incesto
1 Con mamma entriamo in un sexy shop
di geppettino2003
14.02.2021 |
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"“Non c’è niente da ridere! Mi hai delusa sei solo un porco..."
Tre ore piene in giro per boutique in una, estenuante, escalation di prove in camerini, davanti ad ampi specchi, riflessioni con commesse su tessuti, capi, taglie, colori, vestibilità, abbinamenti, charme e, finalmente, decidere per gli acquisti. Mi sono, volutamente, sacrificare in un sabato pomeriggio ad accompagnare mia madre nel suo dover, finalmente, dare uno scossone alla tragedia che ha subito.
Sono già passati oltre tre anni!
Non mi è stata facile costringerla a tornare al suo tempo, quando davanti al suo specchio si chiedeva come il seno si sarebbe potuto esaltare sotto uno stretto maglioncino, come le lunghe gambe potevano valorizzarsi con un frivolo spacchetto su corte gonne, come il fondoschiena avrebbe stimolato, provocandolo, il comune senso del pudore del suo adorato compagno.
Oggi, senza malizia, è tornata a quegli anni.
Finalmente verso casa.
Un violento temporale, quelli classici di fine estate, che si scatenano all’improvviso, che durano poco, ma vien giù una tale quantità di acqua che, in pochi minuti, trasformano la calma dinamica di una tranquilla cittadina in un impazzito fuggi fuggi generale.
Il tutto rende complicato il nostro raggiungere la macchina.
Dobbiamo zigzagare per evitare le pozzanghere sul marciapiede. Il non riuscire ad opporci al solito incivile di turno che, incurante della situazione, a pochi metri da noi, sfreccia veloce sul ciglio della strada, ci costringe, per evitare le inevitabili conseguenze di una possibile doccia, che possa rovinare i diversi suoi acquisti, a cercare riparo nel primo spazio al chiuso che si presenta.
Senza badare entriamo.
Il vestibolo di ingresso è opprimente, stretto, buio, un attimo e siamo in un unico grande ambiente. Il nero al soffitto combinato con rosso accesso sulle pareti, ci pone davanti ad un susseguirsi di studiati incavi nelle pareti, diversi totem sui quali sono appoggiate particolari teche, e ampie vetrine a delimitare un percorso in un’atmosfera diventato calda e accogliente.
L’accendersi di led di prossimità, posti in basso, scandiscono un obbligato percorso. È tutto ben studiato in una logica di strategico marketing. Il susseguirsi di teche si illuminano, al nostro passaggio.
La prima reazione di mamma è di sorpresa davanti ad audaci abiti, volutamente trasgressivi. Azzardati décolleté, esaltati da frivolo intrecci che si incrociano su nude spalle, profondi spacchi su lunghe gonne come a voler ricordare la Belen farfallina, scuotono la sua reazione.
Guardare il ricercato mix di tessuti ben miscelati tra il nero ed il rosso, che vuole esaltare corpi femminili che si offrono, nei piccoli schermi, in trailer di presentazione con atteggiamenti sensuali nell’ostentare il loro essere belle, seducenti, provocanti e, nell’espressione, fantasticamente porcelline, rendono palese il suo immediato segnale di forte imbarazzo che colora di rosso le gote del viso.
Io sorrido, divertito, nel prendere atto che siamo in un sexy shop, quasi assaliti da distributori automatici che, ben posizionati, garantiscono acquisti in assoluta tranquillità nel pieno rispetto dell’anonimato e della discrezione.
Contemporaneamente, ci si rende conto che è, praticamente, impossibile tornare indietro. Il percorso è obbligato verso l’uscita.
Al nostro veloce passo, luci calde illuminano la sezione dedicata a lingerie particolare ed intrigante.
Capi che esaltano, in fotografie ad altezza naturale, sinuosi corpi in pose che poco lasciano all’immaginazione, e tanto al sano spirito di emulazione (sempre presente in una donna!)
Minuti perizoma, con irriverenti ciuffetti, reggiseni trasparenti in raffinati tessuti, capi in lucidi lattex, morbida pelle, diffusa seta e il giusto mix di contrasto di raso e organza.
Tutto materializza intrigo e trasgressione per momenti in cui la fantasia si unisce alla passione.
Cresce, palese, la sua vergogna per la situazione, il mio sorridere vuole, un attimino, stemperare il crescente disagio che accompagna il suo rapido voler raggiungere l’uscita.
Attraversiamo i corridoi delimitati espositori sempre più interessanti per me e sempre più al limite del fastidio fisico per lei.
È studiato l’abbinamento con i classici sex toys, articoli per qualsiasi particolare, intima, esigenza, sicuro preludio a cosa ci aspetta.
Chiara la sua ferma volontà di preferire lo sfidare l’acqua per non subire, inerme, un ambiente che sembra ripudiare per educazione e cultura.
Il veloce passo è interrotto da una figura che davanti a noi rallenta il nostro rapido intercedere.
Visto che in questi negozi non abbondano le signore, curioso la osservo.
Una bella donna, sicura coetanea di mia madre, alta, mora con un aderente spolverino stretto in vita su alti stivali in pelle lucida, una stretta magliettina lascia che noti un prominente florido libero seno che, ovviamente, apprezzo.
Mentre sale diffusa la vergogna misto al disagio di mia madre, seguo, con la coda dell’occhio, ciò che la signora è intenta a fare.
Mamma, con la testa china, cerca di evitare l’incrocio di quegli occhi, dovendo per questo, forzatamente, leggere la descrizione di un piccolo vibratore
- Si attiva con il cellulare, basta una chiamata o un sms, e da sensazioni particolari -
Mi guarda incredula!
Nel diventato, forzatamente, lento il voler cercare l’uscita, due passi e il suo sguardo si sposta su un
- meraviglioso giochino appartante alla classica famiglia dei rabbit, il coniglietto scoperto dalla celebre serie tv Sex and The City. Questo è indubbiamente il vibratore più amato dalle donne. Piccolo ma capace di stimolare, con lenti movimenti circolari, la clitoride, è in grado di dare piacere intenso nel raggiungere il punto G -
Mamma sussulta, si scuote veloce vuole l’uscita, si blocca, la signora un paio di metri davanti a noi intenta nelle sue erotiche scelte, ammira una vetrinetta con dei vibratori anali esposti.
Mi è palese il suo naturale fare, per niente in difficoltà dalla nostra presenza, al contrario mi appare evidente il piacere di farsi guardare.
Cosa che faccio molto volentieri, nel contestuale
fantasticare su quelle che potrebbero essere le sue performance sessuali con il pensiero a materializzare tutta la sua impetuosità eropornografica.
Il mio sognare ad occhi aperti si interrompe non appena mamma, stizzita, richiama la mia attenzione.
La luce di una teca illumina uno strap-one
- Un oggetto speciale, che sa dare piacere sia a chi lo indossa, e anche a chi lo prende. Combinando penetrazione e stimolazione nel particolare rapporto per piacevolissimi momenti di piacere. Adatto per particolari rapporti saffici, e non solo, consente la doppia penetrazione raddoppiando il piacere della coppia. -
Nei suoi occhi è palese il diffondersi della vergogna.
Pochi passi e la sua
espressione è di evidente difficoltà nel prendere atto che semplici palline possono diventare particolari giochini da
- Usare in quei particolari momenti quando voi donne siete assalite da intriganti intime voglie. Lasciatevi stuzzicare, e stimolare internamente. indossandole nella vostre quotidianità, aggiungendo una nota piccante magari, in casa, impegnata nelle vostre estenuanti faccende domestiche -
Le mani al viso nel vano tentativo di privarsi dal guardare.
Stavolta mi è chiaro un fastidio diventare quasi rabbia accorgendosi dell'insistenza del sorridermi della signora, per niente stupita della situazione che, con malizioso fare continua nelle sue erotiche scelte.
Che anche lei fantastichi sulla nostra presenza: la formosa, e piccante, milf con l’aitante stallone alla ricerca di qualcosa che permei di trasgressione un rapporto, arricchendo di intrigo una peccaminosa storia.
Indispettita è la reazione di mamma nello scoprire il mio, non più discreto, guardare il suo soffermarsi per cercare qualcosa di veramente speciale per le sue calde notti, continuando a fantasticare sulle sue erotiche scelte in fatto di sesso.
Quasi una sfida!
Ancora pochi passi e, anche noi, ci ritroviamo davanti a quella teca di particolari plug anali
- Per chi desidera dare piacere allo stretto buchino, per orgasmi davvero coinvolgenti in stimolazioni intense, diverse ed intriganti -
Stavolta è chiara la reazione di mamma, una sua mano sulla mia spalla per sostenere un attimo di mancamento nel prendere atto che un sano rapporto di amore può trasformarsi in qualcosa, che ritiene, sporco ed assurdo!
La bella donna continua nelle sue ricerche, quel suo calmo fare calamita il mio insistente sguardo nel seguire il suo interessato fare.
È malizioso il suo guardarci, cercarci con lo sguardo, chiara l’espressione di lussuria, con in mano un vibratore realistico, dalle dimensioni ragguardevoli.
Giusto il tempo di lasciarsi guardare che, rapida, lo infila in un anonimo busta avviandosi all’uscita, con un ultimo sorriso come se la malizia avesse lasciato spazio all’invidia.
Complice di un gioco che immagina mamma protagonista.
”Non c’è più mondo!”
La ferma riflessione di mamma.
Finalmente l’uscita. Dobbiamo superare l’ultimo ostacolo.
Su di una parete film e vecchie riviste. Stavolta sono io a fermarmi. Le star della mia adolescenza, la conturbante Milly, l’angelica Moana, Lilly la sfacciata, poi Barbara, Shadow, Ursula, divine protagoniste dell’erotico mondo che ha accompagnato la mia puberale domestica adolescenza.
Fossi solo mi soffermerei per acquisti ma solo per rivivere i miei solitari momenti in loro compagnia.
Siamo fuori.
In macchina verso casa esterna il suo forte imbarazzo.
“Che negozio era?”
Spiego la filosofia dei nuovi sexy shop. Locali ben studiati per garantire intriganti acquisti per vivere al meglio il trasgressivo piacere del sesso arricchendo il rapporto di coppia nel massimo dell’anonimato, lontano da sguardi indiscreti.
“Ci va gente?”
“Credo tanta. Un rapporto di coppia può scorrere tranquillo, ma gli anni che trascorrono, inevitabilmente, incidono.”
Mi guarda sorpresa.
“Poi cosa erano quelle cose che mi sembravano tanto di tortura!”
Non mi è facile spiegarle la filosofia che accompagna la diffusa pratica sessuale in cui, in una coppia consensuale, prova un piacere fisico nell’essere legato con corde, catene, lacci, cappucci e corsetti in uno studiato gioco per provare un eccitante doloroso piacere.
È sorpresa nell’apprendere le mie conoscenze in materia.
Repentina passa a riflessioni su quella, che considera, donnaccia in un locale per soddisfare la sua sicura fame di sesso.
Poi subito la sicura sua vergogna se qualcuno l’avesse vista, magari riconosciuta.
“Dio che figura!”
Evidente la sua rabbia.
Il tragitto verso casa è una sequela di sue continue riflessioni.
Sotto casa, l’aiuto a portare dentro le sue tante buste, un bacio sulle candide gote, un ultimo sorriso, e vado via.
Guido sorridendo per la divertente situazione. Pochi minuti e chiama al cellulare.
“Che è sto coso? E poi credi possa indossare sti stracci!”
Rido.
Ancora più veemente
“Ma per chi mi hai presa? Queste cose appartengono a quella donnaccia!”
Continuo a ridere.
“Non c’è niente da ridere! Mi hai delusa sei solo un porco... mi hai offesa!!!”
Cerco di riportare il tutto ad un solo momento di sana goliardia, ma non me ma da il tempo. Stizzita interrompe la conversazione e, incazzatissima, tronca la discussione.
Forse ho esagerato ciò che ritenevo potesse essere una goliardata si è trasformata in un casino.
Conoscendo mia madre, donna di sani principi, avrei dovuto immaginare la sua reazione. Forse ho male interpretato quei rossori sulle gote, mi sono lasciato andare a quella sua espressione di sorpresa. Una mia impressione, certamente, sbagliata, in quella situazione era impossibile accorgersene.
Ho approfittato di un suo momento di distrazione per acquistare un bel dildo nero, dalle dimensioni esagerate con, nella confezione, un trasgressivo baby-doll che, poi, ho lasciato scivolare in una delle sue grandi buste, unitamente ad una intrigante culotte di raso rosso.
Richiamo non risponde.
Credo di averla combinata grossa. Conoscendola so che passeranno diversi giorni prima che la sua rabbia possa svanire.
Lunghissimi giorni di assoluto suo silenzio. Non risponde al mio, ripetuto, chiamarla, legge i miei continui messaggi, senza rispondere. Mi manca il coraggio di presentarmi a lei.
Una settimana e finalmente risponde, ribadendo il suo forte dissenso.
“Perché lo hai fatto? Cosa ti è passato per la testa?
Cosa pensavi facessi?”
Ancora furente, non mi lascia alcuna possibilità di reagire, di scusarmi.
“Come ti sei permesso. Vieni a riprenderli! Non li voglio in casa mia.”
Solo il suo essere sola, forse volerla scuotere, non certo offenderla, magari ricordarle la sua intrigante femminilità, stimolare la sua probabile fantasia, soddisfare un suo, possibile, bisogno. Farla sognare, tornare ai suoi intimi momenti quando sapeva trasformarsi da amorevole moglie in provocante, ed esigente, amante.
Confesso che anch’io, come tanti figli, ho ceduto al richiamo del sul notturno gemere, ascoltare il suo respiro crescere, il suo implorare, cedere al piacere e godere.
Ho spiato un corpo impazzire, l’espressione del viso pretendere, chiedere, volere, non sempre ottenere.
Poi al mattino ridiventare mamma affettuosa, attenta, premurosa
Mentre la mia fantasia trasformava il suo angelico essere nella prima gran femmina della mia vita.
Inizialmente la vergogna.
Poi ho cominciato a rovistare nei suoi cassetti, cercare il suo prezioso intimo, trovarlo, stringerlo tra le dita, odorarlo sognare e godere!
Anni dove solo il rispetto, forse più la paura, non mi hanno permesso alcun azzardo. Solo spiarla, cercare ogni possibile occasione per trasformare il suo essere nella più bella femmina del mondo e sognare abbandonandomi ai tremori del mio essere giovane marpione.
Ancora giorni di silenzi, il suo essere assente mi preoccupa. Prendo coraggio e, rientrando nel nostro complesso residenziale, passo da casa sua.
La grande casa accoglie il suo essere sola ormai da quasi tre anni. È stata dura farle abbandonare il nero colore del lutto e, ancora più dura, convincerla a rinnovare il suo armadio.
C’è voluta la mia forte determinazione ed offrirmi disponibile ad accompagnarla.
Ho gioito rivederla civettuola scegliere il suo nuovo look, certamente sobrio, dai colori vivaci e la maliziosa voglia di tornare a sorridere.
In casa sono quasi del tutto spariti i ricordi di venticinque anni di una vita felice che, certamente, condizionavano il suo dover reagire.
Noto subito in lei un cambiamento. Un nero reggiseno chiaro traspare dalla candida bianca camicia, una gonna solo un po’ più corta del suo solito, ha un frivolo spacchetto sul laterale, i lunghi capelli hanno assunto una più appropriata forma sul suo viso. Mamma si è riappropriata del suo essere, ancora, una donna sicuramente da apprezzare.
Più impacciata che sorpresa della mia presenza, ho la certezza che non mi aspettasse. Subito il suo sguardo sul divano dove ha lasciato la busta contenente le mie offese. Ferma nel suo dissenso, ma una percezione, forse una mia impressione, il suo tono ha perso determinazione, si è affievolito.
L’iniziale sua vergogna scema.
Mi basta poco per accorgermi che la confezione è aperta. Subito un pensiero, che abbia ceduto alle mie riflessioni cedendo ad una curiosità, forse il suo voler tornare per in attimo indietro negli anni.
Un flash, e la immagino arrossire, e non dalla vergogna, davanti al suo grande personale specchio, pavoneggiarsi con indosso il classico dell'abbigliamento erotico, osannare la sensualità del suo bel corpo con il mio baby-doll.
Forse sognare!
Chissà se ha anche indossato le velate calze nere con il civetttuolo mio reggicalze, con la rossa culotte?
Per un attimo, e solo per un attimo, torno indietro negli anni quando, alle reali immagini, associavo le mie adolescenziali fantasie. Per lei il sesso era un intrigante gioco, trasgressiva, complice, incrociava gli occhi del suo compagno, sapendo leggerne la voglia nello sguardo, consapevole che quando si ama non c’è peccato nel divertirsi tra le intime lenzuola.
A letto, mamma, era una donna esigente!
Assente immagino il diventato trascurato corpo, esaltato dall’intrigante raso rosso e dalle trasparenze della nera organza. Fantastico su quel suo opulento seno accarezzato dalla delicata seta, il bel culetto esaltato dalla accattivante culotte.
Sorrido, è spontaneo un mio commento:
“Papà avrebbe sicuramente gradito...(e non solo lui!).... sapeva vivere i tuoi intimi notturni momenti come parte integrante di quell’alto sentimento d'amore.....che lo faceva, e ti faceva, impazzire.... “
“Come ti permetti! Screanzato. Quelle cose si fanno solo in quei film che guardavi uscendo.
Prendi sta roba e vai via!”
Di nuovo rabbia nel suo tono.
Cazzo me le vado cercando!
In quel suo diventare rossa, vi è più di una conferma. Nella sua espressione non c’è più solo rabbia.
Con un riflesso condizionato, andando via prendo dalla busta la sola culotte e, approfittando della sua distrazione, volutamente lascio, con circospezione, scivolare il grosso dildo acceso sul divano.
Pochi minuti per attraversare il piccolo giardino che separa le nostre case, il tempo per poggiare, quella mia provocazione sul, mio, di divano.
Sul mio cellulare il suo numero.
La paura di una altra forte sua reprimenda nei lunghi squilli prima della mia risposta.
Una voce calma, che ha perso tono, l’iniziale intenzione è scusarsi della sua reazione alla mia innocente provocazione.
Subito un pensiero a quella donna.
“Cosa avrà potuto pensare lei di me in quel negozio in tua compagnia.”
Glisso, con un commento. “Quella è, sicuramente, una brava moglie che vuole trascurare a letto il suo uomo. Scegliere giochini erotici rende il suo intimo rapporto particolarmente intrigante. Per questo, probabilmente, frequenta i sexi shop, per trovare forse un’idea, da inserire nei suoi sicuri momenti focosi.”
Netta la sensazione, stavolta, di un suo diverso approccio alle mie considerazioni.
Poi secca la domanda.
“Perché non ti sei portato via tutto?...”
Non rispondo. Non saprei cosa dire.
Nei lunghi secondi del nostro rispettivo silenzio ascolto quel leggero ronzio di sottofondo. Ho il dubbio che abbia tra le mani quel mio dildo e che ora si stia per....
La fantasia galoppa a mille all'ora nell'immaginare la mia bella mammina mentre, impacciata tra le mani torna alle sue notti, sogna, si eccita...si abbandona, cede e gode!
Pochi secondi, forse per vergogna, pudore, paura e sono io a troncare la telefonata.
Lunghissimi minuti di continui assilli, dilemmi, domande e nessuna risposta. Lotto contro quella forma di rispetto per la sua privacy, ma mi assale forte la voglia, il desiderio, bramo nel desiderare poterla vedere. Decido di ritornare a casa sua.
Ho le chiavi, entro, la fioca luce del soggiorno guida i miei leggeri passi.
È sul divano, i lunghi capelli neri raccolti, un diventato intrigante décolleté esalta il prezioso pizzo nero che traspare dalla bianca camicia. La delicata seta impreziosisce gambe incrociate, lo spacchetto favorisce il mio ammirare lunghe, e tornite, cosce.
È bellissima!
Seguo le sua mani spaziare sul grande divano come fossero alla ricerca di un qualcosa che non trova. Gli occhi chiusi, e profondi respiri, accompagnano il suo cercare.
Una cercata penombra mitiga la sua emozione mentre stringe in mano quel mio fallico pensiero dai lunghi centimetri che ora vibra tra tremanti dita.
Il vedermi potrebbe inibirla.
Non voglio!
Mani curiose seguono il perfetto disegno dell’erotico giochino. Le dita seguono le sporgenti, realistiche, venature. Quasi naturale è stringerlo, impugnarlo, lasciare alla mano il desiderio di accarezzarlo.
Ad occhi chiusi sembra sognare, mentre una graziosa mano si muove dal glande alle palle, delicata le accarezza, con fare esperto, mima una lenta sega.
Lunghi secondi dove solo il suo respiro, lungo e prolungato, accompagna un lento fare. Piano si priva della stretta camicetta, la punta del dildo circoscrive lento l’opulento seno, sosta sul solco, lo spinge sino a modellare morbide mammelle. È un solo attimo denudarlo.
Ammiro quello splendido seno del mio adolescenziale sognare. Mi assale la voglia di poter gioire nel poter accarezzare l’abbondante 4 misura. Estasiato ammiro piccoli, e gonfi, capezzoli circoscritti da rosee areole.
Rapita da debole, e crescente, emozione, una mano stringe le piene mammelle, dita torciano grossi capezzoli. Un profondo sospiro accompagna il suo alzarsi, la stretta gonna si sfila, scivola ai piedi, si offre nel suo splendore. Il mio accattivante reggicalze sostiene le delicate velatissime calze. Mamma indossa un tanga da urlo in nero pizzo.
Nel suo essere sola non c’è più vergogna, e sale la mia eccitazione nel seguire le plastiche movenze della femmina eccitata.
Il duro fallo in mano, lenta lo porta alle labbra, ne segue il contorno con la punta, timida la lingua inizia a leccare la cappella. Comincia a scaldarsi come la calda amante dei suoi ricordi, come la femmina nei miei sogni.
Non ci sto più nella pelle. Piacevolmente sconvolto nel suo proporsi nel suo magnifico essere.
Mille pensieri, rendere palese la mia presenza, paura, forse vergogna, la certezza di interrompere il suo fare, frenano la mia intenzione e faccio bene, perchè ho davanti uno spettacolo che cresce nel suo essere eccitante.
Un attimo dopo il lungo dildo accarezza la nuda pelle. Movimenti, lenti, le dura verga sfiora ancora il seno, sosta sulle areole, i duri capezzoli si oppongono allo scivolare della finta cappella poi, con una calma controllata, percorre il corpo, sosta tra le cosce che, lentamente si divaricano, poggia l’intrigante forma del peccato sul piccolo cespuglietto nero per erotiche carezze.
È delicata, sensuale. Il crescere del suo respiro accompagna profondi, e intensi gemiti, al suo fare.
“… Oooohh… uuuhhh… mmmmmm…”
socchiude gli occhi, si morde le labbra, non senza prima aver lasciato ad una timida lingua di inumidire le stesse Cresce il suo sicuro appetito sessuale.
E’ FANTASTICA!
Si accovaccia su stessa, sistema il vibro sul bordo del divano tra le pieghe di due cuscini, l’uno contro l’altro reggono in equilibrio il nerboruto fallo. Un attimo e china avvicina la bocca, le labbra si schiudono appoggiate alla grossa cappella, la succhia iniziando a fare un pompino da favola, sfodera una lingua da paura. Di spalle ammiro il bel culetto reagire al suo affondare il capo sino alla base del dildo.
Lenta lo sfila dalla bocca e, rapida, abbassa il capo.
Sussurrando geme.
Di nuovo in piedi, le mani risalgono un corpo che trema, si volta, lenta accosta l’intimo alla dura punta, si lascia accarezzare il piccolo umido ciuffetto, prima la passera, poi rapida il culetto, pronta ad abbandonarsi al ritrovato piacere di un cazzo duro che, per quanto finto, la sta riportando ai suoi splendidi momenti di intrigante femmina.
Un magico gioco di sapienti movimenti e, al culmine di una irrefrenabile lussuria, con un colpo secco
“AAAAAGGHH….”
Si scopa! “….UUUMMMM…”
Di colpo abbandona l’eccitato corpo.
Urla il suo piacere con tutto il duro cazzo dentro .
Gli occhi rivolti in alto stravolti dalla eccitazione intende godere. È affascinante il provocante suo fare.
Mi è davanti una eccitata femmina.
Cavalca come una valchiria sul suo strumento di piacere, il seno tra le sue mani danza prorompente davanti ai miei occhi. Mani impazzite accompagnano il seno alla bocca, lo stringe, l’avida lingua da, alternativamente, ristoro a sicuro roventi ed infuocati capezzoli.
Geme!
Mi sta eccitando da matti il suo essere ridiventata la splendida donna dei suoi anni migliori.
L’artista del sesso che non ha mai inteso privarsi delle gioie che il suo corpo riusciva a tramettere. Travolgente il suo essere porca nelle lunghe notti di lussuria con il suo compagno.
I suoi lascivì atteggiamenti, uniti al suo erotico appetito, ne facevano una femmina come poche a letto.
La sua creatività sessuale, il trasgressivo fare e l’erotica fantasia, offrivano a mio padre una donna veramente unica, intrigante femmina, magnifica porca e insaziabile troia!
Con il cuore in gola, ed il cazzo che mi scoppia, è solo un attimo, un lungo secondo, perché i nostri occhi si incrocino.
Inutile ogni suo tentativo di privarmi del suo attuale fare.
Nel mio sguardo non può che leggere il mio essere morbosamente attratto del suo fare.
So che sto rischiando, ma è più forte di me, sono completamente rapito dalla sua naturale propensione al piacere.
Sconvolto il suo reagire, provare inutilmente a negarsi, gridare, aggredirmi, insultarmi.
È rapido il mio vigliacco uscire, veloce, da casa sua.
Frastornato a casa, pur preoccupato dell’imminente dopo, non so cosa avrei dato per continuare ad ammirarla. La rivedo calda, eccitata ritrovarsi nel suo essere la calda femmina dei miei sogni, la focosa esigente amante, la splendida troia, mentre esplodo in una magnifica, potente, sborrata, spargendo il mio seme con tra le mani quella sua culotte restituirmi la sua essenza .
Una fredda doccia non placa la mia eccitazione. Ripetuti trilli al portone di casa mia scuotono il mio essere sconvolto. Incurante vivo ancora quel mio stato, confuso, obnubilato da una fortissima, ancora persistente, eccitazione. Ancora un trillo, continuo, incessante, ripetuto, insopportabile, al limite del fastidio fisico.
Con il solo accappatoio indosso apro.
“Mamma!.........”
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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