incesto
Il ritorno del figliol prodigo
di geppettino2003
18.07.2012 |
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"“sei una donna bellissima” sussurra con le labbra che delicate sfiorano il mio collo “desidero ardentemente sentire il tuo profumo di donna”
La sua mano tra..."
……..Il corpo vibra mentre degusto il freschissimo champagne. Mi sforzo nel restare inerme ad una mano che, favorita dalla finissima seta delle calze, intrigante sento risalire tra le mie gambe. Le dita sfiorano una sensibilissima pelle. Tento di serrarle, ma inutilmente. I miei muscoli non rispondono a nessun richiamo. Non resisto!
“No! ti prego!” Non riesco a reagire a carezze che diventano sempre più intime. Sono scossa da un tremito intenso, che si ripete quando un dito sfiora delicatamente la zona pubica “per favore ….nnnnooo…” ma è una implorazione priva di forza. Le gambe diventano morbide, fatico a tenere il bicchiere in mano.
“sei una donna bellissima” sussurra con le labbra che delicate sfiorano il mio collo “desidero ardentemente sentire il tuo profumo di donna”
La sua mano tra le mie intima labbra, raccoglie l’essenza di un caldissimo, e assurdo, piacere.
Con un filo di voce “ti prego ….fermati” Accavallo le gambe e stringo la sua mano tra le cosce.
Imperterrito continua.
Dio che vergogna!
Sono sfacciate le sue carezze. Scuoto la testa, i lunghi capelli coprono il rossore del mio viso. Rilascio le gambe, non stringo più le cosce. Con fare innaturale agevolo la sua azione. Socchiudo gli occhi, il corpo si abbandona mentre è assoluto padrone della mia intimità.
La massaggia delicatamente.
Un brivido. Un maledetto brivido mi assale. Con paura prendo atto che c’è sottile partecipazione da parte mia.
Mi sta mandando in estasi…e, mio malgrado, devo ammettere: sono eccitata da morire.
“ti voglio!”
Insiste perverso e morboso e le sue carezze mi inebriano. Sa che lo champagne ha la capacità di disinibirmi.
Il suo abbraccio cinge le mie spalle, impedendomi ogni movimento, mentre la sua mano gioisce dei miei caldissimi umori.
Maledizione sto venendo! Fremo ad ogni contatto. Sussulto alle sue carezze. Un suo dito mi sta possedendo. È dentro di me. Gemo. Sto per avere un orgasmo.
Stringo ancora la sua mano tra le mie cosce, la testa reclinata sulla sua spalla, le labbra serrate per non gridare. La lingua le inumidisce. Il piacere mi sta sconvolgendo “…..oooooo..mmmmhhh……”
Ma non posso!!! Raccolgo tutta la forza che la ragione mi impone e mi stacco da un perverso contatto……..
Scappo turbata in camera sua.
Chiudo gli occhi e la mente torna ad un anno fa quando è rientrato dopo un lungo periodo di studio fuori città. Un rientro forzato per proporsi con forza alla guida della nostra azienda. L’immatura scomparsa di mio marito mi aveva trasportato nel mondo degli affari, in un momento di crisi congiunturale dell’intero settore. Una crisi che in poco mi aveva imposto un immediato momento di riflessione rispetto ala quale avevo ipotizzato anche la dismissione di parte delle nostre attività.
Le sue riflessioni sulla analisi di un nuovo sistema organizzativo mi avevano lasciata scettica, titubante ho accettato la proposta tendente alla concretizzazione di una diversa filosofia di approccio alle nostre attività dove lo spirito di corpo tra il personale presuppone la massima condivisione di programmi e di progetti.
Unica condizione la possibilità di selezionare il personale tra quello già in organico e la assoluta libertà nella scelta delle nuove strategie aziendali. Solo attraverso step trimestrali la compagine societaria è stata messa al corrente dell’andamento aziendale.
Nel nostro stretto rapporto invece una patto “Un anno e poi dovrai ricrederti. Se ho ragione dovrai pagare pegno, se ho torto tornerò ai miei studi”
“E quale sarebbe il mio pegno?”
“A tempo debito…. e sarai la prima a saperlo”
“Si ma cosa?.........”
Quindici giorni per la nuova organizzazione. La nostra azienda completamente trasformata. Solo una piccola stanza per lui e poi tutto in un unico open space con grandissimi tavoli per riunioni e più postazioni di lavoro. Tinte forti alle pareti, piante ornamentali e arredi unicamente in cristallo. “Il vetro è trasparenza e la trasparenza incentiva le emozioni” la sua riflessione!
Il suo staff composto solo da donne over 40. “Solo una donna matura e con l’esperienza di femmina può rendere concrete le mie idee.” Donne rigorosamente sposate e senza impegni di famiglia, figli a cui badare o particolari esigenze domestiche, disponibili a lavorare giorno e… notte ricevendone in cambio le giuste gratifiche economiche e professionali.
La nostra azienda opera nei servizi pubblicitari con particolare specializzazione alla civettuoleria insita nell’intimo femminile. La sua filosofia intende tendere alla rivalutazione del corpo femminile all’insegna del fascino e della seduzione. Non una semplice mercificazione di un corpo bensì l’esigenza di esaltarlo indossando capi intriganti e pregiati.
I nostri servizi devono essere ben proposti e per questo anche il contesto assume una sua importanza. Il front line è fondamentale. Ha imposto alla sua squadra abbigliamento all’insegna della più intrigante sensualità. “gli occhi son fatti per guardare e la fantasia deve essere libera di spaziare….”
Mi ha chiesto di assistere al primo incontro con la sua nuova squadra per prendere atto delle nuove filosofia di lavoro: “Una donna deve riappropriarsi del suo corpo ben consapevole che se vuole gioire dei piaceri dell’amore deve trasformarsi in femmina. Deve saper suscitare fascino e seduzione in un giusto mix di trasgressione ed intrigo senza alcuna volgarità, ma alla ricerca del più sottile erotismo. Non voglio e non intendo offendere il corpo femminile, la nostra azienda non vende prodotti, noi vogliamo trasmettere emozioni. Dobbiamo rendere tangibile quella emozione che solo dopo aver raggiunto l’apice del piacere il volto di una amante passionale assume. È l’espressione più alta della lussuria ed è quella espressione che dobbiamo ricercare. Dobbiamo essere capaci di carpire quell’attimo fuggente. Dobbiamo stimolare chi guarda al nostro prodotto a chiudere gli occhi e dire: - anch’io desidero avere quell’espressione - e riaprendo gli occhi si convinca che acquistando quel capo riuscirà a godere di intime emozioni. Saper stimolare lo spirito di emulazione. Se ci riusciamo è fatta e avremo vinto la nostra scommessa”
Nell’esporre il suo programma diverse volte il suo sguardo si è incrociato con il mio.
Lodevole l’impegno. Già dopo tre mesi, grazie ad alcune azzeccate idee per le campagne minori, vi erano segnali tangibili di una timida ripresa. La scelta di nuove strategie manageriali concrete e, per quanto rischiose, si sono dimostrate vincenti.
Con la tranquillità data dai primi segnali ho ribadito la mia fiducia e, volentieri, ho ceduto ulteriore parte delle mie attività. Ne ho approfittato, quindi, per ricucirmi un maggiore tempo per me. Avevo necessariamente dilatato le attenzioni alla mia persona. Quei miei percorsi emozionali al centro benessere erano diventati una lontana chimera. Mi è sempre piaciuto farmi massaggiare al delicato sottofondo di melodie orientali. Mi inebriano delicate mani sul corpo. Più volte tremori intimi hanno risvegliato sopite e peccaminose fantasie che il mio uomo riusciva a soddisfare con la passione dell’amante focoso.
Ho ripreso, quindi, le mie visite al centro benessere e, contestualmente la mia notturna vita sociale il tutto con una sorprendente ricaduta positiva sul mio carattere, ultimamente, date le preoccupazioni, diventato leggermente ombroso. È stato veramente intrigante leggere in sguardi concupiti l’interesse maschile verso il mio corpo.
Ho ripreso a sorridere!
La cocciutaggine che gli ho sempre riconosciuto certamente è stato stimolo alle sue attività. Giornate di piene, anche sedici ore di lavoro. E poi la notte quella luce sempre accesa nella piccola dependance sopra gli uffici. Quello stesso appartamentino da lui utilizzato prima di andar via.
A dimenticavo avere quello spazio è stato una pregiudiziale posta al momento della formalizzazione del suo nuovo incarico.
“ma potresti stare più comodo in un appartamento più grande…e poi avremmo il tempo per stare assieme….”
“NO! li ho iniziato le mie prime esperienze e quello spazio aiuta la mia creatività specialmente di notte!”
“sarà”
Confesso che ero dispiaciuta per quella sua vita da eremita senza nessun diversivo e senza alcun momento da dedicare al suo hobby preferito. La fotografia! Mi sentivo in colpa rientrando a tarda sera vedendo quelle luci sempre accese trapelare dalle enormi finestre a nastro del suo atelier.
Ma grazie a lui mi stavo riappropriando del mio essere donna e prendevo atto delle esigenze di femmina sola!
Fino a quella sera quando ho accertato la presenza di una figura femminile in casa sua. Presenze che, ho preso atto, erano diventate costanti durante le successive notti. Dalla finestra della mia camera sono riuscita a riconoscere, a turno, le sue quattro più strette collaboratrici.
Vittoria, mia coetanea, bellissima donna, nuova coordinatrice del suo staff e responsabile della sua agenda. Lui ne è tutt’ora entusiasta. Io non sono stata capace di valorizzare le sue potenzialità. Con me era un semplice numero della segreteria.
Silvia splendida femmina, ultra quarantenne, un corpo da favola, bravissima ad esporre le diverse iniziative progettuali, ed io la utilizzavo si e no al 10% della sua professionalità.
Mara forse la più matura, se matura può definirsi una donna che supera i cinquant’anni, e per questo sicuramente quella con più charme a cui ha affidato le relazioni con i clienti.
Donne che io avevo sottostimato inconsapevole delle virtù nascoste e che, ora, si dedicavano anima …e corpo al nuovo direttore.
Curiosa, e con una picca di invidia, ho cominciato a spiare atteggiamenti intimi. La sua etichetta diurna si trasformava nelle più comode delle informalità. I lunghi capelli raccolti in uno sbarazzino codino, il villoso petto aveva abbandonato giacca e cravatta mostrando la prorompenza di un fisico statuario. Un birichino boxer era solo un cencio a coprire particolari doti!
Ma anche le sue donne in abbigliamento sfacciatamente discinto, assumere atteggiamenti particolarmente sensuali, come se il rispetto dovuto per il capo si fosse trasformato in un qualcosa di più intimo ed intrigante.
Le giornate all’insegna del più esigente formalismo si trasformavano in iniziali effusioni, abbracci, ammiccamenti e, in poco, in amplessi sfrenati, all’insegna del sesso più sfacciato. Come fossero il giusto coronamento di giornate piene e stancanti.
Ho scoperto che Vittoria ama essere posseduta in maniera innaturale. Offriva all’aitante stallone il bellissimo fondoschiena nella più sfrenata libidine.
Mara una femmina veramente esigente. Per lei il sesso è arte. Dona totalmente il suo corpo non per il suo diletto. Gode del piacere che sa far vivere. Con il suo procace seno gode, e fa godere, nelle più ispaniche delle manifestazioni gioendo nell’assaporare il piacere che riesce a materializzare.
La plastica lingua di Silvia riesce a trasmettere intense emozioni che chiara sono riuscita a percepire dall’espressione estasiata del suo amante.
Da quella notte è cambiata la mia vita!
Notte dopo notte ho spiato i suoi amplessi. E lentamente crescevano in me sopite fantasie. Praticamente accompagnavo i suoi erotici incontri con quella parte del mio corpo trascurato da tanto tempo di forzata…. solitudine! Quella finestra così a me vicino. Quella finestra dietro alla quale le passioni si mischiano tra caldi corpi e dove regnava la più accesa libidine.
Senza accorgermene, mi sono ritrovata sola nel mio grande letto con il corpo in fermento. Una mano tremante ha cominciato a spaziare prendendo amaramente atto dell’enorme spazio vuoto accanto a me. Cercava ciò che ormai era tanto che mi mancava. Quel vuoto ha cominciato ad amplificarsi nelle mie notti solitarie. Quel vuoto di cui era invece piena quella finestra.
La mano ogni notte più nervosa alla ricerca di una onirica presenza. Il contatto di un corpo che potesse condividere il calore che il mio invocava. E la mano lentamente si spostava sulla mia slanciata seguendone i contorni. Vigliacca non sono stata capace ad oppormi a infidi tremori. Succube dei forti battiti del mio cuore. Inerme all’intenso respiro che gonfiava ritmico il mio seno.
Quella mano ha raccolto il calore di un piacere lontano e l’altra, complice, seguiva le rotondità del seno che si animava al contatto. Le vellutate aureole accompagnavano la crescita dei capezzoli e ne sentivo la corposità al tatto.
Il mio debole corpo sconfitto da un dito che scivolava lentamente tra intime labbra, ne percorreva i contorni, si soffermava sul delicato taglio, ne percepiva l’intenso calore mentre mi possedeva. Ho accompagnato il mio respiro farsi intenso e le calde labbra gioire delle carezze di una languida lingua.
Per notti ho partecipato, godendo, ai suoi amplessi!
Poi quella notte. Una notte intensa dove i rispettivi respiri sembravano fondersi in unici, intensissimi, gemiti. Il mio corpo sfibrato da una eccitazione insoddisfatta ed il suo impegnato a dare piacere. Un attimo è il nostro sguardo incrociarsi. Non ne sono certa ma sembrava sorridesse vedendomi morbosamente eccitata, vestita di niente sopraffatta dal delirio della lussuria!
Ha preso atto della debolezza della femmina che alberga in me. E da quella sera nulla è più stato uguale!
Per giorni mi sono vergognata di me stessa. Per notti mi sono imposta di rinunciare a quelle intriganti visioni. Notti insonni e giorni interi a chiedermi come potesse resistere a giorni impegnatissimi e notti focose. E come quelle quattro femmine potessero mantenere un solido rapporto condividendosi il piacere di un solo uomo. Domande alle quali non sapevo dare le giuste risposte.
Con particolare interesse ho visitato di soppiatto la dependance. Non so cosa intendevo cercare, ma volevo capire, sapere, accertare se il suo allontanarsi fosse in qualche modo riconducibile a me!
Sul grande tavolo di cristallo diversi bozzetti. Per lui il disegno è arte ed è veramente molto bravo. Tratti delicati di bellissimi corpi femminili. Corpi ancora non definitivamente impressi sulla tela, ma i cui contorni esaltavano pose cariche di sottile erotismo. Quell’erotismo che intendeva materializzare nel suo lavoro. Quei visi appena accennati come se fosse alla ricerca di una espressione, non certamente volgare, ma sicuramente sinonimo di lussuria.
Quella emozione che intendeva proporre!
Anche quel cannocchiale era ancora al suo posto, così come le tante reflex campeggiavano sparse per casa. Tutto come se il tempo non fosse trascorso. Ma nessuna risposta ai miei interrogativi!
I segnali del terzo trimestre avevano consolidato il trend di crescita ed il fatturato aveva consentito di riequilibrare i bilanci consentendoci un sia pur minimo utile che aveva preteso di reinvestire in nuovo, ed ambizioso, progetto ancora a me sconosciuto.
“Ho un obiettivo e devo raggiungerlo”
“ma anche tu hai il diritto di un po’ di ….riposo”
Ancora un po’ e poi mi potrò riposare e non ti dimenticare che abbiamo un accordo… ricordi?
“quale accordo?”
“non mi dire che te ne sei dimenticata, eppure vedo che ti stai già preparando. ”
“Che vuoi dire?”
“Vedo con piacere che ti dedichi di più a te stessa e la cosa mi fa estremo piacere anche perché sei tu la parte integrante del nostro accordo”
“Sai che mi incuriosisci”
“abbi pazienza… per come sto pazientando io…!”
Tre mesi lunghissimi nel lento trascorrere.
E ora all’anno abbiamo preso atto che la scommessa fatta è stata vinta. In un anno l’Azienda è tornata in utile. Non certo grossi margini. Ma le spese di investimento pretese adesso, sono certa, consentiranno il consolidamento della nostra fetta di mercato, e cosa ancora più importante il rispetto degli spazi occupazionali. La compagine sociale ha anche deliberato un cospicuo premio di rendimento al mio manager ed alla sua intrigante squadra.
Il suo viso è rilassato anche se traspaiono chiari i segni di una stanchezza mentale e fisica.
Nel mio invece è tangibile la soddisfazione dell’imprenditrice per gli ottimi risultati raggiunti.
“Ho dedicato anima e corpo a questo progetto e sono felice di vederti contenta. Non l’ho fatto certo per i soldi. Ma oggi busso a cassa”
“Già mi tocca mantenere fede ad un impegno preso. Lo faccio volentieri. Solo sapessi cosa mi aspetta?”
“nulla di trascendentale. Una cena da me. Cucino io. Ma hai solo un obbligo. Ti voglio bellissima! Il mio sacrificio di un anno deve essere compensato dal fascino della mia commensale”
“solo questo!!!!”
“si! solo questo!! Per quella sera ti voglio affascinante e solo per me!”
“e quando?…”
“domani sera”
Ancora in bilico tra Morfeo ed una magnifica giornata di sole, un fascio di rose rosse hanno accompagnato il mio lento risveglio. Un suo biglietto: “Per la donna di cui ho sempre ammirato la sensualità e la seduzione…. il rosso è…. passione e tu sai come materializzarla.…..femminilità ed intrigo devono coniugarsi stasera in un bellissimo corpo…….Ti desidero splendida e sensuale per una notte speciale.”
Un pensiero affettuosissimo e delicato….si ma cosa intende per…intrigo…e poi a quale passione…e che notte? Il suo doppio senso mi sembrava voluto!
Tutto il giorno una strana euforia ha accompagnato il veloce trascorre della giornata e ora, felice come al mio primo appuntamento, mi sono accinta ad onorare il mio impegno.
Il vestito che ho scelto è stato proprio di suo gusto. La risposta è nel sapiente gioco di trasparenze con il quale ho inteso impreziosire il corpo di una ancor bella cinquantenne. Il delicato indumento in seta rossa con l’accattivante decolleté sa esaltare il mio procace seno, la stuzzicante scollatura dalle spalle, provocante, scende sino alla fossettina del fondoschiena per dare concretezza a quella sensualità da lui desiderata. Per soddisfare in maniera compiuta la sua richiesta ho riservato una sorpresa. ero indecisa ma in fondo quale migliore riconoscimento alla sua fantasia. Non so perche ma ho indossato, come dovessi riconoscergli la bravura della sua campagna pubblicitaria, quell’ultimo capo di lingerie che da domani, sono certa, saprà imporsi sul mercato. Domani presenterà ai nostri clienti l’immagine che intende proporre e, stasera in anteprima, mostrerà a me il frutto del suo impegno. L’effige della splendida femmina matura che deve concretizzare un anno di lavoro fatto per esaltare corpi con un capi di raffinato tessuto e sapienti giochi di trasparenza.
Ho sorriso al ricordo della mia titubanza alla sua proposta. L’immagine della campagna pubblicitaria deve essere il corpo di una splendida femmina matura, mentre gustavo la mia immagine riflessa nello specchio ritrovando quella sottile forma di seduzione dei miei tempi migliori che ha reso l’intera mia figura sensuale e, perché no, anche desiderabile.
Puntualissima alle nove ero a casa sua. Rispetto alla mia visita a lui nascosta, oggi quel suo regno si presentava completamente trasformato. Il grande tavolo di cristallo riccamente imbandito con finissime porcellane, una raffinata composizione di orchidee come centro tavola, luce fioca di candele aromatizzate al muschio bianco per un’atmosfera calda ed accattivante. Rose rosse sparse per casa in fasci confezionati con sapiente maestria e illuminati in maniera da arricchire i vellutati petali, la luce soft da delicati drappeggi di seta in tinte pastello sapientemente distribuiti su lampade con luci calde. Tutto per rendere l’ambiente soft e intrigante.
“dai fatti vedere”
Facendomi piroettare su me stessa
“wou! Splendida proprio come immaginavo”
Il mio sguardo era rapito non solo dal sue essere elegantissimo ma anche da diversi disegni con la mia immagine sparsa per casa….poi un mio ritratto. Una grande tela dove era disegnata la mia figura.
“Sei veramente bravo”
Delicata è la sua carezza al mio volto. Le sue mani calde, in un tocco delicato sulla schiena, mi hanno aiutata ad accomodarmi sul piccolo sgabello. Appoggiata all’alto trespolo, una gamba a terra, l’altra sul poggiapiedi, ho sorseggiato coinvolta in un piacevole momento.
Ho assaporato il finissimo perlage del fresco champagne sentendomi ammirata. Ho seguito il suo sguardo perdersi tra il delicatissimo solco del mio seno. Ha ammirato le mie slanciate gambe risalendo lentamente con gli occhi sino al taglio del vestito che praticamente lo ha privato del resto.
Una piccola goccia cadendo sfiora lo spacco del rosso vestito e si è posata sull’interno della mia coscia. Con assoluta nonchalance l’ha raccolta con un dito e, guardandomi negli occhi, l’ha portata alle labbra.
Un momento che è stato un fremito.
Ho sorriso per come ha sorriso anche lui.
Ma il suo aveva un non so che di ambiguo!
Non una parola per lunghi minuti.
Mille pensieri hanno offuscato la mia mente. Pensieri che veloci hanno risvegliato sensi sopiti. In altre circostanze avrei concretizzato in fatti quei miei pensieri. Avrei fatto di tutto per godere del suo splendido corpo. Un corpo che si appartiene ma che non mi permette altro.
Durante la cena più volte le nostre mani si sono cercate, le dita piacevolmente hanno giocato stringendosi.
Le sue dita hanno carezzato l’interno dei miei polsi. Io ho coperto lentamente più volte con le mie mani le sue. Delicatamente, con movimenti dolci, lui le ha strette avvicinandole a se. Ripetutamente ha baciato le mie dita. Erano affettuose le sue moine.
L’ho guardato con la sottile malizia che deriva dall’essere adulata.
Sguardi ammiccanti nei nostri occhi.
Un tété a tété che lentamente stava diventando intrigante.
Sono stata al gioco senza comprendere che stavo rendendo credibile ciò che non poteva assolutamente esserlo. Ma ho continuato ad ammiccare e sorridendo ho richiamato la sua attenzione, ha sorriso anche lui, perfetto complice di un gioco che tale doveva restare, ma che non si è limitato negli atteggiamenti esteriori.
L’ambiguo gioco mi ha fatto divertire, ed il suo comportamento ha incentivato qualche mia innocente libertà. Ha inteso stimolare la mia capacità di reagire alla mia solitudine che, ora, si protrae da lungo tempo. Nel mio atteggiamento è forte l’intenzione di scuotermi da un torpore che ha segnato l’ultimo anno di un sofferto letargo, e per il quale è stato inconsapevole fautore di un risveglio.
Per questo ho accettato le sue particolari attenzioni. Attenzioni verso la donna sola. Attenzioni prive, sicuramente, di secondi fini, ben consapevole che nulla di più può, e deve, accadere.
Purtroppo!
Quel purtroppo è solo un’altro pensiero. Un attimo di assurde fantasie. Un insano momento di debolezza.
Ma era sempre più intrigante nei suoi vezzeggiamenti.
Un pensiero alle mie recenti notti durante le quali ho vissuto il mio corpo, provando a soddisfare quel sempre presente desiderio di piacere consapevole delle mie debolezze.
Ed era veramente piacevole sentirsi coccolata da innocenti effusioni.
Le sue carezze sempre più delicate, le dita scorrevano lente sulle gote, scivolavano piano piano sulle labbra, vi sostavano attimi, poi delicatamente e a fior di pelle sul collo. I lunghi capelli raccolti gli hanno offerto una pelle sensibile.
Un brivido!
Ho chiuso gli occhi e per un attimo ho sognato!
Senza parlare, mi ha stretto a se in un caldissimo abbraccio. Una mano è scivolata sulle spalle nude, un contatto delicato, due dita hanno seguito la scollatura sino a dove il tessuto comincia a coprire il mio fondoschiena. Ho percepito l’indice soffermarsi tra il solco dei glutei, sostare attimi alla ricerca, forse, di un contatto. Immediata una contrazione ed un brivido lungo ed intenso mi ha assalito.
Ha sfiorato le mie labbra.
“sei bellissima”
quasi bisbigliando
L’altra mano scivolava sul mio seno, favorita dal taglio del vestito. Carezze che sono diventate ardite.
“Che fai!”
Ho letto nei suoi occhi un qualcosa di più. Qualcosa di diverso. Un diverso che travalicava il giusto per indirizzarsi verso il morboso. Il perverso!
“tesoro!”
Ho sussultato sconvolta, mentre avviava un sottile gioco che poco spazio lasciava alla fantasia.
Carezze che celavano un sottile erotismo. Carezze che in poco si sono trasformate in pura eccitazione!
Stordita mi sono svincolata dall’abbraccio. La vergogna si è impadronita di me e sono scappata in camera sua.
Al buoi della sua camera ora prendo atto che nel suo fare c’era altro che un semplice invito a cena. Resto interdetta davanti ad un mio grande disegno. È intenso il mio sguardo, carico di una fortissima sensualità. La mia è una conturbante posizione. I miei lunghi capelli mascherano l’opulenza del mio seno. Le gambe leggermente raccolte….. Lo sguardo materializza passione, la mia espressione rubata ad un momento di intensa di solitaria eccitazione. Si ma quando!
Alle mie spalle un leggero anelito mi muore scollo, riportandomi alla realtà. È un caldo respiro che mi muore sul collo. Mi stringe a se. Tremo.
“ti ho ammirata quella notte…. sdraiata sola sul letto ecco quale è il frutto del nostro duro lavoro… eri splendida… guarda sei l’immagine più pura della sensualità e della bellezza…non ho fatto altro che trasformare il tuo piacere in emozione”
Il suo corpo aderisce al mio. Lo sento pulsare. Tremo.
“ti trovo bellissima, ancora più bella di quando sono andato via ”
“Ti prego non possiamo”
“ssssssssshhhh…. ho sognato per troppo lungo tempo di godere dei tremori del tuo corpo. Unire i miei gemiti ai tuoi prolungati sospiri. Per anni ti ho spiato, per troppo tempo ti ho sognato. Ti desidero da morire. Scappare non è servito a niente….e ora…”
Con un dito sulle labbra mi zittisce. Nel suo intenso sguardo il piacere di avermi accanto. I suoi occhi risalgono lentamente la mia figura. Lo sguardo sembra impazzito
“vedrai sarà bellissimo…desidero condividere le tue emozioni”
Sconvolta mi sento mancare. Cinge il mio corpo tra le sue braccia Dita della sua mano scivolano sulla mia schiena.
“NO!”
Mi trema la voce.
Mi abbraccia sfiorando le mie labbra.
“… fammi morire di piacere……”
Non è possibile, non ho la forza di reagire!!! Scossa dalle dita che delicate sfiorano la pelle, lentamente percorrono più intriganti il decolleté lambendo una pelle diventata particolarmente sensibile.
Le sue mani strette sul mio viso accompagnano la bocca alle sue labbra. Mi bacia. La lingua inumidisce labbra secche.
“sei caldissima”
Percepisce la sensibilità delle mia pelle. Un violento brivido mi corre lungo la schiena. Un sussulto che va a morire pulsando frenetico tra l’intimo incrocio delle mie gambe.
Tutto è cosi sbagliato!
Ancora un inutile tentativo di sottrarmi. Ma inutilmente. Non riesco a far valere la ragione, è tutto maledettamente perverso. Il suo tocco è coinvolgente non resisto al calore delle sue labbra. Mi stringe ancora più forte a se, il suo pulsare è incessante.
Il suo possente muscolo lentamente trova rifugio tra le mie cosce. È enorme. Lo sento battere tra le gambe. La sua splendida erezione è come una frustata al mio seni, i capezzoli si gonfiano.
Spinge il mio corpo contro il suo uccello. È prorompente l’erezione. Inibisce ogni mia residua resistenza.
È terribilmente eccitato!
I miei seni sembrano esplodere. Cedo! Offro la mia bocca ad un bacio appassionato. Abbandonandomi all’assurdo mi ricevo la sua lingua. La mia cerca passione, completamente persa in un turbinio di perversa eccitazione.
Le lingue si intrecciano morbose, mentre sento crescere un travolgente piacere tra le gambe.
Scoperta la sua eccitazione, il mio pudore si scioglie.
Le dita risalgono lentamente tra le cosce. Il tocco è delicato. Il contatto intenso. Non riesco a stringere le gambe. Non c’è assolutamente violenza nel suo fare.
Cedo all’assurdo desiderio di piacere…..
“sono inebriato dal profumo della tua pelle”
“amore…ti prego fermati…..”
È tutto assurdo. Tutto perverso. Tutto bellissimo. Ma tutto impossibile!
Gemo sommessamente. Stringo più forte le gambe, non più per fermare le sue intriganti dita, ma per godere appieno di un morboso contatto. Non riesco più a controllarmi. Sto cedendo. Sto per abbandonarmi alla passione.
Incrocio il suo sguardo, occhi roventi mentre ritrae la mano la porta al viso lentamente, respira il piacere delle mia essenza. Sospira mentre assapora con passione il mio calore dal suo dito mordicchiandosi il labbro inferiore.
Mi priva del delicato vestito, lo lascia scivolare in terra. Mi accarezza i seni, i capezzoli implorano la sua bocca. Li stringe forte tra le dita, fremo al contatto, li bacia mordicchiandoli amorevolmente
“Lo vuoi anche tu?”
“…..ssssssiiiiii……”
Sconvolta annuisco senza sapere perché!
Lentamente si china, resta estasiato dalla sua provocante lingerie esile barriera tra me e la più assurda delle eccitazioni. Piano piano avvicina le sue labbra. Delicati baci riscaldano il mio corpo. Le labbra delicatamente lasciano scorrere l’umido della sue calda bocca sul punto più sensibile del mio corpo.
Sono praticamente bloccata dal calore del sue intenso respiro, solo un attimo e percepisco la sua lingua lentamente assaporare la dolce essenza di un corpo in fermento. Sfiora le piccole labbra, le bacia e cerca frenetico la clitoride.
Sospiro, sentendola tra la sua bocca. La ragione ha ripudiato il mio corpo. Il piacere ha offuscato la mia mente. È troppo forte la mia voglie di godere. Cresce il mio respiro e, lentamente, divarico le gambe. Di nuovo la sua mano tra le mie gambe. Un dito riprende a scuotere i miei sensi. Mi sento viva pronta a concedergli tutta me stessa. Le sue mani risalgono lente lungo le cosce, mi accarezzano amorevolmente, dita gentili delicate che sciolgono la mia resistenza.
Il mio è un respiro tormentato mentre sono scossa da calde labbra
Chiudo gli occhi, stravolta.
Lenta la sua bocca scosta i lembi di pizzo del perizoma. Mi guarda, nei suoi occhi una indescrivibile voglia di godere del mio corpo.
“SSSSSSSSSSIIIIIII!!!”
Il suo sguardo perso tra i profumi del mio corpo. Respira tra le mie gambe, si insinua tra le cosce, gioca con me, mi accarezza, mi lecca.
Scossa al leggero risalire della lingua sino al contatto con la clitoride. È gonfia di assurda libidine, la succhia.
Un calore indescrivibile accompagna i suoi movimenti.
Sono priva di volontà reattiva, sconvolta dal piacere della sua bocca che gode del sapore del mio corpo. Spingo la sua testa tra le mie gambe, la lingua si fa strada dentro di me. Sto impazzendo.
Le mie lunghe unghie graffiano la sua pelle ad ogni mia contrazione.
Sono un lago.
Inumidite le dita dei miei umori massaggia con studiata delicatezza la clitoride.
Il mio corpo trema. Sono maledettamente eccitata. Fremo tra le sue dita con quella parte di me che incentiva la trasgressione in una femmina sola.
“…mmmmmmhhhhh……tesoro….ssssiiiiii………..”
Non ragiono più.
Ascolta la mia invocazione e si fa più dolce nel suo succhiare.
Sussulto, gemendo di piacere, quando infila un dito dentro di me, un’azione lentissima e morbosa continuando a far scivolare la lingua sulle grandi, ed umide, labbra.
Tremo di assurdo piacere, gemo senza alcun freno inibitore, le gambe cedono, il respiro cresce di intensità
“… sei splendida…”
Ho voglia di essere posseduta. In un attimo inarco la schiena e comincio a gridare.
”Oddio, oddio.. basta…… no… ti prego…”
E poi subito dopo
“….ancora………ancora….non ti fermare….dai…. ”
ansimo ripetutamente scossa da una sensazione deliziosa.
“SSSSSSSSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIII………VENGOOOOOO….”
Sto godendo. Grido tutta la mia eccitazione. Un grido liberatorio, un urlo carico di lussuria, un grido che si porta via anni di privazione.
Vengo con tutta me stessa, ogni millimetro del mio corpo freme, ogni parte di me gode in uno splendido orgasmo.
Non sono ancora appagata, mi accovaccio in terra, sul morbido tappeto, con un unico desiderio. Godere ancora. Senza pensarci una mia mano sfiora la sua gamba. È la donna che la governa. Risale lenta, le dita giunte si fermano alla ricerca di un perverso contatto.
È spaventosamente duro!
Percepisco il suo gemito di piacere. Ed io desidero ardentemente morire delle pulsazioni di un uccello meraviglioso in bocca. Ho voglia di leccarlo.
“….ora ti voglio banch’io….desidero essere scopata …… ”
Mentre il capo già ondula sulla sua magnifica asta. Gioco sulla punta, la lingua è timida ai primi contatti, poi diventa sfrontata su tutta l’asta. Lavoro di labbra sul suo cazzo mentre lui gioca di lingua nel mio corpo. È meraviglioso sentire pulsare un membro tra le labbra mentre fremi ai piaceri della lussuria. Lo desidero da molto tempo!
La lingua carezza dolcemente la punta, la faccio scorrere lungo tutta l’asta, la ingoio facendola sparire nella famelica bocca assetata da una voglia assurda di godere. Faccio dissolvere il muscolo nella bocca, sino in gola, poi lo lascio uscire lentamente. Lo assaporo lentamente, desidero veramente godere di questo bel cazzo. Lo stringo tra le labbra ed ancora la lingua lecca, la labbra serrano l’asta che pulsa impazzito nella mia bocca.
Il cazzo pulsa frenetico nella mia bocca, le sue pulsazioni sono frustate alla mia fica, provocandomi ondate di un piacere assurdo, ancor di più accentuate dalle delicata lingua che gioisce dei miei umori.
Godo di un muscolo splendido. Gemo alle pulsazioni di un magnifico cazzo in bocca.
Una sensazione meravigliosa.
“OOOOHHHHHHH……”
Non ho più limiti al mio desiderio di piacere. M sento puttana, una gran troia, con il corpo scosso da brividi lunghissimi.
Non resisto sono pronta a godere.
Urlo il mio piacere mentre accelera il movimento della lingua.
sto godendo non resisto sto venendo,
“…. Mmmmmmmhhhhhhhhh….. vengoooooooo”
Vengo ancora, con tutta me stessa.
Le sue mani sulle natiche piano piano, giocano seguendo il solco dei glutei, contemporaneamente la sua lingua segue le dita, scivola sul mio orifizio, mi tormenta, mi penetra, lentamente.
“mmmmmhhhh….”
Sussulto gemendo.
Non si placa la mia eccitazione anzi aumenta, ho voglia di più ancora di più. Non ragiono più ho orgasmi ripetuti devastanti e non sono più in grado di intendere o volere.
In equilibrio precario mi sollevo, contengo il suo corpo tra le mie gambe. Lasciva gli offro la splendida visione delle grandi labbra aperte, vogliose e completamente bagnate.
Le mie gambe cingono i suoi fianchi, Mi metto in precario equilibrio sul suo muscolo, poi mi abbandono al piacere, giù di colpo, e mi è dentro, in un lago di piacere. Gli offro il corpo mentre mi approprio del suo muscolo. Una penetrazione profonda, sento tutta la sua potenza dentro di me, sono pronta per esplodere di nuovo.
Stringo forte le gambe per sentirlo tutto dentro di me, per godere dei suoi sussulti, per appagare la mia voglia. Sono ormai completamente sua. Sto impazzendo.
Grido e comincio a cavalcare selvaggia dimenandomi sotto i miei colpi lenti e cadenzati.
Lui, da terra, comincia a strapazzarmi i seni continuando a titillare la clitoride. Le dita giocano con le umide grandi labbra
“OOOOHHHHHHHH…………”
Un gemito, quasi un urlo
Godo morbosa di ogni centimetro di un cazzo superbo che mi è tutto dentro.
Il pudore non governa più i nostri corpi.
Le sue mani impazzano sulle mammelle di un corpo elettrico che continua ad essere posseduto.
Con gli occhi mi implora di avvicinarmi al suo uccello, lo offre ancora alla mia avida bocca. So che è pazzesco ma desidera venire nella mia bocca.
Il mio corpo è un unico fremito. Intenso.
Gemo delle pulsazioni di un uccello pronto ad inondarmi la gola.
Succhio assatanata un uccello splendido. I suoi gemiti sono tutti nelle mani che governano i movimenti del mio capo.
Lui geme alla delicatezza della mia bocca ed io sto impazzendo di piacere.
Ancora più veemente mi dedico a quel cazzo che pulsa nella mia bocca, la lingua impazza le labbra serrano un muscolo caldissimo.
Si irrigidisce, blocca per un attimo il suo respiro, le mani stringono il mio capo, e viene inondandomi di fiotti caldissimi che mi riempiono la gola. Ingoio assetata, ho la bocca inondata di nettare caldo. Continua a schizzare ed io continuo a succhiare impetuosa. Schizza su un corpo elettrico, il caldo seme scivola sul mio corpo, le mani lo raccolgono ansimando, i capezzoli godono di quel calore. Mi è sempre piaciuto farmi inondare di nettare caldissimo.
MA SONO SUA MADRE!
È l’alba quando dalla sua finestra vedo quella mia conturbante immagine riempire i tabloid pubblicitari…………
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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