Gay & Bisex
LA SCOPATINA n. 1 - AL KEBAB. RACCONTO BREVISSIMO.
di RedTales
30.06.2020 |
19.001 |
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"Un attimo dopo arrivò Walid che gli aprì la porta..."
Manuel arrivò con quasi un’ora di anticipo al ristorante e, trovandolo chiuso, bussò alla porta.Un attimo dopo arrivò Walid che gli aprì la porta.
“Hai proprio voglia oggi” disse con il suo accento tunisino.
“Si, oggi tanta.”
“E se avessi da fare?”
“Dai Walid, facciamo una cosa veloce.”
L’uomo lo guardò con un sorriso enigmatico e lo fece entrare richiudendo la porta.
Andarono sul retro, nella cucina.
“Una cosa veloce però. Vedi, sto preparando le verdure. Devono essere pronte per quando si apre.”
“Si, si una cosa veloce, poi ti aiuto.”
“Va bene. Spogliati,”
Manuel non se lo fece ripetere e si tolse in un solo colpo pantaloncini e slip.
Walid liberò una parte del piano di lavoro e lo invitò: “mettiti qui che è libero.”
Si piegò appoggiandosi sopra il tavolone e accostò la faccia alla lastra di marmo mentre l’altro si abbassò i pantaloni e, fattosi sotto, iniziò a sbatacchiare il pene sul culo del ragazzo per farlo diventare duro.
Evidentemente anche lui aveva voglia perché ci riuscì in fretta.
“Ecco, è pronto.”
Si sistemò meglio e, sempre tenendo il suo arnese con la mano, lo fece scorrere nel solco tra le chiappe per finire di rinvigorirlo quindi lo sistemò proprio sullo stretto buchetto e lasciò cadere alcuni fiotti di saliva sulla punta.
Era pronto e spinse in avanti tutto il corpo.
Manuel sentì il sesso che cercava di entrare e rimase in attesa di gustarselo sperando che, come le altre volte, desse il giusto tempo perché lo sfintere potesse dilatarsi gradualmente perché era così che gli piaceva di più.
Ed andò proprio in questo modo, con Walid che continuò ad esercitare una bella pressione ma senza forzare, aspettando che fosse lo sfintere ad aprirsi da solo per accoglierlo.
Non dovette aspettare molto perché in pochi minuti si ritrovò ben piazzato dentro il suo giovane cameriere.
Si gustò per qualche istante quella forte sensazione e poi, come era solito fare, iniziò a pompare quel candido culo con gran vigore e con le solite spinte molto decise. Per farlo con più forza si aggrappò ai fianchi del ragazzo mentre quest’ultimo allargò le braccia per stringere con le mani il tavolo in modo da restare fermo.
Una ventina di colpi ben dati e Manuel iniziò a gemere per il piacere perché per lui, come lo sapeva fare Walid, era davvero il massimo e, quasi ogni volta, raggiungeva l’orgasmo.
E fu così perché dopo poco prese a smaniare e ad emettere delle grida che cercò di soffocare sentendo arrivare una possente ondata di godimento. Per non gridare strinse i denti e poi si lasciò andare, rilassando tutto il corpo che prima si era via via irrigidito.
A quel punto l’uomo si fermò e tirò fuori l’uccello per osservare quanto fosse aperto l’ano dopo il “trattamento” ricevuto dal suo grosso pene. Aspettò così qualche istante ma appena vide che si stava stringendo si fiondò nuovamente tutto dentro in un colpo solo.
Ripeté quel giochino per una buona decine di volte mentre Manuel era ormai incapace di reagire, in preda ad un lungo e prolungato orgasmo che quasi non gli consentiva di respirare.
Alla fine smise di uscire e diede un ultima raffica di colpi per arrivare al traguardo e riversare nel giovane tutti i suoi umori.
Aspettò che il forte piacere diminuisse e poi si sfilò definitivamente assestando come segno finale un sonoro sculacciane, dato a piena mano, su una natica.
Andò quindi in bagno per pulirsi mentre Manuel lo fece lì con la carta da cucina, cercando di espellere il più possibile il liquido che gli aveva schizzato dentro.
Quando Walid tornò, già ricomposto, anche lui era quasi pronto.
“Visto che abbiamo fatto una cosa veloce.”
“Si, si, ma adesso vai in sala a preparare i tavoli.”
“Vado.”
Poco dopo, mentre si era messo ad abbassare le sedie vide arrivare Paolo.
“Sei già qui?”
“Si.”
“Ti sei fatto scopare ancora?”
Non rispose ma l’espressione soddisfatta fu quasi un’ammissione.
“E con me non vuoi mai” protestò deluso l’altro cameriere.
“Sai… mi piacciono lunghi e grossi. Molto grossi… Cosa vuoi, sono abituato bene...” e sorrise in modo malizioso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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