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Gay & Bisex

SESSO TRA MASCHI. PIACEVOLI INCULATE


di RedTales
04.10.2022    |    10.749    |    7 9.2
"Ti voglio vedere ancora! Vuoi?” “Sì, anche tu sei stato grande..."
Bruno, sulla cinquantina, aveva fissato un appuntamento con Vittorio, di una manciata di anni più giovane. Si erano trovati grazie ad un annuncio e avevano deciso di vedersi nel parcheggio di un centro commerciale. Ovviamente i loro gusti erano speculari e anche le immagini che si erano scambiati avevano soddisfatto entrambi.
Vittorio si era offerto come “più che disponibile a provare nuove situazioni in veste di passivo ed ubbidiente”, mentre Bruno lo aveva informato che era “piuttosto deciso e amante del lato b”.
Quel pomeriggio Vittorio arrivò per primo e, dopo essersi fermato, come avevano concordato, in una zona tranquilla e poco frequentata del vasto parcheggio, scese e si mise ad aspettare.
Una decina di minuti dopo vide arrivare il furgone verde dal quale uscì Bruno andandogli incontro.
I due si guardarono ritrovandosi in quanto avevano già visto nelle foto: Vittorio era abbastanza alto e slanciato, decisamente magro e dall’aspetto molto curato mentre Bruno lo superava di una decina di centimetri in altezza. Inoltre era robusto, anche se non grasso, e una corta barba, ancora nera, gli incorniciava il viso.
Dopo rapidi convenevoli Bruno fece la prima mossa: “che dici, ci facciamo un giro di danza? Mi piaci e ho già voglia.”
“Certo. Dove vuoi che andiamo?”
“Anche qui. Dentro il furgone. C’è spazio e si sta tranquilli.”
Accettò subito e un istante dopo i due uomini erano chiusi nel mezzo.
Di spazio ce n’era in abbondanza e si poteva stare in piedi comodamente.
Vittorio gli si mise vicino vicino sperando in un bacio ma l’altro si abbassò i pantaloni e agitando il cazzo con le mani lo invitò a prenderlo in bocca. Si abbassò e iniziò a darsi da fare con quel bel salsicciotto cercando di dare il meglio di sé. Apprezzò subito quel sesso che leccò, succhiò e fece sprofondare ripetute volte fin in fondo alla gola. Era perfino meglio di come lo aveva visto negli scatti e lo gustò con eccitazione.
Anche Bruno fu soddisfatto di quel trattamento e lo lasciò fare, accarezzandogli i capelli, fin quando non raggiunse una completa erezione. A quel punto lo fece alzare e, dopo avergli aperto i pantaloni, li abbassò assieme agli slip calandoli fino alle caviglie.
“Togli, togli tutto e appoggiati lì, io mi metto questo” disse mostrandogli un preservativo.
Poco dopo Vittorio, in piedi, sistemato con le mani contro la parte e con le gambe larghe, lo sentì contro di lui e l’istante successivo entrò. Provò una piacevole sensazione perché quel cazzo, non enorme ma decisamente consistente e duro, lo riempì completamente.
Bruno dimostrò subito di saperci fare e lo scopò con abili movimenti e poderose spinte fin da subito, tanto che Vittorio iniziò ben presto a mugolare. Un po’ per comunicare all’altro il suo piacere ma anche perché proprio non riuscì a trattenersi.
Bruno apprezzò quel “commento sonoro” e intensificò la sua azione incurante di quanto il veicolo traballasse…
Continuò a lungo, senza un attimo di respiro, variando solo il ritmo, l’inclinazione e la profondità con cui si spingeva nelle intimità del suo partner.
Fu così bravo e tenace che ad un certo punto dal pene di Vittorio, sopraffatto dal piacere anale, iniziò a colare un vischioso filo lucido che improvvisamente si trasformò in diversi schizzi di sperma che raggiunsero il pavimento del mezzo.
“Dio… Dio… Godo! Mi fai morire. Tesoro! Vengo, vengooo” gridò al culmine dell’orgasmo.
Bruno apprezzò tantissimo quelle spontanee manifestazioni e, ormai quasi al traguardo pure lui, accelerò le spinte e in pochi istanti si svuotò. Quasi si fermò e, dopo alcuni lentissimi movimenti rotatori, si sfilò.
Entrambi si ritrovarono sudati e senza fiato.
Bruno tolse il condom e: “dai! Leccalo. Piano però. È tutto un fuoco…”
Si abbassò felice per quella richiesta e, delicatamente, si prese cura del cazzo di un colore rosso indefinito che gli venne offerto. Lo fece con attenzione e gentilezza, passando la lingua dappertutto e fermandosi non appena lo sentiva fremere. Alla fine lo inghiottì tutto, ma solo quando quel poderoso bastone si era trasformato in un molliccio salsicciotto umidiccio.
“Che culo! Hai un culo da paura. E anche con la bocca sei bravissimo. Ti voglio vedere ancora! Vuoi?”
“Sì, anche tu sei stato grande. Mi hai fatto sbrodolare come una cagnetta in calore.”
Restarono a parare ancora un po’ prima di ricomporsi e di promettersi di risentirsi.
Ritornarono a casa entrambi completamente soddisfatti.
Bruno lo chiamò due giorni dopo: “ciao. Puoi parlare?”
“Sì, sì.”
“Bene, che dici di vederci di nuovo. Mi è piaciuto tantissimo l’altro giorno. Era da tanto che non scopavo così bene.”
“Sì, anch’io ho goduto tanto. Sei stato fantastico. Hai un cazzo meraviglioso… e lo usi da Dio…”
Risero e concordarono.
“Ok. Domani pomeriggi alle sei, stesso posto.”
Quando Vittorio lo vide arrivare in macchina ci rimase un po’ male perché nella sua testa si era già fatto il film di un altro incontro nel furgone ma, come sentì la nuova proposta, ne fu entusiasta.
“Mi piacerebbe andare al cinema. Quello porno. Lo conosci?”
“Sì, ci sono anche stato.”
“Mi pompi in sala e ti scopo in bagno. Ti va?” fu la risposta diretta che fece brillare gli occhi di Vittorio.
“Certo che mi va!”
Una mezz’ora dopo entrarono nella sala particolarmente buia e vuota e si accomodarono quasi al centro di una fila verso il fondo.
“Togliti i pantaloni.”
Vittorio li abbassò.
“No, toglili. Toglili, anche le mutande. Ti voglio nudo sotto. Ti voglio accarezzare.”
Si guardò intorno. In tutto il cinema c’erano altre cinque persone sparpagliate nella sala e, sentendosi tranquillo, lo fece.
Entrambi si misero a guardare distrattamente le scene hot e i primi piani di culi e cazzi che sprofondavano in sgocciolanti fiche mentre la grossa mano di Bruno sollevò la t-shirt e iniziò ad accarezzare il petto per poi scendere sulla pancia e quindi scorrere sulle cosce, lisce e vellutate.
“Mi piace come ti depili. Sei morbidissimo.”
Indugiò a lungo su quel corpo glabro senza mai sfiorare il sesso che ormai era dritto e duro. Lo fece in silenzio, con gli occhi di entrambi persi sullo schermo. Fu Vittorio che, improvvisamente, quasi timidamente, avvicinando la bocca al suo orecchio, sussurrò: “mi baci…”
L’uomo girò la testa, lo guardò intensamente e poi gli si fece contro appoggiando le labbra sulle sue.
Vittorio si ritrovò la sfrontata lingua fin quasi in gola e cominciò un lungo scambio di tocchi di punta che fece diventare ancora più duro il suo pene che quasi esplose in uno zampillo non appena la grossa mano del suo amante lo afferrò.
“Cazzo! Sei già venuto.”
“Scusa, il bacio mi ha fatto impazzire del tutto. E poi con tutte le carezze…”
Bruno emise una strana risatina e si alzò, si aprì i pantaloni e, dopo aver abbassato le mutande, si ritornò a sedere: “”adesso mi baci il cazzo.”
Vittorio non se lo fece ripetere e in un istante si piegò verso di lui iniziando a prendersi cura di quel meraviglioso oggetto dei suoi desideri.
Lo trovò già straordinariamente turgido, caldo e perfino umidiccio. Emanava degli straordinari aromi maschili e non smise di leccarlo e sorbirlo nonostante i peli che si ritrovò sulla lingua e in bocca.
Quando sentì le mani del suo partner incominciare a toccargli le chiappe per poi spingersi con le dita anche nella sua intimità, gli sembrò quasi di toccare il cielo dal piacere e si sistemò meglio, sollevando il culo, in modo da facilitarlo.
Anche se infastidito dal bracciolo che li separava, continuò a succhiare e a darsi da fare con la lingua sull’asta fin quando Bruno lo fermò.
“Adesso mi hai proprio fatto venire voglia di culo. Andiamo in bagno.”
Come si alzò quasi si scontrò con la testa di un altro spettatore che si era seduto nella fila davanti alla loro e si era guardato da pochi centimetri quel lussurioso pompino. E rimase sorpreso e stupito e perfino si vergognò quando scoprì che la mano che gli aveva ravanato dentro per tutto il tempo, sotto lo sguardo compiaciuto di Bruno, fosse di quell’estraneo.
“Dai, andiamo in bagno.”
“Aspetta, mi metto i pantaloni.”
“No, no, lasciali qua, ti voglio vedere sculettare. Muovi bene il culo quando cammini. Un piede davanti all’altro… Per bene.”
Esitò un istante, giusto il tempo di guardarsi ancora attorno. La sala era sempre quasi deserta e, constato ciò, si avviò verso il bagno. Uscì dalla fila e, cercando di camminare come gli aveva chiesto, si diresse verso la porta. I servizi erano vuoti.
“Entra lì, e appoggiati al muro” chiese Bruno.
Si appoggiò alla stretta parete del box ma fu richiamato fuori: “è troppo stretto, piegati sul lavandino, è meglio.”
Appoggiò i gomiti sul bordo del lavabo e Bruno si mise dietro: gli sollevò la maglietta fino a metà schiena e, dopo essersi infilato il preservativo, iniziò a strofinare la cappella tra le chiappe come per aspettare che il buchino si aprisse. La posizione si dimostrò ottimale e poco dopo lo penetrò e iniziò a scoparlo.
Quasi subito entrò qualcuno che, cazzo in mano, si mise di fianco ad osservare.
Vittorio girò la testa verso di lui notando come il nuovo arrivato, un ometto anziano, avesse il viso paonazzo e la lingua che faceva capolino da un angolo della bocca.
Bruno continuò a lungo “la sua missione” ignorando completamente il curioso e cominciando ben presto a godere. Anche Vittorio, nonostante fosse in leggero imbarazzo per l’indesiderata presenza, cominciò a provare le solite sensazioni che, alla fine, esplosero in un grande piacere. Pur non volendo iniziò prima a contorcersi e ad ansimare per poi abbandonarsi in gemiti liberatori che culminarono con la solita eiaculazione.
Bruno proseguì a lungo prima di svuotarsi e, una volta fatto, uscì, si tolse il condom e diede una sonora pacca sul culo del suo uomo.
Vittorio, dopo aver ripreso fiato, si rialzò notando come il guardone avesse le dita bagnate di crema e gli sorrise. Questo allungò l’altra mano e gli accarezzò il sesso e quindi portò le dita ossute alla bocca.
Prima di uscire Vittorio si pulì con le salviette e quindi, seguendo Bruno, ritornò al suo posto.
“Adesso vado” fu la frase che lo colse di sorpresa: “ti chiamo, magari la prossima la facciamo da me, con più calma. Hai un bel culo.”
Pensò di seguirlo ma non ebbe nemmeno il tempo di prendere i pantaloni che l’altro si era già allontanato.
Sullo schermo scorrevano altre immagini “ginecologiche” accompagnate da gemiti ed urla.
La sala gli sembrò ancora più vuota e, infilato in fretta quanto si era tolto, pochi minuti dopo si ritrovò anche lui in strada.
Uscendo guardò se ci fosse qualcuno che lo aveva visto uscire ma anche lì non c’era nessuno e, soddisfatto e sorridente per il piacevole orgasmo che aveva provato, raggiunse la sua macchina pensando a come sarebbe stata la prossima volta… a casa di Bruno.
(il racconto prosegue e termina con “LA SORPRESA A CASA DI BRUNO”)
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