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LA MIA PRIMA ORGIA


di RedTales
05.02.2016    |    22.560    |    12 9.7
"Si spogliò e ammirai quel bel corpo..."
Ciao. Sono Matteo. Ho vent'anni, fisico minuto e armonioso. Ho i capelli castani molto chiari e, da sempre, almeno per quello che mi ricordo, mi sono girato a guardare un bell'uomo. Credo di aver cominciato fin da piccolo. Ma tutti, quando provavo a dire qualcosa, mi dicevano che non era una bella cosa. Ho scoperto che potevo farlo e non c'era niente di male solo verso i sedici anni, quando ho incontrato don Giulio. Mi ha aperto gli occhi e… non solo quelli su un mondo che avevo sempre sentito mio. Da allora ho scoperto, un pochino alla volta, tutti i piaceri del sesso e della complicità tra uomini. Mi sono accorto di avere un culo molto sensibile e capace di darmi piacere tanto o forse più del pisello che, a volte, schizza persino da solo se qualcuno sa prendermi nel modo giusto. Ho anche avuto per quasi un anno un compagno fisso, ma è finita. Mi sono sempre sentito bene quando è il mio partner a prendere l'iniziativa e a condurre il gioco, chiedendomi di soddisfarlo. Diciamo che mi piace lasciarmi fare, assecondando le voglie di chi incontro. E la cosa puntualmente mi eccita in un modo indicibile. Ho cercato e trovato quello che volevo, provando con ragazzi miei coetanei e con uomini di tutte le età e mi è stato facile. Sono sempre stato attento alla mia salute utilizzando le opportune precauzioni. Non per tirarmela, ma credo che sia sempre semplice per un bel ragazzo trovare un cazzo per farsi scopare...
Ho deciso di raccontavi quest'avventura facendola scrivere a Redtales perché mi è sembrata fantastica e mi ha fatto… volare. Volare alto. Molto più del solito...
Tutto è cominciato all'interno della ditta di trasporti dove ho iniziato a lavorare.
Ormai era da più di un mese che ero stato assunto. Avevo imparato a fare quanto dovevo nel magazzino e mi trovavo bene con i miei colleghi. A volte i turni erano un po' duri ma poteva anche capitare che una camion era in ritardo e allora si poteva tirare il fiato.
Ed è proprio questo che è successo una notte. Eravamo rimasti solo in due nel nostro settore e ci venne detto che per un'ora potevamo prendercela comoda. Francesco, il mio collega era proprio un bel ragazzo. Lo avevo sempre guardato con interesse ma… Quel giorno, chissà perché, mi sentivo più spavaldo e così, quando andò in bagno, con la scusa di continuare a parlargli, ci entrai pure io. Lui si mise a fare il suo bisognino mentre io gli guardai con tale insistenza il pene che se ne accorse. Mi fissò e bruscamente mi disse: “ti piace il cazzo?”.
Invece di nascondermi e negarlo, in modo sfrontato feci di si con la testa.
Senza smettere di guardarmi e girandosi verso di me, buttò li un: “lo vuoi? Se lo vuoi te lo.”
Non seppi resistere, mi avvicinai, lo presi con la mano e mi abbassai davanti a lui infilandomelo subito in bocca.
Gli feci un pompino con i fiocchi, fin che non mi venne in gola.
Tutto quello che mi disse fu un: “sei più bravo di mia moglie”.
Gli sorrisi. Da quel giorno riuscimmo a restare soli altre volte, anche se non sempre era facile visti gli orari. Però, quando potevamo, ci divertivamo. Già la seconda volta gli diedi il culo e lui se lo prese facendomi godere assai. Aveva un bel cazzo e lo sapeva usare bene. Continuammo per più di due mesi e qualche volta andai anche a casa sua approfittando dell'assenza della sua compagna.
E, fin qui, potrebbe sembrare una delle tante e solite storie tra colleghi ma la parte più bella arrivò quando il responsabile della sede mi fece chiamare nel suo ufficio.
Mi squadrò e, senza dire tante parole, mi invitò a visionare dei filmati.
Mi cadde il mondo addosso perché le immagini, anche se non ben definite erano inequivocabili. Dappertutto mi si vedeva mentre me la spassavo con Francesco. Sprofondai sulla sedia. Lui, senza aggiungere una parola si aprì i pantaloni e mi sbatté davanti il suo affare.
Era profumato, con il pelo ben regolato, decisamente interessante e… senza nemmeno pensare mi avvicinai a bocca aperta. In un quarto d'ora ci eravamo soddisfatti a vicenda.
Mentre si ricomponeva disse che la mia vita non erano cazzi suoi, ma quello che facevo durante i turni si. Addolcì subito la pillola facendomi un gran numero di complimenti e aprendo a tutto schermo un'immagine in cui ero completamente nudo e dove mi si vedeva benissimo. Apprezzò il mio fisico e il fatto che ero completamente depilato.
Parlò solo lui anche perché non sapevo proprio cosa dire e mi congedò con un:
“cosa fai dopo, quando hai finito il turno?”
“Niente… niente.”
“Ti va di venire da me?”
“Si… si… certo.”
“Non mi va di farci vedere insieme, alle sette ti passo a prendere in via Volpi, vicino all'edicola, aspettami li.”
Arrivò puntuale con il suo suv, mi sorrise e continuò a parlare per tutta la strada per lo più di come me la cavo bene nel farmi scopare. Probabilmente aveva visto tutti i video in cui ero con Francesco.
“Ti piace farti scopare?”
“Si...”
“Ma ti piace fare tutto?”
“Si.”
“Hai cominciato presto?”
“Si.”
“Quando la prima volta?”
“Sedici.”
“Ti depili sempre?”
“Si.”
Fu un fuoco di domande alle quali risposi sempre a monosillabi o con singole parole.
In mezz'oretta eravamo a casa sua e lui praticamente sapeva tutto di me mentre io non sapevo nulla di lui.
Marino mi invitò subito a fare una bella doccia con lui e, ovviamente, accettai.
Si spogliò e ammirai quel bel corpo. Aveva una cinquantina d'anni ma un fisico da far invidia a un trentenne. Mediamente peloso ma curatissimo. Non un filo di pancia e braccia e gambe giustamente muscolose. Si, era proprio bello. Mi piaceva particolarmente quella sua barba corta e ben regolata.
Non staccai per un secondo gli occhi da lui finché non mi chiese di girarmi perché voleva passarmi la spugna sulla schiena. Mi ricoprì di schiuma e quindi mi sciacquò con attenzione. Dal bagno passammo in camera dove si dimostrò non solo ben dotato ma anche molto resistente, fantasioso e… porcello. Mi informò che preferiva non usare il preservativo e, alle mie resistenze, mi rassicurò dicendo che era donatore di sangue e che per questo era sano e controllato. Lo rassicurai sulla mia salute e… ci buttammo. Mi fece godere come un riccio, strappandomi una serie di grida e lasciandomi ansimare a lungo. Forse aiutato da tutto quello che mi aveva chiesto riuscì a a farmi godere veramente tanto, facendomi arrivare proprio come piaceva a me. Fantastico. Riuscimmo a fare sesso per più di due ore e, al termine mentre eravamo sdraiati, spossati entrambi, si complimentò nuovamente: “hai un corpo fantastico, una bocca da urlo e un culo divino. E lo fai in un modo unico. Ma dov'eri fino adesso?” Gli sorrisi, accarezzandolo.
A questo seguirono tanti altri incontri con Marino, quasi tutti a casa sua, a parte qualche “sveltina” nel suo ufficio fin quando mi buttò li con noncuranza un: “ti va se la prossima volta invito tre amici e ci divertiamo tutti assieme da me?”
Come spesso mi capita quando mi trovo davanti a qualcosa di inaspettato, non seppi ragionare e nemmeno tergiversare o prendere tempo e, senza esitare, risposi di si. Lui ne fu entusiasta e quel giorno mi scopò in un modo superbo, da impazzire.
Ecco, potremmo dire che la vera storia inizia da qui.
Come dicevo, restai spiazzato ma guardando i suoi occhi blu non potei che accettare. Avevo incontrato sempre un ragazzo alla volta ma… come dirgli di no! E poi un'avventura così l'avevo sognata veramente tante volte, anche se solo nella mia fantasia. Ora che mi veniva servita su un piatto d'argento come non accettarla?
Quel giorno speciale arrivò in un baleno e quando arrivai lui era solo.
“Sono tre amici, sicuri, sani e fidati. Ci divertiremo. Vedrai che ti piacerà. Anche con loro non serve usare il preservativo. Arriveranno tra poco. Ho pensato che tu potresti aspettare di la e uscire, tutto nudo, quando ci saranno tutti. Che ne pensi?”
Mi andava bene. Mi vide sereno e forse anche impaziente e curioso e quindi, questa volta, non si perse in tante chiacchiere. Si accertò solo della mia pulizia intima. Lo rassicurai. Mi fece spogliare, accarezzandomi dappertutto per poi dirsi veramente soddisfatto di quanto fossi liscio e depilato dappertutto quando suonò il campanello. Mi lasciò solo. Cercai di origliare ma non sentii molto.
Dopo una ventina di minuti mi chiamò.
Andai nella sala dove trovai quei quattro maschioni sulla cinquantina, completamente nudi e impazienti di… farmi la festa. Ma la cosa era reciproca: loro volevano divertirsi con me e io… con loro. Lanciai un rapido sguardo agli affari che, anche se ancora… penzoloni, non erano niente male. Non ci presentammo nemmeno. Mi vennero incontro e afferrai con le mani due membri per accucciarmi in mezzo a loro per assaggiare il terzo. Me li lavorai con bocca e mani fino a che non li vidi completamente eretti e pronti per l'uso. Poco dopo mi fecero stendere a pancia in su sul tavolo e in pochi istanti mi ritrovai a gambe larghe e con uno di loro piantato nel culo e un altro in gola mentre ogni mano era intenta a masturbare i due rimanenti.
“Sembri un Cristo in croce” disse uno suscitando le risa di tutti.
All'inizio riusci a coordinare le mani ma dopo un pochino mi accorsi di non farcela a mantenere il ritmo, incalzato da quello che mi scopava in bocca e soprattutto dall'altro che ci sapeva veramente fare e mi faceva godere parecchio. Quando uscì, fortunatamente, lo sostituì uno ancor più capace che cominciò proprio a farmi tremare e vibrare dal piacere. Sentivo che cercavano di farmene tenere uno in mano ma non ci riuscivo mentre la bocca, aperta, continuava a ricevere le giuste attenzione. Tutti e quattro si fecero un primo prolungato giro nel mio sfintere, stando attenti a fermarsi in tempo.
Per il secondo giro, che si susseguì al primo, mi misero gattoni sul tavolino davanti al divano e cominciarono nuovamente a prendermi da dietro. Forse li aveva informati Marino che questa era la posizione che preferivo perché mentre non riuscivo a tenermi dal lanciare urletti per il prolungato orgasmo che mi stavano procurando, uno dopo l'altro mi inondarono l'intestino ma dopo lunghissime “pompate” nelle quali si alternarono tutti. Anche questa volta mi ritrovai in bocca alcuni di loro e… feci il mio “dovere”.
A questo secondo giro seguì una lunga pausa nella quale restammo a parlare sprofondati sul divano. Fui quasi esclusivamente io che rispondevo alle loro infinite domande mentre le loro mani mi accarezzavano senza soluzione di continuità dappertutto. Uno di loro si sistemò anche tra le mie gambe e iniziò a succhiarmelo, aiutandosi di tanto in tanto con la mano, fin quando non gli schizzai in bocca. Le mie frasi, strozzate per la mancanza di fiato che seguì l'orgasmo, fecero nuovamente ridere tutti quanti, me compreso, anche se facevo veramente fatica a trovare il fiato per ridere. Ero ancora abbastanza duretto quando ci spostammo sul lettone e, fattomi stendere a pancia in giù, uno alla volta mi vennero sopra. Bellissimo. Sentivo i loro cazzi ben piantati dentro fino in fondo e contemporaneamente il peso del loro corpo appoggiato sopra di me che mi faceva strisciare l'uccello sulle lenzuola procurandomi ancora altro piacere. Anche questa volta, probabilmente perché erano già venuti prima, durarono tutti e quattro veramente tanto e nessuno si lasciò… venire. Già a metà di questo terzo giro ero veramente stordito per le prolungate e forti stimolazioni che mi invadevano dappertutto e ancora adesso faccio quasi fatica a ricordare quanto abbiamo fatto.
Dopo mi vollero seduto sopra di loro. Dovevo essere io, con il movimento delle gambe, accovacciato sopra di loro, dopo essermi ben piantato i loro cazzi dentro a muovermi. Ma durò poco. Sebbene mi aiutassero tendomi per le braccia ero troppo esausto per farcela e così mi fecero cambiare posizione. Sempre sul letto ma quasi sul bordo e a pancia in su. Loro, inginocchiati su due cuscini, con le mie gambe appoggiate sulle loro spalle mi preso così. E pure questa volta si impegnarono davvero tanto. Vedevo e sentivo le loro pance sbattere contro di me mentre immaginavo le palle schiacciate tra i nostri corpi. A turno, quelli… in pausa, si impossessarono del mio pisello, masturbandomi per tutto il tempo, pur senza riuscire a farmi… sgocciolare. Qualcuno mi lavorò a lungo anche i capezzoli. Loro, invece, raggiunsero tutti il secondo orgasmo, sempre dentro di me. Almeno così mi ha detto Marino, perché ormai ero talmente stravolto da avere solo un vago ricordo di questa parte di quel magico pomeriggio. Quando anche l'ultimo superò il traguardo, restai stranito a guardarli fino a che Marino non mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi. Lentamente, dopo un bel bicchiere di qualcosa, iniziai a riprendermi e quando li vidi tutti e tre vestiti, pronti per andarsene, ero ormai perfettamente rientrato in me. Mi fermai ancora una mezz'oretta con Marino che mi aiutò a pulirmi e mi coccolò mentre, entrambi nudi, restammo vicini vicini sul divano. Mi chiese cosa mi erra sembrata quella piccola orgia. Non potei che confermargli quanto avevano potuto vedere e sentire tutti: “mi avete fatto morire dal piacere. E' stato bellissimo. Non finiva più...”
Ne fu contento e ipotizzò già la data del nostro prossimo incontro… da soli.
Forse vi sembrerà strano ma dopo quasi cinque ore con “qualcosa” che continuava ad andare su e giù nel mio culo anche quando tornai a casa mi sembrò, per tutta la sera e fin che non mi addormentai, di averne ancora uno dentro e quella sensazione continuò a darmi piacere. Un piacere strano anche perché si univa a quella sensazione di fastidio che mi era comparsa, forse per il troppo… abuso e che mi portava a grattarmi, infilandoci dentro un dito. Anche il pistolino mi bruciava per la lunghissima manipolazione subita. Ma già la mattina seguente era passato tutto.
Diedi il mio numero a tutti e tre e, di tanto in tanto, faccio un salto da ognuno di loro per prendermi tutte le soddisfazioni che i loro cazzi, anche se singolarmente, sanno darmi. Marino sembra persino un po' geloso quando qualcuno gli dice che sono andato a trovarlo e magari gli racconta qualche particolare super piccante della nostra scopata. Ma questo mi pare che lo incentivi a farmi godere sempre di più e… ci riesce benissimo. Purtroppo con tutti e quattro insieme ci siamo ritrovati solo altre due volte. Sembra sia troppo difficile far conciliare i nostri momenti liberi, soprattutto per loro che tra lavoro, impegni, mogli e tante altre cose sono sempre… di corsa mentre per queste cosette ci vuole… tanto tempo!
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