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LA SVELTINA N.8 – GANGBANG PRIMA PARTE - UNA GIOVANE BANDA – RACCONTO BREVE


di RedTales
04.01.2020    |    4.925    |    2 9.7
"“Chissà se poi me ne lasciano un poco!” A me, tutta quella grazia di Dio che vedovo ciondolare e sbatacchiare aveva fatto venire l’idea opposta: “come vorrei..."
PROLOGO AI QUATTRO RACCONTI.
Quattro racconti brevi legati tra loro ma avvincenti anche se letti singolarmente. La storia di un tranquillo cinquantenne che si intreccia a quella di una band e del suo oggetto di piacere e la complicità ricca di piacere e carnalità che si instaura tra il gruppo e l’uomo e la passionale e delicata storia che si crea con la giovane “preda” consenziente del branco.
La PRIMA PARTE (LA SVELTINA N.8 – GANGBANG PRIMA PARTE - UNA GIOVANE BANDA – RACCONTO BREVE) descrive l’incontro casuale tra il gruppo ed il voglioso cinquantenne che assiste, in uno dei luoghi appartati che era solito frequentare, come spettatore allo spettacolo offerto da quell’abbondanza di ragazzi intenti a sfogare i loro istinti sessuali con il loro voglioso complice.
La SECONDA (LA SVELTINA N.9 – GANGBANG SECONDA PARTE – SOLO IN BOCCA – RACCONTO BREVE) narrazione fa incontrare nuovamente la gaudente compagnia sempre alla prese con un loro coetaneo e il sempre più voglioso signore e getta le basi per un loro futuro incontro facendo nascere una sincera amicizia tra il ragazzo al centro delle attenzioni di tutti e l’adulto che cerca di aiutarlo.
La TERZA PARTE (LA SVELTINA N.10 – GANGBANG TERZA PARTE – POTREBBERO ESSERE MIEI FIGLI – RACCONTO BREVE) presenta l’intenso momento di sesso tra il mucchio dei ragazzotti e l’uomo mentre
l’ULTIMA (LA SVELTINA N.11 – GANGBANG QUARTA E ULTIMA PARTE - COSI’ DIVERSI MA COSI’ SIMILI – RACCONTO BREVE) prevede un’attenta descrizione di come il ragazzo iniziò a trovarsi in quella situazione e l’innocente intimità che si trasforma in dolce amicizia che si viene a creare tra i due.
Buona lettura.

Ormai più vicino ai cinquanta che ai quaranta, quando ho un po’ di tempo libero e una certa voglia, se le giornate sono propizie, raggiungo un tranquillo corso d’acqua le cui sponde sono meta di vogliosi maschietti. Ovviamente c’è un po’ di tutto: dai giovani quasi trentenni ai maturi ultra sessantenni e si trova chi cerca un bel bocchino o un culetto da inchiappettare e chi è pronto ad offrire entrambe queste cose.
Io sono della seconda schiera e, sinceramente, non c’è stata una volta in cui non sia ritornato a casa soddisfatto: ho sempre trovato qualcuno ad offrirmi il suo pisello o di quà o… di là.
In quel caldo pomeriggio di giugno arrivai presto, accorgendomi che a quell’ora, non c’era ancora molto movimento. Spesso la zona si popola dopo le diciotto, quando molti mariti, terminato il lavoro e desiderosi di svuotarsi si aggirano alla ricerca di generose “prede” che sono lì proprio… per offrirsi a loro.
Nell’attesa mi spogliai completamente e, steso il telo, mi sistemai per prendere un po’ di sole: mi piace poter sfoggiare un’abbronzatura integrale…
Non passò nemmeno un quarto d’ora che mi accorsi di un vociare sguaiato, del tutto insolito. Mi sollevai e vidi, in lontananza, un gruppetto di persone che si stava avvicinando suscitando la curiosità anche di altri frequentatori del luogo. Li seguii accorgendomi ben presto che erano giovanissimi, sicuramente poco oltre i diciotto anni. Li vidi raggiungere il luogo più lontano e appartato e iniziare a spogliarsi. La cosa mi sorprese perché nuova ed inaspettata. Distavo da loro una cinquantina di metri e potevo osservare assai bene ogni loro movimento anche se non capivo con precisione cosa si preparavano a fare e, in modo assai indiscreto, mi avvicinai per vedere cosa stesse accadendo. Mi accorsi che altre due persone ebbero la mia stessa idea e, quasi rassicurati dall’essere in tre, ci appropinquammo a pochi metri dal gruppo che nel frattempo si… era messo a fare.
Ci accorgemmo che uno dei ragazzi era appoggiato, piegato in avanti e a gambe larghe, ad un tronco ed era allegramente scopato mentre gli altri, via via che si denudavano, si facevano attorno incitando, commentando in maniera sguaiata e volgare e ridendo.
“Se vanno avanti faranno proprio una bella ammucchiata. Sono in otto a scoparselo.” mi disse uno sconosciuto che, cazzo in mano, si stava segando.
“Chissà se poi me ne lasciano un poco!”
A me, tutta quella grazia di Dio che vedovo ciondolare e sbatacchiare aveva fatto venire l’idea opposta: “come vorrei essere al posto di quel ragazzetto...”
L’uomo, sulla cinquantina anche lui e con una bella pancia, fece un inequivocabile gesto come per offrirmi il suo pene e, vista la situazione, afferrai al volo l’offerta e, accucciatomi davanti a lui mi misi a succhiarlo. Non era per niente male, bello d’aspetto, lungo e grosso. Andai avanti per una decina di minuti fin quando lui, eccitato per lo spettacolo e per il mio lavoretto, mi chiese: “lo prendi anche in culo?”
“Si, ma con il preservativo.”
“C’è l’hai?”
Ne presi uno dal marsupio e lo srotolai su quel bel palo.
“Come vuoi che mi metta?”
“Come il ragazzo, quell’albero lì può andar bene.”
Raggiunsi il tronco a qualche metro da quello occupato dal gruppetto e mi sistemai più o meno come il ragazzino mentre lo sconosciuto, dopo avermi sputato sul buco mi si affossò dentro iniziando a sbattermi con forza. Girando la testa a destra mi accorsi che potevo vedere l’altra scena e mi eccitai ancora di più e ben presto inizia a sgocciolare provando un piacere forte e deciso.
Il mio amante inoltre era bravo e resistente perché continuò il suo “lavoro” ininterrottamente mentre al mio fianco notai che, nello stesso tempo, si erano alternati tre ragazzi in quel candido culetto.
Il mio uomo raggiunse un profondo orgasmo e lo segnalò con dei sonori “ruggiti” e, poco dopo, mi liberò della sua decisa presenza. Proprio mentre pensai che il divertimento era finito lo sentii estendere ai presenti quest’invito: “anche qui c’è un bel culo caldo da montare. Se qualcuno ha voglia credo che lui lo lascerà a disposizione.”
Lo guardai e mi strizzò l’occhio. Ricambiai con un sorriso, rimanendo fermo in quella posizione. Purtroppo l’unico che decise di esplorarmi fu un altro abituale frequentatore che, dopo aver inforcato il preservativo, si svuotò, questa volta piuttosto in fretta dentro di me.
Ai ragazzi evidentemente non interessavo e quindi vista l’inutilità di quella posizione mi sedetti contro il tronco per continuare a gustarmi, con una certa invidia, lo spettacolo di quell’andirivieni dentro quel giovane sederino.
Osservai che il ragazzo non presentava traccia di abbronzatura perché aveva la carnagione bianca quasi come il latte ed era anche completamente senza peli, dappertutto, anche sotto le ascelle. In compenso aveva i capelli lunghetti con un ciuffo che gli ricopriva la fronte e gli occhi,
A dotazione non era messo molto bene ma più di tanto non potei approfondire perché non raggiunse mai un’erezione, nonostante quanto gli stessero facendo. Continuarono ad alternarsi fin quando, durante un cambio di partner, pur continuando a lamentarsi e a “miagolare” non ce fa fece più a rimanere appoggiato e si lasciò cadere spossato. Il gruppo però non si perse d’animo e in quattro, prendendolo per le braccia e per le gambe, lo sollevarono tenendolo sospeso a pancia in su e… a misura giusta perché potesse essere ancor più facilmente penetrato. La band infatti continuò a darsi il cambio con un ritmo davvero incredibile. Uno entrava, lo sbatteva con quanta più forza aveva in corpo per alcuni minuti e poi lasciava il posto ad un altro. E questo senza alcuna pausa mentre quel giovane, anche nella nuova posizione, non smise per un momento di gemere e sospirare mentre gli altri continuarono per tutto il tempo a ridere e a vomitare volgarità, spesso assai pesanti.
Mi accorsi che qualcuno arrivò al traguardo, lasciando il suo umido ricordo nel suo intimo ma i più probabilmente resistevano e scoprii il perché quando, evidentemente stanchi, lo lasciarono cadere per terra dove si sedette mentre tutti, ma proprio tutti, gli si fecero intorno iniziando a masturbarsi in maniera forsennata per riversargli in faccia, sul petto o dove capitava la loro crema. Come ebbero finito si rivestirono in fretta e si allontanarono allo stesso modo in cui erano arrivati. Il ragazzo rimase solo, accovacciato sui sassi assieme ad un altro che si trattenne con lui. Era assai vicino e potei notare come fosse impiastricciato di sperma dappertutto. Incrociai il suo sguardo e mi sorrise.
“Ti hanno fatto proprio la festa.”
“Si, oggi avevano voglia di farlo all’aperto.”
“Sono tutti tuoi amici?”
“Si. Li vedo da tempo.”
“E lo scopiamo sempre. Gli piace tantissimo e più siamo più gode” intervenne l’altro ragazzo che aveva cominciato a rivestirsi.
“Non vi ho mai visti qui.”
“E’ la prima volta che mi portano qui” e si pulì con la mano un occhio.
“Vuoi dei fazzolettini?”
“Si, grazie.”
Li usò proprio tutti per togliersi quanto gli avevano schizzato in faccia e sui capelli poi si accovacciò come se dovesse fare la cacca per cercare di espellere quanto più sperma potesse ed infine si pulì anche il sedere.
“Hai ancora fazzoletti?”
Trovai un altro pacchetto e glielo porsi.
“Dai vestiti che ce ne andiamo, se no ti lascio qui.”
“Un attimo, mi avete massacrato oggi.”
“Non più del solito.”
“Lo fai spesso con così tanti?”
“Almeno due volte alla settimana ce lo prendiamo così” rispose l’altro “a volte lo leghiamo anche. Dovresti vedere come gli piace quando è legato.”
“Però senza preservativo è rischioso” buttai lì.
Il ragazzo fece una faccina assai maliziosa e si infilò un corto paio di pantaloncini e la maglietta, sorrise e mi ritornò a ringraziare per i fazzoletti prima di allontanarsi assieme all’altro. Non si degnarono di rispondermi.
“Andiamo da me, fino alle dieci ho la casa libera e ti do ancora una botta.”
Rimasi basito di fronte a tanta spregiudicatezza giovanile poi mi girai sentendo da dietro: “cazzo che scopata. Quello deve avere un culo di gomma per prenderne così tanti. Però questi ragazzi, più giovani sono più sono maleducati. Hai sentito cosa dicevano? E poi sembra che vogliano tutto e subito. E quell’altro lo ha aspettato solo per scoparselo da solo a casa sua, ci scommetterei.” Fece una lunga pausa e poi riprese: “mi fai fare una scopata, mi è venuta una voglia...”
Era un tipo sulla quarantina che avevo già incontrato proprio li.
Questa volta gli sorrisi io e mi sistemai: “va bene alla pecorina?”
Non disse nulla ma un attimo dopo cominciò a spingere per entrare.
Si, proprio un ottimo pomeriggio
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