Prime Esperienze
DOMANI T'INSEGNERO' A FARE UN POMPINO
di RedTales
11.06.2015 |
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"Quando il contatto con i soli polpastrelli non gli bastò più iniziò a leccarlo..."
“Severo e autoritario cinquantenne cerca giovane passivello, anche prima esperienza. No mercenari. Sono ospitale...”“Buongiorno. Ho 19 anni e sono alle prime esperienze. Non sono molto alto, magro, castano chiaro, poco peloso, non molto dotato. Piuttosto timido e riservato. Mi piacerebbe provare ma non vorrei essere io a fare le cose ma essere obbligato, quasi forzato a doverle fare...”
“Interessante. Dovresti andarmi bene. Potresti venire domani pomeriggio...”
Marco accettò l'invito e il pomeriggio successivo, ben lavato, si presentò a casa dell'uomo. Non era proprio come lo aveva immaginato ma, in fondo, questo non doveva contare molto.
“Buongiorno. Sono Marco. Ho risposto al suo annuncio...”
“Ciao, cominciamo subito. Adesso ti metti li e ti spogli. Appoggia i vestiti sulla sedia”.
Il ragazzo eseguì. Restò con gli slip. Aveva un bel fisico, tipico di un maschietto della sua età, asciutto, ben proporzionato, pochissimo peloso. Non arrivava al metro e settanta.
Con voce dura l'uomo riprese “Ti avevo detto di spogliarti!”
“Anche gli slip?”
“Ti avevo detto di restare con gli slip?”
“No”.
“No, signore” ribatté ancor più serio. “Quando ti rivolgi a me mi chiami signore o padrone, hai capito?”
“Si”.
“Allora non ha capito”.
“Scusi, si signore”
“E non dimenticarlo, va bene?”
“Si, signore”.
“Adesso va bene”.
Anche gli slip finirono sulla sedia.
Ferruccio lo osservò con molta attenzione, girandogli intorno, per poi sedersi sulla poltrona e invitandolo ad avvicinarsi.
Dopo avergli chiesto di raccontare le altre esperienze che aveva fatto, si mise a giocare con i suoi genitali, accarezzandoli e stringendoli tra le dita.
“Ne ho fatta solo una, a maggio. Un pomeriggio ero a scuola con una parte della mia classe per prepararci all'esame. La scuola era chiusa e c'erano degli operai che facevano dei lavori. Finita l'attività avevo voglia di bere e invece di uscire con gli altri sono andato ai distributori. Dopo aver preso e sorseggiato un barattolo andai in bagno. Mentre facevo pipì uno mi abbracciò e, stringendomi forte, mi tenne bloccato. Pensai ad uno scherzo di un compagno ma poi vidi un altro uomo che si abbassò davanti a me e mi prese il cazzo in bocca. Protestai ma alla prima parola quello che mi teneva mi strinse ancora di più e mise la bocca sulla mia. Io la chiusi e provai a girare la testa ma lui mi teneva fermo e poco dopo iniziò a limonarmi. L'altro mi stava spompinando e me lo aveva fatto diventare duro. Appena socchiusi le labbra mi ritrovai la sua lingua in gola. Cercava la mia e appena l'ebbe trovata, mi coinvolse a muoverla e ad assecondarlo. La mano che si altrenava alla bocca continuava con bravura a stimolarmi e ci riuscì benissimo perché ogni tanto mi faceva letteralmente saltare per il piacere. Non ci misi molto e nel giro di pochi minuti un bel fiotto di sperma finì sul muro. Soddisfatto di avermi fatto arrivare lo sentii spostarsi e subito mi calò completamente i jeans e iniziò a leccarmi il culo. Passava la lingua dal fondo schiena fino alle palle, soffermandosi sul buchetto e spingendola dentro. Cazzo se mi piaceva. Anche quello che continuava a lavorarmi in bocca se ne accorgeva perché vibravo come un diapason... Finito di leccarmi mi arrotolò la maglietta fino al collo e armeggiò con qualcosa e subito dopo la punta del cazzo di quello che mi baciava era puntata sul buco, probabilmente guidato dalla mano dell'altro. Provai a divincolarmi ma mi strinse più forte, senza smettere di baciarmi. Improvvisamente staccò la sua bocca dalla mia, mi spinse in avanti e, per non sbattere sul muro, ci appoggia le mani. Contemporaneamente iniziò a spingere. Prima che potessi gridare loro di fermarsi, una mano mi bloccò la bocca e in quel preciso momento entrò. Provai un leggero fastidio, ma piccolo e la netta sensazione di quanto stava succedendo. Dio mio, pensai, mi sta inculando. Poi la sua pancia arrivò contro il mio culo e si fermò li. Era tutto dentro. Le sembrerà strano ma in quel momento pensai, e non so spiegarmi perché, che tutto quello che avevo sentito erano balle. Non mi stava facendo male. Mi sono domandato tante volte perché mi è venuto questo pensiero la prima volta che uno mi è entrato dentro. Ma non ho saputo trovare una motivazione. Comunque, dopo averlo infilato tutto dentro, prese a scoparmi e lo fece per un bel po'. Se all'inizio volevo gridare, poi non facevo altro che mugolare per il piacere che mi dava. Lo capì anche l'altro che tolse la mano dalla mia bocca, lasciandomi ansimare... Prima di venire uscì e mi riempì la schiena di crema. Ma non era finita perché l'altro prese il suo posto. Questo doveva averlo più grosso perché l'ingresso fu un pochino più fastidioso ma fu subito compensato da un altro tipo di piacere, simile al primo ma al tempo stesso diverso. Non so spiegarmi cosa provavo ma mi piaceva tanto. Anche lui fece come il primo. Dopo avermi riempito la schiena uscirono e chiusero la porta. Io mi tirai su i pantaloni e saltai fuori. Non c'era nessuno e neanche nel corridoio. Erano scomparsi. Solo per un secondo pensai a cosa avrei dovuto fare ma...”
“Ma basta. Ti avevo detto di dirmi le esperienze ma sei troppo lungo. Bella storia ma adesso stringi. Dopo questa?”
Continuando sempre a giocare con i gioielli del ragazzo, lo fissava e la risposta gli piacque molto.
“Basta. E' stata la sola esperienza. Avrei voluto ma non ho mai fatto altro. Per questo ho iniziato a leggere gli annunci, ma non ho mai visto ancora nessuno...”
“Va bene. Basta così. Girati!”
Ruotò su se stesso dandogli la schiena.
“Allarga le gambe... di più... piegati in avanti e metti le mani sulle ginocchia...”
lo fece.
“Bel buco”.
Prese a toccarlo, lo leccò bagnandolo bene e poi ci infilò dentro un dito.
“Ma ti sei lavato dentro?”
“No”
“Allora bisogna farlo, subito!”.
Lo portò in bagno facendolo entrare nella vasca e, con il tubo della doccetta, delicatamente, gli riempì l'intestino d'acqua e per tre volte lo fece correre sul water a liberarsi. Le ultime due rimase nella vasca: “per vedere se sei completamente pulito non deve uscire neanche un pezzettino di cioccolato”.
Ora che il lato b era a posto, gli ordinò di mettersi alla pecorina su un tavolino e cominciò a toccarlo. Il piacere di sfiorare il suo corpo, la sua pelle giovane e morbida lo prese in un modo profondo. Continuò a far scorrere le mani, ruvide, su quel corpo, percorrendolo completamente e traendone infinito piacere. Lui era un oggetto, remissivo, disposto ad accettare ogni attenzione per il solo piacere di sentirsi usato, posseduto, a disposizione di colui a cui aveva dato l'esclusivo potere di prenderlo come più avesse desiderato. Ed era proprio così che Ferruccio stava intendendo quel gioco. Lo stava padroneggiando, facendolo succube delle sue voglie e lui, cosciente di ciò, si donava con tutto se stesso a quella perversa sintonia ludica e al tempo stesso erotica che lo eccitava e che stava portando l'altro uomo a godere pienamente della sua carne, della sua epidermide, dei suoi fremiti.
Quando il contatto con i soli polpastrelli non gli bastò più iniziò a leccarlo. E quel culo aperto e ostentato dalla posizione lo attirò come una calamita e iniziò a percorrerlo per concentrarsi poi sul buchino. Osservò le sue piccole rughe e la pelle morbidissima e... non seppe resistere e ci si tuffò dentro con le dita, slargandolo e dilatandolo e sentendolo pulsare. Prima percepì una certa resistenza dei muscoli anali che poi si lasciarono andare, accettando chi lo stava profanando. Prese a scoparlo con la mano, facendolo godere, mai poi lo volle sdraiato sul divano e lo fece suo...
Sapendo di avere una misura abbastanza grossa, lo preparò con la crema, indugiando sull'apertura, ma, con sua grande sorpresa, il cazzo scivolò dentro senza incertezze e senza che il ragazzo emettesse alcun suono. Si fermò a metà e quindi proseguì completamente per arrestarsi di nuovo.
Solo un gemito di piacere sottolineò la penetrazione e ciò lo invitò ad iniziare a soddisfarsi di lui. Prese un ritmo cadenzato che faceva sussultare Marco ad ogni affondo. Non ci volle molto per caricarsi. Ne aveva voglia e con quel giovane sapeva che poteva fare ciò che voleva.
“Ora ti riempio di sborra il culo”.
Non rispose.
“Vuoi che ti sborri dentro?”
“Si... signore”.
“Ti piace questa scopata?”
“Si, signore”.
“Ora ti riempo”.
E, con un suono gutturale strozzato, aggrappandosi ai suoi fianchi con ambedue le mani, si inarcò e sbattendolo assai in fretta, raggiunse il culmine, liberandosi del suo sperma nel profondo dell'intestino.
“Ti è piaciuto?”
“Tanto”.
“Ehi!”
“Tanto, signore”.
“La prossima volta penserò anche a te”.
“Non serve, signore”.
Infatti, sul tavolo c'era l'evidente traccia che anche lui era venuto.
“Hai sbrodolato senza toccarti?”
“Si, signore”.
“Ma allora sei proprio una troia”:
“Si, signore”.
“Vestiti, adesso te ne vai, ma voglio rivederti. Domani. Domani alla stessa ora di oggi. E non provare a non venire. Chiaro?”
“Si. Si signore. Domani. Stessa ora”.
“Bene, adesso esci, in fretta”.
E Marco, raccattando e infilandosi rapidamente gli indumenti, si avviò alla porta.
“Domani t'insegnerò a fare un pompino e poi ti scopo in un'altra posizione. E prima di venire lavati bene il buco dentro”.
“Si signore, lo farò”.
“Adesso vieni qui e dammi un bacio”.
Le loro bocche si unirono e le lingue si intrecciarono per alcuni minuti prima che Ferruccio lo congedasse definitivamente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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