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UNA MERAVIGLIOSA FESTICCIOLA


di RedTales
22.11.2016    |    19.325    |    2 9.7
"Voleva che fosse lo sfintere ad allargarsi per accoglierlo sempre più a fondo..."
L'invito era di quelli che andavano afferrati al volo. Un suo vecchio amico e compagno di tanti “incontri” gli aveva proposto un festicciola speciale a casa sua. Effettivamente, dopo aver accettato, ci aveva pensato un po' su, ma almeno in quell'occasione era proprio nella condizione giusta di poter dire di si, sicuro di “portare” quanto richiesto. Poi, quello che sarebbe successo, lo avrebbe deciso sul momento. L'importante era esserci.
Il messaggino era chiarissimo: “passo a prenderti alle 13. Ci troviamo davanti al bar Ariston” e non poteva non andarci. Si premurò di trovare una scusa e chiese un permesso dicendo che probabilmente sarebbe riuscito a tornare. Poco dopo l'una Sandro si fermò davanti al luogo dell'incontro e gli fece cenno di salire nella macchina. Un frettoloso saluto e gli fornì subito le motivazioni di quell'inaspettato incontro.
“Questa sera voglio vederti vestito da donna. Devi sembrare proprio femmina.”
“Da donna, mi vuoi vedere vestito da donna?”
“Si. E devi essere perfetto. Hai capito?”
Bello, pensò, un nuovo gioco. Non lo abbiamo mai fatto. Poi mi tratterà da troia. E solo quel pensiero gli fece piacere. Lo guardò e fece un cenno di assenso.
“Mi vuoi donna tutta per te...”
Questa volta fu l'altro a fissarlo, ma non fece di si con la testa.
“Per me e...”
“E...”
“Mi ha chiamato un vecchio amico per invitarmi questa sera ad una festa. Una festa per coppie. Coppie di uomini dove uno è il maschio e l'altro è la donna. E la donna deve essere rigorosamente donna: vestiti, trucco, parrucca… tutto insomma. Un vero travestito. Sarà sicuramente una bella festa.”
“Vuoi che mi vesta da donna per loro?”
Lo fissò con sguardo severo: “…ti vesti da donna!”
“Ma non lo ho mai fatto...”
“E adesso lo fai!”
“Ma chi sono loro? Dove dobbiamo andare? Ma dovrò fare sesso con altri?”
“Ma che diavolo ne so! E anche se lo sapessi non te lo direi. Si fa così e basta! Come se fosse la prima volta che ti faccio dar via il culo… (vedi racconto IL CULETTO SOTTOMESSO E' PER TUTTI). Ma che cazzo! Adesso sei qui a rompere le palle e poi appena lo prendi cominci a godere come una troia...”
Il ragazzo si sentì ancora più eccitato solo a sentire quella decisa richiesta e il tono con cui era espressa ma cercò di trattenersi. Non voleva proprio fargli capire che la situazione solo ipotizzata glielo stava già facendo diventare duro. Quasi si confuse e si zittì ripensando a quell'altra volta in riva al fiume dove in diversi gli avevano… fatto la testa. Ma ritornò immediatamente li con la testa e accennò una piccola protesta: “Ma non posso… non ho niente da mettermi. Dovrei trovare i vestiti...”
“E' per questo che ti ho fatto venire qui. Adesso andiamo insieme a fare compere. Ti ricordi di Giuliano?”
“Giuliano?”
“Si, lo hai conosciuto a casa di Simone qualche mese fa… Non importa. Ha un negozio di vestiti, anche ben fornito e credo che abbia anche l'intimo. Adesso andiamo da lui e prendiamo quello che ti serve.”
Non lo lasciò rispondere, partendo rapidamente. Dopo un quarto d'ora erano arrivati. Era chiuso, ma chiamò l'amico che aprì subito.
Dopo i saluti gli spiegò la situazione, trovandolo quasi geloso perché lui non ci poteva venire, chiedendogli consiglio.
“Sei fortunato ad avere un fisichetto come il tuo, dovremmo trovare tutto quello che ti serve. Ma la serata? Elegante? Casual?”
“Conoscendo Giuseppe direi elegante, quasi classica. Maschi in completo e… donne decisamente sexy...”
“Tesoro… volevo proprio sentirtelo dire. Quindi lei dovrà essere bellissima e super sexy. Te la dovranno mangiare con gli occhi!” E facendo una faccina furbetta aggiunse: “ma l'andamento della serata? Cena tra amici e poi… sesso a volontà!” Fece una piccola risata.
“Si. Più o meno così. Però niente cena, solo il resto...”
“Allora dovrai essere la regina della serata, tesoro! Tutti ti dovranno desiderare e… scopare!” E rise.
“Sempre che vada bene a me!” sottolineò Sandro.
“Certo, certo, sei tu che puoi fartela toccare...” e rise ancora. “Quindi direi calze autoreggenti velate con la riga dietro, tanga, abito lungo nero con maniche lunghe in pizzo e collo alto con inserti in vinile nella parte frontale e sul retro della gonna. Spacco laterale a mezza vita e con le maniche aperte su tutta la lunghezza. Un ti vedo non ti vedo che lasci vedere tanto e in certe posizioni anche tutto, soprattutto se sotto c'è poco o… niente.”
“Lungo come?”
“Alla caviglia, ma tanto trasparente un po' dappertutto. Ne ho uno fantastico della sua taglia.”
“No, no, mi sembra tanto raffinato. Io lo voglio porco. Una troia, una troia da marciapiede. Hai presente le troie?”
“Si… ma...”
“Preferisco una camicetta… magari si, con le maniche aperte dai polsi alle spalle ma la gonna deve essere corta. Così si sa subito cosa cerca… Mi capisci? Una porca…”
Dio! Sandro... e per le scarpe? E per le scarpe come fai?”
“Per le scarpe non preoccuparti, poi andiamo a prendere anche quelle. Intanto pensiamo a vestirlo.”
“Va bene, come vuoi!” E cominciò, spostandosi freneticamente per il negozio, a prendere quello che gli aveva richiesto. Sistemò in breve tutto sul bancone e poi, cominciando dal tanga, iniziò a mostrarlo. Ogni capo era declinato in alcune varianti. Alla fine aggiunse che questo era quello che secondo lui poteva star bene a Sebastian, ma se volevamo potevamo scegliere anche altri capi.
Il ragazzo si dimostrò piuttosto indeciso e insicuro, così la scelta la fece Sandro che, confrontati gli indumenti, alla fine ne mise alcuni da parte, proponendogli di provarli per vedere come stavano.
“Qui, adesso?”
Giuliano rise di quell'imbarazzo: “ma tesoro, vai nel camerino e te li metti. Noi ti guardiamo e ti diciamo come stai. Mica ti saltiamo addosso! Magari non qui.” E rise nuovamente.
“Dai muoviti che dobbiamo ancora andare a prendere le scarpe!”aggiunse Sandro.
Ubbidì raggiungendo il camerino prova mentre i due uomini rimasero a parlare. Uscì poco dopo con la gonna e la camicetta, le gambe nude e le braccia che si scoprivano al minimo movimento.
“Splendida. Sei splendida. Con le calze sarai perfetta. Però con il vestito lungo…” provò a insistere “e poi il trucco... e i capelli...”
“Si, stai bene, mi piace. Però sulle gambe… Sono da ripassare, si vedono i peli che stanno spuntando...” Sandro fu ancor più categorico. Voleva le gambe perfettamente depilate e lisce.
“Non ero preparato, non mi depilo da alcuni giorni...”
“Vedi, questi sono gli imprevisti. Adesso ne hai un'altra da fare oltre alle scarpe...”
“Si, si. Infatti è meglio che ci muoviamo. Vai a cambiarti che andiamo.”
Ringraziò l'amico e appena Sebastian fu pronto uscirono. “A quest'ora non ci resta che un centro commerciale per le scarpe.” E così fecero. In breve un bel paio di scarpe nere con un alto tacco si aggiunsero ai vestiti.
“Adesso però bisogna pensare a depilarti. Non puoi farlo quando torni a casa, meglio provvedere adesso.”
Provò a dire che doveva tornare al lavoro, ma non lo ascoltò nemmeno.
“L'unico è un centro estetico cinese, anche quelli sono sempre aperti. Ne conosci uno in zona?”
“No.”
Fece alcune telefonate e, alla fine, trovò un indirizzo. Non era lontano e lo raggiunsero rapidamente.
L'insegna offriva molti servizi, dalla manicure alla sauna, passando per l'abbronzatura e, appunto, la depilazione. Li accolse una sorridente signora che, sentita la richiesta, invitò Sebastian a seguirla.
“Tu aspetta qui, lui torna appena finito. Se vuoi c'è sauna o massaggio per attesa.”
“No, niente sauna, io vedo come lo depilate...”
La donna non replicò e fece strada in una piccola saletta dove, poco dopo entrò una piccola ragazza, sempre cinese che chiese dove doveva depilare.
“Tutto, tutto il corpo, e fai in fretta ma bene”.
“Più rapido di tutto ceretta. Ma deve vedere quanto da depilare. Tu spoglia tutto e io dico tempo.”
Fece una specie di inchino di assenso mentre Sandro lo sollecitò a spogliarsi. Poco dopo era completamente nudo con la ragazza che lo guardava attentamente.
“Lui già bene depilato. Basta poco e non dappertutto. Facciamo meno di un'ora. Io comincio subito. Tu puoi uscire.”
“No, io resti e guardo.” “Ah! Bene, come tu vuoi”
Il lavoro, visto il corpo in gran parte già ben depilato durò un'oretta, compresa una doccia tiepida e un lungo massaggio con creme idratanti.
Il risultato, a parte qualche leggero rossore che la ragazza garantì passare in qualche ora, era perfetto. Sul corpo di Sebastian non c'era più alcuna traccia di pelo, dappertutto.
Fu a quel punto, raccomandandosi di arrivare puntuale per le sette, visto che doveva preparasi, che lo riportò dove lo aveva preso e se ne andò.
Il ragazzo, eccitatissimo, si presentò puntuale.
“Presto, vai a prepararti, ti ho lasciato tutto sul letto.”
“Prima è meglio che mi trucchi.”
“No, lascia stare, ci fermiamo da un amico che ti truccherà a casa sua.”
Tutto era steso ordinatamente sul copriletto. Si mise con attenzione le calze cercando di lasciare la riga perfettamente verticale, infilò il tanga che non riusciva a contenere il suo sesso, si sistemò la camicetta e la gonna che arrivava giusta giusta a coprire le calze e infine salì su quegli alti tacchi. “Sei pronto?”
“Si, ma non mi trovo con i tacchi.”
Sandro lo guardò. Accidenti se era intrigante vestito così. Visto di spalle era decisamente… donna, a parte i capelli...
“Prova a camminare, devi abituarti...” Lo fece, ma era evidente che era la prima volta che si muoveva su quei… trampoli.
“No, non sei sciolto, ma non importa, dobbiamo andare… togliti le scarpe, le metterai dopo, infila queste”
Gli passò delle scarpe da ginnastica e una specie di spolverino che gli arrivava fino alle caviglie e che copriva perfettamente tutto.
Sebastian notò come lo guardava e la cosa gli fece immenso piacere. Pensò che quel gioco non lo avevano mai fatto da soli e che sarebbe potuto essere qualcosa da provare… sicuramente. Ma si guardò bene dal farlo capire…
Lungo il percorso cominciò a tempestarlo di domande: “quanti sono?”
“Non lo so!”
“E si farà subito sesso?”
“Non lo so!”
“Ma ci sono anche altri vestiti da donna?”
“Credo di si.”
“Ma li conosco?”
“Ti ho già detto che non lo so!”
“Ma non hai detto che è un tuo amico...”
Alzò la voce: “senti, finiscila. Adesso finiscila. Chi troveremo e cosa faremo lo vedrai la...”
E per zittirlo gli infilò una mano sotto la gonna cominciando a maneggiarlo con forza e portandolo ben presto ad una decisa erezione. E quel pollice che scorreva sul glande e scendeva sul frenulo iniziò a farlo quasi saltare sul sedile. Ovviamente smise di chiedere e si gustò quel piacevole… antipasto. In fondo lo aveva tempestato di domande sperando proprio in… quella reazione. E ora se la godeva.
Ben presto arrivarono da Giulio che li aspettava per truccare il ragazzo. Non si perse in molte chiacchiere e si mise subito al lavoro. Era evidente che era un professionista, sia per tutto quello che c'era sul tavolino, sia per la precisione e la sicurezza con cui si mise a… trasformargli il volto. Una volta terminato, Sebastian era proprio splendido. Terminato il viso si mise a scegliere tra diverse parrucche finché riuscì a trovarne una che gli stava divinamente.
Si, adesso la metamorfosi era completa e lui sembrava una vera donna.
Arrivati nella villetta aprì la porta il padrone di casa che salutò affettuosamente Sandro e poi si perse in mille complimenti per Sebastian, guardandolo dai capelli ai piedi e continuando a tessere lodi per il suo fisico, per il suo look e per la femminilità. Mentre stava facendo questo arrivò Gloria: le gambe splendidamente fasciate da dei leggins bassi in vita tutti tagliati davanti e con una maglietta decisamente corta in vita che lasciava scoperta una buona spanna di pancia piatta e tonica. Gli stivaletti davano poi un ulteriore tocco di femminilità. Era ben truccata. Il viso, incorniciato da un caschetto castano con meches bionde era perfettamente glabro e non lasciava intravvedere segni di barba, probabilmente coperta dal fondotinta. Insomma era decisamente donna… in tutto.
“Siamo i primi?”
“Si, ma Marco ha appena chiamato e sarà qui a minuti.”
“Ci sono altri?”
“Si, Luna che viene con Marco e Lucio che ha detto di portare Giulio… Giuliana.”
“Forse c'è anche Matteo ma era indeciso, non era sicuro...”
“Matteo? Lo conosco?”
“Non so… non credo...”
“Marco?”
“Si, devi ricordartelo. Siamo stati assieme in quel locale dove c'era lo spettacolo dei travestiti...”
“Si, si. Mi ricordo. Non lo ho più visto da allora.”
Il campanello suonò e la nuova coppia entrò. Era Marco con un'altra splendida… ragazza.
“Lei è Luna.”
Pure la nuova arrivata era notevole. Sulla trentina, forse meno, fisico da modella strizzato in un vestito con una profonda scollatura e con un taglio storto. Corto a sinistra e lungo fin sotto il ginocchio dall'altra parte ma con un'apertura laterale che arrivava a metà vita e che sembrava restare chiuso solo grazie alla cintura che lo cingeva alla vita. Non portava calze e, ad un primo colpo d'occhio anche l'intimo sembrava assente. Anche lei calzava degli stivaletti in tinta con il vestito. I lunghi capelli biondi e il trucco però non riuscivano a nascondere i tratti maschili.
Sandro non finì di osservarla che si sentì suonare nuovamente. Entrò un uomo alto, molto alto, che si scusò subito per essere venuto da solo, sottolineando che, se l'incontro era solo per coppie, se ne sarebbe andato. Giuseppe lo accolse cordialmente dicendogli di non preoccuparsi.
Ci fermammo a bere qualcosa parlando di precedenti incontri o di come fossero splendide le nostre… ragazze. I commenti e gli apprezzamenti si sprecarono in particolare per Sebastian, sia per la sua giovane età che per l'abbigliamento decisamente vistoso e… da troia.
Ma la cosa, escluso forse un iniziale imbarazzo per sentirsi osservato da tutti, lo rese assai felice, tanto che non smise di cercare lo sguardo complice e d'intesa con Sandro che lo aveva voluto far vestire così. Poi l'attenzione si spostò su Luna che, come a volersi far notare, con maliziosi movimenti e con la complicità del vestito cominciò a far intravvedere quasi tutto delle sue parti più… nascoste. Poi le chiacchiere si spostarono sul perché eravamo li e infine su esperienze simili già fatte. Ovviamente l'atmosfera cominciò a… scaldarsi e in breve Sandro si ritrovò senza giacca e con la cerniera aperta. Gloria, la padrona di casa, aveva abbandonato i preamboli ed era passata al… sodo, abbassando le cerniere di tutti i presenti che, immediatamente, avevano continuato autonomamente a entrare nel clima del festino.
Il primo a mostrarsi completamente nudo fu Lucio. Sebastian osservò la sua imponenza, la villosità del corpo e la buona dotazione che si ritrovava tra le gambe, cominciando già a farci dei torbidi pensieri che si interruppero improvvisamente quando Sandro chi ordinò di abbassarsi e di cominciare a succhiarglielo. Si accucciò e iniziò il suo lavoretto di bocca dimenticandosi dell'altro. Dopo poco due mani lo afferrarono per i fianchi tirandolo verso l'alto. Le mani di Sandro, contemporaneamente gli bloccarono la testa in modo che non potesse far uscire dalle fauci il suo cazzo e così capì che doveva solo raddrizzare le gambe, restando piegato perfettamente a novanta gradi. Appena raggiunse la posizione sentì quelle mani spostarsi sulle sue chiappe. Erano grandi e cominciarono a palparlo. Poco dopo sentì che il tanga gli veniva abbassato e sfilato. Per aiutare sollevò anche i piedi.
“Beeello, sooodo, tooondo. Mhh. Liiiscio e mooorbido. Che spettacolo.”
Non poteva vedere chi era dietro di lui che biascicava quelle parole, ma quasi subito sentì che la sua ridotta gonna veniva sollevata e rigirata sulla schiena e che una lingua, cominciando dallo scroto prese a scivolare in mezzo al culo.
Al terzo passaggio era già in estasi perché chi glielo faceva era bravissimo. “Dio che bravo!” pensò continuando a succhiare Sandro. “Dio come si muove… No, proprio li no! No, se ci gira intorno e poi va dentro muoio...” Ma il proprietario della lingua sembrò leggere proprio i suoi pensieri perché cominciò a fare proprio quello. Si infilò nel buchetto che già si stava contraendo per il piacere cercando di affondarci il più possibile. Rimestò a lungo tra quei candidi e delicati glutei smettendo solo per dire: “Vado?”
“Siamo qui per questo! Mi piace vederlo montare...”
Sebastian aveva capito. Adesso quell'uomo lo avrebbe inculato. Dopo avergli ben lubrificato con la saliva il buco ora glielo avrebbe messo dentro… Voleva vederlo, ma le mani del suo uomo gli tenevano ferma la testa, aiutandolo nel movimento che stava facendo. Forse avrebbe voluto dei preliminari più lunghi, ma era già contento di quello che aveva ricevuto e si concentrò su quello che stava per fargli. Sentì la punta muoversi per cercare l'apertura, forse guidata da una mano e, una volta posizionata, la pressione prese ad aumentare. Ecco, si stava allargando. Quella prima fase la adorava, da sempre. Percepì nettamente la penetrazione. “Deve essere bello grosso perché lo sento molto bene” disse tra se.
Entrava piano piano, aspettando che si facesse strada da solo, quasi senza spingere. Voleva che fosse lo sfintere ad allargarsi per accoglierlo sempre più a fondo. “Che delicato. Grosso ma dolce. Chissà se poi mi scopa bene o se fa piano… Adesso arriva fino in fondo. Manca poco. Ma entra ancora. Ma entra ancora. Ma continua. Ma quanto è lungo?” A quel punto sentì anche una piccola fitta. Avrebbe voluto dire “ahi” ma aveva la bocca piena. Ancora qualche momento d'attesa e sentì il corpo dell'uomo contro il suo culo. “Ma è lunghissimo. Ecco, si muove. Vuole farmelo sentire tutto. Si, si lo sento. Sei grande e grosso. Come potrei non sentirti. Ma chi cazzo sei? Voglio vederti. Appena mi lascia ti guardo.” Le mani lo afferrarono con forza sui fianchi e… la danza ebbe inizio. Quel pistolone si mise a fotterlo con un buon ritmo, entrando e uscendo quasi completamente. “Mio Dio che forza! Dio come mi scopa. Cazzo se mi scopa. Ahh. Ah. Dio vengo. No. Non voglio. Dio. Cazzooo.” Schizzò, ignorato da tutti, sul pavimento, senza che nessuno nemmeno gli sfiorasse il cazzo. Erano bastati una decina di colpi ed era già venuto. Ma il piacere continuò. Avrebbe voluto gridare il suo orgasmo ma doveva continuare a succhiarsi Sandro. Lo faceva meccanicamente, senza quasi rendersene conto. Era troppo bello quello che, partendo dal culo, lo avvolgeva in tutto il basso ventre per poi salire. Ormai faceva fatica a respirare con il naso. Era quasi in affanno. E l'altro continuava, continuava. Era meraviglioso, ma non riusciva nemmeno a pensarlo. Gli schizzi caldi gli finirono in fondo alla gola e le mani, ancora più strette sulle tempie stavano imponendo un ritmo rapidissimo alla sua testa. Probabilmente inghiottì tutto cominciando anche a tossire ma questo non lo fece smettere. Anzi, nessuno dei due smetteva. Altri colpi di tosse e, finalmente Sandro gli uscì dalle labbra e indietreggiò. Per un attimo ebbe l'impressione di cadere in avanti, ma la stretta sui fianchi aumentò impedendogli di sbilanciarsi mentre l'inculata continuò. Proseguì a lungo. Ormai era come un pupazzo in balia di quelle mani e di quel cazzo che lo facevano muovere. Adesso che la bocca era libera gemeva come una gatta in calore. Ma forse nemmeno se ne rendeva conto. Prendeva quel fiume di piacere e lo assaporava come in estasi. Alcuni colpi ancora più forti e poi tutto si fermò. Sebastian respirava a fatica ed era paonazzo in volto ma anche sul petto. Era in uno stato animalesco. L'altro, da dietro, anche se era venuto, continuava a stargli dentro per godere appieno le sensazioni che quel culo gli avevano offerto e che continuavano a dargli. Quando uscì, Sebastian si lasciò cadere sulle ginocchia. Davanti a lui c'era Sandro che si stava masturbando. Alzò la testa per guardarlo e lo vide eccitatissimo. Girò la testa indietro. C'era Lucio che gli sorrideva e si passava la lingua sulle labbra. “Un culo superbo! Una scopata da Dio. Sei una troia con la t maiuscola. Mi hai sfinito. Non scopavo così da tanto...” Abbozzò un sorriso ma quasi non ci riuscì. Era sudatissimo e letteralmente sfinito.
Non sapeva che quello era solo l'antipasto e che quel pomeriggio sarebbe stato lunghissimo (vedi racconto UNA LUNGHISSIMA SERATA PER UN CULETTO SOTTOMESSO).
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