bdsm
IN BARCA CON IL PADRONE
di RedTales
10.06.2023 |
5.360 |
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Gli lascio il mio numero ed esco e vado verso il parcheggio ripensando a questa strana giornata..."
Ricevo il “solito” messaggino dal padrone: “domani alle 11:00 nella piazza del mercato a Grado.”Fortunatamente è sabato e non ho problemi a presentarmi, bello pronto, all’ora indicata. È una calda giornata di inizio giugno e il sole scotta.
Mi chiama poco dopo e mi guida fino ad una barca ormeggiata poco distante. Come mi avvicino all’imbarcazione lo vedo da lontano e lo raggiungo. Ad attendermi c’è un altro uomo ed una donna. Lui, sulla cinquantina, è a torso nudo e sfoggia un petto molto villoso. Direi che è un bell’uomo, sul metro e ottanta, slanciato anche se con un po’ di pancia. Non me li presenta ma loro sanno chi sono: “beh! La faccia da puttana ce l’ha!” esclama l’uomo chiedendo conferma alla signora che annuisce.
La guardo notando come il costume che indossa sia estremamente ridotto. Avrà una quarantina d’anni ma potrei sbagliarmi. Mi è difficile dare un’età giusta al sesso femminile. Il seno è decisamente prosperoso come pure il sedere che sarà quasi il doppio del mio come… larghezza. Ha dei lunghi capelli castani mossi che le incorniciano il viso ben truccato.
Come salgo a bordo si parte per il mare aperto e appena ci si allontana dalla costa la richiesta di Pierluigi è immediata: “spogliati.”
Lo faccio immediatamente mentre la signora mi fissa e, appena sono nudo, mi si avvicina e mi accarezza iniziando dalle palle per poi spostarsi un po’ dappertutto: “liscio proprio come una puttana. Depilatissimo e morbido. Ma quanta crema usi?”
La fisso ma, prima di rispondere, guardo il padrone e quindi: “poca, poca davvero.”
Mi guardo attorno ma siamo lontani da tutto e mi sento tranquillo anche se non ho la minima idea di cosa mi succederà. Nemmeno il tempo di pensarci e Pierluigi mi porge un dildo nero. È formato da quattro palline e non è molto lungo, sulla ventina di centimetri, forse meno ma l’ultima sfera, quella attaccata alla base, è bella grossa. Ho giusto il tempo di prenderlo che la signora me lo strappa di mano e, scostato con una mano lo slip, inizia a strusciarselo proprio lì e, dopo diverse passate, senza alcuna esitazione lo spinge con naturalezza tutto all’interno della sua fichetta. Mi guarda con malizia mentre muove il dildo e quindi lo sfila e me lo ritorna completamente lucido dei suoi umori.
Non riesco quasi a prenderlo che il padrone lo afferra e, dopo essersi spostato a prua, lo appoggia sulle assi di legno e mi ordina di sedermici sopra: “tutto dentro. Spingilo tutto dentro. Così umido è ancora più facile.”
Mi accuccio sopra e, tenendo il dildo con la mano, mi ci accomodo sopra. Entra completamente senza alcuna difficoltà anche se l’ultima sfera la sento… eccome.
“Adesso sdraiati. Appoggia la schiena.”
Lo faccio e mi ritrovo accecato dal sole che è quasi a picco sopra di me.
Il padrone e la signora se ne vanno e mi ritrovo solo. Fa caldo e i raggi picchiano con forza facendomi pensare che non ho messo alcuna crema solare ma… non ci posso fare nulla.
La navigazione continua a lungo fin quando non mi trovo gli altri tre attorno.
“Ti sei abbronzato? Tirati su che voglio vedere come sei messo con il buco di culo.”
Mi alzo e mi sento caldissimo. Osservo che siamo abbastanza vicini alla riva e la riconosco: è la Costa dei Barbari. Ci sono stato diverse volte e sul bagnasciuga ci sono parecchie persone. Siamo abbastanza lontani e non riesco a vederli distintamente ma immagino siano tutti nudi...
“Piegati! Mettiti a novanta. Ti viene bene, lo so…”
Come lo faccio prosegue: “tieni le chiappe aperte con le mani. Al massimo!”
Ubbidisco e un attimo dopo, con un brusco strappo che mi fa anche male, mi tolgono il dildo e iniziano a commentare quanto sia aperto il culo.
Ma dura poco perché quasi subito l’altro uomo mi penetra spingendosi fino in fondo finché la pancia glielo consente.
Lancio un urletto più per fare scena che per altro e, da quanto dicono, capisco che è gradito.
La signora commenta con delle oscenità quasi irripetibili mentre quel bel cazzo inizia a scoparmi mentre l’uomo mi tiene stretto per i fianchi. Non dura molto e lanciando alcuni rantoli di soddisfazione mi riempie e si allontana.
Ovviamente rimango fermo in quella posizione mentre la signora appoggia il viso tra le mie chiappe e inizia a leccare, cercando di allargarmi per sorbire tutto quello che sta uscendo, anche la più piccola goccia.
Quando ha finito il Padrone mi ordina di mettermi come prima e, come sono disteso, vedo la signora accucciarsi sopra quasi appoggiando le sue intimità sul mio viso. Riesco a notare che è completamente depilata e ha le labbra aperte e lucidissime. Osservo la clitoride e mi sembra grossa ma è l’ultima cosa che vedo perché mi si schiaccia contro.
“Lecca, lecca. Muoviti.”
Provo a tirar fuori la lingua ma riesco a fare ben poco fin quando non si solleva leggermente e, a quel punto, inizia a spostarsi offrendomi ogni suo pertugio. Improvvisamente sento: “morsica. Morsica. Stringi i denti. Forte.”
Lo faccio e serro quella delicata carne tra gli incisivi. Lei si ferma di colpo e inizia a piagnucolare mentre mantengo ferma la presa. Si lamenta come una cagnetta e sento che qualcuno la schiaffeggia. Poi si dimena e perdo la presa. Si solleva dalla mia faccia ma altri sonori schiaffoni e un deciso ordine la fanno abbassare di nuovo su di me.
“Morsica!”
Stringo parte della vulva con un morso deciso mentre lei cerca di scappare ma non ci riesce. Inizia nuovamente a lamentarsi provando ripetute volte a liberarsi prima di desistere. Ho la bocca piena dei suoi umori che hanno uno strano sapore, molto diverso da quello della calda crema che sono solito assaporare. Mi rendo pure conto che sto stringendo troppo ma è proprio quello che mi sta incitando a fare Pierluigi.
Quindi un altro comando: “piscia. Piscia!”
Non è per me, ma per la donna che: ”piscia. Mi sta pisciando addosso!” penso mentre la bocca e le narici si riempiono. Sento gli uomini ridere e rimango immobile finché quel lunghissimo scroscio non finisce poi allargo le mascelle e lascio la presa proprio quando sento: “lecca, lecca. Puliscila. Muoviti.”
Riprendo a leccare in modo disordinato un po’ dappertutto mentre sento anche la signora ridere. Alla fine mi schiaccia il culo contro e lo sfrega contro il viso con forza e a lungo prima di rialzarsi per allontanarsi. Il tempo di riprendere fiato e, appena apro gli occhi, vedo due cazzi sopra di me che iniziano a bagnarmi con un’altra pisciata. Apro istintivamente la bocca per accogliere quella calda pioggia mentre il Padrone sottolinea all’altro come mi ha addestrato bene.
Quando finiscono sono completamente bagnato e colgo con gioia, anche se non lo faccio vedere, l’invito di Pierluigi: “vai in acqua. Bagnati e pulisciti. Puzzi che sembri un orinatoio!” Ridono tutti mentre scendo in mare. L’acqua è fresca ma non fredda. Mi allontano di qualche metro e mi immergo completamente per sciacquare i capelli e quindi mi avvicino al bordo in attesa di un ordine.
Il padrone mi passa il dildo nero: “mettilo e quando sali stai ben attento a non perderlo.”
Poco dopo sono a bordo. La signora è stesa su un asciugamano, senza costume mentre l’altro uomo, nudo pure lui, sta gettando delle secchiate d’acqua per far scorrere via l’urina.
Quando ha finito mi fanno stendere nuovamente a pancia in su e questa volta fanno il bagno loro tre. Non oso spostarmi e quindi non li vedo ma sento il loro vociare e le risa. Penso a cosa mi faranno ma, incredibilmente, quando risalgono si riparte e si ritorna a Grado.
Per gran parte del viaggio Paolo fa molte domande al Padrone, tutte su di me, chiedendogli che cosa mi fa. Purtroppo riesco a sentire ben poco perché sono distanti. In vicinanza dell’approdo Pierluigi mi getta un telo da mare per coprirmi il basso ventre e, una volta arrivati, mi ordina di alzarmi e di rivestirmi.
“Quello che hai nel culo lo tieni come ricordo.”
L’avventura sembra volgere al termine quando scopro che la signora non è la compagna dell’uomo ma solo un’amica e che quest’ultimo mi ha chiesto al Padrone…
“Adesso tu vai con Paolo. Fai quello che ti ordina. Ha voglia di conoscerti. Inutile dirti che adesso sei suo e ti userà come vuole. Hai capito?”
Resto sbigottito soprattutto perché Pierluigi se ne va con la donna senza curarsi minimamente di me.
“Non resterà a guardare come ha sempre fatto” penso mentre li guardo allontanarsi.
Ormeggiata la barca mi porta nel suo appartamento dove inizia a farmi una serie infinita di domande. Vuole sapere cosa faccio con Pierluigi e si eccita molto mentre descrivo quanto ho vissuto negli ultimi mesi. Dopo più di un’ora sembra soddisfatto e mi chiede, quasi gentilmente, di spogliarmi. Mi fa camminare avanti e indietro per potermi vedere ed infine vuole sapere se mi serve fare una doccia o lavarmi intimamente: “ho voglia di sesso e ti vorrei pulito, anche… lì”.
Accetto la proposta e prima di andare a lavarmi chiedo: “posso togliermi il plug?”
Mi fa cenno di sì e così mi preparo al meglio prima di ritornare da lui.
Come entro nella sala lo vedo seduto in poltrona ed è nudo.
“Mettiti gattoni e vieni qui tra le mie gambe.” Come gli sono accanto vuole che glielo succhi. È un bel cazzo e lo divoro. Mi impegno moltissimo perché mi piacciono quelle grosse cosce pelose che accarezzo mentre faccio scorrere la lingua dappertutto. Lo sento fremere e vibrare e il pene sembra esplodere. È durissimo e anche se non è nulla di speciale mi intriga. Mi lascia fare e pensa solo a godere mentre io mi sento in dovere di soddisfarlo al meglio. In ogni caso mi piace parecchio
e lo lecco e succhio con grande entusiasmo e, da quanto ansima, piace anche a lui. Ad un certo punto lo sento così duro che sembra scoppiare e mi preparo a ricevere lo schizzo che credo proprio di essermi meritato. Purtroppo lui non la pensa così e mi dice di fermarmi e di restare immobile. Ovviamente ubbidisco anche se a malincuore ma so che questo è il mio ruolo e lo rispetto.
Si alza, mi viene dietro e mi allarga il culo con le mani: “ma quanti ne hai presi? Sei largo come una galleria dell’autostrada!”
Vorrei replicare che fino a poco prima avevo dentro una palla grossa come una mela e per alcune ore… ma non dico nulla.
Lui, mettendosi a gambe larghe sopra di me, me lo sbatte nel culo e comincia a scoparmi. Purtroppo viene quasi subito ed ho solo il tempo di sentire la sua presenza, nulla di più. Anche questa volta mi sborra dentro e poi, stanco e appagato mi dice che è contento e che è meglio che vada.
Mi pulisco con della carta e mi rivesto. Lui si sdraia sul divano e mi viene spontaneo accovacciarmi ai suoi piedi per accarezzargli il sesso. È umido, piccolo, ripiegato da un lato. Fa tenerezza...
“Basta, basta. Mi basta. Non ho più voglia. Lascia stare.”
“Vuoi che te lo prendo in bocca?”
“No, no, un’altra volta. Adesso mi basta. Magari chiedo a Pier di vederti ancora.”
È estremamente gentile e butto lì un: “se vuoi ci vediamo anche senza disturbare Pierluigi.”
“Ma non è il tuo… padrone.”
“Sì, ma non il mio amante. Quando sono con lui è il padrone ma quando sono a casa mia scelgo io chi vedere. Se vuoi ci vediamo…”
Mi guarda come sorpreso e allora aggiungo: “magari questo non serve che lo dici a Pierluigi…”
Mi sorride.
“Allora dimmi dove chiamarti.”
Gli lascio il mio numero ed esco e vado verso il parcheggio ripensando a questa strana giornata. Non mi sento contento perché il Padrone mi ha quasi ignorato e, per la prima volta, mi ha “passato” ad una persona che mi ha trattato come un amante, non come uno schiavo. L’unica consolazione è che mi ha usato per soddisfarsi sessualmente ma è davvero ben poca cosa rispetto a quanto ero abituato a farmi fare... e, a dirla tutta, mi sento dentro una voglia… che dovrò placare con una lunga sega, magari dopo essermi infilato qualcosa di grosso nel culo...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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