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NO, TI PREGO, SEI MIO FRATELLO!


di RedTales
14.07.2015    |    94.046    |    9 8.3
"” “Ti prego, no! Sei mio fratello” “Scegli tu! E poi siamo fratellastri”..."
Ormai sono quasi sei mesi che Francesco e Lorella vivono assieme. Si erano conosciuti più di un anno fa con una chat, per poi approfondire la loro conoscenza e, nonostante le situazioni presonali, decisero di convivere. Lui è un bell'uomo di quarantasei anni, separato da più di cinque e con un figlio grande, Giorgio, che vive con lui.Lorella è una piacente trentanovenne, divorziata da quasi dieci anni e, pure lei, con un figlio, Agostino, di diciannove anni.
Da quando stanno tutti e quattro assieme, tutto sembra andare bene. Agostino, studioso liceale all'ultimo anno è abbastanza riservato e forse quello che ha incontrato più difficoltà nel vedere la sua mamma con un altro uomo. Il suo fratellastro, Giorgio è uno sfacendato di ventiquattro anni che ancora non sa bene cosa vorrebbe fare della sua vita. Di siuro ha smesso di studiare da alcuni anni e passa le giornate con gli amici e con i videogiochi.
Un pomeriggio Giorgio era in camera di Agostino a fare una chiacchierata prechè i due si trovavano abbastanza bene tra di loro, anche se ancora non avevano legato alla grande quando gli scappò di fare la pipì Andò nel bagnetto della camera e, proprio la faceva sentì la voce di suo padre. Non capì cosa disse ma la cosa non gli importò più di tanto. Finito, senza far scorrer lo sciacquone, uscì, ma resto pietrificato sulla porta. Davanti a lui c'era suo padre, che gli dava la schiena, in piedi davanti ad Agostino che era seduto sul letto. L'uomo era fermo, con le gambe divaricate, davanti alla testa del fratellastro ed era evidente quello che stavano facendo. Rimase immobile e incredulo e, poiché non lo avevano sentito, ritornò sui suoi passi, pur continuando a guardare dalla fessura della porta che aveva quasi chiuso. Poco dopo vide il ragazzo alzarsi e, dopo che suo patrigno gli tolse i pantaloni, salì sul letto mettendosi alla pecorina proprio sul bordo. L'uomo gli fu dietro e iniziò dei lenti movimenti. “Cazzo, se lo sta scopando!” pensò trattenendo quasi il fiato. Improvvisamente lo vide fermarsi e, dopo un po', andarsene dalla stanza.
Fece nuovamente capolino sulla porta. Agostino, ancora mezzo nudo, si era seduto di nuovo sul letto. I due si guardarono. Il primo a parlare fu Giorgio: “ma cosa... ma ti ha scopato...ma ti fai scopare da mio padre...” “Non sono io che mi faccio scopare! E' lui che mi scopa!” Si guardarono. Il maggiore gli si sedette accanto: “da quanto va avanti?” “Da due mesi. Quasi tutti i giorni. Quando non ci siete entra, mi vuole seduto sul letto, me lo piazza in bocca fino a che gli diventa duro, poi mi fa alzare, mi toglie i pantaloni, mi devo mettere gattoni sul bordo del letto, mi sputa sul culo e me lo sbatte dentro. Quando è venuto si ferma e appena gli si smoscia esce, chiude la zip e se ne va. Sempre così, quasi tutti i giorni. Qualche giorno anche due volte...” “Cazzo! Mio padre che si scopa il suo figliastro. Da non credere! E come è cominciato? Come ha fatto?” “E' entrato qui mentre mi segavo guaradndo un video gay. Mi ha detto che lo avrebbe detto alla mamma, a te, ai miei compagni... a meno che... dissi che andava bene. Me lo sbattè subito in faccia e me lo fece succhiare. Quando fu bello grosso lo tirò via. Pensai che fosse finito, invece doveva ancora incominciare. Mi fece togliere del tutto i pantaloni che erano già abbassati e mi posizionò come voleva lui sul letto. Le ginocchia sul bordo, piegato in avanti con le mani appoggiate e le gambe ben larghe. Mi bagnò con la saliva e un pochino alla volta mi penetrò. Me lo mise nel culo, tutto dentro. Accertatosi che andasse tutto bene prese a sbattermi fino a che mi schizzò dentro. Non me ne accorsi ma lui si fermò di colpo e rimase immobile, senza andare più su e giù, ma solo dondolandosi un pochino. Dopo che uscì mi disse di asciugarmi, che gli era piaciuto e che sarebbe rimasto un nostro segreto. Da allora, appena siamo soli o gli sembra che tutto sia tranquillo, arriva e vuole fare sempre la stessa cosa. E' instancabile. Aveva detto tutto questo guardando in basso, davanti a se e adesso, incrociando di nuovo lo sguardo del suo fratellastro pensò che forse non aveva fatto bene a confidarsi con lui perché Giorgio lo guardò in modo strano e, senza dir niente, si alzò gli si mise davanti, si calò i pantaloni e, con tanta naturalezza come solo un ragazzo può fare, gli ordinò di succhiarglielo. “Comincia subito, altrimenti lo dico io a tua madre e alla tua classe”. Agostino lo guardò con gli occhi sgranati ma, succube della sua indole sottomessa, obbedì. Si accorse subito che il cazzo del fratello era decisamente più lungo e più grosso di quello del padre e, soprattutto, diventava duro subito. “Adesso girati, come prima”. “Dai, ti pergo, no...” “Come vuoi, ma lo sapranno tutti...” “Ti prego, no! Sei mio fratello” “Scegli tu! E poi siamo fratellastri”. Anche se controvoglia si mise alla pecorina e si preparò a riceverlo. Giorgio fu molto più brusco e, quando entrò, gli fece un po' male e si lamentò ma, come prese il ritmo, passò tutto. L'arrivo al capolinea fu sottolineato da un grido rauco e da alcuni colpi isolati. Terminato, uscì e gli si sedette accanto. “Mi piace. Hai un bel culo. Preferisco le patate, ma un bel culo mi piace sempre. Se poi piace anche a papà...” e, ridendo, continuò “finalmente io e papà riusciamo a fare almeno una cosa assieme, ci scopiamo il tuo culo...”. Raggiunse la porta e prima di uscire aggiunse “ci vediamo dopo, facciamo un altro giro...”
Agostino andò nel bagnetto a pulirsi e, tra i mille pensieri che potevano passargli per la testa riuscì solo a mettere a fuoco che adesso il tempo per studiare sarebbe diminuito perché i cazzi da accontentare erano diventati due... Non lo avrebbe mai ammesso, prechè voleva interpretare il ruolo della vittima, ma nell'ultima scopata era riuscito a trattenersi a stento. Quel cazzone del fratello lo aveva fatto tremare per le sensazioni che gli aveva procurato. E, nella riservatezza del bagno, fantasticando su quello che gli avevano fatto, prese a masturbarsi con forza, godendo di piacere mentre schizzava sul pavimento.
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