incesto
Assieme 2
di iltiralatte
03.08.2024 |
4.056 |
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"Lo dico col pianto nel cuore ma dobbiamo presumere che sia morto..."
Nonostante tutti gli sforzi il bambino non riapparve mai più
-State tranquilli signori, prima o poi lo troveremo. Tutti i bambini che spariscono seguono una specie di ciclo sempre uguale: ad un primo momento di silenzio assoluto seguono prima piccoli indizi che si rafforzano, si gonfiano, esplodono e consentono alla fine il ritrovamento.
Silvana e Sandro ascoltavano tristemente i vari investigatori che li relazionavano stringendosi la mano.
Questo contatto era tutto quanto era rimasto della loro passata passione.
Da quando Gaël era scomparso non avevano più fatto l’amore. Si guardavano ed un groppo in gola li assaliva bloccando ogni possibile fantasia erotica.
Col passare del tempo si affievoliva anche la speranza: il bimbo era proprio svanito nel nulla e certo non bastavano quelle fugaci strette di mano con cui cercavano a vicenda di consolarsi per mantenere in piedi un matrimonio.
Mentre Sandro si incupiva ogni giorno di più, una scintilla di rancore cominciò ad installarsi in Silvana.
Ogni volta che guardava il marito non poteva esimersi dall’attribuirgli tutta la colpa di quella sparizione.
Accudiva il marito come avrebbe fatto con un cane, di malavoglia e per puro senso del dovere ma cominciò a pensare, con sempre maggiore insistenza, di volersi ritrovare libera.
L’unica cosa che li univa era ornai rappresentata da quella fotografia, l’ultima scattata al bambino, davanti a cui si ritrovavano spesso quasi in mutua adorazione.
Sembra poco? Eppure nessuno dei due riuscì neppure a pensare di sciogliere il loro legame proprio causa di quei momenti.
Essi guardavano Gaël ed il dolore, rinnovato costantemente, li cementava indissolubilmente.
Per fortuna la loro giornata non era composta da quei soli dolorosi istanti.
Sandro cominciò a dedicarsi anima e corpo al lavoro. Divenne uno stakanovista ed i suoi superiori se ne accorsero.
Inevitabile, a questo punto per lui, fare carriera.
Presto si ritrovò dirigente nella ditta in cui era entrato da semplice impiegato.
Silvana naturalmente guardava il marito fare carriera ma non riusciva a provare gioia per lui.
Avvertiva un formicolio al basso ventre il che significava che il suo organismo reclamava amore: quell’amore che Sandro non era più in grado di darle.
Cominciò a prendere l’abitudine, all’uscita dal lavoro di fermarsi al bar di fronte all’ufficio per prendere un aperitivo.
Il suo viso aveva maturato una piega amara, ma il suo corpo non era cambiato: era tuttora una appetibile donna giovane e bella.
Fatale che i mosconi fossero attratti dal miele che lei rappresentava.
Il primo fu un collega, che da tempo la aveva puntata.
-Cosa fai qui Silvana?
-La stessa cosa che fai tu Omar: bevo qualche cosa e mi rilasso.
-Si la giornata è faticosa: hai ragione. Un attimo di relax è quello che ci vuole proprio.
Cominciarono quindi a discutere sui bari metodi di rilassamento e, ad un certo punto, Omar proruppe:
-So bene io quale è il modo migliore per il relax: un modo infallibile che poi ti lascia disteso e pimpante.
-Davvero? Non ti credo, insegnamelo se puoi.
-Non posso descrivertelo: posso mostrartelo praticamente ma devi giurarmi che tu non ti tirerai indietro sino a quando non ti autorizzerò ioa farlo.
-Mi hai proprio incuriosita: va bene, organizza la tua dimostrazione. Hai la mia parola.
-Non qui, ci vuole l’ambiente adatto: vieni.
Presa Silvana per un braccio la trascinò in una pensioncina ad ore li vicino di cui era evidentemente un visitatore abituale visto che afferrò al volo una chiave lanciatagli dal gestore e condusse Silvana in una spoglia camera il cui unico arredamento era costituito da una sedia scalcagnata e da un letto matrimoniale.
-Eccoci, ora spogliati ed infilati sotto le lenzuola.
Silvana sorrise. Aveva capito quale fosse l’attività tanto vantata da Omar.
Lei non aveva mai tradito suo marito ma: “perché no?” pensò; “il fatto che mi abbia fatto perdere il mio bambino gli devo costare una punizione: una punizione severa. Sua moglie da adesso andrà a letto con tutti. Avrà mille e mille amanti e, che lui lo sappia o meno, non cambierà di una sola virgola il peso di questa pena.
Si spogliò velocemente, attese che l’uomo fosse ignudo a sua volta e lo attirò dentro di se.
Alla fine Omar constatò:
-È stato bello Silvana, grazie, sei una donna fantastica. Possiamo ripetere qualche altra volta?
-Sei stato bravino, lo riconosco ed anche a me è piaciuto ma NO. Noi due non avremo altre opportunità.
-Per quale motivo Silvana? So che sei sposata ma proprio questo fatto ci manterrebbe liberi da impegni di ogni tipo: sarebbe solo divertimento allo stato puro.
-Non è così Omar. Se prendessimo l’abitudine di ritrovarci puntualmente in questa stanza tutto assumerebbe l’aspetto di una relazione fissa, ed io proprio questo non voglio. Ho accettato di scopare con te perché voglio punire lui e lui rappresenta la mia unica relazione fissa. Sono stata chiara?
-Si chiarissima Silvana e mi spiace perderti.
-Non abbatterti: facciamo così. Tu presentami uno alla volta i tuoi amici. Se riuscirò a portarmeli a letto la volta dopo tu avrai una scopata supplementare, accetti?
-Certo che si: preparati preso avrai nel tuo letto tutti i maschi della città.
Così era cominciata e presto un turbinio di uomini cominciò a volteggiarle attorno.
La cosa arrivò addirittura ad insospettire Sandro che ad un certo punto si mise in testa di seguire la moglie e la vie entrare nella pensioncina mano nelle mano ad un uomo di mezza età.
La attese pazientemente nella via e quando lei riapparve uscendo abbracciata all’uomo se lo trovò improvvisamente davanti che la squadrava.
Evidentemente l’uomo subodorò qualche cosa perché si sciolse, inventò un impegno e fuggì via.
“Ecco ora mi farò la scenata” pensò Silvana “Bene gli rinfaccerò tutto il dolore che sono costretta a subire a causa sua. Mi chiederà il divorzio ed io non glielo concederò condannandolo ad essere cornuto a vita”
Invece Sandro non parlava proprio. Rimase una eternità a fissarla, poi girò sui suoi tacchi e si allontanò.
Questa scena aveva colpito Silvana molto più di una chiassata per strada e questo le tolse ogni prontezza di riflessi costringendola a guardare il marito che si allontanava.
Tuttavia la discussione era solo rimandata.
Quando Silvana giunse a casa Sandro la affrontò:
-Silvana, tu mi hai tradito.
Non pareva vero a Silvana di poter controbattere quella semplice affermazione.
-Si Sandro e non una sola volta, ma mille! Tu hai perso nostro figlio ed io devo punirti: un uomo diverso mi scoperà ogni giorno che mio figlio mancherà da questa casa e tu non puoi fare niente per impedirlo!
-Sai che ti dico? (sedendosi), hai deciso bene! Non mi merito altro. Ti amo ma sapere che mia moglie si accoppierà con tutti tranne che con me e la susseguente gelosia che ne proverò sono una pena che a malapena copre la mia colpa. Possedere il gioiello più prezioso e vederlo goduto solamente da altri che neppure si meriterebbero una sua unghia è una punizione giusta e rigorosa e così sarà sin quando non sarò riuscito a restituirti il nostro Gaël che tu mi avevi affidato.
-Ma perché vai in quella misera pensioncina? Per tenermi all’oscuro? Al’oscuro di che? Parta pure qui i tuoi amanti: ogni volta che ne vedrò uno soffrirò come un cane. Questa sarà la mia vera punizione e tocca a te impartirmela.
Altro che divorzio: una briciola dell’antico affetto risorse e Silvana si precipitò ad abbracciare il marito.
-Perdonami Sandro, non avevo capito quanto anche tu soffrissi. Ti prometto che da ora tutti i miei amanti spariranno.
-Ed in tal modo eviterai di punirmi? No Silvana. La cosa non è negoziabile. Io mi merito una punizione e tu hai saputo scegliere quella che mi fa soffrire di più. Vederti preda di un altro mi causerà un dolore che mi avvicinerà a Gaël e probabilmente anche a te che, lo so, stai infinitamente soffrendo per lui.
La donna vinta, acconsentì: tutto si era attesa tranne che il marito la autorizzasse anzi la invogliasse a tradirlo, ma le sorprese non erano finite.
-Sono passati quattro anni dalla sua scomparsa, il nostro Gaël oramai starà diventando un ometto.
Proseguì Sandro:
-La forza pubblica non ci ha più fornito notizie di nessun genere. Lo dico col pianto nel cuore ma dobbiamo presumere che sia morto.
Ho ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie per impiantare una piccola croce di legno nel punto in cui lo ho visto per l’ultima volta. È una croce minuscola ed anonima. Ho pensato che essa solo per noi due debba avere un significato.
Era partita decisa a negare un divorzio; Silvana si ritrovò piangente ad abbracciare il marito:
-Si Sandro mettila in opera. Ogni anno ci porteremo in questo anniversario a quella croce a depositare un fiore.
Nonostante questo la “punizione” di Sandro proseguì imperterrita e sarebbe durata almeno per i prossimi 9 anni.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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