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DITO, DILDO E... MANO NEL BUCHINO


di RedTales
23.02.2015    |    27.158    |    9 9.0
"Lo ripropongo per raccogliere nuovamente tutti i testi assieme..."
Racconto che avevo già pubblicato su Annunci69 ma su un profilo che non esiste più.
Lo ripropongo per raccogliere nuovamente tutti i testi assieme.

Sembrava uno come tanti. Avevo risposto ad un suo annuncio. Diceva di avere quarant'anni e di cercare un culetto in cui infilare un dildo. L'annuncio era curioso e il mio buchetto era, qualche mese fa, alla disperata ricerca di qualsiasi cosa disposta a penetrarlo. Perché non provare. La sua risposta fu molto gentile. Mi spiegò che cosa voleva fare e sollevò, garbatamente, forti dubbi sulla mia reale età. Ci scambiammo le mail ed io potei mandargli qualche foto per convincerlo che avevo veramente ventun anni. Lui me ne mandò altre con dei dildo posizionati in altrettanti sederini. Il gioco mi sembrava bello, magari, pensavo, dopo mi fa anche assaggiare il suo cazzo. Così, come capita a chi cerca... avventure, concordammo un incontro.
Preferì non venire nel mio appartamentino perché riteneva il suo camper molto più discreto.
Si, ci trovammo all'interno del suo mezzo. Lo incontrai in un parcheggio dove mi stava aspettando. Lui era al volante ed io, passando davanti dovevo fare un saluto con la mano. Era il solo camper del parcheggio. Non fu difficile. Scese subito e mi colpì per l'abbigliamento. Indossava un perfetto completo grigio con giacca e cravatta. Pensai che non era il massimo per... un pomeriggio di sesso. Mi incuriosì anche la sua estrema gentilezza. Forse eccessiva. Per un attimo pensai ad un possibile tranello ma ormai ero li e decisi di salire. Mi fece entrare dalla porta nel retro. Carino: al centro c'era un salottino e, in coda un bel lettone già pronto. Mi chiese di restare seduto dietro, in posizione non molto visibile e messosi al volante raggiunse il centro, dove parcheggiò con attenzione e poi scese a fare il ticket. Era un uomo sulla quarantina perfettamente nella norma. Non aveva niente di particolare o di curioso da sottolineare o... ricordare. Chiuse la parte anteriore e salì da dietro anche lui, oscurando con attenzione le finestre ancora aperte e separando la cabina con una tenda. Mi chiese se avevo veramente ventun anni, aggiungendo che ne dimostravo anche meno. Poi si interessò delle mie precedenti esperienze e sembrò quasi sollevato quando gli dissi che a me piace sentire un bel cazzo nel culo e che ne avevo già presi diversi. Senza dire altro si spogliò completamente, piegando e riponendo con gran attenzione i vestiti nella mansarda. Restò solo con i calzini. Lo guardai attentamente. Era proprio un tipo nella norma. Ne grasso ne magro, ne alto ne basso. Il suo pene era riverso in avanti e le palle penzolavano. Insomma, uno qualunque. Io feci altrettanto e mi accorsi che non solo non mi degnò neanche di uno sguardo ma neppure allungò le mani per toccarmi. Quasi tutti gli altri, quando mi spogliavano, facevano apprezzamenti sul mio fisico o sulla pelle chiara e liscia e, immancabilmente, allungavano le mani o sul pisello o sulle chiappe che, regolarmente, venivano palpate.
Lui non fece nulla di tutto questo. Pensai che c'era qualche cosa di strano nel suo comportamento ma sembrava così gentile. Mi sedetti sul bordo del letto e lui mi ritornò a domandare se ero convinto di quello che facevo e se la cosa mi piacesse ancora.
Gli dissi di si. Prese da un armadietto una valigetta tipo quelle per gli attrezzi, la posò vicino a me e, aperta, mi mostrò i dildo che conteneva. Erano di tutte le forme, dimensioni e colori. Con gli occhi che mi sembrò gli luccicassero per la gioia, mi informò che lui godeva un mondo ad infilarli nel culo di chi stava con lui. Sempre affabilmente mi chiese ancora se fossi disposto a farmeli mettere.
Gli dissi ancora di si precisando che se mi avesse fatto male glielo avrei detto e lui si sarebbe fermato. Mi rassicurò cominciando a raccontarmi la storia di quegli oggetti in modo assai dettagliato, per passare poi a descrivermi le penetrazioni anali, citando greci e romani e dissertando sulla sodomia nei secoli e tante altre cose al punto che adesso mi sembrava un po'... fuori di testa. Quando finì il racconto mi pregò di mettermi a pancia in giù sul letto con due cuscini sotto la pancia. Mi sistemai come voleva. Si, effettivamente adesso avevo le gambe ben divaricare e il culo bello proteso in alto e ben aperto. Lui restò immobile in contemplazione del mio culo per un po', accarezzandolo con un dito che, per qualche minuto, continuò a girare attorno all'apertura. Improvvisamente mi ripeté se stavo comodo e se poteva cominciare. Sinceramente tutte queste richieste e gentilezze mi stavano sembrando fuori luogo. Tutti e due sapevamo bene cosa eravamo venuti a fare e... volevamo farlo.
Mi fece vedere un piccolo pene rosa e mi informò che avrebbe cominciato con quello. Non risposi ma pensai che quell'oggettino era ben poca cosa rispetto ai cazzi che avevo già provato. Mi spalmò un bel po' di crema sul culo, passando con attenzione tutto attorno allo sfintere e infilandone anche parecchia dentro. Appoggiò il dildo sul buchetto e, premendo un po', lo fece scivolare dentro. Quasi non lo sentii entrare tanto era sottile.
“Tutto bene? Ti ho fatto male? Va bene così? Ti dispiace se faccio un po' di foto?” Mi sparò quattro domande in sequenza e, stanco gli risposi un po' sgarbatamente che quello che faceva mi piaceva e poteva farlo quanto voleva senza chiedermelo ogni volta che voleva farlo. Se mi avesse fatto male glielo avrei detto subito. Forse restò interdetto dalla mia risposta brusca ma si riprese subito finendo di infilarmelo dentro e cominciando a farlo andare su e giù. Si, si lo sentivo ma non mi procurava alcuna sensazione particolare. Probabilmente era troppo sottile. Tolto questo, lo sostituì con un dito, infilandolo e sfilandolo più volte. Fece anche delle foto.
“Adesso passo a questo” riprese mostrandomi un pene estremamente realistico. Ecco, questo poteva essere di una misura normale, almeno per quello che avevo visto finora. Spalmò ancora pasta, come se non ce ne fosse già fin troppa e appoggiò l'oggetto sul buco, ruotandolo come per far si che entrasse da solo.
“Vai, spingilo dentro. Lo sento bene così” Mi accontentò subito. Il buchetto fece un po' di resistenza ma poi cedette facilmente, lasciandolo entrare tutto. Lentamente lo sentii arrivare fino in fondo. Adesso si che la sensazione era piacevole. Quell'affare mi frugava nei punti giusti procurandomi un piacere niente male. E più lo muoveva più il piacere aumentava. Anche con questo continuò per un bel po', fermandosi ogni tanto per tirarlo fuori tutto e per poi rimetterlo dentro. Vidi parecchie volte il flash, evidentemente il mio culo lo ispirava.
Quando smise di giocare con questo mi infilò due o tre dita nel buco e le fece scorrere su e giù parecchie volte. Anche qui fece delle foto. Ad un certo punto si fermò e, girando la testa lo vidi assorto ad osservare il mio culo ad un palmo di mano dal suo viso.
Questa volta gli dissi io se andava tutto bene. Si riprese subito dicendo se volevo passare alle misure più... impegnative, visto che con queste non avevo incontrato... ostacoli. “Si può fare” fu tutto quello che mi riuscì di dirgli.
Mise via quella cassetta e ne prese un'altra. Appena la aprì vidi tre grossi affari pronti per l'uso. Prese il più piccolo, che tanto piccolo non era. Sarà stato buoni venti centimetri per almeno cinque di diametro. Riempì anche questo di lubrificante e lo posizionò. Pensai che non sarebbe stato facile ma il mio culetto, ormai ben slargato dalle penetrazioni precedenti lo accolse agevolmente. Faceva un po' di male, ma poco e, in ogni caso, era compensato dal piacere che mi dava lo sfregamento di quell'affare dentro di me. Era veramente piacevole e quel dentro-fuori risultava così naturale che se ne accorse anche lui, perché mi domandò di nuovo quanta esperienza avevo fatto alla mia età. Risi e non risposi. Ormai il mio pene era da un bel po' in erezione perché tutte quelle stimolazioni anali avevano fatto il loro... dovere. Anche questa volta mi penetrò a lungo e fece parecchie foto poi, lasciandomi quell'oggetto ben piantato tutto dentro il culo mi domandò se volevo provare il pezzo forte. Senza aspettare la mia risposta mi mostrò una specie di palloncino da rugby al quale era collegato un tubo con una pompetta. Gli chiesi cos'era e mi spiegò che, una volta infilato, si poteva gonfiare e allargare.
Questa volta quell'oggetto mi lasciò veramente spiazzato. Neanche immaginavo potesse esistere qualche cosa del genere ma la curiosità e la voglia di piacere ebbe il sopravvento sui dubbi e acconsentii al suo uso. Inoltre mi sembrava una gran brava persona. Un po' strana ma, in questo mondo, ognuno ha i suoi gusti. Evidentemente a lui piaceva tantissimo vedere un culo ben aperto...
“Te lo lascio dentro finché preparo questo, così rimane dilatato” aggiunse mentre riempiva di crema anche questo oggettino. Terminato mi sfilò quello grosso e lo sostituì subito con l'altro.
“Adesso comincio a gonfiarlo” Lo sentii subito premere dall'interno. Mi dava una sensazione strana. Dopo alcune pompate si fermò e cominciò a passare le dita tutto attorno all'apertura. Seguiva la sagoma di quella specie di palloncino per poi risalire fino allo scroto e ripetere il percorso. Era estremamente piacevole. Riprese a gonfiare e, all'improvviso lo fermai. Mi scappava la pipì. Disse che adesso lo sgonfiava, ma io non avevo tutto quel tempo. “Lascialo dov'è. Non posso aspettare. Mi scappa con urgenza. Devo andare a farla subito”. Evidentemente la vescica, già carica dal tempo passato li e pressata non riusciva a reggere. Si alzò e mi mostrò dov'era il bagno. Mi accorsi che dovevo camminare con le gambe larghe per quella insolita presenza che mi era rimasta dentro. Davanti al water cercai di farla ma mi fu difficile, perché l'erezione c'era ancora e, pur piegandolo verso il basso, non riuscivo a urinare. Finalmente cominciò ad uscirne un po' e così mi scaricai, anche se assai lentamente, facendo durare molto quel... bisognino. Sentendo la pompetta dondolarmi tra le gambe, con una mano mi toccai il culo. Dentro c'era un bel palloncino, piuttosto grosso e il mio buco era proprio ben dilatato. Forse troppo. Lui, intanto, era venuto vicino a me e si era messo a pisciare. Osservai il suo cazzo completamente floscio e notai che, praticamente, non mi guardò i genitali neanche per un attimo. Certo che la cosa era curiosa. “Forse è già troppo largo. Forse è meglio toglierlo.” bisbigliai non molto convinto. Lui allungò la mano sulla mia che stava ancora toccando l'ano e poi la portò sul suo culo. Anche li c'era un dildo ben piantato dentro e piuttosto largo. “Lo tengo spesso perché mi fa godere”. Pensai nuovamente che era il caso di fermarsi ma la curiosità e la voglia di provare mi fece stare zitto e, finito di pisciare, ritornai a mettermi sul letto, ben disteso, con le gambe larghe e il culo in alto. Anche il mio “istruttore anale” si mise comodo e ricominciò a toccarmi il buco facendo sempre scorrere le dita attorno a quell'oggetto e poi fino allo scroto in una specie di circuito che percorse molte volte, dandomi un piacere non descrivibile, simile ad un solletico moderato.
Riprese a pompare e lo sentii fare altre foto. Questa volta, quasi subito, sentii un dolore sordo interno. Forse i muscoli erano tesi fin troppo. Un altro colpo di pompa e gridai perché adesso faceva male sul serio. “Toglilo, mi fa male”
Sentii uscire velocemente l'aria e un attimo dopo quel palloncino uscì da me con una specie di schiocco. Portai le mani li e trovai un buco decisamente slargato. Ancora non si stava stringendo e potevo comodamente infilarci dentro indice e medio. Mi spostò la mano e lo sentii penetrarmi con le dita, credo con tutte. Introdotte le punte, cominciò a muoverle con un movimento rotatorio. Lo sentii mettere altra pasta lubrificante e, piano piano, la pressione della mano aumentò sul bordo ben dilatato del culo. Provavo nuovamente una sensazione piacevole. All'improvviso spinse con forza e la mano scivolò in dentro. Percepii un'altra decisa dilatazione e poi il richiudersi dello sfintere attorno al polso. Fu una scarica di piacere grande. Non so descriverla. Non avevo mai provato nulla di simile. Come una scossa forte che poi si affievolisce e che partiva dal di dentro per raggiungere tutta la zona del basso ventre. Era eccezionale quello che avevo provato.
Stavo per dirglielo quando sentii di nuovo la stessa scossa. Stava tirando fuori la mano ed io ero già percorso da un altro brivido in tutto il corpo. Mi lasciai andare a delle grida di piacere. Non sapevo se lasciarlo continuare o fermarlo. Quello che provavo era bellissimo ma mi lasciava senza fiato. Non riuscii a pensare a cosa fare per più di qualche secondo perché quella mano cominciò ad entrare ed uscire facendo allargare e poi richiudere quasi subito i miei muscoli e stimolando non so cosa che mi faceva tremare dal piacere. Sentii un'enorme sensazione che non posso descrivere e mi sentii venire tra il cuscino e la pancia. Lui continuava e ormai era un continuum di godimento. Mi sentivo stordire e forse ero già stordito da tanta eccitazione che partiva da dentro per proseguire nella zona inguinale e salire verso la pancia e il petto. Lo fece durare a lungo e io continuai a mugolare, frugare il pene sul cuscino, inarcarmi, gridare, agitarmi, rantolare senza fiato fino all'ultimo movimento di quella mano dentro di me. Ormai respiravo affannosamente con piccole prese d'aria. Mi sentivo pulsare un po' dappertutto e, ogni tanto cercavo di fare un respiro profondo perché mi sembrava di non riuscire a respirare. All'improvviso percepii la sua mano che, sempre delicatamente, mi accarezzava il buchetto. Tutto era finito. Così, all'improvviso. Portai la mia sulla sua e mi toccai. Il culo era quasi normale.
“Ti sei addormentato” mi disse a bassa voce. “Devi aver avuto un bellissimo orgasmo anale. Non ho saputo fermarmi vedendoti godere così e, quando ho smesso, ti sei rilassato completamente per un bel po' di minuti. Sembravi che dormissi”. Infatti non ricordo nulla di quell'ultima parte. Adesso però, mi scappava urgentemente di pisciare.
Mi alzai e vidi che il cuscino sotto di me era schizzato ma anche pisciato. Mi scusai per quello che avevo combinato ma mi fermò “quando godi come hai goduto tu il tuo corpo è libero e non rispetta le regole. Si è come animali che, in natura, non devono sottostare a nulla” e proseguì con frasi simili.
Non capii bene cosa disse, ma il concetto era quello. Questa volta ne feci tanta e subito. Lui era venuto li vicino e, finalmente, mi guardava l'uccello. Allungai una mano e presi il suo dildo e cominciai a muoverlo. Volevo tirarlo un po' fuori ma si spostò di scatto.
“Adesso è tardi. Devo andare”. Mise i cuscini che si erano sporcati in una cassapanca e fece lo stesso con il plaid. Osservai che, dove ci avevo appoggiato il viso era tutto bagnato, non so se di sudore o di saliva.
Seduto sul bordo del letto cominciò a vestirsi ed io feci altrettanto. Poco dopo era di nuovo nel suo completo con giacca e cravatta e il dildo che teneva nel culo immagino fosse ancora li.
Era un tipo strano, non aveva provato nemmeno a baciarmi, come fanno tanti o a toccarmi o a farsi leccare e succhiare, come fanno tutti. Non mi aveva quasi guardato. A lui interessava solo il culo. Non esisteva che quello.
“Mi hai fatto godere come non avevo mai goduto”. “Sei giovane, devi scoprirne ancora tante di cose. Mi è piaciuta questa esperienza. Sei stato molto bravo. Direi incredibile per i tuoi anni. E poi sei così aperto... Dove vuoi che ti porti?” Pronunciò tutte queste frasi una attaccata alle altre, sempre con la stessa espressione apatica sul volto. Pensandoci bene non aveva mai sorriso!
Dopo un attimo di pausa gli dissi che potevo scendere li e che mi arrangiavo. Mi fece scendere dalla porta dietro e mi diede una schedina di memoria. “Ci sono tutte le foto. Io le ho sulla memoria interna”. La presi, ci salutammo e me ne andai. Poco più in la mi girai per guardare il camper. Lui era già al volante e stava uscendo dal parcheggio. Si vedeva benissimo la cravatta. Alzai la mano per salutarlo ma non rispose, forse non mi aveva visto.

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