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Quando le fantasie di un figlio, incontrano i desideri di una madre…


di geppettino2003
31.12.2022    |    44.398    |    7 8.5
"Secondi di un lungo pensare, come volessi colpevolizzare il mio fare..."
Un racconto che trova il suo contesto in una realtà possibile, dove intriganti fantasie si trasformano in eccitanti realtà….

Roberto
Torno a casa con forte la voglia di ricucirmi quei miei intimi, eccitanti solitari, momenti dedicati tutto alla mia splendida, inconsapevole, musa. Il solo pensare che posso, liberamente, dedicarle il mio piacere mi attizza da morire.
Nel mio fantasticare è come se volessi provocare quel suo intrigante essere, sfidare i suoi pensieri offrendomi sfacciato nel mio fare e sperare nell’impossibile.
Sono mesi che la sogno, mi è entrata in testa, nel sangue, e desidero da morire possederne il corpo.
Non so come fare, né ne ho il coraggio!

Approfittando dell’assenza di mamma, sono nel suo bagno, nudo, il suo profumo di donna avvolgermi, lascio libera la fantasia di cercarla. Senza pudore vorrei poterle ostentare il mio orgoglio di figlio. La immagino davanti a me seguire il mio accarezzarmi un cazzo che diventa potente per lei. Pronto ad esplodere solo per lei!
Ad occhio chiusi mi ci vuole poco per vederla, complice, aprire il corto scamiciato, raccolti i lunghi capelli, offrirsi con un corpo impreziosito dalla sua finissima lingerie, il florido seno esaltato dai suoi stupendi pizzi, le tornite cosce fasciate da velatissima seta nera. Sono frivoli gli originali suoi reggicalze. Davanti a me le mani scorrere sensuali l’intera provocante sua figura pronta, e disponibile, ad essere sporcata del mio caldo seme su di un magnifico corpo che ho il merito di aver fatto eccitare.

Momenti in cui un’impossibile realtà prevale sulla fantasia.
- Guardami! So che ti attizza. Ti prego, dimmelo! Ti piace vedere un bel cazzo, ti piace vedermi mentre lo accarezzo. Ti eccita vedermi con il cazzo in mano che ti dedica il suo piacere? Ti prego, prendilo tu in mano… voglio sentire i tuoi pensieri, mentre mi fai godere! -

Succube di una eccitazione, intensa, irrefrenabile tiro su di un cazzo che, senza pudore, si erge in tutta la sua prorompente forza.
Dio quanto sborro in quei momenti!
Ogni volta è un piacere sempre più intenso. Strozzo tra le labbra il suo nome a densi schizzi che sembrano non finire mai. Come vorrei che le corpose gocce del mio piacere sporcassero il suo bel viso, sfiorassero la bocca, seguire una avida lingua raccogliere dalle labbra il seme di un incestuoso desiderio, assaporarlo. Invece le vedo scivolare sui cristalli del suo grande box doccia, e lo scorrere dell’acqua, in poco, far sparire le tracce della mia sporca sfacciataggine!

Il dopo: lunghi secondi trascorrere perché il mio respiro torni normale, le gambe stentano a sostenermi, riapro gli occhi, torno alla mia realtà con il cazzo che non intende perdere virilità. Con vergogna quell’eterea figura sbiadirsi, annullarsi, sparire.
Secondi di un lungo pensare, come volessi colpevolizzare il mio fare. Lentamente torno padrone di più giusti pensieri, del più corretto rispetto al suo essere e al suo ruolo, ben consapevole del mio irriguardoso fare.
La paura assalirmi. So di sbagliare, giuro non voglio, offenderla con il mio morboso fare. Ma è più forte di me! In quei miei momenti è come se perdessi il rispetto dovutole. So che non lo merita, mi dispiace, forte assalirmi i sensi di colpe, la razionalità scuotermi, la paura pervadermi al solo pensiero che se mi beccasse nelle mie, diventate costanti, perverse sborrate, cosa penserebbe. Cosa potrebbe accadere se i nostri sguardi si incrociassero. La immagino sconvolta, delusa, certamente offesa. Quale la sua reazione, giusta la sua rabbia, attimi per meditare sul come affrontarmi, su cosa dirmi e, principalmente, cosa farmi. Sicuramente una lunga, e giusta, reprimenda. Il suo sguardo sarebbe duro, le sue parole forti nel condannare il mio essere un porco.
Al suo certo chiedere un perché non riuscire a dire nulla, sicuro non sapere giustificare la mia giovane esuberanza, come confessarle che mi eccita al punto che non so come oppormi alla voglia di dedicarle le mie spudorate sborrrate. Ammettere il solo dispiacere e soccombere alle sua, giusta, paternale sul rispetto dovuto ad una madre.
So di essere un vero maiale! Ma non resisto!
Meno male che il tutto è solo frutto delle mie sporche fantasie, poi solo giuste preoccupazioni.

Una domanda da mesi però assillarmi: Ma se mi vedesse veramente?
Riuscirei a renderle tangibile il mio sporco desiderio, lei rimarrebbe a godersi lo spettacolo fino alla mia incontrollabile morbosa sborrata!…

Katya
Stamattina non ho avuto il tempo di dirgli che non sarei andata in ufficio. I primi caldi pre estivi mi impongono il cambio degli armadi. Doverlo fare mi obbliga a restare sola a casa, la sua presenza potrebbe distrarmi dal mio domestico impegno.
Prima del mio fare sento il bisogno di una doccia.
L’acqua scorre sul mio corpo per un momento di intimità cercato, voluto. Prendo consapevolezza del mio essere, combattuta da assurdi pensieri, e resto imbrigliata da quelle fantasie che da mesi stravolgono il mio ruolo di madre!
Nel mio essere amorevole mamma che, come tutte le madri, stravedo per mio figlio, sono felice di stargli accanto, coccolarlo vezzeggiarlo, sapendo di fare cosa gradita a lui e a me.
Un rapporto libero, aperto, sano.
Sino a quel giorno!

La mente ritorna sempre più spesso a quei momenti, aperta la porta del mio bagno e restare di sasso, immobile, cercando di realizzare se avessi delle allucinazioni. Un misto di paura e preoccupazioni sconvolgermi, nel rendermi conto dello stato del mio bambino. Attimi per comprendere perfettamente che ero pienamente vigile. La scena davanti ai miei occhi era più che reale: mio figlio, completamente nudo, con le spalle appoggiate alla parete, le gambe divaricate, teneva in pugno un superlativo cazzo che accarezzava lentamente.
Ammutolita ho guardato!
L’acqua della doccia aperta mascherava i mugolii del suo fare, coprendo parole appena farfugliate.
Il gioco di specchi del mio bagno, nel mascherare la mia presenza, mi consentiva, di seguire un profilo ostentare un signor cazzo che, volutamente, lasciava libero di palpitare frenetico come se, sfrontato, lo stesse offrendo ad un, interessato, sguardo.
Non proferire parola, ma il mio sussultare confermare un sicuro, forte, disagio al limite del dissenso. Confusa non riuscire a dire nulla, né cosa fare, come comportarmi.
Vedere l’amore della mia vita stravolto dalla eccitazione avrebbe dovuto impormi di rendere tangibile la mia presenza, spaventarlo, inibirgli dal continuare e, invece sono rimasta inerme davanti ad un incontrollabile, intimo suo bisogno, più una esigenza.
Sapere bene del bisogno di un ragazzo sedicenne, di quegli ormoni che impazziti incentivano sporche fantasie, un’età dove basta poco per lasciare libera la fantasia di spaziare in un mondo nuovo, diverso, chiudere gli occhi e trovarsi coinvolti in amplessi che di amore hanno ben poco. Solo erotismo, sesso, e pornografia!
Ma non mi sarei aspettata il mio scoprirlo nel topico momento in cui stava per godere.

Io confusa, lui continuare. Lunghi minuti e seguire nel suo viso, l’espressione di intenso piacere preannunciare gli imminenti schizzi, dando fiato ad una onirica fantasia, come se un etereo corpo fosse materializzato al suo cospetto.
Inebetita ho ascoltato i suoi pensieri:
- Si ti desidero da impazzire, mi sei entrato nel sangue, ma so che non posso averti! Sono mesi che sogno che mi guardi mentre ti dedico il mio piacere, mentre mi tocco, mi accarezzo e godo pensando a te, al tuo corpo, ti voglio accanto a me nelle pose più erotiche, più oscene! So che mi è negato il piacere di possederti, ma non quello di sognarti. So che è sbagliato ma è più forte di me, non riesco a resistere alle mie eccitanti fantasie! -

Sconvolta apprendere dei suoi nascosti desideri. Fantasie sporche che rendeva palese nel suo solitario fare, dimostrandolo ampiamente in modo chiaro. Inorridita chiedermi a chi stesse pensando, a chi stava per dedicare il suo eccitato piacere.
Sempre più combattuta dal dover uscire, lasciarlo solo a menarsi l’uccello, oppure aggredirlo con mali parole, invece ritrovarmi ferma, ammutolita dagli effetti dei suoi pensieri.

- Non trattarmi male, è più forte di me, non riesco a resistere a questo desiderio. Mi piacerebbe solo che mi guardassi. Ti prego… ti imploro… guardami il cazzo, guardalo… guarda come ti desidera!!! -

Basita!
Rapido il mio indietreggiare, portarmi le mani al viso, fermo, scioccata dal suo gemere, senza riuscire a dare un senso alle sue parole.
Attimi per dovermi determinare, combattuta su cosa fare, ho seguito il suo giovane corpo irrigidirsi, arcuare il bacino, allargare le gambe, vederlo fremere. Stava per godere!
- Siiiiiiiiiiiiiiii, Siiiiiiiiiiiiiiiiiiii, Dio! Dio!!! Ohhh! Ohhhhh! Ecco! Siiiiiiiiii! Vengo ! Vengo!!…mmmmhhhh……-
Dio no… L’ho visto schizzare!
Ascoltare i suoi pensieri e rabbrividire ad un’interminabile serie di schizzi uscire da un meraviglioso palo
- Sssiiiiii …..siiiiii ….. sborroooo!!! -

È venuto indirizzando schizzi impetuosi del suo piacere verso la doccia come cercasse qualcosa, qualcuno. Un poderoso primo schizzo infrangersi sulla trasparenza del cristallo, subito seguito da un secondo ancora più corposo, ed un terzo immediato, e violento, fondersi agli altri.
Mi sono sentita mancare, le gambe non mi sostenevano nell’ascoltare prolungati gemiti uscire dalla sua bocca ….
- SSSSIIII ….. siiiiii…mmmhhhh….-

Il suo sfrontato fare è stato come un pugno alla bocca dello stomaco che mi ha tagliato il respiro. Turbata ho portato le mani alla bocca per strozzare un grido di stupore misto a vergogna nel seguire quell’interminabile serie di ripetuti schizzi uscire da un meraviglioso uccello che vedevo in tutta la sua maschia potenza. Non riuscire a raccogliere le forze per andare via, non capire le ragioni del mio restare! Le mani sulle guance, coprire un rossore che, ancora oggi, non so se definire di paura o di rabbia nel prendere atto di che razza di maiale era l’amore della mia vita. Incredula ho seguito il suo pazzesco godere. Ferma, appoggiata allo parete, immobile, in precario equilibrio, le braccia incrociarsi all’altezza del seno, istintivo il mio proteggermi.

Poi lunghi minuti, lui fermo immobile, il respiro corto non riuscire a sopire la sua eccitazione. Il cazzo rimasto bello tosto svettare con vigore, come fosse pronto per ricominciare, ed io raccogliere le forze per andare via.

Ancora sconvolta ritrovarmelo in cucina, tranquillo, nel viso l’espressione dell’affettuoso figlio, nulla che potesse ricondurmi a quel suo fare, e ai suoi sporchi pensieri di pochi minuti prima. Sola, preoccuparmi dell’assenza di una mia qualsiasi reazione. Chiedermi perché sono rimasta, perché non non ha fatto niente per bloccarlo, gridargli il mio dissenso. Perché l’ha lasciato godere di una irriguardosa ed eccitante situazione. Piano prendere coscienza, e una considerazione giustificare la mia debolezza: Il mio piccolo bambino era cresciuto, diventando uomo.

Per giorni interi non riuscire a dare una spiegazione al mio non aver reagito, non aver reso tangibile la mia sorpresa. Impormi di credere che il mio restare fosse dettato dal volermi accertare, capire, ipotizzare sul perché del suo fare. Convincermi che quella sua esigenza ci poteva stare, è legge di natura, scossa lecito però chiedermi a chi quei pensieri, quelle sue parole continuare a martellarmi in testa: Verso chi quel suo intenso godere!

Chiedermi cosa avrebbero fatto altre madri in quella situazione. Sarebbero uscite lasciando il figlio a menarsi l’uccello. Lo avrebbero aggredito con veemenza, o sarebbero rimaste per capire quali limiti, quali colpe, magari quali responsabilità. Domande alle quali non saper dare giuste risposte.
Contemporaneamente forti dubbi assalirmi, dare una giustificazione al mio voluto sostare teso a capire sino a che punto la sua fantasia coinvolgesse un mio diverso essere. Quale quel mio ruolo che non sarebbe giusto avere!

Cominciare ad attribuirmi colpe, ipotizzare mie responsabilità forse riconducibili a quella mia naturale abitudine di non coprirmi molto in casa, tute aderenti, scollature forse un po’ generose, gonne un poco più corte.
Bastava questo per giustificarlo?…

Roberto
In casa qualcuno, immagino possa essere solo lei. Per quale ragione mamma è rimasta a casa. Curioso mi approccio al suo bagno.
È intensa l’essenza di femmina che respiro.
Dalla mia posizione, nascosto al suo sguardo, l’iniziale titubanza abbandonarmi, lasciare spazio al salire di un morboso interesse.
Dal box in cristallo traspare la sua sagoma, la patina di vapore mi consente di intravedere i tratti della sua eccitante figura. Cerco di realizzare se ho delle allucinazioni. Solo un attimo per comprendere perfettamente che sono pienamente vigile. Ciò che ho davanti ai miei occhi è più che reale. Resto impietrito davanti al suo corpo nudo. L’acqua la sta accogliendo nel suo caldo, e diffuso, abbraccio.
La vedo, nella trasparenza delle antine, accarezzarsi lo splendido corpo. Sorpreso, e a bocca aperta, seguo mani lente spaziare sull’intera intrigante figura.
Immediato il cazzo si drizza senza nulla poter fare per potere controllarlo…

Katya
Sola, sale uno strano calore, sento un gran caldo, mi lascio andare agli assurdi pensieri che, da quel giorno, hanno sconvolto il mio ruolo di madre.
Non riuscire a cancellare dalla mia mente quella sua espressione di piacere unita a quel suo desiderio, quella sporca fantasia, i suoi zozzi pensieri.
Voler sapere a chi stava dedicando il suo piacere, quale intrigante troia aveva il merito di quella sua splendida erezione.
Nel mio cercare di scoprirlo, con un po’ di civetteria femminile, lasciarlo beare dell’accattivante sensualità delle volute trasparenze del mio seno, scoprire un po’ oltre le lunghe cosce, con un plastico ancheggiare strusciarmi a lui con maliziosa innocenza, un po’ di più di quello che la decenza, e la morale, consigliano ad una madre di lasciare apprezzare al figlio.
Così accorgermi di un sua diversa approccio al mio corpo, dare un senso ad interessati sguardi diventati concupiscenti, scoprire un’attenzione che prima non avevo mai notato, manifestarsi chiara nel bozzo modellare i suoi stretti jeans.

Dover così giustificare i suoi, costanti, ricercarsi solitari momenti, certamente alimentati dal mio azzardato fare, ma non avere il coraggio dì accertarmene. Dopo percepire forte l’odore del suo essere maschio e restare succube al salire di assurdi pensieri. Cominciare a guardarlo in modo diverso da come sempre fatto, non più come figlio e non più con gli occhi di madre, e non avere la forza di oppormi a fantasie che iniziavano a sconvolgermi. Scossa, impaurita, capire di non riuscire ad impormi più madre che femmina. Tremare al pensiero di un suo possibile osare di più, solo un gesto, una parola, cancellare le mie paure, annullare la mia vergogna e lasciare libera una pura emozione di trasformarsi in pericolosa eccitazione!

Ora sola, senza controllo, lascio libere le mani di spaziare su di una longilinea figura, lente sul nudo seno, lo abbraccio, lo stringo, le dita giocano con diventati duri capezzoli gonfi a delicati tocchi, poi scivolano piano piano tra le lunghe gambe, spudorate sfiorano il ricco ricciolo di un accattivante ciuffetto nero. Caldi umori hanno già preso il sopravvento. Cerco una assurda voglia tra le intime labbra, le sfioro appena e un intenso tremore mi priva del razionale. Non governo un intenso bisogno di piacere, ed è incontrollabile la mia voglia di godere.

Lascio libera la mia fantasia di spaziare, andare ben oltre. Chiudo gli occhi e impongo al mio desiderio di rendermi palese la sua figura di uomo, come se quel giorno fossi io davanti a lui nuda, complice, attrice della sua sporca fantasia, disponibile a ricevermi il suo immenso piacere.
È la prima volta che tremo succube della mia fantasia!

L’espressione del viso, in poco, si trasforma in pura libidine, nel dover ammettere che quel bellissimo cazzo mi è entrato in testa al punto da desiderare che i suoi potenti schizzi sporchino di calde gocce il mio viso, il seno, la bocca, poi con la lingua raccogliere quel corposo seme e gioirne del sapore.

Basta poco perché si materializzi davanti a me, nudo, la sue potenti spalle appoggiate alla parete, le muscolose gambe completamente divaricate, guardarmi e accarezzarsi quel bel cazzo che ho visto pulsare nervoso. Si davanti a me fermo, immobile, che assista mentre nuda gli dedico il piacere che mi trasmette nel suo essermi difronte. In pugno il magnifico uccello, la mano stringere quel potente cazzo, menarlo furioso al forte piacere che so, per certo, di trasmettergli nel mio essere la gran porca nel suo erotico sognarmi.

Ma adesso non mi importa che ci sia, mi basta solo immaginare che possa esserci!

Senza controllo mi porto due dita alle labbra, le succhio per bene per poi portarle sul clitoride, prima uno, poi due, ogni tocco è una scarica di piacere. Bagnata mi penetro con entrambe le dita.
Gemo!…

Roberto
Vederla nella sua doccia, accarezzarsi con chiara una voglia che di madre ha ben poco, accentua il mio desiderio di lei, un’occasione unica, una forte emozione al pensiero di poterle rendere palesi le mie più perverse fantasie.

Ascolto i suoi profondi sospiri e sale la mia eccitazione. Il cazzo mi è diventato durissimo! Guardo quel suo meraviglioso culetto che ho spiato tante volte…siii…siiii ……. è bellissimo….. quanto lo desidero!
Senza rendermi conte del come ho il cazzo stretto in una mano, comincio ad accarezzarlo, in poco raggiunge il massimo della sua erezione…

Katya
Quasi naturale è immaginare il cazzo bello duro del mia bel marpione, davanti a me, ed io disponibile a far crescere la sua eccitazione.
Immaginarlo nascosto al mio sguardo mi provoca una eccitazione ancora più intensa. Il solo pensiero che possa vedermi, scoprire di suo madre quella parte che non sa o, che comunque, non immagina, assistere, sicuramente sorpreso, vedermi scoparmi con le dita che si muovevano veloci, dentro la fica umida di piacere, inizialmente scusarsi con una banalissima scusa, nel mentre mi accerto della sua, sicura, impressionante eccitazione pronto a godere di sua madre.

Non so perché ma faccio in modo che l’acqua sul cristallo restituisca i chiari contorni della mia figura.
È come vedessi la sua mano spontanea muoversi lentamente, stringere un uccello che ha preso forma, gonfio si erge davanti a me, diventato duro, potente, pulsare frenetico tra le sue dita, reagire al suo fare con tutta la sua virile potenza.

Chiudo l’acqua, mani ormai impazzite sconvolgono i miei pensieri, accentuo il mio fare annullando il mio essere per offrirmi alla vista di un eterea figura fortemente eccitata da un fare che di madre ha ben poco.
Chiedermi come reagirebbe alla mia eccitante provocazione.
Sarebbe capace ora di osare di più! irriverente saprebbe come lasciarmi godere di quel suo cazzo bello duro, potente!

Apro le antine della doccia e offro alla sua onirica presenza la visione di un corpo in fermento pronto ed in attesa dei suoi potenti caldi schizzi.
Dio quanto sono bagnata!
Sconvolta dal sapere che può vedere quanto troia sa essere sua madre, colo di eccitazione. Mi spalmo gli umori dalle labbra al culo, mi tocco il buchetto facendo entrare il dito indice. Voglio godere con il culo, e allora dentro anche il medio. Mano sul clitoride a mille. Non controllo i miei pensieri.
- Ti piace il culo di mamma? Lo vuoi? Allora inculami, sfondami, vienimi dentro! -

Le dita, senza più nessun controllo, inesorabilmente continuano ad infilarsi dentro di me, richiudo gli occhi, rivedo il palo di carne viva davanti a me …….siiiiiisiiisisi……. lo immagino tra mia fica …mmmmmhhhhoooo…….. sempre più forte le dita si muovono, affondano il più possibile dentro la fica quasi a voler simulare la grandezza di quella mazza ….. mmmhmhmhm!
Come vorrei fosse tutto vero. Non mi basta più immaginarlo!…

Roberto
La sua presenza dovrebbe inibirmi, invece la considero quella occasione che cerco da tempo, quel sogno che da mesi impera nella mia fantasia, cresce la mia voglia di godermela, sale la mia voglia di morbose carezze a cui, per nessuna ragione, intendo rinunciare.
Ad una chiara mano tra le sue cosce cercare il piacere, ed al salire di intensi gemiti, stringo il diventato poderoso cazzo che si materializza in tutta la sua prorompente forza. Violento tiro ripetuti colpi quasi a farmi male. Colpi fermi che spezzano un respiro fattosi lungo e profondo.

Forte sarebbe il mio iniziale disagio se mi vedesse ora particolarmente eccitato, avrei il giusto tempo di realizzare, sarei capace di offrirle sfrontato il mio stato, ed aspettare quale la sua reazione. Riuscirei a farle capire che la sua amorevole presenza suscita in me i desideri più inconfessabili.
Tradire quel suo amorevole starmi accanto, nell’ultimo periodo fattasi apprezzare nel piacevole concedermi l’opportunità di andare oltre, guardare, ammirare, apprezzare quelle parti del suo corpo. Il suo proporsi a me come a sfidare il mio essere maschio, per carpire i miei più sporchi pensieri, come sapesse e volerlo scoprire.
Riuscirei a dare un morbose senso ad un amore diverso, troverei il coraggio di oltrepassare giusti limiti, e diventare sfacciato!…

Katya
Quella eterea figura prende forma davanti ai miei occhi, è come se netta percepissi la sua presenza, lo sento qui, si ma dove? Non la vedo ma è come se ascoltassi il suo respiro salire alla eccitazione del mio fare!
È come vedessi la pelle dell’uccello su e giù… giù e su… con la cappella rosso fuoco, enorme pronta ad esplodermi addosso il suo caldo seme!
Una fantasia che mi sta portando all’orgasmo, ormai impazzita mi torturo il clitoride abbandonandomi a pensieri sempre più perversi.
Sono sul punto di venire ma intendo prolungare il mio morboso momento.
Decido di bloccarmi…

Roberto
So che dopo mi pentirò per quello che sto facendo. Lei non merita!
Ma dopo! Ora sto per raggiungere il punto del non ritorno!
Quel mio continuo immaginarla nel suo bagno, prona, le mani avvolgere il seno, le dita stringere forti i grossi capezzoli, china aprire la bocca in attesa dei miei potenti schizzi. Ed ora finalmente ho l’occasione di rendere reale quel sogno.
Sconvolgerla lasciandole guardare la mia virilità.

Ad occhi chiusi, rapito dalla mia eccitazione è come se ascoltassi la sua voce implorarmi, incitarmi mentre le schizzo addosso il mio piacere:
- Sborra piccolo porco, schizza più che puoi, così, bravo! Fammi godere della tua bella sborrata, calda e corposa. Sborrami sul viso, sul seno, sporcami tutta. Dio come desidero sentire il calore del tuo seme in bocca! -
Ed io seguire la mia sborra segnare l’etereo viso, lambire le labbra, lenta scivolare sul seno. Il silenzio imperare mentre avvicina le morbide rosse labbra, ne preme la carnosa forma sul lungo cazzo, una impazzita lingua seguire il tortuoso percorso del mio piacere, raccogliere avida l’essenza, assaggiare il sapore, riempirsi la bocca ed ingoiare lasciando al duro cazzo libero di modellarle le guance.
La immagino femmina sicura artista del pompino!

Il rumore secco delle antine che si aprono scuote il mio fare mi riporta alla realtà!
Sto sbagliando, e mi dispiace. È ben vero che il rispetto dovuto al suo essere, dovrebbe impormi di smettere, ma è più forte di me, la mia eccitazione è così forte. Ho vergogna per quello che sto facendo, ma non controllo più il mio fare ed i miei pensieri…

Katya
Perso il pudore, solo pochi secondi per riprendere spudorata le mie intriganti carezze. Sul clitoride con tocchi delicati, attimi poi con più energia lascio alle mie dita al piacere del salire di una intensa eccitazione.
Il mio corpo pretende!
So che il suo corpo mi cerca, mi vuole.

Volto il bacino verso la mia onirica figura, come sapessi della sua presenza, lo vedo farmi ammirare il suo potente cazzo… ed io non riesco a togliere dalla testa quella sua mano impugnare quel ben di Dio.
Aumento il ritmo, sbatto con forza la mano sulla fica. È alta la mia voglia di godere, le dita veloci dentro e fuori, ascolto gli effetti delle mie intime carezze, mentre stingo forte i duri capezzoli.
Gemo al salire di intensi tremori senza la paura di essere sentita.
È la voglia di godere del suo cazzo che è incontrollabile!
Ma so che non può essere possibile!..,

Roberto
Sfacciato lascio la mano libera di stringersi attorno al cazzo, avvolgerlo in un pugno, lento, farla scorrere su tutta la dura asta. Più volte, aumentando l’intensità delle mie carezze. Appena sussurrato è il mio gemere di piacere, ma mi è difficile strozzare tra le labbra il suo nome…

Katya
Sola senza vergogna rendo chiara quella mia parte di femmina che non conosce che, sono certa, immagina in quei suoi solitari momenti a me dedicati.
Sfacciata vorrei che ora ascoltasse i miei più sporchi pensieri:
- Tesoro prendilo in mano, veloce sbatti sui testicoli, dai colpi secchi ripetuti, voglio ascoltare i chiari gemiti del tuo piacere, i profondi sospiri, l’intenso tuo respirare. Amore fatti guardare, fammi vedere quanto sei cresciuto, fammi vedere che bel cazzo ti ho fatto. Voglio guardarti mentre godi. Voglio sentirti gridare il mio nome mentre sborri!! -

Lo voglio ora, qui, finalmente, indurlo a capire, costringerlo a fare ciò che certamente immagina, e che forse rifiuta, considerandomi solo l’amorevole mamma. Voglio che sappia la porca che so essere.
- Guardami ora come sto per godere io! -
Divarico maggiormente le gambe sto per arrivare al limite, inarco la schiena e butto la testa all'indietro…

Roberto
Mi è chiaro il suo fare ma non i suoi pensieri. Il cazzo reagisce con la potenza della mia forte eccitazione. Tiro forte, lascio scorrere velocemente la mano su di un pezzo di dura carne. Lo sento sempre più grosso, pulsa forte tra le mie dita, vedo la cappella gonfiarsi, lo lascio libero di sferzare l’aria nel proporsi violento ai suoi occhi.
Libero la mia fantasia, trovo il coraggio che mi manca:
- Mamma, fammi fare una bella sborrata, liberare per te tutta la mia calda sborra... -

Katya
- Tesoro guarda tuo madre. Guarda la troia che so essere. Ho voglia di farti godere...-
Esterno la mia voglia di lui!
- Amore godi con me!-
Ormai non ho più controllo, ogni tocco è un gemito, alzo lo sguardo sullo specchio per vedere come godo.
- Amore guarda come ti fa godere la tua troia, guarda che brava è a farti eccitare, guarda come mi eccita farlo. Guardami come mi scopo, Dio quanto mi piace, guarda come mi accarezzo il buchetto. Guardami come godo! -
Senza più pudore, annullata la vergogna, ho oltrepassato il limite, la fica pulsa, non resisto più, un’onda di piacere mi investe…
MMMMHHHHHMMM………..vengo!
Appoggiata alla parete, con il fiato corto, ad occhi chiusi, godo di un momento di assoluto, devastante, piacere. I denti torturano il mio gonfio labbro inferiore. Devo morderlo per non gridare! SSSSIIIIIIIIIiiiiiii……..

Roberto
- Si mamma sto per godere. Vuoi vedere una bella sborrata, vuoi vedere come schizzo. Cazzo vuoi vedere come tuo figlio gode! -
Non ho più rispetto!
- Lo vedi la mia voglia di godere, voglio farti godere della mia sborrata, ho voglia di sporcare di sborra il tuo essere una bellissima troia.
Senza alcun freno!
- Siiiiii....sto per sborrare! Sto sborrando, mamma, sto sborrando, aahhh, aahhh, SI…… SIIIIIIIIIIIIIIII SBORRO! Guardami mamma, guarda come è porco quell’angioletto di tuo figlio, guardalo mentre gode! -

In preda ad una perversa eccitazione, allargo le gambe, un lungo intenso respiro stringo alla base un cazzo che, frenetico, si oppone alla forza di colpi veloci, secchi, continui.
- Cazzo.... mamma sto per sborrare, guarda, guardami!! mmmmmmhhh..... aaahhh sborro, godo, ahhh... sssiiiiiiiii!... Siiiiii…. mamma…SBORRO!….Mamma fatti sborrare in faccia. -…

Katya
All’apice di un insano piacere è come se le mie morbose fantasie materializzarsi.
- Cosi! Così! Sborra! Sborraaaa amore di mamma. Dio! Dio! Che cazzo! Che cazzo! Siiiiiiiiiiiiiiii!Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!! -
Non resisto.
- Eccoooooo! Eccooooommiiiiiiiii! Sborrooooooo! Sborroooooooo! Si! Si! Ohhhhhh! Ohhhhhhhh! Ancora! Ancora! Ancora. Ecco! Ecco stò venendo! GODO!!!!. -…

Roberto
Ho fremiti in tutto il corpo, schizzo tanta sborra da non immaginare di averne cosi tanta, sussulto e godo.
Cazzo!
Non so come, ne quando ma ora sfacciato sono davanti a lei china al di là del cristallo, le mani tese sul vetro, ad occhi chiusi, inerme si riceve il mio perverso piacere.
“MAMMA!!”

Indirizzo il mio violento piacere verso la sua figura, i miei violenti schizzi oltrepassano quel cristallo, unica barriera che mi separa da un diventato reale contatto fisico.
Sborro su quel viso di splendida maiala, sporco tutto il corpo della mia splendida troia, schizzo sulla bellissima bocca sul procace seno, ascoltando il suo ansimare dal piacere, il tono della sua voce si alza…

Katya
Ascolto sua voce, i suoi pensieri violentano il mio essere. Apro gli occhi e quel suo seme diventa reale, una goccia sporcarmi il viso, una seconda seguirla e lambire la bocca, il seno riceversi ripetuti schizzi.
Voglio che ascolti il mio desiderio:
“SI! Sborra amore di mamma, sborra, voglio che mi sporchi tutta. Ti voglio.! Oh, Dio Oh, Dio! Voglio il tuo cazzo, lo voglio sentire duro nel culo. Voglio godere!”…

Roberto
Il rispetto dovutole sopraffatto da un insano coraggio. Quel mio sognarla ora è realtà e, finalmente, rendo palese il mio desiderio.
“Mamma, guarda come sto sborrando! Guardami! mmmm... come godo! Ahhhhh... sssiii... dimmi che che ti piace! Ne ho ancora tanta di sborra, guarda come mi fai schizzare, ssssiiiiiiii!....’
Senza più rispetto, veloce la mano picchia forte per sputare in sequenza ancora dense gocce di un piacere sublime. È la prima volta che sborro così tanto, che godo così intensamente. Continuo a pestare su di un cazzo che non smette di schizzare con potenza un gran fiume di sborra calda, densa e cremosa, su quel procace seno, su quella assetata bocca, su di una lingua frenetica.

Il corpo sporco della mia calda sborra, si pone come barriera tra la sua bocca ed il mio corpo nudo.
I lunghi capelli coprono l’espressione stravolta ma non di rabbia, è chiara la sua forte eccitazione e nel corpo la voglia.
Uno sguardo intenso, gli occhi lucidi di lussuria, l’opulento seno stretto tra mani spargete il mio seme, lo sporca del mio piacere.
Cerca i miei occhi, ascolto il suo implorarmi…

Katya
Senza più nessuna vergogna, mi abbandono alla mia eccitazione
“AMORE DI MAMMA SBORRA!…”
Una sequenza di densi schizzi lunghissimi, corposi violenti, abbondanti, e cremosi, oltrepassare il cristallo e infrangersi sul mio viso.
Alzo il viso cerco i suoi occhi, incrocio il suo sguardo con chiara l’espressione di troia, mentre tendo entrambe le mani su di un meravigliosa cazzo…

Roberto
Rendo, finalmente, palese le mie fantasie, il mio sporco desiderio.
“Mamma guarda come sborro addosso ad una gran puttana. Guardami, guarda che gran bel cazzo ha il tuo bambino, guarda come mi piace sporcare una grande troia. Guardami come schizzo su tuo viso, sul seno, sulla bocca. Troia ora leccami!”

La sborra accarezza un viso stravolto, lambisce le labbra, lente scivola sul seno. Il silenzio impera mentre le labbra seguono la potenza del mio cazzo, ne preme la carnosa forma, la lingua segue il tortuoso percorso del mio piacere, ne raccoglie l’essenza, lo porta alla bocca, ne apprezza il sapore, lo ingoia! Solo un attimo per sentire forte il calore della sua calda bocca...... No ha limiti!
“Dio mio, mamma…si… leccami!.…”

Katya
Inginocchiata, afferro il cazzo, lo tengo stretto tra le mani, sento chiari i potenti schizzi risalire da un cazzo che non intende perdere la sua forza.
“Voglio succhiarti amor mio! Lo voglio in bocca, sentirlo duro nella fica, mi piacerebbe averlo nel culo!”
Nessun limite, nessun pudore, sparita la vergogna. La calda sborra schizza forte nella mia bocca, la succhio, aspiro, bevo, ingoio con assurda voluttà…

Roberto
Seguo il cazzo sparire nella sua bocca, le tengo la testa premuta sul bacino, sento il suo respiro affannoso, le sue labbra serrano la radice del cazzo e le sue dita massaggiano furiose le palle.
Dò due, tre colpi, la chiavo in bocca, poi mi ritraggo, le sue labbra cingono il cazzo, fuoriesco dalla sua bocca con un sussulto, pronto a sborrare ancora.
“Dio! Dio che bello, che bello! Aaah! Aaah! Aaah! Aaah! Oh Dio Dio! Siiiiiiiiiiiiiiiiiii! Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Sborrooooo! Sborrooooo! Dio! Dio! Dio! Oh! Oh! Ancoraaaaa…”

Katya
Ascolto le sue parole
“SSIIIIIIII… succhia, succhiami il cazzo duro, grosso, tutto per te. Così! Così Brava! Brava! Aaaah! Aaaah! Mmmhhhhhh….!”
Sento il cazzo in bocca che si riempie di sborra, continua a schizzare…

Roberto
La invito ad alzarsi, le sue mani cingono il mio volto, mi guarda, ancora alti i gemiti del rispettivo piacere, il mio corpo si stringe a lei, avvicino il viso, le labbra si uniscono, i nostri respiri si fondono le lingue si cercano, nella sua bocca sento il sapore della mia sborra, ci baciamo con passione, entrambi con alta la voglia l'uno dell'altro.
Accondiscendente lascia che la giri, subito le mani protese sulle chiare piastrelle, il corpo teso solo quel suo magnifico culetto fuoriesce dalle antine del piatto doccia
“Mamma..… Voglio sentirti urlare di piacere mentre ti sborro nel culo!...”
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