Prime Esperienze
PRIME VOLTE
di RedTales
27.12.2015 |
29.207 |
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"Quando fu ben sazia del suo pisello buttò li un:
-mi vuoi scopare? Tranquillo, prendo la pillola-
Lo fece sdraiare: -ti vengo sopra io..."
Luisa aveva ben accolto Mohamede, il nuovo arrivato nella loro famiglia. I genitori, ferventi cattolici, avevano offerto la loro casa ai ragazzi in difficoltà e, questa volta, era arrivato quel ragazzo marocchino. Era simpatico, educato, riservato. Gli era stata data la camera dove erano già passati altri tre ragazzi prima di lui.A Luisa era piaciuto molto quel giovane, forse per quel po' di barba, forse perché era più grande degli altri o semplicemente perché parlava bene l'italiano.
Le prime settimane passarono tranquillamente fino al giorno in cui Luisa non vide il nuovo arrivato vestirsi dopo aver fatto la doccia. La porta della camera era socchiusa e lei sbirciò dentro. Lo vide togliersi l'accappatoio e, proprio mentre stava per entrare, si bloccò perché era rimasto completamente nudo. Gli guardò il culetto, sodo e sporgente e poi restò stupefatta da quanto poté osservare… davanti. Il pene di Mohamede, benché a riposo era lungo una buona decina di centimetri, molto di più di quelli dei suoi… amici che aveva potuto toccare e assaggiare. E poi era grosso, molto grosso. Rimase immobile a spiarlo fintanto che non si infilò gli slip e finì di vestirsi.
Quella visione, improvvisamente, gli fece vedere il ragazzo con un'ottica diversa. Non era più uno di quelli adottati, ma una possibile fonte di divertimento…
Decise di verificare se lei poteva piacergli, perché, fino ad ora, non ci aveva mai prestato attenzione più di tanto. Lo chiamò nella sua camera, dove si era ben preparata fingendo di leggere sdraiata sul letto con una maglietta che, quando era piegata, lasciava vedere dall'apertura… praticamente tutto. Quando entrò gli chiese alcune cose, accorgendosi che i suoi occhi non facevano altro che abbassarsi sulla scollatura. Si, era sicuramente interessato a lei.
Da quel giorno Luisa iniziò un gioco di seduzione, attenta a non farsi scoprire dai genitori. Quando poteva, cercava di farsi vedere mezza nuda da lui in ogni possibile situazione. Il gioco durò a lungo. Sperava che lui facesse qualcosa, ma non ottenne nulla e così decise che era giunto il momento di essere più esplicita.
Un pomeriggio che erano soli a casa, si piazzò sul suo letto mentre lui era andato a farsi una doccia. Maglietta corta in vita e scollatissima, gonnellino e mini slip. Non indossava altro. Quando rientrò in camera la trovò distesa e iniziarono a chiacchierare di varie cose mentre lei, maliziosamente, si muoveva cercando di scoprirsi più che poteva. Lui, solo con l'accappatoio, cercava di tenerlo ben chiuso. Lentamente, come aveva progettato, portò l'argomento sul sesso. Parlarono di morosi, di innamoramenti e, finalmente, lei riuscì a piazzargli la domanda che voleva:
-lo hai mai fatto?-
-Con una ragazza?-
-Si, sciocchino!-
Era imbarazzato, molto, ma lei lo incalzò:
-ma ti ha toccato? E tu la hai mai toccata? Ma almeno la hai vista?-
Il silenzio era eloquente. Stava andando tutto meglio di quanto aveva immaginato.
-Ma le tette, le tette le hai toccate?-
Dopo essersi messa seduta gli prese la mano e, senza incontrare alcuna resistenza, la appoggiò sul suo seno e la strinse contro. Lui la lasciò fare.
-Ma ti fai le seghe?-
Rispose: -si!-
-E a cosa pensi quando te le fai? Hai mai visto una ragazza nuda?-
-No-
-E la vorresti vedere?-
Senza aspettare risposta si inginocchiò e si levò la maglietta e si aprì la gonna che cadde in basso.
Lui la guardava incredulo.
Lei si alzò in piedi e si tolse anche il piccolo slip. Adesso era li, lo sovrastava, mentre lui la fissava dal basso. Bella, profumata, con il pelo raso e ben tagliato, smagliante della sua bellezza di giovane ragazza.
Lo prese per le mani e lo fece alzare. Lo fissò dritto negli occhi e gli fece cadere l'accappatoio, lasciando anche lui nudo di fronte a lei.
Sollevandosi sulle punte gli si gettò contro e iniziò a baciarlo. Lui rispose. Le loro lingue si incontrarono mentre le mani di lei si strinsero sui glutei. Lui le afferrò la testa per stringerla a se. Fu un lungo bacio, interrotto da lui quando sentì le piccole mani che si erano impossessate del suo pene e si erano messe ad armeggiarci sopra.
-No, dai. Cosa dirà tuo padre-
-Papà? Cosa vuoi che dica papà. Tanto mica glielo diciamo…-
Si inginocchiò di nuovo e questa volta prese a leccarlo sulle cosce per poi precipitarsi sul suo sesso. Lo appoggiò tra le labbra, lo leccò, se lo infilò in bocca.
Così sollecitato non poté che rispondere e, prontamente, si drizzò in tutta la sua grandezza.
-Cazzo! E' enorme!-
Altro che i suoi amici, questo era forse il doppio di quelli che si era fatti. Ormai Luisa era persa per quel nuovo giocattolo. Ci scorreva sopra la lingua, lo strizzava tra le dita, lo scappellava, cercava di infilarne più che poteva in gola. Lui la lasciava fare.
Quando fu ben sazia del suo pisello buttò li un:
-mi vuoi scopare? Tranquillo, prendo la pillola-
Lo fece sdraiare: -ti vengo sopra io. Non ne ho mai preso uno così grosso e lungo. Voglio provare io a stare sopra, poi magari ci giriamo-
Certo che era proprio uno spettacolo bellissimo vederlo disteso con quel cazzo che, perpendicolare al corpo, si sparava verso l'alto per almeno venti centimetri e quanto era grosso.
Lo scavalcò e si piegò sopra di lui. Con la mano lo appoggiò sulle labbra umide e cominciò a scendere. Entrò facilmente per metà con lei che controllava attentamente perché pensava che potesse farle male. Ma scivolò dentro senza problemi e, anche se lentamente, riuscì a prenderlo tutto fino alle palle. Cominciò a muoversi ma, stimolata com'era iniziò subito a godere, non riuscendo più a controllarsi. Gli chiese di girarsi e di scoparla lui.
Lui la fece mettere alla pecorina e, da dietro, prese a farsela con forti e decisi movimenti. Lei prese quasi subito ad urlare per il piacere. Era completamente sbrodolata e quel bastone che la sfondava le procurava un piacere che non aveva mai provato. Raggiunse subito un orgasmo e, a questo, poco dopo ne seguì un altro.
Gli chiese di fermarsi perché era stanca. Si lasciò cadere prona. Non aveva mai provato tanto piacere…
Poco dopo fu lui a incalzarla: -ancora?-
Come dire di no. Allargò le gambe invitandolo a mettersi sopra.
Lo fece.
La scopò ancora un po' poi uscì e, improvvisamente, puntò quel grosso bastone sul buchino.
Lei si mise a ridacchiare chiedendogli: -cosa vuoi fare porcello? Adesso vuoi anche il culetto? Ma non eri quello che non sapeva come si fa? Adesso vuoi provare anche li?-
Lui non rispose ma esercitò un po' di pressione.
-Va bene, ma fai piano. Piano piano quando entri. Se mi fa male ti fermi. Hai capito?-
disse di si e cominciò a spingerlo. Bagnato com'era, scivolò per alcuni centimetri facilmente, poi trovò resistenza. Lui si fermò come per aspettare che quel pertugio si allargasse per farlo passare.
-Ne ho presi ma mai così grossi. Non mi fa male, ma se spingi forse si. Prova piano-
Come avanzò di qualche millimetro lei gridò. Faceva male, molto male. Gli chiese di uscire e lui lo fece.
-E così ti piace il buchetto, porcellino…-
Proprio mentre stava per rispondere sentirono la porta di casa aprirsi. Lei raccattò i suoi vestiti e si fiondò nella sua camera, lui si mise l'accappatoio.
-Siete a casa?-
-Si papà. Adesso arrivo- gridò Luisa.
-Si, sono qui- disse Mohamede.
Poco dopo erano tutti e due giù, completamente vestiti. Salutarono il papà e si scambiarono lunghi sguardi complici prima di ritornare a fare altre cose ognuno per conto suo.
-La mamma ha detto che tornerà tardi e che dovremo preparare noi la cena-
-Papà, stasera ceno fuori. Ti ricordi che ti avevo detto che andavo a vedere un film con Marina? Mi avevi detto che mi lasciavi anche la macchina-
-Ah! Si. Ti lascio le chiavi sul tavolo. Non fare tardi-
Poco dopo la ragazza se ne andò. Dopo mezz'ora era di nuovo a casa. Aveva dimenticato qualcosa ed era tornata a prenderlo. Aprì la porta e, rapidamente, andò diretta in camera sua. La porta di Mohamede era socchiusa e sbirciò dentro.
Rimase pietrificata. Sul letto c'era Mohamede messo alla pecorina e dietro, completamente nudo, c'era suo padre che lo stava… inculando.
Trattenne il fiato e rimase a fissare quella scena.
Suo padre continuava a pompare con tanta forza, aggrappato con le mani ai fianchi del ragazzo. Riusciva a sentire gli schiocchi che la pancia faceva contro il culo. Entrambi gemevano per il piacere. Improvvisamente l'uomo si tolse e si portò davanti dove continuò a masturbarsi con la mano e poi si infilò nella bocca. Aiutandosi con la mano raggiunse l'orgasmo e quindi si lasciò cadere seduto sul bordo del materasso. Mohamede si pulì la bocca con il braccio.
-Bravo. Hai un culo d'oro e una boccuccia meravigliosa. Dio che scopate con te!-
Luisa era sempre li, immobile. Con la mano sulla maniglia, aveva accostato ancora di più la porta. Non sapeva veramente cosa fare. Cercò di non farsi sentire.
-Forza, vienimi dentro-
Adesso era suo padre che invitava Mohamede a scoparlo.
L'uomo si sdraiò sul letto e il ragazzo gli si mise sopra.
Armeggiò con la mano, evidentemente per trovare il buco e poi iniziò a muoversi.
-Si sta scopando mio padre- pensò. Voleva andarsene ma non riusciva a muoversi.
Rimase ferma per un altro quarto d'ora, per tutto il tempo che durò la scopata.
Quando Mohamede rantolò urlando capì che era venuto.
-Gli è venuto nel culo- disse tra se.
-Ma da quanto lo fanno? Ma papà è gay? E Mohamede? Ecco perché prima voleva il mio culo…-
-Spostati, spostati che devo andare a pisciare-
Le parole di papà la fecero bruscamente risvegliare.
Corse nella sua camera e si nascose dietro la porta. Nessuno si accorse di lei. Anzi, dal bagno, suo padre gridò al ragazzo che si sarebbe fatto una doccia.
Uscì con cautela e cercò di raggiungere la porta per andarsene, ma, a metà corridoio:
-Luisa, ti è piaciuto vedere?-
Trasalì. Mohamede era dietro di lei, nudo, sudato e sgocciolante.
-Ma che cazzo fate?-
-Papà fa quello che gli piace con me-
-Ma che cazzo! E adesso? E io cosa faccio? Ma ti rendi conto?-
-Cosa vuoi farci, qui funziona così. Ma il culo me lo dai?-
-Ma che cazzo vuoi?-
-Il tuo culetto!-
Per quanto assurda e drammatica potesse sembrare la situazione, quella risposta incredibilmente ingenua la fece sorridere.
-Lo vuoi davvero?-
-Si!-
-Domani. Ma devi fare piano-
-Si, piano-
-Non dire niente a papà-
-No, non dico niente-
-Ma non avevi detto che non lo avevi mai fatto?-
-Si, mai fatto con una ragazza, solo con ragazzi. Tu sei la prima-
-Ciao-
-Ciao-
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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