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INCESTO DAL PADRONE


di RedTales
20.12.2023    |    3.115    |    6 9.3
"Mi stendo sotto di lei che si è messa a gambe divaricate cercando una posizione comoda e mi attacco come un’idrovora al suo sesso..."
È martedì 19 dicembre. Sono quasi le sei di sera e sono rientrato da poco. Il tempo di appoggiare dei pacchetti e suona il telefono. Come sento la sua voce resto pietrificato. È il Padrone. Pensavo che dopo l’ultima volta, era il 29 giugno, non mi volesse più e me ne ero fatto una ragione (tra l’altro quanto successo quel giorno non lo ho ancora pubblicato qui… ma ci sto lavorando).
“Vieni qui per le otto!” sono le sole parole che mi dice. Sono contento, eccitato e preoccupato al tempo stesso. Ho più di un’ora per prepararmi ma so che dovrò fare di corsa. Mi spoglio al volo perché ho bisogno di una doccia e mi rendo subito conto che devo anche darmi una “ripassatina” perché, anche se corti, ci sono troppi peli. Ovviamente comincio a fare tutto il più in fretta possibile e, una volta finito penso ai vestiti. Non ho tempo e decido per una tuta. Solo una tuta, sicuramente andrà bene. Però fa freddo e così metto anche le calze.
Arrivo puntuale e, quando mi apre, vorrei sorridere e dirgli che sono felice ma mi trattengo. Sono quasi sei mesi che non lo vedo e sono eccitato di essere lì e curioso di scoprire come pensa di usarmi.
In sala ci sono una donna sulla quarantina ed un signore, forse sulla cinquantina. Sono seduti al tavolo. Li saluto e, su indicazione di Pierluigi, mi siedo.
La signora mi avvicina una tazza e, presa la teiera, la riempie e me la porge.
“Bevi!” mi invita il Padrone e così la accosto alle labbra e, appena assaggio il contenuto, alzo gli occhi verso di lui perché riconosco il sapore dell’urina.
“Bevi, bevi, Marta la ha appena fatta.”
Effettivamente è ancora tiepida e, così sollecitato, riprendo a sorseggiare quel liquido fino a svuotare la tazza.
“Visto. È proprio bravo. Di un’ubbidienza assoluta.”
Guardo i tre e mi domando cosa mi faranno fare dopo un inizio come quello ma il pensiero cade nel vuoto perché il Padrone chiama: “Angelo! Vieni! Vieni che ti stiamo aspettando.”
Dalla cucina entra nella sala un ragazzo giovanissimo, avrà si e no vent’anni. È altissimo, magro e con delle gambe lunghissime. Mi saluta e ricambio quindi la signora solleva la lunga gonna, allarga le gambe e gli dice: “bevi, bevi.”
Lui si accuccia tra le cosce dove sprofonda la testa. Immagino cosa stia facendo anche se è completamente coperto dal vestito.
Restiamo tutti in silenzio per diversi minuti fin quando l’altro uomo si alza si abbassa pantaloni e mutande e richiede il ragazzo: “Angelo, adesso vieni a succhiare qui.”
“Sì, vai tesoro. Vai a succhiare papà” gli fa eco la donna lasciandomi stupefatto e mi chiedo se è un gioco o se siano davvero una famiglia. In ogni caso il ragazzo esce dalla gonna, si alza, si accuccia davanti all’uomo e comincia a lavorargli il cazzo con la bocca.
Questa volta siamo io, il Padrone e la signora ad osservare. Si da da fare fin quando è la voce di Pierluigi a fermarlo: “adesso dai un salutino anche al cazzo di quest’uomo. Fai vedere che ti piace anche il cazzo stagionato…” Si riferisce a me.
Lui si stacca da quel pene che ormai svetta duro e dritto e mi si sistema davanti.
“Alzati, alzati. Non vorrai restare seduto” mi rimbrotta il Padrone.
Lo faccio e quel giovane mi abbassa i pantaloni della tuta fino alle ginocchia e, trovato subito quanto sta cercando, se lo infila in bocca. Lecca e succhia con notevole maestria e, forse anche per il periodo di astinenza appena passato, mi procura una rapida erezione. È così bravo che dopo un po’ devo trattenermi per non venire.
Fortunatamente mi salva il Padrone che con un deciso: “che dite se adesso il giro di benvenuto lo fa il mio schiavetto, è vecchio ma ci sa fare…”
I due annuiscono e quindi mi ordina di: “hai sentito, vai a bere anche tu dalla signora.”
Senza tirami su i pantaloni zampetto fino da lei e mi inginocchio mentre solleva nuovamente la gonna. Ovviamente non indossa nulla e mi offre una pelosissima vagina, completamente umida e con le grandi labbra già ben aperte. Appoggio la bocca sopra, chiudo gli occhi e inizio a leccare il solco bagnatissimo e ad inghiottire quella abbondante produzione.
Me lo lasciano fare a lungo fin quando è l’uomo a chiamarmi con un deciso: “adesso vieni qui a succhiarmi il cazzo.”
Mi sposto e apprezzo subito la bella forma di quel sesso e la marmorea consistenza. È di dimensioni medie ma è particolarmente contornato da sporgenti venature che mi piacciono proprio. Ma ho davvero pochi secondi per ammirarlo perché lo lascio scorrere subito tra le labbra e inizio a succhiarlo e a pomparlo. Anche con lui lo faccio ad occhi chiusi, gustandomi quella deliziosa presenza maschile che lascio scorrere fino in fondo alla gola.
Mi diverto a lungo, fin quando un brusco ed improvviso: “basta, basta. Adesso ho voglia di bagnare il biscotto da un’altra parte” mi interrompe.
“Angelo, spogliati. Ho voglia del culo.” È sempre l’uomo che comanda al ragazzo mentre io ritorno a sedermi.
Lo vedo spogliarsi con attenzione, piegando ogni singolo indumento prima di riporlo su una sedia fino a restare completamente nudo. Mi appare ancora più magro ed esageratamente alto. Non è depilato come me ma ha pochissimi peli, a parte un ciuffo più consistente sul pube.
Una volta nudo sembra attendere cosa fare o meglio dove mettersi ed infatti gli viene ordinato di piegarsi sopra la spalliera del divano e di allargare le gambe.
È a due metri da me e osservo un culetto stretto e magro. È deliziosamente sferico e sembra davvero sodo. Insomma: meraviglioso! Soprattutto perché è appoggiato sopra quel chilometro di cosce che sembrano non finire mai. Perso ad ammirare il culo del ragazzo non mi accorgo che anche l’altro si è spogliato ma solo nella parte bassa e, con il cazzo pronto, si è avvicinato a quello splendore. In un attimo lo vedo sprofondare dentro fino a sparire per poi iniziare la solita danza del piacere con dei movimenti ritmati che lo fanno entrare ed uscire da quel delizioso luogo di piacere.
Resto affascinato e mi gusto la scena fin quando è la donna a pretendere nuovamente la mia bocca. Come mi giro verso di lei la trovo in piedi e, ormai senza gonna, tiene la camicetta sollevata con le mani.
Vuole che riprenda a leccarla. Mi stendo sotto di lei che si è messa a gambe divaricate cercando una posizione comoda e mi attacco come un’idrovora al suo sesso. In breve ho la faccia sgocciolante del suo succo.
“Adesso pensa anche al buchetto. Lecca e vai dentro con la lingua.”
Mi sposto e risalgo un po’ osservando come i bordi siano rugosi e sporgenti. Immagino che lo abbia usato proprio tanto e con misure sicuramente maggiori di quelle di quell’uomo. La lingua non incontra alcuna resistenza e scivola facilmente all’interno e faccio del mio meglio. Stranamente quella situazione mi piace.
Improvvisamente tutto si arresta. Pierluigi mi chiede di fermarmi e, come mi stacco dalle chiappe della donna, vedo che anche gli altri si sono fermati. Il Padrone è in piedi, l’uomo si è spogliato completamente e pure la signora si è tolta la camicetta ostentando un generoso seno con due grossi e sporgenti capezzoli.
L’unico ancora con degli indumenti addosso, oltre a Pierluigi, sono io ma un altro comando: “togliti tutto!” mi costringe alla nudità. Ci metto davvero tre secondi a sfilare le scarpe, togliere le calze, lasciar cadere i pantaloni sul pavimento e slacciare la giacchina. Sono completamente nudo ed il signore apprezza il mio corpo glabro e, nonostante non esprima dei giudizi molto positivi sul mio fondo schiena, vuole provarlo: “mettiti com’era Angelo, voglio proprio sentire come ci si trova in un culo stagionato…”
Il tempo di appoggiarmi e me lo trovo dentro. Comincia subito a scoparmi tenendomi fermo con le mani appoggiate sui fianchi. Un attimo dopo vedo la signora sistemarsi a pecora sul pavimento ed ordinare al ragazzo di: “mi è venuta voglia. Aprimi bene il culo…”
Osservo così il ragazzo accucciarsi sopra di lei a gambe larghe in una posizione particolarmente sgraziata e, poco dopo, iniziare a muoversi. Non riesco a vedere cosa ma immagino che la stia sodomizzando. Posso però notare i grossi seni sbattere da tutte le parti prima di essere afferrati dalle grandi mani del ragazzo che li strizza schiacciandoli contro il petto immobilizzandoli.
Mi piace, mi piace sia quello che vedo sia quanto provo dietro anche se non è travolgente.
Tutto prosegue in modo soddisfacente fin quando, preceduta da una bestemmia, riecheggia una forte esclamazione dell’uomo: “...cazzo! Sono venuto.” Seguono altre imprecazioni e quindi le spinte si fermano. Vedo Angelo continuare la sua azione ma quasi subito è l’uomo a pretendere da lui un altro servizio: “vieni qui a pulirmi il cazzo…”. Inutile dire che anche questa richiesta è accompagnata da varie volgarità.
Il giovane si stacca immediatamente dalla donna e si attacca con la bocca al fallo umidiccio facendolo sparire completamente.
Guardo la signora che è rimasta ancora ferma e, prima che si sieda per terra, osservo come sia rimasta ancora con l’ano completamente dilatato. Ed è in quel momento che sposto gli occhi sul sesso del ragazzo restando a bocca aperta perché la dotazione di quel servizievole giovane è davvero notevole. Non esagerata ma ben proporzionata ai suoi sicuri due metri d’altezza.
Quella visione mi fa venire una certa voglia… ed il desiderio di provare quella mazza…
Ovviamente sono perfettamente cosciente del mio ruolo e lascio che questa brama resti solo una fantasia…
Poco dopo l’uomo si stacca da Angelo e va a sedersi. Vedo che anche il Padrone è già lì e invita anche noi a farlo. A quel punto la signora prende la teiera e mi versa un’altra mezza tazza e fa altrettanto con Angelo. Purtroppo la quantità che svuota è minima: “oh! È finita!”
Prontamente l’uomo si alza, le prende il contenitore e, dopo averci infilato dentro il pene, inizia a riempirlo. Fa una bella pisciata tanto che quanto ha prodotto basta per riempire la tazzina di Angelo e per aggiungerne ancora un po’ pure nella mia.
Osservati dagli altri tre beviamo. Il ragazzo lo fa come se fosse un gesto naturale e, con ripetute sorsate, svuota la tazza. Io faccio altrettanto, appoggiandola completamente vuota sul tavolo.
I tre iniziano a parlare centrando la conversazione sul ragazzo con frasi che mi confermano che quei tre sono padre, madre e figlio.
Scopro così che ha vent’anni e che loro sono sposati da ventiquattro anni, che praticano lo scambismo, che frequentano amici dove si fanno giochi sadomaso e che da alcuni anni hanno coinvolto Angelo nei loro svaghi proprio perché: “è un ragazzo così porco. E ha fatto tutto da solo e in segreto. Quando lo abbiamo scoperto ci ha raccontato di cose che nemmeno noi avevamo fatto… E così abbiamo cominciato a coinvolgerlo, anzi, è lui che si è buttato a peso morto nei nostri menage erotici. E preferisce il ruolo di passivo o meglio di slave… Che poi abbia quel cazzo che si ritrova in mezzo alle gambe... aiuta. E fa felice soprattutto la mamma…” aggiunge l’uomo.
Restiamo ancora un po’ seduti e quindi i tre dicono che devono andare via. Appena escono vorrei chiedere tante cose al Padrone ma lui mi fa rivestire e mi caccia letteralmente. Sono a casa per mezzanotte e ho la testa piena di domande alle quali non so dare una risposta: perché mi ha chiamato dopo tanto tempo? Perchè è stato l’unico a rimanere vestito? Mi chiamerà ancora? Perchè non mi ha chiesto nulla di giugno? Gli interesso ancora? Rivedrò questi tre? Non lo so. Però decido di scrivere subito quanto ho appena vissuto. Altre pagine di diario che, incredibilmente, nonostante il passare del tempo, si riempiono...
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