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Maledetta vhs - sono pur sempre una madre -


di geppettino2003
05.12.2010    |    82.728    |    8 8.3
"Completamente rossa dalla vergogna, non riesco a contenere i miei pensieri, tutto gira intorno a me, il cervello libera quanto di più perverso il mio corpo..."
Rientriamo a casa sono quasi le due del mattino, il silenzio della notte è spezzato dalla euforia che regna sovrana in casa nostra. Chico, mio figlio, 19 anni, è in compagnia dei suoi amici, una casa invasa da un nugolo di ragazzi, Giacomo, Stefano, Luigi, tutti impegnati in un megagalattico torneo alla play station.
La fortuna di abitare in una villetta porta anche a questi vantaggi, l’inevitabile tifo da stadio è circoscritto alla nostra sola casa.
Chico e i suoi amici sono un gruppo coeso e molto affiatato, si conoscono dai tempi della scuola materna, e da allora ogni occasione è buona per stare insieme. Ma mi chiedo alla loro età non hanno qualcosa di meglio da fare, magari uscire, qualche discoteca, condividere la loro età con qualche coetanea, perché no anche un po’ troia che sia in grado a distoglierli dagli attuali interessi fanciulleschi. Qualche particolare richiamo deve pur esserci alla loro età, gli ormoni cominciano liberamente a proliferare e qualche appetito lo devono pur portano, ed invece intere giornate a giocare a Pro Evolution Football 5!

Qualche minuto, giusto un rapido saluto e saliamo nella zona notte, senza alcun commento, la luce del corridoio è stranamente accesa Massimiliano, il ragazzo che manca al gruppo, è nella mia stanza, sdraiato sul mio letto, guarda la mia tv. Quale programma a quest’ora potrà interessarlo se non qualche evento sportivo.
Mi vede, un po’ impacciato, si alza di scatto, chiude il televisore, si avvicina, mi saluta con il solito affetto. Una fretta indiavolata lo riporta dal resto della comitiva.

Con tutti i ragazzi ho un rapporto cordiale ed affettuoso il loro darmi del tu è comunque rispettoso dei rispettivi ruoli. Quando erano più piccoli per tutti loro ero la zia Luisa e, crescendo si è consolidato un affetto particolare.
Aver beccato Massi in camera mia, però, mi infastidisce e non poco, ho sempre detto che non voglio estranei in camera mia anche se sono tutti ragazzi che posso considera come miei figli, siamo molto legati anche ai rispettivi genitori, ma la mia camera rappresenta la mia intimità che non voglio violata in alcuna maniera.
Il mio disagio è palese tanto da preoccupare Gianni, mio marito.
“Perché sei incazzata?”
“guarda, qualcuno ha rovistato nel mio cassetto…”
Uno dei cassetti del cassettone è stranamente un po’ aperto, è quello dove conservo gelosamente la mia lingerie, c’è un disordine che non mi appartiene
“ma che dici non può essere possibile”
“sai come amo l’ordine qui… è tutto sotto sopra”
“sarai stata tu e adesso non ricordi”
“ non mettere in dubbio ciò che dico”
“e anche fosse chiunque fosse stato… avrà apprezzato il tuo particolare gusto”
con un sorriso sornione che acuisce la mia rabbia
“una cosa inaudita, di una gravità assoluta”
“che pensi sia stato Massi, non è possibile sono tutti dei bravi ragazzi”
“non sai che è questa l’età dove si cresce”
“e con questo al limite dedicheranno una sega alla zietta…”
“sempre il solito porco non sai pensare ad altro”
“dai stavo scherzando”
il suo sorriso è fortemente malizioso.

Al mattino la classica romanzina a Chico, intendo ribadire il massimo rispetto del mio ambiente, sottolineo che è libero di fare ciò che vuole in casa, ma non in camera mia. Chico assolve tutti i suoi compagni in quanto coinvolti direttamente nel loro torneo”
“Massimiliano poi sarà mancato in tutto si e no 10 minuti”
“mamma è incazzata perché ha trovato il suo cassetto in disordine”
“il cassetto che c’entra? Che vuoi dire?”
La sua reazione è un attimino interessata, chiede maggiori notizie sul contenuto del cassetto e il mio sorvolare, noto, lo incuriosisce di più.
Colgo l’occasione per dare una qualche risposta alla mia curiosità di mamma
“ma scusa non è meglio impiegare il vostro tempo con qualche ragazzina?”
“quelle rompono, tutte viziate…”
“caspita! da quale pulpito viene la predica…”
Comunque sfogata la mia rabbia per quanto mi riguarda l’argomento, è chiuso.

La mia collera ha, comunque, radici in ben altre considerazioni!

Quanti di voi, dopo ben venti anni di matrimonio con un figlio cresciuto e, inevitabilmente, sempre fuori, vivono le proprie serate in piena solitudine, solo la TV accesa a scandire le ore serali, il fumo delle vostre sigarette che si dissolve accompagnando i vostri pensieri.
Un rapporto che lentamente ha abbandonato gli entusiasmi coinvolgenti dei primi anni per trasformarsi in un qualcosa che assume la valenza di rispetto, stima anche affetto se volete, ma certamente non più amore. Quell’amore fisico, corporeo che si materializza in contatti delicati, in baci carichi di passione in abbracci intimi dove il sesso ha una prioritaria importanza.
Una città che non offre molte diversivi, e la voglia di non voler, precocemente, invecchiare vittime del tempo che inesorabile scorre, che cresce facendosi sentire.
È il bisogno di quel qualcosa che conferma le tue voglie e ti faccia sentire viva anche dentro.
Ormai prossima ai quarantacinque anni, mi considero ancora una bella donna, anzi a dar retta ai particolari commenti, che mi capita di ascoltare, una splendida donna. Un bel viso valorizzato da lunghi capelli biondi, labbra carnose che esalto con i miei rossetti rossi lucidi, sensuali curve, ognuna delle quali ben modellata, gambe sinuose che risalgono plastiche fino a congiungersi con un fondoschiena che è il mio miglior elemento di richiamo dell’interesse del mandrillo maschio, una terza abbondante di seno che non passa inosservata e, d’altronde, come potrebbe quando lo rivaluto con i miei sfiziosi ed intriganti reggiseno, mi piacciono da morire quelli a balconcino.

Sono una importante dirigente d’azienda, dove apparire è tanto importante quanto l’essere, per cui mi piace vestire bene, sempre all’ultima moda, ben truccata ma senza particolare eccessi, certo il fisico statuario mi aiuta e soprattutto la prosperità del seno. L’avvenenza è il mio miglior biglietto da visita e mi è utile nelle mie attività di promoter.
Sotto gli austeri tailleur, che fasciano il corpo come una seconda pelle, dandomi si un aria inflessibile ma nello stesso tempo anche provocante e sensuale, indosso sempre lingerie particolare. Amo la delicata seta che avvolge le mie gambe, che rigorosamente sostengo con frivole giarrettiere, adoro i sottilissimi perizomi che scoprono oltre il lecito i miei glutei alti e sodi, mi piacciono le scarpe rigorosamente alte che mi offrono la grande opportunità di slanciare la mia figura e favorire quel morbido ancheggio che mette ancora più in risalto il mio bel culo.

La soluzione è quasi normale, trovare soluzioni che risveglino il tuo rapporto intimo, ricercando quel tocco di trasgressione necessario per restituire quel particolare desiderio sopito.
Tutto inizia guardando qualche film, di quelli un po’ particolari.
I commenti si perdono, tra le meravigliose misure di quel lui e, di riflesso, qualche commento sulle arti puttanesche e le espressioni di goduria della lei, ancora qualche battuta sulle sua capacità di durare e poi qualche battuta sulle particolari doti di lei che non mi appartengono.
Su quelle capacità mi soffermo continuamente.
Ed in poco tempo sono riuscita a trasformare il mio essere un po’ bigotta di qualche anno fa, quell’atteggiamento irreprensibile in ogni mio fare, casa - ufficio, ufficio - casa, in un qualcosa che adesso stimola, continuamente, la mia fantasia.
Il tutto inizialmente stimola, sarà per la novità, ma poi nel tempo ti accorgi che sono sempre gli stessi, c’è una assoluta mancanza di fantasia, solo il routinario scopare ed alla lunga ti accorgi che non provi più alcuna sensazione e ciò ti stanca privandoti del piacere.
Quasi inevitabile poi la sua proposta di farlo da noi il classico video amatoriale.
All’inizio ero contraria, le sue pressanti richieste mi hanno fatto cedere, il tutto si materializza quando ho visto delle riprese di un nostro amplesso fatte di nascosto.
Le prime scene mi vedono prepararmi per una delle nostre sporadiche cene di società. Mi preparo con particolare attenzione, la crema idratante sulle gambe spalmata con particolare dedizione, l’effetto lurex sul viso esteso sul petto, abbandonare l’accappatoio ed agghindarmi per la serata.
Qualche secondo di fermo immagine e mi vedo far scivolare i vestitino attillato, pochi secondi per restare solamente con le altissime scarpe, calze di una finissima trama di rete, un reggiseno che a mala pena contiene il prosperoso seno e l’intrigante tanga dal color carne così succinto da sembrare inesistente.
Lingerie particolare, che farebbe invidia alla più consumata troia.
Pochi minuti per restare colpita dal trasporto carnale che guidava la mia bocca sull’uccello di Gianni svettante, come fosse in attesa della mia bocca. Seguo la lingua risalire lentamente l’intera asta turgida ad accompagnare le labbra a racchiudere la rossa cappella. L’espressione del mio volto emotivamente rapita da un piacere che chiaro traspariva dal mio sguardo, il suo viso estasiato, le mani perse tra i miei capelli accompagnano il ritmo dei miei risucchi.
L’iniziale rabbia è subito smaltita, da una eccitazione coinvolgente, vedermi all’opere in un sublime pompino è stato trascinante, immediatamente i miei sensi si sono accesi, le sue mani contemporaneamente, dalle mie spalle, sono scivolate tra la scollatura della magliettina larga per andare ad impadronirsi dei capezzoli diventati duri da una dirompente eccitazione.
Solo una iniziale debole reazione ha accompagnato le sue carezze. Vedermi in quella scene, mi ha eccitato da morire, completamente bagnata, con gli umori che mi riscaldavano l’interno delle cosce, mi abbandono tra le sue mani.
Emula di me stessa accendendo la mia fantasia impadronendomi del suo attributo e all’unisono, come se la mia immagine fosse riflessa da un ipotetico specchio, ho cominciato a spompinarlo.
Gianni è venuto quasi contemporaneamente al suo godere nel film, godeva con la stessa espressione che aveva nel video ed io succhiavo con identico trasporto.
Una sensazione che dire eccitante è solo riduttivo.
Adesso, amiamo giocare con l’inseparabile video camera, la nostra fantasia spazia continuamente su qualche peccaminosa esperienza che ancora manca al nostro menage.
Poi rivediamo le piccanti scene e concludiamo il nostro spettacolo in un crescendo di perversa eccitazione. Il nostro non è sesso spicciolo ma è coinvolgimento carnale, ci piace dare spazio alla nostra fantasia. Montare le scene è ancora più eccitante, commentare senza alcuna remora qualche peccaminoso particolare, vedere il mio viso estasiato dal concupire il bell’uccello teso mi coinvolge emotivamente.
In poco quella fredda solitudine di casa nostra è diventata la calda alcova del nostro piacere.
Un gioco innocente, nulla di trascendentale, ma da allora e come se lui avesse scoperto una seconda giovinezza, ed io riscoperto il piacere di un intenso appagamento sessuale.
È riemerso il mio spirito libertino e la mia voglia, mai realmente sopita, di scopare con tutto il mio corpo!
Sono adesso diventata la migliore delle amanti, la complice perfetta che ha capito che un rapporto di coppia non deve avere limiti. La donna che ha capito che c’è qualcosa di più, un qualcosa che ti spinge a fare di più, ma anche a chiedere di più, consapevole che l’appagamento poi è ancora più intenso.
È sempre stata forte, infatti, la mia voglia di non porre alcun limite al piacere, la ferma intenzione di godere del mio corpo in modo pieno e assoluto, gemere al vibrare di ogni millimetro della mia pelle, assaporare le sensazioni di un contatto con corpo caldo, ed eccomi trasformata da tranquilla e pacata mamma di famiglia di giorno in una delle più vogliose troie di questo mondo di notte.

Da quando abbiamo cominciato l’integerrimo mio comportamento si è trasformato, accentuo la mia femminilità in ogni mio atteggiamento in ufficio
mi piace essere desiderata.
Tutto adesso in me materializza il fascino dell’essere una bella gnocca, più volte ho sorriso agli sguardi di particolare ammirazione (sarebbe meglio dire di assoluta eccitazione) dei miei funzionari come risposta ad alcuni miei naturalissimi atteggiamenti.
Ho ascoltato più volte il sottile vociare di pesanti apprezzamenti sulla mia persona. Fantasie molto sconvenienti per una signora perbene, Sono certa che molti di loro farebbero carte false per circuirmi, magari sola nel mio ufficio e possedermi selvaggiamente sul piano di cristallo della mia grande scrivania. e questo non solo lusinga la mia innata vanità femminile ma mi ofre la opportunità di nuove esperienze.
Ne ho parlato anche con Gianni confessandogli che, sentire quei commenti, oltre a compiacermi provocano in me particolari sensazioni intime con una irrefrenabile voglia di soddisfare le invocazione del mio corpo.
Adesso vorrebbe coinvolgermi in giochi un po’ più perversi, mi ha confessato la sua voglia di godere vedendomi gemere tra le braccia di un altra donna o anche in un club per scambisti ma la mia indole frena le sue richieste. Non mi sento ancora pronta per dimostrare quale grande troia si nasconde sotto le spoglie di una signora perbene.

Una settimana è passata da quella notte, quanto è successo ha lasciato i miei pensieri.
Sto rientrando a casa, in macchina, un trillo, il cellulare, non lo trovo, perso nella mia grande borsa, ancora un trillo, riconosco quello classico degli MMS, finalmente lo trovo, leggo il messaggio
“Bella signora… fantastica… PORCA!!”
CHE VUOL DIRE!! CHI È!!!
Una foto, una immagine non molto chiara, in ogni caso mi riconosco chiaramente in un particolare momento, il mio viso trasfigurato, il contesto è facilmente riconoscibile, sono in camera mia, sulla poltrona ai piedi del letto, la candida pelle ancor di più evidenziata dal nero dello calze a rete.
Non capisco!
Mi vedo cavalcare selvaggia sul muscolo teso di Gianni, completamente rapita da una libidine assurda. La bocca aperta, le dita a stringere con forza i capezzoli. Praticamente ripresa all’apice del piacere sto godendo!
Scioccata guardo il numero, è anonimo, nessun riferimento che mi dia un aiuto a scoprire l’artefice di questa vigliaccata.
Con il cuore in gola corro a casa,trafelata percorro le scale con felino equilibrio, in camera mia, un solo pensiero accompagna la mia corsa, quel secondo cassetto.
Cerco qualcosa e quel qualcosa non c’è!

Lasciare in giro, anche se in camera nostra, la prova tangibile della nostra lussuria può avere spiacevoli risvolti. Chico è pur sempre un ragazzo e apprendere de visu quanto possono essere porci i propri genitori non è certo educativo.
Dopo innumerevoli tentativi, andati a vuoto, ho deciso di nasconderla nel mio cassetto dove solo io metto le mani, almeno questa era la mia convinzione fino ad ora.
Ecco i principali motivi della mia rabbia di quella famosa sera!
Ma chi può essere stato?
Mi fermo, raccolgo i miei pensieri: Massimiliano, sono certa che i ragazzi sono in qualche modo coinvolti, ed adesso si stanno divertendo alle mie spalle.

Alcun particolare sospetto ma sicuramente uno di loro è responsabile.
E se è stato Chico! E se anche lui è coinvolto!

Tutto il giorno giro, inebetita, per casa, con la convinzione che tutto sia un brutto sogno. Non posso parlare con Gianni, è fuori tutta la settimana, ma forse è meglio così potrebbe non capire, è meglio che il problema lo gestisca io, una buone dose di psicologia che mi aiuti a trovare una strategia, poi una sonora paternale infarcita di minacce a riferire ai rispettivi genitori e la cosa potrebbe risolversi.
Chico rientra nel tardo pomeriggio dall’università, un rapido saluto, senza darmi alcuna opportunità di sondare eventuali sue dirette responsabilità, e si chiude in camera sua.
Passano alcune ore senza sentirlo, salgo in camera sua, non c’è, sento rumori che provengono dalla mia camera
"Cosa stai facendo?"
"Mi hai incuriosito la tua veemente romanzina sul contenuto del tuo cassetto" con in mano quell’ultimo perizoma comprato da Gianni al sexy shop. L’indumento è piuttosto intrigante, una delicata organza lo rende piuttosto trasparente, poi un taglio in prossimità della fessura ne fa sicuramente un indumento fortemente trasgressivo. Chico è sfrontato con quel suo dito medio infilato a mo di provocazione nel taglio dell’erotico capo.
Mi guarda con uno strano sorriso piuttosto malizioso
“Smettila e vai via!”
D’impeto, e piuttosto adirata, mentre tira fuori il corpetto in lattice rosso fuoco che mi ha visto artefice della mia prima, fortemente coinvolgente, esperienza sado.
“ti ho detto di andare via!”
Lascia la stanza ridendo, commentando
“Certo siete due bei… porcelloni tu e papà…”
lasciandomi di sasso.
Un rossore di vergogna pervade il mio viso mentre risistemo il cassetto.
Una notte insonne con il pensiero fisso a quell’MMS, e poi Chico in camera mia, ma quello è il male minore.

Un’altra giornata, sono piuttosto tesa, in ufficio mi rivolgo scontrosa con il mio personale, chiusa nella mia stanza tento di lavorare, ma mi è difficile trovare la giusta concentrazione.
Di nuovo quel trillo. Un altro MMS:
“Bella signora… splendida FICA!!”
NO NON È POSSIBILE, ANCORA!
Un susseguirsi di mie fotografie, la prima mi vede sdraiata sul mio letto, completamente nuda, le gambe raccolte e leggermente divaricate mettono in risalto il cespuglietto nero della mia intimità, in mano il piccolo vibratore regalatomi da Gianni al rientro dal suo viaggio a Stoccolma.
Subito segue ancora un’immagine, la mia espressione è fortemente ambigua, mentre il finto cazzo gioca sui i capezzoli prima uno e poi, in rapida successione sull’altro.
Frastornata mando avanti il cursore, il finto glande adesso è nella mia bocca con gli occhi chiusi ne gusto le dimensioni giocandoci sopra con la lingua
Ancora un’altra, è un rapido susseguirsi di fotogrammi perversi, sono in posizione prona in primo piano lo splendido culo, che interamente occupa buona parte del display, con maestria guido l’azione possessoria dell’asta plastificata mentre scorre liberamente per tutta la sua dimensione nella fica, ricordo ora come allora, che era bagnata come non mai.
L’ultima con l’espressione del viso pari a quello di una intima puttana mentre scuoto la testa, i lunghi capelli oro coprono il mio volto mentre sto per godere, ricordo come fosse adesso, in maniera sublime.
Le gambe mi tremano. Sono contemporaneamente arrabbiatissima e preoccupata.
Consapevole che qualcuno dei ragazzi sta orchestrando un gioco, sicuramente più grande di lui, credo per una insana forma di goliardia fra amici, sicuramente di cattivo gusto, ma è anche vero che senza quelle riprese il problema non si sarebbe mai posto. Quelle maledette riprese. Quella maledetta Videocassetta!
Sapere che qualcuno conosca i segreti della mia intimità mi sconvolge, mi mette paura, quella paura di non sapere reagire, o ancor di più dover subire.
Si ma cosa! Non so che fare. E come fare per scoprire.

Rientro a casa frastornata. Giro per casa in cerca di qualcosa da fare, non per fare ma per tenere impegnata la mente
“Cosa fai?”
“quello che ti avevo chiesto di fare”
a piedi nudi sollevati, in equilibrio instabile arrivo appena, le braccia tese in alto, tento di svitare la lampadina fulminata,
“Scendi lo faccio io”
non mi accorgo che insieme a Chico c’e Massi, assieme sono rientrati non so per quale loro impegno improrogabile e adesso li ho tutti e due in cucina, come fossero imbambolati
La gonna stretta, giusto un palmo sopra il ginocchio, un piccolo spacco laterale lascia scoperta una buona porzione di coscia, una camicetta aderente, leggermente scollata, fa risaltare le accattivanti forme del prosperoso seno, la massa dei capelli biondi abbandonata sulle spalle, è l’attuale immagine che offro alla loro vista.
Riallungo le braccia in tutta risposta in precario equilibrio sul piano del tavolo della cucina, mi chiede per quale assurdo motivo mancano sempre quei due centimetri tra me e qualsiasi altra cosa posta in altezza.
Mi sollevo sulle punte dei piedi così in alto che la corta gonna sembra risalire con me, scopre ancor di più il disegno delle mie belle e sinuose cosce, ben al di sopra delle ginocchia
“non posso aspettare che torni tuo padre… tu te ne freghi, ed io debbo cucinare…”
leggo sui volti dei ragazzi espressioni ancor di più inebetite, in piedi seguono con particolare interesse la scena, certo lo spettacolo che offro non deve essere male,
Tiro giù le braccia,
immediatamente un pensiero perché non approfittare per capire il loro coinvolgimento in questa storia, forse qualche sottile provocazione potrà portarli a mascherare qualche loro responsabilità, il tutto per provocarli, spingerli a qualche commento l’intento è farli scoprire, leggere da qualche atteggiamento chi può essere quel gran figlio di troia che turba i miei pensieri sconvolgendomi intimamente.
Sono sicura che non possono restare indenni alle mie provocazioni tese ad incentivare i loro desideri sessuali.
“Non guardare e vieni ad aiutarmi”
con un sorriso quasi sfrontato, nella mie parole c’è invece l’esplicito invito a farlo
“Almeno aiutami”
sollevandomi sulle punte dei piedi così in alto che la corta gonna risale quasi d’impeto, il seno si gonfia quasi a supportare il mio sforzo.
Devo essere davvero interessante per chi da sotto sta guardando, se nel frattempo, Massi si è avvicinato a noi.
Le sue mani appoggiate appena sopra le ginocchia, lentamente avanzano quasi a voler favorire il mio protendermi verso il portalampada, timide mi sorreggono.
Mi sollevo ancora sulle punte, finalmente la lampadina ha unito i suoi primi cerchi concentrici alla femminea custodia. È uno sforzo restare in equilibrio, mi abbasso lentamente, le sue mani risalgono, invece, ancor più a rilento, favorite dalla seta delle calze, piano piano oltrepassano la fascia nera delle autoreggenti. Leggero è lo sfiorare la mia pelle chiara .
Ho un sussulto, quasi perdo l’equilibrio, appoggio i piedi sul piano, allargo senza un preciso perché le gambe, le sue mani contemporaneamente si insinuano repentine come fossero alla ricerca di un morboso contatto
Un fremito contemporaneo ad un lungo sospiro, mentre stringo la sua mano tra le gambe, le mie mani a carezzargli la testa quasi a volerlo scusare del fremito che ha percorso la mia spina dorsale.
Mi rialzo sulle punte, e le sue mani scivolano sulle mie cosce, qualche frazione di secondo e scarico il mio corpo sulla pianta, riprendo forza, riallargo le gambe le sue mani risalgono ancora verso l’alto, stavolta le dita sfiorano intriganti il mio intimo. Un altro impercettibile gemito si diffonde debolmente nella stanza. Mi rialzo con difficoltà avvito la lampadina, uno sforzo immane, finalmente ho finito, Tiro giù le braccia con un sorriso quasi sfrontato, ed ancora le sue dita sul mio intimo quasi invadenti a giocare con il delicato pizzo del mio perizoma.
Massi segue la scena mentre contemporaneamente infila le mani in tasca protese verso il bacino. Noto un qualcosa che è cresciuto certo lo spettacolo a cui ha assistito non deve essere stato male.
Scendo, nello sguardo una forma di complicità

Accendo una sigaretta, una strana sensazione di calore si è diffuso in me, i ragazzi sono risaliti in camera, forse ho esagerato, ma al di la di innocenti reazioni la mia strategia non credo abbia sortito effetti. Certo entrambi sono stati, un’attimino, sfrontati, ma che voglio me la sono cercata. Sempre ragazzi di primo pelo sono e so che basta uno scorcio di coscia per stimolare qualche particolare fantasia. E di coscia credo di averne mostrato ben più di una porzione. Spenta la cicca nel portacenere ho bisogno di rinfrescarmi il viso.
Il primo bagno è occupato, ci sarà uno dei ragazzi, mi sposto nell’adiacente, neanche il tempo di aprire l’acqua e percepisco deboli lamenti che provengono dalla esile parete, cerco di ascoltare meglio,scopro che non sono lamenti, sento impercettibile il mio nome, un nome strozzato, quasi sussurrato, mi sposto nel piccolo disimpegno, più che lamenti ascolto gemiti, mi chino traguardo al di là della porta.
In piedi Massimiliano, davanti al lavabo, le mani quasi giunte sul bacino entrambe stringono un muscolo possente, il viso contrito, il corpo rigido, le labbra strette tra i denti sta scaricando tutta l’eccitazione che la mia visione deve aver prodotto.
Un muscolo enorme, teso, con la cappella grossa e tumida, fuori dallo zip, veloce la mano percorre tutta la lunghezza, una volta, due, tre e ancora, sempre più veloce. Un attimo si ferma, una mano a sorreggere il corpo sul lavabo e, in un tutt’uno, con un sospiro profondo e intenso, scarica violento tutta l’eccitazione accumulata.
Neanche il tempo di capire cosa stia accadendo che gli stessi gemiti, questi più accentuati, provengono dalle sue spalle, anche Chico, completamente nudo, con l’attributo tra le mani. Anche lui eccitato, anche lui teso. Anche lui con un potente attributo. La gambe divaricate il corpo pervaso dai tremori di una intensa eccitazione.
Con la saliva inumidisce il palmo della mano e la lascia liberamente scorrere su un cazzo stratosferico.
Non è possibile si sono talmente eccitati da non riuscire a contenere i loro istinti bestiali.
Resto sconvolta dalla magnifica asta del mio ragazzo.
Guardo inebetita, le gambe mi si allargano senza alcuna volontà, il calore si diffonde tra esse
Due cazzi enormi impegnati in coinvolgenti pugnette .
Chico è al massimo dell’eccitazione, il muscolo è tesissimo, la mano scivola quasi violenta su quasi 20 centimetri di carne, ogni colpo deve essere una sofferenza, il viso è quasi trasfigurato .
Accovacciata una mano mi è scivolata tra le gambe, resto inerme, ferma, continuo a spiare.
Lo seguo inarcare il busto, tira sull’uccello gonfio che, ad ogni colpo, cresce di dimensioni, colpi assurdi così forti che ho l’impressione che si stia facendo male. Tira senza sosta, le labbra socchiuse tira sempre più intensamente.
Senza accorgermene accompagno la sua masturbazione.
Schizza forte, lo sperma sembra zampillare, mentre continua a pestare su un muscolo che non accenna a rilassarsi, schizza ovunque, ha difficoltà a contenere gli spruzzi. Scarica sfacciato violento il suo seme chiamandomi per nome. Gode con il mio nome strozzato sulle labbra.
Ed io sussulto ad ogni fiotto.

Mi ritiro in camera, quel calore ha decuplicato i suoi effetti, sono frastornata, prendo atto che l’eccitazione è padrona del mio corpo. Stringo le gambe per sfuggire a qualsiasi debolezza.
Quasi in contemporanea escono dal bagno, in assoluto silenzio si ritirano nella camera di Chico.
Entro nel bagno il lavabo è pulito ma il profumo del maschio seme è diffuso nell’ambiente, è intenso, l’odore è forte, una forza che indebolisce la mia capacità di resistere.
Sono sconvolta da una eccitazione che arde tra le gambe, le mani scivolano sul bacino si incrociano, spingono intriganti alla ricerca del perverso contatto, mi appoggio alla parete, il calore divampa nel mio corpo, un piede sul bordo della vasca agevola le dita percorrono dolcemente l’interno della mia coscia, sostano tra gli umori caldi che, lenti, sento scivolare tra le gambe. Sposto le mani sul seno, mi stringo forte una tetta sotto la camicetta,le dita stringono forte i capezzoli turgidi. Le labbra chiuse per contenere i miei gemiti.
Divarico le gambe, lascio scivolare tra esse il dito medio, una prima volta, una seconda e poi ancora, sempre più intensamente, le grandi labbra si stringono attorno a esso.
Gli occhi chiusi continuo a toccarmi, sempre più veloce, sempre più forte.
Un unico sussulto, un solo gemito, e vengo morbosamente.

Il trillo del citofono mi riporta, repentinamente alla realtà, le mani immerse nell’acqua fredda, accompagnano la frescura sul mio viso. Il gruppo è ancora una volta riunito.

Si ma ora!

La giornata passa in sola compagnia delle mie preoccupazioni. Adesso ho due problemi!

Il trillo, quello inconfondibile, ancora un MMS.
“… Bella signora… intima TROIA!!!...”
Sempre io. Sempre impegnata sessualmente. Ancora una sequenza di fotogrammi.
La lingua di Gianni lenta vibra tra le piccole labbra, restituendomi attraverso il mio corpo gli stessi tremori che gli ricambio con la mia lingua, sulla sua turgida cappella. Una intensa passione governa la lussuria che i nostri corpi trasmettano.
Sono impegnata in un morboso 69, vestita solo dalle mia particolarissima lingerie tutta in pizzo, tutta nera.
L’eccitazione di quel momento è tutto nell’espressione estasiato del mio viso.
Con le braccia cingo il corpo di Gianni, completamente sdraiato sul tavolo della cucina, e languida carezzo il suo duro muscolo tra il profondo solco del seno.
Ondulo l’intero corpo, offrendogli l’essenza del mio piacere tra le labbra, mentre succhio bramosa sul suo uccello gonfio di piacere.
Contemporaneamente la sua delicata lingua si perde tra l’incavo delle natiche e, lentamente, lambisce la scura parte di un perverso desiderio. La lingua è delicata mentre si fa strada dentro di me.
Un’altra foto: Un dito mi possiede, facendomi inarcare il busto. Ancora: china, in preda ad un irrefrenabile libidine, ingoio quel cazzo che pulsa continuo tra le mie labbra, succhio, avida, lecco sfrenata. Anche lui non abbandona le mie intime labbra, con la punta della lingua stimola la clitoride gonfia di piacere.
Pochi secondi ma interminabili, godo con tutta me stessa, sento gli umori perdersi tre la sua lingua, mentre succhio ancora più smaniosa, la lingua impazza sulla cappella, le labbra stringono fameliche l’asta, le mani forti sul muscolo e anche lui mi inonda di un piacere caldissimo.
Ingoio, assetata, tutto il suo corpo, mentre lui si disseta del mio piacere
Ricordo è stato bellissimo!!!

Il ridere dei ragazzi, nella camera di Chico, mi riporta repentinamente alla realtà.

Ridono sicuramente alle mie spalle .
Sola sul divano, rivivo questi ultimi due giorni, il telefonino tra le mani.
Rivedo gli MMS.
Il primo: non riesco a restare indenne il mio viso estasiato con una espressione di consumata troia, il corpo che trema posseduta selvaggia dal muscolo di Gianni che penetra la mia intimità.
Comincio a tormentarmi, mi accorgo che non riesco a dissociare quelle perverse immagini dai contestuali momenti. È come se stessi rivivendo quelle stesse intime sensazioni.
Con le gambe di traverso sul divano, comincio a smaniare, quando mi soffermo sulle mie guance dilatate con il finto cazzo in bocca, sulla mia fica devastandola di piacere.
Stringo le gambe, le libero, le accavallo, le sciolgo dall’intreccio, ne sollevo una da terra tirandola su per il ginocchio, la abbandono la mano resta sul petto, si ferma sul seno, ci resta secondi.
Lunghi, interminabili.
Le dita vorrebbero giocare con i capezzoli.
Sento ancora la lingua di Gianni scorrere lenta sul solco dei miei glutei, rivivo quella stupenda sensazione, quel dito possedermi il culo.
Ho caldo, sudo, il respiro cresce di intensità. Come posso perdermi in assurde riflessioni.
Completamente rossa dalla vergogna, non riesco a contenere i miei pensieri, tutto gira intorno a me, il cervello libera quanto di più perverso il mio corpo reclama. Tutto stimola la mia fantasia tutto sta modificando il mio essere.
Tutto mi sta spingendo verso un baratro.
Ma che sto pensando! Ma sono morbosamente eccitata.
Intimamente bagnata, sento crescere un forte bisogno di cazzo, sento il vociare dei maschietti che a poca distanza da me sono impegnati nel loro stupido gioco
Cresce perverso il desiderio che i maschietti scopino il grande puttanone che stanno circuendo.

Mi avvicino con la scusa di vedere se hanno bisogno si qualcosa, ancheggio con sottile malizia, gesti volutamente accentuati, ammiccamenti studiati, forse esagerati. Atteggiamenti di donna che di mamma hanno ben poco, traspare, chiara, tutta la sensualità che il mio corpo sprigiona. Una sottile provocazione unita ad una giusta carica di seduzione.
Ritorno in cucina, li aspetto.
Pochi minuti sono passati, Stefano chiede se può bere, sembra imbambolato, gli occhi lucidi, mi fissa intensamente. Sento i suoi occhi sui miei seni mentre sotto la camicia si inturgidiscono i capezzoli. Sbottono, sfacciata, il bottone centrale lasciando intravedere la pelle bianca tra il solco delle mie tette ed il reggiseno di pizzo nero che li adorna .
Il mio sguardo si sofferma sulla sua zona intima mentre ritorna dal branco. L’uccello sembra volergli scoppiare tra le gambe, un chiaro segnale che è eccitato come un maiale, nulla fa per nasconderlo alla mia vista, lo ostenta senza alcun pudore, come a volermelo offrire in chissà quale morbosa fantasia.
Solo qualche minuto e Massimiliano chiede se può farmi compagnia, magari guardando la tv.
Seduto sul tappeto comincia a fare zapping .
Quasi al suo fianco, seguo il suo sguardo risalire lento dalle caviglie, spera, sicuramente, in qualche mio impercettibile movimento che gli consenta di vedere un po’ oltre la corta gonna. Il suo sguardo mi restituisce la sua incredulità, è affascinato dalle mie bellissime gambe, le accavallo e il suo sguardo continua a salire lentamente sula porzione di coscia che gli offre lo spacco della mia gonna.
È esaltato dalla vista delle sinuose forme.
La sua protuberanza pelvica è netta, il maestoso cazzo è cresciuto a dismisura, quel cazzo che pomeriggio si è consumato sognandomi chissà in quale erotica performance.
Sono, ormai, eccitata da morire, completamente bagnata, gocce di piacere scivolano lente tra le mie gambe, riscaldandomi l’interno delle cosce.
Anche Giacomo si unisce a noi, il suo sguardo, piuttosto malizioso, è fermo sulla mia figura, sembra volersi appropriare di una porzione del mio corpo, sento quasi accarezzarmi la pelle, carezza morbose.
Sono completamente rapita da una eccitazione devastante. Sto sbrodolando al solo perverso pensiero di ciò che sto facendo.
Giacomo comincia smaniare Pochi minuti per rendermi conto che la smania è governata da una strana, ma corposa eccitazione, che spinge forte tra le gambe. Anche lui è massiccio.
La mia fantasia cresce e con essa la mia eccitazione, prigioniera ormai di un pensiero sconcio che, latente, mi coinvolge.
Le voci di Chico, Luigi e Stefano sembrano lontane.

Il silenzio mi è complice mentre mi alzo, con una sensualità che è tutta nei miei movimenti. Il mio respiro è intenso e con esso la mia enorme voglia di cazzo.
In piedi davanti a Massimilano, le caviglie strette ai suoi fianchi, mi offro nella mia più assoluta libidine. Nello sguardo l’invito a guardare ben oltre il lecito. Solo pochi attimi per capire che intendo donarmi a lui. Estasiato allunga le mani, lentamente risalgono dolcemente tra la seta delle calze alla ricerca di un contatto.
Il contatto è delicato ma enormemente eccitante, sussulto quando le dita cominciano a giocare con i bordi del perizoma, piano piano lascia scivolare l’indumento sulle mie gambe. Lentamente me ne priva.
Mi accovaccio, in equilibrio sui miei tacchi, lenta scarico il peso della mia eccitazione sul suo uccello. Struscio il bacino più volte su quel muscolo che pulsa frenetico.
Le sue mani diventano padrone assolute del mio corpo, sbottonano completamente la camicetta, il reggiseno esalta il prosperoso seno, le sue labbra sfiorano i capezzoli gonfi. Li bacia dolcemente.
Osserva, quasi inebetito, la mia lingua passare lenta tra le labbra, la richiamo nella bocca mordendone perversa la punta.
Le mani sul seno cominciano a devastarmi i capezzoli mentre inizio ad ondulare ritmica sul suo corpo. Sento il duro muscolo pulsare, mi abbandono completamente alla forza del suo uccello che sfrega sulla fica, completamente bagnata di caldi umori.
In un attimo sono padrona del suo splendido cazzo, duro potente, stringo le cosce ai suoi fianchi, e lo dirigo, senza alcuna remora, verso il mio piacere. Lo faccio scivolare lentamente tra le intime labbra completamente bagnate.
Sussulto di piacere. Un enorme piacere.
È tutto dentro.

Giacomo è alle mie spalle, sento il suo respiro, leggero, ma intenso, ventilare delicato sul mio collo, le labbra schiuse, la punta della lingua leggera sul mio collo, tutto mi procura un sottile, ed intrigante piacere. Si inginocchia, le mani raccolgono febbrili la gonna sul bacino, resta estasiato dal mio culo, gioca con la lingua tra i glutei, lecca dolcemente, si insinua tra il solco, sfiora l’intimo foro, lo inumidisce. Non riesco a trattenere i gemiti, contraggo i muscoli mentre assaporo le pulsazioni dell’uccello che mi sta sfondando la fica, gemo, sospiro con affanno contorcendo il corpo su quella lingua.
Si ferma, qualche secondo, per me interminabili, mi volto, per implorarlo di non smettere, giusto il tempo di vedere libero un altro magnifico cazzo, le mani sui miei fianchi, mi piego in avanti.
È chiaro quello che vuol fare, divarico le gambe, allargo con le mani le natiche, ed agevolo il suo poggiare la rossa cappella tra le plastiche chiappe.
Mi sta facendo morire.
Mi penetra dolcemente, lento spinge un cazzo durissimo, respiro a fatica, ma è bellissimo, gemo. Comincia farmi male, ma non voglio che smetta, le mani sulle spalle di Massi fanno resistenza alla sua spinta, sospingo il bacino e mi possiede animalescamente.
Un gemito intenso, inarco il busto, e mi ritrovo con due cazzi in corpo che mi stanno distruggendo dal piacere.
Un urlo intenso, non di dolore, bensì di immenso piacere, che mi scuote lasciandomi senza fiato.
Un piacere assurdo, Giacomo pesta forsennato, la sua forza quasi mi solleva da terra.
Per frenare le mie urla mi impossesso della lingua di Massi che, contemporaneamente, impazza nella mia bocca e continua a scoparmi selvaggiamente .
Godo. Non pensavo potessi godere così tanto.

I miei gemiti sono un richiamo.

Tutti i ragazzi sono ora attorno a me, Massimiliano è completamente steso a terra Chico si posiziona davanti a me seduto sul divano, è completamente nudo con il cazzo in splendido tiro stretto tra le mani. Luigi e Stefano gli sono accanto, ma in piedi uno di fronte all’altro, giusto ai miei fianchi, anche loro con i rispettivi attributi stretti tra le mani.
La bocca si avvicina al cazzo di Chico, piano comincio ad accarezzarlo, lo passo sul viso, sulle guance, poi sulle labbra, completamente rapita da una assurda lussuria.
È estasiato, eccitato e duro, si gode le mie carezze accompagnandole con sottili gemiti di piacere.
Luigi e Stefano tirano con forza sui loro rispettivi muscoli, entrambi lasciano scivolare della saliva tra le mie mani ed i loro uccelli, sento i forti colpi pestare contro i testicoli, piccoli lamenti sibillini perforano le mie orecchie, li richiamo con gli occhi, mentre con passione continuo a leccare sul cazzo di Chico. Lecco, indugio con la lingua sulla cappella, ne roteo la punta a raccogliere le prime gocce di una eccitazione bestiale.
Poi lo faccio scivolare, lentamente, in gola, le labbra serrate per percepirne i palpiti, lo ingoio avida, lecco forsennata, lascio scivolare la potente asta sino in gola, lo sento distintamente pulsare.
Quanto è duro.
È bellissimo.
Temo intensamente, ho un primo, violento, orgasmo.
Stefano e Luigi seguono il mio corpo vibrare di piacere. Il corpo posseduto dai due magnifici cazzi, il terzo mi devasta la bocca. Ho le mani libere, impugno il primo, è Stefano è durissimo, subito il secondo è massiccio.
Li stringo entrambi tra le mie mani.
Governo cinque cazzi, con estremo trasporto.
Un cazzo, duro nella sua esuberanza, completamento perso nella mia umida fica.
Un secondo, teso nella sua eccitazione, contemporaneamente spinge in una spinta perversa e mi sfonda da dietro.
Un terzo pieno di libidine a riempirmi la bocca sino a soffocarmi e sconvolgere la mia lussuria più intima
Ed altri due stretti tra le mani mentre li masturbo cadenzando i miei movimenti ai colpi che mi stanno sfondando il corpo in preda ad una irrefrenabile voglia di godere.
Do sfoggio di tutta il mio essere troia.
Sono sconvolta dai gemiti sempre più intensi e forti che si stanno amplificando nella stanza.
Tante mani sul mio corpo. Chico con la mani tra i miei biondi capelli governa i movimenti del mio capo, Massimiliano con le sue stringe forte tra le dita i capezzoli, Giacomo stringe forte i fianchi spingendo con forza il mio corpo sul suo uccello, Stefano e Luigi accompagnano le mie braccia a muoversi frenetiche sui rispettivi cazzi.
Tutto mi sta facendo impazzire.

Lunghi minuti di un piacere che non ha confini.

Il sudore agevola il mio scivolare sul cazzo di Massi, Giacomo continua a pestare, aumentando la foga dei suoi colpi, Chico comincia fremere come un ossesso, Luigi e Stefano aumentano l’intensità dei loro gemiti.
Mi accorgo che stanno tutti per venire. Sono tutti vicini all’orgasmo, sono tutti pronti a scaricarmi addosso la loro sborra.
Decido di diventare io attrice della perversa situazione che ho creato.

Prendo in bocca tutta la cappella di Chico è stantuffo con innaturale trasporto. Il cazzo gonfio modella le mie guance. Lo sperma sta per arrivare, lo sento risalire. Si irrigidisce sfila il cazzo dalla mia bocca e comincia a schizzare. Schizza con una potenza assurda, un fiume inarrestabile di sperma.
Apro la bocca famelica, mi ricevo il suo seme, bevo avidamente.
Chico afferra la mia testa la tiene ferma sul suo uccello, preme forte e mi spinge il cazzo in bocca.
Ancora schizzi impetuosi in gola, forti inarrestabili.
Mentre continuo a tirar di sega sui due cazzi che ho ancora tra le mani, li sento gonfiarsi di piacere. Abbandono il cazzo di Chico per dedicarmi al piacere di altri perversi spruzzi. Prima Stefano mi inonda del suo seme, poi Luigi, quasi in contemporanea, schizzi potenti sul viso, con trasporto passivo mi faccio sporcare il viso, i capelli, tutto il corpo.
Con i cazzi fra le mani, tiro con particolare trasporto, i loro occhi incrociano i miei, la mia espressione è tutta nel piacere che sto vivendo, che stiamo vivendo .
Sborrano copiosi sul mio corpo, mi sporcano di sperma, schizzano ancora sul seno che danza sotto i colpi di due cazzi che mi stanno distruggendo. Prendo il cazzo di Stefano in bocca e con la lingua raccolgo il suo seme. Continua a gemere intensamente.
A Luigi faccio assaporare il calore della mia bocca, lo sento fremere al contatto.
Vengo con un altro orgasmo. Furioso.
Il corpo reagisce ai colpi forsennati dei due possenti cazzi che ho dentro. Colpi che violenti mi stanno mandando in estasi. Un cazzo imperioso dentro la fica umida di piacere, l’altro, superbo, nel profondo culo. Contraggo i glutei come la più grande troia.
Li sento entrambi pulsare. Stanno impazzendo, li sento gemere dal piacere.
Una mia mano, finalmente libera, scivola tra la fica, stringe la clitoride in un ditalino devastante, continuo a godere, sto impazzendo.
Giacomo mi spinge sul tappeto, Massi si mette in ginocchio, impugnano le rispettive aste tumefatte, e gemendo anche loro cominciano a riempirmi del loro infinito piacere.
Mi godo schizzi di sperma sui capelli, sugli occhi, sul seno. Continuo a toccarmi la fica, gemo ad occhi chiusi, godo veramente come una ossessa!
Chico mi rimette in bocca il cazzo, e lecco, lecco assetata, succhio come più non posso, sono più padrona dei miei pensieri, sono eccitatissima, ho voglia di godere e gemo.
Sto sbrodolando come la porca che hanno sognato!
È fantastico, sto impazzendo dal piacere, mi sento troia, una grandissima troia.

Esausta mi sento sfinita, un calore infinito fra le gambe, il viso tirato e sporco, il seno martoriato, il corpo oggetto delle sborrate dei cinque ragazzi, ho ancora la forza di ripulire i cazzi degli ultimi rivoli di sperma, a turno risucchio il loro piacere e con esso i loro ultimi gemiti.
Un rivolo di sperma scivola tra le labbra un dito ne raccoglie l’essenza e lo riaccompagna alla bocca dove la lingua in un ultimo sforzo ne raccoglie il piacere.

“Lucia, Lucia, dormi?”
Gianni è rientrato, seduta accanto a me, il mio cellulare tra le mani.
Cosa è successo. Dormivo. È stato tutto un sogno.
Mi guardo, la camicetta con il primo bottone slacciato, un capezzolo, timido, fuoriesce dal reggiseno, la gonna un po’ raccolta sulle gambe, e un calore diffuso tra le gambe.
E non è solo calore!
“e allora bella zoccoletta… ti sono piaciuti i miei MMS!”
“COSA!! Sei stato tu? ma brutto STRONZO!”
“Tu mi hai fatto impazzire, non sapevo chi fosse, hai idea di cosa mi è passato per la testa… i ragazzi…”
(stavo per cedere… no! perché dirglielo… ormai il gioco è partito… perché fermarlo……...)
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