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Puttana IVA 1


di RazorJack
06.11.2024    |    6.375    |    18 9.2
"È paonazza in viso e posso notare che il tessuto del leggins è completamente fradicio nella zona del pube..."
Per quanto possa sembrare tanto assurda quanto banale, questa è una storia vera. Come tutte le avventure migliori, questa inizia per caso. In una fredda mattina di novembre ero stato spedito presso l'ufficio della nuova social media manager ingaggiata dalla mia azienda. Lontano da casa e dall'ufficio nella nebbia della pianura padana piemontese, ero lì che giravo come un cretino da un'ora in mezzo alle case del paesino senza riuscire a trovare l'indirizzo giusto. Non rispondeva al telefono né ai messaggi e dall'azienda nessuno sapeva aiutarmi. Finalmente arriva la correzione del il civico indicato nella mail
che era errato. Suono, una, due volte, nessuna risposta, sono incazzato e sto congelando. Alla terza finalmente risponde una voce assonnata e scazzata, che dopo la mia identificazione, mi invita a salire. Non era un ufficio, era un appartamento normale, ma la cosa non mi sconvolge, probabilmente è una freelance che lavora da casa, beata lei. Mi accoglie ancora in leggins e felpa, incredibilmente stretti per le sue forme, e la sua figura cozza un po' con la mia di cliente incravattato. Mi offre un caffè di moka, già tiepido se non freddo e mi invita ad accomodarmi nella sua camera studio, abbastanza disordinata, e accende il pc. La campagna pubblicitaria da lanciare sui social è semplice, si tratta di piazzare dei teaser sui nostri canali e sta a me valutarli. Sono distratto da due cose:
Nel marasma di vestiti che spuntano dal cassetto, è impossibile non notare la presenza di un vibratore in carica, rosso e anche di dimensioni importanti.
La seconda la noto guardando lei. Lavora piegata in avanti, col volto molto vicino allo schermo, mettendo in mostra un culo rotondo e generoso, perfettamente disegnato dai leggins e che non lascia spazio alla fantasia, e dalla sottigliezza del tessuto è palese che sia senza intimo.
Lei continua a ignorarmi, è veramente una stronza, le cui uniche parole che mi rivolge sono di scazzo per farla lavorare così presto la mattina.
A quel punto perdo la pazienza: "E io cosa dovrei dire, un'ora di macchina nella nebbia per venire a vederti lavorare scazzata. Non ti sei neanche vestita, tralasciamo il casino di questa stanza, cos'è, il vibratore era scarico e la mattina è partita male? Ti ricordo che ti stiamo pagando profumatamente, sarebbe il caso di mostra un po' di educazione"
Lei non si scompone davanti al mio sfogo, anzi sembra ignorarmi.
"Oh ma mi ascolti?" E le poggio la mano sulla spalla. Lei emette un gemito, oltremodo forte rispetto alla delicatezza del mio tocco. Si rimette dritta e ruota la sedia. È paonazza in viso e posso notare che il tessuto del leggins è completamente fradicio nella zona del pube.
Sono senza parole, non vedevo cosa faceva con la mano sinistra mentre lavorava ma è palese che si stesse toccando.
Mi fa "scusa, è che non ce la faccio più. Sono sempre da sola, la casa è un casino e me ne vergogno, sei il primo uomo che entra qui da un sacco di tempo e non so come gestire questa frustrazione. Mi comporto da stronza perché così..."
"Così?"
"Così...magari, se ti faccio arrabbiare, tu... Puoi punirmi..."
"Ma tu lavori per me, non mi sembra il caso, e se mi denunci per molestie?"
Lei si alza, tira giù i pantaloni fradici, si solleva la felpa e la mantiene con le mani. Mette in mostra una bella fighetta rasata e un seno meraviglioso, coi capezzoli stretti in due piccole mollette.
" Ti sembra di molestarmi?"
Io mi alzo in piedi, la sfioro con le dita. Le passo il dito su tutto il corpo, arrivo al suo umido monte di venere e indugio sulla clito per raccogliere il suo sapore. Lo assaggio, senza mai togliere gli occhi dai suoi. Lei freme ma non dice una parola. La faccio girare per ispezionarla meglio e mentre non se lo aspetta, la colpisco sulla natica sinistra. Uno schiaffo sonoro che lascia un grande alone arrossato.
Sono visibilmente eccitato anche io, e oramai non mi interessa più la compliance aziendale. Ho una donna nuda davanti a me che mi vuole, un'occasione da non perdere.
La colpisco ancora e ancora, lei rimane immobile sotto i miei schiaffi, ma geme ad ogni colpo.
La faccio piegare sulla scrivania, con le gambe sempre tese. Continuo a colpirla ma ora le mie mani puntano sia sul resto del culo, sia in mezzo. La sua fighetta è un lago mentre la schiaffeggio da dietro.
Mi fermo e mi dirigo poi verso il cassetto dove la luce del dildo lampeggia in carica.
Le strofino la punta addosso, la penetro piano mentre col pollice dell'altra mano inizio a stuzzicarle il buchino.
Le infilo dentro il dildo e lo accendo.
"Stai ferma, non ho finito" e lei ubbidisce, è una statua.
Tolgo la giacca e la appoggio con cura sul letto. Mi sfilo la cinta dai pantaloni.
La frustata che le tiro è così forte che le fa piegare le gambe.
"Ti ho detto di stare ferma, cagna"
"Scusa padrone, scusa..."
"Scusa un cazzo, mi hai disubbidito, ora sì che sarai punita"
Inizio con una serie di scudisciate, meno forti della prima ma altrettanto efficaci. Lei gode, si bagna, al punto che il dildo scivola fuori e cade a terra.
Io lo raccolgo, e inizio a strofinarglielo addosso. Mi dirigo verso l'altro buchino e inizio a giocarci.

Con un dito ne stuzzico l'apertura, mentre con cerco di infilare l'oggetto. Si vede che lo usa solo nell'entrata principale dato che è stretto e teso. Decido però che la stronza deve soffrire e quindi insisto. Mi insalivo le dita, lo dilato coi pollici, le sputo sull'ano mentre lei continua a godere e soffrire. È abbastanza lubrificato, riesco a inserirlo, pian piano fino in fondo.
Sento che geme, sento che le piace, e una volta dentro ricomincio con le frustate di assestamento, concentrandomi sulla sua figa gocciolante. A quel punto le tiro su i leggins a ulteriore blocco. "Ora non lo perdi di sicuro, troia". La rimetto dritta e le sfilo la felpa. I suoi seni generosi iniziano a ricevere i miei schiaffi mentre i suoi capezzoli turgidi piangono stretti nelle mollette.
La prendo per i capelli e la spingo giù, di modo che possa sentire meglio il dildo che ha nel culo.
Finalmente libero il mio sesso, ormai durissimo e glielo sbatto in faccia.
Mentre le tengo la testa per i capelli le tiro un ceffone ordinandole di aprire la bocca.
Lei non ubbidisce subito, si merita un altro schiaffo. Fa un sorrisetto di sfida, è ovvio che non ne ha abbastanza.
Le passo i polsi dietro la schiena e li lego col cavo del mouse che stacco dal pc.
Tiene ancora la bocca chiusa, allora mi sfilo la cintura e gliela passo attorno al collo, facendo entrare la punta nel passante e tirando. Ora la sto tenendo al guinzaglio e per i capelli. Tiro la cinta per stringerle il collo e finalmente ci siamo, per respirare apre la bocca. È pronta.

Le infilo il cazzo in bocca senza tanti complimenti. Lei soffoca, ha come un conato di vomito. "Guai a te se mi sporchi i pantaloni puttana!" Lei fa cenno di aver capito. Rientro nella sua bocca, più dolcemente stavolta e inizio a scoparle la faccia col ronzio del vibratore che ha nel culo di sottofondo. Aumento il ritmo, spingo sempre più in fondo, mentre lei lacrima, soffoca nell'essere impiccata alla mia cinta e soffre per i capelli tirati. Le prendo la testa con le mani e inizio a fotterle la bocca con violenza, la sua saliva gocciola, non mi voglio fermare.
Il mio primo orgasmo esplode nella sua gola, e mo assicuro di non uscire finché non ho versato fino all'ultima goccia.
Esco, e mentre lei riprende fiato mi asciugo sul suo viso, strofinandomi ovunque.
"Sei stata brava lurida cagna, ora però devi pulirmi bene. Tira fuori la lingua!"
"Sì padrone"
Le tiro un ceffone. "Ti ho forse dato il permesso di parlare? Ubbidisci e basta"
Lei tira fuori la lingua e inizia a passarmela sulla cappella, poi sull'asta e di nuovo sul glande. Succhia la punta, mi pulisce bene per davvero, ma io sono di nuovo duro.
Le permetto di succhiarmelo ancora, sempre più in profondità, stupito della sua devozione e quasi infastidito dalle sensazioni che mi sta facendo provare. La faccio rialzare in piedi, la giro, e le tolgo i leggins. La sua figa è fradicia, e il vibratore non trova più nessuna resistenza, anzi, vedo il suo ano pulsare e assorbire il dildo che ha dentro.
"Dì un po', prendi la pillola? Puoi rispondere"
"No padrone, ho avuto il ciclo poco tempo fa, starei ovulando..."
"Peggio per te puttana. La tua fighetta brama di essere fottuta e io non ho né tempo né voglia di cercare un preservativo in questo porcile"
La penetro con violenza, ma lei è così bagnata che il mio cazzo sparisce dentro di lei senza problemi. La fotto con violenza, tirando il guinzaglio, sculacciandola. Le piace subire questa violenza, le piace essere picchiata e umiliata, sento che sta godendo. È bagnata ma strettissima, sento i suoi spasmi muscolari che mi avvolgono, e senza pensarci vengo ancora, dentro di lei.
È esausta, la lascio cadere sulle ginocchia e rannicchiarsi. Un piccolo rivolo bianco inizia a scivolarle fuori dalle grandi labbra gonfie e arrossate.
Mentre giace lì, io mi allontano per andare in bagno a lavarmi, gocciolando sperma sul pavimento. Mi faccio un bidet, mentre noto un dettaglio del suo bagno, un nuovo giocattolino da usare, un nuovo strumento di tortura. Ho il cazzo intorpidito, due orgasmi a così breve distanza non ricordo più quando li ho avuti. Mi lavo e in quel momento suona il campanello.

Continua

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