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“Non chiedermi di essere solo una amorevole Mamma...”


di geppettino2003
03.12.2019    |    33.441    |    6 9.5
"SBORRA! Una, due, tre, quattro schizzi di caldo sperma, raccolti sul mio elettrico corpo..."
Concludiamo (forse) l’intrigante fantasia di una sensualissima moglie per troppo tempo lasciata sola!
Alle sue eccitanti fantasie abbiamo aggiunto trasgressione, intrigo e peccato!
L’augurio che (da ora in poi) abbia più coraggio per viverle!

Preoccupata, ed in tensione, aspetto l’ascensore al piano.
La mia attuale figura stenta riprendere il mio più giusto atteggiamento. Repentino è stato il ritorno alla realtà.
So di non essere presentabile, potrò assumere quel mio, giusto contegno dopo.
Ancora vivo il mio desiderio di offrirmi per una fantastica notte, rimasto insoddisfatto!
“Amore mio, stasera voglio essere tua... la tua schiava.. la tua puttana..... la tua splendida troia..."

"Erika! Ma che dici? Sei pazza? Tu sarai sempre la splendida mamma di nostro figlio, a lui devi dedicarti, devi farlo crescere... è anche bene..."
È, ora, il destino intende riportarmi ad una più dura realtà.
Ha forse ragione lui, devo essere solo una mamma disponibile.

“Roberto!”

“Mamma!”
Zoppica. Si è stirato nel suo ultimo allenamento mattiniero e, oggi, non può seguire la squadra.
I suoi occhi, chiaramente sorpresi, scrutano l’intera mia figura appoggiandosi a me. Soffre.

“Sdraiati sul divano, è il caso che la tua (provocante) mamma dia un occhiata....”

Seduta sul tavolino davanti a lui tasto, dalla caviglia, al polpaccio, alla coscia, le mani seguono potenti muscoli.
Voglio capire cosa si sia fatto. Continuo, le mani ridiscendono al polpaccio, per risalire rapide di nuovo sulla coscia.

Si lamenta, le sue mani spaziano sul divano, come naturale reazione ad un forte dolore.

Con amorevoli parole lo tranquillizzo.

Pochi secondi, e sussulto! Accanto a lui sono evidenti, sul divano, le fresche tracce del mio recente piacere, ne respiro l’essenza. Mi assale la paura che possa accorgersene, chiedermi, ed io non sapere come reagire, cosa rispondere...che fare!

“Togliti la tuta...”
L’intenzione è coprire quel mio segno di debolezza. I pantaloni scivolano sino alle caviglie, in piedi, davanti al mio essere seduta, un violento colpo allo stomaco mi toglie il respiro!
Lo slip copre, senza nasconderlo, il disegno di un cazzo che non posso che guardare (ammirandolo) nella considerevole dimensione, e forma, che traspare.
Attimi e noto i suoi occhi spaziare sul mio provocante décolleté. Il rosso bordo del reggiseno è esaltato dalla nera pelle del trasgressivo toppino, e dal contrasto con la candida chiara pelle che traspare dai frivoli intrecci.

Mi scuoto, la vergogna mi impone il più giusto atteggiamento di mamma.
“Vado a prendere la crema”
È il caso andare in camera e coprirmi!

Barcollo sugli alti tacchi, lo specchio della mia camera restituisce ai miei occhioni azzurri una languida espressione, poi quella mia voce
- Caspita! Erika hai visto che bel pacco...-
Per pudore non mi rispondo!

Confusa, veloce prendo la pomata.
Solo secondi per tornare seduta davanti a lui. Non controllo lo sguardo che cerca quel suo intimo, intrigante, disegno.
Vorrei sbagliarmi ma mi pare si sia ingrossato. Dallo slip traspare chiaro la forma di una cresciuta cappella.

Oddio!

Mi dedico al suo problema, abiurando il crescere del mio!
Raccolgo i lunghi capelli, spontaneo un profondo respiro mio malgrado, gonfia il seno accentuandone il provocante solco.

Stavolta mi è palese il suo sguardo su di esso!

Riprendo il terapeutico massaggio, entrambe la mani sulla nuda gamba, incurante dei suoi lamenti scivolano, favorite dal gel, su muscoli possenti.

La corta gonna è risalita sulle tornite cosce, quel frivolo spacchetto si offre ai suoi, diventati, impacciati occhi invogliando, senza volerlo, un interessato, sguardo a risalire oltre l’alto lucido stivale che le copre.
Mi è netta una violenta sferzata del suo cazzo.
D’impeto stringo le gambe.
Arrossisco. Sono completamente nuda sotto!

Pochi minuti di assoluto silenzio con un pensiero che comincia ad attanagliarmi.
Un tremendo pensiero!
- Il voler ricercare il mio saper essere provocante femmina non era certo per lui!
Certo sono ben consapevole che quel morboso desiderio di voler godere possa essere, ora, la causa del suo stato subendone, io, gli effetti.

A seguire domande:
Possibile che stimoli in mio figlio quelle perverse fantasie che stavo andando a ricercare?
Può un ragazzo, con gli ormoni in sicuro fermento, eccitarsi davanti a sua madre. Per come sono ora, posso mai condannarlo?

È il caso che assuma un più adeguato ruolo, ma come se una forza, a me estranea, inibisse ogni mia più, giusta, volontà spingendo la madre a dissociarsi dalla femmina.
Mi accorgo che i miei massaggi sono diventati carezze a fil di pelle, stendo le braccia, i lunghi orecchini sfiorano, accarezzando, un diventato sensibile affusolato collo. Le mani salgono oltre, e quello sporco pensiero incide sul mio essere.
Sento che mi sto indebolendo.

Un’altro fremito!

Vorrei, ma non riesco a fermare ardite dita risalire oltre sino a sfiorare gonfi testicoli.

Tremo accompagnandomi alla chiara, violenta, reazione del suo sesso.

“Mamma....”
Quasi sussurrata la sua voce

“Ti faccio male..”

“... No...”

Basito, in evidente difficoltà, non controlla il crescere di una potente eccitazione.
Impercettibile, ma chiaro, mi è il suo allargare le gambe come fosse un invito ad osare di più.

Maschero un tremore che comincia a dominare un debole corpo. Dita impazzite non intendono fermarsi.
Di nuovo la provocazione della mia voce: - Dai Erika, finalmente, per la prima volta, puoi avere tra le mani un cazzo nuovo, diverso, che vuoi, che desideri! -

Si incrociano i nostri sguardi. Il nostro silenzio mi è complice. Sobbalzo, in una sua mano stringe quel mio perizoma, lo ha al viso, ad occhi chiusi si bea del mio intenso profumo di femmina eccitata.

Quella stessa essenza che sta riscaldando la nuda fica, spargendosi tra le mie cosce.

È solo un attimo!
Sconfitta da un morboso e, pericoloso, desiderio con una assurda voglia in corpo, mi siedo accanto a lui. Mi è incontrollabile riprendere il mio perverso fare.

Le dita seguono il contorno del suo viso, tra le sue apprezzo il delicato tessuto del mio intimo indumento. Lascio che continui a gioire del mio profumo, mentre lentamente tra le gambe, non più innocenti, le mie mani sfiorano quel suo cazzo. Lo sento duro tra i delicati tocchi delle dita.

Reagisce con un lungo sospiro.

Ormai sono andata!
Anni di rinunce stanno per svanire
- Erika, dai dipende solo da te! -
Sale il mio piacere.

I suoi occhi ancora sul mio seno quasi a chiedermi di poterne gioire. Compiacente abbasso il leggero toppino, il rosso reggiseno lo fa sobbalzare. Dal prorompente seno può godere di diventati duri capezzoli. Un suo lungo respiro li riscalda.

Le dita cominciano a giocare sull'elastico dello slip, è ormai forte il desiderio di oltrepassare ogni, più giusta, lecita barriera. Supero il bordo, sfioro, titubante un cazzo che sento, chiaramente, pulsare di desiderio. È lungo, più di quello che è l'unico che conosco.

Mi lascio coinvolgere dai suoi tremori, con entrambe le mani, lo stringo, È durissimo, caldissimo, sento la sua forza sbattermi tra le mani. Cresce il suo gemere e, con esso, il mio respiro.

Con frenesia, la mano scorre tutto il cazzo, i movimenti sono lenti. Non mi controllo più, e non intendo farlo. È un fare eccitante.

- È un cazzo solo per te, pronto a darti quel piacere da tempo sognato! -
La mia voce mi provoca!

Stringo le gambe, non per vergogna e ne per pudore, solo per lasciare, a bagnate labbra, di accarezzarsi da sole. Le serro ancora più forte.
Chiudo gli occhi ad ogni suo palpito che muore nella mia mano, vivo il mio, eccitante, sogno!
Inspiro dal suo gemere, il suo piacere cresce, diventa profondo, il suo corpo trema. Stringo le labbra, d’impulso un colpo forte al duro cazzo, lascio attimi la mano sui testicoli, ripeto sfrontata. Reagisce opponendo la sua maschia forza ai miei colpi.
Dio che emozione!
Ancora, e ancora...ancora, pochi secondi e ho un orgasmo spontaneo, intenso, eccitante! Strozzo tra carnose labbra un intenso urlo di piacere.
Voglio che sia solo il primo!!!...

Abbandono definitivamente il mio materno ruolo, ogni più giusto pudore, ogni razionale vergogna. Estasiata da un cazzo che cresce con forza, cresce la morbosa voglia di prenderlo in bocca.

In ginocchio davanti a lui, libero dalle coppe il seno, lasciando, al colore del peccato di esaltare la mia bianca pelle.

Lascio al mio voler essere intimamente troia di guidare il mio fare.

Entrambe le mammelle avvolgono il magnifico cazzo. Una sfiora gonfi testicoli l’altra raccoglie le prime gocce di una perversa eccitazione.

Mi inebrio del suo piacere, sbatto, eccitata, il duro cazzo sul seno. Stuzzico i capezzoli, lo stringo tra invitanti mammelle, una eccitante spagnola accompagna la lingua a picchiettare la tumida cappella.

Quella mia voce, ormai sempre più presente - Dai Erika prendilo in bocca -

Lecco lungo tutta l'asta, lascio alla mia saliva di bagnare tutto il cazzo, succhio testicoli caldi, e gonfi pronti ad esplodere, mi approprio della tumescente cappella, è piena di desiderio. Succhio con particolare traporto, dal dolcissimo forellino spuntano le prime gocce del suo piacere, le accolgo sulla lingua, le assaporo. Eccitata ingoio la cappella, la strizzo tra le labbra, le mani stringono il duro cazzo, risalendo estraggo gocce calde e ricche di passione.

Ancora in bocca, tutto in bocca, ingoio avida affamata e assetata.
Non governo più la mia voglia.

Mi abbandono ad un altro bellissimo orgasmo!

La grossa cappella sbatte tra la bocca e la mia lingua, spingo il capo per farlo arrivare in fondo alla gola, respiro profondamente mentre godo di un cazzo che, ormai, mi appartiene. Lavoro con la lingua, lappo l'asta, lo sento tramare, da quel buchetto le sue gocce cominciano ad essere abbondanti.

Tremo alla ricerca dell’abisso di un piacere mai vissuto. Egoista decido!

Si! Voglio farlo venire nella mia bocca, non ho più paura del dopo ho voglia adesso.
So che è un cazzo giovane che saprò come far riprendere per gioirne ancora della stupenda forza!

Entrambe le mani stringono il cazzo, una stringe i gonfi testicoli, l’altra pesta sul cazzo. Con lo sguardo imploro il suo piacere
“...Mamma....”
stringo forte la cappella tra le labbra e, da un un suo lunghissimo gemere, la mia bocca è sommersa da una ondata di caldissimo sperma.
Schizzi ripetuti, densi, ne assaporo il gusto, ha un sapore dolce e aspro assieme, è la vita stessa.
Faccio schioccare la lingua ingoiando eccitata il seme della perversione. Nessuna goccia persa.
Mi sento finalmente porca!

Con il suo sapore in bocca, lentamente mi alzo. Come una esperta troia mi piazzo davanti a lui. La sua espressione spazia tra la sorpresa è l’eccitazione. La seconda prevale!
Libero il corpo dalla stretta gonna, mi offro solo con l’intreccio del reggiseno a sostenere morbide mammelle, preziose calze ad impreziosire lunghe gambe e gli alti stivali lucidi neri ad esaltare il mio essere porca.

Davanti a lui, sfacciata allargo le gambe, lascio alle mani di raccogliere il frutto della mia lussuria, sfrontata sfido quel magnifico cazzo a reagire.
Due dita spariscono violente tra labbra bagnate e simulano quello di cui ho bisogno. - essere sbattuta -

Tra le mani stringe, sfacciato, un cazzo che non ha perso la sua voglia, che ha mantenuto il suo vigore, che aspetta solo me!

- Erika adesso devi godere! -

Tendo le mani sullo schienale del divano, lascio al seno danzare voluttuoso davanti alla sua bocca, sbattere ripetutamente sulle sue labbra. Una lingua affamata, alternativamente assapora sensibili capezzoli. Stringo tra le mani il duro cazzo, lentamente, con la rossa cappella, mi accarezzo l’affamato clitoride.

Un lunghissimo sospiro, quasi liberatorio e, fiera di me, mi abbandono al perverso piacere. Si! Una mamma, solo una amorevole, disponibile, mamma!

Finalmente il mio sogno si avvera. Ho quello che mi manca: un cazzo che desidera avermi, che vuole possedermi, che mi deve scopare!
Un cazzo che sento farsi sempre più duro, sempre più grosso sempre più bello.
Lunghi gemiti, continui, non si arrestano crescono ad ogni colpo che mi ricevo. Le sue mani sul culo governano il mio selvaggio cavalcare un magnifico cazzo.

“Mmmmmhhh....”

So che lo sto facendo impazzire! È questo che voglio. Un cazzo tutto mio.
Stringo le labbra, strozzo il mio piacere, mi sollevo, lascio solo un attimo un magnifico cazzo di librare libero, le mani sulle sue spalle, le lunghe unghie affondano le sue carni, reagisce al dolore sollevando d’impeto il bacino e, stringendomi violento gonfi capezzoli mi spingo verso l’oblio.
Urlo la mia gioia. È tutto dentro. È tutto mio!
Vengo!

È un devastante orgasmo. Un intenso orgasmo, pervaso da un piacere che non ho mai vissuto. Quel piacere che ti annebbia la vista, lascia alla pelle scoprire i piacevoli effetti dei tuoi tremori, al respiro di restarti strozzato in gola. Che ti fa sentire donna capace di amare, e femmina da dominare.
Un orgasmo che stimola la mia fantasia che non mi ha appagata che, anzi, mi spinge oltre.
Non ho pace!

Sconvolta mi giro, solo un attimo per riappropriarmi della mia gioia, e mie mani fanno leva sulle sue ginocchia e subito quel cazzo è ancora mio. Voglio le sue mani impazzire sul mio corpo. Si impossessano del seno, lo devastano stringendolo forte
“Ssssssiiiiii.....”
Nessun mio controllo.
Impongo entrambe le sue mani sulla fica, le guido sul gonfio clitoride, voglio ancora un orgasmo! Arriva violento, intenso tutto il corpo freme al mio urlare di gioia.

Non ho, è non do tregua!
Scivolo dal suo corpo, e carponi, mi giro verso di lui con un sorriso tra il malizioso e il complice offrendogli, scodinzolando, un invitante disponibile culo.

Afferra al volo ciò che voglio
Così desidero l’uomo della mia vita, non devo chiedere, devo avere, non implorare!

Delicato, quasi spaventato, è ancora incredulo che la sua dolce mammina abbia manifestata a lui il suo essere una gran troia assetata di sesso. Tremanti mani carezzare le intriganti forme, piano allarga arrapanti glutei, si china, li bacia appassionatamente. La timida punta della lingua percorrere il delicato sentiero di un enorme piacere.

È da tempo che sogno di prenderlo nel culo. Condanno il mio mancato coraggio a chiederlo.

Adesso sono pronta a darlo!

Sento il buchetto raggrinzirsi sotto il suo eccitante leccarmi. Spingo il culo contro la sua lingua, la desidero li, ora, più di ogni altra parte del corpo. Gemo implorando più forza, pronta ad una profanazione a lungo attesa.

Finalmente si decide! La punta del cazzo spazia tra un culo ansioso del suo ardore e una fica fradicia del mio piacere. Raccoglie, sulla cappella gonfia e pronta a scoppiare, il mio piacere, l'accosta gonfia e dura al buchetto, che vibra.

“...Dai tesoro....”

Quel duro cazzo umido del mio piacere è pronto ad inculararmi. Sento il buco lentamente aprirsi, allargarsi al mio assecondare i suoi movimenti.
Lo imploro di prendermi con decisione agitando forsennata il culo che reclama il suo piacere, stuzzicando un cazzo pronta a dare pace ad un'attesa troppo lunga.

Entra con dolce velocità, penetra e spinge ancora più dentro con misurata violenza, lo tira fuori per bagnare ancora la cappella, rientra con insistente passione, duro e prepotente.
È splendido.
Finalmente!

È un cazzo che non si comporta da figlio, ma da quel focoso amante che da tempo cerco, arrapato e assatanato come nelle mie fantasie che, adesso, non intende rispettare la mamma ma soddisfare la femmina.

Le braccia sul bracciolo fanno resistenza ai suoi colpi. Non è lui che mi incula Sono io che spingo il culo sul suo cazzo. Sono io che mi inculo.

La sento tutto dentro, avvolta da un perverso desiderio.
Negli affondi sento, le palle battere sulla zona pubica, accarezzare le grandi labbra, accrescere la mia libidine.

Sconvolta, libero una lussuria repressa da anni di rinunce, e godo!

Le sue mani tra i miei capelli, le lunghe ciocche sembrano le briglie del suo cavalcare la splendida puledra di cui è padrone. Il seno reagisce plastico ai duri colpi di un prepotente cazzo. Lo tira indietro e lo riaffonda, con colpi improvvisi e violenti, quasi a sfondare la mia carne.

Gemo invocando più forza, lo incito sentendo crescere a dismisura la forza di un bellissimo cazzo, e con esso il salire intenso del suo respiro, segno dell'avvicinarsi inesorabile della sua sborrata.

Con la voce arricchita dal devastante piacere, intendo, ora, materializzare il mio più sporco desiderio.

Ciò che ho sempre voluto avvenisse e che, per quella strana forma di rispetto, mai è avvenuto!
Adesso lo voglio. Desidero da morire il suo caldo seme sul corpo, voglio farmi sporcare di piacere il viso, di lussuria il seno, di libidine l’eccitato corpo. Voglio che la sua sborra sia la linfa del mio rinascere come mamma.

Attimi per inginocchiarmi davanti a lui, riprendo quello stupendo cazzo in mano, riprendo da dove il mio delirio è cominciato.

“Vuoi che ti sborro addosso?”

Languida lo guardo
“Si!”

So di avere una espressione da porca.

Lascio a lui il piacere di sborrare io gli accarezzo, a fil di pelle, testicoli gonfi. È alto il suo piacere. Godo dei suoi tremori!

Voglio che sborri, voglio vedere nei suoi occhi una nuova passione.
Accentua il suo perverso tirare sul cazzo, stringo i coglioni, gli offro il conturbante seno!

“Mamma, sei una magnifica porca!...”

“Si so di esserlo!...”
...Sono quella stupenda mamma stupenda, dolce, comprensiva ma, anche la più consumata delle troie.

SBORRA!

Una, due, tre, quattro schizzi di caldo sperma, raccolti sul mio elettrico corpo.
Mi scarica addosso la più grossa sborrata della mia vita.
Schizzi violenti, e densi, di un seme caldo e corposo sul viso, rivoli di ricca sborra colano sul seno. Subito mani impazzire accompagnano il suo seme a dare ristoro a capezzoli infuocati

- Erika, mio Dio, che sborrata! –

Massaggio sul seno il suo piacere, il caldo seme mi fa tremare.
Raccolgo il suo caldo seme, la porto alla bocca, lo spargo con un dito sulle labbra. Ne assaporo l’eccitato piacere.
Si, finalmente, materializzo la mia vera indole. Una focosa porcellona!

Esausta mi abbandono accanto a lui in uno stato di entusiasmante estasi.

Sul tavolino quel suo messaggio sporco di sborra. Non ho il tempo, ne voglia, di tornare mamma e lasciare la femmina, mi sento finalmente quello che sono, e quello che voglio essere, porca, troia, puttana.
Resterò la sua
disponibile mogliettina ma, anche, una affettuosissima mammina...

“... Erika....”

“.... Tesoro sono la tua mamma...”

Gli porgo il suo piacere dal mio dito
“...Succhiati!...”

... Non è finita! So che è solo l’inizio...un eccitante inizio...
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