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Prime Esperienze

L'INESPERTO CAZZO DELLA MATRICOLA NEL SUO NAVIGATO CULO.


di RedTales
02.04.2016    |    22.262    |    1 9.5
"“Guarda che ci conto! Ti aspetto..."
I due ragazzi arrivarono davanti alla guardiola di Stefano, l'anziano bidello dell'Istituto.
“Ciao Stefano!”
“Ehilà, ciao Andrea, tutto bene?”
“Benissimo. Ti ho portato Luigi. Ha sentito parlare del mastro deretanus e non ci credeva, così ho pensato che potevi raccontargli qualcosa...”
“Hai fatto bene. E così non credi al mastro deretanus?”
“No, non è che non credo ma mi pare un'esagerazione. Almeno quello che mi ha detto Andrea. Mi sembra impossibile...”
“Eh, voi matricole sempre a dubitare...”
Così, spostatosi dalla sua seggiola e messosi a sedere su una panca dell'atrio iniziò il suo racconto.
“Ormai sono quasi quarant'anni che sono qui e ne ho viste tante ma questa è forse la migliore. Negli anni settanta la goliardia tra universitari era molto in voga e, non so nemmeno io come sia cominciata, ma ad un certo punto qualcuno si è inventato che per far terminare uno dei tanti processi che si facevano alle matricole ci voleva una pena e decisero che questa doveva essere un'inculata. Non che la matricola si doveva far inculare eh. Era la matricola che doveva inculare qualcuno. Uno degli anziani conosceva un dipendente assunto da poco, un venticinquenne che era decisamente gay e lo coinvolse. Quello accettò subito di… metterci il culo. Poi, per dare importanza a questa persona, decisero di chiamarlo mastro deretanus. Mi ricordo benissimo i preparativi del primo processo. Decisero che un anziano sarebbe stato il giudice, altri due gli avocati della difesa e dell'accusa e l'impiegato il mastro deretanus. Per dare solennità indossarono tutti una tunica lunga fino ai piedi ma quella del mastro la lasciarono completamente aperta dietro e tenuta chiusa solo da un cordone legato in vita. Si fecero delle prove e si trovò anche una stanza dove celebrare, in tutta tranquillità, i processi. Era quel deposito che avete visto sulla destra prima dell'entrata. Lo usano ancora oggi, anche se assai di rado. Ah! Bei tempi allora, altro che le cazzate di oggi. I ragazzi oggi hanno in testa solo il telefonino. Gli hanno riempito la testa col telefonino. Bla bla bla e basta. Quella volta si che si scopava e si scopava davvero.”
“Eh si, da quello che mi hai raccontato si scopava davvero! E tanto!.”
“Puoi ben dirlo!”
“Ma continua con la storia...”
“Si. Come vi dicevo facevano la i processi. Loro li chiamavano così. Arrivavano, sul tardi, verso le dieci, di solito tre, quattro o cinque matricole e una decina di anziani, ma anche di più. Entravano, dietro ad un tavolo c'erano il giudice e gli avvocati mentre il mastro deretanus stava a capotavola. Dall'altra parte c'erano tutti gli altri, le matricole e gli anziani che le controllavano perché non se ne andassero. Poi facevano sedere una matricola alla volta su una specie di inginocchiatoio e cominciavano con le domande. Se ne sbagliavi una venivi condannato.”
“Che domande facevano?”
“Di tutto, di cultura, come dicevano loro. Perlopiù sulla storia dell'Università. Ma era impossibile saperle, così l'avvocato dell'accusa chiedeva la massima pena e quello della difesa si appellava alla clemenza della Corte, ma era una messinscena e c'era sempre una condanna. Il giudice sentenziava con una frase in latino maccheronico del tipo -Tu es reus et tua condanna est inculathio master deretanus et seguentis pulizia cum lingula suus forum analis-. In pratica diceva che doveva inculare il master deretanus e poi leccargli il culo dopo che ci erano venuti dentro. Ricordo che il giudice aggiungeva sempre che -Se fallum non est turgidum faucem mastro deretanus dedit vita membrum reus- cioè che se non gli tirava doveva essere il mastro deretanus a succhiarglielo fino a farglielo diventare duro. Eh... Altri anni… Pensa che si scopava sempre a pelle, senza preservativi. Non c'erano rischi allora. Comunque alla fine del processo, uno a uno, venivano condannati tra il tifo dei presenti e, sempre uno alla volta, dovevano spogliarsi nudi. Non tutti lo volevano fare perché pensavano fosse tutto uno scherzo, ma poi, volenti o nolenti, dovevano obbedire. A questo punto, quasi mai ce l'avevano duro e così il mastro si metteva a spompinarli. Appena pronti lui si metteva con la pancia su quella specie di inginocchiatoio che era al centro della stanza, la sua tunica aperta dietro si apriva e, poiché sotto era nudo, il sedere era già bello e pronto per prenderlo. Dovevano continuare fin quando non venivano, quindi tra le risa di tutti dovevano abbassarsi e dare un po' di leccate tra le chiappe come per pulire e vi assicuro che dopo il secondo o il terzo ce n'era di roba che colava...”
“Sentito? Che ti dicevo, non erano solo leggende, lui le ha viste!”
“Incredibile! Ma fino a quando è durato?”
“Gli anni d'oro sono stati tra la fine degli anni settanta e poco dopo la metà degli ottanta. Poi, piano piano si è quasi smesso. Adesso ne faranno uno o due al mese di processi. Ma non c'è più quello spirito goliardico di quella volta… Adesso sono ragazzi che giocano già tra di loro… Sono solo gay o aspiranti tali… Una volta di qua passavano tutti… Era una specie di battesimo del culo… Comunque i processi si fanno sempre qui. Sapete, il custode che è anche il mastro deretanus è sempre disponibile a prenderne...”
“Mi piacerebbe vederne uno...”
“Si può combinare...”
“Ma… ma la storia del cartellino con scritto -sto scopando-? E' vera anche quella?”
“Ne dubiti ancora?”
“No… ma...”
“Il ripostiglio delle scope è venuto dopo il processo. Qualcuno a cui era piaciuta la scopata era tornato dal mastro per chiedergli se poteva… farlo ancora e così è nata l'idea che una sveltina si poteva fare anche di giorno. Ti ricordo che lui era bidello e custode e così gli bastava mettere sulla guardiola un cartellino con scritto -TORNO SUBITO. STO SCOPANDO IL SEMINTERRATO- e assentarsi per il tempo necessario. Quando arrivava un ragazzo voglioso bastava che dicesse -seminterrato- e, se era un momento tranquillo, entrambi se ne andavano nel ripostiglio delle scope dove il bidello offriva il suo disponibilissimo culo al ragazzo. E' ovvio che ci godevano assai entrambi. Un giorno qualcuno, con un pennarello tagliò le ultime due parole e così il cartellino divenne: -TORNO SUBITO. STO SCOPANDO.” La cosa piacque al master e poi faceva ridere tutti e così quel cartellino è rimasto invariato fino ad oggi.”
“E la cosa va avanti?”
“Certo che va avanti. Ormai il mastro ha i suoi anni e trovarsi ancora tanti bei cazzi freschi pronti a incularlo non se li lascia mica scappare. Anzi, ormai sono quasi solo quelli i momenti in cui lui può farsi scopare, i processi sono così radi… Vuoi che si perda queste gioie della vita? Ormai ne ha presi così tanti… Ma ogni volta ci gode come un porcello...”
“Figo!”
“Che ti dicevo? Tutto vero!”
“Mi piacerebbe vedere!”
“Magari anche provare?”
“Non so, non ho mai inculato un maschio.”
“Allora una prima volta ci starebbe proprio bene. Ma è uno di cui ci si può fidare?”
“Al cento per cento, garantisco io.”
“Magari lo invitiamo ad un processo...”
“Si! Mi piacerebbe molto.”
“Però gli si potrebbe dare anche un assaggino?”
“Dici?”
“Secondo me, si.”
“Anche adesso?”
“Mi pare che sia tranquillo. Non c'è nessuno.”
“Va bene.”
Stefano si abbassò e tirò fuori da sotto un vecchio cartello consumato. Sopra c'era scritto -TORNO SUBITO. STO SCOPANDO- oltre ad altre parole cancellate che non si leggevano quasi più.
Luigi restò a bocca aperta: “ma allora il mastro deretanus è qui?”
“Si!”
“E adesso lo vedo?”
“Per quello lo hai già visto.”
Guardò il suo amico meravigliato e bisbigliò: “è lui?”
“Certo che è lui. Stefano fa il bidello ed è il custode ed è lui il mastro deretanus.”
Così dicendo si avviò verso il fondo di un corridoi e aprì una porta: “vieni. Questo è il ripostiglio delle scope.”
La stanzetta era piccola ma ordinata e profumata.
Stefano arrivò quasi subito. Chiuse la porta. Si calò rapidamente i pantaloni. Era perfettamente depilato. Si girò per far vedere il suo lato b. Sodo, tondo e sporgente.
Andrea non esitò un attimo e come un navigato amante si abbassò i jeans esibendo un bel cazzo anche se non ancora pronto. L'uomo si abbassò e, senza dire niente, cominciò a leccarlo e poi lo prese in bocca ottenendo in breve quello che voleva: un bel pistone pronto per essere infilato nel suo culetto voglioso. Si girò, si appoggiò ad un armadio e offrì il suo buchetto al ragazzo che, senza esitazione ci si tuffò dentro e si diede da fare. Luigi era come impietrito. Non si lasciava sfuggire nulla di quello che stava succedendo sotto i suoi occhi ma non sapeva proprio cosa fare. Non si era mai trovato in una situazione così. Per quella decina di minuti rimase immobile fino al quando il suo amico raggiunse il traguardo. Poco dopo si sentì osservato da entrambi.
“Adesso tocca a te!”
Provò a bisbigliare un no ma sapeva benissimo che adesso doveva essere lui il protagonista. Mentre pensava questo, Stefano gli aprì i pantaloni facendoli scendere e fece altrettanto con gli slip dai quali spuntò un bel pisellone dritto e duro, circondato da una fitta foresta nera alla base. L'uomo lo infilò in bocca e lo succhiò avidamente stringendo con la mano le palle.
Dio che bello pensò incrociando lo sguardo complice di Andrea che si stava sistemando i jeans mentre li guardava.
“Hai proprio un bel cazzo...”
Anche il bidello, appena si staccò confermò la bontà di quel pene. Si mise di nuovo appoggiato all'armadio offrendo anche al nuovo arrivato le sue… grazie.
Lui esitò e Andrea lo incitò con un: “dai, sfondalo. E' li tutto per te!”
Si spostò dietro l'uomo e appoggiò la punta sul bel buco che lo stava aspettando. Vide che era luccicante per quanto aveva ricevuto poco prima e spinse un pochino con il bacino. Era proprio sull'apertura. Spinse di più ma scivolò verso l'alto, scorrendo tra le chiappe. Con la mano lo mise esattamente su quella nera apertura e lo tenne fermo in quella posizione prima di esercitare ancora forza per entrare. Questa volta la cappella si fece strada. La osservò mentre allargava la carne e spariva dentro quell'uomo. Era la prima volta che inculava qualcuno. A dir la verità era la prima volta che scopava in assoluto. Finora aveva fatto solo tanto esercizio di mano ma non aveva mai trovato una ragazza con cui farlo e tanto meno un ragazzo. Ma questo non lo aveva mai detto, tanto meno ad Andrea, anzi, si era vantato di aver avuto più… fichette in cui sguazzare. Ora non poteva sputtanarsi così. In ogni caso la voglia era tanta e, continuando la pressione, lo vide sparire completamente dentro. La sensazione che provò fu strana. Ne bella ne brutta. Si fermò come per accertarsi che tutto andasse bene, quindi prese a muoversi come aveva visto fare decine di volte nei soliti video porno.... All'inizio non sentì nulla di particolare ma, piano piano avvertì la pressione delle pareti su tutto il suo cazzo. Era come una mano molto ben stretta che sapeva stimolarlo dappertutto, fino all'attaccatura dell'inguine. Lentamente quella stimolazione cominciò ad avvolgergli tutto il pisello procurandogli una forte sensazione che percepiva anche dentro. In breve cominciò ad apprezzare e poi a godere. Era come una di quelle seghe venute benissimo… Si, era decisamente bellissimo. Senza quasi accorgersene afferrò l'uomo per i fianchi trovandoli morbidissimi e lisci per sincronizzare meglio i suoi movimenti. Era la sua prima scopata. Purtroppo durò poco. Sentì quasi subito che qualcosa, dall'interno, si era impossessato della sua volontà e non riuscì proprio a controllarsi, agitandosi furiosamente e, senza fermarsi, inondò quasi subito quel pertugio. Si tirò indietro prima ancora di aver finito di schizzare, sentendosi quasi in colpa per avergli eiaculato dentro e spargendogli sulla schiena e sulle gambe… il resto.
“Cazzo! Ne avevi di voglia. Ma da quanto non scopavi per venire così in fretta?”
Non rispose perché l'anziano bidello si era abbassato davanti a lui e si era messo nuovamente a succhiarglielo lasciandolo letteralmente senza fiato per quanto stava provando.
“Non sa resistere. Non vuol perdersi tutta quella crema...”
Ancora qualche minuto e, pulendosi la bocca con una mano si rialzò sorridendo ai due.
“Ritorno di la.” disse sistemandosi in fretta prima di uscire.
Anche Luigi si mise a posto e poco dopo, assieme ad Andrea, uscirono dal ripostiglio delle scope. Si fermarono davanti alla guardiola. Stefano era li, alle prese con il telefono. Aspettarono che finisse per scambiare ancora qualche frase prima di andarsene.
“Tutto bene? Piaciuto?”
“Tanto.” rispose Luigi diventando quasi rosso dopo aver pronunciato la frase.
“La prossima volta me lo fai durare di più.”
“Abbassò lo sguardo.
“Guarda che ci conto! Ti aspetto. Quando vuoi. Arrivi, mettiamo il cartellino e… andiamo di la. Ritorni a trovarmi, vero? Ci conto.”
Si lasciò sfuggire un cenno del capo a conferma.
Poi il bidello si rivolse ad Andrea: “quando lo facciamo un nuovo processo?”
“E' difficile. Non trovo la gente. Appena sentono cosa vogliamo fare si dileguano.”
“Eh. I tempi sono cambiati...”
“Magari torno domani, così ne parliamo... magari nel ripostiglio...”
L'uomo sorrise: “ti aspetto… e… aspetto anche te.”
“Va bene”
“Si, a domani”
Lo salutarono e si avviarono verso l'uscita.
Stefano prese un altro cartellino e lo sistemò in un angolino del vetro. C'era scritto: -PRESTO UN NUOVO PROCESSO. PER INFO CHIEDERE IN PORTINERIA-
“Allora? Erano vere o no le leggende?”
“Si, si. Incredibile. Ma anche i processi?”
“Tutto! Al prossimo vieni anche tu.”
“Va bene. Ma quanti anni ha Stefano?”
“Credo sessantacinque, forse sessantasei. Che fisico e... E il culo?”
“Sessantasei?”
“Si! E adora la… carne fresca...”
“Mi piace quell'uomo!”
Risero e se ne andarono.
La mattina dopo Luigi, questa volta senza Andrea, era di nuovo davanti alla guardiola...
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