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Lui & Lei

Diploma di Maturità


di Membro VIP di Annunci69.it OrsoB
30.01.2025    |    2.796    |    1 9.2
"" Ho raggiunto Irene è l’ho invitata a ballare con me e lei è venuta volentieri e mentre la stringevo a me mentre ballavamo le ho sussurrato dei..."
Diploma di Maturità (1975):


“Cari ragazzi e ragazze cercate di non perdetevi in lunghi festeggiamenti per celebrare il conseguimento del Diploma di Maturità. Questo momento è solo l'inizio del viaggio che dovrete intraprendere durante la vostra vita. Ricordo ancora quel gruppo di ragazzi che lo scorso anno sono rimasti per ben due settimane a festeggiare il conseguimento del diploma di Diploma di Maturità e la loro agognata libertà dalla faticosa prigionia scolastica. La vita che vi attende da adulti è difficile, oltre che essere piena di insidie, e probabilmente rimpiangerete i tempi in cui con spensieratezza trascorrevate il vostro tempo a studiare nei luoghi che fino ad oggi vi sono appartenuti. Quindi vi porgo i miei migliori auguri per il vostro Diploma di Maturità e per il percorso di vita che state per iniziare ad affrontare!”
È così che è iniziata la nostra cerimonia del Diploma di Maturità, con il discorso della nostra Preside.
Erano tutti presenti, insegnanti, alunni e genitori.
Sui tavoli della palestra non c'era solo cibo meraviglioso, ma c'erano anche molte bottiglie di bevande alcoliche e analcoliche.
Le ragazze della nostra classe si erano meravigliosamente trasformate, tutte indossavano bellissimi vestiti, tutte avevano divine acconciature, sembravano tutte delle dolcissime principesse! Anche le nostre insegnanti ci hanno sbalorditi! Tutte indossavano bellissimi abiti scollati, tacchi a spillo, sottilissime calze di seta che ci impedivano distogliere lo sguardo dalle loro avvenenti figure.
Diversamente i nostri insegnanti e noi ragazzi eravamo vestiti in modo tradizionale, come solitamente accade in un giorno qualsiasi.
Francesco e Giulio avevano messo su un banco discoteca, ma non sappiamo per qualche motivo la musica che ci propinavano era letteralmente triste e inaudibile, tutti i balli erano lenti, durante ogni singolo brano musicale le luci si abbassavano leggermente e un piccolo riflettore illuminava una palla rotante, su cui avevamo incollato un mucchio di frammenti di specchi andati in frantumi, Giulio per realizzare la palla rotante ricoperta di piccoli pezzetti di specchio aveva acquistato un piccolo riflettore mettendo a disposizione interamente la sua paghetta, ma almeno, in questo modo, potevamo quasi immaginare di essere in una versa sala da ballo.
Eravamo tutti in uno stato di leggera euforia dovuta anche all’assunzione di vino. Mentre ballavamo, al centro della palestra, tenevamo a strette a noi non solo le nostre compagne di scuola ma anche le insegnanti.
Eravamo così stretti a loro mentre ballavamo che riuscivamo a percepire il loro meraviglioso profumo misto all’odore di vino che impregnava il loro alito.
Eravamo eccitati per il contatto fisico, sono certo che, sia le insegnanti che le compagne di scuola, avvertissero fra le loro gambe la pressione dei nostri cazzi in persistente erezione.
Io ho ballato tre volte consecutivamente con la Professoressa di Geografia che nonostante i suoi sessanta anni aveva ancora un corpo fantastico, seno di 4a misura, vitino da vespa e un culo che non aveva nulla da invidiare a quello di Serena Grandi. Mentre premevo il mio corpo sul suo in modo abbastanza sfacciato, nella semioscurità della sala, lei, respirandomi caldamente all'orecchio, continuava a sussurrare in modo biascicato: “Simone, cosa stai facendo? Lasciami andare."
Il mio cazzo duro poggiava sul suo stomaco, era separato dal suo addome solo dai sottili tessuti degli indumenti estivi che ricoprivano i nostri corpi.
“Non accarezzarmi il sedere, ci stanno guardando, ci vedranno tutti. Basta, andiamo via di qui, non voglio che pensino male di me, sono pur sempre la tua insegnante.”
Stranamente e diversamente da ciò che mi aspettavo mi ha preso per mano e mi ha trascinato nello spogliatoio femminile situato in fondo a un piccolo corridoio che si apriva nell’angolo più buio della palestra.
Una volta entrati nello spogliatoio la Prof. Si è avvinghiata a me come fosse un polpo alle prese con la sua preda e mi ha baciato con ardore, passione, in modo estremamente voluttuoso, come se avesse atteso quel momento da tantissimi anni.
Io le ho sollevato il vestito da dietro, le ho massaggiato con piacere le rigogliose natiche e non ancora soddisfatto per quello che stava accadendo, le ho stretto con le mani i suoi fianchi, ho girato la mia amata insegnante la dove era situata una finestra, in modo tale che il suo culo rotondo e prosperoso poggiasse sul mio cazzo duro ancora coperto, le ho piegato il busto in avanti facendola chinare con forza, le ho alzato il vestito fino ai fianchi, le ho strappato prima le calze di seta e poi le mutandine rendendo inservibili entrambe, subito dopo ho sbottonato i miei jeans e velocemente li ho abbassati insieme alle mie mutande fino alle caviglie e con il mio cazzo che svettava come un grosso mattarello sono entrata nella sua vagina calda e bagnata.
Solo un paio di minuti dopo la Prof. ha iniziato a gemere dolcemente e ha cominciato a muoversi ritmicamente verso di me. Godeva e sembrava eccitata come una ragazzina desiderosa di far sesso solo per il piacere di sentire un grosso cazzo duro su per la vagina.
Non appena mi sono accorto, dai suoi gemiti, che stava per avere l’orgasmo ho iniziato a spingere con maggior forza. Quasi urlava ad ogni colpo che le infierivo col mio cazzo nella fica grondante di piacere. Dal momento in cui ho cominciato a penetrarla con vigore non è passato molto tempo per far si che la Prof. esplodesse emettendo un grido di piacere. Abbiamo entrambi avuto l’orgasmo quasi simultaneamente.
Dopo esserci rimessi in ordine, siamo tornati nella palestra coperta e la Prof. mi ha sussurrato all'orecchio ridacchiando piano e premendomi il petto con la mano per un attimo: “Simone, è stato tutto meraviglioso, sono felice, mi sento bene adesso, adesso vado a sedermi con i miei colleghi e tu invita a ballare la tua giovane compagna di classe Irene perché lei si sbava addosso da molto tempo tutte le volte che ti osserva."
Ho raggiunto Irene è l’ho invitata a ballare con me e lei è venuta volentieri e mentre la stringevo a me mentre ballavamo le ho sussurrato dei complimenti all'orecchio dicendole che l’avevo sempre ritenuta una ragazza dotata di un fascino estremo.
Dopo aver ballato siamo andati a sederci al tavolo degli studenti e tutte le volte che altri ragazzi le si avvicinavano per invitarla a ballare io li scacciavo via mostrando irritazione.
Dopo qualche minuto che eravamo seduti a chiacchierare ho nuovamente chiesto a Irene di ballare con me e lei ha accettato volentieri. Mentre ballavamo l'ho abbracciata con forza e con impudenza e le ho morso le labbra dolci e carnose con passione. Lei, in quell’istante ha sussultato gettandomi le sue braccia sottili attorno al collo. Irene ha premuto sul mio petto i suoi seni sodi e rotondi e mi ha baciato con ardore permettendo alle nostre lingue di avvilupparsi senza fine e poi mi ha sussurrato: “Andiamo nella nostra classe! Corriamo! Facciamo presto!”
Ho spalancato la porta della nostra classe e siamo entrati. Le mani di Irene tremavano e tremava tutta anche lei. 
Una volta entrati abbiamo raggiunto la cattedra e Irene si è sdraiata su di essa, ha sollevato la gonna plissettata e ha sfilato le sue mutandine, non aveva le gambe coperte da calze ma solo piccoli pedalini che le coprivano i piedi minuti infilati nelle scarpe.
Nonostante avessi fatto sesso, poco prima, con la Prof. di Geografia ho avuto nuovamente una potente erezione e forse, grazie a ciò che avevo fatto con la Prof., con Irene ho fatto sesso per un tempo molto più lungo.
Dopo aver sborrato un paio di volte nella sua strettissima fica, mi ha sussurrato che si sarebbe sposata nel mese di Agosto e che sperava di restare incinta, dopo quello che avevamo fatto, perché desiderava tanto avere un figlio da me, come ricordo di quella indimenticabile serata.
Dopo esserci ricomposti siamo tornati in palestra dove la festa stava procedendo senza che nessuno si fosse minimamente preoccupato della nostra assenza.
Irene con volto sereno e felice entrando in palestra mi ha salutato e ha raggiunto le sue amiche al tavolo delle ragazze, mentre io sono andato in cortile a prendere aria.
Quando sono rientrato la Prof. di Geografia, mi ha fatto l'occhiolino audacemente, facendomi intendere che aveva notato la mia assenza e che aveva capito benissimo, osservando il volto di Irene, cosa fosse accaduto pochi minuti prima.
Il mio amico Giulio mi ha intercettato e mi ha raggiunto di corsa, con fare circospetto mi ha sussurrato che lui e gli altri compagni di classe avevano trascinato la Prof. di Matematica completamente ubriaca e che lei, nonostante fossero in tanti, aveva promesso di fare un pompino a tutti come regalo per il conseguimento del Diploma di Maturità, in modo tale che tutti potessero ricordarla per sempre. Giulio ed io, di corsa abbiamo raggiunto l’alula nella quale la Prof. era già all’opera per mantenere la sua promessa.
Francesco era in piedi e muoveva avanti e indietro il bacino tenendo la testa della nostra insegnante di Matematica ferma per i capelli mentre lei gli succhiava il cazzo duro stando inginocchio.
La Prof. ha ingoiato la sborra di tutti i ragazzi che le hanno scopato la bocca fino all’ultima goccia e se per caso qualcosa fuoriusciva colando dagli angoli delle labbra lei immediatamente riportava all’interno, con le dita, ciò che era fuoriuscito.
Quando è giunto il mio momento ho sborrato velocemente in bocca alla Prof. e devo ammettere che il pompino che mi ha fatto con la sua bocca magica è stato semplicemente fantastico. Quando io e tutti miei compagni siamo rientrati in palestra era notte fonda, c'era ancora tanta roba da mangiare e da bere e tutti abbiamo deciso di restare ancora li a spassarcela per assistere, insieme, al sorgere del sole.
Mentre ridevamo e parlavamo in merito a quanto era accaduto ho intravisto la Prof. di Matematica rientrare in palestra per poi andare definitivamente via. Osservandola mentre camminava per allontanarsi mi sono reso conto che la Prof. non era affatto ubriaca, ed ho pensato, in base a quanto a me pareva, che forse stava fingendo di essere brilla solo per non turbare i suoi ex-alunni mettendoli a conoscenza di quanto desiderava fare insieme a loro.
Mentre ero li in compagnia dei ragazzi si è avvicinata mia madre che con forza mi ha trascinato a ballare. La mamma ha cominciato a lamentarsi sostenendo che l’ambiente era soffocante, che non si sentiva bene e mi ha chiesto perentoriamente di riportarla a casa.
Abbiamo camminato lentamente attraverso la città assonnata immersa nella notte. Mia madre camminava al mio fianco tenendomi avvinghiato a lei. Ha costantemente strofinato, lungo tutta la strada, i suoi magnifici e grandi seni sul mio braccio e nelle vicinanze di casa mi ha persino baciato. Ci siamo baciati a lungo nel buio di una strada sopita. Non appena siamo rientrati a casa, senza nemmeno darmi la possibilità di distendermi sul mio letto, libero da tutti gli indumenti che avevo indossato per tutto il tempo in quel giorno e in quella scuola, la mia mamma, seminuda, con indosso solo le mutandine è entrata nella mia stanza stanza, mi si è avvicinata e ha cominciato a rimproverarmi, dicendo che avevo ballavo e abbracciato qualsiasi donna senza mai dare a lei, che era mia madre, nemmeno una piccolissima attenzione.
Mi ha spinto sul letto in modo brusco, ha sfilato le sue mutandine e mi è saltata addosso. Mi ha baciato, senza tralasciare nemmeno un centimetro quadrato del mio corpo, mi ha succhiato il cazzo, tornato nuovamente duro come mai lo era stato, si è seduta sul mio cazzo e mi ha scopato come una forsennata. Mi ha chiesto di scoparle il culo ed io l’ho fatto, supplicandomi di sborrare in quel suo maledettissimo culo che da molto tempo desiderava che io le sfondassi. Ho fatto anche questo come lei mi ha chiesto e non posso negare che ho provato un grandissimo piacere!
Dopo aver fatto l’amore io e mia madre ci siamo addormentati entrambi sul mio letto.
Al risveglio, a mattino inoltrato, mi sono accorto di avere ancora una erezione. Mia madre dormiva ancora, le ho divaricato le gambe e ho fatto scivolare il mio cazzo duro nella sua fica carnosa e coperta dalla una folta peluria. Non più fradicia di umori come poche ore prima e per farmi spazio fra le sue enormi grandi labbra ho dovuto ungere il mio uccello con molta saliva affinché cominciasse a scivolare dentro di lei senza attrito.
Mentre la scopavo la mamma si è svegliata, e mi ha chiesto di non sborrare nella fica ma di venirle in bocca e da figlio ubbidiente ho fatto come lei desiderava.
Subito dopo aver ingoiato il mio sperma la mamma ha detto che la mia adolescenza era arrivata a termine. Mi ha detto che era contenta per come mi aveva cresciuto e che l’aver assaggiato il sapore della mia sborra la rendeva ancora più felice di quanto avrebbe mai potuto immaginare: “Ora sei un adulto e tra qualche mese inizierai a frequentare l’Università. Farò fronte a tutti gli impegni economici per permetterti di studiare con serenità. Ti sarò accanto tutte le volte che ne sentirai il bisogno perché è questo che una brava madre fa per il figlio che ama.”
Il giorno successivo insieme a due ex-compagne di classe, Antonella e Valentina, ci siamo recati all’Università, con l’intento di ricevere tutte le informazioni possibili e immaginabili.
Trascorso il periodo estivo, io, Antonella e Valentina, abbiamo deciso di prendere in affitto un mini appartamento nelle vicinanze dell’Università per evitare di fare i pendolari a discapito del tempo che invece avremmo dovuto dedicare interamente agli studi.

L’appartamento preso in affitto era un monolocale vicinissimo all’Università. Il posto era tranquillo e ci permetteva di studiare in pace.
Nel monolocale era presente un divano letto ad una piazza e mezza e un poltrona che all’occasione si trasformava facilmente in letto. Le ragazze avevano deciso che io avrei dormito sul divano letto tutte le notti insieme a un di loro, differentemente loro due avrebbero condiviso insieme a me il divano letto a giorni alterni, se una dormiva con me l’altra avrebbe dormito sulla poltrona letto.
La prima notte, accanto a me, ha dormito Valentina mi ha confessato di essere ancora vergine ma che sarebbe stata disposta a farmi un pompino se non le avessi chiesto di scoparla.
A distanza di qualche settimana, una sera, Valentina mi ha detto che voleva sbarazzarsi della sua verginità.
Quella sera Vale ha bevuto tanto, aveva paura del dolore che avrebbe potuto provare durante la prima volta. Io per aiutarla a rilassarsi le ho leccato il clitoride regalandole un orgasmo lungo e potente e quando lei mi attirato a sé e mi ha chiesto di penetrarla le ho allargato le gambe snelle e sono entrato lentamente dentro di lei.
La sua vagina stretta era completamente bagnata e incredibilmente calda. Mentre iniziavo a penetrarla Valentina si è irrigidita per un attimo mentre una smorfia di dolore è comparsa sul suo viso, subito dopo ha cominciato a gemere silenziosamente.
Tutto è accaduto sotto gli occhi di Antonella, anche lei era presente nel nostro mini appartamento in quell’istante e mentre io penetravo Vale muovendo lentamente e con dolcezza il mio bacino Antonella mi ha schiaffeggiato il sedere con forza dicendo: “Dopo Vale ti tocca farlo anche con me, non dimenticarlo!”
Ho sborrato nella vagina di Vale. Siamo rimasti lì ancora un po', abbracciandoci forte e baciandoci. Quando ho tirato fuori il cazzo dalla fica di Vale, Antonella si è preoccupata di portarla in bagno e le ha detto che avrebbe dovuto aspettare qualche giorno prima di potersi far scopare ancora, subito dopo si è denudata completamente ed è salita su di me come se stesse salendo sulla sella di un cavallo e mi ha chiesto di scoparla con forza senza preoccuparmi di godere dentro di lei, visto che assumeva da tempo la pillola anticoncezionale.
Il mattino successivo Antonella ha riempito tre bicchieri con un buon vino frizzante, un prosecco Veneto e al momento di brindare in onore della perduta verginità di Vale ha detto solennemente: “Oggi è il 1° di novembre e finalmente Vale è diventata una donna. La nostra adolescenza è finita per sempre, siamo entrati a far parte degli mondo adulti, facendoci carico delle gioie e dei dolori sopratutto che questo evento comporta, quindi, come disse il Sommo Poeta Lasciate ogni speranza o voi che entrate.”
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