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Gay & Bisex

VOGLIA DI SENTIRLI TUTTI DENTRO.


di RedTales
09.07.2022    |    10.655    |    11 9.7
"Giacomo si fermò, si allontanò dal muro e raggiunse la sala dove appoggiò il ragazzo sul tavolo, stando ben attento a non far uscire il pene da..."
Questo breve racconto mi è stato suggerito da chi frequenta abitualmente Annunci69. Infatti ho ricevuto dei brevi tratti della storia e la richiesta di trasformarli in una piccante avventura. Lo ho provato a fare con questa rapida narrazione. Spero di aver colto lo “spirito” di chi me lo ha proposto.

Era molto presto e il ragazzo dormiva ancora. L’uomo, che si era svegliato già da un po’, rientrato nella camera, si era soffermato sulla porta per osservare le forme del suo giovane amante. Gli piaceva quel corpo che la corta maglietta lasciava in gran parte scoperto. Lo intrigavano in particolare il sedere e le gambe con le loro forme morbide, la pelle chiara e la totale assenza di peli.
Si avvicinò silenziosamente, si sedette al suo fianco e appoggiò delicatamente la mano sulla coscia liscia facendola scorrere verso il pube.
Fu allora che Fabio aprì gli occhi vedendo accanto a se la fitta coltre di pelo che ricopriva il petto di Giacomo. Si aprì in un sorriso e alzò gli occhi per cercare quelli del suo amante.
“Ciao!” esclamò con una vocina argentina iniziando a stiracchiarsi e a stropicciarsi gli occhi.
Giacomo lo osservò e poi si piegò su di lui per baciarlo. Le loro labbra rimasero unite a lungo mentre le lingue giocarono a rincorrersi fin quando l’uomo non lo afferrò per le caviglie, se le portò sulle spalle e, con il grosso ed imponente cazzo ormai pronto, non si appoggiò al suo minuscolo buchino. Lo penetrò con facilità, fermandosi solo dopo essere sprofondato completamente in lui che, nel frattempo, si era messo a mugolare e guaire per quell’inatteso gesto.
Una volta “consolidata” la posizione Giacomo lo afferrò con le braccia e, lentamente, lo trascinò verso il bordo del letto per poi sollevarlo di peso. A quel punto Fabio lo assecondò serrandogli le gambe intorno alla vita e stringendo le braccia attorno al collo. Si ritrovò così sollevato, in braccio al suo uomo.
Giacomo si alzò in piedi e, restando ben piantato nel giovane, si spostò verso la parete dove lo fece appoggiare con la schiena e quindi iniziò a “pomparlo” con il suo solito impeto e senza alcuna apparente fatica. D’altra parte per quell’omone, abituato ai lavori pesanti, sorreggere e scopare contemporaneamente quell’esile corpo risultò assai facile.
Andò avanti per un po’, con i respiri profondi di Fabio che echeggiarono nella camera, fin quando decise di… cambiare posizione. Giacomo si fermò, si allontanò dal muro e raggiunse la sala dove appoggiò il ragazzo sul tavolo, stando ben attento a non far uscire il pene da quell’invitante posticino. Prese le gambe e le spinse in avanti, quasi sopra la testa del ragazzo e… riprese a darci dentro, facendo quasi uscire la cappella per poi avanzare fino ad appoggiare le palle, con dei sonori schiocchi, contro il culo. Come sempre si impegnò con foga e andò avanti a lungo fin quando, emettendo ripetuti grugniti, non raggiunse l’orgasmo.
Anche Fabio, continuando a passarsi la lingua sulle labbra e ad accarezzarsi i capezzoli, si mise a smaniare per il piacere e fu quasi contento che quelle profonde sensazioni che lo stavano facendo contorcere si fermassero.
Giacomo si godette le ultime “scosse” che liberarono ancora qualche goccia del suo seme e quindi uscì. Prima fissò la larga apertura pulsante che, lentamente, iniziò a chiudersi, poi si afferrò con la mano il cazzo ancora durissimo e si mise a sbatterlo contro quello altrettanto rigido del giovane. Il confronto tra i due membri apparve impietoso per quanto le dimensioni fossero diverse.
“Scusa, scusa… Pipì. Pipì” quasi urlò Fabio.
“Mi scappa, mi scappa. Sta per uscire. Non ce la faccio.”
Giacomo si mise a ridere e si spostò mentre lui, con un balzo scese dal tavolo e corse in bagno. L’uomo lo raggiunse e osservò quello scroscio che sembrò non finire mai e, sistemato il proprio pene sul lavandino, iniziò a lavarlo.
Fabio nel frattempo, finito di espletare quell’urgente bisogno, si era accomodato sul bidet.
“È brutto fuori. Piove. Oggi non avrete molto da fare in cantiere. Mi porti con te?”
“Anche oggi! Ma sei proprio una troietta coi fiocchi!”
“Dai! Ti prego! Piove…” Quindi, con voce supplicante continuò: “ti prego, ti prego, ti prego.”
“Ogni volta che vieni non si lavora più…”
“Ma piove! Oggi lavorate poco al cantiere…”
L’uomo lo guardò e lui fece quella faccina da cucciolotto, con gli occhi grandi come per intenerirlo e non appena riuscì a strappargli un consenso, si alzò dal bidet, corse verso di lui con dei corti passi saltellanti, si alzò sulle punte e, incurante di essere tutto bagnato la sotto, gli gettò le braccia al collo e si sollevò per stampargli un bacio sulle labbra.
“Va bene, va bene, tra poco andiamo.”
“Aspetta mi faccio una doccia. Ho i capelli impresentabili.”
“Ma dai, chi vuoi che ti guardi i capelli, a quelli interessa proprio la parte opposta” e rise mentre Fabio si piegò per stampargli un sonoro bacino sulla cappella e quindi si precipitò ad aprire il getto d’acqua: “faccio in un attimo.”
Poco dopo era pronto, felice di accompagnare Giacomo al lavoro nel cantiere dove avrebbe trovato gli altri quattro muratori che, le volte precedenti in cui c’era stato, gli avevano fatto toccare il cielo con le dita per quanto si fossero dati da fare con il suo culo.
Sgattaiolò in macchina felice e con il sorriso stampato sulle labbra, impaziente di ritrovare quei rudi manovali e i loro corpi muscolosi e sudati. Pensò alle loro grandi e ruvide mani che lo avrebbero toccato e fantasticò sui loro petti villosi e immaginò di sentire le loro gambe pelose strofinarsi sulle sue. Sognò ad occhi aperti le barbe ispide e pungenti insinuarsi tra le sue cosce e, per tutta la strada, non fece che pensare a loro e a come avrebbe giocato con i loro insaziabili cazzi. Ma, soprattutto, non riuscì a togliersi dalla testa che di li a poco, avrebbe avuto almeno quattro cazzi, cinque se anche Giacomo avesse deciso di partecipare, desiderosi di sfogarsi e di svuotarsi alternandosi tra i suoi glutei e le labbra e che tutti, sicuramente insieme, gli sarebbero stati attorno per toccarlo, penetrarlo, leccarlo, baciarlo, schizzarlo e... ne fu felice e un grosso bozzo fece capolino tra le sue gambe.
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