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incesto

Si scopo mio figlio! La sua fantasia mi ha intrigato, coinvolgendomi. Ora ne godo e, voglio farlo per tanto, tanto, ancora...


di geppettino2003
02.08.2020    |    33.891    |    1 8.3
"Domande alle quali sopraggiunge un atroce dubbio: che il tutto possa nascondere una sua assurda, perversa strategia! Scopro l’infatuazione del mio ragazzo..."
Una scelta inaspettata.
L’inizio...

- È fica tua madre, una gran bella porcona. Quelle tette mi fanno morire! -
........………………....................
- Dai sborra, fallo nel reggiseno, pensa che ci sia lei che te lo sta stringendo in una lunga eccitante spagnola. Che bella maiala, sono sicuro che non aspetta altro...-
.....................…………………....
- Si mi piacerebbe schiaffarglielo tra le minne, poi metterla a pecorina e scoparla da dietro. Vorrei vedere il seno che reagisce ai secchi colpi di sto bel cazzo. Mi voglio fare cavalcare, pizzicarle i capezzoli, ascoltare il suo eccitante gridare, vedere la sua espressione da troia impazzire con il grosso e duro cazzo mentre si scopa, pronta a farmi sborrare.
Voglio piazzargli il mio cazzo davanti agli occhi, metterglielo in bocca, farmelo succhiare e poi sborrarle sul seno, sul viso, guardarla mentre lecca il mio piacere tirandosi un ditalino...-
………………………….....…………..
- Dai sborra, pensa che la tua sborra sarà sul suo seno e, lei, sentendo il tuo odore, eccitata potrebbe chiederti di sbatterla...-
…………………………………………..
- Siiiiiiii....sborrooooo...-

Sconvolta! In piedi, perdo l’equilibrio, mi tremano le gambe, il respiro si è fatto corto. Cerco appoggio, barcollo, devo sedermi.
Leggo Il mio nome, il suo, il mio essere, il fascino, e la seduzione, del mio corpo, scopro la sua sporca fantasia.
Mi ritrovo etichettata gran fica, magnifica porca e splendida troia!

NON PUÒ ESSERE VERO!

...Lui, sotto la doccia, mi ha chiesto di controllare il telefonino lasciato in camera sua accanto al pc acceso. Sul desktop alcune mie foto, lente scorrono accompagnate dal sottofondo di una bella musica dei REM. Innocenti immagini. Il mio volto, primi piani dei miei occhi, le mie naturali espressioni, poi la mia figura intera, scatti particolari, ripresi in casa, alcuni dal tocco un po’ sensuali. Un attimo il mio seno di profilo esaltato dai miei respiri e dalle mie magliettine aderenti, le mie burrose gambe impreziosite da velate calze nere che incrocio sul divano, il bel fondoschiena valorizzato da stretti pantaleggins su alti sandaletti.
Poi una lunga sequela a mare. Quel mio due pezzi bianco nelle mie lunghe giornate al sole. Un costume che tanto ha intrigato per il colore, per il modello, per come valorizzava la mia 3° di seno sostenuto da striminzite coppe. L’emozione di un bel vedere che suscito nell’uscire dall’acqua, con le trasparenze date dallo slip piuttosto sgambato a valorizzare il mio bel, formoso, culetto.

Contenta stavo prendendo atto del suo immortalare attimi di un bel rapporto. Come ogni mamma curiosa, cerco altro, un leggero tocco sul touch e, un sito, una pagina, il titolo di un racconto: - Intrigo tra mamme...-

Attimi perché quell’intimo mio momento di piacevoli ricordi fosse interrotto, direi spezzato, da un qualcosa di sporco, indecente, ASSURDO!

Leggere la secca ammissione di una madre! Confessare di fare sesso con il proprio figlio, esaltarne l’emozione che vive, l’infinito piacere che riceve, l’intensa emozione che offre.

Poi seguire il lungo prologo e, lentamente, identificare lui, mio figlio, e trovarmi io, sua madre.
E RABBRIVIDIRE!!!

Sento la porta del bagno aprirsi. Raccolgo il mio turbamento, in fretta, frastornata, chiudo tutto, appena in tempo.
Stordita tento di fare altro.
Rossa in viso, lascio morire il mio tremore nel forte abbraccio di un corpo avvolto in un esile asciugamano. Offesa sia nel mio essere, che nel mio ruolo, non so come reagire. Il più razionale (giusto) sarebbe aggredirlo, gridargli la mia rabbia, insultarlo, avere la forza di assestargli un sonoro ceffone. Inspiegabilmente, (vigliaccamente), glisso...

Poi, sola, confusa, comincio a chiedermi il perché spingermi in camera sua, perché quel pc accesso, perché lo scorrere di quelle mie foto.
Immaginava, certamente, che la mia curiosità sarebbe andata oltre?

Ed io incapace di reagire!

Poi una lunga notte trascorrere praticamente insonne, ore di patemi succube di mille pensieri, continui assilli, molte domande nessuna risposta. Solo tanta paura!

Giorni a seguire senza alcun suo azzardo in casa, si accorgermi del suo ammirarmi nel mio domestico, forse un po’ più invadente, ma nulla che possa farmi intendere altro.

Allora! Decidere di tornare a leggere quel racconto e, sconvolta, scoprire che in quello scritto c’è la mia, la sua, la nostra, quotidianità e, anche, qualcosa di più!

C’è verità nel descrivere
quel mio averlo scoperto nel suo intimo, esaltante, solitario, erotico, momento!
Entrata in camera sua senza bussare, l’ho sorpreso con il duro cazzo stretto nel pugno impegnato in una morbosa sega.
Restare basita, direi spaventata. Credo che non solo lo stupore fosse palese nei miei sgranati occhi. Una reazione normale davanti alla spaventosa dimensioni del suo “profilo”.
Un cazzo enorme!
Nel suo sguardo la sorpresa di una eccitazione spezzata. Fermi, immobili, secondi di forte imbarazzo nei suoi occhi, nei miei il pudore unito alla vergogna.
Pochi secondi e trovare una scherzosa scusa per far calare l’inevitabile tensione: chiedere (stupidamente) cosa stesse per fare.
La conferma tutta nella sua mancata risposta! Quella mano riprendere a stringere il suo magnifico sesso, nel più assoluto silenzio, un lento scorrere giù poi su. Un’azione imposta da una sicura zozza fantasia difficile da governare. Di nuovo giù, un colpo secco sbattere su testicoli gonfi, poi su a coprire la rossa cappella.
Il nostro sguardo di nuovo incrociarsi, nel suo il crescere dell’eccitazione, nel mio quello dello sgomento a non saper reagire all’imminente suo piacere.
Entrambi immobili.
Io assistere, come se una oscura forza mi tenesse bloccata, lui non riuscire a contenersi, non fermarsi, io non essere capace ad andare via.
Pochi secondi e, nel suo chiudere gli occhi, un morboso schizzare,
corposo, ripetuto, denso, sicuramente caldo, spargersi sul suo petto.
In quegli schizzi come se una violenta frustata mi riportasse in vita, farmi scappare con il cuore impazzito nel petto, il respiro restarmi strozzato in gola, e il fuoco in corpo.

Scossa! L’angoscia pervadermi e non sapere che fare. In quel racconto ritrovami in un mondo che non mi appartiene, che non pensavo, nemmeno, esistesse. Mi soffermo sui tanti commenti su quel racconto, molti inviti ad andare avanti.

Indago sugli autori. Lei angelica nel suo aspetto esteriore ma spudorata troia, lui non più ragazzo, ma uomo capace di esaltare i sensi di una esigente femmina (mamma).
Scopro un nuovo, diverso, modo di amare la propria madre, darsi al proprio figlio, concedersi, cercarsi, volersi, per quanto perverso e morboso, confessare un rapporto diventato intrigante ed eccitante.
Leggere, in quel loro profilo, l’ammissione, e l’invito a cedere al più alto atto di amore... come un puro sentimento possa trasformarsi in passione.

Chiedermi ancora: Chi scrive come fa a sapere. Troppi particolari veri, troppi dettagli, intimi, reali. Tutto dannatamente vero!
Mi riconosco nella mia descrizione, non nei pensieri, forse un po’ nella mia fantasia!
Domandarmi, chi è stato?
Una sola risposta possibile: Lui il mio ragazzo!
Come se da oscuro suggeritore trasmettesse il suo desiderarmi diversamente mamma.

Trasecolata scopro i suoi morbosi pensieri.
Ma da quanto tempo? Come è iniziato?
Quale il momento?
Assalirmi l’angoscia nel soffermarmi su quella riflessione di quel VERO, puttanone -...è colpa nostra...- che mi obbliga a pensare: Che abbia mal interpretato qualche mio, naturale, atteggiamento, un mio pensiero, forse qualche mio, innocente, malizioso sorriso.

Mia la colpa! Quella mia voglia di sentirmi viva, felice che il mio ragazzo apprezzi il mio sforzo ad essere bella, gioviale, per il solo piacere di condividere, compiacendomi, la sua gioia di avere una bella mamma al fianco.

Domande alle quali sopraggiunge un atroce dubbio: che il tutto possa nascondere una sua assurda, perversa strategia!
Scopro l’infatuazione del mio ragazzo verso la bella mammina, scopro che vorrebbe godere delle mie belle fattezze, e capisco che non sa come fare!
Trovare una eterea complice fargli da spalla. Quella sfacciata mamma fare da corollario ad una storia che vede me, lui, noi, attori!

Il fiato corto, e do un senso a quell’opporsi alle censure del padre sul mio modo di vestire, non certamente volgare, né osceno, forse un po’ eccessivo per una cinquantenne. Ma basta una aderente gonnellino, una stretta camicetta, qualche accattivante trasparenza sulla preziosa lingerie che amo indossare per giustificare il crescere di morbose fantasie e di perversi pensieri.

Che il tutto possa ricondursi a quel mio sorridere maliziosa quando per strada venivamo (e veniamo tutt’ora) presi per una clandestina coppia. Le prime volte ho reagito con un po’ di stizza, diventavo rossa per la vergogna, poi, convinta che il mio essere adulata come donna potesse fargli piacere, ho lasciato fare.
Quel mio distaccato esibizionismo, il giocare sull’ambiguità, arrossire e sorridere, solo, e soltanto, per il piacere di piacere. Ora devo dare un senso a quei suoi innocenti apprezzamenti, quel suo complimentarsi, quel suo confortarmi nei miei momenti di, iniziale, disagio.
Ho sorriso, scherzandoci su, ma ora è forte il dubbio che nel suo fare approfittasse della mia amorevole accondiscendenza.
Poi quel suo cominciare ad osare, percepire una diversa sua attenzione alla mia figura, al sinuoso mio corpo, io non negarmi ai suoi continui abbracci, ai suoi goffi tentativi di andare oltre, convinta di un normale atteggiamento di un affettuoso figlio verso la bella madre.

Io, veramente, la colpevole!
Che io lo abbia autorizzato a fantasticare sulla matura femmina che ha circuito il bel giovane marpione!

Convincermi, poi, subito della mia colpa. La mia invadenza non voluta né cercata, e non dare, allora, alcun peso ad un momento di intima sua debolezza, forse più un bisogno. Mai mi sarei mai aspettata una cosa del genere: non è normale masturbarsi ala sua età!!!
Sforzo i miei ricordi a tornare a quel suo bisogno, concentrarmi, e leggere in quel suo sussurrato gemere, il mio nome scandito tra le sue strette labbra!

Ed ora, attanagliata dal grande dilemma se parlargli, manifestargli il mio profondo dissenso, chiedergli spiegazioni, o aspettare gli esiti degli eventi.
L’istinto di mamma mi blocca, rischiare di spezzare il nostro magnifico rapporto, (cosa che non voglio) o,
consapevole del rischio che potrei correre, avviare un rapporto con lui più stretto, trovare ogni scusa plausibile per averlo il più possibile accanto, cercare un qualche segnale che possa confermarmi quel suo, diverso, approccio a me.
Non è certo piacevole scoprire che l’amore della tua vita ti immagini troia! Ti desideri splendida puttana!! Ti voglia scopare!!!

Decido di opporre una mia strategia alla sua fantasia lo scopo cercare lo spunto, e trovare la forza (coraggio) di affrontarlo. Sfidarlo per accertarmi dei suoi perversi desideri, dei suoi morbosi sentimenti, delle sue piccanti fantasie. Come prendere atto di essere io la causa, e quali mie le colpe?

Ma è forte il dubbio di aver commesso un grossolano errore: Ora lui sa che io so!
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