orge
La mia prima gang...il giorno dopo...


14.01.2019 |
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"Un’orgia!
Cioè, ho fatto sesso con persone che non so neppure come si chiamino, che
anche se volessi non saprei ricontattare e che non è detto io riveda..."
IL GIORNO DOPOSi tratta di questo, oggi rimarrà sempre il giorno dopo la mia prima orgia.
Ho partecipato ad un’orgia, ieri sera, in uno scantinato di un condominio
residenziale di periferia, con un gruppo di perfetti sconosciuti, messi in contatto
da un sito internet.
Un’orgia!
Cioè, ho fatto sesso con persone che non so neppure come si chiamino, che
anche se volessi non saprei ricontattare e che non è detto io riveda mai più: ed
è una sensazione strana mai provata prima.
Speravo succedesse, forse solo per curiosità o per mettermi alla prova, e mi ero
impegnato nell’afferrare l’opportunità di partecipare ad un incontro di
Gangbang Bologna. Non sono mancato a un paio di serate di casting, stando
attento ad essere puntuale, curato, sorridente e comunicativo e cercando di
sfruttare questa cosa dello scrivere racconti per essere scelto.
Ieri sera, venerdì, era stato fissato un aperitivo alle 20, nella saletta di un locale
piuttosto frequentato. Sei coppie e una ventina di singoli si sarebbero incontrati
per la prima volta per poi formare il gruppo che, la sera stessa, si sarebbe
spostato nello scantinato. Agli occhi degli altri clienti, ignari della dinamica che
ci aveva portato nel loro stesso bar, qualcosa di strano c’era sicuramente.
Forse era l’eccitazione che aleggiava.
Ho bevuto un drink alcolico e fatto un po’ di chiacchiere, così sono stato accolto
nel gruppo essendone lusingato, ma poi ho realizzato cosa stava per succedere
ed ho sentito l’adrenalina che mi andava al cervello: “Checcazzo sto facendo?”
Lasciato il locale e salito in auto, mentre ci dirigevamo tutti all’indirizzo dove si
sarebbe svolta la gang vera e propria, non avevo idea di cosa mi aspettasse,
ma mi sono stupito di non provavo nessuna inquietudine.
Lo scantinato in penombra, disseminato di divani e tappeti, era caldo. I veterani
del gruppo non lasciando il tempo a nessun imbarazzo, dietro ad una tenda,
hanno cominciato a spogliarsi nudi suggerendo anche a noi di farlo. Nel giro di
un paio di minuti già due ragazze, a loro volta nude, si erano inginocchiate
subito circondate da cazzi duri da succhiare.
Ho scoperto che il termine che si usa per definire queste attività è “giocare”.
Perché ridurlo a un gioco? E’ carnale, è sensuale, vitale, eccitante, primitivo,
coinvolgente, .... Forse è come doveva essere il sesso alle sue origini: un’orgia
di pulsioni che possono aver finalmente sfogo!
Ed eravamo tutti bellissimi. Le ragazze a gambe aperte, l’uomo curvo sulla
donna in ginocchio che la fotte freneticamente, la doppia penetrazione della
bionda a cui io l’ho infilato in bocca, la ragazza mestruata che non leva gli slip
ma lo prende in bocca a tutti, la moretta che urla sconcezze e tanti uomini con
l’uccello in mano e il preservativo tra i denti che cercano una figa libera da
fottere. Bellissimi.
Due ore. Sono bastate due ore per piantare un paletto che mi rimarrà
irremovibile. Grazie.
Oggi è il giorno dopo, il primo dei giorni successivi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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