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MIO CUGINO LO DA A ME E AI BIKERS
di RedTales
04.05.2016 |
17.511 |
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"Forse perché era ben più giovane dei suoi amici o magari perché, almeno per quel giorno, non si ritrovava sotto quei grossi uomini o semplicemente perché..."
Lorenzo e Augusto sono due giovani cugini, ventotto anni il primo, ventiquattro il secondo che da tempo… giocano tra di loro. Il loro rapporto intimo era nato casualmente un'estate di quasi dieci anni fa in una località balneare e, nonostante gli anni passati, è un rapporto abbastanza stabile anche se ognuno conduce una vita libera ed indipendente. In ogni caso si vedono spesso sia perché sentono forte la voglia di fare del buon sesso, ma si trovano pure per passare del tempo assieme, magari andando a cena fuori o a vedere un film o fare dello shopping. E, in una di queste serate, dopo tante insistenze, Lorenzo era riuscito a convincere il suo cuginetto a seguirlo in quell'avventura. Avrebbero raggiunto Capo Nord in moto, uno alla guida e l'altro come passeggero. La grande passione di Lorenzo per le due ruote era nota e così, studiato il percorso, preparata la possente GS e rassicurato Augusto sulla fattibilità del viaggio, una fresca mattina era giunto il momento della partenza. La strada scivolò tranquilla sotto di loro fino a Rostock, dove si imbarcarono su un traghetto per Malmo, Trelleborg per essere precisi. La loro moto fu fatta parcheggiare a fianco di altre quattro imponenti Harley Davidson e, una volta ultimata l'operazione si misero comodi, togliendosi l'abbigliamento tecnico che indossavano e, dopo aver fatto un giro per la nave, raggiunsero il bar, sedendosi davanti a dei panini e due birre. La traversata durava circa sei ore e bisognava aspettare. Poco dopo si accorsero di un pittoresco e inconfondibile gruppetto di cinque bikers seduto poco lontano con il quale ben presto cominciarono a parlare. Erano tedeschi, la quarantina sicuramente passata abbondantemente per tutti, a parte uno decisamente più giovane. Questi motociclisti avevano tutto abbondante: le moto, le pance, le barbe, sempre ad eccezione di uno. Il più giovane parlava italiano poiché la madre era italiana e gli altri conoscevano tutti un po' d'inglese e quindi quello diventò il canale di comunicazione, anche se, a volte, scattava una rapida traduzione… del ragazzo. Dopo essersi presentati scoprirono che facevano lo stesso percorso fino a Capo nord e, dopo alcune ore di chiacchiere, decisero, appena sbarcati, di continuare il viaggio assieme. Così Lorenzo ed Augusto si unirono ad Anton, Conrad, Egon, Allan, quello che aveva origini italiane ed era il nipote del più anziano del gruppo, Gunther che aveva da poco passato la cinquantina e se ne vantava.La piccola e rombante carovana raggiunse dopo poche ore di guida il campeggio che i cinque avevano prenotato e, finalmente, poterono riposarsi.
I due italiani accettarono volentieri di condividere il bungalow che i tedeschi avevano prenotato. Era ampio e disponeva di letti per otto persone. Loro erano in tutto sette. La casetta, attorno ad un'ampia zona centrale con tavolone, aveva un angolo cucina e quattro camere ognuna con un letto matrimoniale oltre a due bagni, uno grande e uno più piccolino. Ottima sistemazione, pensarono i cugini e... senza nemmeno doverla cercare. I tedeschi cominciarono subito a spogliarsi restando chi solo in mutande, chi in maglietta e uno addirittura completamente nudo, coperto solo da un asciugamano stretto attorno alla vita. I due italiani li osservarono, in particolare Augusto, colpito da tanta naturalezza ma anche dal trovarsi così vicine quelle “foreste” semoventi, in quanto quattro di loro erano dei veri e propri orsi, ricoperti da un fitto ed esagerato pelo ovunque. Strideva il quinto che, oltre ad avere una carnagione quasi bianca e pochissimi peli biondini che quasi non si notavano, era magro ed era sicuramente il più giovane di quella compagnia. Lorenzo e Augusto furono felici di un atteggiamento così spigliato e fecero altrettanto, anche se il giovane cuginetto, essendo completamente e perfettamente depilato, si vergognava un pochino, ma risolse brillantemente il disagio infilandosi un paio di jeans e restando in maglietta perché aveva quasi timore nel farsi vedere completamente svestito.
Iniziò quasi subito anche il rito della doccia che quegli omoni cominciarono a fare anche in due. Adesso che poteva vederli completamente nudi, Augusto fece notare al suo amico quanto fossero ben messi anche li e quanto gli sarebbe piaciuto… farsene almeno uno. Lorenzo gli disse di parlare piano e di non guardarli con troppa insistenza perché sicuramente quei maschioni avevano altri… gusti. “Non li conosciamo, metti che siano anche dei naziskin e se scoprono che siamo gay ci massacrano di botte...” Augusto restò quasi spaventato da quest'ipotesi e smise proprio di osservare quei corpi che lo eccitavano tanto. Però, appena raggiunse la doccia il quinto, quest'ultima frase si dimostrò completamente infondata non solo perché quel ragazzetto diafano era pure lui perfettamente depilato nelle parti intime ma anche perché, appena entrato sotto l'acqua divenne immediatamente oggetto di attenzione da parte degli altri che, incuranti dei due ospiti, iniziarono a palpeggiarlo, baciarlo, leccarlo mentre lui si mise a ricambiare cercando di accontentare un po' tutti. Uno di loro, vedendo che loro li stavano fissando disse di non farci caso perché per loro era normale comportarsi così e aggiunse scherzosamente che “if you want you can play with us (se volete potete giocare con noi).” Ma quell'invito fu preso davvero da Augusto che non ci pensò un momento a togliersi quanto indossava e ad entrare nel bagno accolto da fischi e grida di approvazione soprattutto per il suo aspetto. I commenti di ammirazione si unirono alle urla e immediatamente si trovò, a fianco di Allan che gli sorrise, al centro dell'attenzione.
Per qualche istante Lorenzo ci rimase male ma poi decise di buttarsi anche lui, in fondo lo sapeva benissimo che non aveva l'esclusiva del suo cuginetto. Denudatosi si avvicinò subito pure lui ad Allan, tanto per chiarire che, anche se era molto più giovane di loro, preferiva darlo piuttosto che prenderlo e i giochi ebbero inizio. Dalla doccia quel groviglio di maschi si spostò su due lettoni. Ovviamente il nuovo arrivato sembrò essere al centro degli interessi di tutti anche perché aveva nel suo arco una bella serie di frecce: era giovanissimo, bello, depilato e sicuramente si era mostrato loro come estremamente… porco. Infatti appena lo avevano circondato lui si era immerso completamente nel ruolo che quei maschioni si aspettavano da lui, li aveva baciati dappertutto, aveva congiunto la sua bocca con le loro, li aveva leccati nel solco delle chiappe indugiando a lungo su quei pelosissimi buchi di culo e aveva fatto passare tutti i loro grossi cazzi tra quelle labbra che sembravano delicate ma erano state capaci di farli tremare dal piacere. Che dire di più, sotto quel tiepido getto d'acqua aveva fatto capire loro quanto avrebbe potuto fare a tutti loro dopo quell'antipasto. Ma se i quattro biker si erano concentrati sul giovane italiano, l'altro tedesco si era dedicato esclusivamente al motard nostrano, anche lui dimostrando di non essere da meno in quanto ad abilità di mano e bocca. Ora, per entrambi questi disponibili culetti non restava che fare ancora meglio aprendo le chiappe per ricevere quelle turgide cappelle che non desideravano altro che esplorarli… fino in fondo.
Augusto sembrava quasi impazzito tanto si dava da fare. Quattro maschi, e che maschi, tutti per lui non li aveva mai avuti. Li aveva solo sognati in qualche fantasia erotica e ci aveva fantasticato sopra su cosa avrebbe fatto se si fosse trovato in quella insperata situazione. Ora c'era dentro completamente e cercava di dare e di ottenere il massimo. Godeva nel sentire le loro grosse e grandi mani che lo toccavano dappertutto, quelle dita che si alternavano nel violarlo, quei peli che aveva in bocca e cercava di sputare, quei cazzi che continuava a stringere, uno per mano, per non lasciarseli scappare.
Il massimo che poteva aspettarsi successe quando uno dei quattro lo sollevò di peso e, subito aiutato dagli altri, lo portò sul lettone dove si trovò immediatamente in mezzo a loro che adesso potevano approfittare del suo corpo ancora più agevolmente. Ma questo lo capì subito e cercò di mettersi ancora di più a loro disposizione per condividere appieno tutto quello che gli avrebbero dato.
Lorenzo, ormai completamente preso da Allan, gli lanciò uno sguardo, immaginò quanto avrebbe goduto e abbassando lo sguardo sulla bocca del suo partner che lo stava succhiando con avidità pensò che se ne aveva momentaneamente perso uno, quello che aveva trovato era altrettanto meraviglioso.
Anche Allan il trentaduenne tedesco era felice di lui. Forse perché era ben più giovane dei suoi amici o magari perché, almeno per quel giorno, non si ritrovava sotto quei grossi uomini o semplicemente perché era… una novità.
Ovviamente per il resto del pomeriggio e per gran parte della sera in quel bungalow il sesso la fece da padrone. E ce ne fu tanto e fatto in modi talmente diversi che sarebbe estremamente limitativo descriverne solo una parte. Ma il momento in cui il giovane italiano raggiunse il paradiso fu quando, in quell'orgia a sette, si trovò inginocchiato sul letto esattamente difronte all'altro ragazzo tedesco, che era pure lui inginocchiato, e con le loro bocche incollate in un infinito bacio mentre gli altri cinque maschi continuavano ad alternarsi con i loro cazzi in quei due culetti ben sollevati e completamente allargati. E quella lunghissima scopata, sempre al massimo, riuscì a portarlo ad un orgasmo che fu così forte che gli fece letteralmente cedere le braccia. Si piegò in avanti e il viso gli sprofondò tra le lenzuola, rimanendo però con il culo sempre ben sollevato. I biker poi non potevano chiedere di meglio perché in quella nuova posizione quel rotondo sederino che si offriva loro era ancora più invitante e perfetto e continuarono a scambiarsi dentro di lui rendendo ancora più potente quanto gli stavano facendo provare. Ma anche Allan, dai miagolii e dai mugolii che emetteva ci stava sguazzando in quella situazione, solo che, probabilmente, non era la prima volta che la viveva e, pur apprezzandola, ci era abituato.
Furono ore di sesso intenso che continuò fino all'ora di cena quando si ritrovarono tutti e sette abbastanza stanchi e concordarono di non andare in città ma decisero di fermarsi nel ristorante del camping. La cena, pur seduti sullo stesso tavolo, li vide divisi in due gruppi, uno con i due più giovani che si trovarono molto vicini per il loro vissuto e che, parlando in italiano, si inoltrarono nei meandri più segreti delle loro confidenze mentre gli altri parlarono per tutto il tempo di moto e motori nel loro inglese un po' sgangherato.
E quell'eterogeneo gruppetto sembrava proprio tagliato con il coltello perché in parte beveva e rideva chiacchierando ad alta voce mentre l'altro quasi sussurrava e si scambiava complici sguardi.
Lorenzo scoprì di avere ben otto anni meno di Allan ma di condividere con lui l'età della prima esperienza e, a quel punto, i vicini quasi sparirono e il loro vissuto prese il sopravvento e iniziarono a raccontarsi…
Allan gli confidò che nel giorno del suo quattordicesimo compleanno lo zio Gunther, proprio quello seduto due sedie più in la, e che allora aveva trentaquattro anni gli propose il fiammante scooter che desiderava tantissimo a patto che, assieme a quello, prendesse anche… il suo cazzo. Ci pensò un attimo ma appena vide quello splendore a due ruote e quel corpo muscoloso non ebbe dubbi e… chiuse la porta del garage: “quel pomeriggio sono tornato a casa con lo scooter e con una nuova esperienza che da quel giorno non è più terminata.”
“Anche per me il primo è stato proprio lo zio, il fratello di mamma, che viveva con noi. Pensa che coincidenza… stessa età e… sempre lo zio. Ma il mio non mi ha dato lo scooter... Io lo adoro mio zio. Mi ha fatto scoprire tutto di me...”
“E lo vedi ancora tuo zio?”
“Si.”
“E...”
“No. Mi piacerebbe ma lui dice che… non ho più l'età...”
“Che stronzo! Sei splendido. E poi sei giovanissimo...”
Rise e spostò l'interesse sull'altro zio.
“Tu invece lo zio… te lo porti dietro...”
Rise: “sempre. Non ho mai smesso. Fino ai diciotto mi ha avuto in esclusiva, poi… mi ha condiviso con gli amici. Allora era un gran bel ragazzo, non aveva la pancia come adesso e nemmeno una barba così. Peloso si, è sempre stato molto peloso ma gli sono sempre piaciuti i ragazzi senza peli. Anche zio Gunther mi ha fatto scoprire tutto… Mi ha regalato il sesso e mi ha fatto scoprire quanto è bello e come fossi perfetto per… farlo” e sorrise. “E Augusto?”
“Un caro amico. Ci conosciamo da sempre perché siamo cugini e abbiamo cominciato presto a giocare tra di noi. Ci divertiamo ancora anche se non è più come all'inizio ma a lui piaccio ancora tanto e anche lui non è male… Ma a te cosa piace fare...”
“A me piace sentirmi usato... lasciarmi fare, rimanere passivo mentre qualcuno gode con il mio corpo e contemporaneamente mi fa godere mentre io lo lascio fare completamente. Mi piace sentirmi come una donna che si concede all'altro, aspettando solo che la sua voglia e intraprendenza riesca a farla volare. Ovviamente posso obbedire alle sue richieste ed eseguire quanto mi chiede, ma sarà sempre lui a muovere i fili ed io il burattino che si lascia manovrare. Non so quando ho cominciato a desiderare questa situazione, ma credo molto presto. Così mi sento libero di ricevere e non obbligato a soddisfare. Non devo fare, sono gli altri... e quindi la loro soddisfazione, ma anche la mia, non mi coinvolge, se non come oggetto che realizza le loro voglie. Non so se mi sono spiegato...”
“Si, si, ti ho capito benissimo perché tutto questo è molto vicino a quello che provo anch'io. Anche a me piace lasciarli fare ed accettare passivamente tutto quello che vogliono. Si, si è così che mi piace: ricevere quello che mi danno e aspettare che lo facciano senza dover fare nulla. Impazzisco quando mi fanno distendere sul letto e pensano a tutto loro. Mi riempie di gioia solo l'idea e già questo mi porta ad un'eccitazione che poi si completa mentre mi scopano.”
E continuarono a raccontarsi fino alla fine della serata e, anche se interrotti e disturbati più volte dagli altri, non smisero di confidarsi fino a che non rientrarono nel bungalow.
Si era fatto tardi e tutti quasi contemporaneamente se ne andarono a dormire. Qualcuno in mutande, altri anche con la maglietta, Lorenzo ed Augusto con un pigiama. Solo Allan si spogliò completamente.
“Dormi sempre tutto nudo?” gli chiese Augusto. Lui sorrise e fece di si con la testa: “a volte hanno voglia all'improvviso e io… voglio essere pronto...”, quindi gli diede un bacio e si infilò nel lettone con lo zio. Per quella notte non successe nulla e la mattina successiva ripresero la loro strada.
Uno dei tedeschi chiese all'italiano di fargli da passeggero e lui accettò, ritrovandosi ben presto la mano del pilota appoggiata sulla sua gamba. Lo lasciò fare e la cosa continuò a lungo.
Dopo più di un'ora di viaggio, mentre Anton continuava a massaggiare la gamba di Augusto Conrad cominciò a rallentare e alla fine accostò al bordo della strada. Scese dalla Harley e si avvicinò ad Allan che saltò subito giù dalla moto e, dopo essersi tolto il casco, gli si incamminò dietro dirigendosi pure lui verso dei cespugli a qualche decina dimetri dalla strada.
Lorenzo pensò che stessero andando a fare un bisognino ma, seguendoli con lo sguardo mentre gli altri si stavano togliendo i caschi, si accorse che appena Allan lo raggiunse si abbassò i pantaloni di pelle sotto i quali non indossava nulla e si piegò leggermente in avanti mentre l'altro, cingendolo con le mani ai fianchi, gli si appoggiò contro iniziando un inequivocabile movimento che non lasciava dubbi sul cosa si era messo a fare.
Egon, vedendolo fissare la scena gli disse: “ogni tanto ci viene la voglia e… ci divertiamo con poco… a volte così, a volte nei cessi dei bar o degli autogrill. A lui piace… si diverte. Sai con le Harley vibra tutto e… ti diventa duro così… Al tuo piace?”
In quel momento Lorenzo non seppe proprio cosa rispondere e balbettò un: “non saprei… magari potrei provare...” e rimase a guardare mentre Augusto gli si avvicinò, pure lui con lo sguardo fisso su quei due tedeschi. Dopo una buona manciata di minuti si separarono e fu ancora più evidente quanto avevano fatto perché Anton, ritornando verso le moto, si stava sistemando i pantaloni e chiudendo la cerniera. Allan, altrettanto in fretta, si tirò su i pantaloni e subito dopo raggiunse, sorridente, la compagna che, con estrema naturalezza, come se quella sosta fosse stata una fermata per un caffè, si preparò per ripartire. Allan incrociò lo sguardo sorpreso di Lorenzo e gli strizzò l'occhio e, appena salì sulla sua GS, gli montò dietro stringendosi a lui. Erano appena partiti che sentì la sua mano scivolargli tra le cosce e abbassare la cerniera per poi intrufolarsi sotto gli slip…
E la strada, fino a Capo Nord era ancora lunga.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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