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TIAN, UNA MACCHINA DA ORGASMO.


di RedTales
16.02.2015    |    14.458    |    6 9.1
"Il massaggiatore non smise neanche per un istante di succhiare e si fermò solo quando lui, ormai incapace di sopportare oltre, gli chiese di togliersi..."
Questa me la ha raccontata un amico che giura di averla vissuta in prima persona, anzi, di continuare a viverla...

Luciano aveva sentito parlare da un amico di quello strano centro massaggi orientale dove abili massaggiatrici o esperti massaggiatori si prendevano cura del corpo ma che, con sovrapprezzo, dedicavano particolare attenzione... proprio li.
Un giorno decise di provare. Arrivato nei pressi del centro si premurò di entrare quando la via era quasi deserta. Entrato trovò ad accoglierlo una signora agghindata come un'infermiera che dopo averlo salutato in un italiano un po' incerto, lo condusse nella prima stanzetta. Gli mostrò subito una specie di listino dove poter scegliere quanto “offerto dalla casa”.
Non c'era molto in quanto l'offerta si limitava ad un unico trattamento al corpo che poteva essere eseguito da una donna o da un uomo e durava o trenta minuti o un'ora.
Non trovando quanto gli era stato descritto chiese maggiori informazioni su “un massaggio più... completo”. La signora, senza cambiare l'indecifrabile espressione del volto, gli disse che: “tuto quelo in piu va chiesto diretamente al masagiatore e pagato a lui”.
Provò a insistere per sapere qualcosa di più ma, oltre ad alcune frasi evasive e un “tu prova e resti contento”, non riuscì a sapere altro. Ormai era li e decise di approfittarne. Scelse il massaggio di mezz'ora con il massaggiatore maschio e pagò i trenta euro, ricevendo immediatamente una ricevuta.
Messi nel cassetto i soldi, chiamò con un citofono qualcuno ma in una lingua per lui incomprensibile e pochi istanti dopo apparve sulla porta un ragazzo giovane, anche lui in camice bianco che lo invitò a seguirlo. Lo condusse in una delle tante porte presenti su un lungo corridoi. Mentre lo seguiva notò che sotto il camice non portava pantaloni ma aveva le gambe nude e, ai piedi, un paio di infradito. Era piuttosto piccolo di statura e minuto di corporatura. Entrati nella stanza chiuse la porta e gli indicò una panca con accanto degli appendiabiti. Lo invitò a spogliarsi con dei gesti e iniziò subito ad aiutarlo cominciando a sbottonargli la camicia.
- “Vorrei il massaggio completo. Mi ha detto di chiedere a te.”
- “Si, bene. Competo sono dieci euro. Prende io. Dieci con mani... venti con bocca. No fa altro qui.”
Tirò fuori altri venti euro e li passò al ragazzo che li mise nella tasca per poi sbottonarsi il camice e restare completamente nudo prima di riprendere ad aiutare Luciano. Con mani esperte tolse camicia, scarpe, calze, pantaloni e slip, lasciando anche lui nudo.
Indicando un lettino da massaggiatore lo invitò a sdraiarsi a pancia in giù e, appena si fu sistemato, piegandosi sulla nuca, prese a leccarlo e baciarlo aiutandosi con i polpastrelli che pizzicavano delicatamente dappertutto. Accidenti se ci sapeva fare. In pochi istanti aveva raggiunto una bella erezione che dovette raddrizzare con la mano. Dal collo era sceso alla schiena, poi ai fianchi, aveva indugiato sui glutei ed aveva sapientemente stimolato l'ano, infilandoci dentro la lingua, senza dimenticarsi dei testicoli, per terminare il suo percorso, dopo aver attraversato le cosce e i polpacci, tra le dita dei piedi che aveva succhiato a lungo. Si spostò davanti alla sua testa e gli indicò di girarsi. Con attenzione, per non cadere da quello stretto lettino, si sedette, esibendo quel pene completamente eretto che ostentava le sue buone dimensioni, per poi mettersi nuovamente giù. Finalmente poteva vedere bene il suo massaggiatore che iniziò dalla fronte per scendere. Quando le loro labbra si toccarono Luciano accennò ad aprirle e a tirare fuori un po' di lingua ma il ragazzo si scostò dicendo: “no, niente baci boca adesso” e continuando a lavorarsi quel corpo splendidamente. Passava la lingua su ogni centimetro di pelle per premerla con le labbra e pizzicarla con i polpastrelli. Tenendo la testa piegata riusciva a vedere tutto quello che faceva e adesso poteva anche osservarlo completamente. La faccia di quel ragazzo, di un età indefinibile tra i venti e trent'anni, era completamente liscia e scorreva morbida su di lui; anche il corpo era totalmente glabro e pure attorno al pene non vi era la minima peluria. La pelle era bianchissima e il fisico, pur minuto, forse sul metro e cinquanta, era perfettamente proporzionato e ben modellato. Notò che non dimostrava la minima eccitazione per quanto stava facendo perché quel minuscolo uccellino, circondato da due palline altrettanto minute, penzolava inerte tra le gambe seguendo i suoi movimenti. Ma dovette alzare lo sguardo in modo repentino perchè quella sapiente bocca era arrivata all'attaccatura del suo pene e cominciava a lavorarselo. Lo fece scivolare tra le labbra fino a giungere alla punta e lo ridiscese leccandolo come si fa con un gelato. Osservò che lo stava riempiendo di saliva e, mentre le mani sfioravano delicatamente ed in modo veramente eccitante lo scroto, lo fece scivolare tra le labbra, allargandole fino ad accoglierlo. Si sentì risucchiato all'interno e lo vide intrufolarsi tutto nel fondo della gola. Considerando i quasi venti centimetri dell'attrezzo e le dimensioni della testa del massaggiatore, doveva davvero esserselo spinto fino a metà gola. Chissà come riusciva a farlo in modo così naturale e disinvolto e senza il minimo accenno di fastidio. Come se gli avesse letto nel pensiero, il suo sguardo si incrociò con quello del ragazzo che aveva alzato gli occhi verso di lui mentre, in qualche modo aspirava pur tenendoselo completamente dentro. Iniziò successivamente un meraviglioso movimento dal basso verso l'alto, lasciandolo scorrere per tutta la lunghezza e comprimendolo in maniera perfetta per fargli apprezzare totalmente quel pompino. Allungò un braccio per accarezzargli il culo che era proprio a portata di mano ma il ragazzo si fermò: “non puo tocare me. Ogi non puo. Tu pagato per mio masagio e non per tocare me. Adeso no toca, prego.”
Va bene, doveva solo lasciarsi fare e tenere le mani a posto. Lui si era messo di nuovo il salame tra le fauci riprendendo il movimento che aveva interrotto e alternandolo con delle profonde aspirazioni dedicate solo alla cappella e senza mai smettere di palpeggiare e accarezzare le palle.
Per Luciano non solo era favoloso quanto faceva, ma era anche appagante vederglielo fare con tanto impegno. Ma, pur cercando di trattenersi, quella bocca era decisamente una macchina da orgasmo e anche lui, raggiunto il massimo di eccitazione, con alcuni scatti convulsi, gli schizzò l'abbondante crema dritta in gola. Il massaggiatore non smise neanche per un istante di succhiare e si fermò solo quando lui, ormai incapace di sopportare oltre, gli chiese di togliersi. Lo fece, mettendosi dritto e, meravigliando Luciano, senza sputare o pulirsi la bocca. Aveva ingoiato tutto e, per completare il servizio, si mise a leccare alcune gocce che si erano depositate sui peli alla base del cazzo. Passò ancora bocca e labbra sui testicoli e infine, mostrandogli l'orologio posto sopra la porta disse che la mezz'ora era finita e che doveva rivestirsi.
Gli indicò di sedersi sulla panca e gli infilò le calze, poi gli slip, continuando ad aiutarlo fino a vederlo vestito. A questo punto si mise pure lui il suo camice e lo abbottonò.
- “Se torno ci sei sempre tu?”
- “Siamo due ma se chiedi me io sono tuto giorno, tuti giorni.”
- “E di chi devo chiedere? Come ti chiami?”
- “Tian.”
- “Tian.” ripetè.
Mentre stavamo per uscire gli chiese anche se faceva qualche cosa in più e lui, avviandosi nel corridoi, strizzò l'occhio facendo si con la testa.
La signora che mi aveva ricevuto ci venne incontro, lui salutò con un mezzo inchino e tornò indietro.
- “Tuto bene? Piaciuto masagio? Lui bravo? Fato tuto bene?”
Luciano rispose in modo affermativo e fece per uscire.
- “Se vuole torna ce anche abonamento. Tu puo resta con Tian o prova Wen o ragaze. Tu poi sceliere ogni volta diverso. Tieni... se torna sconto.”
Salutato uscì e guardò il cartoncino che gli aveva dato. Era un buono sconto del 50% per un'altra seduta di massaggio. C'erano anche indicate le tariffe di alcuni abbonamenti ma erano scritti così in piccolo che proprio non riusciva a leggerli.
Guardò la strada, era quasi deserta.
Si, sarebbe certamente ritornato. Tian era stato bravissimo ed era anche curioso di scoprire cos'altro avrebbe potuto fare e poi non era riuscito a guardargli bene quel sodo culetto che aveva solo intravvisto...
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