incesto
Sono l'amante di mio figlio -
di geppettino2003
23.12.2011 |
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"Il segno concreto è nei suoi occhi lucidi sul mio corpo..."
Sei mesi sono passati da quando mio figlio Massimo si è separato. Fortunatamente non ha figli altrimenti i problemi sarebbero stati, sicuramente, maggiori. Io mamma apprensiva e sempre disponibile, ho acconsentito ad andare da lui l’ultimo venerdì di ogni mese. Le mie giornate così passano veloci. Indaffarata al massimo, e con quella voglia di fare ciò che, una vita domestica mi impone. L’improvvisa dipartita del mio uomo ha ridotto, ormai da due anni, notevolmente la mia vita sociale. Oddio ho ancora una gran cerchia di amiche ma, ovviamente questo non può bastare. La solitudine si fa sentire specialmente nelle ore notturne. Anche se devo ammettere che mia sorella, sempre presente, mi propone continuamente serate all’insegna di nuove conoscenze. Assieme gestiamo un negozio di abbigliamento, messo su più per diletto che bisogno. Mia sorella gemella identica a me nei caratteri somatici, stesso fisico ed una impressionante somiglianza, ma così diversa negli atteggiamenti. Io riservata e compita sempre attenta a non dare adido a particolari fantasie, lei esuberante e libertina e piuttosto disponibile per avventure licenziose. Il suo essere single le consente una filosofia di vita finalizzata alla ricerca di nuovi interessi e, perché no, nuovi stimoli. Durante il giorno continui sono i suoi piccanti commenti sui baldi giovanotti che vestiamo con griffe di rinomanza di cui siamo esclusiviste in città. E che dire delle sue riflessioni alle personalissime sfilate che i nostri promoter ci propongono con cadenza trimestrale. Ragazzi bellissimi che ostentano aitanti fisici in defilé programmati negli orari di chiusura del negozio. Seguo il suo interessato sguardo e percepisco quel suo ammiccamento preludio di serate all’insegna di morbose passioni.
Immaginarla tra calde e possenti braccia impegnata in amplessi focosi e conturbanti è un po’ che stimola anche la mia fantasia. Ed è la notte il mio momento più difficile. Vampate di calore mi avvolgono in una solitudine che non ha confini. Il grande letto vuoto, e il buio attorno a me, accendono ricordi intriganti che mi tengono sveglia per ore di intima sofferenza. Sono quei momenti dove la femmina prevale sulla donna, nei quali il corpo sconfigge la ragione e la fantasia si impone sulla realtà.
Ed è inevitabile il mio soccombere!
Mi basta socchiudere gli occhi e non sono più sola. Lascio spazio alla mia fantasia, il corpo mi si scalda, le dita avviano una lenta danza sulla mia intimità. Picchiettano ritmiche su di essa mentre un sottile piacere pervade il corpo. Mi muovo smaniosa nel grande letto vuoto. Cerco quel qualcosa che possa lenire quel mio stato di prostrazione interiore. Tento reazioni che il corpo rigetta, combatto contro le mie stesse voglie. È l’eccitazione che mi assale, forte intensa, inesorabile!
Soccombo fremendo rannicchiata su me stessa, arrivo al piacere diffondendo tra le gambe strette un bisogno di contatto che sento ancora forte.
Poi una paura, contemporaneamente, mi assale, per quanto ancora riuscirò a resistere!
Lentamente mi addormento con la consapevolezza che queste notti, purtroppo, si stanno ripetendo incessantemente.
Realizzo che è il mio corpo ha bisogno di un uomo! Un corpo che vuole sciogliersi al calore di un abbraccio, che vuole vibrare al piacere di un contatto, che vuole godere di intriganti fantasie.
Con la preoccupazione di mamma per il proprio figlio, che ha avuto la sfortuna di non riuscire a concretizzare una sua famiglia, torno indietro negli anni e, senza accorgermene, mi è tornato un innato ottimismo.
Il frugale pranzo e la più luculliana cena da preparare, i suoi indumenti da rassettare, è sempre un importante funzionario di banca, per cui il suo abbigliamento deve essere impeccabile, in tutto questo ho riscoperto il mio ruolo di mamma. Mi sarei aspettato il più giusto ruolo di nonna, inevitabile alla mia età, ed invece sono tornata madre con tutti i risvolti che questo comporta.
Ho tentato di sondare quali ragioni vi siano state alla base delle sue difficoltà nel concretizzare una unione, ma il suo glissare, ed il garbato invito a non insistere, mi hanno indotto a desistere.
Sono passati tre mesi di questa mia nuova vita. Mesi che hanno modificato i miei ritmi. Sfaccendo per casa con le mie magliettine larghe e moderatamente scollate, odio il reggiseno per cui lascio libere le mie procaci mammelle per godere della libertà di movimenti, i fouson un po’ attillati, certo non per ostentare un fisico, che ancora si mantiene, ma per la semplice volontà di confermargli una mia ritrovata verve che vuole essere anche da incentivo al suo dover reagire, non ho ancora capito, se ad una situazione subita ovvero voluta.
I nostri sguardi più volte si incrociano e nei suoi occhi leggo una ritrovata serenità interiore che colma il mio sacrificio.
Non v’è dubbio che questi tre giorni al mese mi offrono l’opportunità dell’uomo in casa, un contatto che è una sicurezza per la donna, quella protezione che, noi donne del profondo sud, ricerchiamo nel nostro compagno, una esistenza che ci impegna da mattina a sera e che ci rende felici, offrendoci l’opportunità del senso concreto della nostra essenza.
Il mio Massimo è pur sempre un uomo, basta questo per trasmettermi una maggiore serenità intima e per dare il giusto senso a quelle piccole cose che, opportunamente, rivalutate ti restituiscono il senso della vita.
Il sabato si esce assieme al mattino per la spesa, le solite cose per le esigenze della sua settimana. Lunghi pomeriggi a pianificare il fine settimana, con ormai la consolidata uscita di sera per la cena in qualche ristorante alla moda, ed infine la domenica a crogiolarci nel dolce far niente, il classico pranzo domenicale e poi l’interminabile pomeriggio davanti alla tv per seguire i pallosi programmi di calcio. E poi veloce il lunedì mattina il mio rientro a casa.
Per non farlo sfigurare accentuo il mio charme di donna matura rinnovando il già mio ricco guardaroba, giusto per dimenticare gli ultimi anni di pena e ritornare al glamour di qualche anno fa.
Confesso, sono sempre stata attenta alle tendenze del momento, anche se, ultimamente, avevo trascurato questo mio essere civettuola e avere, adesso, un uomo al mio fianco pungola il mio apparire rispetto al mio essere.
Ho sempre avuto un bel fisico, e un atteggiamento moderatamente sensuale, una 46 di taglia con le forme delicatamente addolcite dal tempo, i miei 50 anni ben portati non mi pesano affatto, una prosperosa terza di seno, che costringo sapientemente in stretti reggiseni per ostentare, con classe, una delle mie parti più intriganti. Gambe lunghe e flessuose ed un fondoschiena ben disegnato e piuttosto provocante che oggi tira, forse più di qualche anno fa.
Non vi è presunzione in queste mie considerazioni bensì certezze che leggo chiaramente dagli ammiccamenti dei miei esuberanti clienti. Sorrido maliziosa ad occhi incollati sull’intrigante solco del mio seno che poi immagino seguano il mio plastico ancheggiare per il negozio.
Garantisco, le mie movenze sono sempre assolutamente naturali, nulla di provocante, il mio è un delicato sculettare con quella sottile strategia per godere di quel particolare piacere di essere ammirata.
Sono stata una moglie virtuosa, fedele compagna di giorni splendidi e di notti accattivanti. Del mio uomo mi è rimasto il suo spingermi ad osannare il mio fisico per rinvigorire il suo amore e rendere appassionato la nostra intimità. Nelle nostri notti ho goduto intensamente nell’offrire il mio corpo. Ho goduto nel far godere!
Ed oggi sono ancora una donna attraente e desiderabile. Molto uomini farebbero pazzie per corteggiarmi… lo scopo è sicuramente intuibile. Mi sento ancora una femmina viva, una femmina calda, che sa come vivere… particolari momenti. Momenti che adesso mi mancano!
Nelle nostre passeggiate serali, per la via principale del centro, noto lo sguardo interessato dei passanti, nell’incrociare le espressioni leggo una punta di invidia nei confronti del mio Massimo. Ho anche la sensazione che qualche sorrisetto ambiguo accompagni il nostro passeggio. Vuoi vedere che chissà cosa pensano!
Il giovane adescato dalla bella femmina matura!
Incuranti ci divertiamo a sostare tra le vetrine illuminate. La boutique Armani, Massimo deve prendere qualche indumento intimo. Tra la vetrina anche io mi soffermo ad ammirare le ultime novità in tema di lingerie. Un accattivante perizoma in tulle trasparente, tanto striminzito quanto intrigante, richiama il nostro interesse. Commentiamo ridendo di quanta seduzione può ingenerare sul corpo di una bella donna quegli intriganti indumenti.
Gli confesso, con una punta di ilarità, che suo padre ne era un grande estimatore ed io ne sapevo rivalutare gli accattivanti effetti.
“… dai mamma quel triangolino ti farebbe fare un gran bella figura …”
anche lui è un intenditore … in effetti…ha ragione… ma rispondo subito
“…lascia stare chi vuoi che perda tempo con una… bella tardona…”
ridiamo insieme, di una spensieratezza ritrovata mentre entriamo nel negozio…..
Dicevo sono presa dai ritmi di mio figlio, i suoi tempi sono frenetici, scanditi dai suoi orari assurdi, break pranzo dalle 14,10 alle 14,30, poi la sua quadratura contabile sino alla chiusura della banca. Poi, intorno alle 18,30 il suo rientro a casa, una rapida doccia qualche ora al computer, public relations al cellulare in attesa della cena e infine lunghe ore alla tv.
Stranamente nessun impegno serale, sarà forse l’inevitabile rifiuto di compagnie per non doversi giustificare.
Quindi momenti di piacevole relax davanti alla televisione, commenti sugli spettacoli, il suo continuo fare zapping alla ricerca di qualcosa che lo interessi, il soffermarsi, solo per qualche secondo su qualche tetta e qualche provocante culo che, vedo, carpiscono il suo interesse.
Come ogni sera intorno alle 11,00, con il bisogno di stendermi, già alle sei del mattino sono lì che sfaccendo, lo lascio solo ai suoi programmi preferiti.
Al mattino prima colazione insieme, un suo rapido bacio sulla fronte e inizio, con uno spirito allegro la mia giornata. Riordino la mia camera, vie le cicche dal soggiorno, una rapida spazzata a terra, poi rassetto la sua camera, prima il letto, i suoi vestiti lasciati alla rinfusa uno straccetto per togliere quel poco di polvere un po’ in giro. E via a preparare il pranzo.
Al suo rientro a casa, mi sorprende un suo invito per l’imminente sabato. Una serata mondana alla quale è stato invitato dove non può mancare e desidera partecipi anch’io. Titubante accetto l’invito, con il dubbio che non sia il caso, non vorrei dovermi trovare in difficoltà.
Ed oggi è sabato! Sono davanti all’armadio perplessa su cosa indossare, Massimo mi ha confermato che la serata è un po’ impegnativa. Per non farlo sfigurare opto, quindi, per un tailleur un pò stretto ai fianchi con un civettuolo e leggero spacco laterale, un delicato decolletè, esaltato da un reggiseno in pizzo blu notte e, per completare la mia mise un pregiato sandaletto moderatamente alto. Un trucco appena accentuato, nei capelli un po’ di gel per rendermi un attimino più sbarazzina, e di colpo far sparire cinque anni alla mie età, una leggera stola e un leggerissimo filo di perle completano il mio charme.
“Wuoh Mamma! Sei uno schianto fatti guardare…ma…se posso permettermi sono un po’ kitsch i bordi dello slip visibili dalla tua gonna. Aspetta ho io quello che può fare al caso tuo” porgendomi un pacchettino. Quel minuscolo tanga che frivola ho apprezzato il sabato del mese scorso. “Ma è tanto che non li uso!”
“e tu non lo dire”
Ma devo eliminare quell’orribile bordino che con, particolare, attenzione lui ha notato!
Sfido il tempo e me stessa e rendo così la mia mise particolarmente seducente.
Ancora una occhiatina allo specchio, sorrido maliziosa del mio bel culetto, un attimo di civettuoleria femminile che non guasta mai… il mio fondoschiena è proprio da sballo coperto dall’intrigante triangolino. Un pensiero. Massimo ha ragione ancora tiro e il perizoma ne è l’esatta conferma! Ma la cruda realtà sopraggiunge … Per chi!..
In salotto resto colpita dalla sua espressione di meraviglia alla mia vista, in piedi mi si avvicina, lo sguardo è molto interessato nello scrutare oltre il mio procace decolletè. Le sue mani stese tra le mie mi invitano a rigirarmi. “lasciati guardare … mamma sei splendida…hai visto ora sei perfetta”
Mi piace essere adulata, poi stasera, in verità, merito più di un complimento … sono comunque una bella donna e ben agghindata faccio pur sempre il mio effetto e per quanto strano mio figlio è pur sempre un uomo di classe che sa apprezzare il bello.
Vorrei confessargli che il suo regalo mi riportato ai miei tempi migliori ma la ragione mi impone di sorvolare. Un pensiero veloce! Ma quando ha comprato quel suo pensiero.
In macchina la sua galanteria si lascia apprezzare. Mi apre la portiera per farmi accomodare. È sempre stato attento alle piccole attenzioni. Quei modi inorgogliscono il mio essere mamma. Devo sollevare un po’ la gonna per riuscire a sedermi.
Durante il tragitto rimugino e mi assalgono alcuni sensi di colpa: non vorrei che qualcuno pensasse a male, forse ho esagerato avrei dovuto essere un pò più casta nell’abbigliamento. Gli esterno la mia preoccupazione ma ne ricevo parole di conforto.
“dai non ti preoccupare… sei bellissima… sarai … anzi saremo invidiati da tutti….”
Noto il suo sguardo sulle mie gambe, e non potrebbe essere altrimenti, lo spacchetto del vestito lascia trasparire l’inizio del bordo scuro di velatissime calze di seta.
Arrivati al ristorante mi compiaccio per la mia scelta, in effetti la serata merita il mio abbigliamento, e adesso devo superare il momento delle presentazioni. Sarà forse il momento più difficile.
“oh…ciao come stai ….ti presento…mam….si… Lucia…”
È il mio nome, nello stesso istante i nostri sguardi si incrociano, carpisco dai suoi occhi ammiccanti l’invito ad una particolare complicità utile a facilitare la mia presenza in sua compagnia in un ambiente a me estraneo.
Sagace è stata la sua iniziativa!
La serata trascorre piacevole, una ottima cena ben servita in un ambiente soft e delicato, seguo il suo chiaccherare con i colleghi nel mentre condivido, con le signore presenti, alcune molto più giovani di me, le ultime novità sulla imminente stagione estiva.
Percepisco, da frasi sussurrate e lo sguardo rivolto continuamente alla mia figura, che sono l’argomento preferito della conversazione degli uomini presenti. I continui sorrisi di Massimo confermano la mia impressione circa possibili particolari apprezzamenti alla mia persona. Una donna si rende conto quando è al centro dell’attenzione! Noto anche gli sguardi carichi di invidia di altri commensali. So che gli fa piacere avermi accanto e si gode l’invidia degli altri per cui sapientemente sto al suo innocente gioco.
Chissà se avrà detto che sono sua madre. Un flash mi scuote per un attimo: non vorrei si convincessero che siamo amanti! Non vorrei sembrare la tardona che ha sedotto il giovane rampante, ma subito reagisco nella convinzione che Massimo saprà redarguire le stupide allusioni che possono essergli profferite.
Il suo sguardo languido, intriso di una sottile provocazione sembra però confermare il mio assunto!
Un cordiale saluto ai presenti ed a fine serata rientriamo.
In macchina ho l’estrema curiosità di sapere come è andata. Chiedo dei commenti sulla tardona. Sorridendo sornione mi conferma della gran bella figura che abbiamo fatto e che, nel contempo, sono stata ammirata per tutta la serata. In effetti riconosco che ho ricevuto così tanti complimenti che mi hanno fatto enorme piacere. Il sentirmi lusingare, e forse perché no, anche desiderare mi ha restituito per un attimo il mio ruolo di femmina. Ma insisto nel conoscere i particolari chiedendo maggiori dettagli
“dai dimmi qualcosa di più…cosa ti hanno chiesto di me?”
“da quanto tempo ti conosco”
“e tu cosa hai risposto?”
“una vita”
“che vuol dire una vita?”
“che ti conosco da una vita… non è forse così”
“non proprio ….e poi ?”
“da quanto tempo stiamo assieme”
“e stavolta che hai detto?”
“…la verità! …”
“quale verità?”
“bhe che ci vediamo una volta a mese nei fine settimana”
“…scommetto che non hai detto che sono tua madre…”
“se devo essere sincero no!”
“perché?”
“non volevo metterti a disagio”
“ … forse hai ragione … ma non mi hai fatto fare una bella figura …potevano equivocare”
“dai non ci pensare…”
Non sono capace di dire bugie. L’espressione del mio viso ne è la tangibile dimostrazione.
“Per questo mi hai presentato con il mio nome”
“Che differenza fa”
“Ma sei impazzito la differenza è tanta non è certo piacevole passare per una tardona in cerca di avventure!”
“caso mai passi per una donna piacente, calda amorevole e, sicuramente, passionale che poi, per quanto ne sappia, è la pura verità”
“Non prendermi in giro L’unico modo di suscitare interesse alla mia età è il sesso. e i tuoi colleghi chissà a cosa staranno pensando. Immagino i loro commenti in questo momento.”
“dai ti è sempre piaciuto farti adulare e stasera stai proprio di incanto”
La sua guida è stranamente nervosa, la mano dal cambio si accosta ripetutamente sulla porzione della mia pelle avvolta dalla delicata calze. Sosta qualche attimo, le dita nervose si soffermano in superficiali contatti. Continui, costanti.
A casa sono leggermente adirata mentre in camera mi svesto per liberarmi dello stretto reggiseno, che qualche fastidio comincia a darmi, rifletto su quanto mi ha detto Massimo. Vado nel bagno di servizio per struccarmi e togliere anche il minuscolo tanga, quel filino mi crea intimo disagio, nel mentre lui è già sotto la doccia.
Lo specchio riflette la mia figura di femmina ancora intrigante, un fisico veramente desiderabile, tutto al posto giusto un seno generoso e accattivante ed un culo invitante, è vero ancora non dispiaccio come donna e poi, ha proprio ragione, stasera emanavo un fascino particolare.
Ma questa non può giustificare il suo atteggiamento piuttosto ambiguo.
Con le sole velatissime calze e una vestaglia di seta lo raggiungo in salone.
Sul divano fuma una sigaretta, una piccola asciugamano cinge il bacino mentre il resto del corpo è nudo. Con lo sguardo gli accarezzo le spalle, scendo sul torace, percepisco la sua pelle ancora umida, solo l’asciugamano ben stretto in vita, mi nasconde quel poco del suo corpo sottratto ai miei occhi.
La sua voce è quasi sussurrata mentre cinge il mio corpo in un abbraccio intenso. Percepisco l’estremo calore che, dalla sua pelle, si trasferisce, repentinamente, al mio corpo. Il maschio profumo mi avvolge, le sue labbra sfiorano il collo, il suo sospiro è intenso, la voce è quasi sussurrata
“… ti voglio bene…”
tra le sue parole colgo qualcosa di più di una semplice manifestazione di affetto
“…grazie, sei sempre gentile…”
Mentre mi abbandonano al suo abbraccio.
La sua mano dalla schiena scivola sul fondoschiena seguendone lenta il disegno. Tento di scostarmi ma ho poca volontà, poca forza… ho quasi l’impressione che sospinga il mio corpo al suo…!!!!
Sorseggiamo insieme un whisky prima del meritato riposo. Mi siedo comodamente sul divano davanti a lui, le gambe incrociate prestando attenzione che la morbida seta non scopra eccessivamente la mia figura, sono pur completamente nuda sotto. Do ancora spazio alla mia curiosità desidero sapere ancora sui commenti della serata,
“allora… hanno visto come è ancora bella tua madre”
solo per sfotterlo piacevolmente
“lo sai …hai fatto veramente colpo…”
approfitto, quindi, per strappargli più di una confessione
“si ma… cosa hanno detto di me?”
“mamma… hai un fisico veramente notevole, i tuoi lunghi capelli neri, il tuo bellissimo viso, lo sguardo intenso nei tuoi splendidi occhi chiari… sono rimasti tutti colpiti dal contorno delle tue labbra e dalla … prompenza del tuo seno, per non parlare delle belle gambe lunghe e soprattutto dal disegno fantastico delle tue curve …. tutte al posto giusto… praticamente mi hanno invidiato per tutta la sera”
“dai non dire fesserie…”
Mentre arrossisco incrociando il suo sguardo continua, con un sorriso che definire ambiguo mi sembra piuttosto riduttivo
“… poi ….hanno apprezzato quel piccolo triangolino sul… tuo… fondoschiena…”
guadandomi il corpo con uno sguardo intenso e direi interessato. Comincio ad essere in seria difficoltà. Certo mi fa piacere essere apprezzata, ma mi preoccupa un po’ la circostanza che non abbia confessato che sono sua madre.
Ho l’impressione che sia stato attore attivo dell’ambiguo gioco che per tutta la serata mi ha coinvolta, anzi, quasi mi convinco che l’abbia in qualche modo favorito.
Incalza sempre di più
“… chiaro era il bordo del piccolissimo indumento… splendido omaggio al fascino femminile…. ”
Stavolta credo che il mio rossore sia diventato palese, quasi con vergogna seguo le sue ammissioni, in un crescendo che non riesco a capire dove possa portarlo.
Dovevo però aspettarmelo!
I miei occhi senza un preciso perché si posano sul suo basso ventre.
Caspita! Non ci posso credere! Traspare chiara una protuberanza, corposa, e il suo sguardo è, nel contempo, diventa intenso,
“vedi che non ci ho fatto una gran bella figura…”
“io invece sostengo che dovrebbe farti piacere sapere che susciti ancora …particolare interesse … e devi essere orgogliosa nel sentirti ammirata …”
“…e… sul particolare che non siamo d’accordo!”
“…… poi stasera emanavi un particolare charme… "
Le sue ultime parole hanno l’effetto di calmarmi, i suoi apprezzamenti alla mia persona hanno su di me un effetto quasi sedativo.
È tardi e la discussione comincia ad assumere risvolti particolari, nel raccogliere i bicchieri mi chino, il movimento, assolutamente naturale, forse un po’ scomposto, allenta la fascia che stringe la mia vestaglia, solo un attimo ma quanto basta per lasciarmi, interdetta, vestita solo di intriganti calze nere. Mi volto di scatto per ricoprirmi, stringo forte la cinta, avvertendo quasi contemporaneamente un suo sospiro profondo.
Incrocio il suo sguardo, è come calamitato sulla mia figura.
Mi volto, il mio sguardo è amorevole
“…dai….è il caso che si vada a dormire…”
Mi avvio velocemente in camera, rifletto, sulla circostanza non voluta che gli ha consentito di ammirare il mio corpo tanto decantato stasera. Non vorrei che ciò alimentasse la sua fantasia di uomo, ancor più resa fervida da istinti sessuali chissà da quanto tempo repressi.
Lascio scivolare a terra la morbida seta e mi faccio coccolare dal delicato lino delle lenzuola.
La serata mi ha messo addosso un certo friccichino, un impulso che per me era preludio di particolari sensazioni che vivevo intensamente con il mio uomo in una continua ricerca di piacere. Anni splendidi e ricchi di momenti di intrigante passione.
adesso è come se si fosse risvegliato il mio essere donna con gli stimoli e le esigenze di un corpo vivo. Comincio a rivivere le stesse emozioni di qualche anno fa.
Allora dissociavo il mio essere moglie premurosa e mamma affettuosa, in amante calda e passionale. Il peccato sfuggiva ad ogni regola, mi trasformavo, per il mio uomo, in una femmina piena di risorse, esperta di momenti piccanti e di peccaminose voglie.
Quelle stesse emozioni che oggi mi mancano come non mai, e che cominciano a mancare ad una donna intimamente viva.
Ed oggi è una notte di quelle particolari.
Il buio diventa subdolo complice dei miei incontrollati movimenti, le mani lente scivolano sul mio corpo caldo, si congiungono, in un tutt’uno, con il mio intimo. Un contatto superficiale e allo stesso tempo intrigante. Poi un equivoco tremore, spontaneo, che vorrei non ci fosse, mi assale e risale tanto lento quanto infido. Il calore mi pervade avvolgendomi nel suo intrigante abbraccio, i capezzoli reagiscono inturgidendosi, serro le labbra tra i denti sino a quasi farmi male, la lingua ne percorre i contorni inumidendole, il respiro cresce di intensità facendosi pesante e greve.
Vorrei reagire ma me ne manca la forza, mi rendo conto che il mio essere femmina sta per avere il sopravvento!
Strani lamenti che provengono dalla camera di Massimo mi riportano alla realtà. D’impeto riesco a scuotermi dal torpore nel quale sto cadendo. Mi alzo, raccolgo la vestaglia, trafelata mi avvio verso la sua camera. Mi guida la fioca luce che dalla stanza proviene. Avvicinandomi i lunghi gemiti intensi, quasi strozzati, si amplificano, mio figlio è a letto, sdraiato.
Resto interdetta Massimo si sta masturbando. Sono esterrefatta! Ha il membro stretto in mano, non si è accorto di me. Tira con impeto bestiale sul suo uccello teso. È veramente eccitato. Lo guardo …. indietreggio… sono sconvolta. Tra le mani stringe il suo perizoma, quello che indossavo stasera, ne odora l’intrigante profumo, morbosamente lo porta al basso ventre, avvolge l’uccello.
Sbigottita, le gambe cominciano a tremarmi, cerco appoggio, vorrei scappare, ma una forza a me estranea mi costringe a restare lì ferma.
Massimo è talmente eccitato che sembra assente, impegnato con se stesso a masturbarsi bisbigliando parole inizialmente incomprensibili.
Cerco di interpretare il suo sussurrare
“…. belle labbra carnose che hai … succhiami il cazzo…leccami… dai fammi un pompino…”
Ma che sta dicendo!
“…le tue mani…. sul mio cazzo … tira… dai… fammi una splendida pugnetta… che viso da… troia che hai…”
ma chi?...
“il tuo seno grosso ….morbido conturbante … per una bellissima spagnola …”
“… le tue belle gambe …il tuo bel culo …. voglio inchiappettarti, farti gridare di piacere…”
La testa mi gira, non riesco a distogliere lo sguardo da quanto sto vedendo, quel membro così duro … il cazzo di mio figlio… La mano aumenta di velocità, scorre veloce sul muscolo teso, avvolto nel palmo della mano geme picchiando con foga. Continua nei suoi volgari apprezzamenti…
“troia so che desideri godere come una maiala con il cazzo avvolto tra le labbra”
Si alza d’impeto, i suoi occhi sono chiusi e le labbra leggermente aperte in attesa di una semina erotica.
In controluce ho modo di vedere il suo uccello vibrare segnale di un prossimo, immediato, godimento. Pochi secondi ancora e viene spargendo il suo seme nel mio indumento mentre il suo godere riempie la stanza di gemiti.
“……..mmmmmhhhh…. SSSSSSSIIIIIIIII!!!! ………Luciaaaaaaaaa…..”
NO! il mio nome! Sussurrato, l’ultima vocale è aspirata, lasciata morire a fil di labbra.
Non ci posso credere sta immaginando che sia io a masturbarlo, i suoi volgari apprezzamenti sono rivolti a me, SUA MADRE!
Mi identifica per una esperta succhiacazzi, una volgare troia!
“…siiii …. mamma… succhiami ….oooohhhhh….si mamma godi…anche tuuuu…”
Completamente turbata non riesco a staccare gli occhi da quello splendido muscolo. Simultaneo un calore immenso mi avvolge il viso e nel contempo sono presa da una sensazione di affascinante turbamento. Ancora stringe il suo muscolo mentre dedica le sue intime carezze a me!
Torno in camera, sconvolta, seduta sul bordo del letto. Minuti lunghissimi nei quali non mi capacito su ciò che è successo. Costernata sono passata da un euforico e spensierato momento ad una enorme rabbia.
La mente è sconvolta dai morbosi pensieri di mio figlio che superano il lecito, in un rapporto che sconfina nell’immorale, trascendendo nell’impossibile.
È assurdo mio figlio si masturba fantasticando sul mio corpo. Quello di sua madre!
Può avermi vista semi nuda averlo eccitato così tanto?
Di nuovo quel calore. Stavolta decuplicato.
Non è possibile!
Lunghi minuti, tanti, spero Massimo stia dormendo, sicuramente esausto. Il silenzio della notte è l’unico compagno ai miei pensieri. Mi alzo, con un calore in corpo indescrivibile, ho necessità di raffreddare i miei istinti. In bagno chiudo la porta dietro di me, come un automa accompagno la vestaglia sulla cesta. Intravedo il bordo di quel mio indumento, lo raccolgo, è sporco del suo liquido denso, cremoso ancora caldo. Le dita ne tastano la corposità……Tremo…..
Tutto il giorno come se nulla fosse accaduto. La nostra domenica scandita della solita routinarietà. La mattina è un continuo susseguirsi di telefonate, il suo cellulare squilla, il suo parlare sottovoce segnato però da alcuni suoi intensi sguardi alla mia figura. Sguardi carichi di una strana ambiguità. Ascolto il suo sussurrare al telefono “Una pelle vellutata… una caldissima bocca… un corpo in fermento che vibrava di piacere... Una donna come poche…”
Una forma di vigliacca ipocrisia mi obbliga a sorvolare volutamente su ciò che è successo. È la paura che la dura realtà mi confermi quella sua immorale e assurda voglia.
Non è una soluzione ma sicuramente è l’unica cosa che mi offre il tempo per riflettere!
Durante il giorno lo sento spesso alle mie spalle, sento i suoi occhi sul mio corpo, percepisco il suo respiro cadenzato. Più volte cinge il mio corpo in un abbraccio forte con le labbra che sfiorano la parte più sensibile del collo. Avverto l’estremo calore della sua bocca, il suo respiro è profondo, la voce è quasi sussurrata
“… mamma …sei veramente una gran bella donna ….”
Nelle sue parole c’è qualcosa di più di un semplice complimento. Mi stringe sempre più forte
“grazie, sei sempre gentile”
A cena i miei colloqui tornano sulla cena trascorsa. Cerco di carpire dalle sue riflessioni quando è potuto nascere il suo morboso interesse al mio corpo.
Tenti di estorcere ulteriori particolari commenti che, sono certa, non solo ci sono stati ma, sono pronta a scommettere, saranno anche stati pesanti fino a…
“…sai… sono convinti che siamo amanti…”
Lo sguardo è pieno di lussuria mentre anticipa la mia riflessione, lo guarda fisso e gli occhi vitrei
“l’avevo immaginato! Ma una cosa è farglielo pensare, cosa diversa è lasciarglielo credere ”
Tace è il silenzio è una chiara risposta. PRATICAMENTE UNA CONFERMA!
Cerco di arrabbiarmi, ma non ci riesco, anzi al contrario lo pungolo a confessarmi le sue fantasie. Il suo sguardo è fisso tra le mie gambe libere, le ho accavallate senza alcuna malizia, i ghirigori del bordo delle autoreggenti si intravedono a malapena. Seguo i suoi occhi risalire alla ricerca del bordo bianco della mia pelle. Nessun intendimento a provocarlo. È solo una strategia, forse sbagliata, che riduca le sue difese e lo spinga a confessarmi le sue morbose fantasie.
Purtroppo ottengo tutt’altro! Si sta eccitando, ne sono certa! È bloccato, quasi farfuglia davanti a me, è rosso in viso, si agita. Tra le sue gambe è tangibile un muscolo che sta gonfiandosi a vista d’occhio.
Devo forzatamente prendere atto che il mio rapporto con Massimo ormai si è modificato. Il segno concreto è nei suoi occhi lucidi sul mio corpo. Li seguo scrutarmi pieni di espressioni di forte desiderio.
Tutto, fortunatamente, resta isolato nel suo fantasticare su ciò che non si può neanche immaginare. Glisso e lascio trascorrere le ore. Alla tv è un continuo incrocio di sguardi penetranti e passionali. lunghi minuti di un silenzio che è la conferma che qualcosa sta cambiando.
E con questi pensieri anche la domenica volge alla sua conclusione.
Domattina rientro a casa mia. Ho bisogno di riflettere!!!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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