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PAOLO E I FRATELLI PORCELLI


di RedTales
10.12.2017    |    18.991    |    10 9.7
"Continuarono a baciarsi e ad accarezzarsi, lasciando che prima le mani e poi le bocche raggiungessero ogni angolino dei loro corpi..."
Lo aveva proprio conquistato e gli piacque da subito e così, dopo un’oretta di chiacchiere in quel bar, decise che sarebbe andato con lui. Quel trentenne, con un fisico da sballo, lo colpì trovando il tasto giusto per instaurare tra loro un ottimo feeling e, anche se si erano appena conosciuti, ebbe l’impressione di conoscerlo da sempre. E poi era un gran bel ragazzo e, ad un quasi cinquantenne come Paolo, non capitava tutti i giorni di incontrare uno splendido trentenne che si dimostrava interessato a lui. Così, dopo i primi convenevoli, si spinse via via più in la, cercando di capire, prima in modo vago e poi sempre più concretamente, se fosse interessato a… scoparlo. E quello non solo gli rispose in modo affermativo, ma gli afferrò anche la mano proponendogli di andare a casa sua perché era… libera.
Pensò di aver fatto bingo. Insistette per offrire e poi lo seguì con la sua macchina. Una volta entrati il ragazzo non perse tempo e, dopo avergli gettato le braccia al collo, iniziò a baciarlo con intensità. Ricambiò con gioia, iniziando subito ad esplorarlo con le mani e, in men che non si dica, si ritrovarono entrambi nudi, in camera, dove un grande letto li accolse. Continuarono a baciarsi e ad accarezzarsi, lasciando che prima le mani e poi le bocche raggiungessero ogni angolino dei loro corpi. Simone era moderatamente peloso, quel tanto che piaceva assai a Paolo e aveva un fisico veramente ben fatto. Se lo guardò e rimirò a lungo, godendo dei pettorali e dei bicipiti ed altrettanto delle cosce muscolose e gli sorrise fingendo quasi imbarazzo quando gli disse: “mi piaci. Mi piacciono i maschi più grandi e depilati. Mi piaci tantissimo così bello liscio e con una pelle così morbida.”
Cercò di dare del suo meglio quando iniziò a dedicarsi al suo uccello che leccò e succhiò con perizia, immaginando un seguito assai interessante viste le dimensioni decisamente più importanti della norma di quel fallo. E quando giunse il momento di offrirgli il suo buchetto lasciò che fosse il ragazzo a scegliere la posizione preferita. Concordarono di non usare protezioni perché si dichiararono entrambi in ottima salute e poco dopo Paolo si ritrovò a pancia in giù con il suo focoso partner che lo cavalcava con impeto. Quel cazzo, grosso al punto giusto lo fece godere alla grande e, nonostante gli si appoggiasse con tutto il peso addosso, quasi non se ne curò da quanta fu la libidine che riuscì a procurargli. Inoltre, vista la posizione, ad ogni spinta corrispondeva un attrito del suo pisello sul lenzuolo che aumentava il piacere e che, al culmine del suo godimento sfociò in una copiosa eiaculazione, della quale nemmeno si rese conto il voglioso trentenne che continuò a sbatterlo ancora a lungo senza mai cambiar posizione.
Quel giovane si dimostrò molto duraturo e non smise nemmeno per un secondo di muoversi dentro di lui con un ritmo assai indiavolato. Il tutto avvenne nel silenzio, rotto solo dagli urletti di piacere di Paolo che così pieno dietro e con il pene che continuava a frugarsi sul lenzuolo bagnato non riusciva a trattenersi, manifestando a gran voce la sua delizi. Quando, dopo gli ultimi movimenti accelerati in modo frenetico, Simone rilasciò tutto il suo succo dentro di lui, tirò un lungo respiro. Era quasi sollevato che si fosse fermato perché quella ventina di minuti in cui lo aveva martellato ininterrottamente lo avevano fatto godere alla grande ma cominciavano quasi a… pesargli. Era abituato a farsi scopare ma quel trentenne ci sapeva fare e si era quasi preso tutta la sua… resistenza. Un attimo dopo erano sdraiati uno a fianco all’altro, entrambi sudati e tra di loro c’era un forte odore di sperma. Le mani di Paolo si spostarono sul sesso del giovane amante, ritrovandosi a stringere e accarezzare un cannolo moscio ed umidiccio. Si baciarono, riprendendo fiato entrambi poi Simone si alzò dicendogli di andare un attimo in bagno.
Rientrò dopo alcuni minuti e si fermò ai piedi del letto mettendosi a fissare Paolo che si stava ancora gustando quella pausa ristoratrice. Si inginocchio ai suoi piedi e, sollevandogli le lunghe e glabre gambe se le mise sulle spalle, ai lati della testa. Gli spinse in alto il culo e gli fece sentire tra le chiappe il cazzo nuovamente duro. L’uomo restò sorpreso e maliziosamente gli sussurrò se avesse ancora voglia.
“Si, ne ho ancora tanta...” gli rispose mentre la cappella con maggior insistenza iniziò a concentrasi sull’ano ancora umido e… cedevole. E, mentre Paolo stava dicendogli: “porcello, ma quanto mi vuoi scopare…”, con un colpo ben assestato si ritrovò nuovamente impalato. Non riuscì a trattenere un gemito per l’improvvisa mossa del ragazzo poi, guardandolo in viso, gli sorrise notando come non fosse più sudato ed anzi sembrasse quasi fresco. Ma durò poco la sua attenzione perché Simone riprese la sua azione dentro di lui forse ancora più intensa di prima. In questa nuova posizione sentiva quel grosso affare che gli entrava molto dentro e lo stimolava un po’ dappertutto provocandogli enorme piacere. Non riuscì a resistere e iniziò a masturbarsi anche se il suo affarino che gli prudeva tanto restava di dimensioni insignificanti tra la sua mano, ma qualcosa doveva pur fare per placare quanto sentiva…
Anche quella seconda volta andò come la prima. Il suo partner continuò in silenzio a profanarlo con molta insistenza senza mai rallentare ma spostando le mani dalle cosce ai capezzoli e, ogni tanto, infilandogli un dito in bocca. Godette come un riccio anche questa volta, aspettando poi con pazienza per una buona decina di minuti che arrivasse, perché quasi non ce la faceva più a reggere quella scopata. Era veramente super quello che gli stava facendo. Iniziò anche ad incitarlo a venire, provando pure ad accarezzargli il petto villoso con una mano e mettendosi a gridare come una troia quando, vedendolo dimenarsi spasmodicamente, intuì che stava per sbrodolargli dentro di nuovo. Questa volta però il ragazzo tolse il cazzo appena si rese conto di eiaculare e, continuando con la mano, terminò di schizzarlo sulla pancia e persino in faccia, vista la gran gittata di cui si dimostrò capace. Ne fece molta e poi, non contento, gli gattonò a fianco, strofinandogli il cazzo sulle labbra per far scendere anche le ultime gocce e per spalmargli ben bene la crema su tutto il viso.
Paolo, come un bravo cagnolino, iniziò a leccare tutto proprio mentre il suo stallone lo scavalcò mettendosi a gambe larghe sopra il suo petto ed offrendogli il cazzo da succhiare.
“Leccalo, leccalo tutto… Puliscilo… puliscilo bene...”
Lo avrebbe fatto anche senza la richiesta perché quel bel bestione era proprio fantastico. Lo lavorò per almeno dieci minuti e lo lasciò uscire dalle labbra quando era diventato solo l’ombra del bastone che lo aveva inculato con furore poco prima.
“Bravo. Sei proprio bravo. E’ stato bello averti incontrato oggi. Una gran scopata.”
“Due scopate. Questa è la seconda. Certo che sei magico. Mi hai inculato tutte e due le volte in modo sublime… certo che con un cazzone così...”
Simone si tirò indietro, si abbassò e lo baciò a lungo.
“Mh. Buona la crema. Mi piace il sapore che hai in bocca...”
“Beh! E’ il tuo spore...”
Risero.
“Scusa… faccio ancora un salto in bagno.”
Si girò sul fianco per vederlo uscire e rimase li, ancor più sudato e umidiccio. Lo sentì trafficare e, mentre lo aspettava… la stanchezza ebbe il sopravvento. Chiuse per un attimo gli occhi e si appisolò.
“Che fai? Dormi?”
Si svegliò di soprassalto. Lui era in piedi a fianco del letto. Non poté non notare che era nuovamente in erezione… e che erezione! Visto dal basso quel cazzo sembrava ancora più grosso di prima.
“Ma quanto ho dormito?”
“Non lo so, sono andato in bagno e poi sono tornato e ti ho trovato così. Un minuto?”
“Ma poco fa eri… tutto giù… Come hai fatto a...”
“Magia!”
“Ma hai preso…”
“No, no, niente chimica. Non uso pastigliette… Solo voglia. Ho tanta voglia di scoparti...”
Paolo gli sorrise: “ancora?”
Gli si sedette accanto e cominciò ad accarezzarlo: “mi piaci, sei un bell’uomo. Adoro i maschi con la pelle come la tua. Sei così liscio e morbido e… caldo.”
Paolo allungò la mano e gli afferrò il pene: “sembra ancora più grosso!”
Simone rise.
Poi la spostò facendola risalire sul petto: “ma sei fresco come una rosa? Prima eri tutto sudato!”
“Mi sono asciugato in bagno e adesso ho di nuovo voglia.”
Senza aggiungere altro si alzò, lo afferrò per le caviglie e lo girò a pancia in giù, poi lo sollevò di peso mettendolo ginocchioni ed infine, tirandolo verso il bordo del letto, gli allargò un po’ le gambe mettendosi dietro a lui. Gli spinse il culo un po’ in basso per averlo proprio alla stessa misura del pisello e senza aspettare altro lo spinse tutto dentro con un colpo solo. E, umido com’era, non trovò alcuna difficoltà a far sbattere i coglioni sulle chiappe. Questa volta lo sentì entrare e provò persino un certo fastidio, ma non disse nulla.
Pensò solo quanto fosse incredibile quel giovane amante e… quanta voglia avesse del suo culetto e fu felice per quanto lo desiderava. Cercò di assecondarlo muovendo i fianchi che Simone aveva afferrato con le mani per poterlo sbattere con più irruenza senza rischiare di uscire da quel caldo anfratto.
Questa volta Paolo fu più attento al doloretto che quel palo gli procurava che al suo piacere e, pur apprezzando quell’ulteriore momento di sesso sperò che si risolvesse in breve.
Purtroppo il ragazzo continuò e continuò assai più delle prime due volte e, ad un certo punto cominciò persino a sfilare del tutto il cazzo per poi sbatterlo dentro non appena lo sfintere accennava a richiudersi. E, ogni ingresso, era sottolineato da un urlo di Paolo che sentiva distintamente quella sensazione di sfondamento quando gli si rituffava dentro.
Simone poi, a differenza di prima, non la finiva più di parlare, commentando tutto quello che faceva ed esprimendosi pure in modo volgare.
“Ti sento tutta troia… Hai proprio un culo stretto, ma te lo sfondo tutto… Quando avrò finito ci passerà un treno… Guarda come prova a chiudersi, ma adesso te lo sfondo di nuovo… Dai! Così! Dai, muoviti troia! Muovi bene il culo! Sei così aperta che ci potrebbe passare un reggimento… Che vacca! Dai porca, godi! Ma quanti ne hai presi? Grida, grida che tanto ti sfondo tutta…”
Non la finiva e parlando, gridando e pure urlando per il piacere continuava a darci dentro.
Dopo un tempo che a Paolo sembrò interminabile il suo giovane amante smise ma, in tutta fretta gli disse di girare la testa e di aprire la bocca. Lo fece e subito gli appoggiò la cappella tra le labbra, continuando con la mano a menarsi fino a che non gli rovesciò sulla lingua un altro fiume di crema.
“Da bravo, tutto giù. Inghiotti tutto. Non far uscire niente.” Dopo l’ultimo schizzo lo tolse per lasciargli il tempo di inghiottire e poi lo spinse nuovamente dentro con forza cercando un deep throat che Paolo gli lasciò fare. Rimase immobile e in silenzio in quella posizione con le palle schiacciate contro il suo mento prima di scoparlo ancora un pochino in bocca: “ecco, così finiamo alla grande! Certo che sei super. Uno come te non si trova facilmente. Un culo da urlo e una bocca da meraviglia! Ci dobbiamo assolutamente vedere ancora!”
Su questo era d’accordo anche lui, un amante così non lo aveva mai trovato e, perfino quel doloretto dell’ultimo “giro” forse lo aveva vissuto esclusivamente la prima volta che gli avevano aperto il culo. Nemmeno la ricordava più quella sensazione che, se non del tutto piacevole, perlomeno era nuova e assai profonda. Poi pensò anche che tra il godimento estremo come quello che aveva provato e una certa sofferenza forse ci fosse solo una ben lieve sfumatura.
Si lasciò cullare mollemente dal morbido materasso, sperando di restare in quella posizione a lungo per riprendersi ma quasi subito furono disturbati dal campanello.
Simone gli disse che era tardissimo e che aspettava dei parenti che, evidentemente, erano arrivati.
Gli urlò un: “dai vestiti in fretta.” mentre si precipitò nell’altra stanza, ritornando poco dopo perfettamente vestito mentre lui non si era ancora abbottonato la camicia. Mettendogli fretta gli disse di finire di vestirsi e di aspettare li mentre lui faceva accomodare gli ospiti. Tornò poco dopo scusandosi per il contrattempo e accompagnandolo all’uscita posteriore e quindi nel giardino. Sulla porta, prima di congedarlo gli diede un bacio e, lasciandogli il bigliettino con un numero di telefono, aggiunse: “chiamami, voglio vederti ancora. Sei stato fantastico. Mi hai fatto morire. Era da tanto che non scopavo così bene. Mi chiami? Ci conto!”
“Si, si, ti chiamo! Anche tu sei stato incredibile! Hai una resistenza… Nessuno mi aveva scopato così tanto tutto in una volta… Sei venuto tre volte di fila...”
Si sorrisero e la porta si richiuse alle spalle di Paolo che, con il culetto leggermente dolorante, anche se era più un fastidio che un dolore, si diresse verso la sua macchina, certo di voler incontrare nuovamente quello splendido giovane, ringalluzzito da quanto lo desiderasse nonostante fosse di quasi vent’anni più grande di lui.
Simone rientrò e si trovò a faccia faccia con Silvano e Saverio, i suoi fratelli omozigoti. Saverio era ancora nudo per l’ultima scopata mentre Silvano sorseggiava della cola.
“Grande! Anche questa volta è stata una gran scopata!”
“Si, grande!”
“Lo abbiamo massacrato!”
“Si! E non ha capito che siamo in tre!”
“Che figata!”
“Come sempre!”
“Meglio! Questo è super davvero!”
“Si, è il primo che ci fa scopare tutti e tre senza lamentarsi!”
“Vero!”
“Dobbiamo vederlo ancora!”
“Sicuri… ci chiamerà già stasera!”
“Credi?”
“Si, non hai visto che troia è?”
“Si, questo il cazzo lo adora...”
“Si, come noi...”
Risero soddisfatti e appagati dal bel pomeriggio passato in quella full immersion di sesso, certi che l’avrebbero replicata nei prossimi giorni.
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