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Intrigo in famiglia 3


di geppettino2003
23.02.2011    |    55.389    |    3 8.5
"La guardai negli occhi, diventati lucidi, e rimasi attonito dal suo sguardo intenso che manifestava palese una forte eccitazione..."
ANCH’IO HO AMATO MIA MADRE

Quello che è successo mi ha portato indietro negli anni. Quello che ho confessato a mia moglie è vero! Ma non è tutta la verità!
Come faccio adesso a condannare un ragazzo che manifesta le stesse mie adolescenziali fantasie!
Il mio rapporto con mia madre è andato ben oltre la complicità. È vero mamma non ha ceduto ma è stato sul punto di farlo.
Il solo pensiero del corpo di mia madre mi faceva eccitare come un maiale.
Erano ormai molti mesi che i miei abbracci a mamma si erano fatti intensi ed intimi. Non perdevo occasione per stringermi a lei. Lei non poteva non percepire la corposità di un muscolo che subdolo le poggiavo tra invitanti chiappe.
I suoi fremiti ne erano l’evidente conferma!
E in quei mesi le mie tante provocazioni non avevano sortito effetti sino a quando…

Come ogni domenica mattina a mamma piaceva agevolare il mio risveglio con una fumante tazzina di caffè. Una vestaglia corta allacciata morbidamente in vita copriva quel suo intrigante corpo colpevole delle mie fantasie. Poggiata la tazzina sul comodino si ricuciva un angolino sul mio letto coccolando il mio dormiveglia. Le sue lunghe e curate unghie giocavano tra i miei capelli, si soffermavano sulla nuca, poi lentamente si spostavano sul collo a massaggiarne il muscoloso contorno, poi scendeva sulle spalle alternando i polpastrelli alle unghie. Più volte copriva l’intero percorso, le mani, seguivano il disegno della mia figura.
Come rapita da una soddisfazione interiore, seguiva il mio lento risveglio. Come ogni volta poi mi giravo per offrire alle sue intriganti dita il mio petto. Carezze lente calamitate dalla corposità dei miei muscoli addominali. Più volte e a fil di pelle. I miei occhi, pur intorpiditi dal sonno, le confermavano il mio apprezzamento, ed il mio amorevole sguardo era la migliore soddisfazione che potessi darle.
Le piaceva da morire trasferirmi il calore del suo materno contatto.
Ma quella domenica fu diverso.
Un leggero lenzuolino copriva il mio bacino. Una gamba sopra il lenzuolo, leggermente reclinata, l’altra semicoperta dal solo lembo di tessuto che, a malapena, mascherava il mio basso ventre e lasciava chiaramente trasparire un qualcosa di duro che, prorompente, faceva capolino tra l’intimo incrocio delle mie gambe.
Non poteva non accorgersene! E fu palese il soffermarsi del suo sguardo su quell’intimo svettante nel suo possente alza bandiera mattutino.
Sfacciato ed a occhi chiusi con una mano lentamente cominciai ad accarezzarmi un cazzo particolarmente imperioso. Il mio respiro diventò intenso, parte per la paura di una sua giustificabilissima reazione e parte per lo stato di eccitazione, veramente bestiale, che sfacciatamente le stavo mostrando.
Un gemito mi sfuggì dalle labbra, mentre continuavo, molto lentamente, a toccarmi il sesso.
Mamma inebetita seguiva la cadenza della mia mano sul mio attributo. Sembrava tremasse! Si girò, forse per redarguirmi. Le mani sul volto quasi a schermire la sua vergogna. Un movimento nervoso tant’è che la morbida vestaglia scoprì parte della sua figura. Conturbante era il disegno del suo seno.
Le mani tentarono di coprire quella splendida visione mentre quella mia mano continuava spudorata ad andare, provocatoriamente, su e giù. Chinandosi per baciarmi sulla fronte, non si era accorta che la cintura della vestaglia aveva allentato la sua funzione protettrice. Il bellissimo seno scivolava naturalmente a sfiorare le mia bocca. Le labbra incrociarono gonfi capezzoli, naturalmente si schiusero al provocante contatto. Veloce fu il suo lento risalire sul viso, fermandosi solo per un attimo. Ed in quella frazione di secondo l’immediato mio respiro le scaldò la delicata pelle.
Subito si ricoprì arrossendo mentre cresceva lo stato di forte eccitazione di cui ero pervaso.
Presa da un violento sussulto uscì dalla stanza senza staccare lo sguardo dal mio bacino e con il mio nome strozzato da una voce rotta da una strana emozione.
Quel momento mi diede una conferma. Mamma si era definitivamente accorta di come la sua presenza suscitasse in me morbose fantasie, e nel contempo l’assenza di reazione mi offriva, forse, la possibilità di osare di più!

Passò circa un’ora durante la quale più volte mia madre passò dalla mia stanza. Sapevo che osservava a mia mascolina figura mentre ancora mi deliziavo tra le lenzuola con l’uccello sempre in piena tensione.
Si erano fatte le undici, papà come ogni domenica mattina era impegnato nel suo giro domenicale, e per le sue pulizie si stava facendo veramente tardi.
Con fare spedito entrò nella mia camera, direttamente alla finestra per aprire le imposte. Il sole violento entrò nella stanza rendendo palese lo stato delle mie provocanti grazie.
Sedendosi ancora nel suo angolino, con fare amorevole, tentò di ricopre le mie nudità, lasciando scivolare una mano sulle mie gambe. Con una punta di sottile malizia, tutta nell’occhiatina fugace alla zona pubica, mi fece arguire che la mia esuberanza mascolina cozzava con il suo ruolo di madre.
Spudorato mi accovacciai a lei, cingendo forte il suo corpo tra le mie gambe raccolte in posizione fetale. La strinsi a me trasmettendo al suo corpo, attraverso l’esile lenzuolo, l’intenso mio calore.
Tremò!
Fui sorpreso dalla sua reazione!
Riprese le sue carezze, sempre più amorevoli, sul viso, sfiorando le mie guance, poi ancora sul petto, le dita sostavano ripetutamente sui capezzoli. Percepii chiaramente una forma di trasporto nei suoi movimenti unita alla gioia di un epidermico contatto.
La pressione delle dita diventarono intriganti, le unghie giocavano leggere stringendo i capezzoli, contemporaneamente il leggero vestitino, nel frattempo indossato, scopriva le bellissime cosce, mentre la sua espressione diventava intrigante.

Continuava ad accarezzarmi mentre stringevo sempre più forte a me il suo corpo. Mi fu chiaro il fremito che percosse la sua schiena mentre il mio intimo spingeva contro il suo corpo.
Un calore indescrivibile mi prese, il suo sguardo incrociò il mio.
Le mie mani lentamente andarono perverse tra le sue gambe, mentre le sue sostavano innocenti sul mio addome, continuando a percorrerlo in tutta la sua mascolinità.
Il suo respiro aumentava di intensità ad ogni delicato contatto con le mie dita sulla sua delicata pelle. Il silenzio imperava nella stanza interrotto solamente dai impercettibili gemiti che si andavano amplificando nella stanza.
La guardai negli occhi, diventati lucidi, e rimasi attonito dal suo sguardo intenso che manifestava palese una forte eccitazione.

Le mie mani incrociarono le sue e, in assoluto silenzio, le accompagnarono lentamente a sparire sotto il lenzuolo, vincendo ogni sua debole resistenza. Conturbata non riuscì a trovare la forza di opporsi alla mia provocazione.
Il cuore mi pulsava forte, il cervello mi scoppiava, ed il mio corpo fu scosso da un fremito intenso quando dita tremanti sfiorarono i primi peli ispidi di un muscolo che continuava a spingere con subdola provocazione sul suo corpo.
Fu immediato il suo naturale tentativo di ritrarre la mano.
“mamma …ti prego …”
implorandola, a fil di voce, di sconfiggere definitivamente le sue diventate esili resistenze a compiere l’innato passo che la separava da un qualcosa che comincia ad incidere sulla sua indebolita opposizione
“tesoro non possiamo…”
“lo vuoi tu per come lo desidero anch’io……”
spingendo la sua mano all’intimo contatto.
Senza nessun controllo cedette alla mia supplica. La sua mano con titubante dolcezza, si riportò sul perverso approccio. Le dita timide sfioravano, morbose, il mio muscolo.
Una sensazione perversa la coinvolse come se una frustata percuotesse il suo corpo.

Spudorato anche le mie mani lentamente risalivano tra le sue gambe, sino ad arrivare alla soglia di quella caldissima sua intimità. Mamma le strinse d’impeto ma a nulla servì. Riuscii a sfiorare superficialmente, e con particolare trasporto, i ciuffetti che spuntavano dall’esile suo tessuto, penetrando dolcemente verso il perverso contatto.
Con fare naturale si accostò a me…. gemendo.
Mamma stringeva tra le mani un muscolo che sembrava volerle scoppiare tra le dita. Stringeva forte mentre il suo corpo sussultava ad ogni pulsazione di un cazzo in forte tensione. Stringeva forte spinta da una assurda passione. Un calore intimo si stava diffondendo in me, mentre la sua mano lentamente percorreva la mia asta in tutta la sua possente dimensione. Dolcemente mi masturbava, piano, lenta, come a voler scoprire le reali dimensioni di un cazzo diventato enorme.
La mia mano intanto risaliva lenta sul suo seno, stringendo stupende mammelle. Cercavo i grossi suoi capezzoli. Tra le dita li stringevo morboso. Il suo viso si contraeva, gemeva inspirando profondamente, mentre rapita da una esaltazione che non riusciva più a controllare, stringeva ancora più forte e sentiva pulsare la cappella.
Il suo corpo era una continua vibrazione. Ed il mio pulsava sesso ad ogni respiro.
Rapita dalla sua stessa eccitazione, con le mie dita tra le sue intime labbra bagnate che cominciavano ad assaporare gli umori che abbondanti stava rilasciando. I nostri respiri crescevano di intensità, entrambi vittime, entrambi colpevoli. Continuò ad accarezzarmi intimamente, sospinta da una crescente voglia di perversione, continuò a stringere forte il mio cazzo. Sentiva la cappella gonfiarsi, e tentà di oppore una, sia pur minima, resistenza nel lasciarmi entrare con le dita dentro di se
“mmmhhh… ti prego smettiamola…”
“NO! è troppo bello… dai ancora, sei bravissima… ssssii”
“ti preg….oo…. fermat…iiiiiiii…”
non riuscì ad opporsi al perverso contatto, continuò a masturbarmi, continuai a masturbarla. Poi la mia bocca scivolò prima sulle sue labbra a sfiorarne il contorno poi sul petto, la lingua assaggiò il sapore della sua pelle attorno ai capezzoli.
na mia mano stringeva forte un capezzolo, l’altra completamente dentro di lei. Un mio dito la stava sconvolgendo. Nello stesso istante si irrigidì e un calore assurdo mi permeò le dita. Contemporaneamente schizzi impetuosi, violenti. le riscaldarono la mano, lo stesso calore che lentamente si distribuiva tra le mie dita e le sue cosce. Schizzi impetuosi.
“HHHOOOMMMMM…… mamma”
“amore mio…. SSSSSIII…”

Solo l’anticipato rientro di mio padre fermò ogni nostro possibile successivo incestuoso rapporto!

Quella mattina mi ha accompagnato per i tanti anni di università passati così lontano da casa. Fu una scelta imposta da mia madre per impedirle particolarmente a lei di starmi vicino!
E adesso rivivendo nelle fantasie di mio figlio le stesse sensazioni come posso condannarlo!
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