere dagli ammiccanti commenti di una brava commessa a prenderlo, anche se di una taglia più piccola “...per questo perfetto per catturare l’attenzione con l’intento di riscopre il suo voler essere particolarmente hot!...”
L’effetto che adesso vedo è quello di una provocante tardona, stesa beata sul telo, dopo un rinfrescante bagno, a lasciarsi baciare dal tiepido sole dell’imbrunire. Irti capezzoli per la naturale reazione al contatto con l’acqua fredda, modellano il delicato tessuto, e il perfetto taglio di intime labbra, poco protette dal ciuffetto rasato, lasciano, veramente, poco alla fantasia. Non posso non commentare il mio essere una bella gnocca!
Prendo atto di essere stata un pò esibizionista, ma sentirmi addosso interessati sguardi ha dato forma alla certezza al mio essere donna capace di suscitare particolari desideri!
Mi incuriosisco, non mi ero accorta del suo fotografarmi, convinta che, con lo smartphone in mano, fosse impegnato a chattare come al suo solito.
Continuano a scorrere le mie immagini. La mia figura intera in casa a sfaccendare in comoda libertà. Zoom sul disegno di prosperose mammelle riprese di profilo ben contenute da aderenti, scollate magliettine, un primo piano bel fondoschiena valorizzato da stretti pantaleggis. Riconosco, ed apprezzo, un corpo tonico grazie a mesi di palestra.
Una sequela di belle fotografie. Non vedo volgarità, ma un crescendo di emozioni che, sembra, comincino a soffermarsi sulla mia particolare sensualità casalinga.
Su ogni foto scorre l’acronimo dei R.E.M. - rapid eye movement la cui logica traduzione è - quella fase del sonno in cui si inizia a sognare -
Anche diversi selfie assieme al mio ragazzo. Mi soffermo sulle chiare espressioni di occhi curiosi, piuttosto interessati, sbirciare, oltrepassando il lecito, e perdersi tra il profondo solco di morbide mammelle.
Sorrido! In casa sono molte le condizioni che, naturalmente, offro e, per un ragazzo della sua età, sarà normale cominciare a subire incontrollabili pulsazioni.
Forse per questo se, ultimamente, nei suoi diventati assidui abbracci, nel suo continuo stringermi, mi è sembrato cercasse azzardati contatti. Sorpresa, ma non scandalizzata, anzi lusingata, ho accettato il suo delicato fare.
Non credo aver sbagliato, è bello abbandonarsi ad un giovane corpo, poi perché sottrarsi a piacevoli momenti, amorevoli carezze, garbate effusioni di un bel figlio. Ho lasciato ad umide labbra risalire lente il collo, sostarvi attimi e lasciarvi morire un intenso caldo respiro. Quale madre non gradisce, anche, innocenti provocazioni del proprio figlio e, nei tremori del giovane corpo, percepirne le prime particolari, intime, emozioni!
Quante madri hanno la forza di reagire! Confesso, occhi discreti hanno, più volte, tentato di scrutare cosa potesse celarsi tra le sue potenti gambe. Qualcosa che appare interessante per forma e dimensione. Qualcosa che saprà dare gioia e perdizione!
Pochi secondi per scoprire la fine di un download e, solo attimi, per rivedermi oggi davanti al grande specchio del camerino.
Il birichino, messo nella tasca di dietro dei suoi jeans il telefonino e, di spalle, scostata leggermente la tendina, il riprendermi è stato semplicissimo.
Mi guardo far scorrere la zip del giubbotto, liberando le mie grazie. Mi ammiro particolarmente provocante.
Sfilo la camicetta, resto con il solo nero reggiseno, naturale mie è ravvivare il seno costretto nello stretto giubbotto. Solo con indosso i jeans, senza nulla sopra, il seno di una cinquantenne fa la sua bella figura, i capezzoli sono inaspettatamente turgidi, l’effetto dell’aria condizionata. Pochissimi secondi di innocenti personali, ma piacevoli, tocchi. Premo con le mani i seni, li schiaccio uno contro l’altro, alzo le braccia li lascio sobbalzare liberi.
In perfetto equilibrio su alti tacchi, sfilo i jeans, il primo gambale, poi il tutto, sorrido apprezzando le mie lunghe gambe impreziosite da velate calze nere e un tornito sedere valorizzato da una trasgressiva culotte nera che lo fascia.
Indosso, lentamente, uno stretto pantalone bianco, ancheggio ondeggiando plastica, floridi glutei si sollevano per comprimersi nel delicato tessuto. Movimenti lenti, sinuosi. Un attimo ad ammirare le mie fattezze, dal bel culo traspare chiaro il disegno dell’intrigante intimo, il procace seno riflesso nello specchio e il contorno perfetto di carnose labbra che, oggi, hanno materializzato non solo morbose fantasie.
Le immagini scorrono e con esse un pensiero comincia ad attanagliarmi!
E se mi fossi trasformata in un suo erotico desiderio!
Un pensiero subito interrotto da un inquietante assillo. Lo scambiarci per una travolgente coppia può aver favorito il nascere di sue fantasie su di me. Forte mi assale il dubbio che i miei naturali atteggiamenti, i suoi suggerimenti su come propormi, il mio lasciarlo fare, abbandonarmi disponibile tra le sue braccia, possano aver indotto, anche in lui, azzardati pensieri, sulla bella, ed intrigante, milf con il giovane aitante toy boys.
So bene che la prima femmina che il maschio ha "disponibile" è la madre. La femmina matura, e bella, diventa la prima musa ispiratrice che un giovane, con gli ormoni a palla, esalta galoppando con la fantasia.
Ed io, forse, esagerando sto contribuendo ad alimentare le sue, possibili, sconce fantasie.
Se è vero, che quei chiari tremori del suo giovane corpo nel trasferirsi al mio, fossero morbosi tentativi di farmi percepire le sue imperiose erezione.
Devo, con amorevole affetto, fargli capire che una cosa è giocare, complici divertirsi nel trasferire ambiguità, cosa diversa è il desiderio di una conquista difficile da concretizzarsi perché io sono sua madre!
E SE ORA STESSE!!!...
Appoggio l’orecchio all’esile porta del bagno, ascolto il suo respiro, naturale è chinarmi, dal buco della serratura solo le sue forti spalle riesco a vedere. Percepisco quasi sillabato il mio nome e “...un bel seno, che gran culo, splendida bocca...” sono le uniche parole che, invece, ascolto chiaramente.
È maledettamente vero? Ha dissociato la mia figura di mamma dal corpo della donna, scoprendo il piacere del sesso solitario grazie al mio essere femmina.
D’impeto entro.
Si volta. Nudo tringe tra le mani qualcosa di particolarmente duro (una sensazione di paura per le dimensioni di un profilo cavallino). Come se un pugno nello stomaco mi tagliasse il respiro, resto visibilmente scossa, lunghi secondi attonita, sorpresa, e imbarazzata.
Spontanea è una stupida domanda
“Cosa stai facendo?”
Nessuna risposta, se non il lungo sospiro di un piacere interrotto.
Le mani abbandonano una intrigante presa, quel suo intimo pulsa frenetico come se lo implorasse di riprendere il suo fare. Libero svetta in continui, ripetuti, scatti nervosi.
Mi guarda con occhi intensi. Mi avvicino, guardo in basso e mi è chiara potenza, forza e vigore di una magnifica verga. Con entrambe le mani tenta di nasconderlo alla mia vista. Gli è difficile. Nei suoi tentativi è naturale toccarsi e, sembra, voglia ostentare, sfrontato, il suo fare, incurante della mia presenza!
Per sdrammatizzare, non so come, né perché, sorrido, forse l’unica soluzione per mascherare un difficile mio momento.
Lenta arretro, mi allontano, la mano accompagna la porta alle mie spalla. Non rispondo al suo debole, ripetuto, chiamarmi.
Devo, forzatamente, fermarmi dietro la porta socchiusa, le gambe mi tremano, mi appoggio alla parete, ho la vista annebbiata. Quel dubbio è diventato certezza!
Il cuore mi batte forte nel petto pompando veloce sangue al cervello, un lungo brivido percorre il mio corpo, una reazione, non so se per quello che ho visto o per quello che sta, adesso, facendo.
Cerco di darmi delle rapide risposte. Non voglio condannare la masturbazione, so che non è né peccaminosa né dannosa, anzi può essere una buona valvola di sfogo in particolare momenti. Perché preoccuparmi, sono sua madre, chi meglio di me può capirlo, giustificarlo.
Ma è ciò che ho letto nei suoi occhi che mi spaventa. Un desiderio, morboso, perverso. Assurdo! Da quanto tempo? Allora i suoi consigli, l’essermi complice, gioire dei miei atteggiamenti, i suoi continui abbracci, quei baci. Le foto, ed oggi quelle riprese, tutto per alimentare la erotica fantasia.
Non sono più sua madre, ma la femmina, esperta e disponibile, unica attrice di un suo solitario piacere!
E ora come potrò riprendere in mano la situazione, come tornare indietro, come riportare il nostro rapporto nel più giusto equilibrio madre/figlio.
Pensieri interrotti dalla sua voce. Ascolto!
“... ho visto come lo stavi guardando, ti è piaciuto, ti piacerebbe metterlo tra le minne, poi a pecora farti scoparti da dietro. Voglio vederti godere con il tuo bel seno che reagisce ai mie secchi colpi....”
Scossa vorrei poter reagire a pensieri figli di una sporca eccitazione.
“Ti piacerebbe cavalcarlo, mentre ti pizzico i capezzoli e ascolto il tuo eccitante gridare. Voglio vedere la sua espressione da troia impazzire con questo grosso, e duro, cazzo mentre mi scopi, pronta a farti sborrare tutta...”
Un crescendo di volgarità. Non so che fare. Rabbia e disperazione accompagnano il lento scivolare su me stessa.
“Ti voglio piazzare il mio cazzo davanti agli occhi, tu prenderlo in bocca, stringerlo con quelle labbra succhiacazzi, pompare sino farmi sborrare sul seno, sul viso...”
Stringo le labbra vorrei gridare, fermare quel suo sbattere forte. Sento distintamente colpi decisi accompagnare i suoi diventati chiari gemiti di un cresciuto perverso piacere.
“ Mamma voglio guardarti mentre lecchi il mio piacere e godi tirandoti un ditalino solo per me...”
Non c’è più limite alla sua zozza fantasia pronta per trasformarsi in una esplosione di piacere.
Le mani sul viso cercano di contenere un grido di paura.
Ad occhi chiusi sento che sta per godere, è come vedessi quella splendida verga schizzare impetuosa.
“Siiiiiiii....mamma..sborrooooo...“
Esplode la sua eccitazione, lo sento dedicarmi il suo godere. Chiaro mi è il suo intenso gemere!
Sobbalzo sconvolta, apro gli occhi mi è davanti, nudo eccitato, sferra colpi decisi su di un cazzo stratosferico.
Non ho come difendermi, ne saprei come farlo.
“... Mamma guardami...”
Caldissime gocce del suo seme perforano le mie dita. Tendo le braccia, tento inutilmente di allontanarlo, continua, schizzi ripetuti si spargono sul mio viso.
“... Ssssiiiiii godo...”
La sua è una espressione estasiata di chi dopo un lungo periodo è riuscito a coronare un sogno, una speranza, un forte desiderio.
Non smette di sporcarmi del suo amore, si avvicina, volutamente indirizza il suo denso seme su di un disponibile seno, sento il suo calore spargersi su di un corpo che non smette di tremare.
“... Mamma mi fai morire!...”
Tra le mani stringe forte una verga che esplode ancora il suo piacere.Un brivido intenso mi scuote, non è più rabbia ma una sensazione stranissima una emozione nuova, mai provata.
Una miriade di pensieri mi sconvolgono, confusa non so come reagire. Lunghi attimi inerme davanti ad un bellissimo cazzo che continua a regalarmi la sua eccitante lussuria.
“... Ti voglio mia ora...SCOPAMI!”
Secca, e determinata, la sua richiesta.
Sconvolta realizzo che il suo fare mi sta facendo sentire donna desiderabile, non so se sia giusto o sbagliato quello che sta accadendo, così come non so se il mio restare inerme sia corretto, ma se adesso mi è tangibile il suo perverso amore, perché non lasciare libera la mente di accompagnare il corpo verso un meraviglioso peccato!
Incrocio il suo sguardo, schiudo lentamente la bocca, tremanti sue mani tra mie capelli favoriscono la sua spinta, lascio che le guance si modellino plastiche, un’avida lingua assapora il suo amore e....
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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