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Quando una mamma troia ama! L’inizio


di geppettino2003
13.01.2025    |    3.209    |    6 8.9
"Io sentirmi avvampare! “Mamma sento il bisogno di dirti…..."
“Amore mio so che sei lì, non nasconderti più, vieni, entra. Non aver paura. Se è questo ciò che vuoi, fai quello che più desideri. Sai anch’io lo desidero. Sarà solo un nostro segreto!”

Pochi secondi per essermi davanti, incredulo ma spudorato nella sua potente eccitazione.
Con il cuore in gola, che batte forte, continuo nel mio sfacciato fare sotto la doccia. Le mani spaziano lente sul corpo offrendogli la femmina dei suoi incestuosi sogni.
Impacciato, le mani sui pantaloni della tuta tentano, inutilmente, di mascherarmi un duro cazzo pronto ad esplodere.
Ci guardiamo senza dire nulla, con gli occhi carichi di un amore vero, diverso, più intenso.
Lunghi secondi di un silenzio assordante!
Lascio che ammiri un corpo che sprigiona sensualità e provocazione e che spinge a quei suoi peccaminosi pensieri. Quei pensieri che sono nelle mani che stringono il maestoso membro. Dio come vorrei ora sfiorarlo con la plastica lingua, la mia avida bocca desiderosa di riceversi il caldo seme di un perverso piacere.
Rosso in viso, segue le mie mani farmi tremare, alta la voglia, ma non trova la fotza di osare. Più la vergogna che la paura farlo scappare in camera sua per quel suo, certo, solitario piacere a me dedicato.
Ed io non avere, ancora, il coraggio di fermarlo!

Resto sola con la mia sporca fantasia ed il corpo in fermento.
La schiena appoggiata alla parete, la mano a conchiglia tra le larghe gambe, il respiro spezzarsi nell’immaginarmi quel suo giovane cazzo stretto in mano tirare forsennato nel dedicarmi una eccitante sega coronata da una interminabile, sicura, potente, sborrata.
Al solo immaginarlo, non controllo dita violente deflorare la fica che arde di desiderio. Ad occhi chiusi accompagnano un corpo eccitato a godere con forte la voglia che sia quel suo bel cazzo, lungo e duro, a farmi rimbalzare tra inferno e paradiso!

Un ulteriore passo verso un assurdo non ritorno! Ma ancora il coraggio mancarmi! Vergogna e pudore, già da tempo, svaniti.
Ad un languido, e lungo, sospiro rivivo due anni di un lento, ma inesorabile, crescendo di peccaminosi pensieri, intriganti fantasie, sconvolgenti eccitazioni.

Ricordo di essere entrata in bagno pronta per fare la doccia e, rendermi conto di aver lasciato l’accappatoio in camera. Naturale, senza nulla pensare, nuda attraversare il corridoio e percepire, di sfuggita, un ombra a passi veloci sparire alla mia vista.
Lì per lì non dare peso alla cosa ma, nelle settimane successive, ad ogni mia doccia avere netta l’impressione di percepire, chiaramente, una presenza dall’altra parte della porta.
Sconcertata ad un dubbio diventare forte nell’assalirmi, non riuscire a capire, nell’immediato, cosa dover fare, se non il bisogno di sapere.
E quel dubbio diventare, in breve, certezza!

Dover prendere atto che, a 15 anni, il mio bambino mi stava spiando, e non riuscire a darmi pace, né come poter accettare che potesse avere sconce, fantasie su di me, sua madre!

Un inizio difficile da comprendere, e non sapere come reagire, solo la
necessità di informare il padre. Entrambi non sapere che posizione assumere, essere solo d’accordo sul non fare nulla per non turbarlo. Grande la paura che, affrontandolo direttamente, potesse essere un colpo troppo duro per lui. Così decidere di non affrontarlo per non umiliarlo.
Tentare di giustificarlo, convinti dei, possibili, primi perniciosi pensieri di un giovane adolescente nei confronti della prima femmina “disponibile” capace di stimolare erotiche fantasie.
Lasciarlo, quindi, libero di fare, certi che il tempo avrebbe favorito il lenire di un irriguardoso fare.
A quell’età spesso i figli maschi, crescendo, invaghendosi delle proprie mamme, subiscono i primi pruriti sessuali.

Ma gli eventi dei giorni, settimane, mesi, a seguire non favorire la nostra speranza!

Pietro, nostro figlio, è un ragazzo adorabile che, ringraziando Dio, non ci ha mai dato particolari problemi, eccetto quelli che ogni adolescente può creare.
Certo non avevamo previsto che a quel suo, pernicioso, fare crescesse anche la sua sfacciataggine!

Continue, e costanti, le sue presenze dividersi tra la porta di quel mio bagno, ad ammirare il mio corpo nudo, e la mia camera per gustarsi una figura che amo impreziosire di trasgressivo intimo.
Memore dell’impegno preso, non avere alcuna reazione, mai affrontarlo, né rimproverarlo.
Solo condividere, a sera, i miei patemi con il padre.
Ma non avevo fatto i conti con il mio essere, che cominciava, infido, ad incidere sui miei pensieri!
Combattuta tra il mio ruolo di amorevole madre, e la mia indole di vogliosa troia, subire complice quel suo sostare dietro la porta e
cominciare a sentirmi, ogni volta, sempre più “sporca!”

Così, la sua presenza da pochi secondi diventare lunghi minuti di un interessato guardare non più la madre ma la sognata, provocante, femmina.
Si perché sono, ancora una piacente donna. Amo vestirmi, e truccarmi, con cura, avendo alto il culto di me stessa e, poi a quale donna non piace sentirsi adulata, ammirata e desiderata quando ci si avvicina ai 50 anni!
Il corpo, un po’ sovrappeso, favorisce morbide curve e, nell’insieme restituisce alla mia figura apprezzamenti che meritano più di intriganti fantasie. Una terza di seno piena con capezzoli pronunciati e spesso turgidi. Mi piace tenere ben curata la mia fichetta, una frivola striscia di ricchi riccioli sul pube, completamente liscio, esalta grandi e gonfie labbra, le piccole non molto evidenti, ma particolarmente sensibili. È una fica ospitale, e disponibile, che spesso il mio uomo sfonda con falli esagerati, facendomi godere come la magnifica maiala che so di essere.
Il culo, bello, pieno e sodo, con un buchetto che adoro farmi sfondare con colpi secchi, forti, continui, sino ad implorare travolgenti orgasmi.

Pur essendo una coppia con la mente aperta, dover riconoscere che, al trascorrere del tempo, le nostre notti cominciavano ad affievolirsi. La passione raffreddarsi. Le scopate diradarsi. Godere rischiare di diventare un lontano ricordo!
Per questo cercare qualcosa di trasgressivo per risvegliare i nostri sopiti sensi. Sperimentare il gusto del voyeurismo, giusto per arricchire la nostra intesa sessuale.
Al mio uomo piace tanto che gli uomini mi guardino quando mi propongo provocante, mettendo in mostra il mio corpo, ed io mi
intrigo a sguardi allupati e spudorati, e agli spinti commenti che suscitano la figura di una gran bella gnocca.
Così sfruttare quel mio essere esibizionista, accentuando la mia troiaggine con gonne sempre più corte ed aderenti, accattivanti, e profondi, décolleté ad esaltare il seno stretto in reggiseni di taglia più piccole, e perizoma al limite di quel decente che incentiva peccaminosi pensieri.
Noi donne percepiamo il profondo significato di uno sguardo maschile, quando è carico di sporche fantasie. Sguardi che ci fanno sentire femmina da desiderare, occhi che ci entrano nel corpo, accendendoci al desiderio un duro cazzo dentro in una calda fica con alta la voglia di essere chiavate spudoratamente fino a raggiungere il reciproco piacere.

Così il nostro intimo rapporto riprendere gli ardori dei tempi migliori godendo, senza limiti di tempo, luoghi e circostanze, delle perniciose fantasie che trasmette la gran fica che so di essere. Sino a lasciare libero il desiderio di una sfacciata troia sulla possibile presenza di un un altro uomo tra di noi.
L’esperienza di due uomini nello stesso letto è il desiderio di molte donne, ma prerogative di poche, ma il solo immaginare il piacere che potrebbe darmi un bel cazzo, magari di un giovane puledro, devastarmi. Una fantasia che mi eccita da impazzire e, conoscendomi, so che potrà essere solo questione di tempo!
Al mio confessarlo scoprire che al mio uomo non dispiacerebbe condividere il suo piacere con un’altro cazzo a strapazzare i miei buchini in contemporanea.

Ci eccitava da morire l’idea.
Ma un conto sono le fantasie, diverso è metterle in pratica.

Attribuirmi delle colpe alla considerazione che, probabilmente, quel mio propormi zoccola, anche in casa, potesse aver stimolato la galoppante fantasia del mio piccolo bambino con gli ormoni a palla. Per lui l’amorevole madre trasformatosi nella intrigante sua musa ispiratrice.

E a quel suo continuo cercarmi, farsi difficile gestire il naturale scorrere, in casa, della nostra quotidianità. Alle diventate assidue nascoste presenze, il suo amore trasformarsi in bisogno di contatto. Nel non lesinare baci, morbide labbra sfiorare le mie, nei forti abbracci subire le sue mani seguire il disegno di un corpo disponibile alle sue carezze. Timide sfiorare il seno, scivolare sui fianchi, soffermarsi attimi sul culo, e farlo con mascherato pudore.
Al suo stringersi a me percepire, netto, il salire di intensi tremori.
Ma nessun azzardo da parte sua, come se una strana forma di rispetto per il mio ruolo inibisse quel suo sporco desiderio!
La paura pervadermi ma e, alle palesi sue erezioni, non riuscire mutare il mio atteggiamento nei suoi confronti se non giustificando quel suo desiderio di qualcosa di - sporco - ormai certa del suo sognarmi sempre più femmina e meno mamma.

Allo sconcerto iniziale insinuarsi, infida, la mia indole di femmina.
Il mio essere libertino incidere, e sconvolgermi, al salire di pensieri assurdi per una madre ma leciti per una troia!
Dover ammettere, prima a me stessa poi, candidamente, a suo padre che saperlo dietro la porta a seguire il mio lento denudarmi, il languida accarezzarmi, indossare la mia particolare lingerie, cominciava a darmi sensazioni piccanti, sino a sconvolgermi in brividi intensi al crescere di un diverso sentimento di amore.
Al darmi, immediatamente, della madre degenerata, il suo tranquillizzarmi, nel far leva sul mio affetto materno, convincendomi che è l’amore che provo per lui a darmi quelle intime emozioni.

Ma il tempo non aiutarmi!
Saperlo dietro la porta ed immaginare quali i suoi pensieri, quali fantasie, cosa sognare. Tremare alla certezza del suo certo, sporco, toccarsi per darsi piacere, e non riuscire ad opporre il ruolo di madre a quello di troia!

Così quel nostro voyeristico gioco con il padre cambiare contesto!
Nell’arricchire di particolari, e fantasie, i miei racconti sul perverso fare del piccolo marpione, pretendere una sua mano tra le cosce per condividere il diffuso calore presente tra i corti riccioli di una fica completamente fradicia.
Al suo restare piacevolmente sorpreso, stringere tra le dita il suo bel cazzo pulsante di una coinvolta passione.
Al suo scoparmi furioso ascoltare il suo sfidare l’assurdo - ma sai quante potenti sborrate ti starà dedicando fantasticando sul tuo morbido seno, alla curata fica, e al gran bel culo della sua bella mammina. -
Al solo ascoltarlo il corpo scuotersi in un orgasmo devastante!
Al sopirsi di respiri intensi, dover prendere atto che, piano, piano, l’iniziale preoccupazione stava trasformandosi in una perversa realtà!
Cosa stava accadendo? Chiederci che razza di genitori essere!
Nessuna risposta se non cominciare a diventare trasgressivo il gioco tra me e il padre con Pietro, ignaro, complice!

Un lungo periodo passare, ed il fare del mio bambino, diventato più sfacciato, contribuire al salire sempre di più del mio piacere condiviso con il padre.
Giorno per giorno scoprire che la situazione ci intrigava e, io consapevole, favorire il pernicioso fare del mio bambino. Meglio dire che la dolce mammina, contribuiva al perverso fare del piccolo mandrillo.

A quei suoi iniziale innocenti sguardi trasformarsi in un coinvolgente interesse diventato intrigante per entrambi.

scoprire gli effetti del mio provocante atteggiarmi in corpose gocce sparse del pavimento. China raccoglierla tra le dita e annusarle, forte percepire l’essenza del giovane maschio. Era sborra!
Il mio bambino si era masturbato dedicandomi il suo sporco piacere! Scossa, immediato condannare il mio fare e, subito, giustificarlo, forse non era stato capace di controllare la sua eccitazione, probabilmente non avergli dato il tempo per pulire.
Un solo dato certo, ritrovarmi bagnata!
Al mio raccontarlo al padre, una sporca fantasia cominciare a rimbalzarci nella testa, e più ne parlavamo più ci intrigava una diversa realtà : E se, invece, le avesse lasciate di proposito!
Non riuscire a controllare il salire dei nostri sensi, abbandonarci ad un perverso piacere. In un niente ritrovarmi un gran bel cazzo in bocca e godere, in poco, di una potente sborrata. Ho ingoiato il suo caldo seme, con forte l’odore della sborra di mio figlio ed, ad un urlo, il mio godere spandersi, copioso, tra le mie dita.

Lunghi minuti passare, e il suo sfidare l’assurdo, esaltare il mio essere troia - Perché non lasci la porta un po’ socchiusa. Al suo guardarti ti offri un po’ più donna. Magari riesci anche a vederlo sborrare, e poi me lo racconti. -
Basita ascoltare la sua riflessione!
Dover rifiutare le sue considerazioni superare il giusto, ma la perversione prevalere!

Solo pochi giorni trascorrere e dare seguito al suo dire. A porta socchiusa, il mio lento spogliarmi, all’immediato materializzarsi della sua figura. Di spalle far finta di niente e, allo scorrere dell’acqua, favorire il suo bel vedere. Senza controllo accentuare il mio propormi sensuale alla sua vista. Le mani sul seno, stringerlo, come volerlo offrire alla bocca di un’onirica figura. Pochi minuti di un provocante fare ed incrociare occhi estasiati ammirare il mio nudo corpo. Lui abbassare gli occhi, vergognandosi di essere stato scoperto in “flagranza di reato.” Solo il tempo per intravedere una potente erezione ed immediato il suo scappare, sicuramente, impaurito da una mia, possibile, e giusta, reazione.

Giuro che non ci sarebbe stata!

Quasi dispiaciuta l’ho raccontato, alle mie parole un diffuso calore diffondersi tra le gambe favorire il suo scoparmi furioso, ed ascoltare una sua più morbosa proposta - Fallo ancora! Lascia che ti ammiri, esaltati per lui! Proponiti più troia, forse capirà che lo fai di proposito e, vedrai, non scapperà. -

Tutto vero!
Giorni dopo, ormai priva di ogni razionale atteggiamento di madre, puntuale in bagno con la porta semichiusa.
Svestirmi lentamente, lasciando che ogni indumento scivolasse via dalla mia pelle, accogliere il caldo abbraccio del getto d'acqua carezzare la mia pelle. Ad un tepore vivere una sensazione avvolgente con le mie mani non riuscire a resistere al richiamo del mio debole corpo.
E lui lì, rapito dal suo interessato guardarmi. La sua presenza esaltare il mio esibirmi troia. Di profilo lasciargli apprezzare la mia figura di femmina.
Con movimenti lenti e sensuali, accarezzare il prosperoso seno, farlo con dolcezza, permettendo alle gocce d'acqua di danzare sulla mia pelle. Ogni carezza, ogni movimento, un intrigante rituale di intimità con me stessa, un momento in cui il piacere si è fuso con la fantasia condividendola solo con lui.
Ho lasciato alle mani di scivolare sul corpo, entrambe congiungersi tra le gambe, sfiorare morbose la fica, le dita giocare con i corti riccioli poi, lentamente, dargli le spalle, flettere il corpo in avanti e farlo beare di un gran bel culo!
Lunghi minuti di un erotico supplizio, accentuando la sensualità delle mie carezze, accompagnandole con il crescere di sospiri di una assurda eccitazione.
I miei occhi cercarlo ma riuscire ad intravedere solo il corpo irrigidirsi agli effetti di una mano tirare violenta su di un imperioso membro.
Tramare, ed assalirmi intensa la voglia di voler godere di quel suo potente cazzo ma non riuscire a superare la paura!
Solo accertarmi della densa, e corposa, sborrata sul pavimento, lasciata come segno del suo ringraziarmi.
Una intensa scossa pervadermi, una emozione intensa, nel non resistere ad assaporare il caldo seme di Pietro.
Era denso, caldo, acre ma buonissimo.
Darmi della pazza nel non contenere un diffuso calore, tra le gambe, richiamare le mie dita.

A sera raccontarlo con l’enfasi della troia e godere di una delle più belle selvagge scopate, come da lungo tempo non ci accadeva.
Aver assaggiato la sborra di mio figlio mi aveva eccitato fuori modo e,cominciavo anch’io non avere limiti!
Alle sue manifestazioni di un perverso amore, contrapporsi la mia cresciuta sfacciataggine, e solo la vigliaccheria non riuscire a spezzare quell’esile filo che separa il razionale dal peccato.
Il mio ruolo di madre non aiutarmi e quella mia indole di troia continuare a sfidarmi!

Ancora un lungo periodo di una erotica routine. Con perenni forti batticuore ripetere i “riti” della doccia. Alle sue presenze, senza più freni inibitori, offrirmi sensuale, e provocante, al suo sporco fare, ed al suo regalarmi il perverso piacere da me donatogli.

Un gioco diventato pericoloso!
Ad un consueto rito mattutino Pietro, superato l’azzardo, mi aveva, per la prima volta, offerto l’opportunità di ammirare di soppiatto un cazzo enorme, bello, pieno e duro. Un cazzo, molto più grande, e lungo, di quello del padre.
Un cazzo li pronto e disponibile!
Un fremito sconvolgermi all’immediato, esagerato, gonfiarsi di sensibili capezzoli. I suoi occhi fissi sul mio corpo e non riuscire a governare una potente eccitazione. Le dita stringere il duro uccello. La mano libera di scorrere, prima lentamente, e poi sempre più incessante l’intero membro.
Non essere capace di dire nulla se non favorire il crescere della sua eccitazione.
Nessun mio pudore opporsi!
Ho indugiato con le mani sul seno, pizzicare cresciuti capezzoli poi, lentamente, lasciarle scivolare tra le gambe, le dita sfidare il gonfio clitoride, sfiorarlo più volte ed, al mio respiro spezzarsi, il suo corpo irrigidirsi, strozzare in gola intensi gemiti, stringere il cazzo alla base, ancora due tiri ed esplodere in una sequela di potenti schizzi lasciando sul pavimento una quantità esagerata di sborra per poi, immediatamente, scappare via.

Sconvolta, con forte la voglia di cazzo, non resistere e non riuscire a controllare l’assurda voglia di leccare dita intrise del suo caldo seme.
La schiena appoggiata alla parete, priva di forza abbandonarmi ad un violento ditalino, difficile contenere i miei gemiti ed accorgermi del suo ammirarmi. Sfrontata, senza controllo, portare due dita in bocca a mimare uno sfacciato pompino, condividendo con lui il mio godere, rendendogli palese il mio essere troia.
Poi la vergogna assalirmi, ma cedere alla inevitabile considerazione che ciò sarebbe accaduto!

Tutto il giorno stravolta sino a sera quando ammettere al padre, senza alcuna vergogna, della mia eccitazione e, sconvolta, pretendere il suo scoparmi come se non ci fosse un domani, e di farlo come mai aveva fatto!
Lunghi minuti di un selvaggio amplesso, ed avere netta la sensazione della presenza di Pietro dietro la nostra porta ad assistere quanto porca sa essere sua madre!
Il solo immaginarlo esaltare il mio essere troia. Un cenno del capo è condividere con il padre la perversa emozione.

Lui stimolare la mia immaginazione, ed io non porre limiti alla fantasia.
Mi ha portato al piacere, facendomi godere con in testa il duro cazzo di nostro figlio. Era il suo cazzo che avevo in bocca, la sua cappella tra le labbra, mentre mi leccava la fica in uno sfibrante 69. Era suo il cazzo che stringevo tra le intime labbra, era lui che mi chiavava con impeto per portarmi ad un primo orgasmo.
Al mio godere, violenta la sua secca considerazione: - Lo vuoi scopare?-
Come se un secco ceffone tramortisse la mia reazione,
nessuna risposta se non urlo di uno sconfinato piacere: SSSIIII!
Sconvolta, ho scatenato i miei sensi, gli ho offerto lo splendido culo ma erano le mani di Pietro sui miei fianchi a governare, furioso, le ripetute spinte di un cazzo che sentivo arrivarmi sino in gola. Era il duro cazzo di mio figlio che mi stava inculando!
Al suo irrigidirsi pronto a godere, era il cazzo di mio figlio che stavo succhiando per farlo esplodere di piacere nella mia calda bocca, pretendendo che mi sporcasse il viso, il seno, il corpo, assaporando l’essenza del vero peccato.
Ho gridato il mio piacere per condividerlo con mio figlio certa che, nell’ammirarmi troia, abbia goduto con me!
Per poi darci subito dei pazzi pervertiti!
Avevamo portato nostro figlio ad un godere voluto da tutti e tre.
D’altronde era quello che volevamo, sapendo benissimo che ogni figlio maschio si eccita moltissimo quando sente la mamma scopare. Guardarla e desiderare stare al posto del padre, sognando di poter infilare il suo uccello nella fica materna.

Immediata salire incontrollata un irrefrenabile voglia di avere due cazzi a mia disposizione. Voler vivere il piacere di scopare un’altro uomo e mio marito assistere. Una fantasia che stava prendendo forma mandandomi in estasi. Il solo pensare di poterlo fare con nostro figlio diventato uomo sconvolgermi. Smaniosa, fantasticare di scopare nostro figlio, mentre succhio il duro cazzo al padre per poi farmi sborrare da chi in bocca e chi dentro la fica.
Superati i patemi, lentamente era subentrato, prorompente, l’assurdo desiderio del potente cazzo di mio figlio!
Poi una notte tumultuosa spaziare tra tante domande, piena di pensieri e, ancora, la vigliaccheria frapporsi.

E ora sono qui! Sola con le mie fantasie, le voglie, desideri che non hanno più alcun limite.
L’acqua fredda della doccia tenta, inutilmente, di raffreddare i miei sensi.
Con il corpo in fermento so cosa voglio io e cosa desidera lui. L’alternativa lasciarlo ancora fare sperando che il suo prossimo passo sia ciò che desidero, ma quanto tempo aspettare ancora!
Forte la convinzione che il coraggio di osare non deve cercarlo lui devo averlo io!

Pochi minuti ed aspettarlo in cucina, per il suo solito abbraccio prima della scuola, certa del suo stringersi a me, disponibile alle sue mani sfiorarmi, ma stamattina io andare oltre.
Mi è davanti, basito al mio essere provocante con indosso una magliettina attillata senza reggiseno, un corto pantaloncino esaltare sinuose gambe. Lascio al morbido seno di sfidare i suoi occhi. Lo sguardo non smette un attimo di apprezzare la mia figura. Gli occhi scivolano lungo il mio corpo, è come se mi accarezzassero risalgono lentamente dalle cosce per fermarsi sui gonfi grossi capezzoli. Difficile mascherarne il disegno dalla leggera magliettina.
Io sentirmi avvampare!
“Mamma sento il bisogno di dirti….”
“Tesoro, non dire nulla…”
Lo rassicuro con un sorriso malizioso, mi avvicino, amorevole una mano ad arruffargli i capelli, poi un casto bacio sulla fronte.
È estasiato al ciondolare di libere mammelle.
Le mani tra i miei lunghi capelli, un profondo respiro e vedo crescere il suo interesse, e non solo quello!
“…ti adoro.”
Un pensiero sussurrato, come sussurrata la mia risposta
“…ed io ti amo.”
Pretendo il suo abbraccio, voglio stringerlo forte a me. Con il seno appoggiato al suo petto, sfacciata ondulo il mio corpo, al suo e percepire, netto, il suo essere spaventosamente duro. Spingo il ventre contro il suo, sento la punta di una tagliente spada puntata contro la mia fica. Sentire la sua eccitazione, sentirla scoppiare e sentirmi orgogliosa del mio merito!
Oscillo il bacino, sento la sua verga strofinarsi contro la fica, palese cresce la mia eccitazione nel sentirmi il suo cazzo spingere tra le cosce. Sconvolta a lunghi secondi immobile per godermi un morboso contatto.

Cresce la mia voglia di scoparlo ma non voglio un piacere rubato, né intendo offrirmi la troia che sono. Almeno non subito!!!
Per lui voglio essere una conquista non una preda!

“Amore per te è tardi, stasera papà sarà fuori, abbiamo tante cose da dirci. ”

Lunghe ore sola, preda di continui pensieri su ogni possibile evenienza che scatenano in me un mix di fantasie ed eccitazione.
Ancora combattuta su cosa fare e come farlo. Il corpo sa cosa vuole, ma la mente, ancora, non sa come prenderselo!
Intanto una sola certezza: il padre inizialmente ai margini, troppo presto il suo coinvolgimento. La sua presenza, certamente, lo inibirebbe.

A sera una rapida cena trascorrere in un silenzio che ci è complice.
Ben consapevole che devo essere io a fare il primo passo.
Un attimo per determinarmi.
Una velocissima doccia, l’intenzione non dargli il tempo di spiarmi. Come due anni fa, una corta asciugamano coprirmi a malapena il corpo e, spedita, in camera mia.
Incrociarlo in corridoio, immobile guardarmi, sorpreso con un misto di delusione e, di palese, eccitazione.

Sorrido sorniona entrando in camera, la porta, rigorosamente, socchiusa.
Sento il cuore che batte a mille e l’eccitazione cresce incontrollata ed irresistibile.
Non sapere, ancora, quale sarà il suo reagire mi da quel senso di irrequietezza che si prova ogniqualvolta si varca un confine non ben conosciuto.
L'asciugamano sul letto, nuda mi pavoneggio sensuale davanti allo specchio certa che a secondi sarà dietro quella porta.
Tra le dita la più trasgressiva, ed intrigante, mia lingerie. Mi ha visto nuda, ma ancora non mi sono offerta a lui nel mio provocante propormi.
Allora perché non dargli l’opportunità di ammirarmi troia con i miei preziosi indumenti indosso.
Sfacciata do corso al mio intrigante spettacolo solo a lui dedicato.

L’immagine dello specchio mi conferma il suo esserci. Sapere che mi sta guardando accende i miei sensi in un modo che non ho mai vissuto.
Vado oltre!
Gioco con l’ambiguità di femmina eccitata. Lenta esalto un corpo che comincia a riscaldarsi.
Ed il mio pungente odore di femmina esaltarmi!

Sfacciata indosso un perizoma bianco completamente trasparente, piano sistemo i piccoli bordi a sparire tra invitanti chiappe. Un attimo fletto il busto in avanti, libere mammelle ciondolano prima di esaltarsi in un reggiseno di stessa fattura che nasconde a malapena già cresciuti capezzoli.

Certa della sua piacevole sorpreso, abbandono il mio essere madre e mi propongo come la femmina delle sue più sporche fantasie.
Lo voglio maiale!

Lasciva, libero le mani ad accarezzare un corpo che freme, tocchi superficiali e a fil di pelle. Il mio è un lento crescere di sfrontata provocazione.
Non ho fretta, ne certezza, solo la consapevolezza che ho iniziato uno erotico gioco. Ed intendo condurlo sino alla fine!
Ad occhi chiusi, immagino di averlo davanti, offro al suo sicuro, interessato, ammirarmi l’opulento mio seno. Lo stringo. Voglio che ascolti il salire del mio lungo respiro.

Poi mi volto verso la porta, sempre ad occhi chiusi, una mano continua a strapazzarmi il seno l'altra, molto lentamente, scende fino ad superare il sottile bordo del perizoma. Le dita sulle grandi labbra già gonfie e completamente fradicie.
I miei sospiri diffondersi.

Certa del suo duro cazzo, sicura che si starà toccando, voglio che goda del mio piacere per lui, e con lui!
Due dita devastano la fica, ed immagino siano le sue ad entrare ed uscire con lo stesso impeto. Libero gemiti di piacere, più grida che sospiri. Non resisto abbandonandomi ad un travolgente, e devastante, primo, orgasmo.

Al riaprire gli occhi, vederlo stravolto di eccitazione, con il corpo che ancora trema, gli tendo le braccia.
“Amore ti stavo aspettando. Vieni!”
Lunghi secondi con il timore che ancora la vergogna lo faccia scappare di nuovo!
Solo il forte desiderio di me aiutarlo ad abbattere la soglia della paura.
Finalmente!

Nel suo sguardo un amore intenso, diverso. Uno sguardo più pervaso di bramoso desiderio che di amorevole affetto di un figlio per la sensuale mamma! Negli occhi la passione. Tra le gambe alto il desiderio del peccato!
E palpabile la tensione, siamo entrambi consapevoli che ci aspetta un qualcosa di indimenticabile
Titubante il suo aprirsi a me.
"Mamma, sai ormai che è tanto che ti spio. Ho violentato la tua intimità, me ne vergogno, ma è stato più forte di me non riuscire ad impormi il rispetto dovutoti. Perdonami!”

Il mio cucciolo interpreta il mio fare come un dovuto sacrificio dell’amorevole, comprensiva, ed affettuosa madre nei confronti del proprio bambino, colpevole solo del suo diventare uomo.
Ascolto:
“Oggi mi hai fatto un regalo che ricorderò per sempre. Non ho mai visto nulla di più bello e travolgente, adesso è forte la voglia di toccarmi davanti a te. Finalmente ti posso guardare senza il timore di essere rimproverato. Ora che so che anche tu lo desideri!"

Il suo confessarsi emozionarmi. Infondermi, finalmente, il coraggio di osare, condannando la mia vigliaccheria. Maschero il forte pentimento di non aver ceduto prima!
Ora non desidero altro, forte il desiderio avere il sopravvento.
"Si amore lo puoi fare, è quello che voglio anch'io"

Timido il suo denudarsi davanti a me e, per trasmettergli sicurezza, privarmi lentamente, di quel poco che ancora ricopre un corpo che freme. Davanti a lui mi piego e, oscena, senza più alcun pudore o vergogna, gli offro un intimo completamente aperto e gonfio di un morboso desiderio.
"Mamma, è tanto che ti sogno così."
Quel suo confessarmi inibire ogni possibilità di propormi a lui ancora più provocante, e sensuale, con uno dei miei capi più sfacciati.
"Se è questo che più desideri, fammi felice."

Seguo la sua mano scorrere lentamente su di un cazzo potente. Le dita avvolgono la rossa, e gonfia, cappella umida di prime gocce di un incestuoso ardore.
Un cazzo gonfio e turgido, quello di un uomo vero non più del mio bambino. Un cazzo lungo, venoso, grosso.
"Cosa vuoi che faccia per te amore?"
In silenzio, probabilmente nella sua testa balenano mille pensieri. Pochi secondi per ascoltare:
"Voglio che questo momento resti indimenticabile per noi. Vorrei solo potermi gustare tutto il tuo corpo, sentire il tuo profumo di donna. Sono anni che sogno di farlo e non voglio rovinare questo momento. "

"Guardami amore, sono qui solo per te"
Si avvicina, ho il cuore che batte in gola, il mio respiro diventare lungo, il suo apprezzare la mia essenza di femmina. Senza mai sfiorarmi, ammira il mio seno, poi lento abbassarsi verso la fica aperta con uno sguardo, ed un amore, che non ho mai visto da nessuno. Istintivamente allargo oscena le gambe, entrambe le mani sulle piccole labbra per mostrargli completamente la mia fica aperta. Il suo lungo respiro mi riscalda. La mano veloce tira sul cazzo in modo quasi scomposto. Il volto trasfigurato dal piacere.

"Lasciati andare amore, non trattenerti, godi. Ti guido io. Fallo piano, lentamente, raccogli le prime gocce del tuo piacere, spargile su tutto il cazzo, vedrai sarà bellissimo. Stringilo forte, lascia la mano di andare. Guardami sono qui per te.”

Mi rendo conto che non resiste.
Continuo con una eccitazione che cresce, difficile governarla
“Non avere fretta, prenditi il tempo che vuoi. Io so aspettare!
Neppure il tempo di finire la frase ed un urlo liberatorio, la cappella esplode.
“MAMMA..…”
Schizzi infiniti di un caldo seme colpirmi sul seno, sul viso, sul pube. Completamente sporca del suo piacere, godo anch’io senza nemmeno essermi toccata!

"Tesoro era questo che tanto desideravi?"
"Si mamma, ma ti confesso che desidero altro, ma anche solo con questo mi rendi felice. Non so se avrò altre occasioni come questa, ma ci spero e magari.."

In un lungo tempo indefinito abbracciati senza aggiungere altro, lasciargli intendere che può spingersi oltre, se solo lo desidera.
"Si amore, chissà, magari ..."
Ad occhi chiusi, i nostri corpi nudi l'uno all'altro ma senza nessun tocco, nessuna forzatura. I cuori battono simultaneamente, il respiro stenta a tornare normale.

"Mamma e papà?….”
Immediato, e forte, l’esigenza di confessargli apertamente del nostro segreto a lui nascosto.
Ascolta le mie parole sul diverso amore che mi lega al padre e su quello che mi ha portato ad un passo, tanto assurdo quanto meraviglioso, pienamente condiviso con il padre.
Inebetito, come se un ceffone lo riportasse ad una realtà difficile da comprendere, confessare anni di sue paure, timori e vergogna e scoprire un amore di entrambi verso di lui pieno e assoluto, difficile da comprendere, ma felice di apprenderlo!

Non riesce a pronunciare più nessuna parola e, per non metterlo ancora più in imbarazzo, in niente ci ritroviamo dove tutto è iniziato.
Sotto il getto dell’acqua, finalmente, le sue mani sul mio corpo. E come se toccassi il paradiso, dolci le sue carezze sulla schiena, sfiorare il collo, scivolare sui fianchi, lente risalire al seno, fermarsi e, a fil di voce,
"Mamma, posso?"
"Si amore non aspetto altro!"
Delicate mani su piene mammelle, piano massaggiarle, timido giocare con i gonfi capezzoli, li stringe. Il mio gemere infondergli coraggio, intensi brividi scorrermi lungo la schiena.
Gemo ma non di dolore!
Poi scendere giù, più in giù sul monte di venere. Nel mio sguardo, un sorriso carico di eccitazione nel sentire le sue mani tra le gambe. Spudorata le allargo per facilitargli l’incestuosa carezza. Le sue dita giocano tra i corti riccioli di una fica che arde dal desiderio.
Un dito oltrepassa la barriera dell’assurdo, entra, si muove, raccogliere il mio piacere e, rapido, portarlo alla bocca per assaporare la mia gioia di mamma.
Violenta una scossa di piacere infinito, desiderato per troppo tempo, sconvolgermi!

Nella sua espressione sparita la paura, nella mia alto il desiderio. Ricambio le sue dolci attenzioni.
Le mie mani spaziare su ogni centimetro del suo corpo, dal viso al petto, lente cercare il cazzo, sfiorarlo, trovarlo duro e lungo. Al contatto spontaneo stringerlo.
Accarezzarlo, sentirlo pulsare frenetico. Un brivido intenso scorrermi lungo la schiena.
Al contatto della mia mano accarezzare il suo uccello chiude gli occhi ed ad un lungo gemito di piacere, con voce tremula implorarmi
"Non fermarti mamma ti prego…."
Alto il suo desiderio di portarlo io a godere con le mie esperte mani farlo tremare. Un fare tanto amorevole quanto perverso.
“Mamma…”
Al suo gemere accelero, stringendo più forte quel duro cazzo che sembra volermi esplodere nella mano.
“Mamma quanto tempo…”

La sua mano tornare tra le mie cosce, di nuovo un dito dentro di me, rapido due, entrare ed uscire, la bocca alternarsi su entrambi i capezzoli, la lingua leccarli, i denti morderli.
Un fare che infiamma i miei sensi!

Con il cazzo di mio figlio stretto nella mano, tremare nel sentirlo fremere tra le dita e sale forte la voglia di poterlo stringere tra le cosce, immaginare di sentirmelo nella fica ad alleviare i bollori del mio essere la gran porca della sua fantasia.
“Amore fai godere mamma!”
Completamente coinvolta emotivamente, godo!
“Ssssiiii….”
E al salire di un mio lungo sospiro portare lui al piacere.
Di nuovo i suoi schizzi, ripetuti e potenti inondarmi il corpo, il suo arretrare di un passo e chiara la volontà di volermi sporcare tutta. Ed io lasciarlo fare!
La sua espressione felice donarmi una sensazione intensa di infinito piacere, ed il mio ruolo di mamma completarsi davanti a quel cazzo che ancora sputa piacere.

Con una sola riflessione Intendo dare al peccato il più alto senso dell’amore materno. Lo voglio fare con la passione che solo una madre innamorata sa dare. Poi
quale madre non farebbero qualunque sacrificio per il proprio figlio…
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