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Serena e la sua migliore amica Katia


di Membro VIP di Annunci69.it OrsoB
26.04.2025    |    1.299    |    0 9.8
"Aprì loro la porta e le feci entrare..."
Mia sorella e la sua amica, quel giorno, tornarono a casa tardi, era già buio. Aprì loro la porta e le feci entrare. Non si reggevano in piedi, sembravano ubriache. Corsero in bagno senza nemmeno salutare.
“Perché le ragazze vanno in bagno sempre in compagnia? Hanno paura forse di fare brutti incontri? Devono reggere la candela vicendevolmente?” (frase che dalle mie parti si usa dire quando qualcuno senza motivo ti accompagna a fare qualcosa senza che ci sia bisogno di farlo).
Mentre loro erano in bagno, io mi recai in camera e pensai: “Andassero al diavolo, sono sempre ubriache quando tornano a casa.”
Iniziai a guardare la TV quando mi accorsi che le ragazze, dal bagno, si erano recate in cucina. Sentì tintinnare dei bicchieri o delle tazze, iniziarono a parlare e a ridere fragorosamente come fossero idiote e pensai: “Si! Fai vedere il dito medio a un ubriaco e lui comincerà a ridere. Anche queste persone sono felici, spesso senza nemmeno sapere per quale motivo lo sono.”
Parlavano a bassa voce ma io riuscivo ugualmente a sentire ciò che dicevano. Sbagliavano se pensavano che io non potessi capire nulla di ciò che dicevano.
Dopo un po di tempo mi accorsi che avevano smesso di parlare. Katia, l'amica di mia sorella, completamente ubriaca, si era addormentata seduta ad una sedia, con la fronte poggiata sul tavolo.
Mia sorella era ancora sveglia forse perché sopportava meglio l’alcool oppure aveva bevuto meno della sua amica.
Serena entrò nella nostra stanza e rivolgendomi la parola disse: Fratello aiutatemi, per favore. Bisogna far distendere Katia sul letto.
La voce di mia sorella sembrava miele puro. La dolcezza le scorreva fluida nelle vene quando aveva bisogno. Quando, invece, non necessitava di nulla, non ti degnava nemmeno di uno sguardo.
Indipendentemente da ciò che mi frullava per la testa in quel istante mi resi conto che Katia non sarebbe mai stata in grado di strisciare da sola sul pavimento fino a raggiungere il letto. Mia sorella dissentì in merito alla mia proposta di lasciarla dormire in cucina seduta su una sedia coprendola con una coperta per non farle sentire freddo.
Katia non mi aveva mai fatto nulla di male, io le ero indifferente come lei lo era per me. In quella particolare circostanza lei per me era solo una ragazza ubriaca e addormentata che aveva bisogno di un piccolo aiuto. Dovevo mettermi in moto, dovevo darmi da fare e aiutarla.
Quando l’afferrai per trasportarla sembrava essere fatta di gelatina. Pensai: “Sarà una seccatura trascinare una cosa del genere. Ti sfugge dalle mani.”
Nonostante tutto ci riuscimmo a trascinarla a letto, anche se i nostri sforzi sembravano fatti apposta per distruggerla. Per essere più preciso, ho provato a distruggerla trasportandola molto maldestramente. Mentre lo facevo ho pensato: “Si sveglierà domani e avrà tutto il culo coperto di lividi.”
Gettammo il corpo di Katia sul letto di Serena e ci sedemmo entrambi uno di fronte all’altra.
Io e mia sorella condividevamo una stanza. Se l'appartamento fosse stato più grande, probabilmente ognuno di noi avrebbe avuto la sua stanza, ma così non era e quindi dovevamo essere comunque contenti di quello che avevamo.
Bene, buttata a letto Katia, l’abbiamo girata a pancia in giù perché se avesse cominciato a vomitare non sarebbe morta soffocata dal suo stesso vomito.
Mia sorella dopo aver depositato Katia andò in cucina, tolse i piatti sporchi dalla tavola e li ripose nel lavandino. Mia sorella domani avrà molte cose da fare in casa, dovrà ripulirla da cima a fondo. Subito dopo Serena si recò in bagno, questa volta da sola, visto che Katia era impossibilitata ad accompagnarla e infine dopo aver trascorso in bagno diversi minuti rientrò nella nostra stanza come se avesse già smaltito l’ubriacatura. Era riuscita, senza l’aiuto di nessuno, a prepararsi per andare a letto e a indossare una vestaglietta.
Si pose a sedere sulla sedia della sua piccola scrivania, piegò una gamba sotto di sé e appoggiando l'altra sul letto sul quale giaceva Katia.
Il suo modo di mettersi seduta mi piace sempre, soprattutto quando non indossava le mutandine. C'era molto da vedere e lei non si è mai preoccupata di nascondere le sue nudità. Lei sa che quando è seduta in quel modo il mio sguardo è indirizzato esclusivamente ad ammirare ciò che ha fra le gambe, non si preoccupa che io la stia guardando proprio lì, sembra come se le piacesse mostrare ciò che è proibito far vedere.
Del resto, come è possibile che sia proibito mostrarsi nudi al proprio fratello o sorella, se si dormire nella stessa stanza?
Nonostante abbia visto lo spettacolo tante volte, voglio comunque guardarlo.
Osservandola seduta fui certo che stesse pensando a qualcosa. “Cosa c'è da pensare sorella mia?” dissi tra me e me.
Mia madre le aveva affidato il compito di prendersi cura di me e della casa, invece lei se ne andava in giro a fare festa e a ubriacarsi.
“Se io dicessi a mia madre quello che fa ogni sera mia sorella disattendendo gli ordini ricevuti, non avrà paura di essere picchiata?” No, nostra madre non la picchierà, ma potrebbe farle la predica e privarla della paghetta settimanale.
“Cosa sarà meglio: essere picchiati dalla propria madre o rimanere senza soldi. Se fossi al posto di Serena preferirei ricevere una sculacciata, tanto nessuno sarebbe in grado di vedere i lividi sul mio sedere.”
Guardai mia sorella seduta e fui certo che stesse pensando a qualcosa. “Cosa potrò estorcerle in cambio del silenzio. Sto cercando di capire su cosa posso contare.”
Mentre entrambi eravamo assorti nei nostri pensieri, mia sorella aveva deciso di scioccarmi subito con un premio per il mio silenzio, in modo che non potessi rifiutare l’offerta e all'improvviso chiese: "Vuoi scopare?"
Mio Dio! Mia sorella ha chiesto di scopare a un ragazzo di sedici anni.
Sì! Per me valeva la pena farlo, era come chiedere ad un uomo disperso e assetato nel deserto se desiderava bere.
Mi si seccò la bocca istantaneamente, la gola si strinse e i miei pensieri cominciarono a ronzare nella testa come scarafaggi intossicati da un pesticida.
“Com’è possibile che mia sorella abbia deciso di allargare le gambe proprio con me? Oh, andiamo! Non è possibile! E con chi allora?” ho espresso questo pensiero quasi prima di avere il tempo di pensarlo.
“Vuoi scopare con Katia?” chiese, e io pensai subito dopo: “Katia? Ma sta dormendo. Come può chiedere a Katia di scopare? Se fosse stata sveglia forse le avrebbe chiesto di farlo ma in questo istante è impossibile. Cosa importa se sta dormendo? Si può fare sesso con una persona che dorme?Certamente si, anche se non ha alcuna voglia di farlo.”
Subito dopo aver pensato tutto questo ho risposto, tenendo conto che tali proposte, solitamente, non vengono fatte più volte: “Certo che voglio scopare.”
“Bene. Andata.” replicò tempestivamente mia sorella.
Mia sorella si sollevò dalla sedia, raggiunse Katia, le sollevò la gonna e le sfilò le mutandine e allargò le gambe della sua amica. Il culo bianco di Katia catturò il mio sguardo.
Mia sorella sollevò la pancia di Katia e le mise dei cuscini per permettere al culo dell’amica di posizionarsi più in alto rispetto a come lo era precedentemente stando completamente distesa sul materasso. Oddio! Non l'avrei capito se non lo avessi visto fare da Serena.
Pensai: “Forse mia sorella è stata fottuta in questo modo, o forse l'ha visto fare da qualche parte, o gliel'hanno raccontato.”
Non m’importava trovare una risposta alle mie domande. Tutto era pronto. Io afferrai i miei pantaloni, li abbassai e poco prima di denudarmi completamente e saltare addosso a Katia mi resi conto che mia sorella non pensava minimamente di lasciarci soli.
“Resti qui a guardarci?” le domandai incredulo.
“Dove altro potrei andare? Non vorresti mica che mi andassi a sedere in cucina mentre tu scopi la mia amica?” rispose mia sorella.
“Beh... è... io... noi…” balbettai.
“Ti senti in imbarazzo o qualcosa del genere? Vuoi che mi giri dall'altra parte? Non vuoi essere guardato mentre scopi?” mi chiese Serena con fare alquanto infastidito.
Pensai: “Ma si guarda pure se ti piace guardare. Non la sopporto proprio più.” Abbassai i pantaloni e il cazzo saltò fuori dai pantaloni come un
“jack-in-the-box” e cominciò a oscillare. Saltai sul letto posizionandomi accanto al culo di Katia.
“Fermati.” disse a voce alta mia sorella.
“Che cosa? Perché mai devo fermarmi?” replicai.
“Metti un profilattico. Non ne hai uno? Non puoi fare sesso senza profilattico, non te lo permetto assolutamente.”
“Cosa? Un preservativo? Dove diavolo me lo procuro a quest’ora di notte?”
Che peccato, il sogno di tutta la mia esistenza stava per svanire miserevolmente! Dove potevo acquistare un profilattico nel cuore della notte? Mia sorella sorrise maliziosamente e dopo aver aperto il cassetto del suo comodino, prese dal suo interno una scatolina, l’aprì e sfilò con le dita un oggetto di forma circolare racchiuso in un contenitore che sembrava di alluminio.
"Ecco, prendi questo. Devi infilarlo sulla punta del tuo cazzo e srotolarlo fino a giungere ai testicoli."
In quel momento pensai che mia sorella potesse chiedermi in futuro di restituirle il profilattico costringendomi ad acquistarne uno. L’idea di avere un debito con mia sorella m’irritava e mi chiesi se ero obbligato a restituirglielo.
Presi il profilattico chiuso nella sua confezione dalle mani di mia sorella e provai a tirarlo fuori, purtroppo senza riuscirci.
Mia sorella me lo strappo via dalle mani e con i denti ruppe l’involucro che lo racchiudeva e magicamente lo tirò fuori con solo due dita. Dove aveva imparato a farlo così facilmente?
Mi porse il condom e mi chiese: Riesci a indossarlo? Sai come fare?”
Come avrei potuto saper come fare? Non avevo mai visto un preservativo fino a quel momento. Non sapevo come indossarlo. Ho provato in tutti i modi senza riuscirci e quella stronza di mia sorella, seduta, osservava la mia sofferenza e sorrideva a trentadue denti. Le avrei dato volentieri un pugno in faccia! Dopo aver preso atto dell’impossibilità da parte mia d’indossarlo, si alzò dalla sedia e mi raggiunse.
“Lasciami stare! Capirò prima o poi come indossarlo.” le dissi.
Lei prese il preservativo dalle mie mani, si mise al mio fianco e afferrò con una mano il mio cazzo duro e pulsante per l’eccitazione. Poggiò quel cerchietto magico sulla punta del mio pisello e tenendolo fermo con una mano, con due dita dell’altra mano, fece srotolare il condom lungo tutto il pene fino a giungere alle palle.
“Fatto! Vedi… è semplice, non ci vuole un genio per indossare un condom.” mi disse sorridendo e gli diede uno schiaffo sul sedere come per dire: “Adesso datti da fare, ti aspettano grandi cose. Scopa la fottuta Katia.”
Saltai sul letto. Mi posizionai fra le cosce di Katia evitando di schiacciarla e cominciai a curiosare, proprio come un cucciolo cieco che cerca di capire dove si trovi il capezzolo della madre per potersi nutrire.
Mia sorella ebbe pietà, si avvicinò e m’indicò con un dito della mano dove avrei dovuto infilare il mio cazzo.
Prima di riuscire a infilarlo impiegai parecchio tempo a causa della mia totale inesperienza ma alla fine riuscì a centrare il bersaglio.
Mentre scopavo Katia mia sorella, seduta sul mio letto, guardava, mordendosi persino le labbra per l'eccitazione.
Non avevo alcuna esperienza, mi sentivo impacciato e goffo mentre mi muovevo martellando la vagina di Katia. Se le circostanze fossero state diverse avrei provato ad esaminare e toccare con le mani la fica di quella ragazza, prima di scoparla, ma in quel momento mi sembrava di non aver tempo per farlo.
Muovevo il bacino sul culo di Katia come se cercassi di entrare ancora più in profondità nella sua fica. Come potevo andare oltre quella posizione se il mio cazzo era infilato dentro di lei fino alle palle?
Quando ho sborrato le mie braccia e le mie gambe hanno ceduto.
Ho sfilato il preservativo stracolmo di sperma con delicatezza per paura di rovesciare la sborra sul letto o sul corpo di Katia senza sapere dove metterlo o cosa ne averei dovuto fare di quel coso viscido e appiccicoso. Mia sorella è intervenuta prendendomelo dalle mani, fece un nodo, impedendo allo sperma di fuoriuscire, e lo mise sul comodino.
Quando mi sono seduto accanto a Katia, avevo il fiatone, non riuscivo a riprendere fiato.
“Già sei stanco? Non hai più voglia di scopare? Dai muoviti, andiamo a prendere un tè in cucina così ti riprendi dopo aver portato a termine questa impresa.” mi disse mia sorella.
“Cosa? Posso farlo ancora? È possibile rifarlo? Se mi autorizzi a farlo, allora certamente lo farò.”
Mia sorella alzò le spalle e disse: "Perché no? Sta dormendo. Non rivestirti, non serve. Devi essere pronto per il secondo round.”
Raggiungemmo la cucina e ci sedemmo al tavolo. Mia sorella versò del tè a entrambi e prese dei pasticcini. Non avevo voglia di mangiare, sentivo solo tanta sete e avevo bisogno di andare in bagno.
Andai a pisciare e tornai subito in cucina da mia sorella. Quando mi sedetti avvertì una sensazione di freddo sulle mie chiappe nude. Non mi ero mai seduto a chiappe scoperte su una sedia e mentre facevo queste stupide considerazioni, mia sorella si è alzata e si è completamente spogliata davanti ai miei occhi. Mi fissò col suo sguardo malizioso e mi chiese: “Cosa pensi del mio corpo? Sono più bella di Katia?”
Girandosi di schiena mi chiese ancora: “Guarda con attenzione il mio culo e rispondimi con sincerità… Quale culo ti piace di più? Il mio o quello di Katia?”
“Sei bellissima Serena. Sono sempre stato convinto di questo ed è bellissimo anche il tuo culo ma non posso paragonarlo a quello di Katia perché non ho avuto il tempo di guardarlo con attenzione, ero impegnato a fare altro con lei.”
“Bene, allora torniamo da Katia e verifica quale sia il culo più bello. Perché stare qui seduti ancora a parlarne?” mi rispose mia sorella.
Raggiunta la nostra stanzetta mi sono seduto accanto a Katia, l'ho guardata e l'ho persino toccata con le mani, le ho palpato e accarezzato le chiappe e le morbide cosce provando una sensazione di piacevole morbidezza.
Serena, seduta sul mio letto di fronte a me, mentre io tastavo l’amica ubriaca e totalmente inerme, sollevò i piedi, poggiò i talloni sul materasso del letto, allargò le gambe e, poggiando i palmi delle mani dietro di se, sollevò il bacino permettendo al suo culo di sollevarsi dal letto. Assumendo questa posizione Serena mi permise di guardare perfettamente non solo il buco del suo culo ma anche la vagina completamente spalancata. Lo spettacolo era sublime. La sua fica era completamente bagnata da un velo di secrezione vaginale che la rendeva luccicante e rivolgendomi la parola disse: “Bene? Adesso puoi pronunciarti fratellino mio. Secondo te quale dei due culi e delle due fiche apprezzi di più?”
Mi eccitai da morire nell’osservare quel meraviglioso spettacolo e l’erezione del mio cazzo fu immediata e potente. Guardai ancora la fica di Serena e subito dopo spostai il mio sguardo sul mio cazzo duro e dissi: “Dobbiamo inserire urgentemente il mio cazzo nella fica di Katia perché ho paura che possa esplodere.”
Mia sorella scese dal letto velocemente, prese un altro preservativo e lo srotolò con maestria sul mio cazzo proprio come aveva fatto poco prima.
Io mi posizionai a quattro zampe dietro la schiena di Katia pronto a scoparla per la seconda volta. Mia sorella mi guardò mentre mi accingevo a chiavare l’amica e disse: "Lo stai facendo nel modo sbagliato."
Vedendo il mio sguardo interrogativo e spento, mi spiegò: “Mettiti in ginocchio, poggia le mani sul suo culo e allarga le chiappe. Avvicina la punta del tuo cazzo all’apertura della fica e io con la mia mano ti guiderò per facilitare la tua penetrazione.”
Ancora una volta mi diede il suo aiuto e il suggerimento si è rivelato davvero più comodo e piacevole.
Questa seconda scopata con Katia è durata molto più a lungo della prima. Ho impiegato molto tempo per sborrare una seconda volta e quando finalmente ci sono riuscito, mia sorella mi ha sfilato il profilattico pieno di sperma, lo ha annodato, proprio come aveva fatto la volta precedente e l’ha appoggiato sul comodino.
“Pensi di volerla scopare una terza volta?” mi disse Serena.
“Non credo di riuscirci. Forse più tardi, ma non sono certo.” risposi.
“Allora togliamo i cuscini da sotto la pancia di Katia e lasciamola dormire tranquilla.” replicò mia sorella.
Togliemmo i cuscini e sistemammo l’ignara e inerme amica di mia sorella facendole assumere una posizione più naturale.
Subito dopo mi recai in bagno a lavarmi per togliere il sudore e lo sperma residuo sul mio cazzo mentre mia sorella andò a preparare qualcosa da mangiare. Abbiamo mangiato e mia sorella, non essendosi rivestita mi ha permesso di ammirare ancora il suo bellissimo corpo nudo.
La fica di Serena era magnifica, aveva un colore rosa pallido e il clitoride sporgeva in modo molto evidente. Aveva un grande seno, con piccole areole al cui centro sporgevano capezzoli grandi come un pollice e scuri che contrastavano con il pallore della sua pelle.
Non appena finimmo di mangiare mia sorella disse che forse era ora di andare a dormire ed io fui d’accordo. Quando entrammo nella nostra stanza, essendo occupato uno dei due letti da Katia, Serena mi chiese: “Ti da fastidio se dormiamo nello stesso letto?”
Come avrei potuto dire di no dopo tutto quello che io e lei avevamo fatto quella sera? Ci siamo distesi l’uno accanto all’altra ed essendo il letto a una sola piazza Serena ha dovuto farsi abbracciare da me per non cascare giù.
Sentivo sul mio petto la pressione del suo corpo mentre stringevo con le mani i suoi seni grandi e sodi. Sentivo il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle. Ero stordito dalle sensazioni dovute al contatto fisico con mia sorella che scatenavano in me un piacere immenso, nonostante ciò ci siamo addormentati ma….
Mi sono svegliato nel cuore della notte abbracciato al corpo di Serena che era posizionata di schiena su di me. Io le stringevo con le mani ancora i seni e il suo culo premeva proprio sul mio cazzo.
La consapevolezza di quella posizione mi ha fatto pensare a cosa avevo fatto con Katia poche ore prima. Ho guardato il culo di mia sorella e subito ho avuto una erezione e così, senza pensarci due volte, ho spinto il mio cazzo tra le chiappe di mia sorella.
Lei ha sollevato la gamba libera, ha afferrato il mio cazzo con la mano e lo ha sistemato dove doveva essere per facilitare la penetrazione. La fica era già bagnata, lei spinse indietro il bacino e il cazzo scivolò al suo interno senza trovare alcuna difficoltà. Cominciò a muovere il bacino ritmicamente, permettendo al mio cazzo di muoversi avanti e indietro, dentro di lei, senza che io mi muovessi.
“Non sarò mai d'accordo con chi dice che tutte le donne hanno la stessa figa. Differiscono per odore, sapore e dimensioni. Sia in termini di reattività che di capacità di accoglienza degli ospiti. A volte mi sembra che la natura li abbia creati con materiali diversi per donne diverse. Alcuni sono realizzati in seta, altri in morbida lana, altri ancora in materiali sintetici e altri ancora in pelle scamosciata. E così via. Se fossi stato più esperto, a quel tempo, mi sarei reso conto subito che scopare mia sorella era ben lontano dal fottere Katia. Il piacere che Serena mi trasmetteva era molto più intenso rispetto a quello generato poche ore prima dalla sua migliore amica.”
Quella notte mentre eravamo distesi sullo stesso letto, ci siamo lasciati trasportare dal ritmo del tango, accelerando sempre di più i nostri movimenti, finché non sono diventati come un rullo di tamburo.
Ad un certo punto ho spinto più volte con forza il mio cazzo nella fica di Serena, ho spinto il mio cazzo il più dentro possibile e ho cominciato a sparare sperma in questa morbida, calda e umida profondità. Questa volta non c'era nessuna barriera fra noi, nessun preservativo ci separava.
“Non avresti dovuto venire dentro di me.” le parole di mia sorella pronunciate in un sussurro sommesso risuonarono come un tuono nella mia testa.
“Porca miseria! Questa è mia sorella!” pensai e rabbrividendomi, mentre i pensieri cominciarono a colpirmi la testa come martelli.
“Hai paura fratellino?” disse Serena, voltandosi verso di me e guardandomi. Le parole mi rimasero bloccate in gola.
“Non aver paura. Lo volevo anch'io. Desideravo che sborrassi dentro di me senza alcuna protezione.” con queste parole scese dal letto e andò in bagno. Mi sedetti e fissai senza espressione il letto di fronte, dove dormiva Katia. Quella stronza dorme e non pensa a niente. E per colpa sua ho scopato mia sorella. Dare la colpa dei propri problemi a qualcun altro è sempre più facile e ti fa sentire meno colpevole rispetto a quanto tu sia.
Mia sorella ritornò in stanza e disse: “Perché non dormi? Mettiti a dormire, non è successo nulla di grave e irreparabile. Tutto è normale. Desideravo fare sesso con te. Pensavo di farlo prima, ma mi avevi detto che eri stanco e poi ti sei addormentato. Avevo anche preso un condom per farlo con sicurezza. Adesso dormi. Abbracciami e dormi. Sono stanca anch’io.”
Al mattino Katia e mia sorella si sono svegliate prima di me.
Quando sono entrato in cucina, erano già sedute lì e si erano già lavate. Katia indossava l'accappatoio di mia sorella, troppo piccolo per lei e le spuntavano fuori le tette.
Senza dire una parola, mia sorella mi versò del tè e mi passo un piatto con dei biscotti. Mentre mangiavo mi resi conto che Katia mi stava osservando attentamente senza proferire alcuna parola. Dopo aver mangiato, mia sorella, quando Katia uscì dalla cucina per recarsi nella nostra stanzetta a rivestirsi, mi prese da parte e disse: “Gliel'ho detto. Sa cosa le hai fatto.”
Spalancai gli occhi spaventato, avvertì una vampata di calore e probabilmente divenni paonazzo. Mi sarei lanciato da un balcone se ne avessi avuto il coraggio.
“Non farti la pipì addosso. Ho detto a Katia che hai indossato i profilattici e le ho mostrato quelli usati e annodati che avevo lasciato sul comodino.”
"Quindi?" dissi ancora spaventato.
“Tutto bene. Questa sera la riporterò qui. Te la darà lei stessa. Adesso, visto quello che ti ho permesso di fare sia con Katia che con me, datti da fare e rimetti in ordine e pulisci tutta la casa. Io è Katia dobbiamo uscire, abbiamo diverse cose da fare in città.”
Per quello che è successo e per la possibilità che si ripeta sarei stato disposto a pulire la casa con la lingua.
Mentre mia sorella e la sua migliore amica stavano uscendo gridai: “Non state fuori di casa troppo a lungo. Tornate presto qui perché non mi piace stare da solo.”

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