incesto
UNO ZIO MOLTO DOTATO E UN NIPOTE MOLTO PORCELLO
di RedTales
27.04.2016 |
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"”
Se prima era rosso fuoco, adesso bruciava..."
Marcello è quasi un gigante. Supera, anche se di poco, i due metri e ha proprio una bella stazza con il suo quintale abbondante. Vive da solo, dopo un matrimonio finito, in una tranquilla villetta bifamiliare che divide con la famiglia del fratello maggiore. Ha quarantacinque anni e, dopo la separazione, ha scoperto quanto sia intrigante il sesso con un altro uomo. Nulla di stabile, solo incontri che si ripetono, magari anche per mesi, ma poi finiscono e ricomincia la ricerca di un nuovo partner.-Ti cerco molto più grande di me, sia in altezza che d'età. Mi piacerebbe trovarti particolarmente deciso ma soprattutto porco. Sono molto giovane ed ho compiuto vent'anni da poco. Sono piccolino e tutto è… proporzionato. Dimenticavo, sono solo passivo. Non ho la possibilità di ospitare perché vivo con i miei genitori.-
Un annuncio così sincero poteva essere una buona occasione, sempre che fosse… vero.
-Ciao. Sono Marcello. Ho 45 anni, sono attivo, ben messo e molto porcellino. Sono molto alto, ma mi pare che sia quello che cerchi. Sono alto 202 cm. Abito da solo e posso ospitare tranquillamente. L'idea di incontrare un ragazzo giovane mi attira molto. Se ti va…-
-Ciao Marcello. Io sono Mauro. La descrizione che mi hai mandato mi va. Certo che mi va. Io abito a Pordenone, tu? Ancora una cosa. Cerco un uomo deciso che sappia chiedermi di fare quello che vuole e lo sappia fare con una certa autorità. Cosa ti piacerebbe farmi?-
Quando lesse questa risposta, soprattutto l'ultima frase pensò che forse aveva a che fare con la classica persona che si nasconde dietro… troppe mail, ma rispose ugualmente.
-Si, mi piace decidere cosa farmi fare e cosa farti fare. Credo proprio che tu possa essere la persona giusta. Cosa mi piace fare? Un po' di tutto. Perché togliere spazio alla fantasia. E poi queste sono cose da concordare assieme. A me, ripeto, piace tutto, ovviamente entro i limiti del buonsenso. Anch'io abito a Pordenone, anche se in periferia. Pensi che possiamo incontrarci?-
-Si, si, concordo. Ti mando una mia foto (senza viso). Va bene per incontrarci. Mi piacerebbe che la prima volta lo facessimo tipo in un parco o in un bar. Ti va? Se si, dimmi dove e quando. Io sono libero tutti i giorni dopo le 17, però è meglio che rientri a casa prima delle 23. Sabato e domenica sono libero tutto il giorno. Fammi sapere. Mauro.-
La risposta gli piacque. E anche la foto. Era proprio un bel ragazzo. Si vedeva che era molto giovane. Ma aveva proprio un gran bel corpo.
-Ciao Mauro. Che dici se ci vediamo davanti al bar Eden, magari domani alle 18. Sai dov'è il bar? Bella la foto. Mi piaci molto, hai un corpo bellissimo. Ti mando una mia… a riposo e una in… tiro, così ti fai un'idea se ti posso andar bene. Per gli orari penso che potremmo combinare benissimo.-
-Mi piaci. Sei proprio quello che cerco. Si, domani alle 18 all'Eden. Arrivo con uno scooter giallo. Questo è il telefonino 32747698...-
Marcello arrivò presto e si accorse che il bar era chiuso. Pazienza. Si mise in macchina e aspettò. All'ora stabilita vide arrivare uno scooter giallo che si fermò proprio dietro alla sua autovettura. Scese un ragazzetto che si girò verso il bar chiuso, poi si mise a guardare intorno, non notando lui che era seduto all'interno dell'auto. Certamente doveva essere lui, ma per sicurezza decise di chiamarlo al telefono. Vide il ragazzo cercare in tasca e poi, dopo essersi tolto il casco, rispondere: “Si, eccomi, dimmi.”
“Ciao Mauro, sono Marcello. Sei appena sceso dalla scooter?”
“Si, mi vedi?”
“Si, sono nella macchina dietro a te, adesso esco.”
Il ragazzo si girò facendo due passi verso la portiera mentre l'uomo scese dalla macchina. Appena si videro restarono come paralizzati, entrambi. Il primo a parlare fu il gigante. “Giorgio?”
Il ragazzo divenne rosso fuoco e impietrito. L'uomo che aveva davanti era suo zio che abitava proprio nell'appartamento sotto il suo e che vedeva quasi tutti i giorni e che, in casa, si diceva che… andasse a uomini.
“Ma che bella sorpresa!”
“Zio, non è...”
“Ma... Giorgio o Mauro?”
“Zio, ti prego...”
“No, ti prego io, niente zio, solo Marcello. Va bene?”
“Sssi...”
“Così cerchi uno grande e grosso e deciso...”
“Zio...”
“Marcello!”
“Marcello, lascia che ti spieghi...”
“Mi hai già spiegato con la mail. A proposito, bellissima la foto.”
Se prima era rosso fuoco, adesso bruciava. Se avesse potuto sprofondare o scappare lo avrebbe fatto. Ma era li. Suo zio aveva scoperto il suo segreto e si sentiva perso. Mille pensieri gli attraversarono la mente.
“Visto che ci conosciamo mi pare inutile stare qui a… fare conoscenza” e rise “andiamo a bere qualcosa da me. Ti aspetto a casa tra dieci minuti, il tempo di arrivare.” Non aggiunse altro, rientrò in macchina e si avviò. Meccanicamente si mise il casco e partì pure lui. Lungo la strada provò a cercare una possibile storia da raccontargli ma nulla gli pareva credibile. Decise, proprio prima di imboccare la sua via di essere sincero e di dirgli tutto.
Mentre parcheggiava nel vialetto di casa lo scooter arrivò anche lo zio che fermò la macchina nel solito posto ed entrò lasciando la porta aperta. Mauro entrò e la chiuse.
“Una coca va bene?”
“Si. Ti prego solo di non dirlo ai miei.”
Un rassicurante: “non ci penso nemmeno. Questo è un segreto che resterà sempre tra di noi” lo tranquillizzò subito.
Mauro gli sorrise.
“Ti va di dirmi come hai cominciato?”
“Si. In palestra... Circa quattro anni fa... Con un altro ragazzo... Si allenava vicino a me e un giorno con una scusa mi si è infilato accanto nella doccia… Le sue mani su di me… Ha cominciato a toccarmi… Non ho detto niente e lo ho lasciato fare… Non chiedermi perché lo ho lasciato fare, non lo so… Un'ora dopo, nel garage di casa sua gli avevo già dato il… culo.”
“Certo che non hai perso tempo in preliminari...”
Lo guardò non capendo subito la battuta ma poi si mise di nuovo a sorridere.
“Ma quanti anni avevi?”
“Poco più di sedici.”
“E lui?”
“Anche lui ne aveva sedici. Ma aveva cominciato molto prima… Ci siamo frequentati a lungo poi ha fatto lo stronzo e ha detto a tutti, in quella palestra, che mi piaceva prenderlo e in tanti hanno cominciato a provarci… Sai, ho capito dopo che in quella palestra, soprattutto nella fascia serale, quella in cui andavo io, c'era un certo giro...”
“E tu?”
“Sai, ero piccolo, mi sembrava bello che mi dicessero quelle cose, che mi volessero, sai com'è… magari prima dicevo di no, ma poi allungavano le mani, mi toccavano… dicevo di no, mi spostavo ma alla fine li lasciavo fare e...”
Ormai, in pochi minuti tra i due si era instaurato già una certa complicità. Il ragazzo vedeva nello zio un adulto che sapeva capirlo e che sembrava condividere le sue voglie mentre l'uomo cercava in tutti i modi di abbattere quel mezzo gradino che sentiva ancora li in mezzo a loro.
“E...”
“E… ti hanno scopato in tanti...”
“Si, quasi tutti i ragazzetti della palestra...”
“Cazzo!”
“No, cazzi! Si, tanti… cazzi.”
Questa volta fu lo zio a ridere di quella specie di battuta.
“Ma quanto è durato?”
Qui il nipotino si prese una lunga pausa e poi, guardandolo e piegando un pochino la testa e facendo uno sguardo che più furbetto e malizioso non si poteva: “...dura ancora...”
Lo zio capì tante cose e poi volle saperne un'altra: “ma tu eri minorenne e loro?”
“Tutti minorenni. Sembrava ci fosse un accordo. Mi venivano dietro solo minorenni. Il primo grande fu il proprietario della palestra che mi fece… la festa il primo giorno che entrai nello spogliatoio dopo che avevo compiuto i diciotto anni. Giuro!”
“Dai!”
“Giuro, nessuno dei grandi mi ha mai toccato, anche se avrei voluto e spesso li provocavo. Ma loro niente. Mi dicevano che ero ancora piccolo e che non volevano grane. Ma dopo…” e qui guardò ancora in un modo veramente porcello lo zio “si sono rifatti e io me ne sono fatti tanti...”
“Ma sei un vero maialetto!”
“Si...”
“Ma perché l'annuncio?”
“Perché tre mesi fa è arrivato un ex atleta grande e grosso con un… cazzo così e, dopo poco, si è accorto di me e… mi ha fatto impazzire e ho capito che mi piace tanto di più farlo con uno che ce l'ha grosso. Era il più grosso che avevo provato finora. Ma è rimasto solo un mese e poi se ne è andato… e li non ce ne sono altri con un cazzo così... così l'annuncio. Dalla foto mi sei sembrato ben messo e ho voluto provare. Chi cazzo immaginava che eri tu!”
“Già!”
E, continuando con una certa sicurezza: “e adesso? Adesso… me lo fai assaggiare? Visto che ci siamo...”
Buttata oltre le spalle ogni possibile inibizione ormai quel ragazzetto si stava impossessando della scena e lo confermò concretamente superando le esitazioni che sembrava avere ancora l'uomo.
Lo zio, anche se già arrapato dal racconto, mostrava dei dubbi sul da farsi, dubbi che furono dissolti dal nipotino che gli mise una mano sulla patta e l'aprì. Con tre abili movimenti portò alla luce quello che voleva e ci si buttò sopra a bocca spalancata non prima di aver lanciato un commento: “che meraviglia. E' bellissimo! E' grossissimo. Chissà che spettacolo prenderlo...”
Marcello lo assecondò abbassandosi i pantaloni e poi rimase a guardare come si stesse dando da fare, apprezzando quasi immediatamente la tecnica da troia navigata.
Altro che ragazzetto, quello era una forza della natura.
“Sei bravissimo. Ma dove hai imparato?”
Ovviamente non smise di lavorarsi il bastone con cui stava giocando e quindi non rispose, dandogli solo una leggera morsicata alla punta del glande come per aumentare l'intesa che si stava costruendo tra di loro.
Si staccò dopo una buona decina di minuti e, ancor più maliziosamente, gli chiese se lo voleva vedere nudo e… tutto a sua disposizione.
Ovvio che lo voleva e così, ancora con i pantaloni alle caviglie si sdraiò sulla poltrona invitandolo a spogliarsi.
Gli si mise a un metro e, velocemente, si tolse le scarpe e i calzini, gettandoli in un angolo. A questi seguì la maglietta e quindi si avvicinò e piegandosi in avanti cominciò a muoversi come per sbattergli in faccia i capezzoli. Lui allungò le mani per toccarli e stringerli tra due dita. Giusto il tempo di sentirli indurire che Mauro si allontanò, cominciando con lenti e sinuosi movimenti a far scendere i jeans lungo i fianchi. Appena oltrepassarono il sedere si girò in fretta e sculettando in modo accentuato come se stesse seguendo un ritmo musicale, li spinse giù per calciarli via. Ritornò a girarsi e, mentre si copriva il sesso con una mano, con l'altra si liberò dei minuscoli slip, lasciandoli per terra e, sempre nascondendosi davanti, si mise ad ondeggiare e a ruotare pianissimo su se stesso fino a dare di nuovo le spalle a Marcello che rimase immobile a gustarsi quello strip e a scoprire quel corpo stupendo, perfetto sotto ogni punto di vista. Il culo poi era fantastico, sporgente, perfettamente rotondo e completamente liscio e privo di peli.
“Ti piaccio?”
“Bellissimo, sei stupendo. Chi lo avrebbe immaginato di avere un simile fiorellino al piano di sopra...”
A questo punto Mauro si girò di nuovo lasciandosi ammirare in tutta la sua nudità.
Gli occhi avidi passarono ogni centimetro della sua pelle chiara, spostandosi dalle gambe ben modellate ai genitali, soffermandosi sul ventre piatto e sui capezzoli turgidi.
Ma era troppo anche per un uomo avvezzo al sesso restarsene fermo a guardare senza fare nulla e così, alzatosi e liberatosi in fretta e furia dei vestiti gli si avvicinò, prima guardandolo dall'alto al basso, visti i buoni quaranta centimetri con cui lo superava e quindi, forse per far vedere che anche lui un po' di esperienza l'aveva fatta gli disse: “lo hai mai fatto in braccio?”
Colpì nel segno perché prese in contropiede quello sfrontato ragazzino che lo guardò stupito.
Gli indicò un tubetto di lubrificante che era sul tavolino: “mettine un poco, non troppo, che sono grosso e lungo...” e, senza aggiungere altro si abbassò e gli mise le grosse mani sotto le chiappe sollevandolo. Mauro capì al volo e gli cinse il collo mentre lui, sempre tenendolo sollevato, cercò con dei precisi movimenti di portare il buchetto sopra la grossa cappella. Appena lo sentì in posizione allentò il sostegno delle braccia lasciando che, piano piano il cazzo gli si infilasse dentro. Mentre lo faceva i loro sguardi non si staccavano ed entrambi poterono percepire il reciproco piacere che si stavano dando. Lentamente quella ventina di centimetri di dura carne sparirono completamente tra i glutei, saldamente conficcati nello sfintere.
Mauro ora era completamente appoggiato su quel grosso cazzo e lo sentiva decisamente dentro.
“Tutto bene? Male?”
“Dio che cazzo! Tutto bene, si, tutto bene. Mi scopi?”
Certo che adesso lo avrebbe scopato. Sistemò meglio i palmi delle mani sulle chiappe per avere una salda presa e cominciò a tirarlo su per poi lasciarlo ricadere.
Dopo i primi movimenti il sorriso del ragazzo sparì mentre la bocca restò spalancata per il piacere che ogni colpo gli procurava.
“Cazzo se mi stai sfondando! Ma quanto ce l'hai lungo… ma quanto è grosso...”
Le frasi gli uscirono strozzate e intercalate a spasmi in cui prendeva fiato o si contorceva. Lo zio lo stava massacrando e lui si stava godendo ogni singolo fremito che gli faceva vibrare tutto il corpo. Anche il cazzo gli divenne duro e cominciò a sbattere e a strusciarsi sulla pancia dell'uomo che, abbassando lo sguardo e vedendolo così in tiro gli sorrise ripetendogli: “ti piace, vero porcello?”
Riuscì a dire solo una rapida sequenza di soffocati si perché cercava di tenere tutto il fiato per non esplodere. Ma quasi subito iniziò a gridare perché quello che gli stava facendo provare era troppo e se ne accorse anche lo zio perché si ritrovò con la pancia bagnata. Mauro era venuto, aiutato dallo sfrugamento ma, soprattutto da quel membro che continuava a martellare senza alcuna sosta.
Ormai entrambi erano in un bagno di sudore, uno per l'orgasmo che continuava anche dopo l'eiaculazione, l'altro per la fatica di sollevarlo ripetutamente e così Marcello decise di metterlo giù perché cominciava a sentir scivolare la presa. Senza sfilare il cazzo si spostò sul divano e lo adagiò sopra, riprendendo subito il ritmo. Ancora una buona manciata di minuti nei quali il nipotino non fece che “miagolare” e gli scaricò l'abbondante crema che era solito produrre, specialmente quando riusciva a durare a lungo come in quest'occasione. Si sfilò e, preso dalla foga, continuò a strizzarsi per far uscire ancora qualche schizzo che raggiunse la pancia del giovane prima di lasciarsi cadere, esausto, al suo fianco.
Passarono alcuni interminabili momenti in cui entrambi non dissero nulla, intenti a riprendere fiato.
“Non ho mai scopato così! Sei stato meglio di tutti...”
“Hai un culetto d'oro e sei di un porco...”
“No, tu sei il più porco. Non mi ha mai sbattuto nessuno come hai fatto tu oggi. Cazzo! In braccio non lo avevo mai fatto.” e, spostandosi per potergli prendere in mano il pene continuò: “ma è grossissimo e lunghissimo. Cazzo! E' il più grosso che ho visto e...” aggiunse guardandolo nuovamente con grande malizia “e… ne ho visti tanti...”
“Porco. Porco, porco. Ma adesso mi sa che che lo zietto ti mette a posto. Te ne darò tanto che ti passerà la voglia di andare a cercarlo da altre parti.”
Il nipote staccò lo sguardo dal cazzo, lo fissò, gli sorrise e si infilò di nuovo in bocca quel salsicciotto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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