Gay & Bisex
ANCORA AL SERVIZIO DEL PADRONE E NON SOLO (SECONDA PARTE).
di RedTales
11.07.2023 |
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"Dove vuoi che mi metta?”
Apre la porta posteriore e mi dice di entrare con la testa: “piega avanti e in piedi con culo fuori..."
Scende, è grande e grosso, vestito da lavoro e… puzza di sudore: “andiamo dietro.”Apre mezzo portellone e sale. Dentro è pieno di materiali ed attrezzi. Ci sono lunghi rotoli di cavi.
“Dai, entra.”
Salgo e lui si abbassa subito pantaloni e mutande e mi fa vedere un salsicciotto che si ribalta in avanti. È grosso ma decisamente corto. Mi accuccio davanti e allungo una mano per tirarlo su ma mi ferma: “solo con la bocca. Mi piace il rossetto.”
Mi avvicino e… puzza. Non il solito odore di maschio ma un mix di tante cose, tra le quali, l’urina… Inizio a leccarlo dalla punta che è completamente chiusa dalla pelle e scendo, piegandomi il più possibile, per arrivare fino allo scroto. Qui l’odore è ancora più acre e deciso…
Risalgo e lo lascio entrare tra le labbra e le stringo. È completamente molliccio ma, lavorandolo di lingua e succhiandolo, comincia presto a dar segni di… rinascita.
Si ingrossa e allunga e lo fa in fretta e me lo trovo duro e dritto in pochi istanti. Lo faccio affondare tutto fino in gola rendendomi conto che è di taglia normale e penso che va proprio bene. Lo faccio scorrere alcune volte lentamente fin quando arriva una precisa richiesta: “pompa, pompa, non così piano.”
Comincio a muovere la testa avanti e indietro velocemente e proseguo senza pensare a cos’altro potrei fare. Continuo per alcuni minuti e, in tutta sincerità, mi sto godendo quel bel cazzo della giusta misura per essere preso in bocca quando me lo tira fuori. Lo afferra con la mano e con un ritmo forsennato in pochi colpi raggiunge l’orgasmo. Punta il cazzo su di me e diversi schizzi mi centrano su naso, occhio, fronte e parrucca mentre l’uomo emette dei suoni gutturali di… gradimento.
Resto fermo a guardare il suo sesso strizzato dalla mano e, quasi istintivamente, apro la bocca e lo accolgo nuovamente tra le labbra. Il sapore è deciso ed acido. Lo faccio scendere tutto dentro mentre lui toglie la mano. Lo succhio aspirando forte e lo sento fremere e lamentarsi per quell’insperata aggiunta di piacere. Mi lascia fare e proseguo per alcuni minuti fin quando diviene completamente moscio. Lo accarezzo con la lingua spostandolo da una guancia all’altra fin quando non si ritrae.
“Brava. Bel servizio. Cazzo che idrovora. Ma fai anche pompe con ingoio?”
Alzo gli occhi verso di lui restando accucciato a terra: “sì.”
“Allora la prossima volta ti vengo in bocca. Le nere non vogliono quasi mai…”
Si mette a posto i pantaloni e prende il portafogli e mi allunga venti euro.
“Dieci in più perché te li sei meritati. Davvero una gran pompa.”
Scendiamo.
“Adesso lavori qui in zona? Ti trovo ancora da queste parti? Fai anche a casa?”
“Sì, qui in zona.”
“Ospiti?” insiste.
“A volte.”
“E quanto prendi a casa?”
“Sempre venti.”
Mi guarda sorpreso: “venti!”
Faccio di sì con la testa
“Allora ci vedremo. Zona?”
Mi accorgo che non ho la minima idea di dove mi trovi e butto lì un: “centro” pensando che possa andar bene.
“Ottimo. Numero?”
Invento un numero di telefono cambiando l’ultimo al mio e, come lo vedo allontanarsi, mi giro verso la macchina del Padrone. Guardo per almeno un minuto nella loro direzione ma non succede nulla e quindi capisco che devo rimettermi a battere.
Ho la faccia ancora impiastricciata e non ho nulla per pulirmi. Raccolgo delle foglie e mi sistemo come posso terminando la “pulizia” con due dita che bagno più e più volte di saliva.
Quasi subito passa un altro furgone che rallenta, mi guarda ma prosegue. Succede la stessa cosa con altre due macchine. Mi sento davvero “in vetrina” e l’unica sicurezza è che la parrucca mi copre la fronte e parte delle guance e spero di… essere irriconoscibile, nel caso passasse qualcuno che conosco…
Per almeno mezz’ora non succede più nulla fin quando arriva un’altra vettura che non si avvicina ma si ferma a fianco di quella del Padrone.
Non so cosa pensare e mi alzo di nuovo e mi avvicino al passaggio che mi ha indicato il Padrone per… scappare e resto in attesa.
Le macchina riparte seguita da quella di Pierluigi e si fermano davanti a me.
Dalla prima autovettura scende un uomo che ho già visto e aspetta gli altri due, quindi si avvicinano tutti e tre assieme.
Non ho il tempo di mettere a fuoco chi sia che: “venti va bene. Vieni metti culo su sedile che ho voglia. Lui guardano.”
Lo stentato italiano mi fa pensare ai muratori che avevo incontrato in un cantiere ma non ne sono sicuro. In ogni caso adesso c’è il Padrone che guarda da vicino e la cosa mi riempie di voglia. Sono eccitato ed anche il cazzo che fino ad ora mi era rimasto moscio e penzoloni ha una vibrazione.
Mi trasformo ed immediatamente interpreto il ruolo della puttana: “sì venti euro per scopare. Prendi, metti il preservativo. Dove vuoi che mi metta?”
Apre la porta posteriore e mi dice di entrare con la testa: “piega avanti e in piedi con culo fuori.”
Mi sistemo come indicato e vedo che si abbassa i pantaloni. Mentre traffica con il preservativo mi bagno alcune volte con la saliva e poco dopo mi prende, entra e inizia a scopare. Mi usa come una vera puttana. Va avanti fin quando mi fa cambiare posizione. Mi vuole sdraiato di schiena sul sedile con le gambe aperte. Prova ad entrare così ma si accorge subito che la posizione è scomoda e mi fa uscire.
“In piedi contro macchina. Gambe larghe.”
Questa volta entra senza difficoltà e riprende a spingere con forza facendomi sbattere, ad ogni colpo, con la pancia contro la fiancata.
Provo una bella sensazione, sia per la presenza interna che si da da fare, sia quando il mio cazzo, che ormai è duro, si schiaccia tra il corpo e la carrozzeria calda.
L’uomo, probabilmente sulla quarantina, resiste molto prima di fare meta e quando arriva si dimena lateralmente con bruschi movimenti quasi spasmodici.
Poco dopo tutto è finito, il culo è di nuovo libero e in mano mi ritrovo altri venti euro.
I tre uomini si allontano di qualche metro e parlano prima che l’ultimo arrivato se ne vada.
Il caldo è davvero tanto e chiedo un po’ d’acqua ma, per tutta risposta Pierluigi mi dice di vestirmi.
Recupera la sedia e ripartiamo. Allontanandoci incontriamo ancora alcune prostitute, sicuramente dell’Africa ma altre probabilmente del Sud America. Incrociamo anche un bel ragazzo a fianco di un grosso SUV che forse è lì per quello che ho appena finito di fare io, almeno è quanto afferma il Padrone aggiungendo: “stanno già arrivando anche questi.”
“Si vede che l’ora è quella.” risponde Michelangelo che prosegue con malignità: “abbiamo fatto bene ad andare via. Con una concorrenza così chi se lo incula il nostro. Neanche se glielo diamo per tre euro.”
Risata di entrambi e rientro a casa.
Che dire! Continua la serie favolosamente incredibile del Padrone. Ogni volta che lo vedo penso di aver toccato il cielo con le dita e di essere arrivato al massimo di quanto possa offrirmi e, puntualmente, la volta dopo mi sorprende superando ogni mia più fervida fantasia. Come oggi. Mi ha fatto fare la puttana, ma non per gioco, per davvero. A parte l’ultimo che, secondo me, era stato chiamato proprio dal Padrone… gli altri erano lì credendomi proprio una puttana. In ogni caso le emozioni che ho provato oggi sono state potentissime, sia a livello fisico con una bellissima inculata, sia mentali con le decine di pensieri che mi hanno agitato la mente portandomi ad uno stato di iper-eccitazzione per quanto sarebbe potuto accadere. Ho così goduto di culo e di testa, provando due piaceri distinti che, combinandosi, mi hanno davvero appagato.
Purtroppo… è durato poco. Ma che bello sentirsi ed essere una puttana, almeno per mezza giornata.
Dimenticavo. Il Padrone mi ha mandato una foto e la ho messa tra quelle del profilo. È quella con la sedia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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