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Gay & Bisex

ANCHE UN PADRONE PUÒ SORRIDERE


di RedTales
09.01.2023    |    6.165    |    4 9.4
"Sento fin da fuori la musica ad alto volume e quando Pierluigi mi apre all’interno c’è un gran vociare di gente che mi sorprende e un po’ mi preoccupa..."
Avevo detto che non avrei più scritto del Padrone ma… questa è un’avventura diversa. Appena successa, fresca fresca.

Ho appena parcheggiato nel cortile di casa e squilla il telefono. È il Padrone. Fortunatamente sono in macchina e, viste le sue stravaganti richieste, so di essere libero di rispondere senza il timore che qualcuno mi possa ascoltare o vedere...
È rapido e diretto: mi vuole la sera del trenta dicembre per una festicciola. Anticipa che sarà solo sesso perché vuole fare una sorpresa a dei suoi amici. Mi ordina di vestirmi con giacca e cravatta. Mi ricorda pure che devo essere perfettamente rasato e depilato e… “con la pelle liscia e morbida” e aggiunge: “come una troia.”
Conclude dicendo l’ora alla quale dovrò presentarmi e, prima ancora che possa porre il problema, mi tranquillizza: “questi sono controllati spesso per lavoro e con loro non servono protezioni, sono sanissimi. Hai capito?” e, senza farmi dire una parola, chiude.
Penso che questa potrebbe essere l’occasione buona per… chiudere con lui perché due amici di vecchia data leggendo i racconti e… guardando le foto mi hanno consigliato di stare attento perché, a volte, “da certi giri non ci esci. Più ti massacra e più vuoi che continui a farlo. E ti piace già troppo leggendo quello che scrivi. Per me sei andato oltre. Non ti riconosco così…”
Infatti ci penso per alcuni giorni ma, confortato dal fatto che sarà solo sesso… e che ci saranno alcuni amici, decido di andarci. Immagino di trovarlo con due o tre “compagni di giochi” e che per due orette mi scoperanno e la cosa mi eccita solo a pensarla. Non riesco però a mettere a fuoco perché mi vuole in giacca e cravatta…
Inoltre mi ripeto che: “ormai gli anni passano e certe occasioni non capitano spesso e, quando ci sono… vanno prese al volo.”
Arrivo puntualissimo, proprio allo scoccare delle diciannove. Indosso un completo blu con camicia azzurra, cravatta in tinta e scarpe nere. Sotto non ho messo altro.
Sento fin da fuori la musica ad alto volume e quando Pierluigi mi apre all’interno c’è un gran vociare di gente che mi sorprende e un po’ mi preoccupa. Sono tanti!
Mi fa accomodare e mi trovo nel mezzo di una vera e propria festa. Ci saranno una ventina di persone che parlano, ballano, bevono. Tutto è completamente diverso da quanto mi aspettavo.
Mi presenta ad alcuni dicendo, quasi per scusarmi: “è arrivato appena ha potuto. Meglio un ultimo brindisi che niente…” Non capisco ma dopo poco vedo che più di qualcuno comincia a salutarlo per andarsene e scopro da una gentile signora che la festa era iniziata alle tre e finiva prima di cena.
Nel giro di un’ora la sala si svuota e la musica finisce. Ho ancora il bicchiere in mano quando mi rendo conto che siamo rimasti in sei e che quei quattro uomini mi guardano con insistenza e… credo di capire, anzi ne sono certo. Sono loro gli amici di cui parlava.
Noto anche che il Padrone ha chiuso la porta e, dopo aver abbassato le tapparelle, spegne qualche luce e quindi raggiunge il centro della sala. Preso un bicchiere, come per attirare l’attenzione di tutti, si mette a parlare ad alta voce: “cari amici vi avevo promesso una sorpresa particolare ed eccola qui. È stagionata ma vedrete che sarà una bella esperienza. È bravo nel suo mestiere e lo sa fare bene. Vedrete che ci farà divertire tutti.”
“Ma… non potevi portarci un bel ragazzo?”
“Aspetta, preferisci un bel giovane inesperto o un vecchietto porco e smaliziato?”
“Un… giovane porco e smaliziato.”
Ridono tutti.
Nel frattempo li osservo bene. Sono tutti e quattro sulla cinquantina e hanno una caratteristica in comune: una grossa pancia. Uno è stempiato, un altro ha la testa rasata mentre gli altri due hanno i capelli sale e pepe. Uno solo ha la barba. La loro statura è media, sul metro e settantacinque e sono vestiti elegantemente. Così, ad un primo sguardo sembrano i classici “padri di famiglia”…
“Ma è lui lo scrittore?” chiede uno.
“Sì, incredibile vero?” risponde il padrone di casa.
“Ma allora… allora sei tu che hai fatto le foto…”
“Sì, ma è un nostro piccolo segreto.”
A quel punto ho paura che la serata prenda una brutta piega.
“Questi mi conoscono, hanno letto di me e di cosa faccio e magari adesso…” penso quasi preoccupato di dover vestire nuovamente i panni dello slave che, in quel momento, non vorrei proprio indossare.
“E poi è una vera troia. Avete letto qualcosa, vero? Vedrete che saprà farci godere alla grande. È abilissimo con la bocca e ha un gran bel culo… sicuramente allenato. Magari adesso può anche farcelo vedere. Che ne dici Red?”
Ovviamente vuole che mi spogli e lo faccio anche se davvero non vorrei ritrovarmi a fare lo schiavetto di tutti. Non mi sono preparato per questa situazione.
Sciolgo il nodo alla cravatta e la sfilo e tolgo anche la giacca appoggiandola alla spalliera di una sedia. Con calma sbottono la camicia e resto a torso nudo. Levo anche le scarpe e alla fine pure i pantaloni. Sono nudo. Vedo gli sguardi dei quattro signori scrutarmi scendendo dalla testa ai piedi.
La sala diventa silenziosa ed è un momento, nel quale il tempo sembra quasi essere sospeso. Però dura solo un attimo perché: “che ve ne pare? Non male per la sua età...” interviene Pierluigi che si avvicina ed mi accarezza l’interno coscia per poi passare sul gluteo e continua: “liscio e vellutato come una troietta di primo pelo. Ma qui di pelo non ce n’è nemmeno l’ombra. Toccare per credere.”
I quattro mi si fanno intorno e, come se ubbidissero alla richiesta del Padrone, quasi contemporaneamente inizio a sentire le loro mani dappertutto.
Ecco, inizia così.
Li vedo spogliarsi e cerco di osservarli: lo fanno quasi in modo goffo e precipitoso. Alcuni sembrano addirittura instabili nel togliersi i pantaloni mentre uno si appoggia allo schienale di una sedia. Ci mettono poco e sono nudi anche se due restano con i calzini. A questo punto sono io che abbasso lo sguardo e, con piacere, noto subito che tutti hanno una buona dotazione. Uno addirittura ottima. Insomma, sono quattro uomini ben messi in fatto di cazzo. Quello alla mia destra è persino… già pronto. Vorrei allungare le mani per toccarli ma mi rendo conto che si aspettano molto di più e quindi mi inginocchio al centro e inizio a baciarli, a cominciare dal più moscio. Mi alterno tra tutti e quattro prendendoli tra le labbra, leccandoli e lasciandoli entrare completamente in bocca.
Pur preso da questo meraviglioso gioco ho perfino il tempo di notare che ne manca uno… Ma non riesco nemmeno a capire chi, sono troppo preso da quei “virgulti in crescita”. Li sento gonfiarsi tra le labbra fino a diventare duri e grossi e mi sento davvero felice. Provo a dedicare un po’ di tempo a tutti ma se mi trattengo troppo su uno c’è chi mi sposta la testa per pretendere la sua parte di attenzione.
Anche le mani le tengo attaccate ai cazzi dei due che mi sono ai lati cercando di coordinare i movimenti per rendere il più efficace possibile la masturbazione.
Mi piace, mi diverto e le loro ingombranti pance mi danno un senso di spontaneità e di confidenza, come pure le gambe pelose o il ”profumo” di un membro che forse oggi non ha incontrato... la doccia. Sì, sembra tutto naturale, come tra amici che si frequentano da tempo. Come se li conoscessi da parecchio e ci fossimo rivisti per “giocare” assieme… con il sesso. Pensieri, brevi pensieri che mi attraversano la mente per attimi, prima di tuffarmi nuovamente in tutto quel ben di Dio che ho davanti.
Mi lasciano fare a lungo e mi accorgo che ormai tutti vibrano di desiderio e forse quell’aperitivo sta per finire. Addirittura uno si sfila dalla bocca, forse per il timore di arrivare troppo presto al traguardo.
“Che dite se, pur continuando ad usarlo in bocca cominciamo ad utilizzare anche il culo? Così può darsi da fare con quattro al colpo...” è la richiesta di Pierluigi che pone fine a quel preludio che, detto in modo chiaro, mi sta piacendo tantissimo.
Mi ritrovo sdraiato sullo schienale del divano con una gamba appoggiata per terra e una allungata all’indietro mentre il busto e la testa sono stesi in avanti ad altezza… di cazzo. Infatti ne ritrovo subito uno davanti al naso che preme per… entrare tra le labbra che spalanco proprio nell’istante in cui mi sento aprire ancora di più le gambe e assaporo il gusto della penetrazione. Non so chi sia ma è dentro e si muove facendomi ondeggiare avanti e indietro. Afferro anche un cazzo con la mano destra mentre con l’altra ne trovo un altro.
L’uomo che mi penetra in bocca si è messo a muovere il bacino ritmicamente e mi sta proprio scopando. Sento il suo pene scivolare sulla lingua e affondarsi in gola. Ha sincronizzato i movimenti con quello che mi sta inculando e nonostante quella doppia penetrazione penso che, per ora, hanno dei modi di fare gentili e delicati: “spingono ma senza forzare, si muovono bene però evitano di sfondarmi”. Non provo forti sensazioni ma considero che hanno iniziato da poco. Certo, è bello e piacevole ma quasi… asettico. Come quelle fugaci scopate che facevo da ragazzo con compagni vogliosi solo di svuotarsi… possibilmente nel minor tempo possibile. Quelli che volevano unicamente riempirmi con la loro crema, magari in bocca o in faccia, senza porsi il minimo dubbio se piacesse anche a me…
Continuo a muovere le mani compiacendomi perché ne ho afferrato uno che è proprio un bell’affare quando “davanti” c’è un cambio. Mi ritrovo un nuovo “amico” in bocca che, forse per emulazione, riprende a fare esattamente quello che aveva iniziato il precedente. Non molto dopo anche nel lato b c’è uno “switch”. Credo di riconoscere quello che entra perché sento molto di più la sua presenza… ingombrante: “sarà sicuramente quello grosso che avevo prima in mano”.
Mi rendo conto che, a differenza di altre volte nelle quali sono stato coinvolto con più maschi, riesco ancora a pensare: “mi stanno scopando dappertutto da un po’ ma riesco ad esserci. Ho ancora la testa qua… forse sono fin troppo delicati…”
Mi viene così in mente di lamentarmi, come so che piace al padrone, e inizio a mugolare, sospirare e… miagolare. Non sento però alcun commento. Questi fanno e non parlano… Nemmeno Pierluigi proferisce parola.
Continuano ad usarmi in quella posizione a lungo tanto che la gamba girata all’indietro mi da fastidio per la posizione in cui è costretta. Tenendo conto dei “cambi” credo che tutti sono riusciti a fare almeno un giro sia in bocca che dietro. In ogni caso è tutto soft. Mi piace ma non sto impazzendo di piacere. Non dico che non sto provando delle stimolazioni ma sono sempre… ovattate anche se assai gradevoli.
Ad un certo punto Pierluigi mi afferra per le mani e mi fa alzare in piedi e vedo nuovamente i miei cinque amanti in faccia e i nostri sguardi si incrociano. Sembrano tranquilli e rilassati e mi pare incredibile come pure mi sembra impossibile che sia così cosciente e lucido, come se… non avessero ancora cominciato. Dietro e dentro provo quel solito prurito che è l’inizio dell’orgasmo ma è quieto quieto, come se stesse aspettando ancora qualcosa prima di… esplodere.
Il Padrone, tenendomi sempre per i polsi mi guida fino al tavolo, sposta piatti, bicchieri, bottiglie e vassoi e mi fa sedere. Vuole che mi appoggi con la schiena.
Lo faccio e sento la sua superficie fredda ma è un attimo perché mi ordina di alzare i piedi e mi afferra le caviglie. Mi allarga le gambe e le solleva verso il soffitto e si mette in mezzo alle cosce facendo appoggiando i miei polpacci sul petto e, dopo avermi afferrato sui fianchi, mi trascina verso di lui fino al bordo del tavolo. Mi si appoggia contro e lo sento distintamente entrare. Sensazione gradevole, piacevolissima. Inizia a sbattermi e, per la prima volta, ascolto quegli schiocchi che fanno due corpi nudi quando si lanciano uno contro l’altro.
Penso che forse vuol far vedere agli altri come fare…
Ci sono diversi altri cambi ma gli altri quattro non lo imitano, continuano ad essere gentili tanto che mi frulla per la testa che sono talmente sfondato da non riuscire più ad apprezzare le scopate che… non sono esagerate. Ma è solo un flash perché poco dopo comincio davvero a tremare dentro e, finalmente, godo di brutto, liberando diversi schizzi che mi imbrattano la pancia. Finalmente sento dei commenti anche se sono solo di Pierluigi che, come in un mantra, fa notare loro che: “solo una troia sborra senza che nessuno la tocchi…”
Da lì in poi è puro piacere. Gli occhi fissano quegli uomini che continuano a darsi il cambio tra le mie gambe ma sembrano non vederli e la mente veleggia nel mare del piacere e ogni ricordo diventa labile.
Sicuramente il gioco continua ancora a lungo perché, evidentemente, nessuno di loro vuole smettere di “darsi da fare” e quindi lascia la “calda tana” prima che sia… troppo tardi, cedendo il confortevole anfratto ad un altro. Sembra quasi una gara a chi è più resistente...
Quando il tavolo smette di tremare e ricomincio a metter a fuoco il soffitto mi ritrovo ancora sdraiato sul tavolo e, davanti a me, ho finalmente un volto ben definito anche se arrossato e sudato. Abbasso lo sguardo e noto che, benché immobile, quell’uomo è ancora piantato dentro il mio culo. Lo vedo ma non avverto la sua presenza all’interno. Gli sorrido ma non risponde. È affannato. Indugia ancora e poi indietreggia. Il pene salta fuori con un guizzo. Fisso il cazzo: mi piace, è grosso, lungo e completamente coperto di crema. Trattengo le gambe sollevate ma poi non riesco a farle stare su e le abbasso. Lo seguo con gli occhi mentre si allontana e aspetto il prossimo ma mi rendo conto che nessuno prende più posto tra le cosce.
“Hanno finito!” mi dico e, nello stesso istante, avverto le pulsazioni del buchetto e lo sento aperto. Allungo una mano per toccarlo e lo trovo davvero dilatato e… inondato e capisco perché si sono fermati.
Solo a quel punto mi accorgo pure che sto ansimando e che mi manca il fiato, segno che il tutto è stato davvero intenso. Volendo essere… pignoli percepisco pure un deciso bruciore interno… e, quando prendo atto che è quasi mezzanotte… capisco benissimo il perché: mi devono aver scopato per quasi quattro ore e cinque cazzi che martellano su un solo chiodo… alla fine si sentono.
Mi tiro su e mi siedo sul tavolo. Sotto di me c’è un lago di sperma. Sono venuti tutti dentro, è una certezza anche perché in bocca non ho proprio il minimo sapore del buon liquidino.
I miei compagni d’avventura sono in piedi o seduti con i bicchieri in mano. Uno di loro mi si avvicina con un calice e mi invita a brindare alla bella serata e mi fa i complimenti per: “gran bella resistenza. È stato grande. È la prima volta che faccio una cazzata così ma ne è valsa la pena. A te è piaciuto? Dai versi che facevi direi di sì. Certo che cinque cazzi in culo per tutto questo tempo… Aveva proprio ragione Pierluigi a dire che sei speciale e… ancora complimenti per il fisico. I tuoi anni te li porti proprio bene, alla grande. Sembro più vecchio io…”
Mi piace quello che dice e gli sorrido prendendo il bicchiere. Mi avvicino agli altri che mi sommergono di chiacchiere, come se dovessero tirare fuori ora tutto quello che non hanno detto prima. Perfino il Padrone è sorridente e sereno e scherza.
Ormai la serata volge al termine e ce ne andiamo praticamente tutti insieme. Io sono l’ultimo: “ti chiamo. Ho alcune idee che vorrei provare...” è il congedo di Pierluigi.
Vedo gli altri salire su grossi SUV assai costosi e, mentre raggiungo la macchina; “scusa. Ti va se ci vediamo ancora. Solo noi due. Mi sei piaciuto tanto.” È quello che mi ha porto il calice.
Non gli dico di sì ma nemmeno di no, sorrido e gli lascio il numero del telefonino. Chissà…

Breve chiusura finale. Un bel modo di concludere l’anno che spero sia di buon auspicio per il prossimo. I compleanni passano ma c’è ancora qualcuno che mi cerca e mi vuole e ne sono felice. Un modo diverso dal solito di fare sesso: più dolce e delicato anche se con ben cinque maschi tutti assieme.
E, seppur freddini e distaccati, quasi poco carnali, in ogni caso sicuramente vogliosi e… decisamente bravi e… resistentissimi. Un rimpianto: peccato non avere memoria di parte del divertimento ma solo immagini confuse e un forte piacere spalmato dappertutto. Lo so per esperienza, spesso è così: quando l’appagamento supera un certo limite… mi perdo la realtà e tutto svanisce trasformandosi solo in godimento...
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