bdsm
Puttana IVA 3
di RazorJack
20.11.2024 |
2.856 |
4
"Alla sera torno a casa, c'è la mia ragazza che mi aspetta..."
Dal racconto precedente:Si mette dietro di lei, la sodomizza e unisce le braccia alle mie, alleggerendomi il carico.
Siamo in piedi, lei ha entrambi dentro di sé e sta godendo come una pazza.
"Mi state aprendo in due, padrone, è troppo...grazie"
"Il piacere è tutto nostro, puttana" e tenendola in braccio in due continuiamo a martellarla alternati. Questo ragazzo è bravo a seguirmi, anche se cambiamo il ritmo siamo sempre sincronizzati, e lei gode, urla di piacere, potrebbe andare avanti per sempre.
Il gioco è bello finché dura poco, e tutto questo piacere ha un prezzo. Lo capisce dal mio sguardo che dopo le carote, stanno tornando i bastoni.
"Bene così, ma questa cagna sta godendo troppo, si è dimenticata di essersi comportata da stronza" dico fermandomi.
"No padrone, padroni...vi prego, sono così vicina, non fermatevi"
Mi sfilo fuori e la lascio in braccio a lui, che pur essendosi fermato è sempre dentro di lei.
"La reggi?"
"Sì sì tranquillo"
"Bravo, tienila ferma così" con le gambe aperte, appesa per il culo a questo ragazzone ubbidiente. Prendo un asciugamano, lo bagno un po' e lo arrotolo. Inizio a farlo roteare, entrambi capiscono, e mi guardano preoccupati. "Finché la tieni così non hai nulla da temere, non ti colpirò, ma stai attento. Ricordati che se lei ha fatto la stronza, tu mi hai comunque disturbato e devo ricordarti il tuo posto, anche senza punizione corporale. In quanto a te invece, parla pure, chiedimi scusa"
Parte la prima sferzata, mi tengo ancora lontano, lei sente più che altro lo schiocco nell'aria.
Seconda sferzata, mi avvicino, colpisco l'interno coscia, lei emette un gemito. Continuo con altri colpi, stringendo il cerchio, e poi mi fermo.
"Scusa padrone"
Sferzata, tra interno coscia e inguine. "Per cosa ti scusi?"
"Per non aver risposto al telefono"
Sferzata, sul monte di venere, un grido.
"E poi?"
"Per il citofono"
Sferzata, sul seno sinistro, un altro grido.
"E poi?"
"Per l'accoglienza"
Due sferzate, una per seno, lei grida ancora, ma la sua fighetta arrossata è turgida e bagnata.
"Per l'accoglienza di merda, sei stata una pessima ospite."
Due sferzate, ravvicinate, una sulla pancia, e una sull'inguine. Il ragazzo dietro di lei è pietrificato, ma rimane in posizione. Questa violenza probabilmente non lo eccita immagino, la sua erezione e calata, ed è uscito fuori anche lui.
"Abbiamo quasi finito, stai tranquillo. Puoi poggiarla a terra". Lei ritorna in ginocchio sul pavimento.
"Hai visto cosa hai fatto? Per la punizione che ti meritavi e che ho dovuto darti lui si è distratto e non ce l'ha più duro. Succhiagli il cazzo, mi serve duro."
"Si padrone, scusa"
Da brava, si gira e rimanendo in ginocchio, prende in bocca il membro leggermente turgido del vicino. Mi godo la scena, le frustate hanno sortito l'effetto che volevo. Lei ubbidisce, mi chiama sempre padrone, non parla più fuori posto. È ubbidiente ora, si merita una sferzata sul culo. Poi un'altra, e un'altra ancora. Ad ogni colpo geme e succhia con più foga di prima, e anche lui sembra gradire molto. Vedere quel bel culo tutto arrossato dai miei colpi mi fa un certo effetto, e continuo a frustarla a ritmo cadenzato. Mi fermo, e lei come se si aspettasse il colpo si irrigidisce ma continua a succhiare. Aspetto giusto che rilassi i muscoli per frustarla ancora sulla schiena, cosa che le fa sputare fuori il pene con un grido.
"Chi ti ha detto di staccarti?!"
"Scusa padrone, scusa"
La colpisco ancora, e lei apprezza la punizione in premio. Inarca la schiena e con le mani si apre i glutei, vuole ricominciare. Per tutta risposta, le tiro un'ultima fortissima sferzata proprio in mezzo alle gambe. Mi metto in ginocchio dietro di lei, appoggiandole la punta sull'ano gonfio e richiuso. Ci sputo sopra e inizio a strofinarmi sulla sua apertura affamata. Anche il ragazzo si inginocchia, e inizia a scoparle la faccia allo stesso ritmo con cui io inizio a sodomizzarla ancora. Lei è a quattro zampe, tra di noi, dando piacere a entrambi con tutto il suo corpo, e noi lo diamo a lei. Lui è nella sua gola, io nel suo intestino, e lei compressa com'è tra di noi, potrebbe sentire i due membri che la stringono in una morsa di piacere. Siamo nello stesso momento dentro fino in fondo, siamo nello stesso momento fuori, pronti a colpire.
Il ragazzo è al limite, ma non si ferma, non dice una parola. Ansima, incalza il ritmo, mentre lei è immobile in quella posizione, con la bocca spalancata, mentre riceve in gola tutto il piacere del mio assistente. Neanche io posso resistere, tra il piacere fisico del sesso e la scena che ho diretto, ed esplodo nel mio ultimo forte orgasmo, quasi doloroso, perché in fin dei conti, anche io le ho dato tutto oggi.
C'è qualche attimo di stasi e di silenzio. Siamo fermi.
"Vi siete comportati bene fine, siete stati bravi. Tu forse sei poco interessato alle donne, ti concedo di pulirla, con la lingua. Fai un buon lavoro, mi raccomando."
Mi alzo e gli cedo il posto. Lui affonda il suo viso e inizia a leccare il mio sperma che fuoriesce dal suo ano. Lei ha la testa girata, cerca di godersi la scena dallo specchio. Ha un rivolo bianco che le cola dal bordo delle labbra. Ha ingoiato il suo seme senza problemi, ma non ha pensato a pulirsi.
Lui continua il suo lavoro imperterrito, le infila dentro le dita per raccogliere fino all'ultima goccia.
"Mi sembra che tu abbia raccolto tutto, ma come vedi questa cagnetta ha il musetto sporco per colpa tua, devo mica pulirla io?"
"Scusa padrone, hai ragione, provvedo subito." Si avvicina al suo viso, la bacia, le prende il volto con una mano per girarlo e passa la lingua a raccogliere il suo stesso seme. Una volta finito si mette in ginocchio vicino a lei, entrambi sembrano due cagnolini seduti in attesa degli ordini del padrone.
Qualche goccia di sperma pende ancora dal mio membro. Senza bisogno di parole capiscono cosa devono fare e mi si avvicinano gattonando. Tirano fuori la lingua e iniziano a leccarmi, a pulirmi e asciugare le ultime gocce del mio piacere. Io accarezzo le loro teste, mentre si baciano tra loro col mio membro tra le labbra.
Mi separo da loro e ritornano nella posizione di prima, aspettando ordini. Mi siedo sul bidet e mi lavo sotto il loro sguardo curioso. Dopo essermi asciugato gli dico di rimare dove sono e ritorno infine in camera da letto dove mi rivesto con calma.
Devo congedarmi, il gioco è stato bello ma si è preso tutta la mattina.
"Molto bene. Ora devo andare via, ma ci rivedremo, siete appena diventati i miei giocattoli preferiti. Mi raccomando tu finisci la presentazione, l'azienda non ti paga per grattartela tutto il giorno. E tu...beh tu torna a fare qualsiasi cosa stessi facendo, e tienila d'occhio questa qui. Si sentono tante storie, mi serve qualcuno che badi a lei quando non ci sono. Con il telefono che suona, me ne vado, lasciandoli lì, nudi, in ginocchio in bagno.
Il pomeriggio passa in fretta, non riesco a pensare a niente. Alla sera torno a casa, c'è la mia ragazza che mi aspetta. "Com'è andata oggi amore?"
"Giornata tranquilla, niente di ché. Ho perso la mattinata dietro a quella tipa che deve sistemare la campagna pubblicitaria, non abbiamo fatto progressi. Che palle, mi sa che dovrò tornare ancora da lei..."
Fine
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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