Racconti Erotici > incesto > Vacanze a casa di Zia Lina
incesto

Vacanze a casa di Zia Lina


di Membro VIP di Annunci69.it OrsoB
23.04.2025    |    8.925    |    11 9.5
"“Ok, vai a pagare, io ti aspetto in macchina..."
Vacanze a casa di Zia Lina

Era il mese di Luglio e finalmente la scuola era terminata. Pensai: “Potrò finalmente riposarmi per due mesi interi.”
Mi chiamo Gianni, ho 19 anni e sono uno studente che, a differenza di molti altri, ha voglia di studiare e di lavorare. A volte, il mio impegno scolastico viene ripagato abbastanza bene, anche se in modo irregolare, sotto forma di aiuto retribuito in €, tutte le volte che i mie compagni di classe mi supplicano di completare loro i compiti, scrivere tesine e assolvere ad altri incarichi che loro non sono intenzionati a svolgere.
Tutto è cominciato un giorno di Luglio. Mentre tornavo a casa da una passeggiata, mia madre mi venne incontro sulla porta e mi disse: “Gianni, non sei stanco di passare ogni estate qui?”
Le risposi “...e cosa potrei fare in questa brutta città di campagna?”
Mamma replicò: “Ho parlato con mia sorella, lei e il marito sarebbero felici di ospitarti quest'estate a Gallipoli.
Le chiesi: “Solo io?”
“Beh, sì.” disse mia madre e aggiunse “Noi non potremo andare in vacanza tutti insieme ancora per diverse settimane perché tuo ​​padre è in viaggio d'affari e quindi dovremo aspettare ancora del tempo prima di poterlo fare.
“Ho tempo per pensare?” replicai.
“Certo! Pensaci su e domani mattina mi dirai che decisione hai intenzione di prendere.”
Benissimo! Avevo un intero giorno per riflettere e dare una risposta.
Feci una doccia, mangiai uno spuntino e mi sedetti al computer nella mia stanza. Mentre giocavo online al PC, pensai con riluttanza alla proposta di mia madre. Quasi tutte le estati sono costretto a trascorrerle in famiglia, seduto al computer in totale solitudine, a differenza dei miei amici che vanno in vacanza con le loro famiglie da qualche parte, chi al mare, chi in montagna e a me non resta nulla da fare in questo luogo di merda e nessuno da incontrare. Forse questa eventualità, suggerita da mia madre, avrebbe potuto essere la mia occasione per vivere in modo piacevole e indipendente, un periodo di tempo piuttosto lungo, lontano dai miei genitori. Dopo aver riflettuto per alcuni attimi decisi che ci sarei andato.
Primo Giorno
Il mattino successivo riferì a mia madre quanto avevo deciso di fare e lei, raggiante di gioia, fu felice di sentirmelo dire e immediatamente prese il cellulare e chiamò la sorella per comunicarle la mia decisione.
Al telefono mia Zia disse: “Benissimo! Lascialo venire! Saremo molto felici di ospitarlo durante questa estate!” La voce di Zia Lina, proveniente dal cellulare della mamma, era gioiosa. Passai il resto della giornata a mettere i miei vestiti in due valigie, consapevole del fatto che sarei rimasto dai miei zii fino alla fine di agosto!
Il viaggio fu reso più facile anche dal fatto che mia madre ebbe la possibilità di procurarmi un biglietto gratuito di andata e ritorno per Gallipoli.
Dopo aver salutato calorosamente mia madre all'aeroporto, mi sedetti al mio posto sull'aereo e mi rilassai, pregustando una fantastica vacanza. Mentre osservavo gli assistenti di volo camminare avanti e indietro lungo il corridoio dell’aereo, non potetti fare a meno di sentire la tensione nei miei pantaloncini. Avevo 19 anni e i miei ormoni erano in subbuglio, avevo fatto sesso solo un paio di volte prima d’intraprendere quel viaggio.
Prima di mettermi in volo avevo pensato che “fare sesso”, durante quella vacanza, sarebbe stato uno dei miei obiettivi principali. Pensai: “Prova quante più ragazze puoi e soddisfa la tua sete di sesso.”
Dopo l'atterraggio e la consegna dei bagagli, notai di aver ricevuto un nuovo messaggio di testo da parte di mia madre che diceva: "Accidenti! Zia Lina non potrà venirti a prendere, chiama un taxi, visto che hai comunque un po soldi con te, lei ti aspetterà a casa."
Al SMS era allegato l’indirizzo di mia Zia. Diedi l'indirizzo al tassista e partimmo verso la meta delle mie vacanze.
La Hyundai gialla partì bruscamente e, procedendo a una velocità appena al di sotto del limite consentito, mi portò all'indirizzo indicato. Scendendo dal taxi mi ritrovai sulla soglia di una bellissima casa a due piani. Suonai il campanello e pochi secondi dopo, un uomo adulto sulla cinquantina aprì la porta e mi chiese abbassando gli occhiali: “Tu dovresti essere nostro nipote.” Subito dopo avermi salutato con una stretta di mano mi fece accomodare in casa. Non ricordavo di aver mai avuto il piacere di conoscere i miei zii di persona, pensavo non ci fosse mai stata un occasione ma mi sbagliavo, come mi fece notare più tardi Zia Lina.
Il corridoio della villa degli zii sembrava molto ordinato, pulito, senza l'ingombro di oggetti vari che, solitamente, sono sparsi dappertutto a casa mia.
“Lina!” gridò mio zio “Vieni a dare il benvenuto a nostro nipote.”
Una donna matura, ma allo stesso tempo insolitamente bella, di quarantacinque anni, emerse rapidamente dalla cucina. Aveva i capelli chiari a caschetto, un neo appena sopra le labbra e, secondo la mia stima, un seno di taglia “4”. Indossava una maglietta e dei leggings sportivi.
“Evviva!” gridò di gioia Zia Lina abbracciandomi forte.
Alle sue spalle c'era uno specchio e nell’osservare l’immagine riflessa di mia Zia mi resi conto subito di quale fosse il suo punto di forza: “Un grande sedere bello e sodo.” Sono sempre stato un fan dei bei glutei e in quella occasione rimasi incantato da quel sedere perfetto. Il mio cuore cominciò a battere più velocemente fino a quando Zia Lina alla fine non sciolse l'abbraccio, lasciando le sue mani poggiate sulle mie spalle.
“Come sei cresciuto. Mi ricordo di te quando eri ancora un piccolo monello. Quanti anni sono passati, dodici se non ricordo male.” Disse la Zia.
“Per ora lascia qui le tue cose, lavati, mangia e poi ti mostrerò la tua stanza.”
Non ricordavo di aver mai conosciuto la Zia né tanto meno lo zio.
Dopo avermi offerto una deliziosa torta di mele, Zia Lina mi condusse nella camera degli ospiti, che si trovava al primo piano. La camera non era grandissima, ma era molto accogliente e aveva tutto il necessario: un letto da una piazza e mezza, un armadio, un tavolo per il computer portatile, una TV e una libreria. Cos’altro avrei potuto desiderare o chiedere?
“Perdonaci se non ti abbaiamo assegnato una camera più spaziosa, la seconda camera da letto per gli ospiti è al secondo piano e attualmente è in fase di ristrutturazione.” disse Zia Lina un po' esitante.
“Non potevo pretendere di meglio. Questo è addirittura più di quanto avrei potuto immaginare! Questo è tutto ciò di cui ho bisogno, come si suol dire.” risposi.
Zia Lina rise dolcemente. Nei suoi occhi si leggeva una felicità autentica e la gioia di non aver fatto una magra figura.
“Per favore, rivolgiti a me in modo informale, siamo parenti.” mi disse Zia.
Le sorrisi sereno.
“Sai già dove si trovano il bagno e la toilette, anche la cucina, se hai bisogno di qualcosa di notte, la nostra camera da letto è al secondo piano, non essere timido. Fumi?”
“Io non fumo.”
“Bravo, questo vuol dire che sei un ragazzo intelligente.”
“Zia vorrei fare un giro in città, posso cavarmela da solo o mi accompagni tu?”
“Certo che ti accompagno. Non voglio che tua madre mi sgridasse perché da solo ti sei perso da qualche parte. Il giro in città però lo faremo domani. Sono già le undici e mezza, va a farti una doccia e va a letto a riposare.”
Feci una doccia calda e tornai nella “mia” stanza, dove c’era un grande specchio.
“Avranno specchi come questo in tutte le loro stanze?” Mi chiesi mentre mi guardavo completamente nudo allo specchio. Mi accarezzai il cazzo ed ebbi una erezione, guardandomi ancora allo specchio mi resi conto di avere un gran bel corpo.
Indossai un paio di pantaloncini e una maglietta e subito dopo mia Zia mi comunicò che stava per entrare in stanza per sistemare il letto. Zia Lina portò le lenzuola e rifece il letto alla perfezione. Mentre lei era impegnata a piegarsi per sistemare le lenzuola sotto il materasso io guardavo il suo bel culo.
“Zia io sono capace di risistemare un letto, più o meno. Posso sicuramente evitarti questa incombenza.”
In risposta, udii la risata di mia Zia che avevo rapidamente imparato ad amare così tanto.
“Lasciami almeno la possibilità di trattarti con il giusto riguardo nipote mio.”
Quando il letto fu pronto e io ebbi riposto le mie cose nell'armadio, Zia Lina venne da me e mi baciò teneramente sulla guancia.
“Buona notte Gianni.”
“Buonanotte anche a te Zia.” dissi arrossendo leggermente senza che lei si accorgesse.
Quando Zia Lina chiuse la porta sentii il cuore battere forte nel petto e, abbassando lo sguardo, mi resi conto che avevo una forte erezione. Nascosto sotto le coperte, ho guardato un paio di video su YouTube per calmarmi, perché il dolore stava quasi lacerando la pelle in tensione del mio cazzo. Sicuramente non avevo pianificato di masturbarmi, e non lo feci, perché il mio obiettivo era avere orgasmi a nastro, ma non da solo. Se questo richiedeva pazienza, allora sono pronto ad aspettare.
Così si è conclusa la mia prima serata a Gallipoli.
Secondo giorno.
La mattina successiva mi sono svegliato verso le 8:30 e dopo essere rimasto a letto per un po' mi sono alzato. C'era un po' di fermento mattutino in casa. Zia Lina stava preparando suo marito per il lavoro e io m’infilai silenziosamente in bagno e mi lavai. Raggiunsi la cucina per la colazione Zia Lina rivolse lo sguardo verso di me e per un paio di secondi i suoi occhi furono pieni di tristezza, ma subito dopo sbocciò un sorriso sul suo viso.
“Sei già sveglio? Grande. Facciamo una colazione leggera e andiamo a fare jogging.”
Andiamo a correre?” chiesi a Zia.
“Si certo, non sarai mica un ragazzo che detesta fare sport?”
“Certamente no. Andiamo a correre.” risposi con gioia.
Tornai in stanza, indossai una maglietta e dei pantaloni sportivi e tirai fuori delle scarpette da corsa leggere.
Raggiunsi subito Zia Lina e vidi che indossava una maglietta attillata verde acido e pantaloni neri attillatissimi. Dopo essere usciti di casa, abbiamo iniziato a correre a passo lento. Il mio desiderio di restare indietro e di fissare di nuovo il suo sedere si scontrava con la sana paura di farmi beccare con una erezione crescente nei pantaloncini.
“Quanto spesso corri?” mi chiese Zia Lina.
“Un paio di volte a settimana.” le risposi, e benché le mie corse non fossero così tranquille e spensierate come quella che avevamo intrapreso io e Zia erano pur sempre corse.
“La palestra?”
“Mi piace andare in palestra, per quanto sia possibile. Devo conciliare la vita sportiva con lo studio e devo anche lavorare part-time da qualche parte.
“Wow, devi essere super impegnato! Cosa vorrai fare da grande?”
“L’avvocato.” risposi velocemente.
“Lavoro importante. Quando hai deciso di diventare avvocato?”
“Tempo fa. Credo sia bello come lavoro anche se parecchio impegnativo.”
“Stai facendo la cosa giusta, tesoro mio.” disse mia Zia.
“Zia parlami di tuo marito. Ho avuto la sensazione di non essere gradito. Credo che non sia contento di vedermi.”
“Lascia perdere nipote mio, non è il caso di perder tempo in discussioni inutili.”
“Perdonami, eviterò di rifare questa domanda in futuro.”
Abbiamo corso per circa cinque chilometri chiacchierando del più e del meno e siamo tornati a casa. La lasciai entrare in bagno per prima per fare la doccia, io cercai lo shampoo nella mia borsa e quando lei venne fuori corsi a farla anch’io. Mentre mi godevo il caldo getto d'acqua, ho notato un cesto della biancheria sotto la vasca da bagno e lì dentro ho visto che c'erano le mutandine di Zia Lina. Allungai la mano e raccolsi questo piccolo pezzo di stoffa bianca, premetti la stoffa contro il naso e inspirai profondamente. Il profumo mi colpì il cervello come un fulmine, nonostante ciò continuai a inalare il profumo di una donna matura e trovai fosse meraviglioso farlo. Quando ripresi un po' i sensi, cominciai a masturbarmi e dopo poco mi resi conto che mi stavo masturbando in modo aggressivo. Non volevo fermarmi. Guardavo la punta del mio pene riempirsi di sangue e ogni secondo in cui pensavo a Zia Lina il mio orgasmo si avvicinava. Improvvisamente, smisi di masturbarmi con la mano e guardai il cazzo in totale erezione, provavo dolore per quanto la pelle fosse in tensione, ero certo che avrei potuto sborrare anche senza l’aiuto della mia mano., ma ho deciso che avrei dovuto evitare di sborrare, non dovevo farlo.
Stringendo i denti, abbassai la temperatura dell'acqua per raffreddarla e mi bagnai il corpo con l'acqua fredda, che spense rapidamente tutto ciò che stava per esplodere.
Uscendo dalla doccia raggiunsi la cucina e vidi che mi aspettava una colazione completa, che a me sembrava più un pranzo.
“Zia Lina, quando andiamo in spiaggia?”
“Facciamolo domani. Adesso devo andare al lavoro.”
“Hai un giorno libero?” chiesi.
“No, sono in vacanza, ho solo avuto qualche problema che devo risolvere.” mi rispose.
Mentre finivo di far colazione, ho visto Zia Lina indossare un elegante tailleur pantalone da ufficio. Era ben consapevole della bellezza del suo sedere e lo metteva sempre in risalto con pantaloni attillati. Dopo avermi salutato, lei uscì di casa e io tornai in camera, presi il mio computer portatile e decisi di dedicarmi un po' ai miei studi.
Sono rimasto solo in casa per circa mezza giornata e sono riuscito a completare i miei impegni. Non avevo più la forza di stare seduto e cominciai a vagare per casa. Quando mi trovai sulla porta della camera da letto al secondo piano, non sapevo se entrare o allontanarmi da quella stanza, ero dubbioso. La curiosità ebbe la meglio ed entrai.
La camera da letto di Zia Lina era molto più spaziosa della mia, il letto era incredibilmente grande e probabilmente avrebbero potuto starci comodamente quattro persone! Mi ha sorpreso scoprire che Zia Lina e suo marito avevano armadi diversi per riporre i vestiti. Non capivo il perché. I miei genitori tenevano i vestiti in un armadio, ma in sezioni diverse, e il secondo era comune, per i vestiti invernali. Aprendo una delle porte, ho notato abiti e tailleur da donna. Aprendo un cassetto situato subito sotto ho visto che conteneva la biancheria intima.
“Quanta roba.” sussurrai.
Un'enorme collezione di mutandine di vario tipo, un'intera pila di calze. Le giarrettiere erano disposte separatamente, mentre gli abiti da notte e le camicie da notte erano appesi alle grucce. La scatola successiva conteneva Sex Toys. Plug anali, normali e vibranti con telecomando, morsetti per la bocca, corde shibari, morsetti per capezzoli e un paio di fruste.
La mia fronte inizio a bagnarsi di sudore. Anche la mia schiena era bagnata e le mie mutandine erano di nuovo strette. Dopo aver chiuso il cassetto, decisi di uscire dalla stanza e scesi al piano di sotto, per evitare che Zia Lina o suo marito, che era tornato all'improvviso, mi sorprendessero.
Ho trascorso il resto della giornata a casa, navigando su Internet, finché verso le sei di sera ho sentito Zia Lina tornare a casa. Sono uscito per incontrarla. Sembrava esausta e un po' triste.
“È successo qualcosa?” Ho chiesto.
“Niente, sono solo stanco. Ci sono un sacco di compiti noiosi a cui far fronte la dove lavoro che ovviamente non sarebbero capaci di risolvere senza di me.”
La guardai con simpatia e la aiutai a togliersi le scarpe, accarezzando con la mano il nylon delle calze che ricoprivano i suoi piedi.
“Grazie mille.” mi disse con voce pacata.
“Vedo che sei stanca e meriti di essere aiutata.”
“Sei un bravo ragazzo. Tua moglie sarà fortunata ad averti.” replicò.
Ho sorriso compiaciuto.
“Mi dispiace non averti potuto portare da nessuna parte oggi.”
“Non importa Zia Lina. C'è ancora un sacco di tempo per poterlo fare.”
Lei sorrise, mi guardò negli occhi e si sporse verso di me e mi sussurrò all’orecchio: “Domani andremo alla spiaggia, te lo prometto.”
Il suo profumo mi colpì. Era Chanel, ne ero certo.
Zia Lina si alzò e andò di sopra a cambiarsi, e io la guardai mentre muoveva i fianchi per raggiungere la sua stanza.
Rimasi nella stanza che mi era stata destinata per circa un'ora. Mia Zia dopo essersi cambiata iniziò a dedicarsi alla preparazione di un altro capolavoro culinario.
“Lina! Andiamo al Supermercato a fare la spesa.” disse ad alta voce il marito.
“Vittorio sto cucinando. Non posso rinunciare questa sera?”
“Ok, ok. Allora ci andrò con Gianni a comprare qualcosa da mangiare per i prossimi giorni.” disse mio zio.
Uscendo dalla stanza, mi avvicinai a Zia Lina e le dissi:
“Tranquilla Zia ci andrò io al posto tuo.”
“Grazie caro.” “Vittorio….?? Gianni verrà con te.”
“Ok!” disse dal corridoio mio zio con una nota di dissenso.
Indossai velocemente le mie scarpe da ginnastica e corsi in strada, dove zio Vittorio mi stava già aspettando nella sua Audi. Dopo essermi seduto sul sedile anteriore, ho allacciato la cintura di sicurezza e siamo partiti.
Entrati al supermercato, Zio mi ha messo in mano un carrello della spesa, mi ha dato una lista e mi ha mandato a fare la spesa.
“Beh, spero che la mia bisbetica non se ne accorga, e se lo farà, se ne dimenticherà in fretta, è fatta così.” ha sussurrato a voce bassa
Sinceramente non capivo come fosse possibile trattare una moglie simile con tanto disprezzo. È bella, intelligente, parsimoniosa e sa vestirsi come una bella donna matura. Da quello che ho visto nel suo armadio, a letto è una bomba. Ma questi non sono affari miei. La famiglia altrui non va messa in discussione.
Dopo aver messo nel carrello quello che c'era nell'impressionante lista ho detto a mio Zio che potevamo andare in cassa.
“Ok, vai a pagare, io ti aspetto in macchina.”
“Ma davvero!” pensai... “Tocca a me pagare la spesa per la famiglia di mio Zio?”
Andai in cassa è pagai con la carta ricaricabile sulla quale avevo quei pochi soldi che dovevano servirmi durante l’intera vacanza. Raggiunsi il parcheggio e mi accorsi che mio Zio non c'era! Mi guardai intorno in tutte le direzioni, camminai avanti e indietro nel parcheggio, ma lo stronzo non c’era, se n'era andato! Non avevo scelta e ho dovuto chiamare un taxi.
Quando sono arrivato a casa di mia Zia. La macchina dell’idiota di mio Zio non c'era. Zia Lina aprì la porta e rimase molto sorpresa nel vedermi solo con un mucchio di pesanti borse.
“Dov'è Vittorio?” chiese.
“Bella domanda. Non lo so!” risposi, spiegandole cosa fosse accaduto al supermercato.
“Quindi ti ha lasciato da solo?”
“No, mi ha dato una lista. Lui stava chiacchierando al telefono. Poi mi ha detto di andare a pagare e quando sono uscito non c'era più.”
“Hai pagato anche con i tuoi soldi?” mi chiese Zia.
“Sì. Non mi dispiace per i soldi, ma non ho capito perché sia andato via senza preavviso.”
Zia arrabbiata prese le borse dalle mani e le portò in cucina.
Dopo aver riposto in frigorifero quanto avevo comprato, ci siamo seduti a tavola per cenare.
“Zia Lina, sei arrabbiata?” le chiesi.
“Mi vergogno per mio marito! Accidenti.”
“ Zia Lina non arrabbiarti per quanto è successo. Va tutto bene.”
“Mia sorella è stata fortunata ad averti. Suo figlio è cresciuto ed è diventato un ometto davvero speciale.”
Abbiamo trascorso il resto della cena parlando di argomenti vari: Abbiamo scherzato raccontandoci storie interessanti e non. Dopo essere rimasti seduti per quasi due ore, Zia Lina andò in bagno e io decisi di lavare i piatti per tirarle su il morale ancora di più. Dopo aver lavato accuratamente i piatti e le tazze, ho cominciato ad asciugarli con un asciugamano e in quel momento ho sentito una sensazione di calore sulla schiena. Nel riflesso della finestra sulla destra, ho visto mia Zia abbracciarmi e premere la sua guancia sulla mia spalla.
“Grazie.” sussurrò.
In quel momento sperai che Zia non mi facesse girare, perché in pochi secondi, mentre mi stava abbracciando, il mio cazzo era diventato durissimo ed era impossibile nasconderlo alla vista di chiunque.
Mi dispiaceva davvero tanto per Zia Lina fosse dispiaciuta per il comportamento del marito, meritava sicuramente un uomo più amorevole.
Un minuto dopo squillò il telefono e mia Zia corse a rispondere. Ne approfittai, abbassai la mano nell'acqua fredda e strinsi forte il cazzo per calmare l’evidentissima erezione. Dopo aver finito di lavare i piatti dissi a Zia che sarei andato in stanza.
“Vai a riposare?” chiese la Zia, guardandomi andar via.
Ho annuito.
“Buona notte tesoro mio.” mi augurò con voce dolce.
Mi sono svegliato in piena notte perché ho sentito imprecare. Mia Zia stava litigando con suo marito perché mi aveva lasciato nel negozio da solo. Non ho chiuso occhio per circa un'ora, incolpandomi involontariamente per tutto quello che era successo. Solo quando fui sicuro che si erano calmati e se n'erano andati a letto, uscii per fare pipì, poi rifeci il letto e andai a letto.
Terzo giorno.
Mi sono svegliato dopo le dieci del mattino e sono andato subito a lavarmi. La Zia non era in casa, e nemmeno suo marito. Dopo essermi sistemato, mi sono diretto in cucina dove mi aspettava un biglietto: "Gianni, prendi quello che vuoi dal frigorifero". Feci colazione con del salame, formaggio e fette di pane. Dopo essermi rimpinzato con tre panini e aver bevuto una grande tazza di latte e caffè ho cominciato a pensare a cosa fare durante la giornata che mi restava e proprio in quell’instante mia Zia è rientrata in casa.
“Sei già sveglio! Meraviglioso. Se hai già mangiato e ti sei lavato preparati per andare in spiaggia.” disse Zia
Felicissimo per la notizia, andai nella stanza a prepararmi. Indossai pantaloncini da spiaggia, una maglietta, ciabatte, occhiali da sole e andai ad attendere mia Zia. Anche lei fu pronta in venti minuti. Indossava pantaloncini corti, reggiseno, ciabatte e un cappello.
“Sei affascinante Zia.” dissi sorridendo.
Dopo aver preso la borsa da spiaggia da Zia Lina, sono uscito per primo e ho aspettato che chiudesse la porta. Ci siamo seduti nella sua Renault Duster e siamo andati in spiaggia, chiacchierando del più e del meno. Sono stato tentato di chiederle delle urla udite durante la notte, ma mia Zia era di buon umore e non volevo rovinarle la giornata. Presto arrivammo alla spiaggia dove già era presente tanta gente.
“Troveremo un posto dove poterci stendere?” chiesi a Zia.
“Non preoccuparti, mio Cavaliere, ci ho già pensato io.” mi rispose.
Dopo essere scesi dalla macchina ci siamo diretti verso la spiaggia, ma proprio all'ingresso della spiaggia abbiamo svoltato a sinistra, dove c'era una parte della spiaggia a pagamento. Zona VIP o qualcosa del genere. Dopo aver comunicato all’addetto all’ingresso il numero di telefono, Zia Lina ricevette un paio di fogli di carta con i numeri dalla cabina e dei nostri lettini prendisole in spiaggia.
Mentre mi dirigevo verso i nostri lettini prendisole, mi guardai intorno. Davanti a noi c'era una vista sul mare magnifica.
Dopo essermi seduto sulla sdraio, mi sono tolto le ciabatte, mi sono sdraiato e ho cominciato a osservare Zia Lina.... che ha sbottonato i pantaloncini, li ha abbassati chinandosi fino ai piedi mettendo in mostra un perizoma che mi ha lasciato senza fiato.
Quando Zia si distese sulla sdraio distolsi da lei il mio sguardo, mi rilassai al sole e cominciai a guardare le ragazze che affollavano la spiaggia. Erano tante, giovani e meno giovani, belle e meno belle, in costumi da bagno alcuni succinti e altri meno. Staccai da loro lo sguardo solo quando Zia mi porse della crema invitandomi a proteggermi dal sole. Non appena smisi di cospargermi il corpo di crema solare Zia mi chiese: “Potresti mettere un po' di rema sulla mia schiena, per cortesia?”
“Con grande piacere. Non devi nemmeno chiedermelo.” le risposi.
Zia Lina si girò a pancia in giù, mostrandomi ancora una volta i suoi fantastici glutei. Presi un po' di crema nel palmo della mano e cominciai a spalmarla sulla sua schiena, delicatamente e con attenzione, osservandole il sedere. Dopo aver preso coraggio, presi un'altra dose di crema e cominciai a spalmarla sui fianchi, poi sulle cosce, sui polpacci fino ai piedi.
“Meno male che in questi pantaloncini non si vede il mio cazzo in erezione.” Ho pensato.
“Sei stato bravo! Sei molto abile a stendere la crema solare.”
“Grazie Zia. So di essere bravo a farlo, anche la mamma me lo dice.” le risposi imbarazzato per la mia erezione incontrollabile a causa della quale decisi di fare una nuotata per calmare i miei desideri più sconci e distrarmi. Dopo aver sguazzato nell'acqua per circa dieci minuti sono tornato a riva.
“Zia perché non fai una nuotata?”
“L'acqua è un po' fredda per i miei gusti. Io amo il caldo. A me piace molto andare in sauna. Negli ultimi cinque anni ci sono andato solo un paio di volte. La Sauna è semplicemente meravigliosa. Prima il Bagno Turco, subito dopo la neve, poi si torna nel Bagno Turco, dove si viene sculacciati, anzi frustati con rami di betulla. Stupendo, davvero molto bello.”
“Frustati?” ho pensato e in quel preciso istante mi ricordai della frusta nell’armadio di mia Zia mentre mi ponevo una domanda. “Le piace frustarsi da sola o preferisce che lo faccia qualcun altro?”
Siamo rimasti in spiaggia per un altro paio d'ore, dopodiché abbiamo fatto velocemente una doccia per rimuovere sudore, sabbia e crema solare la crema.
“Dove andiamo adesso?” ho chiesto.
“Vuoi fare un giro in città?”
“Con molto piacere.” le ho risposto.
Abbiamo trascorso il resto della giornata in città. Mia Zia mi ha mostrato diverse attrazioni. Quando il sole rosso ha cominciò a tramontare dietro l'orizzonte ci siamo diretti verso casa, dove ci attendeva una spiacevole sorpresa.
Tornando a casa, abbiamo sentito un forte profumo di colonia maschile e nel corridoio c'erano diverse belle borse di negozi di abbigliamento femminile, profumi e lingerie.
In cucina, zio Vittorio parlava al telefono, con voce più bassa del solito. Capii subito che stava parlando con una donna e, a giudicare dall'espressione di Zia Lina, se ne accorse anche lei.
“Ciao caro. Questi regali sono per me?” chiese la Zia.
“Ok, ti ​​richiamo.” disse Vittorio interrompendo la telefonata. “No, non sono per te, mi servono per il lavoro.”
“Zio per quale motivo mi hai lasciato da solo nel negozio?” chiesi a mio zio.
“Sei appena arrivato e già ti lamenti? Ti sei perso? Ti hanno derubato e picchiato per strada mentre tornavi?” mi rispose con snervante arroganza.
Infastidito dai modi sgarbati di mi zio decisi di uscire in strada andandomi a sedere su una panchina. Rimasi seduto e aspettai una ventina di minuti. Non appena vidi mio zio uscire di casa, salire in auto e andar via con gli oggetti che poco prima avevamo notato in casa, rientrai e raggiunsi Zia Lina che, seduta in cucina, aveva gli occhi pieni di lacrime. Avevano litigato. Mi avvicinai e l’abbracciai invitandola a sedere sul divano.
Rimasi in silenzio tenendola stretta a me mentre piangeva sul mio petto. Rimanemmo seduti così per circa cinque minuti e le accarezzai le spalle. Lei alzò il viso rigato di lacrime e mi accarezzò i capelli.
“Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasto a casa con la Mamma.” dissi intristito.
Dopo qualche minuto Zia smise di piangere, salì al piano di sopra e mi disse che desiderava restare sola e non essere disturbata.
Provai molta tristezza per Zia Lina e odio per suo marito, non sapevo come poter alleviare il suo dolore.
Dopo due ore mia Zia non era ancora uscita dalla sua stanza. Ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di salire e di bussare alla sua porta.
“Zia Lina, stai bene?” chiesi restando fuori dalla porta della stanza da letto.
“Sì, nipotino mio, va tutto bene.” mi rispose.
Aprì leggermente la porta e notai che il suo aspetto era migliorato rispetto a due ore prima.
“Non preoccuparti, tesoro mio, sono una donna adulta e non commetterò mai un gesto insano a causa di quello stronzo di mio marito.”
“Adesso che ti ho vista sono più tranquillo Zia Cara.”
Lei sorrise e mi accarezzò la guancia.
“È tardi, è meglio che tu vada a letto. Non preoccuparti per me.”
Sollevato per aver visto Zia più serena, decisi di lasciarla tranquilla nella sua stanza e scesi al piano di sotto. Raggiunsi la porta d'ingresso chiudendola a chiave, lasciando la chiave nella serratura, in modo tale che quella merda di zio Vittorio, anche se fosse tornato, non sarebbe potuto rientrare in casa.
Raggiunta la stanza datami da Zia, ho preso dall’armadio un accappatoio e mi sono diretto in doccia, desideravo fare una doccia calda nonostante il caldo estivo. Non appena ho finito di farmi la doccia, ho indossato l’accappatoio e sono rientrato in stanza, ero così accaldato che non avevo alcuna voglia di indossare la biancheria intima.
“Ho deciso! Dormirò nudo questa notte!” mi son detto. Desideravo da tanto passare una notte a letto senza indossare nulla. Mi distesi sulle lenzuola che odoravano di fresco, afferrai il cellulare e cominciai a guardare video pubblicati sui Social ai quali ero iscritto. Mentre ero impegnato con il mio smartphone, in attesa di addormentarmi.
Un leggerissimo rumore mi spinse a girare la testa verso la porta d’ingresso della stanza e vidi Zia Lina entrare in punta di piedi.
Ero disteso sul letto completamente nudo, spalancai gli occhi imbarazzato, lasciai cadere il cellulare sulle lenzuola che coprivano il materasso e cercai di nascondere con le mani l’inguine per evitare che mia Zia vedesse ciò che non doveva.
“Ancora non dormi?” chiese a mezza voce.
“No!” risposi con un filo di voce.
“Ti dispiace se resto un po' con te?” mi disse mia Zia.
Senza nemmeno aspettare di ricevere una risposta, mia Zia venne a distendersi al mio fianco.
“Volevo ringraziarti. Se quello che è successo oggi fosse accaduto senza di te, non so cosa avrei fatto e come avrei potuto reagire.”
“Zia Lina...” le risposi con molto imbarazzo, cercando di nascondere il mio corpo nudo. “Non c’è bisogno di dirmi grazie.”
Lei rise dolcemente e mi diede un bacio sulla guancia.
Questo non doveva proprio farlo. Il suo gesto mi causo una erezione incontrollabile che non poteva essere fermata. Strinsi con forza sovrumana il mio cazzo tra le mani, cercando in qualche modo di nasconderlo. La Zia mi accarezzò la fronte delicatamente e riprese a dire qualcosa che non riuscì a comprendere. Guardai le sue gambe e la vestaglia trasparente che le copriva il corpo. Ero completamente stordito dalla situazione. La desideravo e lei era così vicina e ho deciso di smettere di nasconderlo il mio cazzo, qualunque cosa fosse accaduta. Cercai di rilassarmi e tolsi le mani dall’inguine liberando il mio cazzo dalla prigionia. Chiusi gli occhi e provai ad ascoltarla mentre mi raccontava qualcosa che non compresi, capì solo che la sua voce, dopo poco, si fermò improvvisamente. Aprì gli occhi e volgendo lo sguardo verso di lei mi resi conto che stava guardando il mi cazzo pulsante in preda ad una erezione mai così potente. Il suo respiro divenne pesante e profondo. Avvicinai la mia mano alla sua afferrandola con delicatezza. Il mio cazzo e i miei testicoli ben rasati erano esposti in tutto il loro splendore agli occhi di mia Zia che non smetteva di guardarli con ammirazione.
“Dio mio! È enorme!” disse Zia con tono stupefatto.
Con un filo di voce tremolante le dissi: “Prendilo.”
La sua mano si avvicinò esitante al mio cazzo e lo sfiorò per poi coprirlo con il palmo della mano.
Guardai Zia Lina, aveva la bocca spalancata dallo stupore e subito dopo stringendo il cazzo duro nella mano cominciò a masturbarmi dolcemente. Ero sotto shock e ogni muscolo del mio corpo era teso al massimo. Zia Lina si strinse a me e mentre mi masturbava, con la mano libera, cominciò ad accarezzarsi il clitoride.
Voltai il capo verso di lei, le girai delicatamente il viso e le baciai le dolci labbra. Lei ricambiò iniziando a baciarmi infilando la lingua nella mia bocca alla ricerca della mia.
Interruppe improvvisamente quel bacio ardente, guardò con occhi avidi di nuovo il mio cazzo e abbassò il capo sul mio pene pulsante di piacere. Mi accarezzò il glande con la lingua e subito dopo lo avvolse con tutta la bocca. Non ho potuto fare a meno di gemere ad alta voce. Questo non fece che eccitarla ancora di più e la cosa si trasformò in un vero e proprio pompino appassionato. Succhiava magnificamente come solo nei film porno avevo visto fare e le sensazioni che scatenava in me erano indescrivibili. Le mie mani le accarezzarono le gambe, i fianchi, la vita, la schiena e il collo. Le sollevai la vestaglia e le accarezzai le morbide cosce e i glutei meravigliosi.
Dopo pochi minuti trascorsi avvinghiata al mio cazzo duro, sollevò il capo e disse con voce ferma: “Sborrami in bocca.”
Afferrai la testa di Zia con forza e iniziai a muovere i fianchi penetrando la sua bocca ritmicamente con decisione. Lei gemette soddisfatta, non oppose resistenza e mi massaggiò i testicoli con la mano.
Le mie gambe cominciarono a tremare, sentii come se il mio cazzo stesse per scoppiare e schizzai un fiume caldo di sborra densa e bianca nella bocca della mia bellissima Zia. Lei ingoiò tutto senza far fuoriuscire il mio cazzo dalle sue labbra.
Mollai la presa sul suo capo e lasciai andare mia Zia, che si sedette accanto a me e mi guardò con occhi spalancati. Provavo disagio. Sapevamo entrambi che dovevamo aver fatto qualcosa che forse non avremmo dovuto fare. La Zia si alzò e, dopo un esitante saluto, mi diede la buonanotte e corse fuori dalla stanza senza voltarsi indietro. Solo nel letto, in preda ai pensieri più oscuri e osceni, dopo circa mezz'ora mi addormentai.
Quarto giorno.
La mattina era tranquilla, persino troppo tranquilla. Sia Zia Lina che io abbiamo cercato di far finta che non fosse successo niente durante la notte. Tuttavia, non osava guardarmi negli occhi. Mi sono rimproverato per il fatto che ieri ero stato io a costringerla a commettere questo errore. Non avevo molto appetito, ma ho cercato di mangiare tutto quello che mi offriva mia Zia.
“Lavorerò fino a stasera. Se quello stronzo di mio marito torna, digli di fare le valigie.” disse mia Zia rivolgendosi a me.
“Ci proverò, Zia Lina spero di riuscire a farlo nel migliore dei modi.” le risposi.
Questa breve conversazione fu l'unica quella mattina. Cercando di mantenere un'aria calma, la Zia si vestì e si diresse al lavoro. Quando sono tornato in camera, ho ripreso a guardare la serie TV, giusto per distrarmi da quanto accaduto il giorno prima. Quei pochi minuti di estasi mi sembravano ora il mio più grande errore.
Dopo aver smesso di guardare la serie, ho girato per casa e ho cominciato a pensare seriamente al fatto che dovevo tornare a casa da mia madre. All'improvviso il telefono nella mia tasca vibrò e sullo schermo apparve il nome di chi mi stava chiamando "Sonia".
“Ciao, Sonia.” risposi.
“Ciao. Tua madre ha detto che sei a Gallipoli?”
“Beh, sì.” ho subito detto.
“Ottimo. Anch'io sono qui.” mi disse Sonia.
Sonia è la mia migliore amica, abbiamo sempre cercato di restare uniti come una piccola banda e abbiamo sempre cercato avventure insieme. La sua chiamata è stata come una boccata d'aria fresca, è stata l'occasione per dimenticare quanto accaduto la sera prima, per quanto mi fossi divertito. Decisi d’inviare un SMS a Zia Lina nel quale le dicevo: "È arrivato un’amica a Gallipoli, vado a fare una passeggiata insieme a lei."
Non mi aspettavo una risposta, gliel'ho detto solo perché non si preoccupasse.
Un paio d'ore dopo ero già al bar “Povia” ad aspettare la mia amica. Era in ritardo come al solito.
“Ciao. Come sei finito qui?” mi ha chiesto.
“Sono venuto a stare con mia Zia per l'estate.”
“Davvero? La Zia non ti sta soffocando?”
“No, per niente. Anche tu sei in vacanza?” gli chiesi.
“Si e domani sera parteciperò a una Festa. Una grande festa. Con ragazze, alcol e un mare di divertimento. Perché non vieni anche tu?”
Non ero un amante di questo genere di incontri, ma questa volta mi è sembrata un'occasione per alleviare lo stress e ho accettato l’invito.
Il giorno successivo sarei dovuto recarmi all'indirizzo che Sonia mi avrebbe inviato via SMS e prima di recarmi alla festa avrei dovuto acquistare delle bevande e degli snack. Non sapevo molto di alcolici e decisi che sarebbe stato meglio ordinare qualcosa di gustoso. Dopo aver chiacchierato ancora un po' con Sonia, ho deciso di fare una passeggiata in riva al mare. Sulla spiaggia la gente correva avanti e indietro, entrando e uscendo dall'acqua. Il mio cellulare ha ricominciato a vibrare nella mia tasca, era la mamma che chiamava. Mi sentivo a disagio.
Dentro di me sperai che Zia Lina non le avesse raccontato di quello che era accaduto la sera prima.
“Ciao mamma.”
“Ciao, cavolo. Come stai?”
“Non male. Tu come stai?”
“Sto bene grazie, papà torna a casa dopodomani. Ti sento triste figlio mio. Come mai?”
“No, non sono triste, va tutto bene. È solo che io... io... non ho dormito abbastanza.”
“Allora ti stai divertendo?”
“Beh, sì se così si può dire.”
“Figliolo, riposati, chiamami stasera se puoi, perché adesso ho molto lavoro.”
“Va bene mamma, ti do un bacio, ciao.”
È stato bello parlare con la mamma, soprattutto perché non era a conoscenza dell'errore commesso il giorno prima con Zia. Dopo aver girovagato senza meta fino a sera, tornai a casa di mia Zia. La sua macchina era già lì. Quando sono entrato in casa l'ho vista in cucina seduta ad una sedia. L’espressione sul suo viso sembrava volesse trasmettere normalità come se "non fosse successo nulla", ma era solo una maschera, ho avuto la sensazione che stesse fingendo serenità.
“Com'è andata la passeggiata?” mi chiese con voce leggermente soffocata.
“Bene. Ho incontrato un’amica e abbiamo chiacchierato. Mi ha invitato a una festa per domani.”
“Benissimo, anche perché difficilmente domani sarò a casa e poi non vorrei che queste pareti fossero l'unico ricordo della tua vacanza.”
“Zia Lina. So di aver fatto qualcosa che non avrei mai dovuto fare. Parlami, ti supplico. Si sincera con me.”
Mi guardò con gli occhi spalancati.
“Vuoi che sia onesta?” sibilò, alzandosi dalla sedia. “Hai approfittato della mia condizione, hai visto quanto stavo male e come volevo vendicarmi di mio marito, e tu hai tirato fuori il tuo... tu…” smise di parlare, afferrò uno strofinaccio e cominciò a colpirmi.
Rimasi seduto ed evitai di proteggermi, perché tutto quello che stava succedendo ora era inevitabile, tuttavia, non mi aspettavo di ricevere un colpo così violento da farmi cadere sbattendo poi il capo contro il tavolo. La tempia cominciò a farmi molto male e la mia vista si oscurò.
“Dio mio perdonami! Non volevo!” urlò zia mentre le orecchie mi risuonavano. “Perdonami! Perdonami!” continuava a urlare. Mi gettò dell'acqua sul viso e io ripresi i sensi. Si sedette in ginocchio accanto a me e pianse. Mi alzai barcollando alla ricerca di una sedia su cui sedermi.
“Perdonami! Mi dispiace!” disse Zia con voce preoccupata. Si avvicinò a me e pose una lattina di birra fredda sulla mia tempia dolente con l’intento di attenuare il dolore. Mi fece sollevare dalla sedia e dopo avermi portato in stanza mi fece adagiare sul letto sul quale dopo poco mi sono addormentato.
Quinto giorno.
Al mio risveglio la testa mi doleva tantissimo, come se un martello mi avesse colpito con molta forza. Sul comodino c'era una confezione di pillole antidolorifiche accanto alle quali c’era un biglietto con su scritto: "Prendine due e per favore, perdonami per ciò che ho fatto.”
Ho lasciato la stanza subito dopo aver deglutito le pillole e ho fatto un giro per tutta la casa. La Zia non si trovava da nessuna parte. In cucina c'erano una bottiglia vuota di whisky e un posacenere con un paio di mozziconi di sigaretta. La cucina emanava un senso di tristezza. Non volevo restare oltre in quella casa.
Mi ricordai della festa, l’idea di rivedere Sara mi rese impaziente. Mangiai un panino e cercai d’ingannare il tempo in attesa di recarmi all'indirizzo che la mia amica mi aveva dato. Non volevo aspettare che tornasse Zia Lina né intendevo rivedere l’ idiota di suo marito, quindi uscì di casa e raggiunsi il luogo della festa. Sonia era all'ingresso e chiacchierava con una coppia che stava per entrare nella casa.
“Gianni!” urlò Sonia.
“Ciao.”
“Entra pure e sentiti a tuo agio. Goditi la festa.”
All'interno le luci principali erano spente, al loro posto delle luci stroboscopiche illuminavano l’ambiente creando una sorta di atmosfera cyberpunk. Nella grande stanza adibita a sala da ballo c'erano quattro ragazze e un paio di ragazzi che ballavano, una quindicina di persone, equamente divise per genere, stavano ai lati a chiacchierare o a osservare gli altri che ballavano.
Mentre scrutavo l’ambiente il cellulare che avevo in tasca cominciò a vibrare, era Zia Lina.
“Dimmi Zia.” risposi con prontezza.
“Dove sei? Cos’è tutto questo frastuono? Che genere di musica state ascoltando? Come ti senti? Ti fa male la testa?”
“No, grazie. Va tutto bene Zia.”
“Sei sicuro di quello che dici? Non mi stai mentendo?”
“Se fossi stato male non sarei andato da nessuna parte e non avrei partecipato a questa festa.”
“Benissimo. Se torni tardi questa sera ricordati che ho lasciato la chiave sotto all'ingresso sotto al tappeto.”
“Grazie per avermelo fatto sapere Zia.”
Fu la prima a riattaccare. La sua voce sembrava calma, simile a quella che aveva prima che succedesse il fattaccio. Questo mi rendeva un po' più sereno.”
Cominciai a sorseggiare qualcosa di alcolico, non sapevo nemmeno cosa fosse. La musica, i ragazzi che ballavano la mia amica che continuava a riempirmi il bicchiere di non so cosa. Arrivava gente nuova di continuo. Era tutto fantastico.
Quella sera alla festa, forse a causa di ciò che era successo con Zia la sera precedente, mi resi conto subito che l’unica cosa che mi andava di fare era bere con la speranza di liberare dalla mia mente i sensi di colpa. Dopo qualche ora e non so quanti shottini decisi di far ritorno a casa di mia Zia. Chiamai un Taxi e venti minuti dopo giunsi a destinazione.
C'erano già due macchine parcheggiate vicino alla casa. Una era di Zia Lina e l'altra di suo marito.
Mi sentivo a disagio, per vari motivi, non solo per quello che avevo fatto con mia Zia ma soprattutto per come si era conclusa la loro ultima “conversazione” in mia presenza.
Dopo essermi fatto coraggio, entrai in casa, e mi resi subito conto che stavano succedendo cose di ogni genere. C'erano alcuni oggetti sul pavimento, alcuni mobili erano fuori posto e dal secondo piano proveniva un certo trambusto. Quando son salito di sopra ho visto lo stronzo di mio zio che trascinava Zia Lina per i capelli.
“Bastardo di un cane, lasciala andare.” gli ho urato contro mentre gli saltavo davanti.
“Gianni, ti supplico, non farti coinvolgere.” gridò Zia.
“Cucciolo ascolta cosa dice la stronza di tua Zia.” abbaiò quell’uomo disgustoso.
“Ora ti colpisco con un cazzotto e ti stendo.” gli dissi con risolutezza.
“Prova a farlo coglione.” ruggì Vittorio mentre faceva cadere sul pavimento Zia Lina nel tentativo di sferrarmi un pugno per colpirmi il volto.
Sono riuscito a schivare il colpo e afferratogli il braccio ho provato a romperglielo senza successo, del resto era più grande e più grosso di me.
Mentre lottavamo l'uno contro l'altro, cademmo sulle scale e scivolammo giù al piano di sotto. Dopo essere ruzzolati entrambi sul pavimento mi sono ritrovato sopra il corpo di Vittorio, mi sono alzato prontamente e l’ho preso a calci, son bastati un paio di colpi decisi ai reni per fargli perdere la voglia di continuare a combattere.
“Adesso ti ammazzo!” abbaiò lo stronzo di mio zio. “Tu merda... sei venuto a casa mia e pretendi di insegnarmi come comportarmi con mia moglie? Cos'altro vorresti fare qui? Vuoi anche scopartela?
“Questa non è casa tua! L'abbiamo comprata insieme. Il figlio di mia sorella ha tutto il diritto di comportarsi come se stesse a casa sua. Comunque, divorzierò da te e venderò la mia quota! Se preferisci tenerlo per te, paga in anticipo e goditela ma senza la mia presenza.” risuonò la voce di Zia Lina.
Vittorio diventò rosso di rabbia, ma avendo notato che mi stavo preparando a lottare nuovamente contro di lui si limitò a sbuffare e se ne andò via. Un minuto dopo si udì il rumore di un motore e vidi dalla finestra la sua auto che si allontanava.
Caddi sul divano, strofinandomi la tempia che avevo sbattuto poco prima, durante la colluttazione, due volte sui gradini delle scale e poi contro il tavolo .
“Gianni! Nipote mio carissimo.” risuonò la voce dolce della Zia.
Le sue mani mi afferrarono la testa e la premettero contro la sua. Una sorta di piacere si diffuse dentro di me perché potevo sentire di nuovo il suo calore e il suo inebriante profumo. Piangeva e singhiozzava con gli occhi pieni di lacrime. La capivo perfettamente. Il marito la tradiva e la picchiava con violenza ed io, il nipote, ero stato costretto a battermi con lui per difenderla e proteggerla dal porco di suo marito, usando la forza per porre fine a tale sofferenza. Le sue labbra toccarono la mia testa e la baciarono più volte. Decisi di metterle un braccio intorno alla vita e cominciai ad accarezzarle la schiena.
“Nipote mio.” sussurrò con dolcezza.
Mi alzai senza smettere di abbracciarla e decisi di baciarla sulle labbra. Quando le nostre labbra si intrecciarono, lei si bloccò, ma non oppose alcuna resistenza:
“Bambino mio.... Cosa stiamo facendo? Sono tua Zia, la sorella di tua madre...”
“Devi solo dire NO, una parola di due lettere se vuoi che smetta."
“Non voglio dirlo e non lo dirò.” rispose mia Zia sorridendo e riprese a premere nuovamente le sue labbra sulle mie. Restammo così a lungo, baciandoci.
“Vai in camera tua e aspettami.” mi sussurrò Zia.
Entrato nella mia stanza, mi sono spogliato completamente e, come il giorno precedente, mi sono coperto con un lenzuolo. Presi il mio telefono, lo spensi e lo poggia sul comodino di fianco al letto.
Aspettai disteso sul letto per quindici minuti che sembrarono un'eternità e finalmente la porta della stanza si aprì.
Mia Zia entrò nella stanza indossando della lingerie di lusso, calze autoreggenti con balza di pizzo, un perizoma in filo aperto anteriormente e un corsetto sottoseno coperto di strass che lasciava completamente liberi i seni. Un rossetto rosso fuoco adornava le sue labbra. Si avvicinò al letto con andatura felina, io sfilai il lenzuolo dal mio corpo mostrando ai suoi occhi il mio cazzo duro e pulsante come non lo era mai stato.
Zia ha afferrato con la mano il mio cazzo iniziando ad accarezzarlo, subito dopo lo ha infilato completamente nella sua bocca e dopo averlo lubrificato totalmente con la saliva si posta cavalcioni su di me facendolo scivolare nella sua vagina.
“Voglio che tu sia mio completamente ed io voglio essere tua come non lo sono mai stata per un altro uomo, perché per me, oggi, sei diventato l’uomo più importante della mia vita.” mi sussurrò dolcemente.
“Sono tuo, voglio essere tuo per sempre.” le risposi eccitatissimo.
Per alcuni minuti le nostre lingue avviluppate continuarono ad assaporarsi mentre le nostre mani accarezzarono i nostri corpi.
Ho sollevato il suo corpo con la forza delle mie braccia facendola adagiare distesa accanto a me. Ho cominciato a riempirla di baci, le ho succhiato i capezzoli mordendoli leggermente con i denti…. a mia Zia piaceva davvero quello che le stavo facendo.
Portai il mio capo ancora più in basso, scivolando giù, le baciai le morbide cosce e lei allargò le gambe mostrando ai miei occhi la sua vagina completamente bagnata e depilata. In quel momento ho fatto ciò che avevo sempre sognato e che non avevo avuto ancora la fortuna di mettere in atto. Spinsi il ​​volto sulla sua vagina e inalai profondamente per sentire il profumo che emanava. Zia Lina emise un gemito non appena poggiai le mie labbra sulla vulva e con le mani sul mio capo spinse con forza come se volesse essere penetrata dalla mia testa. Ha spinto talmente tanto, trattenendomi tra le sue gambe e impedendomi quasi di respirare.
Succhiai il clitoride con passione, con la lingua lo titillai mentre Zia gemeva in modo forsennato. I suoi gemiti mi risuonavano nelle orecchie come fosse stata la mia canzone preferita. Premette le cose con più forza contro le mie guance e accarezzò i miei capelli.
Il suo sapore era delizioso e mi spingeva a leccare questo fiore senza alcuna sosta.
Zia Lina mise le mani sotto le ginocchia e sollevò le gambe e io potei vedere il buco del suo culo. Bagnai generosamente le labbra con la saliva e le baciai dolcemente l'ano cercando di penetrarlo con la lingua. Lei gemette ancora, mi strinse la testa fra le mani e la tenne ferma. Ho continuato a lungo a baciarle il culo mentre il naso si immergeva totalmente nella fica ormai fracida di umori vaginali. Le gambe della Zia iniziarono a tremare convulsamente, emise un urlo e un liquido caldo e salato mi schizzò sul viso ricoprendolo completamente.
“Prendimi adesso, tesoro mio. Infilzami con il tuo cazzo poderoso e fammi sentire tua come una donna desidera essere per il suo amante.”
Sono salito sul suo corpo e l’ho penetrata con un poderoso colpo di reni. Lei urlò, sembrava stordita, e avvinghiò al mio corpo con le gambe e le braccia. Mentre la scopavo più forte che potevo ci siamo baciati.
Era la prima volta che facevo sesso con una donna, era tutto meraviglioso. Il mio cazzo avvolto in un guscio caldo e bagnato dal quale fuoriusciva ritmicamente per poi rituffarsi con forza mi regalava sensazioni stupende. Ho persino chiuso gli occhi per quanto fossi emozionato.
Zia mi premette la testa contro la sua e mi sussurrò all'orecchio quanto si sentiva bene insieme a me in quell’istante.
Sollevai il mio torace dal petto di Zia e senza sfilare il mio cazzo dalla sua vagina mi sistemai in posizione tale da poter sollevare il suo corpo. Mi alzai completamente in posizione eretta e scopai mia Zia in piedi, mentre lei si teneva stretta a me aggrappandosi alle mie spalle. Il rumore dei nostri corpi che si scontravano e i gemiti riempivano la stanza di suoni eccitanti. Non riuscii a tenerla stretta a lungo e cademmo di nuovo sul letto ma, diversamente da poco prima, io ora ero sotto e mi godevo il modo in cui Zia Lina, in groppa su di me, eseguiva una straordinaria danza sessuale. Le accarezzai i fianchi e le strizzai i seni. Zia prese le mie mani e le posò sulle sue cosce perché desiderava che io le accarezzassi mentre mi cavalcava.
“Zia sei bellissima, sei perfetta, sei la donna che ho sempre sognato.”
Si crogiolava per i miei complimenti e per la mia ammirazione baciandomi con sensualità immensa.
Afferrai i suoi fianchi con forza e cominciai a scoparla con forza estrema. I suoi occhi cominciarono a roteare all'indietro e decisi che quello era il momento migliore per riempirla di sborra.
Le dissi: “Ti amo.”
Un secondo dopo, anche lei fu in preda all'orgasmo e cominciò a dimenarsi sopra di me e alcuni secondi dopo mi è crollata addosso respirando affannosamente e mi ha detto: “Anch'io ti amo, piccolo mio.”
Dopo essere rimasta sdraiata su di me per qualche tempo, Zia Lina si sollevò e scese dal letto ponendosi in ginocchio in modo tale che il suo volto fosse in corrispondenza del mio cazzo. Rabbrividii quando sentii il mio cazzo perdersi nella sua bocca. Con quanta dolcezza e passione lo ha succhiato, ripulendolo da ogni traccia di sborra e di umori vaginali mentre mi guardava con libidine negli occhi. Sollevai il bacino più in alto muovendo i miei fianchi su e giù per permettere a Zia di ciucciarlo meglio.
“Questo è ciò che amo di più…” disse Zia e cominciò a farmi un pompino profondo. Dopo poco ho ricominciato a gemere e, afferrandole la testa con le mani, ho cominciato a scoparle la bocca come poco prima avevo fatto con la vagina. L'orgasmo arrivò molto rapidamente e mi colpì come un fulmine. Ho sborrato nella sua bocca.
Zia rese il tutto più delizioso ai miei occhi, allargò leggermente la presa delle sue labbra sul mio cazzo e lasciò che lo sperma cominciasse a fuoriuscire colando dalle sue labbra per formare dei rivoli bianchi sul mio cazzo imbrattato di rossetto rosso, per poi risucchiare lo sperma ingoiandolo tutto.
Dopo aver gustato tutto il mio sperma Zia si è sdraiata accanto a me e io l'ho abbracciata, eravamo entrambi felici, lei ha poggiato una gamba sopra le mie e si è premuta sulla mia spalla, pochi minuti dopo ci siamo addormentati entrambi.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Vacanze a casa di Zia Lina:

Altri Racconti Erotici in incesto:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni