incesto
Déjà vu
di geppettino2003
09.07.2016 |
44.487 |
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"La mano sulle sue natiche teneva ben fermo il suo corpo a non sfuggire dal mio..."
"... Mamma è tardi, vai a letto, finisco di sistemare questi appunti e vengo a darti il bacio della buonanotte..."
Sarà una settimana nella stessa casa a parti invertite, il suo tempo a studiare il mio ad accudirlo. Ho condiviso il suo chiedermi di stare
lontano dalle possibili distrazioni della città, degli amici e delle ragazzine che, sempre più insistentemente, gli ruotano attorno. Il suo senso di responsabilità e del dovere sono alti.
Per lui sono importanti questi esami poi il college lontano da casa, lontano da me.
Con questi pensieri mi preparo per la notte, una splendida notte di inizio estate, simile a quella di cinque anni fa.
Quella una notte caldissima...
La mente torna indietro a quella notte. Ricordo stentavo a prendere sonno, al buio con il bisogno di non pensare, e l'esigenza di allentare la tensione accumulata in mesi di studio. Consapevole che ormai quello che avevo fatto era fatto.
Un lungo periodo di intensi sacrifici, di rinunce con in testa un solo obiettivo. Ora mancava poco, un ultimo sforzo, e l'indomani, a quella stessa ora, saremmo stati già a casa. La nostra!
Era trascorsa una settimana di completa mia dedizione ad assimilare gli ultimi concetti di procedure amministrative.
Uno stress non indifferente. Forte era la speranza che tutto fosse servito!
Giorni nella piccola villetta davanti a quello splendido azzurro mare che aveva visto Scilla e Cariddi subire, subdole tentatrici, al passaggio dell'imperioso prode guerriero greco.
Le mie giornate trascorse sui libri, le sue a giocare nel giardino di casa, scorrazzare in bici e lunghissime ore davanti alla TV.
Una notte con fuori il classico temporale estivo.
Ripetuti luminosi lampi, e forti tuoni che, nel violentare le strette persiane, mi tenevano sveglia. Mi è sempre piaciuto ascoltare il ticchettio cadenzato della pioggia sui vetri.
Lui dormiva accanto a me. Ascoltare il suo respirarmi addosso mi era di conforto. I miei sacrifici solo per lui, per un suo domani tranquillo senza i patemi di una crescita priva di una guida paterna.
Sola con me stessa, un pensiero alla mia vita, a quell'errore di quindici anni prima e i miei giorni cambiare di colpo. Nove mesi per rivoluzionare tutto, le mie aspettative, il mio futuro. Poi anni difficili, tutti i miei vent'anni sola a lottare contro la incomprensione dei miei, sola con l'orgoglio della donna tradita, sola con la mia testardaggine e la ferma determinazione di costruirmi un futuro, il più possibile autonomo e tranquillo.
Inevitabile la rabbia contro quell'uomo. Un essere capace di carpire i miei sentimenti con un solo scopo, quello di rubarmi l'illibatezza e poi scappare davanti a quelle sue inevitabili responsabilità di padre.
Il suo, come il mio, è sempre stato un sonno pesante.
Al buio sola con il mio corpo. Un corpo che da un bel po' invocava quel minimo di particolare attenzione che per mesi avevo trascurato.
Obbligai la mente a vagare sul nostro domani, ma vano era il tentativo di distrarmi. Le mani scivolarono su un corpo che lentamente cominciava a scaldarsi.
Leggera la mano, senza voluto controllo, era tra ospitali gambe, lentamente le schiusi, timide le dita sfiorarono riccioli rasi, cercando di dare conforto ad intime labbra.
Mi piace dedicarmi a solitari piaceri, godere delle mie delicate carezze.
Il cuore accelerava i suoi battiti ed il respiro spezzarsi ritmico allo stringere delle mie labbra.
Era intenso il salire infido di una particolare voglia su un corpo che, in quella notte, stava sfidando il mio essere madre per ricercare il suo essere donna.
Avrei voluto utilizzare uno dei miei giochini erotici, compagni, ormai inseparabili, della mia solitudine ma evitai, quella sera non era proprio il caso. Si fosse svegliato, cosa avrei detto...!
Certo la sua presenza accanto avrebbe dovuto indurmi a fermarmi, ricordarmi anche del mio ruolo di mamma, ma era veramente intenso quel mio carnale bisogno.
Non mi mancava la presenza di un uomo mi bastava il suo starmi accanto, a lui stavo dando tutta me stessa.
La mia vita ormai apparteneva a mio figlio, ma quella sera avrei voluto un maschio accanto a me. Abbandonarmi tra forti braccia, non per amore ma solo per dare al mio corpo l'opportunità di soddisfare quel suo morboso desiderio.
Sfacciato l'intimo calore cominciava a permeare quel mio sfrontato dito. Una silenziosa lingua tentava, plastica, di inumidire rinsecchite labbra. La mia eccitazione cresceva e con essa cominciai a tremare. Respiravo intensamente a bocca aperta tentavo, inutilmente, di contenere il mio gemere che, fortunatamente, si confondeva con il crepitio dell'acqua che sbatteva forte sulle finestre.
Le dita vagavano tra umide labbra, l'indice sul medio spingeva forte sul piccolo taglio, mentre il pollice si beava del pulsare del clito.
So essere delicata, e con una leggera pressione lasciai che la punta di quel dito scivolasse lentamente in me.
Tremavo al mio piacere e non riuscivo più a controllarmi.
Un lampo di luce, ed il successivo forte frastuono, nel mentre coprirono un mio lungo, e profondo, gemito scossero il suo dormire. Si svegliò, ma solo per un attimo. Un lungo attimo che mi riportò al mio essere mamma.
I nostri occhi, in quell'attimo si incrociarono. Con vergogna aspettai il suo riaddormentarsi e, al buio, ritornai alla mia realtà di donna sola.
Non riuscivo a prendere sonno, il tempo sembrava non trascorrere.
Il suo accucciarsi a me mi scosse riportandomi al buio dei miei pensieri.
Amorevole mi accostai a quelle sue innocenti membra, cercando un materno contatto. Le sue gambe raccolte tra le mie, il suo petto nudo riscaldarmi la schiena e la innocente mano poggiarsi sul seno. Con l'affetto più puro della mamma strinsi quella sua mano sospingendo il mio corpo al suo.
Mi sentivo protetta. Era la gioia della mia vita. Era bello il contatto, e nel suo respirarmi addosso ritrovai me stessa.
Lunghi minuti per apprezzare quanto era bello sentire un altro calore su di me. Un tempo che mi isolò, ed il buio non mi era di aiuto.
Quell'innocente contatto avrebbe dovuto acquietarmi, ma il leggero baby doll mi restituiva la presenza di un etereo maschio di cui sentivo forte l'esigenza e, di nuovo, vittima della mia voglia che, insoddisfatta, riprese subdola scuotendo i miei pensieri risvegliando la mia mano. Non la controllavo mentre sfacciata si insinuava di nuovo tra la mie gambe.
Un attimo per percepire un intenso brivido percorrere il corpo di donna sola.
Mi scostai voltandomi, l'angelico suo volto mi confermava il suo essermi assente, lo chiamai, dormiva.
Rannicchiata la mia mano di nuovo tra la mia intimità che invocava piacere.
La sua mano, inerme, dal fianco scivolò sulla mia, si unì, incolpevole complice, alle mie carezze.
Ricordo il sussulto! Era tanto che una mano, diversa dalla mia, non sfiorava la mia intimità.
Pur vergognandomi per quello che stavi facendo non riuscivo a fermarmi, era come se un etereo compagno finalmente si dedicasse a me senza chiedermi nulla in cambio, offrendomi ciò di cui sentivo il forte bisogno,
convincendomi che gli uomini non sono tutti bastardi.
Le dita, veloci ripresero ciò che avevo interrotto, restituendo anche al suo corpo i tremori del mio.
Sapevo che non avrei dovuto, ma quella sua mano, sapientemente guidata, stava per farmi godere. Stavo impazzendo succube di un perverso piacere!
Serrai forte le labbra affinché quei miei gemiti, profondi, intensi non lo svegliassero.
Fu quello il momento che un forte fremito sconvolse il mio debole essere, riportandomi ad una assurda realtà.
Percepì la sua piccola intimità vagare libera tra un ospitale fondoschiena!
Immediato fu il riappropriarmi del mio essere, scostandomi da lui, delicatamente, lo scossi, non reagì. Nel suo volto chiari i lineamenti di un sonno pieno e profondo.
Fu un attimo il rendermi conto che forse il mio innocente contatto aveva provocato una sua naturale reazione.
Mi alzai, l'arsura mi impose di bere. Fuori ancora diluviava. Guardai Il mio bambino, stava crescendo, forse era arrivato il momento dei suoi iniziali, intimi, primi pruriti.
Turbata tentai di sistemare il suo piccolo, ma duro, sesso scivolato fuori dalla patta del largo suo boxer. Inerme subii l'intenso fremito che dalla mano risalì, per un lungo attimo, la debole figura di donna!
I miei pensieri solo per lui. In quei mesi avevo trascurato il nostro bellissimo rapporto.
Lui aveva cominciato a confidarmi i suoi primi problemi con le ragazzine le sue difficoltà di approccio, ed io a consigliargli come fare ad ingraziarsi quella ragazzina che gli piaceva tanto.
Ora il mio piccolo tesoro stava dimostrandomi come il tempo, trascorrendo, plasmava la sua figura.
Chiesi a Morfeo di accogliermi tra le sue braccia imponendomi di dormire.
Senza pensarci mi riaccostai a lui, forse non avrei dovuto farlo, ma avevo proprio bisogno di un contatto.
Certa che l'affetto di mamma avrebbe sconfitto la voglia della femmina.
Il suo lento respiro mi accarezzava il collo. Una bellissima sensazione!
Strinsi al mio petto la sua mano lasciando che, innocente, sfiorasse i miei, ancora gonfi, capezzoli.
Reagì al delicato contatto
Mi accucciai più forte a lui ed il suo corpo si strinse al mio.
Una sensazione bellissima.
Lunghi minuti e di nuovo stavo per cedere ai subdoli richiami di un debole corpo. Un assurdo pensiero mi scosse, avrebbe dovuto indurmi a smettere ed invece guidò la mia mano di nuovo tra le gambe. Era intensa la mia voglia, né il corpo né la mente sapevano come opporsi. Lentamente ripresi, vittima di me stessa.
Non era possibile, con il cuore in gola un morboso desiderio mi scosse.
Sapevo di sbagliare!
Non controllai la mano andare tra le sue gambe e le dita cercare quella sua parte che mi aveva turbata. Mi ci volle poco, ed il suo sesso di nuovo libero tra le mie mani, percepì chiaro il suo lento crescere tra di esse.
La ragione avrebbe dovuto obbligarmi a smettere ed invece un irrefrenabile desiderio guidava la mia mano su quella sua intimità che, per quanto piccola, stava diventando tosta.
Inconsapevole il mio bambino mi stava offrendo ciò che quella notte era un mio bisogno.
Non più la mamma ma una debole donna, stravolta dall'oblio, spinsi delicatamente il corpo su quell'innocente asta.
La mano sulle sue natiche teneva ben fermo il suo corpo a non sfuggire dal mio. I tremori del mio debole corpo si fusero sul quel suo tosto uccello.
Non c'era violenza nel mio fare solo amore un grande bisogno di amore.
Scoprì delicatamente quel suo innocente corpo così come nudo riaccostai il mio. Priva del giusto pudore lasciai che abbondanti caldi miei umori avvolgessero il suo piccolo e duro sesso, bagnandolo per bene.
Al perverso desiderio si aggiunse una morbosa fantasia.
Mi piace da morire prenderlo nel culo!
Affamata di sesso spudorata lubrificai con la piccola punta del suo uccello uno stretto buchetto. Sollevai una gamba la posizionai dietro al suo corpo, con essa feci resistenza al mio spingermi al lui, accompagnandolo ad affondare lentamente dentro di me!
Impazzita strinsi ritmiche le natiche.
Con la ragione sconfitta mi abbandonai al devastante piacere di quella piccola asta fusa con me, mentre la mano guidava la sua complice tra le mie gambe.
Non controllavo più le mie dita, mentre dentro di me, accarezzavo i suoi gonfi testicoli.
Spudorata, lenta ondulavo il mio corpo sul suo sesso che, sì piccolo, sentivo crescere sempre di più.
Un tempo indefinito di un lunghissimo piacere, sino a quando il suo stendere naturalmente le gambe fu l'inizio del suo godere. Volevo poter gridare il mio piacere mentre godevo al calore di schizzi che sembrano fluida acqua.
Nel suo giovane seme l'assenza di corposa densità come fosse l'assenza del peccato.
Ero stravolta dalla vergogna, con in testa mille domande: come avevo potuto cedere, perché avevo approfittato della sua innocente presenza, cosa sarebbe potuto accedere nel mio, nel nostro, domani.
Finalmente la notte prese il sopravvento.
Nel suo innocente sguardo del mattino la certezza del suo essere stato completamente assente. Nel mio la ricerca del perdono ad un momento di debolezza destinato a restare solo un ricordo. Assurdo, sicuramente sbagliato, ma certamente bellissimo!
Quel mattino la gioia e la felicità hanno spronato il meglio di me stessa. Ho raggiunto il mio obiettivo ho superato la prova ed è cambiata la nostra vita.
Non ha mai saputo quanto il suo assente starmi accanto quella notte fosse stata per me importante e la mia assurda debolezza è rimasta, in tutto questo tempo, un mio intimo inconfessabile segreto.
Nessun altro cedimento da parte mia, come nessun segnale da parte sua che potesse riportarmi agli effetti di quella notte.
Anni trascorsi nella più assoluta normalità.
Ed ora di nuovo.... la notte!
Il suo essermi accanto scuote i miei ricordi, ascolto, nel dormiveglia, il suo respiro accarezzarmi il volto. Supina, le mani sotto il cuscino, una gamba distesa e l'altra raccolta, con il leggero lenzuolo coprire un corpo che meriterebbe essere maggiormente apprezzato. Lunghi secondi con la sua mano accarezzarmi dolcemente il volto. Fingo di dormire per apprezzare le sue delicate moine. Socchiudo gli occhi e, al buio, percepisco i lineamenti del suo giovane corpo che gli anni passati hanno reso superbo.
È delicato nel suo fare. Un dito sposta i miei lunghi capelli, morbide labbra sfiorano le mie guance. Ascolto il sussurrare del mio nome. Volutamente non rispondo, mi piace sentire scorrere a fil di pelle le sue umide labbra sul collo. Stento a contenere un leggero fremito di amorevole piacere che confondo con l'innocente lungo sospiro di sicuro apprezzamento.
Sistema il lenzuolo non può non accorgersi del mio essere coperta del solo piccolo slip.
Fortunatamente la mia posizione non consente di guardare oltre il lecito. Il corpo contro il materasso lo priva di ogni possibile visione. Solo il volume di un plastico seno pieno, sodo traspare, schiacciato, dal peso del mio corpo.
Si accovaccia al lato del letto, riprende ad accarezzarmi, la sua mano scivola sulla schiena sfiora timida il seno.
Sono belle le sue innocenti carezze.
Vorrei che non smettesse.
Ma tutto ciò che è bello è destinato a durare poco. Un ultimo bacio sulla guancia e si allontana da me.
La debole luce della luna lascia che guardi una figura che ha definitivamente abbandonato l'adolescenza
È nudo. Completamente nudo!
Apprezzo un corpo statuario, forte, muscoloso, gambe marmoree sostengono un fondoschiena perfetto. Solo il tempo di gioire dell'orgoglio di mamma per perdere, un attimo, il respiro nell'intravedere un qualcosa di intrigante nel suo anatomico disegno di uomo. Lo sta accarezzando lentamente, vedo che comincia ad assumere forma e vigore e sparire tra entrambe le sue mani.
Turbata chiudo gli occhi, aspetto che si ritiri in camera sua e mi lasci, sola, ai miei pensieri e ai miei ricordi.
Pochi secondi ed invece lo sento infilarsi tra le mie lenzuola.
Sorpresa lo accolgo. immagino che desideri la presenza della sua mamma.
È parecchio che non ospito un uomo nel mio letto. In questi anni in tanti hanno bussato alla mia porta, a pochi ho aperto e solo ad alcuni ho offerto di condividere solo il bisogno del mio corpo, non certamente il trasporto della mia mente.
Un pensiero al nostro domani. Tutti questi anni accanto a me sarà dura il distacco come riuscirà a gestirsi lontano da me e come io colmerò la sua assenza.
Un pensiero interrotto da un leggero tremare del letto. Mi ci vuole poco per capire che è la sua mano che scorre lentamente ritmica in sicure carezze intime, ed il suo respiro crescere ne è la conferma.
Vorrei dargli un segnale che ci sono anch'io e sono vigile, ma so che sarebbe inutile. Inutile come per me cinque anni fa. Allora la mia era una esigenza che, credo, sia la stessa ora per lui.
Lo lascio quindi fare.
La mia mente ritorna a quell'episodio. Solo un momento passato, scordato, come fosse stato un sogno che al mattino si è dissolto, poi il tempo, e gli eventi, ne hanno cancellato i morbosi effetti.
Ed ora, sento scorrere la sua mano su quell'imperioso sesso. Ha raccolto le gambe, ascolto il suo respiro salire, mentre una sua mano accarezza delicatamente la mia pelle, timida scende sui fianchi.
Accelera il suo movimento. Immagino quella sua mano avvolgere quel sesso che ricordo piccolo ma duro, mentre l'altra sfida il bordo del mio slip.
Una sequela di pensieri mi scuotono: se nel suo attuale fare non cercasse il conforto della mamma ma un forte, bisogno di donna? Quali erotici pensieri mi vedono coinvolta? Cosa immagina io possa fare per lui? Cosa vorrebbe chiedere alla donna che la mamma non può dargli!
Non ho risposte!
Sta diventando sfacciato il suo fare, mentre titubante oltrepassa quell'esile barriera che separano le dita dal contatto diretto con la mia pelle.
Basterebbe niente per spezzare questo momento.
Mi convinco che deve essere intenso il suo bisogno di allentare la tensione di questi giorni.
Per lui ora sono una donna, una bella femmina inerme ed accondiscendente che vuole perda, al buio di una notte stellata, il suo più giusto ruolo di mamma.
Quel suo respiro trattenuto un dito, sicuramente il medio, che si insinua lentamente tra il solco del mio invitante culetto, ne è la sicura conferma!
Non so perché lo lascio fare.
Sempre più ardito sfiora una prima volta il sensibile buchetto, basterebbe un mio segnale, un movimento, scostarmi è tutto finirebbe.
Non so se è l'affetto di mamma, od il suo essere dolcemente intrigante, che mi priva di ogni più giusta volontà e non controlla il naturale stringere, per un attimo, le chiappe.
I miei pensieri si perdono ai suoi cresciuti profondi gemiti.
Starà stringendo alla base quel suo sesso, che immagino deve essere diventato corposo vigoroso, duro e pieno di una perversa voglia.
Cresce in me il dubbio che stasera dovrò pagare dazio, saldare un conto rimasto per tanto tempo aperto!
Senza in apparente motivo lentamente mi volto su di un fianco, richiamo a me una gamba, un braccio steso lungo il corpo. Immagino sia questo che vuole, la testa sotto il cuscino non voglio che ascolti il mio respiro fattosi profondo.
Il mio fare ha spezzato il suo magico momento ma è solo un attimo. Lentamente il lenzuolo abbandona i nostri corpi, avrà interpretato nel mio fare un invito, una opportunità al suo intrigante fare. Sussurra di nuovo il mio nome, non rispondo.
Pochi secondi e quel dito riprende il suo giocare, diventando sfacciato.
Risale dalla coscia e timido si bea di intime labbra le sfiora, si ferma, preme leggermente, forse attende una reazione che tarda ad arrivare.
Un gioco di delicata passione e dagli intriganti effetti. In poco le dita diventano due ed il suo fare diventa pericoloso.
La ragione dovrebbe impormi di fare qualcosa, fermarlo, dargli un segnale che sono sveglia, ma rinuncio perché farlo!
Quel suo eccitante fare sta risvegliando un corpo di madre che non ha mai cessato di essere donna!
Dio come è bello bastano pochi secondi per cominciare a bagnarmi e a bagnarlo.
Stringo le labbra, non voglio che sappia che sono complice di un infinito piacere!
Intrigante un dito raccoglie il mio caldo piacere, basterebbe spingerlo lentamente e sarebbe dentro di me per mandarmi all'inferno e, invece, sfacciato risale tra ospitali chiappe, lento comincia a spargerlo sul mio prezioso buchetto.
Una leggera la pressione ed è naturale il mio contrarre di nuovo le chiappe. Un movimento non voluto ne controllato che si accompagna ad un mio intenso sospiro.
Spero solo non lo abbia percepito!
Mi basterebbe allontanarmi anche di poco, scuotermi anche leggermente ed, invece per solo un attimo stringo tutta me stessa su quel suo intrigante dito, autorizzando di fatto il suo morboso fare.
Sfrontato lentamente spinge la punta del dito a scivolare nel culo sconfiggendo definitivamente una debole resistenza.
Il corpo reagisce, ed un intenso respiro mi resta in gola!
Deciso ma delicato mi sta inculando. Quel suo dritto dito lentamente entra, lo muove, esce per poi rientrare e spingersi sino in fondo, muoverlo piano ancora sempre più sfacciato.
Il crescente fremere del mio corpo si maschera al tremare del letto.
Stringo forte il cuscino, serro strette le labbra, strozzo in gola i miei sospiri e vivo un magico momento!
Non riesco più a controllare il mio corpo, stendo ancor di più la gamba, richiamando l'altra. Vogliosa mi offro.
È lui, profondo entra di nuovo! Con fare esperto muove quel dito dentro di me.
Sconvolta la mente si abbandona a morbosi pensieri e a perverse fantasie, tanto intriganti quanti impossibili.
La sua morbosa voglia sconfigge ogni mio possibile pudore. Prende la mia inerme mano, la accompagna sul morboso palpitare del suo sesso.
Al contatto sussulto. Ho il cuore che impazza ai mie cresciuti battiti.
Dovrei reagire non posso soggiacere così, ma se lo facessi spezzerei questo incantesimo con la inevitabile realtà alla quale dovrebbe cercare immediate, e difficili, risposte. Quali risposte dare a questo suo modo di rendermi tangibile il suo essere diventato uomo, materializzarmi il suo amore sino a concretizzare un suo morboso desiderio!
La sua mano governa la mia a sbattere ripetutamente sul bacino, colpi forti, secchi, interrotti da attimi dove è il suo corpo che reagisce.
Il suo stringere una mia chiappa mi conferma che sta per raggiungere un devastante piacere.
Pochi secondi per accorgermi che ha abbandonato al mio fare la mia mano che, morbosamente complice, scorre su quella sua dura asta accompagnando una esplosione corposa e densa del suo seme, che comincia a spargersi tra le mie dita, mentre il suo gemere si diffonde al buio di una morbosa notte ed il mio muore perdendosi sotto il cuscino.
Mentre il tremore del letto accentuato accompagna il suo godere riprende la mia mano e indirizza il suo potente schizzare sul mio corpo. Gocce di un perverso seme muoiono sul mio corpo la forza del suo piacere si sparge anche sul seno che inerme le raccoglie.
Lunghi minuti per ritornare alla quiete della notte una notte ancora lunga dal trascorrere!
Lunghi minuti di oscuri pensieri, come quella notte dovrei condannarmi.
La ragione dovrebbe avere il giusto sopravvento, ma la realtà è ben diversa. Il suo piacere ha interrotto il mio e ora sto impazzendo dall'intenso bisogno di soddisfarlo... e non so come fare!
Aspetto che si alzi per pulirsi so che mi ci vorrà poco per farlo.
Rifuggo immediatamente una perversa fantasia!
Ma è solo un attimo. Mi scuote il suo muoversi. Si accosta di nuovo a me con il corpo sporco del suo caldo seme.
Il respiro mi si spezza in gola per quanto contenuto stavolta non può non aver percepito l'intenso mio tremore
Si stringe forte a me, sussurra il mio nome, mentre sposta la mia sporca mano ultima barriera che separa la mamma dalla femmina.
Dovrei reagire, ma mi è difficile, la vergogna mi vieta di rispondere.
Il suo sesso duro non ha perso vigore è ancora forte, lo sento spaziare tra le mie gambe. Sussulto, contenendo la violenta scossa che percorre il mio corpo, mentre sparge il suo caldo piacere tra le gambe raccogliendo il mio.
Dio sono stordita ma non posso rivelargli la mia cresciuta eccitazione, ancor di più accentuata dal suo morboso fare. Sparge il suo seme tra morbide chiappe, gioca con la pulsante cappella facendosi strada tra un invitante solco. Quel suo devastante sesso spinge prorompente!
Desidero che continui.
Stringo le labbra e cedo definitivamente alla realtà.
Non posso farmi scopare da mio figlio ma incularmi si!
Nel suo fare non c'è violenza, ma una eccitante determinazione.
Sento la calda cappella farsi strada, vorrei gridargli la mia lussuria ma ho paura. Paura di non sapere cosa dirgli dopo cosa fare. Paura che smetta!
Lentamente quel suo splendido uccello entra in me. L'essere enorme mi taglia il respiro, stringo forte le labbra, il cuore impazza forte nel petto.
Lentamente esce, mi priva di un devastante piacere. Perché? Voglio sentirlo tutto dentro! Voglio sentirlo ancora.
Come se ascoltasse i miei desideri è un attimo ed è ancora dentro di me.
La sua mano si sposta tra caldissime piccole labbra e contemporaneamente mi ritrovo con dito nella fica è un duro cazzo nel culo!
Ancora quella assurda fantasia alla quale stavolta cedo! Impazzita assaporo la sua essenza diffusa tra le mie dita, mentre mi da piacere, lecco il suo seme.
Mi possiede, è intensa la sua passione, lo sento crescere dentro me gonfiarsi di un assurdo piacere, il corpo irrigidirsi al spingersi lento sino in fondo lo sento tutto, distintamente percepisco il suo pulsarmi frenetico.
Mi sta inculando!
Una sua mano sul fianco governa i suoi movimenti ed inibisce al mio corpo dal sottrarmi ai maschi colpi.
Ascolto, inerme, il suo chiamarmi per nome, confessarmi di volermi come donna, la sola femmina capace di eccitarlo, sussurra il suo forte desiderio di farmi godere della sua passione e del suo amore.
Sconvolta mi convinco che è esile la barriera che separa il puro amore filiale in quel qualcosa che solo la morale condanna. Se ad un figlio si deve dare il meglio di se stessi allora perché privarlo di quelle gioie che inevitabili gli nascono nel suo crescerti accanto. Una mamma può trasformarsi in amante e per il suo amore essere troia la puttana di suo figlio.
Un suo profondo respiro mi riporta alla mia bellissima realtà e cedo al suo devastante piacere. Sento irrigidire il suo corpo, stavolta è forte l'invocare il mio nome. Ha smesso di ondulare in me, fermo aspetta. Mi è perfettamente chiaro il gonfiarsi del suo magnifico uccello preludio a ripetuti schizzi caldi che fanno godere anche me. Sto impazzendo dal piacere.
Vorrei rivelargli la mia eccitazione, confessargli quanto il suo intrigante fare sia stato capace di esaltare il mio essere la sua bella femmina.
Ma rinuncio. Non voglio sapere quanto il suo fare sia stato spontaneo, voluto o desiderato, mi basta averne gioito con l'affetto di mamma.
Ascolto il suo respiro acquietarsi con il mio tornare normale ed entrambi abbandonarci esausti ad buia notte.
Al mattino gli sono accanto, l'aroma del caffè sul comodino non sovrasta l'essenza del nostro piacere ancora diffuso sul suo corpo.
Quell'essenza che una fredda doccia ha tolto dal mio.
Delicatamente lo sveglio, le dita percorrono un petto scolpito, che lentamente si gonfia al suo delicato respiro. Con entrambe le mani gioisco del suo essere maschio.
Mi chino per un casto un bacio sulla guancia, le mie morbide labbra lo svegliano, cerco nei suoi occhi una risposta. So che per averla dovrei porgli una domanda!
Il suo sguardo è intenso, diverso, profondo, complice un assurdo silenzio lascio alle sue dita seguire, delicate, la forma del mio seno, superare la barriere del morbido accappatoio, e sostare a fil di pelle su di esso
"Mamma... come cinque anni fa...."
mentre tra le dita stringe forte un capezzolo, accompagno l'altra sua mano a gioire del calore ancora forte del mio intimo corpo "... si tesoro ed è stato bellissimo"......
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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