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LA SVELTINA N.4 - BATTESIMO DEL SESSO - RACCONTO BREVE.


di RedTales
07.11.2019    |    15.481    |    14 9.8
"” “Ma non in spiaggia, sopra in terrazza..."
“Buongiorno. Sono Manuele. Sono il nuovo cameriere. Inizio domani e mi avete dato una camera qui.”
Il ragazzo al banco lo guardò e chiamò il responsabile del locale.
“Ciao. Sei?”
“Manuele.”
Guardò un foglio e rispose subito: “si, si, Manuele. Vieni, ti porto in camera.”
Lo guidò fino al terzo piano di quel grande ristorante. Una decina di porte si affacciavano sul lungo e stretto corridoio.
“Ecco, è qui. Siete in quattro. Prendi le misure. Quando inizi?”
“Domani. Mi avete detto domani ma che potevo venire il giorno prima per ambientarmi.”
Gli indicò poco più in la una tabella appesa al muro
“Guarda, la ci sono i turni della giornata con i nomi. Sono settimanali. Per la divisa passa giù in lavanderia che te ne danno una.”
Gli aprì la porta e se ne andò.
La stanza non era molto grande.
“Ciao. Luigi. Nuovo?”
Un ragazzo sulla ventina gli sorrise.
“Si, arrivato adesso.”
“E cominci domani, giusto?”
“Si.”
Gli indicò uno dei quattro letti: “qui ci sono io, tu puoi scegliere. Chi prima arriva meglio alloggia.”
Decise di mettersi sul letto sopra quello vuoto.
“Ottima scelta.” Indicò una porta: “qui c’è il bagno. Li l’armadio.”
Appoggiò il borsone sul letto e si sedette.
“Hai già lavorato?”
“No, primo lavoro.”
“Ma quanti anni hai?”
“Diciotto.”
“Tu?”
“Venticinque. E’ il terzo anno che sono qui. Si sta bene. Pagano sempre ma si lavora tanto. Ci sono quasi mille coperti.”
“Orari?”
“Come dalla tabella. C’è una tabella nel corridoio, una nello spogliatoio, una in cucina. Si guarda li. Comunque noi camerieri siamo sempre liberi fino alle undici e poi dalle quindici alle diciotto.”
L’inizio fu impegnativo ma interessante e la vita nella stanza si dimostrò vivace e simpatica anche se il dormire completamente svestito di Luigi e la sua disinvoltura con cui si mostrava praticamente quasi sempre nudo in camera fu un qualcosa di innaturale per Manuele ma la accettò anche perché pure gli altri due ragazzi iniziarono a comportarsi allo stesso modo. Nel giro di pochi giorni si creò così un clima da spogliatoio e il concetto di nudità fu sdoganato anche se Manuele continuò ad essere il più impacciato nel mostrasi senza indumenti agli altri e continuò a dormire… con gli slip.
“Vieni a prendere un po’ di sole?”
“Sono già le quattro e mezza, non è tardi per andare in spiaggia. Ho il turno alle diciotto.”
“Ma non in spiaggia, sopra in terrazza.”
“In terrazza?”
“Si, sopra. Non sai che c’è una terrazza?”
“No.”
“Vieni che te la mostro.”
Luigi lo guidò sul tetto dove c’era un ampio spiazzo ed altri sei ragazzi che si stavano abbronzando.
Ma come li vide rimase di stucco perché cinque stavano davvero prendendo il sole mentre il sesto, seduto e piegato sopra un altro lo stava masturbando con la bocca.
Luigi si accorse di come il suo giovane amico rimase colpito e si affretto a dire: “una bella pompa non fa male a nessuno, vieni, mettiamoci li.”
Si stesero sull’asciugamano che aveva portato a meno di un metro dagli altri con Manuele che non riuscì a staccare gli occhi da quella bocca che si alzava e abbassava da quel palo, fermandosi ogni tanto per succhiarlo. Lo colpiva sia quanto facevano sia il contrasto tra il ragazzo bianco che si dava da fare e sia il cazzo nerissimo dell’altro steso ad abbronzarsi. Lo conosceva, come conosceva tutti gli altri ed era il solo cameriere nero del ristorante. Ma oltre a tutto questo lo lasciarono stupefatto le dimensioni di quel sesso.
“Ti piace guardare eh!”
Si girò di scatto verso Luigi arrossendo come un bimbo scoperto a rubare la marmellata.
“Certo che Latiff ha proprio un gran cazzo. E Giulio lo adora. Se gli capita non perde l’occasione di farselo… Lo avevi mai visto un cazzo così grosso?”
Borbottò un timido no proprio mentre uno degli altri si alzò andando a mettersi dietro il ragazzo che succhiava.
“Giulio, alza un po’ il culetto che me lo hai fatto diventare duro.”
Manuele strabuzzò gli occhi vedendo l’altro, anche lui nudo e in piena erezione sistemarsi dietro Giulio che, senza staccare la bocca, si era messo ginocchioni.
Osservò come quello gli si fece appresso e, dopo averlo puntato, iniziò a scoparselo.
“Ecco, adesso è contento, è pieno davanti e dietro.”
Notando quanto fosse stupito aggiunse: “qui è un posticino tranquillo… non sapevi che si viene qui anche per scopare tra di noi?”
Non rispose, restando imbambolato a guardare quanto succedeva.
“Però ti piace, ti è venuto duro.”
Quella frase lo colpì e si rese conto che il suo uccellino faceva capolino dall’elastico degli slip completamente eretto.
Si sentì nuovamente in imbarazzo e arrossì ancora, anche più di prima e girandosi verso Luigi si rese conto che era nudo e che lo erano anche gli altri che continuavano a prendere il sole.
Un improvviso “Ecco, ecco, vengo. Vengo” pronunciato dalla voce rauca di Latiff gli fece girare la testa verso i tre. Il nero ansimò un pochino, fece dei profondi respiri e poi allontanò con la mano la testa di Giulio stringendosi con la mano il pene. Quello dietro, vedendolo libero lo afferrò con entrambe le braccia per la vita e iniziò a sbatterlo assai più velocemente, concludendo poco dopo e fermandosi di colpo per assaporare l’orgasmo e quindi uscire da quel candido culetto che cominciò a lasciar uscire del liquido.
A quel punto Giulio si alzò in piedi passandosi una mano tra le cosce per nettarsi e poi l’altra sulle labbra per fare altrettanto e, con una spontaneità disarmante, si avviò verso le scale: “vado a fare una doccia. Ma poi torno.”
Infatti un quarto d’ora dopo riapparve, ancora tutto nudo, e si sdraiò tra di loro come se non fosse successo nulla.
Fu solo allora che Manuele si accorse della sua depilazione totale e di quanto fosse carino nell’aspetto e nel modo di muoversi.
“Giulio, mi fai un favore.” se ne uscì Luigi: “mi assaggi Manuele. Mi sa che ha voglia ma è timido.”
Manuele alzò di scatto il busto, nuovamente paonazzo in volto mentre Giulio gli si sedette accanto.
“No, no, è meglio di no.” fu tutto quello che riuscì a dire mentre le mani del ragazzo iniziarono ad accarezzarlo.
Provò ad insistere ripetendo di non farlo ma si trovò con gli slip abbassati ed un attimo dopo la bocca si impossessò del suo pisello.
Era la prima volta che gli facevano un pompino e, vista la situazione, rimase immobile per uno, forse due minuti poi, sentendo il colpo in canna provò a fermarlo ma prima che potesse farlo gli stava già sbrodolando in gola. Giulio continuò a succhiare e ad inghiottire mentre Manuele, pur non volendo farlo, prese a contorcersi per il piacere fin che le labbra non lo lasciarono. Giulio gli sorrise continuando a leccarsi i lati della bocca che luccicavano.
“Ma sei un fulmine. Da quanto è che non scopi?” gli disse Luigi.
Si girò guardandolo ma non rispose e lo vide alzarsi e avvicinarsi a Giulio. Lo afferrò per un polso per farlo alzare e quindi lo spinse contro il muro. Era evidente la sua eccitazione e, dopo essersi passato della saliva sul pene, lo penetrò scopandolo a lungo.
Sempre più imbambolato da quanto stava accadendo a poche decine di centimetri da lui continuò a fissarli senza fare alcun gesto fin quando Luigi gli disse: “prediglielo in mano, dai, toccalo un po’. Non gli tira ma di sicuro gli piace se lo fai.”
Non ebbe il coraggio di replicare e, avvicinatosi, allungò il braccio e afferrò l’uccellino che continuava a sbatacchiare sotto i colpi. Lo prese nel pugno sentendolo liscio, freddo e molliccio. Una sensazione strana, mai provata. Era la prima volta che ne afferrava uno in mano. Era troppo piccolo per tenerlo così e quindi lo strinse tra tre dita e iniziò a masturbarlo. Lentamente lo sentì crescere al punto che lo afferrò nuovamente con tutta la mano e finalmente poté cominciare ad agitarlo come faceva con se stesso. Continuò a menare attendendo di sentirsi dire qualcosa da Luigi che, preso com’era dal soddisfarsi, nemmeno si accorse di quanto stava faceva.
Rimase quindi lì, vicino a Giulio, continuando a sentire quel corpo ondeggiare per i colpi che riceveva e si chiese come poteva resistere senza… sfondarsi ma, sentendolo gemere di piacere praticamente in continuazione, convenne che doveva piacergli assai quella forza bruta che continuava a sbatterlo, anche contro il muro.
Con un prolungato grugnito Luigi completò il suo piacere uscendo quasi subito.
Manuele vide svettare al suo fianco il pisello rigido con il glande violaceo, lucido e sgocciolante e poco più in la quel buchino che pulsando iniziò ad espellere nuovamente quanto aveva ricevuto. Quel liquido biancastro che iniziò a colare nel solco tra le natiche lo lasciò ancor più allibito e, lasciata la presa, senza nemmeno voltarsi si diresse alle scale. Come battesimo del sesso… era stato fin troppo...
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