Gay & Bisex
LUI MI HA VOLUTO LURIDO E PUZZOLENTE
di RedTales
02.07.2022 |
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"Visto il caldo che c’era stato, ero sicuramente più maleodorante di quanto mi avesse chiesto e perfino gli slip erano decisamente lerci..."
Anche questo breve racconto lo sto “buttando giù”… a caldo.Oggi, dopo lunghi mesi d’attesa, sono stato da Pierluigi. Forse dovrei dire… dal Padrone.
Sono appena tornato, ho fatto una lunga doccia… ne avevo proprio bisogno, e me la sono goduta. Adesso vi racconto come è andata.
Tutto è iniziato poco prima di Natale, quando lo ho conosciuto. Ci siamo scritti, inviati delle foto e lui, intuendo cosa stessi cercando, è andato subito al sodo invitandomi a casa sua.
Trovai un uomo sulla cinquantina abbondante, abbastanza alto, con la barba ancora scura, un buon fisico anche se l’addome arrotondata lasciava intendere qualche chilo di troppo.
Arrivato, senza giri di parole, mi chiese di spogliarmi. Ci misi poco, mostrandomi con soddisfazione completamente in gran forma, depilato, con la pelle liscia e profumata di crema e… pronto ad assecondare le sue voglie.
Purtroppo non era quello che cercava.
“Ho voglia di uno schiavetto maturo per divertirmi ma adesso che ti vedo non mi viene più voglia. Sei troppo perfettino, bellino… No, non mi piaci. Magari se ti lasci crescere un po’ di pelo… E anche quella pancia… mettici sopra qualche chilo…”
Ci rimasi malissimo e, non so proprio come, gli promisi che lo avrei fatto e così, incredibilmente, iniziai a lasciar crescere il pelo. Erano parecchi anni che non lo facevo ma quel gioco mi aveva coinvolto. Ovviamente lui mi chiese di controllare e così, ogni due o tre settimane mi chiamava da lui. Mi spogliavo e, con attenzione, mi controllava. Ovviamente tutto questo mi eccitava molto anche se, finita l’ispezione, mi faceva rivestire e mi mandava via. Devo anche ricordare che tutti e due gli amici che frequento ogni tanto per fare del buon sesso non hanno gradito il cambiamento e hanno smesso di vedermi. A loro piacevo glabro e profumato… Passarono così tre mesi e, a marzo, fui nuovamente convocato da Pierluigi che cominciando a trovare peluria un po’ dappertutto si dimostrò soddisfatto pur rimandando l’incontro a: “quando avrai più pelo. Mi piace vederti così trasandato. C’è più soddisfazione… nell’umiliarti ed usarti.”
Alcune volte, invece di farmi andare da lui volle vedermi in video chiamata, durante la quale dovevo spogliarmi e spostare il telefonino lungo tutto il corpo affinché potesse osservare… la crescita. Nel frattempo ero sempre più voglioso e non facevo altro che masturbarmi per cercare di calmare la voglia di sesso che per così a lungo mi era negata.
Finalmente domenica, dopo quasi sei mesi dal primo incontro, ricevo un’altra chiamata di Pierluigi che, dopo avermi guardato con attenzione al telefono, decide che potevo andar bene: “sì, adesso sei peloso al punto giusto. Ti aspetto giovedì e da adesso non lavarti più. Niente doccia, bidè, barba, niente. Quando vieni ti voglio sporco e puzzolente. Mi eccita un corpo sporco e puzzolente da usare. Hai capito? Quindi vieni senza deodorante, profumo, creme. Anche i piedi non lavarli e arriva con le mutande che hai adesso. Se non sono luride non se ne fa niente, chiaro?”
Rimasi esterrefatto ma decisi di ubbidire. Dopo tutto quel tempo avevo proprio voglia di vedere come avrebbe giocato con me e, anche se con qualche difficoltà, riuscii a mantenere quanto gli avevo promesso.
Arrivai a metà pomeriggio, con tanta voglia ma con un certo disagio. Visto il caldo che c’era stato, ero sicuramente più maleodorante di quanto mi avesse chiesto e perfino gli slip erano decisamente lerci. E poi, negli ultimi anni, ero sempre andato a questo genere di incontri… con un look totalmente diverso.
Come aprì la porta, senza nemmeno salutare o farmi entrare, mi annusò e, soddisfatto, mi fece accomodare. Ero in maglietta e pantaloni lunghi.
Mi afferrò una mano e, sollevandomi il braccio, lo osservò con gran attenzione: “sì, sì, sei peloso. Poco ma peloso. La sala giochi è sopra. Seguimi.”
Mi portò in una mansarda lasciata al grezzo, una specie di deposito di tante cose dove, su una parete, c’erano delle barre di metallo attaccate al muro. Faceva decisamente caldo.
“Togliti tutto. Resta in mutande.”
Esegui vergognandomi dello stato in cui ero: sporco, puzzolente, barba di quattro giorni e peli incolti dappertutto. Oltre a ciò i miei slip mostravano inequivocabilmente delle macchie proprio lì.
Ed anche i tre chili che avevo preso me li sentivo tutti sulla pancia che, ai miei occhi, era diventata proprio grossa…
Invece a Pierluigi piacque proprio tutto quello che vide e ne fu soddisfatto.
“Li vedi quei ferri? Adesso ti lego le mani e poi ti appendo. Dammi i polsi.”
Glieli porsi e ci mise delle polsiere, quindi mi fissò le mani sui ferri lasciandomi con le braccia aperte e sollevate.
Si allontanò e si mise a trafficare con una telecamera.
Gli dissi che non volevo essere ripreso e lui, per tutta risposta, mi si avvicinò con un cappuccio e me lo infilò in testa. Era nero e aveva solo un’apertura sulla bocca.
“Così faccio tutti i video che voglio…”
Non vidi più nulla e questo unitamente alle sue mani che iniziarono a toccarmi dappertutto mi eccitò. Si spostò dalle caviglie al collo soffermandosi di più dove i peli mi erano cresciuti di più. Di tanto in tanto li tirava facendomi lamentare come facevo anche quando mi pizzicava.
“Puzzi, puzzi proprio. Sei proprio come ti volevo. Sei il mio lurido schiavo.”
Improvvisamente mi colpì con un forte schiaffo sul pene sgridandomi perché lo avevo duro. Mi colse di sorpresa e gridai per il dolore mentre lui, afferrato l’indumento lo tirò con forza e, forse aiutandosi con qualcosa, lo strappò sul davanti e poco dopo lo strappò anche dietro.
A quel punto si fermò e si allontanò e, poco dopo, sentii i clic degli scatti delle foto che stava facendo e il pensiero di essere ripreso e anche fotografato mi eccitò ancora di più e ne fui contento, certo di essere completamente irriconoscibile.
Continuò togliendomi gli slip e mettendosi a giocare con le palle e quindi con il duro bastone. Me lo scappellò con decisione e mi tenne la pelle tirata verso il basso con tanta forza e così a lungo che cominciai a lamentarmi per il dolore.
Non parlava, ma faceva.
Quando smise di stringermelo riprese a passarmi le mani sul corpo quindi mi infilò dei pantaloncini e, sistemandoli in vari modi mi fece altre foto. Alla fine mi tolse anche quell’indumento lasciandomi di nuovo nudo ed incapace di muovermi.
Improvvisamente un suono acuto e sodo mi fece urlare. Mi colpì con una cinghia o una corda sulle cosce. Il colpo bruciò e senza alcun ritmo, ne seguirono diversi altri che si abbatterono tutti sulle gambe. Il dolore e l’eccitazione per quanto mi stava facendo furono immensi e mi accorsi di avere un’imponente erezione.
Il cappuccio mi faceva un gran caldo e il sudore mi colava lungo il collo.
Su alcuni colpi più forti degli altri mi sentii mancare le gambe e mi ritrovai penzoloni appeso per i polsi che mi fecero male e quindi mi rimisi in piedi ritrovando l’appoggio. Tutto, ma proprio tutto era così eccitante...
A quel punto mi slegò e mi fece girare legandomi nuovamente. Sentii il muro davanti alla faccia e ne fui felice perché in quella posizione si sarebbe preso cura del mio… culo.
Ma lo fece non come lo avevo immaginato perché iniziò a colpirmi con la stessa cinghia di prima. Gli schiocchi riecheggiarono seguiti immediatamente dalle mie urla. Dopo alcuni colpi si fermò iniziando ad accarezzarmi prima delicatamente per poi assestarmi di sorpresa dei sonori sculaccioni a piena mano. Alternò a lungo la cinghia alle carezze agli schiaffi.
Ad ogni colpo sentivo sbattere il pene, sempre duro, contro il muro e, per l’eccitazione, iniziai a sborrare. Il bruciore si fuse con il piacere ed il dolore e provai un orgasmo intenso e lungo che fu interrotto dal suono del telefono.
Pierluigi si fermò e rispose.
“Ciao… Sì, proprio perfetto… Sì, tra mezz’ora va bene… Ti aspetto.”
Immaginai che il nostro gioco stesse per finire e mi dispiacque. Pierluigi mi informò che avevo il culo rosso fuoco e che era così bello che non poteva non fare delle foto. Lo sentii scattare tanto, da vicino e da più lontano quindi: “adesso che lo abbiamo scaldato direi che è pronto per essere anche aperto…”
Si spostò e poi iniziò a strofinarmi qualcosa nel solco e, poco dopo, mi ritrovai riempito da un grosso oggetto, sicuramente un cazzo di gomma che lui iniziò a muovere spingendolo dentro e quindi tirandolo tutto fuori. Dopo diversi passaggi cambiò giocattolo e mi ritrovai qualcosa che riusciva a starsene dentro da solo.
“Questo lo lasciamo un po’ lì, così ti apri e ti prepari, magari Michelangelo ha voglia di scoparti…”
Chiesi cosa significasse e mi comunicò che stava per arrivare un suo amico. Provai a dirgli che non me lo aveva detto e che, non conoscendolo, la cosa non è che mi andasse tanto bene.
Non mi fece aggiungere altro perché mi ordinò di aprire la bocca e mi spinse dentro una palla che poi mi legò in quella posizione. Provai a ribellarmi ma, bloccato com’ero non potei che mugolare…
Pierluigi mi lasciò solo per parecchio tanto che mi accorsi di avere le braccia doloranti e un certo fastidio dietro per quel grosso dildo che mi aveva lasciato dentro. Quando ritornò, c’era un altro uomo con lui.
“Eccolo, lurido e puzzolente come ti piace. È già bello aperto con quel birillo che gli ho lasciato in culo. Ma tu giocaci come vuoi, io mi sono già divertito e vado a farmi una birra.”
Detto questo sentii i suoi passi allontanarsi e mi resi conto di essere in totale balia di quello sconosciuto.
Mi diede subito una pacca sul culo: “stagionato! A Pierluigi piacciono i culi stagionati” e rise.
“Che dici, ti piace la cera calda sulle palle?” Mi scossi tutto e mugolai forte per la paura facendolo ridere.
“No, oggi non mi va di farlo, magari la prossima volta. Certo che puzzi proprio. Mi sa che non ti ha fatto lavare da almeno una settimana, vero! E bravo lo schiavetto che ubbidisce. Certo che dai segni che hai sul culo ci ha dato dentro…”
A quel punto afferrò la base del dildo e lo tirò fuori con un colpo secco facendomi emettere un forte grido soffocato.
“Cazzo! Sei così aperto che ti posso guardare in gola” e rise ancora infilandomi alcune dita nel culo.
Quindi mi afferrò il pacco e lo strinse tra la mano facendomi lamentare nuovamente.
“Sei un bel bocconcino ma oggi non ho proprio tempo, ma vedrai la prossima volta come ci divertiremo.”
Si mise a trafficare dietro di me e quindi, in un sol colpo mi entrò completamente dentro stringendomi le braccia sul petto e mettendosi subito a scopare come un forsennato.
Continuò per una decina di minuti, incurante delle mie urla strozzate dalla pallina e di quanto cercassi di divincolarmi. Smise solo dopo avermi riempito e, soddisfatto, se ne andò.
Rimasi solo nel silenzio con la crema che mi colava lungo una gamba e con la saliva che dalla bocca scendeva sul collo e quindi sul petto.
Quando ritornò Pierluigi mi tolse la palla dalla bocca, il cappuccio e mi liberò.
Guardandomi mi disse che come prima volta non ero andato male: “anche se ti sei sborrato addosso… La prossima volta ti metto la gabbietta, così non ti tira. Non mi piace vedere il cazzo duro di uno schiavetto. Magari ti fai un due seghe prima di venire… così non ti tira. Adesso vestiti e vai che ho da fare.”
In pochi minuti mi mise alla porta ed io, ubbidiente, me ne andai.
Appena entrai in macchina, con il culo dolorante, con la bocca che mi faceva ancora male e con i segni delle frustate che mi bruciavano provai una meravigliosa sensazione di piacere, grandissima.
Quell’uomo, anzi quei due, mi avevano riempito in tutti i sensi facendomi godere tantissimo. Era da tanto che non provavo qualcosa di così intenso e il sentirmi alla loro completa mercé ed essere stato così duramente colpito e poi scopato con tanta forza mi stavano facendo galleggiare nel mondo dei più favolosi sogni che, in questo caso, si erano pienamente realizzati.
Restare quasi a digiuno di cazzi per quasi sei mesi e abbandonare l’adorato epilatore era stato ricompensato alla grande. Tutto quello che avevo vissuto era stato eccitante e assai gradevole da provare.
Scrissi a Pierluigi perché mi mandasse le foto e il video, chiedendogli anche quando mi avrebbe potuto ricevere nuovamente.
La sua risposta fu breve ma piena di soddisfazione: “oggi puoi lavarti per toglierti di dosso quello che Michelangelo ti ha dato ma da domani di nuovo niente acqua. Poi ti dico quando venire. Devi puzzare…”
ps. le foto che mi ha fatto non sono eccezionali ma, tanto per farvi capire che quest’avventura la ho vissuta davvero, ne metto una nel mio profilo… scusate il pelo e quel po’ di pancia… ma me li ha ordinati Pierluigi… e, per ora, me li tengo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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