incesto
Zia Teresa


28.04.2025 |
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Quando mi accorsi che stavo per sborrare nel culo di zia tirai fuori il cazzo dal culo e il mio sperma schizzò direttamente sulle natiche di mia zia, ..."
Questa storia mi è successa un anno fa, avevo 14 anni e frequentavo il 1° anno alle superiori. Mi chiamo Sabino, ho una corporatura atletica, sono alto 175 cm e peso 67 kg. Vivo con mia madre. Mio padre era un tossicodipendente, è deceduto tre anni fa.Mia madre ha una sorella, Zia Teresa, 5 anni più giovane di mia madre, all’epoca dei fatti ne aveva 30. Era una donna piuttosto in carne, con un seno molto grande e un sedere molto appetitoso, il suo corpo lo definisco Giunonico.
Mia madre è molto povera, lava i piatti in un ristorane nell’hinterland di Isernia e abitiamo in un vecchio monolocale fatiscente con bagno, Lei dorme su un materasso a due piazze, io su una brandina militare, in tela di sacco, che apriamo all’occorrenza ogni sera.
Quella sera suonò il campanello e andai subito ad aprire la porta. Zia Teresa era in piedi sulla soglia con una borsa da viaggio al suo fianco. Le ho subito offerto il mio aiuto e l'ho fatta accomodare nel nostro appartamento, se così si può dire.
Zia Teresa mi ha guardato e mi ha detto: “Sabino sei cresciuto così tanto. L'ultima volta che ti ho visto è stato quando Valerio (ex marito di mia zia) e io siamo venuti a trovarti. Ora sei semplicemente irriconoscibile! Sei cresciuto tantissimo..!
La mamma, dopo aver abbracciato e salutato la sorella con grande affetto ed entusiasmo, apparecchiò la tavola e ci sedemmo tutti per cenare.
Dopo cena ho iniziato a guardare la TV e mia madre e zia Teresa hanno parlato a lungo delle loro cose. Poi siamo andati a letto, mia zia e mia madre hanno dormito sul materasso, come ho già accennato, mentre io mi sono disteso in branda. Il giorno dopo io dovevo andare a scuola e mia madre doveva andare a lavorare come sempre. Sono andato a letto per primo, ma per molto tempo non sono riuscito ad addormentarmi. La mamma dormiva già quando zia Teresa si stava preparando per andare a letto. Ho visto, nell'oscurità, zia Teresa che cominciava a spogliarsi per indossare una camicia di notte prima di distendersi sul materasso. Prima di indossare il camicione bianco, si tolse il reggiseno e vidi il suo bel seno grande, sodo e nudo, dal quale sporgevano due grandi capezzoli di colore scuro. Bastò questo per farmi eccitare e il mio cazzo cominciò a sollevarsi facendo rigonfiare le mie mutandine. Rimasi disteso sulla brandina senza muovermi e quasi senza respirare per paura che mia zia si accorgesse che la stavo osservano. Pensai a quanto fosse bello il suo corpo, il suo seno, per me era stupenda, molto più bella di mia madre che a causa della povertà era talmente magra che sembrava anoressica. Dopo aver assistito allo strip tease di zia non sono riuscito ad addormentarmi per molto tempo, nonostante abbia cercato di non pensare a quello che avevo visto.
Il mattino successivo udì la sveglia suonare e cominciai a prepararmi per la scuola. Non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di quanto accaduto la sera precedente. A scuola pensavo e ripensavo a quello a cui avevo assistito e cercavo di nascondere agli occhi dei miei compagni e compagne di scuola l’evidentissima eccitazione che rigonfiava i miei pantaloni in corrispondenza dell’inguine. Avevo paura che il mio cazzo eccitato uscisse fuori dai pantaloni facendomi morire dalla vergogna.
Dopo la scuola tornai a casa, mia madre era andata al lavoro e anche zia Teresa non era in casa. Ho fatto i compiti e mi sono seduto a giocare a guardare la TV.
La sera la mamma rientrò a casa in compagnia di zia Teresa. Sedettero a tavola e parlarono e risero tutto il tempo, anche durante la consueta cena frugale.
Quando andai a dormire raccontai a mia madre che non mi sentivo bene e la mamma mi chiese con preoccupazione: "Sabino, cosa ti prende? Cosa avverti?"
“Mi fa un po' male la testa, probabilmente ho il raffreddore.” risposi.
La mamma mi ha dato un termometro e mi ha misurato la temperatura. Non avevo la febbre o almeno il termometro non indicava uno stato febbrile, ma il giorno dopo la mamma decise di non mandarmi a scuola facendomi restare a casa.
Al mattino, quando mi sono svegliato, mia madre non c’era, era andata al lavoro e zia Teresa stava ancora dormendo. Mi sono seduto al computer e ho iniziato a giocare. Un'ora dopo zia Teresa si svegliò e disse: “Sabino ho preparato la colazione, sediamoci a tavola facciamo colazione insieme.”
Dopo aver fatto colazione con mia zia ho lavato i piatti, mentre zia Teresa ha sistemato le sue poche cose e si è recata in bagno proprio nell’istante in cui io avevo finito di lavai i piatti.
Non appena la porta del bagno si è chiusa alle spalle della zia, mi sono avvicinato alla porta del bagno su cui era presente una piccola fessura attraverso la quale era possibile osservare il bagno all’interno.
Non sono riuscito a resistere alla tentazione di guardare cosa stesse facendo mia zia all’interno del bagno. Avvicinai un occhio alla fessura e vidi zia Teresa completamente nuda, in piedi sotto la doccia.
Rimasi estasiato nel vedere le nudità di una donna bellissima come mia zia. Non avevo mai visto tanta bellezza se non su alcuni video e immagini che solitamente tutti possono reperire sul web.
Avrei voluto toccarla, fare sesso con lei come avevo visto fare tante volte su internet. Ero ancora vergine e sarebbe stato magnifico perdere la mia verginità con una donna meravigliosa come quella che stavo spiando dalla fessura della vecchia porta del bagno di casa nostra.
La visuale non era perfetta a causa delle piccole dimensioni della fessura, nonostante ciò ho potuto chiaramente ammirare il culo di mia zia. Quella visione mi ha eccitato terribilmente e il mio cazzo ha cominciato a ingrossarsi e indurirsi, l’erezione è stata tanto potente che sentivo tendere la pelle del mio cazzo fino allo spasmo.
Ero così assorto nel guardare che non ho avuto il tempo di allontanarmi dalla porta del bagno quando all'improvviso la porta si è spalancata e zia Teresa è uscita avvolta in un grande asciugamano. Mi ha guardato severamente e mi ha chiesto: “Cosa ci fai qui? Mi stavi spiando mentre facevo la doccia?”
Improvvisamente mi si era seccata la gola e non riuscivo nemmeno a muovere la lingua. Allora zia Teresa ripeté: Piccolo monello impertinente! Mi hai guardata per tutto il tempo che son stata in bagno? Sei uno sporcaccione!”
Mi guardò con occhi severi dalla testa ai piedi più volte e poi ancora con voce severa disse: “Cosa stai nascondendo con le mani?”
Entrambe le mie mani erano poggiate sulle mie mutande, in corrispondenza dell’inguine, con l’intento di impedire a mia zia di notare il gonfiore su di esse dovuto alla mia erezione.
Mi sentivo terribilmente a disagio, stavo coprendo il mio pene eretto che sarebbe uscito dalle mutandine se io non lo avessi nascosto sotto i palmi di entrambe le mani.
Zia Teresa mi afferrò le braccia con decisione e allontanò le mie mani dalle mutande, così il mio pene non poté più nascondersi e spuntò fuori dalle mutandine come un “jack in the box”.
Provai un terribile imbarazzo. Diventai paonazzo per la vergogna, abbassai la testa e posi nuovamente i palmi delle mie due mani sul mio cazzo per nasconderlo agli occhi di zia Teresa.
Lei, guardandomi con un sorriso, disse: “Bene, sei stato scoperto a spiarmi e questa sera racconterò tutto a mia sorella. Sei un mascalzone.”
Ho iniziato a lacrimare e a implorare mia zia: "No, per favore non farlo, mi vergogno già così tanto! Non voglio che mamma sappia cosa ho fatto."
Mi guardò ancora con sguardo severo chiedendomi: "Cosa volevi vedere? Sei un mascalzone e basta!"
Non sapevo cosa rispondere. Ho guardando mia zia e ho detto: "Zia non dirlo a mamma. Non lo farò più."
Zia Teresa con un gesto rapido mi allargò di nuovo le braccia impedendomi, ancora una vota, di nascondere ai suoi occhi il mio cazzo eretto e chiese nuovamente: “Volevi vedermi nuda? Volevi vedere come son fatta, come è fatta la mia vagina o il mio culo? Dimmi la verità, se sarai sincero con me non dirò niente alla mamma e questo rimarrà il nostro segreto.”
Mia zia scuotendomi le braccia, con tono perentorio disse: “Mi hai vista nuda. Sei un maiale. Adesso sarò io a guardare te completamente nudo.”
Rimasi impietrito dalle sue parole e dal suo tono di voce. Non riuscivo a muovermi per la paura. Non sapevo cosa fare se non continuare a piangere.
Zia Teresa afferrò con forza le mutandine e le abbassò. Il mio cazzo, ormai rimpicciolito per come stavano procedendo i fatti rimase scoperto davanti agli occhi di zia. Lei lo afferrò con una mano mentre con l’altra cominciò tendere il prepuzio con l’intento di scoprire il glande e disse: “Volevi guardare la mia vagina, il mio culo e le mie tette? Mi stavi spiando mentre facevo la doccia. Sei un maiale schifoso.”
Mentre diceva questa frase zia Teresa gettò via l'asciugamano mostrandosi a me completamente nuda e disse: “Ecco, adesso puoi guardare senza dovermi spiare. Puoi guardarmi da vicino così come io guardo il tuo pisellino moscio.”
Vidi le sue enormi tette nude con i grandi capezzoli sporgenti ed eccitati. Vidi una vagina coperta di peli. Non sapevo se essere felice o preoccupato per la punizione che mia zia stava ordendo nei miei riguardi.
Zia Teresa, con voce pacata, mentre mi guardava fisso negli occhi, disse: “Rendimi felice e lascia che io renda felice te.”
Ero confuso e non mi mossi neanche di un millimetro.
Zia Teresa riprese a tendere il prepuzio del mio cazzo e non appena comparve il glande completamente scoperto lo lambì con la lingua e poi prese il mio piccolo pene in bocca e cominciò a succhiarlo.
Mi sentivo sopraffatto da emozioni diverse, mi ero già masturbato prima, ma nessuno mi aveva mai fatto un pompino. Dopo qualche minuto ho avvertito dei brividi, ho sentito come se stessi per sborrare, zia Teresa si è accorta che qualcosa stava per succedere e ha tirato fuori il cazzo dalla bocca interrompendo istantaneamente la sensazione che poco prima stavo provando e ha detto: “Ora mi devi dare piacere.”
Zia si è seduta su una sedia, ha sollevato e allargato le gambe, mi ha chiamato e mi ha detto di mettermi a quattro zampe e di poggiare la bocca sulla vagina pelosa. Io feci ciò che aveva chiesto senza obiettare o fare domande e non appena la mia bocca fu a contatto con la vagine lei premette il mio capo con più forza fra le sue gambe. La fica di zia aveva un buon odore ed il liquido biancastro e appiccicoso che la cospargeva aveva un sapore dolciastro che sapeva di frutta fresca.
“Sabino datti da fare ora. Lecca la fica spalancata di tua zia e falle sentire bene come l’accarezzi con la lingua!” disse con tono di voce pieno di libidine.
Cominciai a leccarle la fica con delicatezza. Lei gemeva dolcemente continuando a premere ritmicamente la mia testa sulla figa.
Passati alcuni minuti mi spinse via, si alzò dalla sedia e andò a sdraiarsi sul letto. Mi ordinò di distendermi sul suo corpo e infilare il mio cazzo nella fica. Mi sono disteso come lei aveva ordinato, ma nonostante abbia provato più volte, non sono riuscito a infilare il mio cazzo nella vagina di zia.
Il mio insuccesso nell’arte della penetrazione spinse mia zia a prendere con una mano il mio cazzo per inserirlo più facilmente e velocemente nella sua vagina.
Le sensazioni che ho provato penetrando zia sono state stupende. La fica era calda e umida, ho iniziato a muovere il bacino su e giù lentamente, poi ho accelerato gradualmente i miei movimenti.
La zia Teresa stringendomi forte a lei disse con un gemito: “Sì Sabino, fottimi. Scopa tua zia. Fammi sentire il tuo cazzo duro dentro di me.”
Ogni volta che spingevo il mio cazzo in profondità le mie palle battevano sul suo ano.
Improvvisamente zia Teresa, che nel frattempo aveva afferrato con i palmi delle sue mani le mie natiche per tenermi stretto a lei, distaccò una mano e cercò, tastando la superficie della pelle in corrispondenza della linea che separa le natiche, d’individuare dove fosse il mio buco del culo e una volta trovato, infilò con forza un dito nel mio ano facendomi provare un dolore lancinante. Non conosco il motivo per il quale lei lo abbia fatto ma mentre lei mi scopava il culo con il dito, il mio cazzo diventò ancora più teso, grande e duro. Dopo pochissimo tempo che la zia aveva iniziato a scoparmi il culo con un dito, ho avvertito i brividi che anticipano l’eiaculazione e così ho sborrato un fiume di sperma nella vagina di zia. Lei sentendo i mie schizzi nella fica ha urlato e nello stesso istante sono fuoriusciti dalla fica degli schizzi di liquido biancastro che credetti fossero getti di pipì ma lei dopo mi informò che non era pipì.
Ci rilassammo entrambi, uno nelle braccia dell’altra e restammo alcuni minuti inermi in questa posizione, dopo di ché zia fece sfilare il mio cazzo, ormai moscio, dalla fica facendo fuoriuscire tutta la sborra bianca che andò a imbrattare le lenzuola del materasso su cui dormiva mia madre, prese un asciugamano e lo strofinò fra le morbide cosce asciugando i residui di sperma e di secrezioni vaginali che ancora la imbrattavano.
“Sabino, ti è piaciuto quello che abbiamo fatto? Adesso devo ancora fare una cosa con te, mettiti inginocchio accanto al materasso, poggia il petto sulla sua superficie del materasso e con le mani allarga il più possibile le natiche del tuo culo.”
Ho eseguito ubbidientemente tutto quello che mi aveva indicato di fare.
Vidi zia Teresa tirar fuori da un sacchetto un tubetto di vaselina e, dopo essersi unta un dito, cominciò a ungermi l'ano. Quando si rese conto che il mio buco del culo cominciava a cedere morbidamente, lei ci infilò il dito.
Non lo trovai piacevole e cercai di liberarmi, ma mia zia mi fermò. Un minuto dopo mi ha infilato un altro dito e mi ha allargato il buco, mi ha fatto male mentre mi chiavava il buco del culo. Dopo poco ha tirato fuori le dita dal mio e ha detto: “Sabino, ti piacerebbe scopare tua zia nel culo?”
"Sì, certo, zia, molto volentieri."
Si sistemò sul materasso proprio come aveva detto a me di sistemarmi pochi minuti prima. Inarcò la schiena, e il suo culo nudo e sodo apparve davanti ai miei occhi. Ero eccitatissimo e il mio cazzo era tornato ad essere duro e teso. Ho allargato le natiche di mia zia e ho visto il suo buco perfettamente, circondato da una sorta di raggiera che lo faceva somigliare ai donuts americani.
Mia zia mi ha ordinato di leccarle l'ano, dicendomi che era necessario che io le leccassi il buco del culo per far si che si rilassasse ed io ho obbedito. Leccai il suo buco caldo per diversi minuti e nel frattempo zia si toccava la fica con le sue dita e gemeva dolcemente. Poi mia zia mi ha ordinato di prendere il tubetto di vaselina, usato da lei poco prima, e di ungerle l’ano proprio come lei aveva fatto con me. Anch'io, come lei, ho versato un po' di vaselina dal tubetto sul mio dito e ho cominciato a strofinarle e a penetrare l'ano per ammorbidirlo riducendone la tensione.
Il dito infilato nel suo culo sembrava avvolto da un guanto caldo e morbido. Dopo un po’ la zia mi ha ordinato si togliere via il dito e di infilare il cazzo nel suo buco. Mi ha detto di farlo lentamente e con attenzione per non farle provare dolore. Ho fatto tutto alla lettera come mi aveva ordinato. Ho iniziato a muovermi avanti e indietro.
Zia ha cominciato a gemere prima con un fil di voce, poi sempre più forte e ad un certo punto ha urlato: “Sabino spingi più forte che puoi. Fottimi. Spaccami il buco del culo. Sabino dimmi che sono la tua TROIA preferita.”
Quando mi accorsi che stavo per sborrare nel culo di zia tirai fuori il cazzo dal culo e il mio sperma schizzò direttamente sulle natiche di mia zia, ricoprì l'ano e si sparse sui suoi glutei.
Caddi sul pavimento esausto, zia Teresa si sdraiò accanto a me, mi baciò e disse: “Bene! Sabino, se racconti tutto quello che oggi abbiamo fatto insieme alla mamma, non tornerò mai più a trovarti!”
Le promisi che non avrei mai raccontato a mamma quanto accaduto. La zia strinse nel palmo di una sua mano il mio pisellino stremato e ancora gocciolante, mi sorrise e raggiunse il bagno per risistemarsi.
Zia Teresa durante tutto quest’anno è venuta più volte a trovarci e ogni volta che mia madre si assentava per andare a lavoro, lei si concedeva totalmente a me come se fossimo teneri amanti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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