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Amore fai godere mamma


di geppettino2003
06.12.2018    |    93.781    |    17 9.3
"Con l’innocenza del fanciullo..."
A letto tento di riprendere il totale controllo dei miei sensi. Devo poter ricercare, nel più giusto mio ruolo di educatrice, una ragione che non condanni quanto fatto. Non il futile tentativo di giustificare un errore, ma il bisogno di cercarne la ragione, capirne i motivi, per non restarne succube.
Dovrei biasimarmi ma non ci riesco!
Non ho saputo, voluto, smettere, ho continuato consapevole, in un crescendo che mi trasformato il mio ruolo.
Ma quale è stato quel momento? Quando la femmina ha prevaricato la mamma? Quando quel mio innocente bisogno di sapere si è trasformato in voglia di godere.
Dovrei vergognarmi per cosa ho fatto ed invece, prendo atto del mio stato di intensa eccitazione, mi ritrovo confusa, accaldata e bagnata. Razionalmente, dovrei rifiutare, con forza, di cedere agli effetti. Annullare il mio essere donna, con il grande bisogno di godere, e riprendere il più giusto ruolo di mamma. Dovrei punirmi della mia debolezza, chiedermi del perché la donna ha sconfitto la madre, come la femmina potrà reagire, e cosa dovrò fare, ora, per non subire l’intrigante costante presenza, accanto a me, del mio giovane maschietto.

Una notte difficile nel suo trascorrere, non so se per la vergogna di oggi o la preoccupazione del mio domani.
Mille le domande, nessuna risposta mentre, al buio, sussulto a complici dita che tentano di placare una devastante eccitazione, sconvolta, e preoccupata nel prendere atto del mio bisogno di intriganti emozioni.

È mattino, in camera sua espetto il suo risveglio. È forte la paura! So che mi sarà difficile guardarlo e non rivivere ciò che ho fatto, senza che la debolezza di una donna, ancora bella, trascurata nei suoi affetti, non abbia il sopravvento.
Vigliaccamente rifiuto ogni diretto contatto.
Seguo il disegno del corpo, fortunatamente il lenzuolo mi priva dei sicuri brividi di un vivo ricordo che possa farmi cedere all’intrigo del peccato.
In piedi, sottovoce, lo chiamo.

È lento il suo risveglio, ed è puro il suo guardarmi, sorpreso nel vedermi, sembra scrutarmi con gli occhioni ancora intorpiditi dal suo difficile, ed ignaro, sonno.

Con la ritrovata dolcezza di mamma, lo invito ad alzarsi. Oggi è sabato, non c’è scuola ed io non ho particolari impegni.
“La colazione è pronta, ti aspetto in cucina. Non fare tardi”

“Mamma...”
Il tono delle sua voce è quasi sussurrato,
“...stanotte, credo, di averti sognato... al buio, eri accanto a me ....mi accarezzavi... le mani sul corpo, sentivo le tue lunghe unghie sul petto, percepivo il tuo respirarmi addosso. Non so spiegarti, ma sentivo il cuore battere forte...sentendoti vicina...”

Ascolto, non se spaventata o incredula, certamente impaurita dal suo possibile continuare. Se confessasse che l’intima emozione vissuta non era un sogno?

“Tesoro sarà stato, sicuramente, un gran bel sogno!”

Tento di dissuaderlo dal continuare.
Rivivo quei minuti dove l’amorevole esigenza di madre di sapere, si è trasformato in una assurda, crescente, voglia di lussuria.
Con il solo affetto di mamma ho cominciato, la donna ha voluto sincerarsi, poi la femmina ha prevalso, e ceduto. Le sue parole, ora, rendono diffusa su di me la sua essenza di maschio, ed in bocca il suo sapore di uomo.

“Non ricordo molto, avevi il capo quasi appoggiato sul mio petto, io le mie mani tra i tuoi capelli... era bello ...”

Una sensazione di paura mi assale : ha veramente subito il mio fare, nel suo dormire è stato naturale toccarsi, le mani sul mio capo, quel suo indirizzare il suo seme su di me, sul viso...
Era solo un sogno?

Turbata, spezzo ogni sua successiva parola
“Dai in piedi... forza!”
È un attimo, un lembo del lenzuolo in mano e lo invito ad alzarsi.
È veloce il mio fare, scopro il suo corpo.
È nudo!
Entrambe le mani giunte su quel suo bel pisellino.
Impacciato mi guarda. Spaventata arretro, le mani coprono il viso, in gola resta strozzato un grido.
Tremo!

Una scossa intensa di distribuisce sul mio corpo. Quello che stanotte era una impressione, ora è realtà!
È veramente un gran bel cazzo quello, che duro, svetta libero dalla stretta di una sua mano.

“Mamma è un po’ che mi succede, pure ieri sera, ma stamattina mi fa tanto male, non so come mai, né cosa fare...”

Balbetto, lunghi secondi di un assoluto silenzio, mentre seguo le sue mani impacciate, tentare di celare al mio sguardo la forma di un imperioso duro cazzo, stringerlo, spingerlo quasi a volerlo piegare, spezzare, nasconderlo.

“Amore di mamma stai solo crescendo”(... e anche bene!)

Sconvolta non reagisco non ne ho la forza e, forse, la volontà. Sento il cuore accelerare i suoi battiti e pompare il sangue nelle vene, le gambe farsi molli.
A stento riesco a stare in piedi.

Mamma...è forte il dolore qui...”
Indicando con le dite testicoli gonfi e pieni.

“Tu... mi puoi aiutare...”

Succube di una devastante realtà, mi rivedo china, cercare il contatto con la sua carne, calda e dura, Abbandonarmi all’intrigante brivido di una intensa emozione, eccitarmi al punto di perdere ogni più giusto controllo.

È palpabile la sua difficoltà, mentre nudo lotta con particolare impegno. Continua a spingere su quel bel palo, con entrambe le mani, che continua a pulsare, opponendosi alla sua forza.
In difficoltà non sa cosa fare, nei suoi occhi, chiara, una richiesta di aiuto.

“Mamma...”

Quasi una implorazione!
Mi sento in colpa. Poche ore fa ero accovacciata accanto a lui, ho baciato il suo sesso, debole, la lingua lo ha accompagnato tra le mie carnose labbra, l’ho preso in bocca, né ho goduto sino ad ingoiare il suo caldo seme. Complice mi sono lasciata sporcare, ripetutamente, il viso. Le mie mani hanno stretto il suo duro sesso, dirigendo il suo abbondante piacere sul mio morbido seno, con l’infido calore di un immenso piacere che si spargeva tra le gambe.
So di aver sbagliato ma è stato bellissimo!

Lo guardo, è in forte difficoltà. Ed io mi sento in colpa!!! Dovrei trovare la forza per oppormi ed invece

“NO!... così ti fai solo più male!!!”

Si ferma, la mia netta esortazione lo blocca, Seguo i suoi occhi innocenti seguire la mia figura, le mani coprono ancora alla mia vista il suo duro sesso.

“Tesoro mio fai piano, lentamente, non lo stringere forte, accarezzalo dolcemente con la mano...”

Incredulo ascolta le mie parole, allenta la presa, scosta le mani, quel magnifico palo si erge libero davanti a me.
Sembra sfidarmi!
La vergogna colora le mie guance e, nel diffondersi, sul corpo lo riscalda.

“Mi fa male...”

Dovrei reagire a perverse fantasie invece, sto per abbandonarmi, sconfitta, pronta a cedere a, sicure, nuove morbose emozioni.

“Amore fai scorrere piano la mano, lasciala andare su e giù, molto lentamente. Continua non ti fermare, vedrai il dolore sparirà. Poi sarà solo bello!”

Non so dove trovo le parole ed i commenti che faccio.

“Non avere fretta, fermati un po’, chiudi gli occhi...”

Vorrei aggiungere pensa a me stanotte accanto a te, rivivi le emozioni del tuo sogno... ma me ne manca il coraggio.
No! Non posso cedere!
Ma è proprio bello, è un signor cazzo! Non più il pisellino che è cresciuto stanotte, inerme nelle mie esperte mani.
Quella parte sporca in me comincia a prevalere, mi sta trasformando in quella porca che mi è sempre piaciuto essere, e che negli anni si è dissolta in statiche quotidianità.

“Mamma...è diventato tanto duro... ”

La sua è quasi una confessione.

Un nuovo dilemma mi sta attanagliando, farlo continuare o no? Subito la mia razionale risposta. - ma sta soffrendo -

“Amore di mamma non pensare al dolore...”

Sto per perdere il controllo, un assurdo delirio sale, e con esso la paura di cedere a pericolose emozioni.
Diffusi tremori sono la conferma che quello che sta facendo mi sta coinvolgendo. L’ebbrezza del peccato sta per accendersi, il desiderio carnale crescere, devastare i mie pensieri.

Arrossisco, e non certamente per vergogna, quando, lentamente, allento la cinta della vestaglia, una gamba piegata in appoggio sul muro, china, lasciva mi offro per un suo interessato ammirarmi. Incentivare il suo fare nell’erotico gioco del vedo non vedo.

Con il sorriso malizioso dell’intrigante erotismo della esperta femmina, lo guido
“Tesoro fai piano, non avere fretta, stingilo forte, fermati un po’ ”
Mi sento bella mostrandomi disinibita, e provocante, al suo riprendere un eccitante fare.

Nei suoi occhi è chiara una espressione diversa, non l’amorevole sguardo del bambino, ma un crescente interesse al mio essere femmina. Estasiato i suoi occhi risalgono il mio corpo, si soffermano per lunghi secondi sul disegno del mio formoso seno.
Reagisce, nelle sue mani cresce la veemenza di un bel fare. La mano scorre veloce su quel bel pezzo di carne.
Il suo respiro sale si fa intenso sempre più corto, profondo. Come mi implorasse di guardarlo mentre sta per godere… gode per me…
per la donna del suo sogno!

Incrocio il suo sguardo si accorge di come quel suo bell’attributo calamiti il mio interesse, dall’espressione dei suoi occhi interpreto i suoi intimi pensieri : perché lo stai guardando...Ti piace? Ti piace vedermi mentre lo accarezzo? Ti eccita vedere tuo figlio con il cazzo in mano che ti dedica il suo piacere?

Di rimando i miei pensieri : Si tesoro guarda la mamma com’è porcella nel mostrarsi nuda davanti a te, toccati piano, eccitati, desidero tanto accompagnarti al piacere. Vorresti la mia mano… ti piacerebbe fossi io ad accarezzarti mentre godi. Rivivi il tuo sogno. Vedrai sarà bellissimo.

È enorme il piacere che sta salendo, sento la fica contrarsi spasmodicamente, ed è fortissimo l’istinto di associarmi a lui, unirmi al suo respiro, ai suoi tremori. Al suo piacere.

Quella sua mano che picchia forte sul cazzo incide sulla mia forza. Mi indebolisce. È come volesse riprendersi quella parte che stanotte gli è mancata: vivere l’intensa emozione del suo piacere.

Il suo respiro cresce, prevale sul mio. Se solo allungasse una sua mano tra le mie vicine cosce spezzerebbe l’ultima barriera che divide l’amore di mamma con la voglia di donna.
È immensa la mia vergogna!

Entrambe le mani stringono forte alla base il cazzo, risalgono lente, coprono la tumida cappella, scendono veloci, di nuovo su, ancora giù... ancora... ancora...
Dio… sta per venire!
Quel meraviglioso cazzo sta per schizzare. Il mio tesoro sta per godere… davanti a me… sua madre!

“Tesoro continua”
Con un filo di voce, spezzata dal delirio incestuoso e da un desiderio che mi devasta : come vorrei riaverlo tra le labbra, riempirmi ancor di più la bocca, farmi sborrare di nuovo sul viso, sul corpo spargere la linfa vitale tra le gambe.

“Mamma! Mi fa male...”
Una sua forte invocazione!

“Amore continua, non ti preoccupare... passerà presto...”

Non controllo nervose mani tra i lunghi capelli, sul viso, le dita premono sulle labbra, schiudo in pò la bocca, la lingua sfiora il polpastrello, vorrei poterlo ciucciare, ed invece lascio le mani libere di scivolare sul seno, forte e il desiderio di pizzicare eccitati capezzoli. Vorrei lasciare alla mia mano il piacere di accarezzare un intimo che sento pian piano inumidirsi, e sempre di più bagnarsi. Chiaro il segnale che la debolezza del mio essere donna mi ha mandato fuori di testa!

Richiama le gambe, solleva il bacino verso di me, i nostri occhi si incrociano, la sua espressione è tesa, il viso contrito. Ancora veloce la mano sbatte sul cazzo, con forza lo stringe, respira, geme esplode la sua eccitazione, e comincia a schizzare...
Schizzi violenti di un abbondante seme si spargono sul suo corpo, diffuse sul petto, gocce diventata piene di piacere lambiscono le sue labbra. Gode! Sussurrando il mio nome, continua a picchiare su di un cazzo che sembra crescere ancor di più tra le sue mani.
In rapida sequenza, corpose gocce, le più dense mi raggiungono. La indirizza sul mio corpo senza neanche sapere perché.
Fremo colpita da un seme, non più incolore, non più fluido. Un caldo seme diventato sborra. Lo ricevo sul viso è caldo.
Tremo lasciando che veloce scivoli sulle mie labbra e, con un morboso impulso, ad occhi chiusi lo raccolgo, la lingua, assapora l’intrigante essenza, mentre altre seguono l’eccitante disegno del mio nudo corpo.

A stento governo i miei pensieri.
Combatto frastornata.
Non mi capacito come tutto stia accadendo, come ho perso il controllo del mio più giusto ruolo, come la ragione è stata sconfitta dal piacere.
Si perché è del piacere che sono vittima! Quell’intimo piacere che mi manca, che si è perso negli anni, che credevo non poter più assaporare.
Ed invece, prendo atto che esiste ancora per me, e potrebbe ancora crescere, non avere limiti, superare il lecito e, protetto da amiche, e complici mure domestiche, sconfinare in perverso gioco ed in un morboso fare.
Ma sarà giusto?

Non ho risposte. Ne ora intendo trovarle! Ora è il mio momento. Il nostro momento!

Riapro gli occhi e, in un complice silenzio, è in piedi, nudo, davanti a me.
Con l’innocenza del fanciullo. Imbarazzato, si scusa per avermi sporcata.
Sapesse leggerebbe nei miei occhi lussuria, piacere eccitazione. Non immagina minimamente quanto io sia felice che l’abbia fatto.
Non so come confessargli la mia debolezza, la mia voglia di lussuria.
Lunghi secondi per guardarlo teneramente con l’affetto di una debole mamma, le mie mani sfiorano un petto sporco del suo seme, lo percorrono, lo toccano.
Impacciato è forte il suo stringersi a me. La mia nudità accentua il suo innocente ardore.

No! non è giusto, è una cosa sporca. Un pensiero forte nell’intenzione ma debole nei fatti.
So che sto per fare qualcosa di immorale, contro natura, ma il forte desiderio cede al piacere.

Mi sento porca, colpevole, ma il suo abbracciarmi cancella ogni imposta morale.

Reagisco con un intenso turbamento e mi stringo forte a lui in un delicato abbraccio che nulla ha di materno.
Mentre un abbondante seme si divide su nudi corpi, gli trasferisco gli intensi tremori del mio.
È la conferma che non mi sento offesa.
Lunghissimi secondi uniti, il suo respiro è ancora intenso, il mio si spezza dalla eccitazione.

Fremo, inerme al contatto delle sue labbra sul mio viso. Raccoglie il suo seme sulla mia guancia, cerca le mie labbra, le sfiora. Vorrei baciarlo ma non me ne da il tempo, morbide labbra scivolano sul collo, pochi attimi, e seguono il mio corpo, lo carezzano a fil di pelle, con piacevole lentezza arriva al seno. Lo guarda ne resta estasiato.
Sfiora delicatamente capezzoli infuocati, comincia a baciarli, leccarli succhiarli. Con mani tremanti li porta alla bocca, li morde, prima uno poi subito l’altro.
Assaggia il suo seme!

I miei pensieri abbandonano la razionalità pronti a lasciare spazio al peccato. Non mi rendo conto di quanto sta avvenendo.
Di fronte a mio figlio, nuda, intontita da una eccitazione che mi sta sconvolgendo, ad occhi chiusi mi abbandono alle sue carezze, cercando di dimenticare che sono sua madre. Una madre sconfitta da un crescente deliro incestuoso.
Cedo con un intenso sospiro di pura eccitazione.

È lento il suo inginocchiarsi, le labbra percorrono il mio corpo, spargono il suo piacere, inconsapevoli del crescere del mio!

Le mie mani non sanno cosa fare, impazzite tra i miei lunghi capelli, stringo forte le labbra, chiudo gli occhi scuoto forte la testa e non per negarmi!
Sento la punta umida della sua lingua sostare tra le mie gambe.
Ancora un attimo di debole raziocinio. Resistergli, stringere le gambe.

Baci intensi, piccoli morsi, le labbra accarezzano i piccoli ciuffetti che adornano una diventata caldissima fica. È delicato il contatto. Non è esperto mentre la punta delle timida lingua, scorre tra carnose labbra, scivola tra l’intimo taglio. Entra!

Cresce il mio piacere!

Nulla posso opporre alla sua intrigante passione,
Perché resistergli?
Ancora un gemito stavolta intenso, forte, quasi urlato e cedo! Lascio al respiro la mia emozione e allargo le gambe.
Si! Voglio essere leccata, è tanto che più nessuno mi tocca così.

La sua bocca tra le mie cosce, la lingua tra umide labbra, gioca con il mio clito, lo lecca, lo succhia, lo maltratta, per la veemenza del non saper come fare ad assaporare il gusto del “frutto proibito”.

Rapita dal delirio incestuoso, di un inebriante momento, ascolto i battiti del mio cuore, la mente annebbiata, sono i brividi dell’orgasmo che sale velocemente.

Un immenso piacere prende il sopravvento. Sussulto, mentre mi bacia dove da tempo più nessuno lo fa. Reclino la testa per l’enorme piacere. È qualcosa di unico!
La lingua esplora, spinge oltre l’intimo taglio di ospitali labbra, è intenso il godimento che dissocia il mio essere madre. Gemo a gambe aperte con intensa goduria, piacevolmente stordita dal piacere che mi procura il suo veloce fare.
Mi sta scopando!
Vorrei potergli gridare il mio piacere: si dai, succhiami, bevi la tua sborra, fai godere la tua mamma!
Trascinata dall’onda incestuosa che mi sta avvolgendo, so che non posso più fermarlo, ma la cosa al momento non mi importa.
Come una splendida troia assecondo i suoi colpi inarcando la schiena e muovendo i fianchi.
L’amore della mia vita mi sta facendo godere come mai avevo provato. Il mio delirio è incontenibile.
Libero la troia che è in me, sconfitta dal piacere trasferisco le mani tra i suoi capelli, allargo oscena le gambe, entrambe le mie mani tengono il suo capo, sussurro il suo nome mentre è il mio corpo che sbatto sulla sua bocca lasciando alla sua lingua il piacere di scoparmi.

L’eccitazione spezza le mie parole. Sto per godere!
Sento salire l’orgasmo.
Il mio corpo trema, vacillo, il piacere si espande, non capisco più niente.
Sibilo il suo nome. Godo, ansimo, libero un grido per il piacere che vivo, che mi esalta, conducendomi in una dimensione fuori dalla realtà.

Sono sottomessa a lui e non ho più vergogna, è paradossale. La lingua di mio figlio mi sta scopando con la passione di un amore diverso. Con l’ardore del giovane maschio con la morbosa eccitazione dell’amorevole figlio!

Gli rendo palese il mio essere troia godo, con tutta me stessa, con il corpo che trema con un respiro che si strozza. Vengo tra le sue giovani labbra con tutto il corpo. Urlando il suo nome!

Una sensazioni unica che ogni mamma deve poter vivere!

In piedi, mi fissa con i suoi occhioni neri, avvicina le labbra sporche del nostro rispettivo piacere.
Mi bacia in un lungo momento di passione ed intimo. Mi bacia come un figlio non dovrebbe mai fare. Rispondo con la passione della donna innamorata.

Mi sento porca, colpevole!

La lingua scivola nella sua bocca, succhia avida al massimo dell’eccitazione. Assaggio il sapore del mio piacere direttamente dalla sua bocca.

Le sue non più innocenti mani spaziano su di un corpo sensibile, braccia forti mi stringono nell’oblio di un assurdo momento.

“Mamma non mi fa più male ma è ancora tanto duro......”

Sento il duro cazzo spaziare tra le cosce, lo sento carezzare le labbra della fica, spingere sul clitoride.

Ormai il ghiaccio è rotto e non c’è modo di tornare indietro.
Ho “svoltato”, non voglio tornare indietro, non posso non ci riesco.
Il suo darmi piacere mi ha liberato da angosce, dubbi lasciandomi la gioia di sorridere con malizia, consapevole del più intrigante ruolo di madre che mi aspetta nel guidare la sua vigorosa crescita.

Decisa metto le mani sulle sue natiche e lo tiro forte verso di me, lo spingo sul mio corpo.
Un solo pensiero inconfessabile : - Amore, fai godere mamma. -
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