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Gay & Bisex
LA SVELTINA N.10 – GANGBANG TERZA PARTE – POTREBBERO ESSERE MIEI FIGLI – RACCONTO BREVE
di RedTales
04.01.2020 |
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"Un’esperienza così non mi era mai capitata nella vita e, anche dopo averla vissuta, mi sembrava solo di quelle che leggi nei racconti e che non possono..."
PROLOGO AI QUATTRO RACCONTI.Quattro racconti brevi legati tra loro ma avvincenti anche se letti singolarmente. La storia di un tranquillo cinquantenne che si intreccia a quella di una band e del suo oggetto di piacere e la complicità ricca di piacere e carnalità che si instaura tra il gruppo e l’uomo e la passionale e delicata storia che si crea con la giovane “preda” consenziente del branco.
La PRIMA PARTE (LA SVELTINA N.8 – GANGBANG PRIMA PARTE - UNA GIOVANE BANDA – RACCONTO BREVE) descrive l’incontro casuale tra il gruppo ed il voglioso cinquantenne che assiste, in uno dei luoghi appartati che era solito frequentare, come spettatore allo spettacolo offerto da quell’abbondanza di ragazzi intenti a sfogare i loro istinti sessuali con il loro voglioso complice.
La SECONDA (LA SVELTINA N.9 – GANGBANG SECONDA PARTE – SOLO IN BOCCA – RACCONTO BREVE) narrazione fa incontrare nuovamente la gaudente compagnia sempre alla prese con un loro coetaneo e il sempre più voglioso signore e getta le basi per un loro futuro incontro facendo nascere una sincera amicizia tra il ragazzo al centro delle attenzioni di tutti e l’adulto che cerca di aiutarlo.
La TERZA PARTE (LA SVELTINA N.10 – GANGBANG TERZA PARTE – POTREBBERO ESSERE MIEI FIGLI – RACCONTO BREVE) presenta l’intenso momento di sesso tra il mucchio dei ragazzotti e l’uomo mentre
l’ULTIMA (LA SVELTINA N.11 – GANGBANG QUARTA E ULTIMA PARTE - COSI’ DIVERSI MA COSI’ SIMILI – RACCONTO BREVE) prevede un’attenta descrizione di come il ragazzo iniziò a trovarsi in quella situazione e l’innocente intimità che si trasforma in dolce amicizia che si viene a creare tra i due.
Buona lettura.
Un pomeriggio, terminato il lavoro trovai alcune chiamate da un numero sconosciuto. Pensai a qualcuno che avevo incontrato ma non ci feci particolarmente caso. Un’ora più tardi quel numero richiamò. Era quel ragazzo che faceva parte della band che avevo conosciuto sul greto del fiume. Voleva incontrarmi: “vieni domani alle sette dove ci siamo visti la volta scorsa.”
“Ci sarete tutti?”
“Viene chi ha voglia di venire.” esclamò quasi seccato e chiuse. Pensai al modo sgarbato e a quel gruppo di ragazzi fin troppo vivaci riflettendo se fosse una cosa furba andare a buttarmi tra i loro… piselli. Avevo visto cosa facevano e il modo quasi brutale in cui agivano ma la voglia di provare qualcosa di inimmaginabile fu una tentazione fortissima e, dopo essermi ben sistemato e preparato andai perfino in anticipo all’appuntamento.
Li aspettai dove li avevo visti ritrovarsi ed infatti dopo una mezz’ora li sentii arrivare. Erano una dozzina, molti di più di quelli che immaginavo e tutti con l’aria strafottente e spavalda. Tra di loro non c’era il ragazzetto che avevo conosciuto, evidentemente oggi… bastavo io. Guardandoli in faccia notai che erano davvero giovanissimi, sicuramente tra i diciotto e i vent’anni. Feci subito notare che avevo portato diverse scatole di preservativi e che: “se mi volete scopare in culo dovete metterlo, altrimenti niente, solo in bocca.”
Si scambiarono delle occhiate e sentii distintamente un: “ma chi cazzo è questo” proprio quando il ragazzo che mi aveva chiamato ribadì a tutti il concetto e quelli, anche se non convinti bofonchiarono un si o annuirono con la testa.
“Cosa fai ancora vestito? Spogliati che ti voglio vedere. Quanti anni hai?”
“Quarantasei.” mentii.
“Sei più vecchio di mio padre” strillò una voce dal mucchio rincorsa da risate varie.
Appena restai nudo notai che alcuni si stupirono per la mia perfetta e totale depilazione e per il fisico davvero a posto: “tirato il nonnino!” sembrò quasi un complimento e ne ebbi la conferma perché il tono delle battute, pur restando pesanti e volgari, cambiò in positivo.
Poco dopo mi ritrovai accucciato per terra circondato da un mare di cazzi, alcuni già pronti., altri da… preparare. Come ne facevo uscire uno me ne ritrovavo immediatamente un altro in bocca. Leccai, succhiai, accarezzai palle, scroti e cosce in un turbinio di emozioni. Ero li, accovacciato in un prato, circondato da una banda di ragazzini che potevano essere tutti figli miei e che continuavano a sbattermi uccelli in gola cercando di scoparmi con forza e provavo un gran piacere. Una sensazione mai provata, comprovata da una bella erezione che non accennava a diminuire. Continuai ad afferrare pezzi di frasi, risate, commenti e mi sembrarono decisamente favorevoli. Il mio “operato” piaceva e lo stavano dicendo nel loro modo che poteva sembrare sgarbato o da sbruffoncelli ma evidentemente questo era lo stile comunicativo del gruppo. Pur continuando a cambiarsi e non restando molto tra le labbra qualcuno cominciò a lasciarmi i suoi umori in bocca perché mi ritrovai ad inghiottire sperma o a lasciarlo colare lungo il collo. A quel punto a qualcuno venne l’idea di farmi mettere alla pecorina per “usarmi” in due alla volta e mentre ricordai l’uso del preservativo cominciò quella seconda fase. Fortunatamente prima di andare mi ero ben lubrificato perché per quei ragazzotti scopare significava soltanto infilare il cazzo in un buco e darci dentro con quanta più forza avessero in corpo. Non avevo nemmeno finito di sistemarmi che il primo, dopo essersi piazzato con le gambe larghe attorno al mio culo mi si fiondò dentro di botto. Non me lo aspettavo e mi lasciai sfuggire un urletto che generò una gran risata. Ma la bocca mi venne tappata immediatamente e iniziai ad essere sballottato avanti e indietro dai due che si erano messi a scoparmi contemporaneamente.
Anche se non subito, nel giro di una manciata di minuti mi trovai abbandonato a immensi piaceri che mi condussero ad un lento e fin troppo prolungato orgasmo. Mi bagnai almeno due volte mentre quel branco continuò a violarmi dappertutto. Ad un certo punto non riuscii nemmeno a capire quando si alternavano da quanto fossi perso nella fisicità di quell’orgia. Continuavo ad inghiottire per poter respirare ma avevo sempre una gran quantità di crema in bocca mentre ormai dietro era tutto un pulsare, battere, scoppiare. Nemmeno provo a descrivere il piacere provato, era troppo.
E, come era iniziato, ad un certo punto tutto finì. Ero libero, nessun uccello piantato nel culo e la bocca era vuota. Mi lascia andare in giù sedendomi sopra le gambe ed alzai lo sguardo.
Erano tutti lì davanti anche se quasi nessuno badava più a me: c’era chi si stava vestendo, chi si puliva, altri continuavano a ridere, uno pisciava. Però sembravano assai soddisfatti.
“Contento?” disse uno facendomi notare il mucchietto di preservativi gonfi di sperma che avevo lì vicino: “fatto sempre con il preservativo.” “Siamo stati bravi, vero?” “Certo che sei proprio una vacca sfondata...” “Con uno della tua età non avevo mai fatto ma sei anche meglio di Seba...”.
Quindi, senza dire altro, continuando a sghignazzare e a parlottare tra di loro se ne andarono.
“Cazzo se li hai presi!” esclamò uno che conoscevo, almeno di vista e che, assieme ad altri si era avvicinato per godersi lo spettacolo. Non ci avevo fatto caso o meglio, non avrei potuto riuscirci con tutto quello che avevo fatto con loro. Mi accorsi invece di quanto fossi ricoperto di sperma, letteralmente dalla testa in giù e di come mi bruciasse il culo. Non curandomi dei presenti presi il marsupio che, fortunatamente era proprio lì vicino, e iniziai a pulirmi alla meno peggio. Un’esperienza così non mi era mai capitata nella vita e, anche dopo averla vissuta, mi sembrava solo di quelle che leggi nei racconti e che non possono essere vere. Ma il mio buchetto diceva che era successo e lo diceva anche il forte odore di sperma che mi sentivo dappertutto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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