bdsm
Io e Giada spompiniamo al cesso pubblico
di maktero
28.12.2024 |
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"Lei ridacchiava contenta di quella mia attenzione..."
Io e Giada siamo una di fronte all'altra nel cesso pubblico.Quano la porta del cesso rimane aperta e possiamo verderci ci sorridiamo l'una con l'altra. e ci scambiamo dei sorrisi e dei gesti osceni.
Scambiandoci quei motti di scherno ci divertiamo tra noi.
Poi la porta veniva chiusa ed un cliente esigeva il suo pompino.
Mia sorella e la madre di Giada esigevano il guadagno dai clienti che violavavìno le nostre giovani bocche e i nostri culi.
Il servizio al cesso pubblico durava fino all'alba quando finivano i clienti.
Poi venivamo riportate a casa e buttate assieme in una cantina in attesa di un nostro nuovo utilizzo.
Quella crudele intimità ci piaceva io e Giada parlavamo piacevolmente a lungo soprattutto della nostra condizione di sottomese.
Sia io che lei eravamo contente di spompinare sconosciuti nei bagni pubblici e di prenderlo nel culo dagli stessi.
Io aggiungevo che amavo quando mi pisciìvano in bocca, Giada mi disse che le era capitato di rado ma che le era piaciuto.
Lei mi chiese cosa mi piacesse del piscio degli sconusciuti perchè quando capitava a lei non lo apprzzava molto.
Io gli risposi che mi piaceva più che altro essere umiiata in quel modo.
Lei mi rispose che sì provava un poco di piacere dall'essere umiliata così, ma non più di tanto.
Intanto io nel buio di quel bugigattollo riuscivo a raggiunfere con la lingua l'ascella di Giada che legata come me al soffitto si offriva a qualunque abuso.
Cominciai a leccare il sudore denso della ffatica di Giada.
Lei era sempre contenta di quell'attenzione dicendo che le piaceva molto essere pulita in quel modo.
Poi riprese con il discorso del piscio dicendo che doveva farla.
Io impazzii pensando di poterla bere ma la nostra posizione ce lo avrebbe impedito.
Lei pisciò sul pavimento ed io mi accontentati di poter toccare con il piedi quel meraviglioso liquido.
Mi piaque lordare i miei piedi con quel ben di Dio.
Lei osservava tutto interessata dal mio piacimento per le sue escrezioni.
Le confessai che avrei amato qualunque cosa sarebbe uscita dal suo delicato corpicino.
Lei sembrò arrossire per l'apprezzamento, sentendosi protagonista.
Mi chiese, con sincera curiosità, se ero davvero così schifosa da apprezzare il suo corpo e le sue emanazioni.
Io le confermai che qualunque cosa uscente dal suo corpo mi avrebbe fatto piacere, lei sorrise sentendosi impreziosita.
Mi sentii invogliata a magnificare la sua giovinezza e quanto valore avessero i suo fluidi corporei per i depravati come me.
Lei sembrava contenta da quel mio apprezzamento.
Considerando la situazione in cui ci trovavamo le chiesi di poter leccare il suo sudore; lei imbarazzata dalla mia richiesta me lo permise; del resto cosa altro poteva fare.
Cominciai a leccare il suo corpo intriso dal sudore per le soferenza che provava essendo legata scomodamente.
Lei ridacchiava allegramente all'azione della mia lingua.
Arrivai alle sue ascelle e assapporai quello splendido sudore di ragazza in sofferenza.
Lei ridacchiava contenta di quella mia attenzione.
Poi le chiesi di riservarmi della saliva e lei con dolcezza mi permise di ingoiare la sua tiepida e salata saliva.
Mi chiese se provavo veramente piacere dall'assaporare quei suoi liquidi, Io le risposi che mi faceva un immenso piacere e cercai di mostrarlee il mio cazzo eccitato.
Lei guardo il mio organo eretto e comprese quanto valevano i suo fluidi per i depravati come me.
Mi avviccinai con la bocca al suo nasino e le chiesi di succhiiarle il delizioso contenuto delle sue piccole nairci; lei oramai presa da quel gioco non mi disse di no, ed io adagiai le labbra all suo nasino e ominciai a succhiare il muco del suo naso.
Come mi piacque assorbire quel liquido salato proveniente da suo naso.
Io ero sempre più eccitata; Giada accorgendosi della mia eccitazione si preoccuppò che non potessi arrivare.
Mi disse che voleva farmi godere dopo tutto il piacere che il suo corpo mi aveva dato e che voleva dimostrarsi grata per l'apprezzamento che avevo dimostrato per lei.
Fece l'unica cosa che poteva fare e cominciò a masturbare il mio cazzo eretto con i piedi.
Le sue morbidissime piante dei piedi mi diedero piacere al al cazzo già eretto, irrrobustendo la mia erezione.
Mentre stavo provando piacere da quell'azione, con la bocca piena dei suoi liquidi.proclamai quanto la amassi e la apprezzassi.
Lei entusiasmata dalle mie parole si diede sempre più da fare con i pied sul mio cazzoi fino a farmi godere esplodendo in una magnifica sborrata.
Si entusiasmò per il mio schizzo commentando autolodandosi che era stata propio brava.
Ero esausta dopo il godimento ed mi attaccai alle ascelle di Giada succhiandole come un ciuccio per un bimbo
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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