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Gay & Bisex

COMINCIATO IN DUE E CONTINUATO IN QUATTRO


di RedTales
17.03.2022    |    11.386    |    13 9.6
"Una troia non deve neanche dire certe stronzate..."
Recupero questo racconto, come faccio diverse volte, dalle pagine del diario dove “schizzo” appunti quando mi capita qualcosa che merita di essere ricordato.

Siamo nell’estate del 2020.
Come altre volte oggi sono andato nel solito posto lungo il fiume per cercare “qualcosa”. L’ultima volta è stata una decina di giorni fa e mi sono divertito con un ciclista di passaggio che me lo ha lasciato succhiare e che poi ha fatto anche un “giretto” nel mio lato b.
Dopo un giro esplorativo mi spoglio e, steso il telo in un punto tranquillo, mi metto a fare due passi per vedere se c’è un po’ di movimento.
È tutto tranquillo, fin troppo. Quasi deserto. Dopo una buona mezz’ora incontro un tipo decisamente maturo che, spostandosi dall’angolino nascosto in cui si trova, fa alcuni passi verso il sentiero dove mi sono fermato. Non lo ho mai visto. È nudo e, come me, completamente depilato. Inizia subito a toccarsi facendo cenno di avvicinarmi. Ci penso un attimo perché non è ciò che sto cercando ma, in mancanza d’altro… Così avanzo verso di lui e, come gli arrivo davanti, mi sorride e allunga la mano per accarezzarmi lì. Faccio altrettanto e poco dopo iniziamo una lenta masturbazione reciproca e, proprio quando penso di abbassarmi per prenderglielo in bocca… mi precede. Prima si accuccia sulle gambe e poi si inginocchia iniziando a succhiarlo con impegno. Ci mette poco a farmelo diventare completamente duro e, proprio mentre mi sto gustando quel bel pompino vedo due tipi avvicinarsi. Li guardo con attenzione perché sono vestiti e, senza indugiare, arrivano proprio accanto a noi. Sono sulla quarantina, non tanto alti ma grossi e robusti e, dall’abbigliamento, mi sembrano due meccanici.
“Eccoti qui vecchia troia. Certo che non ti basta mai” esordisce il primo
“Non ci hai aspettato oggi…” continua il secondo.
Contemporaneamente l’uomo ai miei piedi si gira per guardarli e si apre in un gran sorriso ma prima che possa dire qualcosa il primo gli afferra il mento con la mano, grossa e tozza, stringendoglielo: “ma che cazzo fai, lo molli così. Non puoi mica smettere sul più bello. Forza! Ciuccia, ciucciaglielo ancora. Però tira su il culo che ho proprio voglia di svuotarmi…”
Guardo quei due e non dico nulla ma rimango stupefatto e anche un po’ impaurito dal modo di fare. Penso che forse è meglio andare ma, prima di fare un passo, mi ritrovo di nuovo con il cazzo nella sua bocca. Infatti il tipo si alza in piedi, si piega a novanta e, dopo aver afferrato con le mani le mie gambe per tenersi saldo, si infila al volo il mio sesso tra le labbra.
Nel frattempo uno dei due si apre i pantaloni e, senza abbassarli, tira fuori un gran bel gioiello che fisso con attenzione. Si sposta dietro e, improvvisamene, assesta un fortissimo sculaccione su una chiappa all’uomo che quasi perde l’equilibrio. Per non cadere si aggrappa alle mie gambe e, pur senza far uscire il cazzo dalla bocca, lancia un urlo soffocato.
I due ridono e quello che sta in piedi davanti a me e che lo ha appena colpito, dopo avergli sputato più volte tra le chiappe, comincia a strofinargli contro il pene che si ingrossa e raddrizza in poco. A quel punto si sistema e con un deciso movimento gli entra dentro. Eccitante, è molto eccitante vederlo dalla mia posizione da dove posso osservare quel duro batocchio sparire nel fondo schiena. Fa alcuni movimenti come per assestarsi e poi inizia a sbatterlo con una forza tale che, ad ogni spinta, la sua testa sbatte contro la mia pancia. Rimango affascinato da quel nerboruto bastone che entra fino alle palle e poi esce liberando quasi la cappella. Il piacere che il pompino mi dava prima dell’interruzione adesso è sparito perché muovendosi con bruschi scatti mi fa scorrere dritto fino in fondo alla gola ma tiene le labbra quasi aperte e ha smesso di succhiare. In compenso provo un nuovo piacere nell’osservare quella imperiosa scopata che continuo a guardare senza staccare gli occhi al punto che nemmeno mi accorgo che l’altro inizia a stringermi i capezzoli. Tutto d’un tratto giro la testa e lo vedo dietro di me, ad una manciata di centimetri.
“Da come guardi il cazzo mi sa che lo vorresti anche tu.”
Ha un viso paffuto con la barba nera di alcuni giorni e sento il forte odore acro delle sue ascelle sudate.
“E poi uno così bello liscio e depilato mi sa che è un po’ troia. Che dici? Con queste gambette lunghe e magre… Per me sei una troia anche tu. Ti piace giocare con le troie o ti piace sentirlo in culo? Eh?”
Prima di pensare di dire qualcosa mi strizza con forza il capezzolo, mi fa male e… mi lamento.
“Ti piace! Certo che ti piace. Lo vuoi? Lo vuoi vero?”
Detto questo si appoggia contro di me e, anche attraverso i pantaloni, mi accorgo chiaramente che ha il cazzo in tiro e, istintivamente sposto una mano dietro per allontanarlo ma lui la afferra e inizia a strofinarla sul pacco.
È dritto e durissimo. Poco dopo sento che armeggia sulla patta, la apre e quindi porta nuovamente la mia mano sul cazzo. Questa volta me lo trovo tra le dita e lo stringo. È duro, grosso… piacevole.
“Porco! Sei porco come questo vecchio. Porco! Ti piace vero?”
Il suo amico senza smettere di pompare si mette a ridere: “cercavamo la troia e ne abbiamo trovate due” e continua a ridere.
Improvvisamente mi toglie la mano e si appoggia contro il culo facendo scorrere il sesso su e giù.
È chiaro che vuole scoparmi e ne sono contento perché è proprio quello che cerco.
Poi lo sento sputare e mi trovo la mano che mi bagna il buco.
Gli dico: “mettiti il preservativo…”
La risposta è brusca: “o così o non ti do un cazzo…” e si scosta di poco come per ribadire il concetto. Ci penso un attimo e poi gli afferro con la mano il salsicciotto e lo sistemo davanti all’ano.
“Così’ mi piace. Una troia non deve neanche dire certe stronzate.”
Si aggiusta quel tanto che basta ed entra.
“Dio che cazzo!” penso mentre si fa strada dentro di me. Non è extra large ma mi sembra perfino più grosso di quello che ho sentito poco prima con la mano.
Con un brusco movimento mi abbassa la testa facendomi piegare un po’ in avanti e prende a scoparmi con la stessa foga che continua a metterci il suo amico con l’altro che, nonostante le bordate che riceve, continua a tenersi il mio cazzo in bocca.
Mi scopa a lungo e, anche se all’inizio cerco di trattenermi, ad un certo punto mi lascio andare mettendomi a mugolare e guaire dal piacere come una cagna in calore.
Mi accorgo subito che i miei versi lo eccitano perché inizia a sbattermi con più forza e, anche se può sembrare impossibile, ho l’impressione che riesce ad arrivare ancora più in profondità.
Contemporaneamente inizia una bordata di frasi pesanti e molto offensive che fanno ridere il suo amico.
È da tanto che non scopo con qualcuno di quel tipo e la cosa mi piace parecchio. Quel sentirmi usato a suo piacimento mi eccita anche se cerco di nasconderlo. Inoltre quel tipo ci sa fare, scopa da Dio. Si muove benissimo e arrivando così in profondità mischia il piacere che sento per tutta quella stimolazione ad un leggero dolore quando tocca il fondo. Un fastidio che sparisce appena si ritrae e quel mix è davvero spettacolare. È da tanto che non lo provo e… godo. Godo alla grande.
Non so quanto ci mettono ma quella doppia scopata con pompino dura a lungo, facendomi venire ben prima di quei due. Sborro in più riprese in gola al maturo che ho davanti e provo un gran piacere che dura per un bel po’. Anzi, vorrei avere il pene libero, perché quello che provo nel tenerlo infilato tra le sue labbra unito a quanto mi sento esplodere dietro è fin troppo da sopportare.
Alla fine mi viene dentro, anche se non me ne accorgo, e quasi subito se ne esce e si pulisce sulle mie cosce. Il suo amico ci mette ancora parecchi minuti prima di riempire l’altro.
Quando lo fa grugnisce e bestemmia a lungo prima di separarsi da quel corpo lasciando quell’erculea presa attorno alla sua pancia.
Poco dopo, con la stessa rapidità con cui sono apparsi, se ne vanno, senza salutare ma dandoci appuntamento al giorno successivo.
“Ci vediamo domani troia, puntuale e non ti attaccare al primo che trovi, porco! E vieni anche tu, ho proprio voglia di scoparti anch’io. Ho visto che sei troia. Sei troia e mi piace così.”
L’anziano, sfatto, si lascia cadere in ginocchio per riprendere fiato mentre io mi siedo vicino a lui notando che ha il pene imperlato di gocce lucide. Un attimo dopo si siede anche lui. Respira in modo affannato tanto che gli chiedo se vuole un po’ d’acqua.
Gliela porto e restiamo a parlare. Mi dice che è da alcune settimane che quei due vengono nella pausa pranzo a scoparlo e che lo fanno impazzire.
Mi confida che ha appena passato la settantina e che: “lo sai che vengono apposta per me? Anche se ne ho presi tanti, con questi mi sa che ci lascio il cuore. Oggi c’eri tu, ma le altre volte mi scopano in due, però alla pecorina. Mi fanno morire ogni volta. Domani vieni? Lo vedo che ti è piaciuto.”
“Ma? Non so, per adesso mi è bastato. Di solito quando scopo bene poi per un po’ di giorni sono a posto… Oggi è stato super.”
“Ed è così ogni volta. Sono dei bruti, dei cafoni ma scopano da Dio. Dai, vieni. Se vuoi si può andare anche nell’officina dove lavorano, ma solo dopo le sei, quando chiudono. Ci sono stato, sai? Non hai idea di cosa mi hanno fatto... Mi hanno anche legato… Hanno continuato per più di un’ora, senza mai fermarsi. Quando sono andato via facevo fatica anche a guidare…”
Parliamo ancora un pochino, poi mi lascia il suo telefono e torno dove ho steso il telo a prendere un po’ di sole.
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