Gay & Bisex
Fermati non c’è via d’uscita (cp4)


22.03.2025 |
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"“Beh, visto che siamo qui… potremmo approfittarne, ” sussurrò, la sua voce roca di passione..."
Marco e Luca, sempre più complici, passeggiavano per il centro della città, le loro mani intrecciate a testimoniare l’intensità del loro legame. Il sole stava calando, tingendo il cielo di sfumature arancioni e rosa, mentre le luci della città iniziavano ad accendersi, creando un’atmosfera magica. Le loro conversazioni fluivano naturali, alternate da risate e sguardi complici, come se il mondo intorno a loro non esistesse.Al termine della giornata, Marco si voltò verso Luca con un sorriso malizioso. “E se continuassimo questa serata a casa mia? Ho una bottiglia di vino che aspetta solo di essere stappata,” propose, la sua voce carica di promessa. Luca non esitò, il suo cuore già accelerato dall’idea di trascorrere più tempo da solo con Marco.
Arrivati al palazzo di Marco, entrarono nell’ascensore, le loro spalle che si sfioravano nello spazio ristretto. Ma appena le porte si chiusero, un improvviso scossone li fece sobbalzare. L’ascensore si fermò di colpo, lasciandoli al buio. “Cazzo, non ci voleva,” borbottò Marco, premendo inutilmente i pulsanti. “Sembra che siamo bloccati.”
La claustrofobia dello spazio stretto avrebbe potuto creare disagio, ma tra loro l’atmosfera era elettrica. La vicinanza forzata accese una fiamma di desiderio che non poteva più essere ignorata. Marco si voltò verso Luca, i suoi occhi brillanti nel buio. “Beh, visto che siamo qui… potremmo approfittarne,” sussurrò, la sua voce roca di passione.
Luca sentì il sangue scorrergli più veloce nelle vene. Senza dire una parola, Marco si avvicinò, le loro labbra che si fusero in un bacio profondo e urgente. Le mani di Marco esplorarono il corpo di Luca, scivolando sotto la sua camicia per accarezzare la pelle calda e liscia. Luca gemette nel bacio, il desiderio che montava rapidamente.
Marco si inginocchiò, aprendo i pantaloni di Luca con mani esperte. Tirò fuori il suo membro già rigido, guardandolo con occhi affamati prima di prenderlo in bocca. La sua lingua scivolò lungo la lunghezza, succhiando e leccando con avidità. Luca si aggrappò alle pareti dell’ascensore, i gemiti che riempivano lo spazio ristretto. “Marco… cazzo, sto per…”
Ma proprio mentre Luca stava per raggiungere l’orgasmo, Marco si fermò, lasciandolo sospeso sul bordo del piacere. Con un tono autoritario, Marco ordinò: “In ginocchio. Ora.”
Luca obbedì senza esitare, inginocchiandosi di fronte a Marco. “Succhiami,” ordinò Marco, la sua voce un mix di desiderio e dominazione. Luca afferrò il membro di Marco, portandolo alla bocca e iniziando a succhiare con dedizione. Marco guidava il ritmo, spingendo i fianchi avanti e indietro, i gemiti che si mescolavano ai suoni umidi della bocca di Luca.
Dopo qualche minuto, Marco lo afferrò per i capelli, tirandolo indietro. “Basta. Ora è il mio turno,” sibilò, girando Luca di schiena e posizionandosi dietro di lui. Con una mano, Marco aprì le natiche di Luca, esponendo il suo buco stretto. Senza perdere tempo, lo penetrò con forza, un gemito profondo che uscì da entrambi.
“Cazzo, sei così stretto,” ansimò Marco, iniziando a muoversi con un ritmo incalzante. I loro corpi si muovevano all’unisono, il piacere che cresceva con ogni spinta. Luca si aggrappò alle pareti dell’ascensore, i gemiti che si facevano più intensi. “Marco… non fermarti…”
Marco sorrise, afferrando i fianchi di Luca e aumentando il ritmo. “Non ho intenzione di fermarmi,” ringhiò, le sue spinte che diventavano più profonde e veloci. Il suono della carne che si scontrava riempiva l’ascensore, mescolandosi ai loro gemiti.
Dopo qualche minuto, Marco si ritirò, afferrando Luca per il braccio e facendolo voltare. “Ora cavalcami,” ordinò, sedendosi sul pavimento dell’ascensore. Luca non esitò, posizionandosi sopra Marco e afferrando il suo membro per guidarlo verso il proprio buco.
Appena entrò, Luca iniziò a muoversi, i fianchi che oscillavano in un ritmo sensuale. Marco afferrò le sue natiche, aiutandolo a muoversi più velocemente. “Cazzo, Luca… sei incredibile,” ansimò Marco, le mani che esploravano il corpo di Luca mentre il piacere montava.
Luca si lasciò andare, i suoi movimenti che diventavano più frenetici. “Marco… sto per…” gemette, il suo corpo che si tendeva mentre l’orgasmo si avvicinava.
“Vieni per me, Luca,” ordinò Marco, la sua voce un mix di desiderio e dominazione.
Luca urlò, il suo corpo che si scosse mentre l’orgasmo lo travolgeva. Il suo seme schizzò sul petto di Marco, seguito da quello di Marco che esplose dentro di lui. I loro gemiti si mescolarono nel silenzio dell’ascensore, i loro corpi che si abbandonavano al piacere.
Per un momento, rimasero immobili, i loro respiri affannosi che riempivano l’aria. Marco accarezzò il viso di Luca, un sorriso soddisfatto sulle labbra. “Beh, questo è stato un modo interessante per passare il tempo,” scherzò, la sua voce ancora roca di passione.
Luca rise, il suo corpo ancora tremante. “Sì, non posso dire che sia stato noioso,” rispose, guardando Marco con occhi pieni di desiderio.
Proprio in quel momento, l’ascensore si mosse con un sobbalzo, le luci che si riaccesero. Le porte si aprirono, rivelando un tecnico che li guardava con espressione sorpresa.
Marco si alzò, aiutando Luca a rimettersi in piedi. “Beh, sembra che la nostra avventura sia finita,” disse, prendendogli la mano.
Luca sorrise, il suo cuore ancora accelerato. “O forse è solo l’inizio,” rispose, i loro sguardi che si intrecciarono in una promessa silenziosa.
Mentre uscivano dall’ascensore, le loro mani intrecciate, sapevano che quella serata sarebbe stata solo un altro capitolo della loro storia. Una storia di desiderio, passione e scoperta, che continuava a evolversi con ogni momento condiviso. E mentre si allontanavano, il futuro era pieno di possibilità, lasciandosi alle spalle un ascensore che aveva testimoniato un’intimità che non sarebbe stata mai dimenticata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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