incesto
Come scopa mia madre - Il mio dopo! -
di geppettino2003
08.09.2024 |
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Da mamma avrei dovuto carpire i problemi del giovane marpione nella fase del suo crescere, nel diventare uomo! Rapita dalle mie voglie non oppormi a quei..."
… Avete presente l’emozione che si prova quando, finalmente, si riesce a soddisfare una curiosità che ci incalza da tempo….Continuo a leggere dei suoi patemi. Una confessione che sconvolge, e non solo, il mio essere ed i miei pensieri Chiedermi come è possibile, come possano essergli nate queste assurde e sporche fantasie,, e non riuscire a trovare le giuste risposte.
A quei dubbi assalirmi, tremare!
- Con papà assente, i tuoi giorni sempre uguali. Nascondi il tuo desiderio, diventi anonima, orribili reggiseni offendono la sensualità del tuo splendido seno. Neghi a te stessa il tuo vero essere, sottraendo a me ogni pur minima possibilità di sapere.
Nessun tuo segnale di cedimento, alcuna opportunità di scoprire!
Come fossi appagata dalla razione di un piacere soddisfatto.
Chiedermi come è possibile! Come plachi quel tuo essere la splendida troia del mio sognarti!
I giorni trascorrere, e percepire il crescere del tuo nervosismo, un malessere non affievolirsi, anzi acuirsi sino a farti diventare irascibile, nervosa, scontrosa anche con me, tuo figlio!
Nei tuoi occhi lo sconforto. Il viso incupito l’espressione tesa, perso lo splendido sorriso.
Ti privi, e mi privi, della tua femminilità. Come avessi perso l’aggressività della femmina in calore. Sopprimi il tuo piacere per non turbarti, così non turbare me! -
Le esigenze della famiglia imporre al mio uomo trasferte lontano da casa, essere assente anche per intere settimane. Accettare il dover subire sacrifici necessari, rinunce dovute per il bene di tutti, ma soccombere a lunghe notti sola nel nostro grande letto.
Quelle assenze, sempre più costanti, indebolirmi, così pretendere, prima di ogni sua partenza, la mia abbondante razione di peccaminoso piacere.
Al tempo trascorrere quelle mie focose notti diradarsi.
- Se questo è, e so che lo è, allora mi chiedo come appaghi da sola quel tuo intimo essere spudorata e troia. Così non cessare il mio sporco desiderio e subentrare una nuova fantasia:
MAMMA COME GODI SOLA?
ANCORA PIÙ MORBOSA LA SUA FANTASIA NELLO SPINGERSI OLTRE?
Ormai mi è certo il susseguirsi di miei errori, non cercati, ne voluti. Ma non sapere quali!
- Le nostre sere soli sul divano, un normale trascorrere del tempo, attenta nel privarmi del tuo segreto intimo.
Aspetti che il telefono squilli. In poco riesco a dare un senso a quel tuo negarmi il rossore del viso colorarti le gote. Alzarti di scatto, attimi e sorridermi, sottraendoti frettolosa al mio ammirare la languida espressione di una femmina pronta ad un intrigante calore.
Così sfruttare l’occasione! Avere l’opportunità di poter scoprire il tuo diverso essere femmina sola.
Pochi minuti e, come se il silenzio della notte mi fosse complice, ascolto il tuo chiacchiericcio dietro quella tua porta chiusa.
Parole sussurrate.
Mi ci vuole poco per immaginarti sopraffatta al crescere del tuo respiro. Sento che ti si strozza in gola agli eccitanti effetti di sicure esperte mani scorrere sul tuo nudo corpo.
E come se le vedessi vogliose scendere, a fil di pelle, sui fianchi, lentamente risalire, cercare il meraviglioso seno, liscio, morbido che, stretto, ti esplode tra nervose dita. Con il corpo che so in fermento, cerchi capezzoli estremamente sensibili, sicuramente dritti come chiodi. Ti vedo palpare piene mammelle, compiacendoti del tuo seno procace e prosperoso.
L’anta della porta chiusa diventare il mio schermo privato sul quale scorrono le immagini di una magnifica porno star da far invidia alle migliori attrici delle mia, ormai, diventata selezionata collezione di film hard, quelli più sconci e porcelloni.
Sdraiata sul grande letto apri spudorata le gambe, ti contorci al piacere di un erotico fare.
Ti stai bagnando!
Al salire dei tuoi gemiti, non controllo le mie di mani avendo chiare le risposte alla mia nuova fantasia.
Dio come vorrei che il tutto mi fosse palese! -
ADESSO MI È CHIARO QUALI SONO LE MIE COLPE!
Confusa mi leggo in frammenti del mio essere. Per quello che sono!
In quei lunghi periodi di attesa subire le mie voglie, tentare di sopprimerle, ma non sempre riuscirci!
- Ascolto un primo fremito ad un dito sfiorare la caldissima fica, ad un sussulto nel torturare umide, e vogliose labbra, segue un secondo dito perdersi nell’intimo spacchetto. Al crescere di un eccitante fare, non resisti ad un terzo dito infilarsi nella disponibile fica. Si muovono ritmici. Senti il turgido clitoride reagire di vita propria. Non riesci più a trattenere mugolii di intenso piacere al fare di dita spaziare tra la fica e gonfi capezzoli. Nel tuo topico momento, il corpo trema, il capo, nervoso, scuotersi, chiudi gli occhi, ad un secco urlo di piacere.
Arrivi all’orgasmo.
GODI!
Dio che spettacolo sarebbe esserti davanti, spudorato ed eccitato in quel tuo momento!
Volermi imporre di contenere il crescere della lussuria ma non riuscirci. Attimi dove la ragione è sconfitta, troppo intenso il piacere. Non resisto.
Ad occhi chiusi sborro!
Mamma ti ho dedicato la sega più eccitante della mia vita. Ho goduto con te, solo per te, diventata la mia unica, splendida, porno attrice!
Dopo esserti sfogata lunghi minuti perché il tuo essere moglie torni madre!
Scuotermi al mio irriguardoso fare. Mamma scusami! Si di offenderti nel rubare il tuo intimo a tua insaputa e, per questo, mi condanno!
NON HA PIÙ LIMITI!
Diventato irriguardoso nello scrivere delle sue morbose fantasie. Ma in quei suoi assurdi pensieri trovo molte verità. Riconosco i miei errori.
Mi è chiaro il certo suo eccitarsi. Immaginarmi per quella che sono e abbandonarsi ad uno sporco solitario piacere. Inevitabile!
Spaventata chiedermi come potrà mai essere possibile tornare indietro!
Difficile!
- Nell’imminenza del rientro del tuo uomo, la definitiva conferma. Resto rapito dalla tua metamorfosi. In niente trasformi quel sofferto scialbo essere. Abbandoni il tuo anonimo vestire, ti proponi sensuale. Ammiro il sinuoso corpo esaltarsi. Gonne più corte, un palmo sopra il ginocchio, frivoli gli spacchetti esaltare tornite cosce, abbini candide camice sfacciatamente scollate, lasci che traspaiano gli accesi colori dei ritrovati trasgressivi reggiseni. Pantaloni sempre più attillati ad osannare il bel culetto. Larghi maglioncini dare corpo ad un morbido seno di dondolare libero, anche al mio cospetto.
Schernirti davanti a me. Sorridere maliziosa.
In quel tuo sguardo quasi volermi giustificare la tua debolezza di femmina. Arrossisci al mio ammirarti agghindata e sexy (diventi maiala!) pronta ad infoiare il tuo uomo con alto il culto della tua splendida sensualità. -
Quel suo interpretare il mio fare ancor di più sconvolgermi.
È VERO IO SONO COSÌ!
Alla forte paura che, nel suo essere lontano, cerchi distrazioni, ed averne certezza ai suoi rientri a casa. Netta la sensazione di quel suo ardore scemare, come se la forte passione si stesse, lentamente, trasformare in rispetto.
Ecco il perché di quel mio seducente propormi.
Cercare soluzioni!
Con alta la mia voglia spingermi oltre alla ricerca di trasgressive provocazioni. Sempre pronta e disponibile ad offrirmi calda per il mio uomo. Attenta la meticolosità del mio vestire, ho accentuato il mio saper essere una sfrontata puttana! Sfruttare ogni occasione per arrapparlo come un maiale.
Si è vero, in quei fine settimana, ho fatto sbavare il mio amato compagno, l’ho fatto eccitare davanti alla mia quarta abbondante e rigogliosa, con i capezzoli sempre turgidi e dritti, pronti ad essere leccati, succhiati e morsi. Restare senza reggiseno e, qualche volta, non indossare intimo, così costringere le sue fantasie a pensieri tremendamente volgari e perversi.
In quel mio fare accorgermi del suo guardarmi, e sorridere amorevole a sguardi farsi interessanti nel risalire la mia figura. Lasciarlo libero di intendere che, come ogni donna, ho bisogni, voglie, desideri da soddisfare condividendoli con il mio uomo.
Nel ricambiare il mio sorriso, malizioso lasciarmi intendere del condividere il mio fare e compiacersi a quella forma di esibizionismo che è parte di me.
Cosi, con l’affetto di mamma, coinvolgerlo chiedendo suoi commenti al mio ridiventare moglie innamorata.
Ma mai un dubbio del suo immaginare quali i miei nascosti pensieri, alle strategie sul come la femmina trasformarsi da madre in vogliosa troia!
- Sono attratto da quel tuo corpo, una visione puttanesca, e, sempre più sconvolto, contenere morbose erezione, difficile da mascherare al tuo cospetto. -
Da mamma avrei dovuto carpire i problemi del giovane marpione nella fase del suo crescere, nel diventare uomo! Rapita dalle mie voglie non oppormi a quei suoi prolungati abbracci. Accettare il suo baciarmi con la piacevole emozione nel suo apprezzare il candore di una pelle vellutata.
Non dare un più giusto senso al percepire del suo diventare duro ed, al contrario, meravigliarmi con l’orgoglio di madre.
SONO STATA INCOSCIENTE!
Scopro che ho alimentare la sua sporca fantasia. Ecco quale è la giustificazione del suo fare, ma resta forte il mio condannare sporchi pensieri!
- Nel tuo proporti convincermi che la sei tu a stimolare fantasie, immagini, eccitazioni. Che il tuo gran bel culo arrapi, ecciti, invogli di essere preso. Ormai sono certo che sei tu che non ti accontenti di ciò che ricevi, forte il netto convincimento che sia tu a volere di più.
Sei tu a provocare!
Guardandoti mi convinco dai tuoi atteggiamenti che sei tu a dare i primi segnali, sei tu ad offrirti nel morboso gioco del - do ut des - Tu diventare attrice, come comprassi il piacere! -
RICONOSCO È TUTTO VERO!
Quella femmina del suo scrivere sono io!
Troppo alto il desiderio, la voglia, e lasciarmi sopraffare dal tormento, incurante della sua presenza in casa, cercare ogni occasione per offrirmi troia.
Non cerco più amore ma sesso, forte intenso, coinvolgente e sporco!
- Il tuo proporti provocante fica non sfuggire al mio diventato interessato sguardo. Giri per casa con vestaglie velate, corte, nere, sempre aperte davanti con sotto striminziti perizoma. Il tuo è un continuo show per il tuo uomo, un continuo cercarlo, provocarlo, in casa convinta di essere sola.
E sale sempre più alta la mia voglia di voler scoprire come scopi!
SCONVOLTA!
Devo riconoscermi più di un errore. Nell’attribuirmi colpe, forse doverlo e poterlo giustificare, ma sono sempre sua madre e non poso certo condividere quel suo assurdo desiderio.
- Mamma al raccogliere da terra il tuo nero perizoma in pizzo intriso del tuo piacere, annusarne l’essenza della femmina, il cuore battermi in gola, il cazzo diventare durissimo ad un perverso contatto. Non sono riuscito a frenare una emozione indescrivibile! Segarmi pensando al tuo corpo, al tuo essere sensuale e provocante. Al tuo essere Troia! e Godere ai potenti schizzi di un assurdo piacere!
Scuotermi al mio fare. PENTIRMI!!!
Avere paura di aver oltrepassato quel limite che va ben oltre la sola fantasia! -
Mamma non intendo offenderti, lungi da me, non ti chiedo di capire, né di giustificarmi, se puoi però assolvimi dal mio peccare!
So che mi è impossibile averti, ma se mi leggessi, forse potresti capire!
A giorni partire. Un lungo periodo solo. Un assenza dovuta, imposta, da me, voluta, pretesa, con forte la speranza che esserti lontano, non vederti sempre più troia, possa contribuire a lenire un desiderio che, devo, purtroppo riconoscere sta diventando pericoloso! -
DIO MIO!
Ecco i perché del suo insistere nel voler andar via! Imporsi con la determinazione di figlio!
Pur controvoglia subirla.
Lo scritto interrompersi, ma adesso do per certo, non la sua sporca fantasia.
La mente torna alle nostre telefonate. Il suo incessante chiedermi della presenza del padre, voler sapere quando in casa.
Sapermi sola e chiamarmi a sera tardi certo del mio essere a letto. In quei giorni assiduo il suo cercarmi.
Avere oggi certezza, che pur lontano non ha abbandonato i suoi pensieri, non ha cessato le assurde fantasie.
CRISTO!
Do ora un senso al suo sussurrare, ai suoi lunghi silenzi, ai quei respiri interrotti. Non era lo sconforto del suo essermi lontano, bensì essere vittima di sconci pensieri, di morbose fantasie e di quali perverse fantasie!
Immagino come avrà passato le sue notti, con il mio essere essergli accanto al buio?
Lunghi minuti di assilli interrotti dalla presenza alle mie spalle del mio compagno, ed in un solo attimo sorrido maliziosa.
Seduta a quella sua scrivania, appena il tempo di chiudere il quaderno, accavallare le gambe, le sinuose cosce libere di esaltarsi dalla corta gonna.
Lo stavo aspettando!
Nel suo sguardo il desiderio di me, nel mio la presente voglia di cazzo!
Dal gran troione che so essere, piroetto sulla sua poltroncina, allargo con fare molto porco le cosce. So che impazzisce a quel mio provocarlo con la mia troiaggine. Gli offro una visione paradisiaca che oltrepassa le sue più porche fantasie. Indosso quella mia lingerie cercata invano per mesi, anni, e mai trovata sempre sapientemente nascosta.
Vogliose sue mani perdersi nei miei lunghi capelli, le dita massaggiare le tempie, sostare sull’affusolato collo, scivolare sul petto, soffermarsi sul disponibile seno.
Complice subisco l’intrigante attacco, illanguidita reclino la testa all’indietro, sospiro profondamente. Tremo a dita pizzicare sensibili, e gonfi, capezzoli. Ad un lungo palpeggiamento, sospiro a labbra umide scivolare sul mio collo, baciarlo, poi delicatamente leccarlo. La punta della lingua lasciare una scia di calda e morbosa passione.
Non resisto!
La mia morbida lingua circoscrive labbra carnose, un attimo e mi perdo nella voluttà di un appassionato bacio. Solo i rispettivi gemiti farci compagnia. Solo un attimo e sventolarmi sfrontato il bel cazzo. Un signor uccello da gustare mi sfida. Lo lecco tutto, dalla base alla punta, senza tralasciare i coglioni gonfi, da spudorata troia li prendo in bocca, li succhio. Ascolto il salire dei suoi mugolii.
Le sue mani sul capo cadenzano il ritmo del mio fare, sospira, geme mentre ingoio, senza toccare con le mani, un cazzo che palpita furioso e che non ho mai sentito così teso, duro, grosso Ci vado sopra di bocca, l’ho imbocco a piene labbra, la testa su e giù con movimenti da paura, godo di un piacere che mi è difficile descrivere, ma che fa tremare il mio uomo come un fuscello. Geme ad un sopraffino lavoretto da femmina calda ed esperta che sa veramente far godere come un uomo merita.
Ho un fare raffinata nell’arte del pompino e quel suo duro cazzo ora mi devasta la bocca.
“Che troia che sei! Puttana sai succhiarmi anche l’anima!”
Il suo etichettarmi troia esalta il mio essere porca.
Libero completamente la puttana che è in me, stando attenta a non farlo sborrare subito. Non voglio!
Ingrifato mi invita ad alzarmi, di schiena le sue mani scorrere i miei sinuosi fianchi, le dita raccogliere l’orlo della corta gonna, sfiorare a piene mani le superbe cosce. Gustarsi lunghi istanti di una pelle liscia e arrapante. Carezze con movimenti lenti, risalire sino raggiungere un meraviglioso culo.
Sfrontato appoggia la palpitante verga che spinge imbestialita su invitanti, e disponibili, chiappe. Il suo respiro cresce, ansima, si strozza mentre il duro cazzo spinge.
Morbosa mi struscio!
Riprende a riempirsi le mani del mio corpo, io a muovermi sempre più troia pronta a farmi inculare fino allo svenimento.
Con il cazzo inumidito dal lungo lavorio di bocca, gli occhi chiusi, le braccia tese sulla scrivania a contrapporsi alle sue poderose spinte, facile il suo incularmi.
SI AMO PRENDERLO NEL CULO!
Aprire gli occhi e, quel suo quaderno, riportarmi al suo scritto, alle sue fantasie, i suoi pensieri e, a quel suo desiderio, trasformarmi ancor di più in spudorata troia.
È tutto vero quel suo descrivermi
è parte di me. Mi riconosco donna calda, molto passionale sempre col fuoco in mezzo alle cosce, pronta a farmi sbattere! Sono fondamentalmente puttana. Mai contenta del mio uomo del suo farmi godere. Volere di più sempre di più, esaltarmi tra le sue braccia,
pretendere di più. Perché dovermi accontentare! Perché privarmi del piacere?
Il suo immaginarmi maiala ed il mio esserlo veramente. Si è vero!
Tendo le braccia sul piano della sua scrivania spingo il culo sul suo duro cazzo, lo voglio tutto dentro. Meraviglioso il suo ripetuto pulsare, gonfiarsi
Il mio corpo tremare ai colpi della dura verga. Le sue mani impazzite sui fianchi governano il suo sbattermi furioso.
E come se il corpo soccombesse alla mente, complice, cedo ad un piacere che mi devasta. Godo gridando come da tempo non mi accade. Vivo uno degli orgasmi più intensi della mia vita!
Nel percepire dell’imminente suo orgasmo, mi sfilo da lui, china, stringo forte il cazzo tra ospitali mammelle, le mani spingono la rossa cappella tra le carnose labbra, la lingua saetta furiosa, la accompagnano ad una famelica bocca pronta a farmi modellare le guance!
"Mi fai impazzire! Lo vedi in che stato mi riduci, non ce la faccio più….mmmhhh….PUTTANONE VENGO…."
Sborra sul mio bel viso come un toro imbizzarrito. Schizzi potenti, ripetuti, continui. Tanta di quella sborra da colare lungo il nudo corpo. Un caldo seme scivola sul seno, a piene mani lo spargo, do sollievo ad infuocati capezzoli. Porca con due dita in bocca assaporo, estasiata, il suo godere, con lui che, svuotato, sfiancato, distrutto sospira soddisfatto il suo di piacere.
Stento a controllare il mio respiro, quel quaderno ancora tra le mie dita, scossa chiedermi se
fosse stato in casa cosa avrebbe immaginato nell’ascoltare l’intenso salire del mio piacere, cosa gli avrebbe suggerito la sua fantasia, in che modo avrebbe raccontato il mio godere. Avrebbe trovato il coraggio per assistere o, sconvolto dall’eccitazione, dedicarmi solo il suo sporco piacere.
Scossa sopprimo assurdi pensieri per dedicarmi ad una notte da trascorrere nella mia più pura follia!
L’areo è atterrato. Mi sposto dal gate dove ho lasciato suo padre. Sarà assente per le prossime due settimane.
Ritorno madre e, a passi veloci, chiedermi se lo stare lontano un lungo anno, sarà bastato a placare le sue sporche fantasie, o nel rivedermi nel mio essere ricominciare a sognare, riprendere le sue fantasie e scriverle in quel piccolo quaderno riposto esattamente dove l’ho trovato.
Non so bene cosa sperare!
Combatto con me stessa nel non sapere come affrontarlo. Spiattellargli la mia rabbia, parlarci chiedergli di giustificare il suo fare ma implicitamente dover così ammettere il mio essere troia. O meglio non dire nulla, lasciare intatto il nostro rispettivo segreto.
Pochi minuti ed averlo davanti, vederlo sorridere felice al mio esserci. Mi abbraccia, l’affettuoso suo stringermi a se cancella ogni mio risentimento. Sopprimo l’istinto di lasciargli cinque dita stampate sul bel viso.
In macchina chiedermi di suo padre. Con un po’ di misurata malizia confermargli della sua ripartenza dopo due giorni a casa.
Seguo il suo chiudere gli occhi.
Immediato accostarmi al suo pensiero, quale la fantasia, come immagina le mie provocazioni della mia intrigante notte. Quale il mio piacere.
Certa del suo riprendere a sognarmi spudorata troia, immediato un rossore colorarmi il viso, il respiro farsi lungo e prolungato.
Non lo governo!
Guido, i lunghi capelli raccolti in una sbarazzina coda di cavallo, un collo affusolato accompagna il suo sguardo a seguire il profilo del bel seno disegnare la fresca camicetta.
Un attimo per sciogliere il variopinto foulard e lasciargli scoprire che non indosso il reggiseno. Seguo il suo sguardo violentare il candido tessuto che a malapena contiene capezzoli cresciuti, disponibilissimi a farsi rinfrescare.
Per niente impacciato soffermarsi sulle tornite cosce, il frivolo spacchetto della corta gonna, esalta Il bordo di nere autoreggenti che contrasta con la chiara pelle delle affusolate gambe.
È una pelle vellutata che chiede di essere accarezzata.
Nel mio propormi sensuale e seducente, è spudorato contrapporsi il suo diventare duro.
Occhi impazziti accertarsi di un cazzo che, scatenato, palpita tra le sue gambe. In evidente difficoltà, le labbra secche, le mani nervose lottano con la sua vigliaccheria.
Pudore, vergogna, paura, svanire ad una fantasia rimasta per lungo tempo insoddisfatta, una voglia soppressa, e un desiderio ancora presente.
È sfacciato nel non fare nulla per mascherare gli effetti del mio propormi la troia della sua fantasia. Lo vedo mettere una mano sul boxer gonfio, una azione non a mascherare una splendida erezione bensì, sfacciato, ad accentuarne gli effetti.
È sconvolto davanti ad una realtà molte volte desiderata ma mai realizzata.
Se adesso osasse?
Infido un intenso calore spargersi tra le gambe e mi assale una voglia di provare un qualcosa che ancora non mi è capitato di fare.
Perché aspettare!
E se fossi io ad osare?
Il viaggio è lungo ed il tempo è poco ed è il silenzio che ci è complice in questo momento.
Al buio di una calda serata estiva, la freccia ticchettare, la macchina rallentare, l’area del parcheggio è libera.
Incrocio uno sguardo languido implorarmi di placare gli anni di intima sua sofferenza, dare concretezza a quel suo sporco desiderio, lasciargli scoprire come gode sua madre, ma voler sapere io lui come scopa mio figlio!…
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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